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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Discussione  |
Hemerobius
Moderatore
   

Città: Alghero
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4877 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 11:56:21
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| Messaggio originario di lynkos: ... o una sorta di rete bioagro-turistico-folclorica?" |
Nonostante questo sia il vero rischio (anzi la triste realtà) non bisogna dimenticare che gli ambienti naturali vanno comunque gestiti, altrimenti sono ambienti abbandonati ... che non tutelano la biodiversità. E nonostante io sia convinto che ogni opinione sia in fondo in fondo politica devo dire che questa è supportata veramente da molti "fatti" ed "evidenze" tecniche.
Ciao Roberto 
PS: Luigi mi ha preceduto mentre scrivevo, mi pare che il suo esempio confermi quanto stavo scrivendo.
verum stabile cetera fumus |
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lynkos
Con altri occhi
    

Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara
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17647 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 13:13:23
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Non dico che sono necessariamente contrario all'idea di gestire le aree protette, ma ci sono comunque degli aspetti che continuano a turbarmi. La prima è... e poi? Nello stato attuale, le aree protette rappresentano "isole" più o meno piccole di habitat più o meno funzionanti separate da distese sconfinate di territorio antropizzato e inospitale. Di mantenere artificialmente l'equilibrio di un piccolo ecosistema chiuso è un'impresa costante e impegnativa da tutti punti di vista, con esito incerto e problematico che (nel mio parere da zingara extraterrestre) potrebbe avere un senso solo come intervento provvisorio per mantenere lo status quo mentre ogni sforzo possibile fosse diretto a ripristinare le condizioni di contorno necessarie per permettere a quel piccolo ecosistema di tornare a funzionare da solo come parte integrante di un sistema allargato. Un esempio fra tanti, con la creazione di corridoi ecologici collegando varie aree protette per permettere alla natura di ripristinare i flussi e migrazioni essenziali al suo sviluppo sostenibile. Ma non vedo segni che questo sta succedendo. Anzi, la tendenza continua ad essere fortemente nel senso opposto. Quindi che succederà nel futuro? Dobbiamo rassegnarci all'idea di mantenere questi ambienti artificiali e ormai museali fino alla fine dei giorni della Terra? E se questo è il loro (e il nostro) destino, ne saremo capaci? La seconda è più controversa. Essendo realista e salvo catastrofe, mi sembra improbabile che si arriverà mai al punto che l'uomo si ritirerà dai terreni conquistati (geografici e metaforici), al massimo si potrebbe sperare di bloccare la sua avanzata. Questo vuol dire che il resto della natura dovrà continuare ad affrontare una Terra fatta di habitat e ambienti molto diversi da quelli di solo qualche centinaio di anni fa. Se ci impuntiamo cercando di gestire la natura per mantenerla come noi la conosciamo e amiamo, non è che così facendo blocchiamo il processo naturale dell'evoluzione, impedendo alla natura di evolversi per adattarsi alle nuove condizioni che abbiamo creato noi? Forse non evolverebbe nella direzione che vorremmo noi e forse la natura che uscisse dal processo non ci piacerebbe quanto quella a cui siamo abituati... ma da un punto di visto non-antropocentrico, forse non è questo il vero punto. Ripeto... non risposte, nemmeno critiche, solo dubbi .
Sarah Gregg - Con altri occhi
"A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?" Eugene Smith, fotografo americano |
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elleelle
Moderatore Trasversale
    
Città: roma
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33264 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 16:25:57
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Secondo me, hai ragione e i dubbi sono condivisibili. La natura si sta evolvendo per adattarsi a noi e sceglie "lei" il modo; diminuiscono le aquile e aumentano i gabbiani; diminuiscono i tordi e aumentano gli storni e così via.... Se vogliamo conservare la biodiversità e gli ecosistemi, credo che dobbiamo intervenire (con tutte le difficoltà e le incertezze del caso); altrimenti, può darsi che domani il mondo sia ricco di animali e piante - e magari pure bello - , ma non saranno necessariamente presenti tutte le specie che abbiamo oggi.
luigi
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vespa90ss
Utente Super
    

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6434 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 16:34:54
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non bisogna dimenticare che gli ambienti naturali vanno comunque gestiti, altrimenti sono ambienti abbandonati ... che non tutelano la biodiversità.
Roberto, il vero problema è questo: cosa si intende per abbandonati? Intendi forse non sfruttati? Perchè una coltivazione agricola rappresenta solo questo, nient'altro: un utilizzo del territorio a scopo di sopravvivenza. Ed abitarci significa crescere e svilupparsi
Luigi rammentava Alberese nel Parco dell'Uccellina con le sue attività agricole e di zootecnia mirate per lo più alla conservazione degli allevamenti di vacche maremmane. Sono rimaste Luigi. Ma tu manchi dalla maremma da troppo tempo. Sono rimaste ed hanno trainato uno sviluppo, una crescita, una fuoriuscita dall’abbandono. Hanno consentito di trasformare quella enorme caserma/fattoria all’inizio dello stradone che porta al mare in un megagalattico agriturismo da cento stanze. Praticamente un residence con i contributi statali. Sì...hai capito bene.... Nel Parco. E ne stanno sorgendo molti altri ancora di piccole e medie dimensioni. Lo scempio avviene poco alla volta Luigi. Pezzo dopo pezzo. Questo è sviluppo? Visto con gli occhi di qualcuno lo è certamente. Ma visto con altri occhi è l’offesa più grossa che poteva essere fatta al buon senso di chi desidera un Parco privo di auto, e di disturbo. Ma già...…a pensarci bene, proprio dentro il Parco, sulle prime dune, ci pensano i naturisti con le loro mille auto nel parcheggio a pagamento a provvedere al resto dello scempio.
Parli di abbandonato Roberto…. Abbandonato forse il bosco? Allora trasformiamolo in ceduo e sfruttiamo anche questo. Avremo un sottobosco pulito e tutte le solite amenità che conosciamo benissimo riguardo alla salute del bosco, ma tutte correlate guarda caso ad un suo sfruttamento. E'questo che vogliamo? In natura ciò che è abbandonato a sè stesso rappresenta la forma migliore di sopravvivenza in assoluto per la biodiversità. Un semplice sentiero, una strada scavata nella roccia, già feriscono l’ambiente e lo modificano. Muoversi in tal senso è estremamente arduo ed impegnativo perché tracciare un piccolo sentiero costituirà motivo e precedente per allargarlo in seguito e magari poi sterrarlo e perché no asfaltarlo. Altro che corridoi ecologici.... strade di collegamento magari sì . Certo in un Parco si dovrà provvedere a ripristinare smottamenti e slavine che in qualche modo ostruiscono strade e percorsi già presenti a chi desidera fruire del godimento delle sue bellezze. Ma non credo si debba fare poi più di tanto a livello di interventi di modificazione dell'ambiente: anzi quelli della ordinaria manutenzione mi sembrano già abbastanza invasivi.
Per ciò che riguarda la parte pianeggiante di un Parco la tendenza dovrebbe essere quella di ripristinare il più possibile la situazione allo status quo ante. Parlo del ripristinare più possibile non di fare tabula rasa perchè è oggettivamente impossibile far recedere da acquisizioni già consolidate nel tempo: valutando caso per caso ed offrendo incentivi per lo spostamento di attività ritenute poco pertinenti alle finalità di un Parco. Intendo quindi di spingere verso ad una graduale recessione agricola, tanto per essere estremamente chiaro, limitando appezzamenti e tipologie di culture. Laddove si riscontrassero abusi agricoli, zootecnici, edilizi e commerciali non vedo nulla di male ad eliminarli senza frapporre tempo. Nel corso degli anni quindi la tendenza dovrebbe essere quella dello stoppare la crescita così come la intendiamo comunemente e di orientarsi semmai verso uno svuotamento delle attività all’interno del Parco, non un riempimento (ci saranno meno investimenti di animali vaganti e minori culture potenzialmente danneggiabili). Attività imprenditoriali che dovranno essere invece incoraggiate nella periferia del Parco più lontana possibile. Una lenta, progressiva restituzione di ciò di cui s'è appropriato l'uomo nel tentativo di ristabilire un equilibrio tollerabile da ambo le parti. Quindi agire secondo una logica di "recupero e rigenerazione", non della solita "sfruttamento e sviluppo". Sviluppo di cosa? Di piccoli borghi che si trasformino in paesi e di paesi che si sviluppino in città? Perchè questa sarà l'unica tendenza prevedibile assecondando la logica del profitto.
 Beppe
Credo che moralità significhi trovare il coraggio di fare una scelta |
Modificato da - vespa90ss in data 30 novembre 2008 16:54:27 |
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Hemerobius
Moderatore
   

Città: Alghero
Prov.: Sassari
Regione: Sardegna
4877 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 18:29:11
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Caro Beppe il tuo amore per la natura credo sia anche il mio. Se dovessimo parlare di quello che si dovrebbe fare, tentare di fare, proporre di fare credo avremmo idee molto, ma molto simili.
Io sono costituzionalmente ottimista, ma non sono abituato a nascondermi la realtà dei fatti. Ed anche se mi sconvolge credo che la battaglia per la difesa della natura sia una battaglia che merita di essere combattuta ma che perderemo inevitabilmente. Per i motivi che ho tentato di spiegare nei miei messaggi precedenti. La specie umana è una specie animale che tende "naturalmente" a modificare l'ambiente a suo vantaggio ma che, non essendo stata limitata da nulla, sta per questo distruggendo il suo stesso pianeta. Se metti una coltura di batteri in una piastra con brodo di coltura farà, in un tempo incommensurabilmente minore, la stessa cosa. Ma su questo non vorrei ritornare perché mi sto sempre ripetendo.
Ciononostante è nostro dovere cercare di salvare noi stessi e di impegnarci nella tutela del nostro pianeta. Ma abbiamo nemici terribili, due in particolare: la crescita della popolazione e l'economia di mercato. Entrambi vanno affrontati gradualmente.
Sulla crescita entrano in gioco motivi religiosi e di geopolitica mondiale. Difficile agire e difficile essere efficaci anche perché, diciamocelo sinceramente, che tristezza questo nostro paese di anziani. Non per gli anziani (di cui comincio a fare parte) ma per la mancanza di giovani. Negli anni scorsi sono stato tre volte in Tunisia per lavoro. Che bello, sei sempre circondato di bambini, di ragazzi, di giovani, ti senti vivo e vivace.
Sull'economia di mercato è possibile incidere di più, giorno per giorno, con le nostre scelte quotidiane ed anche strategiche. Io ad esempio cerco di dare una mano in questo anche con le mie scelte di lavoro. Ma non voglio andare troppo fuori argomento.
Sull'abbandonato e sul gestito bisogna naturalmente intenderci. Ma in realtà mi dai ragione quando dici:
| Messaggio originario di vespa90ss: Certo in un Parco si dovrà provvedere a ripristinare smottamenti e slavine che in qualche modo ostruiscono strade e percorsi già presenti a chi desidera fruire del godimento delle sue bellezze. Ma non credo si debba fare poi più di tanto a livello di interventi di modificazione dell'ambiente: anzi quelli della ordinaria manutenzione mi sembrano già abbastanza invasivi. |
Non siamo attrezzati ad accettare che le montagne franino, i fiumi esondino, gli incendi (da fulmine) corrano fino allo spegnimento naturale. La presenza dell'uomo (oculata e sostenibile) garantisce contro queste catastrofi.
E quando affermi:
| Messaggio originario di vespa90ss: In natura ciò che è abbandonato a sè stesso rappresenta la forma migliore di sopravvivenza in assoluto per la biodiversità. |
sbagli, perché non è vero. Non è vero dal punto di vista ecologico. Sull'Appennino l'abbandono dei poderi sparsi nella montagna con i piccoli campi di cereali prossimi alle abitazioni ha prodotto una diminuzione della biodiversità. La quale aumenta in presenza del cosiddetto medio-disturbo (ma la lezione accademica la faccio un'altra volta).
Certo che d'inverno, senza troppi "soggetti" in giro passiamo un po' troppo tempo a chiaccherare dei massimi sistemi!
Ciao Roberto 
verum stabile cetera fumus |
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012
    
9799 Messaggi
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Inserito il - 30 novembre 2008 : 18:55:21
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Sull'abbandono del territorio ed i danni connessi agli ecosistemi, guardate qui C'è un contributo di una dottoranda che ha centrato il problema (paragrafi 3 e 4) Link Penso che di spunti ce ne siano a sufficienza per discutere sui problemi gravissimi connessi all'abbandono
Alessandro PD 
Chi ama la Natura le lascia i suoi fiori |
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leonella55edo47
Utente Super
    
5652 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 20:38:25
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ECONOMIA di MERCATO nemica della Natura?
L'Economia di mercato si basa su questo: che ciascuno di noi è libero di comprare, consumare, vendere, fare, lavorare, non lavorare come più gli piace, e il risultato delle infinite scelte di ciascuno crea il mondo intorno a noi. In alternativa alla Economia di mercato ci sono le varie Economie Dirigiste, cioè autoritarie, dove tutto viene deciso e panificato dall'alto. Erano tali quella Sovietica e lo è ancora quella Cinese. Sono stati gli esempi più vergognosi di distruzione della Natura.
Il senso della Natura, al contrario, è vivo proprio nei Paesi ad economia libera, cioè di mercato, dove le scelte complessive sono la somma delle scelte dei singoli individui.
Cambiando argomento, il centro della Realtà è lo Spirito senziente, cioè autocosciente. Senza autocoscienza nulla ha più alcun significato. Per questo una Natura senza uomo (o altro Spirito) non ha alcun senso. Gli infiniti mondi dello spazio infinito, da noi non percepiti, a noi non dicono nulla. (Fortunatamente altre Menti li percepiscono).
p&e
Edoardo |
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gigi58
Moderatore Trasversale
    

Città: Trapani
Prov.: Trapani
Regione: Sicilia
17657 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 21:29:20
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| Messaggio originario di leonella55edo47: ......... Per questo una Natura senza uomo (o altro Spirito) non ha alcun senso. ...... p&e
Edoardo
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   L'ipotesi maggiormente accettata dagli antropologi è che l' Homo sapiens si sia evoluto in Africa circa 200mila anni fa, dall' Homo erectus suo progenitore le cui origini si fanno risalire a circa 1,5 milioni di annifa, come dire che solo da 200 mila anni la natura ha senso? Da qualche parte ho letto che se si volesse paragonare il tempo trascorso dalla comparsa della vita ad oggi ad un anno solare l'uomo sarebbe nato in prossimità dello scoccare della mezzanotte del 31 dicembre, tutto l'anno trascorso non ha avuto senso? La natura ai tempi dei dinosauri non aveva senso? Mah.... Ciao
Gigi |
Modificato da - gigi58 in data 30 novembre 2008 21:30:04 |
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vespa90ss
Utente Super
    

Città: Firenze
Regione: Toscana
6434 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 21:34:09
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| Messaggio originario di Alessandro:
Sull'abbandono del territorio ed i danni connessi agli ecosistemi, guardate qui C'è un contributo di una dottoranda che ha centrato il problema (paragrafi 3 e 4) Link Penso che di spunti ce ne siano a sufficienza per discutere sui problemi gravissimi connessi all'abbandono
Alessandro PD 
Chi ama la Natura le lascia i suoi fiori
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Ho letto con la massima attenzione, Alessandro. Anche tutti i link che lei ha inserito in coda che a loro volta si collegano ad altri siti i quali offrono una panoramica completa del suo punto di vista e lo motivano. Un ottimo lavoro ha svolto quella ragazza e lo ha saputo argomentare in maniera convincente. Solo che non lo condivido.
Siamo di fronte alla stessa foglia di ulivo: lei la guarda da un lato e la vede argentata. Io la guardo dall'altro e la vedo verde.
Ed ambedue siamo nel giusto: cerchiamo di descrivere al meglio ciò che percepiamo.
Beppe
Credo che moralità significhi trovare il coraggio di fare una scelta |
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leonella55edo47
Utente Super
    
5652 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 22:42:04
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| Messaggio originario di gigi58:
   L'ipotesi maggiormente accettata dagli antropologi è che l' Homo sapiens si sia evoluto in Africa circa 200mila anni fa, dall' Homo erectus suo progenitore le cui origini si fanno risalire a circa 1,5 milioni di annifa, come dire che solo da 200 mila anni la natura ha senso? Da qualche parte ho letto che se si volesse paragonare il tempo trascorso dalla comparsa della vita ad oggi ad un anno solare l'uomo sarebbe nato in prossimità dello scoccare della mezzanotte del 31 dicembre, tutto l'anno trascorso non ha avuto senso? La natura ai tempi dei dinosauri non aveva senso? Mah.... Ciao
Gigi
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Proprio così. Senza uno Spirito percipiente (cioè Dio) quella realtà non avrebbe avuto alcun senso. Continua a sfuggirti l'insensatezza di queste infinità davanti, dietro di sotto e di sopra, ma l'unica cosa importante per Te sei Tu. Il resto sono quinte di uno spettacolo.
Hanno senso perchè li stai pensando ed immaginando.
Avevano senso perchè qualcuno li stava pensando.
Anche adesso tutta la tua realtà sta nel tuo pensiero. Non vi è nulla che tu possa contattare al di fuori di esso.
Pensa a quest'ultima affermazione, perchè è la chiave per capire il gioco in cui sei immerso. Quando l'avrai capita, capirai anche il resto
Edo
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Modificato da - leonella55edo47 in data 30 novembre 2008 22:43:00 |
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elleelle
Moderatore Trasversale
    
Città: roma
Regione: Lazio
33264 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 23:19:54
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| Messaggio originario di leonella55edo47:
Proprio così. Senza uno Spirito percipiente (cioè Dio) quella realtà non avrebbe avuto alcun senso. Continua a sfuggirti l'insensatezza di queste infinità davanti, dietro di sotto e di sopra, ma l'unica cosa importante per Te sei Tu. Il resto sono quinte di uno spettacolo.
Hanno senso perchè li stai pensando ed immaginando.
Avevano senso perchè qualcuno li stava pensando.
Anche adesso tutta la tua realtà sta nel tuo pensiero. Non vi è nulla che tu possa contattare al di fuori di esso.
Pensa a quest'ultima affermazione, perchè è la chiave per capire il gioco in cui sei immerso. Quando l'avrai capita, capirai anche il resto
Edo
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Scusa, ma non è che hai sbagliato a cliccare sui "preferiti" del tuo PC? Questo è Forum Natura Mediterraneo ......
luigi
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mazzeip
Moderatore
    

Città: Rocca di Papa
Prov.: Roma
Regione: Lazio
13572 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 23:23:33
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Il postulare l'esistenza di "spiriti percipienti" credo ci faccia fare poca strada in questa discussione, se non quella di spostare decisioni e responsabilità dai noi al tuo ipotetico creatore. Ma le infinite e antitetiche ipotesi soprannaturali (ben rappresentate dalle Teiera di Russell e dal Mostro Spaghetti Volanti) non contengono nulla che ci aiuti a dimostrarne la veridicità o la falsità, o che ci suggerisca anche solo l'ombra vaga di un criterio per fare il primo timidissimo passetto in qualche direzione, e così è da più di duemila anni, almeno per le versioni che vanno per la maggiore dalle nostre parti, e quindi mi è difficile ritenere che queste ipotesi siano "una chiave per capire il gioco". O comunque, tutto dipende da quale sia il gioco di cui si sta parlando...
Paolo Mazzei Link Link |
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012
    
9799 Messaggi
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Inserito il - 30 novembre 2008 : 23:46:52
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Per me è un'osservazione molto pertinente quella di Edoardo. Per un credente (può essere un cristiano, un mussulmano, un buddista, ecc.) il posto che l'Uomo ha nella Natura è quello che gli ha assegnato "Colui che tutto move". Sta dopo all'Uomo il modo di gestire cosa ha ricevuto in dono Ci sono tanti modo di vedere un certo aspetto .. è importante il contributo di Tutti
Alessandro PD 
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012
    
9799 Messaggi
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Inserito il - 01 dicembre 2008 : 00:06:03
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| Messaggio originario di vespa90ss:
| Messaggio originario di Alessandro:
Sull'abbandono del territorio ed i danni connessi agli ecosistemi, guardate qui C'è un contributo di una dottoranda che ha centrato il problema (paragrafi 3 e 4) Link Penso che di spunti ce ne siano a sufficienza per discutere sui problemi gravissimi connessi all'abbandono
Alessandro PD 
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Ho letto con la massima attenzione, Alessandro. Anche tutti i link che lei ha inserito in coda che a loro volta si collegano ad altri siti i quali offrono una panoramica completa del suo punto di vista e lo motivano. Un ottimo lavoro ha svolto quella ragazza e lo ha saputo argomentare in maniera convincente. Solo che non lo condivido.
Siamo di fronte alla stessa foglia di ulivo: lei la guarda da un lato e la vede argentata. Io la guardo dall'altro e la vedo verde.
Ed ambedue siamo nel giusto: cerchiamo di descrivere al meglio ciò che percepiamo.
Beppe
Credo che moralità significhi trovare il coraggio di fare una scelta
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Questo lavoro che ho voluto mettere in evidenza, è stato fatto anche con riferimento al territorio di un'area protetta, nella fattispecie del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
Alessandro PD 
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mazzeip
Moderatore
    

Città: Rocca di Papa
Prov.: Roma
Regione: Lazio
13572 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 01 dicembre 2008 : 00:13:11
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Qualsiasi osservazione è pertinente per chi la condivide: per me già il solo considerare la natura un dono ed una cosa "assegnata all'uomo" (e di cui quindi può e deve disporne a piacimento) è uno dei motivi di moltissimi scempi che l'uomo ha perpetrato, magari anche in nome e per presunta volontà di qualche dio a caso. Ma potrei proporre un numero elevatissimo di affermazioni di questo tenore, una diversa dall'altra e tutte in contraddizione tra loro, senza che ci fosse alcun criterio per ritenerne una qualsiasi anche solo un po' più vera di tutte le altre.
E quindi a che pro discuterne? Può essere piacevole ascoltare il suono delle proprie parole, ma se una affermazione non la posso, per definizione, né confutare né dimostrare, che ne parlo a fare? 
Paolo Mazzei Link Link |
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gigi58
Moderatore Trasversale
    

Città: Trapani
Prov.: Trapani
Regione: Sicilia
17657 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 01 dicembre 2008 : 00:21:03
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| Messaggio originario di mazzeip:
Qualsiasi osservazione è pertinente per chi la condivide: per me già il solo considerare la natura un dono ed una cosa "assegnata all'uomo" (e di cui quindi può e deve disporne a piacimento) è uno dei motivi di moltissimi scempi che l'uomo ha perpetrato, magari anche in nome e per presunta volontà di qualche dio a caso. Ma potrei proporre un numero elevatissimo di affermazioni di questo tenore, una diversa dall'altra e tutte in contraddizione tra loro, senza che ci fosse alcun criterio per ritenerne una qualsiasi anche solo un po' più vera di tutte le altre.
E quindi a che pro discuterne? Può essere piacevole ascoltare il suono delle proprie parole, ma se una affermazione non la posso, per definizione, né confutare né dimostrare, che ne parlo a fare? 
Paolo Mazzei Link Link
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Sottoscrivo in toto, mi sembra una visione tipica e che è già stata ampiamente smentita dalla scienza-conoscienza: quella dell'uomo e della terra al centro dell'universo ciao
Gigi |
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mauretto
Moderatore
   

Città: pergine valsugana
Prov.: Trento
Regione: Trentino - Alto Adige
4540 Messaggi Micologia |
Inserito il - 01 dicembre 2008 : 00:34:59
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| Messaggio originario di gigi58:
| Messaggio originario di leonella55edo47: ......... Per questo una Natura senza uomo (o altro Spirito) non ha alcun senso. ...... p&e
Edoardo
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   L'ipotesi maggiormente accettata dagli antropologi è che l' Homo sapiens si sia evoluto in Africa circa 200mila anni fa, dall' Homo erectus suo progenitore le cui origini si fanno risalire a circa 1,5 milioni di annifa, come dire che solo da 200 mila anni la natura ha senso? Da qualche parte ho letto che se si volesse paragonare il tempo trascorso dalla comparsa della vita ad oggi ad un anno solare l'uomo sarebbe nato in prossimità dello scoccare della mezzanotte del 31 dicembre, tutto l'anno trascorso non ha avuto senso? La natura ai tempi dei dinosauri non aveva senso? Mah.... Ciao
Gigi
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Beh, dal punto di vista folosofico può avere senso l'affemazione che l'esistente senza un essere autocosciente non abbia senso, ma ripeto si va sul filosofico, ammettendo pure che l'uomo sia l'unico essere autocosciente.
La natura di per se non ha senso, l'evoluzione e lo scorrere del tempo non sono finalistici, ma qui si va piuttosto OT, anche se sarebbe un gran bell'OT...  |
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mauretto
Moderatore
   

Città: pergine valsugana
Prov.: Trento
Regione: Trentino - Alto Adige
4540 Messaggi Micologia |
Inserito il - 01 dicembre 2008 : 00:49:35
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| Messaggio originario di mazzeip:
Qualsiasi osservazione è pertinente per chi la condivide: per me già il solo considerare la natura un dono ed una cosa "assegnata all'uomo" (e di cui quindi può e deve disporne a piacimento) è uno dei motivi di moltissimi scempi che l'uomo ha perpetrato, magari anche in nome e per presunta volontà di qualche dio a caso. Ma potrei proporre un numero elevatissimo di affermazioni di questo tenore, una diversa dall'altra e tutte in contraddizione tra loro, senza che ci fosse alcun criterio per ritenerne una qualsiasi anche solo un po' più vera di tutte le altre.
E quindi a che pro discuterne? Può essere piacevole ascoltare il suono delle proprie parole, ma se una affermazione non la posso, per definizione, né confutare né dimostrare, che ne parlo a fare? 
Paolo Mazzei Link Link
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No Paolo, forse c'è leggerezza in questo caso nelle tue parole. In fin dei conti, anche vedendo il modo in cui ci si contrappone su scala planetaria ed anche il questo forum, la fetta più consistente di problematiche per un corretto assetto naturalistico è dovuta alle percezioni umane del ruolo e dell'importanza da dare alla natura. E' facile rendersi conto di questo, basa vedere che le "scuole di pesiero" sono divise tra chi dà predominanza assoluta all'uomo, la precedenza si potrebbe dire, chi vorrebbe invece la distruzione della razza umana, chi sta nel mezzo e infine chi parteggia di qua o di là, ed ognuno punta ad affermare il pensiero dominante nel suo impianto etico. Chi vorrebbe deantropizzare, chi vuole mantenre al meglio ciò che c'è, chi desidera compenetrazione tra uomo e natura, solo per citare prese di posizione assunte da vari utenti qui nel forum. E questo è anche il motivo di tanta sordità tra le parti, un'analisi che è viziata in partenza da istinti o raziocini etico/religiosi/filosofici, che non sono approcciabili e con margine di discussione come una valutazione di impatto ambientale, ma solo mediante un confronto. Trovo in questo senso di quoare Alessandro quando dice che i vari punti di vista devono essere esposti, analizzati ed affrontati, l'esperienza mi dice che il vero modo per smussare, mitigare, cambiare e migliorare i propri preceti sia il confronto su aspetti fondanti della propria etica e non solo su piccole azioni. Se si vuol davvero parlare di quale debba essere il ruolo dell'uomo nella natura bisogna essere disposti ad inquadrare l'ottica attraverso la quale i vari occhi vedono, perchè credo che, alla fine, quasi tutti qui dentro osservino il reale attraverso la lente deformante di "altri occhi". |
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mauretto
Moderatore
   

Città: pergine valsugana
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4540 Messaggi Micologia |
Inserito il - 01 dicembre 2008 : 00:53:18
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Proprio così. Senza uno Spirito percipiente (cioè Dio) quella realtà non avrebbe avuto alcun senso.
Dio non è l'unico concetto accettabile per "essere percipiente", mi sembra un'affermazione ben poco suffragata dalla logica questa...  |
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lynkos
Con altri occhi
    

Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara
Regione: Abruzzo
17647 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 01 dicembre 2008 : 06:08:19
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Ciò che mi chiedo è... perché mai tutto questo dovrebbe avere un qualche senso? Come ho detto qualche pagina fa, non credo che l'uomo è l'unica specie di avere questo senso che il mondo è stato creato intorno a lui e per soddisfare le sue esigenze. Credo che faccia semplicemente parte dell'istinto della sopravvivenza della specie, un'evoluzione di quella "consapevolezza" (scusate se uso un termine "umano", ma non trovo una parola più adatta) innata che permette ad un lupo (per dire) di capire la differenza fra un altro lupo o un cervo, o ad una formica di riconoscere un'altra formica da un coleottero o un ragno. Come credo che sia normalissimo per una specie di cercare al limite del possibile di modellare il suo ambiente per renderlo più comodo e più sicuro. Roberto ha dato l'esempio della formica, a me in questo momento mi viene in mente il castoro, ma gli esempi sono pressoché infiniti. Per quanto riguarda "l'abbandono" di certi ambienti, è vero che in alcuni casi l'uomo è stato addirittura creatore di biodiversità di un certo tipo e che se l'uomo si ritirasse da quegli ambienti, alcune specie di flora e fauna, o alcuni paesaggi, potrebbero essere persi. Ma a quel punto, secondo le mie definizioni, quegli ambienti non sono più "naturali" ma "artificiali", creati e mantenuti dall'uomo, manipolando gli elementi naturali e i loro processi, e se quell'intervento è un bene o un male è puramente soggettivo. Se più o meno quell'assetto ci piace, forse solo perché ne siamo abituati, allora cerchiamo pure di mantenere quegli ambienti artificiali come sono, fossilizzandoli e facendoli diventare un tipo di "museo della natura", decidendo noi che specie ci possono essere e in quale equilibrio, deliberatamente interrompendo i flussi e processi naturali e fossilizzandoli ad un certo punto di tempo. Però, non credo che siamo in una posizione di giudicare se per la Terra nel senso globale quell'ambiente è "meglio" o "peggio" di un ambiente naturale "abbandonato" dall'uomo e lasciato a sé stesso. Solo se è "meglio" o "peggio" per noi. Roberto dice "Non siamo attrezzati ad accettare che le montagne franino, i fiumi esondino, gli incendi (da fulmine) corrano fino allo spegnimento naturale." Ma non sono proprio quelle le catastrofi naturali che hanno modellato la morfologia e il paesaggio della Terra come la conosciamo e l'amiamo? Non sono proprio quelle che hanno fatto direttamente e indirettamente come motore per l'evoluzione dell'infinità di specie che oggi popolano il nostro pianeta insieme a noi? Certo che sono "scomodi" per noi, soprattutto perché abbiamo dimenticato la necessità di rapportarci con il nostro ambiente con rispetto, e certo è istintivo provare a prevenire i rischi e gli eventuali danni. Ma fanno comunque parte del flusso della pianeta che vive, si matura... e un giorno si invecchierà. Ed è giusto così... dice la zingara extraterrestre .
Sarah Gregg - Con altri occhi
"A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?" Eugene Smith, fotografo americano |
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