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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Discussione  |
vespa90ss
Utente Super
    

Città: Firenze
Regione: Toscana
6434 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 27 novembre 2008 : 10:31:32
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Certamente il percorso di ricostruzione verso una nuova dignità umana deve essere quello del rispetto. Non solo rispetto verso gli altri e verso la natura che ci ospita amorevolmente ma anche verso noi stessi. E' giustissimo quindi pensare all'idea di dover recuperare il maggior quantitativo possibile di risorse buttate fra i rifiuti ma è oltremodo importante cominciare a riflettere sulle nostre reali necessità per garantirci una vita che sia degna dell'appellativo umano. Quanto di tutto ciò che noi riteniamo irrinunciabile potrebbe essere superfluo? Molto in verità. Ma tutta una serie di spinte, di convincimenti, di obblighi sociali ci portano ad imbottigliarci nella cultura dell'apparenza e dell'esteriorità. Tutto ciò lo dovremo pagare con un prezzo che diventerà sempre più elevato. Un prezzo che non possiamo più permetterci. Non solo economicamente parlando ma anche spiritualmente. Sarà quindi un altro tipo di ricerca verso cui dovrà orientarsi l'uomo nuovo illuminato. Una ricerca verso l'interiorità tralasciando le distrazioni dell'esteriorità e del superfluo. Un'interiorità che lo porti a guardare negli occhi la natura da cui è circondato, a penetrare questo sguardo disperato e a cercare di comprenderne il linguaggio che tenta invano di esprimere. E' uno sforzo che in verità non stiamo molto compiendo così concentrati nella ricerca di soddisfare le nostre necessità che se trascurate ci farebbero slittare di posizioni nella classifica della corsa al superfluo.
La natura ha lasciato ancora un posto vuoto a sedere. Un posto riservato agli uomini illuminati. C'è da qualche parte. Ce lo fa capire in mille modi. Dobbiamo solo riuscire a trovarlo, metterci a sedere ed ascoltare.
Beppe
Credo che moralità significhi trovare il coraggio di fare una scelta |
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elleelle
Moderatore Trasversale
    
Città: roma
Regione: Lazio
33264 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 28 novembre 2008 : 23:38:12
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Un immagine simpatica: cinghialetti che vengono a mangiare gli avanzi del gatto. E' bello poterli osservare ed entrare in contatto con loro (li ho pure toccati per un attimo). Ma è una buona cosa per loro?
luigi
Immagine:
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Modificato da - elleelle in data 29 novembre 2008 00:08:16 |
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Hemerobius
Moderatore
   

Città: Alghero
Prov.: Sassari
Regione: Sardegna
4877 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 29 novembre 2008 : 00:19:28
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| Messaggio originario di elleelle: Un immagine simpatica: cinghialetti che vengono a mangiare gli avanzi del gatto. E' bello poterli osservare ed entrare in contatto con loro (li ho pure toccati per un attimo). Ma è una buona cosa per loro? |
Non lo è soprattutto per l'ambiente circostante !
Ciao Roberto 
verum stabile cetera fumus |
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limbarae
Moderatore
    

Città: Berchidda
Prov.: Olbia - Tempio
Regione: Sardegna
12842 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 29 novembre 2008 : 10:55:36
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Una volta lessi un bellissimo libro di uno sciamano nativo americano dal titolo "Il vento è mia madre" in cui l'autore analizzava varie sfaccettature della vita occidentale e della vita dei nativi. Ad un certo punto dice che nella periferia di Seattle è sempre più frequente l'incontro con i coyotes ma poi specifica: non è che i coyotes si avvicinano all'uomo perché è più facile per loro trovare da mangiare, ma perché la città si è talmente estesa da aver coinvolto inesorabilmente i loro antichi territori di caccia... Non la ricordo bene, ma il senso è questo. Si avvicinano a noi perché siamo noi che gli abbiamo sottratto il territorio.
"strada diritta e core in fronte" Michel Fabrikant (1912-1989) |
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gigi58
Moderatore Trasversale
    

Città: Trapani
Prov.: Trapani
Regione: Sicilia
17657 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 29 novembre 2008 : 12:00:38
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| Messaggio originario di limbarae: ..............Ad un certo punto dice che nella periferia di Seattle è sempre più frequente l'incontro con i coyotes ma poi specifica: non è che i coyotes si avvicinano all'uomo perché è più facile per loro trovare da mangiare, ma perché la città si è talmente estesa da aver coinvolto inesorabilmente i loro antichi territori di caccia... Non la ricordo bene, ma il senso è questo. Si avvicinano a noi perché siamo noi che gli abbiamo sottratto il territorio.
"strada diritta e core in fronte" Michel Fabrikant (1912-1989)
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e questo si riaggancia alla discussione sull'abattimento dei cervi in esubero, in esubero perchè noi li abbiamo costretti a vivere in un territorio limitato... Ciao
Gigi |
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012
    
9799 Messaggi
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Inserito il - 29 novembre 2008 : 12:23:29
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| Messaggio originario di gigi58:
| Messaggio originario di limbarae: ..............Ad un certo punto dice che nella periferia di Seattle è sempre più frequente l'incontro con i coyotes ma poi specifica: non è che i coyotes si avvicinano all'uomo perché è più facile per loro trovare da mangiare, ma perché la città si è talmente estesa da aver coinvolto inesorabilmente i loro antichi territori di caccia... Non la ricordo bene, ma il senso è questo. Si avvicinano a noi perché siamo noi che gli abbiamo sottratto il territorio.
"strada diritta e core in fronte" Michel Fabrikant (1912-1989)
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e questo si riaggancia alla discussione sull'abattimento dei cervi in esubero, in esubero perchè noi li abbiamo costretti a vivere in un territorio limitato... Ciao
Gigi
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"Si avvicinano a noi perché siamo noi che gli abbiamo sottratto il territorio", questa è sicuramente una ragione. Ricordiamoci anche l'opportunismo di certi animali che trovano, dal punto di vista alimentare, i centri abitati una manna!
Personalmente, ad esempio, sono contrarissimo a creare delle mangiatoie artificiali per l'alimentazione degli uccelli
Un'altra posizione simile l'ho presa anche qui
Link
Alessandro PD 
Chi ama la Natura le lascia i suoi fiori |
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elleelle
Moderatore Trasversale
    
Città: roma
Regione: Lazio
33264 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 29 novembre 2008 : 17:36:45
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Infatti, non sono orgoglioso di aver abituato questi cinghiali a venire a mangiare a casa nostra; so benissimo che loro venivano solo per mangiare e non si era creata nessuna amicizia (anche se ad alcuni utenti di questo forum sarebbe piaciuto pensarlo). Era solo uno spettacolino serale che ci incuriosiva e ci divertiva; io, comunque, mentre mi diìvertivo, cercavo anche di fare qualche osservazione etologica, per dare spessore alla cosa ......
Per quanto riguarda la considerazione di Roberto, quello non è un territorio protetto e i cinghiali, per quanto in soprannumero, hanno dei predatori agguerriti che, in inverno, li riportano ad un numero più ragionevole. Certo, se in un territorio così ci istituissero un parco gestito con mano leggera, sarebbe un guaio per tutta la microfauna.
luigi
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Hemerobius
Moderatore
   

Città: Alghero
Prov.: Sassari
Regione: Sardegna
4877 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 29 novembre 2008 : 17:53:47
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| Messaggio originario di elleelle: Per quanto riguarda la considerazione di Roberto, quello non è un territorio protetto e i cinghiali, per quanto in soprannumero, hanno dei predatori agguerriti che, in inverno, li riportano ad un numero più ragionevole. Certo, se in un territorio così ci istituissero un parco gestito con mano leggera, sarebbe un guaio per tutta la microfauna. |
Precisando che non stavo criticando il tuo comportamento (sarebbe piaciuto anche a me vedere i cinghialotti e non credo proprio che il tuo contributo sia stato decisivo nell'incrementarne la popolazione), il fatto che non siano così dannosi bisognerebbe raccontarlo all'euprotto (poverino), anche se tutti poi danno la colpa ai pesci alloctoni!
Ciao Roberto 
PS: bisognerebbe insegnare ai cinghiali a pescare il Procambarus, secondo me ci riuscirebbero ! ... E se poi aumentano ?
verum stabile cetera fumus |
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elleelle
Moderatore Trasversale
    
Città: roma
Regione: Lazio
33264 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 29 novembre 2008 : 22:04:33
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Non sapevo che anche i tritoni fossero compresi nella dieta dei cinghiali. Ma li catturano a terra o dentro l'acqua? Certo, hanno la capacità di scovare cibo dappertutto. Effettivamente, un animale così grosso e vorace e che non ha a disposizione fonti abbondanti di cibo deve mangiare migliaia di piccoli bocconi ogni giorno. E ho notato che preferisce la carne, quando la trova.
Forse è meglio che non imparino a pescare i gamberi: preferirebbero sicuramente quelli verdi a quelli rossi.
luigi
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Hemerobius
Moderatore
   

Città: Alghero
Prov.: Sassari
Regione: Sardegna
4877 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 29 novembre 2008 : 22:09:44
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| Messaggio originario di elleelle: Non sapevo che anche i tritoni fossero compresi nella dieta dei cinghiali. Ma li catturano a terra o dentro l'acqua? |
Ho solo osservazioni indirette che sarebbe troppo lungo spiegare qui, ma mi sono convinto, ma proprio convinto (anche se non ho la pretesa di avere ragione) che uno dei fattori di rarefazione dell'euprotto sia la predazione del cinghiale sugli adulti dell'anfibio durante la "fase" terrestre.
| Messaggio originario di elleelle: Forse è meglio che non imparino a pescare i gamberi: preferirebbero sicuramente quelli verdi a quelli rossi. |
Ma in Sardegna quelli verdi non ci sono ... 
Ciao Roberto 
verum stabile cetera fumus |
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vespa90ss
Utente Super
    

Città: Firenze
Regione: Toscana
6434 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 29 novembre 2008 : 22:27:22
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Forse l'euprotto è più facile che arrivino a mangiarselo atri animali, tipo Aironi cinerini e Garzette. D'altra parte lo squilibrarsi di certi rapporti di crescita animale ne determina altri conseguenzialmente opposti. Vedi l'arrivo del pesce gatto o del gambero della California. In Toscana gli ardeidi sono aumentati in maniera incredibile negli ultimi anni: può esserci correlazione con i gamberi ed il pesce gatto che costituiscono cibo abbondante. Lì in Sardegna non saprei, ma magari sono stati creati allevamenti ittici senza efficaci sistemi di protezione. Aumentano gli ardeidi, diminuiscono gli euprotti, si dà la colpa ai cinghiali. Poi il passo è brevissimo per legittimare gli abbattimenti.
Andare a sfruculiare in questi fragili equilibri naturali e facile e spesso catastrofico.
Comunque la mettiate è sempre una sporca faccenda di cui l'imbecillità dell'uomo è l'unica responsabile. Aumentano di numero solo quelle specie che possono godere di quantità di cibo insperabili ed impossibili fino a qualche decennio fa. Non aumentano di numero i pettirossi che vengono a beccare dalle mani di un santo (con la esse minuscola) o i Martin pescatori. Cresce solo la popolazione degli spazzini dell'avifauna, gabbiani e corvi, perchè sono aumentati i rifiuti prodotti dall'uomo in maniera esponenziale. Aumentano gli storni, perchè oltre a nutrirsi di spazzatura si sono triplicati i vigneti e gli oliveti. Le colline toscane sono state poco alla volta date alle fiamme con incendi dolosi per creare terreni adatti alla coltivazione di viti ed ulivi che rendono leggermente di più. Il mercato si è globalizzato: una vera manna per arricchirsi all'infinito. E'sufficiente girare per le campagne del Chianti e guardarsi intorno, per capire. E' sufficiente femarsi ed ascoltare perchè quegli spazi possono parlare....
" E tutti gli animali che vivevano nel bosco? E dove vanno adesso? M'importa assai degli animali! Anzi..'sti maledetti! Vanno nei vigneti e negli oliveti a far danni. scusa, ma dove dovrebbero andare allora? Come? negli oliveti proprio no, diamine! Gli s'è lasciato un ventesimo del bosco che avevano prima, no? Non gli basta quello? Beh...in verità ci vanno un po' strettini perchè ora sono troppi in un boschetto di dieci ettari. Poi dopo l'ultimo incendio ci si sono raccolti anche tutti i cinghiali, i daini, le volpi, i fagiani... insomma...cominciano ad essere un po' strettini... Sai cosa? Converrebbe bruciarlo quel boschetto, invece, perchè ci si rintanano in troppi là dentro. Oppure bisognerebbe indire una bella battuta di caccia per ridurre il numero dei capi, perchè guarda...non se ne può proprio più...."
Insomma, questo è il punto della situazione. Sottraiamo sempre più spazio agli animali. E non finiremo mai. Perchè ognuno di noi vorrà la sua fetta di torta fino a mangiarsela tutta. Perchè lo spazio è nostro. Lo spazio è di chi se lo piglia. Loro, gli animali (e gli altri) sono ospiti e ci devono dir grazie se ne tolleriamo qualcuno. Il procedimento da compiere dovrebbe essere inverso. Obbligare a restituire spazi usati impropriamente o abbandonati. Inoltre impedire qualsiasi tipo di utilizzo diverso da quello precedente. Se c'è bosco ed "arriva l'incendio" si rimette il bosco. Non si concede l'autorizzazione per vigne ed oliveti. O peggio ancora per residence. Parchi Nazionali? Sono troppo antropizzati? incentivare all'esodo ed al trasferimento delle attività lavorative non strettamente pertinenti in aree esterne perimetrali più idonee. Invece ci si costruisce e si impiantano nuove attività all'interno del Parco.
Ma ci vivono e ci lavorano da sempre...da generazioni....
non sta rimanendo più niente di quel sempre. Di quel passato. Dobbiamo mantenerlo. La città sta arrivando lentamente fagocitandosi tutto. Come Blog.
Beppe
Credo che moralità significhi trovare il coraggio di fare una scelta |
Modificato da - vespa90ss in data 29 novembre 2008 22:35:14 |
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elleelle
Moderatore Trasversale
    
Città: roma
Regione: Lazio
33264 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 29 novembre 2008 : 22:58:17
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L'ipotesi che i cinghiali predino i tritoni nel sottobosco mi sembra verosimile. Dove passano loro sembra che ci sia passata una ruspa e non c'è più un insetto o un verme; ne sentono l'odore a metri di distanza e lo scovano.
Per il discorso di Beppe, sono d'accordo sulla diagnosi; l'avevo scritto anch'io sei mesi fa che, per colpa nostra, prosperano le specie che si nutrono dei nostri rifiuti o dei nostri prodotti agricoli e degli scarti della pesca. E questo non vuol dire che abbandonino le vecchie abitudini: un gabbiano vive soprattutto di rifiuti e di pesci buttati a mare dai pescherecci; però, se adocchia un nido di un altro uccello, lo ripulisce lo stesso. Risultato: più gabbiani grazie ai nostri rifiuti, più nidi ripuliti e quindi meno uccelli di altre specie.
Io avevo ipotizzato, in un'altra discussione, di non fornire cibo agli animali selvatici. Per esempio, nelle discariche, le aree che contengono alimenti dovrebbero essere protette da reti antigabbiani; si dovrebbero recuperare i pesci di scarto per farne mangimi per acquacoltura (tanto ormai sono morti, è ipocrita ributtarli in mare), e così via.
Sulla conclusione ho qualche dubbio. Secondo me, essendo diminuita la superficie non antropizzata, bisogna accontentarsi di avere meno animali, numericamente, ma avere ancora rappresentate tutte le specie, cioè la biodiversità.
Per salvare capra e cavoli bisognerebbe invertire il processo e restituire spazi alla natura e penso che sia un'utopia; e forse, non basterebbe neanche questo. Con gli equilibri ormai compromessi si rischia di avere milioni di storni e nessun pettirosso.
luigi
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012
    
9799 Messaggi
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Inserito il - 29 novembre 2008 : 22:59:56
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| Parchi Nazionali? Sono troppo antropizzati? incentivare all'esodo ed al trasferimento delle attività lavorative non strettamente pertinenti in aree esterne perimetrali più idonee. Invece ci si costruisce e si impiantano nuove attività all'interno del Parco. |
Legge 394/91 Legge quadro sulle Aree protette
Art. 1 comma 3 (finalità delle aree protette)
3. I territori nei quali siano presenti i valori di cui al comma 2, specie se vulnerabili, sono sottoposti ad uno speciale regime di tutela e di gestione, allo scopo di perseguire, in particolare, le seguenti finalità: a) conservazione di specie animali o vegetali, di associazioni vegetali o forestali, di singolarità geologiche, di formazioni paleontologiche, di comunità biologiche, di biotopi, di valori scenici e panoramici, di pro cessi naturali, di equilibri idraulici e idrogeologici, di equilibri ecologici; b) applicazione di metodi di gestione o di restauro ambientale idonei a realizzare un'integrazione tra uomo e ambiente naturale, anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agro-silvo-pastorali e tradizionali; c) promozione di attività di educazione, di formazione e di ricerca scientifica, anche interdisciplinare, nonché di attività ricreative compatibili; d) difesa e ricostituzione degli equilibri idraulici e idrogeologici.
I parchi o meglio le aree protette non hanno solo la funzione di cui alla lettera a). Sono ora più essenziali le altre funzioni
Il parco non deve essere una gabbia dorata per le popolazioni che vi vivono (vincolo) ma anche un'opportunità di sviluppo economico (aggiungo un termine che per me era implicito cioè SOSTENIBILE, ma per non essere fraintesi è meglio esplicitare).
Alessandro PD 
Chi ama la Natura le lascia i suoi fiori |
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FOX
Moderatore
    

Città: BAGNO A RIPOLI
Regione: Toscana
21536 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 29 novembre 2008 : 23:18:42
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messaggio cancellato
Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan |
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lynkos
Con altri occhi
    

Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara
Regione: Abruzzo
17647 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 05:24:06
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| Messaggio originario di Alessandro:
Il parco non deve essere una gabbia dorata per le popolazioni che vi vivono (vincolo) ma anche un'opportunità di sviluppo economico |
| Purtroppo la convivenza [in città] tra uomo ed animali selvatici aumenterà sempre più. |
| Oggi si assiste purtroppo ad un continuum tra ambienti "naturali" e antropizzati. |
Quindi purtroppo (per il loro bene ovviamente) la flora e fauna devono stare lontano dai luoghi abitati dall'uomo e purtroppo (questa volta lo dico io) perfino le aree protette (già troppo poche) devono essere gestite in modo da costituire una risorsa economica e ricreativa per l'uomo. Mi dispiace, ma ecco perché non mi interesse più parlare della gestione e controllo della flora, la fauna e l'ambiente naturale... se il punto di partenza inscindibile per tutto non è in primis la gestione e il controllo dell'uomo. Buon proseguimento.
Sarah Gregg - Con altri occhi
"A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?" Eugene Smith, fotografo americano |
Modificato da - lynkos in data 30 novembre 2008 05:25:10 |
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Hemerobius
Moderatore
   

Città: Alghero
Prov.: Sassari
Regione: Sardegna
4877 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 07:10:45
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Come è giusto che sia, la discussione avanza per spunti, zigzagando qua e là. Ma dopo aver detto a Beppe che ci sono evidenze sperimentali che gli Ardeidi aumentino con l'arrivo del Procambarus (studi spagnoli), così come aveva supposto, e che però gli stessi Ardeidi poco hanno a che fare con l'euprotto sardo (negli ambienti in cui vive quest'ultimo Ardeidi proprio nulla, o pochini pochini), vorrei riprendere il filone principale del discorso che avevo iniziato nei primissimi messaggi.
| Messaggio originario di elleelle: Aspettiamo che ci pensino gli extraterrestri? |
Lo spunto me lo dà questa battuta di Luigi e, non essendo una novità, l'incipit del libro "La scimmia nuda" di Desmond Morris. Cosa penserebbe un extraterrestre che avesse studiato l'animale di maggior impatto del pianeta terra? Cioé l'uomo. Qual'è il comportamento "naturale" dell'uomo, così come lo descriverebbe qualcuno di "esterno"? E quale sarebbe il suo destino evolutivo dalle evidenze accumulate? Facendo un discorso di questo tipo lo zoologo extraterrestre non andrebbe certo a studiare le popolazioni marginali e "rare" degli aborigeni australiani, dei boscimani dell'Angola o dei nativi dell'Amazzonia, ma analizzarebbe le popolazioni più fiorenti ed abbondanti nel mondo occidentale, in India, in Cina. E vedrebbe una specie che continua ad accrescersi togliendo territorio a tutte le altre, favorendo solo alcuni vegetali ed animali che gli sono utili. Fra l'altro questo animale uomo ha l'abitudine di modificare l'ambiente ricreando le condizioni a lui più favorevoli: costruisce grotte artificiali, aggregandole in grossi agglomerati, attraversati da piste per gli spostamenti. Quando le condizioni sono particolarmente favorevoli e glielo permettono queste grotte artificiali sono isolate una dall'altra (poco o tanto) e circondate da alberi in modo da ricreare così un altro dei suoi ambienti primordiali il margine del bosco. Se lo zoologo extraterrestre fosse veramente esperto della fauna del pianeta terra non rimarrebbe sorpreso, altri animali si comportano alla stessa stregua: le formiche. Ma queste ultime non hanno avuto il successo riproduttivo della specie umana (in alcuni casi apparentemente ). Quale sarebbe per il nostro extra-studioso il destino dell'uomo? Quello di continuare a fare quello che fanno tutti gli altri animali, crescere e moltiplicarsi, accompagnato in questo caso ad una modificazione così radicale dell'ambiente per il quale il destino delle altre specie (la maggioranza delle altre specie) è segnato. Solo poche, che erano preadattate ad adeguarsi all'ambiente antropizzato, sopravvivono e prolificano. Come finirà? Anche per l'extraterrestre è difficile dirlo. L'ipotesi più probabile è che l'uomo distrugga tutto, sopravviva più o meno a lungo in condizioni di esclusivo ambiente antropizzato e poi si estingua. Una bella prospettiva per la specie più arrogante mai apparsa sul nostro pianeta. Questo è il destino naturale dell'uomo. Per questo motivo dicevo che bisogna affrontare una grande utopia, l'essere in grado di comportarsi in modo "non naturale". Divenire veramente qualcosa di diverso per permetterci di vivere nella natura. Non vi nascondo che questo discorso mi suscita non poche angoscie. Si affaccia nel ragionamento la necessità di un comportamento "superiore" e questo aggettivo è rifiutato totalmente dalla mia educazione culturale!
Tornando dalla filosodia alla prassi vado a spegnere la luce che avevo dimenticato accesa in bagno ... 
Ciao Roberto 
PS per alleggerire: Blob, Beppe, Blob (sono troppo appassionato sia alla trasmissione che al film originale ).
verum stabile cetera fumus |
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lynkos
Con altri occhi
    

Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara
Regione: Abruzzo
17647 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 09:51:44
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| Messaggio originario di Hemerobius:
Cosa penserebbe un extraterrestre che avesse studiato l'animale di maggior impatto del pianeta terra? Cioé l'uomo. |
Ecco da dove vengono i miei scomodi "altri occhi", purtroppo è da molto tempo (se non addirittura dalla nascita) che vedo e ragiono in quel modo, non per posizione presa ma per "difetto genetico". Non è confortante .
Sarah Gregg - Con altri occhi
"A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?" Eugene Smith, fotografo americano |
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vespa90ss
Utente Super
    

Città: Firenze
Regione: Toscana
6434 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 10:48:50
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Alessandro, abbiamo modi antitetici di concepire il posto dell'Uomo, indipendentemente dagli statuti esistenti sui Parchi (strumenti creati su misura dall'Uomo per raggiungere nel migliore dei modi il proprio scopo).
Ora è da comprendere bene quali debbano essere questi scopi: trasformare un paradiso in pericolo d'estinzione in qualcosa che si atteggi ad una mini città, oppure fare piazza pulita dei mercanti sui gradini della chiesa e tentare di riportare un minimo di equilibrio?
Quei parchi devono rappresentare un serbatoio di speranza, di purezza, di incontaminabilità. Le opportunità di sviluppo economico non devono essere ricercate immediatamente a ridosso delle bellezze naturali come fa il venditore di semenze, panini, Coca Cola e Kebab che si piazza a due metri dall'ingresso del Museo.
Se esistono nel Parco fabbriche, industrie, attività collaterali al turismo nate all'interno del parco e proliferate alla stessa maniera dei cervi senza un minimo controllo o intervento, bisogna prendere il coraggio a piene mani e fare piazza pulita. Ci possono stare, sì, ma a 15 chilometri di distanza: se non basta a venti o a trenta. Come ci può stare che un Parco crei sviluppo economico: ma non del tipo che siamo abituati a concepire. Quello è esattamente l'opposto cui dobbiamo fare riferimento. Penso che sia fondamentale comprendere bene questo concetto.
Le opportunità di crescita non vanno cercate all'interno del Parco ma al suo esterno, perchè la ragione di vita di tutto ciò è il Parco, non un'accozzaglia di attività richiamate da ogni parte del mondo per sfruttare lo sfruttabile. Te lo dico con una buona visione del problema perchè per qualche verso è simile a quello delle grandi città d'arte sommerse dal turismo di massa e dall'afflusso incontenibile di negozi di abbigliamento in pelle di borse e di scarpe (che hanno fatto il salto di qualità passando dal banchino al Mercato di San Lorenzo alle quattro mura solide) baracche e baracchini di mercanzie assurde provenienti da ogni parte del pianeta a turbare equilibri artistici irrecuperabili. Pub, ristoranti, taverne e locali notturni in ogni buco. Se poi aggiungiamo la profonda disacculturazione di chi desidera far passare la metropolitana aerea accanto al duomo di Firenze completiamo il quadretto. Questo per farti comprendere come a volte le leggi ed i codicilli strozzino ed impicchino una città che si è prostituita ad acettare tale legislatura.
Quindi Alessandro, non farti bendare la vista da regole, paragrafi, e sottoparagrafi degli statuti. Sono solo strumenti perversi (non leggi naturali immutabili) di un uomo che non sta cercando un posto giusto per sè.
Ciao Beppe
Scusa Roberto.... lo so che che è Blob, che dici? Ma sai, a forza di dire blog si finisce per incasinarsi
Credo che moralità significhi trovare il coraggio di fare una scelta |
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lynkos
Con altri occhi
    

Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara
Regione: Abruzzo
17647 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 11:44:53
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In sintonia con le parole di Beppe, quelle di un amico direttore di area protetta un po' fuori il comune: "[Italia] dopo essersi dotato di un sistema (almeno sulla carta) all’avanguardia di aree protette (parchi nazionali, regionali, riserve naturali Statali e regionali, Zone di Protezione Speciale, Siti di Importanza Comunitaria) deve decidere cosa farne... la sponda su cui traghettare un po’ più avanti nel terzo millennio la biodiversità unica del nostro paese o una sorta di rete bioagro-turistico-folclorica?"
Sarah Gregg - Con altri occhi
"A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?" Eugene Smith, fotografo americano |
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elleelle
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Città: roma
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33264 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 11:53:31
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Voglio citare un caso pratico che conosco bene: la storia del Parco dell'Uccellina, che ho seguito quando vivevo a Grosseto. L'ho già scritto da un'altra parte, ma mi ripeto. Le colline dell'Uccellina si erano conservate così bene grazie al fatto che erano possedute da pochi latifondisti che le sfruttavano poco, ma le sfruttavano. In particolare, l'area vicino ad Alberese appartiene all'Opera nazionale combattenti: un ente creato dopo la prima guerra mondiale che assegnò queste terre incolte a contadini del nordest (che allora non era ancora una regione ricca!) il cui territorio era stato impoverito dalla guerra. Questa situazione, nell'arco di 50 anni, ha permesso la salvaguardia di un patrimonio naturalistico pregiato, tanto che ha meritato di diventare un parco. Intendiamoci, però! In quei 50 anni, in quel territorio si era praticata la caccia, soprattutto ai cinghiali, si era praticato l'allevamento estensivo (con i butteri) e anche un po' di agricoltura. Il tutto, in maniera così equilibrata che l'ambiente si era conservato perfettamente. Il parco fu istituito soprattutto per prevenire il rischio che quella costa diventasse come la Costa Smeralda, dato che faceva già gola a molti. Come sta oggi quel territorio? E' al sicuro, speriamo per sempre, dalla speculazione edilizia, ma è meno equilibrato di prima dal punto di vista ecologico: per esempio, i cinghiali, non più cacciati, sono diventati decisamente troppi e minacciano la biodiversità, così come le volpi.
Non voglio tirare conclusioni affrettate, ma penso che i parchi si debbano gestire e che le attività che non danneggiano, come l'agricoltura tradizionale e l'allevamento dei buoi maremmani in questo caso, è bene che restino.
Probabilmente, è sbagliato e miope voler creare occupazione e PIL dentro il parco, ma non andrebbe bene neanche chiudere i cancelli e buttare la chiave.
luigi
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