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Fred
Utente V.I.P.

Città: Monteverde

Regione: Umbria


454 Messaggi
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Inserito il - 19 novembre 2008 : 09:42:03 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Non riguarda il Mediterraneo ma il fatto merita di essere segnalato
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Federico

Modificato da - Acipenser in Data 25 marzo 2010 02:22:52

theco
Utente Super




6117 Messaggi
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Inserito il - 19 novembre 2008 : 11:17:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie per la segnalazione Federico.

Chissà perchè esiste nel nostro modo di pensare la convinzione che i popoli che vivono più a nord di noi siano campioni nel rispetto dell'ambiente. Immagino che ci sia del vero in questa convinzione, però colpisce il fatto che hai segnalato, oppure il fatto che gli orsi protetti in trentino vengano fucilati non appena valicano la frontiera, ecc.

Credo che l'equivoco possa nascere dal diverso significato che diamo alla parola 'rispetto dell'ambiente', ho l'impressione (ma forse sbaglio) che i popoli nordici riservino molta attenzione alla protezione dell'ambiente intesa come sistema, ci scommetterei che la cementificazione, le industrie chimiche, la speculazione edilizia, ecc., ecc. sono e saranno sempre problemi sconosciuti per le isole FarOer.

Noi forse siamo meno efficienti nella protezione del sistema, ma mi sembra molto più sensibili alla protezione dei suoi componenti, fino ad assegnare valore anche al singolo individuo. Uno spettacolo del genere nelle tonnare italiane sarebbe socialmente inaccettabile.

Chi ha ragione? fatemi sapere la vostra opinione.
Personalmente credo che una politica di protezione ambientale, che prescinda in modo così evidente, da un sentimento di rispetto della vita animale, sia una politica di corto respiro.
Guardando quelle foto sono stato contento di appartenere ad una popolazione del sud Europa, pur con tutte le nostre contraddizioni in materia ambientale.

Ciao, Andrea
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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

Regione: Toscana


6434 Messaggi
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Inserito il - 25 novembre 2008 : 12:02:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sono di origine trapanese. Nel mio sangue scorre quello stesso che da generazioni ha nutrito le anime piagate, i corpi abbronzati, le braccia venose che hanno issato con gli uncini sui barconi i tonni per la mattanza.
Mi sento in qualche modo coinvolto dal discorso di Theco e vorrei esprimere un pensiero sulla mia gente.
Perchè parlo di anime piagate? E' una cultura del sangue ma anche della preghiera e della richiesta di perdono che anima la nostra gente da sempre. Ognuno a modo loro prega. Prega nei giorni precedenti il convogliamento del tonno nella trappola delle reti. Prega che ne giungano tanti e grandi. Prega perchè si ammassino nella camera della morte e che si immolino alla mattanza.
La camera della morte: quella che ha il fondo mobile. Quella che al canto lamentevole Aia Mola, Aia Mola, fa sollevare centimetro dopo centimetro la vita per sbarcarla nelle mani della morte.
E' un canto di preghiera l'Aia Mola perchè quella genta sopravviveva grazie alla generosità del loro Signore


...................
Scànsani, Cristu, di cursàri
(Aia a mola, aia a mola)
E di chìddi turchi cani,
(Aia a mola, aia a mola)
Chi nun cridinu la fedi
(Aia a mola, aia a mola)
E la fedi cristiana
(Aia a mola, aia a mola)
Arrispùnni cu ti chiama
(Aia a mola, aia a mola)
Rispùnni cu è chiamatu
(Aia a mola, aia a mola)
Corpu Santu gluriàtu
(Aia a mola, aia a mola)
E lu nostru Prutittùri
......................


Eppure anche loro al termine della mattanza facevano il bagno nel mare macchiato ancora di sangue con la stessa atroce spavalderia dei popoli danesi. Un bagno ristoratore per lavarsi il corpo e l'anima per quell'enorme peccato commesso. Sono gesti di cui si perde la comprensione del senso reale. Che nascondono nella notte dei tempi le loro origini. Le loro vere motivazioni. Tradizioni antichissime delle popolazioni arabe.
E' un cantare vittoria sulla sorte che è stata benevola: quasi il dimostrare che sono stati all'altezza del compito.

Anche se la mattanza è stata motivata nei secoli da ragioni di sopravvivenza rimane pur sempre un rito macabro, pesantissimo da vedere ed ascoltare.
In fondo si tratta della pesca di un animale che potrebbe essere pescato come tutti gli altri pesci. Invece la genialità della tecnica araba è riuscita a concepire una macchina da pesca perfetta ed estremamente redditizia: una tonnara è un concentrato di alta ingegneria marinara come solo l'acume di quelle menti levantine poteva partorire.
Noi siamo abituati a parlare solo del tratto terminale: la piccola camera della morte. Ma lungo la costa ci sono centinaia e centinaia di muri di rete profondi fino a 35 metri che convogliano nel migliore dei modi il tonno nel punto prestabilito.

Non vorrei essere blasfemo ed offendere nessuno ma penso che nella gente trapanese il rito della mattanza sia collegato anche ad un atto di fede e di profonda religiosità, pur potendo apparire esattamente il contrario. Credo anche che alla base di tutto ci sia solo ed unicamente la volontà di sfamare i bambini e le mogli che aspettavano il premio della sopravvivenza per un altro anno ancora.
Nessun desiderio di mostrare la propria forza di uomo e di maschio. Solo quella di un padre responsabile.

Beppe



Credo che moralità significhi trovare il coraggio di fare una scelta

Modificato da - vespa90ss in data 25 novembre 2008 12:24:40
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


33002 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 25 novembre 2008 : 12:58:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E' interessante la ricostruzione che hai fatto, e mi vorrei levare una curiosità.
Tutto quel sangue nelle tonnare è un rituale gratuito, oppure gli astuti arabi lo facevano uscire intenzionalmente?

Una volta tirata su la rete, penso che si potrebbe trovare qualche altro sistema meno cruento per scaricare i tonni nelle barche, o magari chiudere la camera della morte e rimorchiarla a riva.
Secondo me, nel caso dei tonni che hanno una carne particolarmente scura e impregnata di sangue, il dissanguamento è voluto, mer migliorare la carne stessa.
Tanto è vero che, anche dopo morti, vengono appesi perché finiscano di dissanguarsi, prima di sfilettarli e prepararli.

Bisognerebbe sapere come fanno i pescherecci grandi, tipo quelli giapponesi, che usano reti da circuizione, per risolvere il problema.

luigi





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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

Regione: Toscana


6434 Messaggi
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Inserito il - 25 novembre 2008 : 13:52:25 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di elleelle:

E' interessante la ricostruzione che hai fatto, e mi vorrei levare una curiosità.
Tutto quel sangue nelle tonnare è un rituale gratuito, oppure gli astuti arabi lo facevano uscire intenzionalmente?

Una volta tirata su la rete, penso che si potrebbe trovare qualche altro sistema meno cruento per scaricare i tonni nelle barche, o magari chiudere la camera della morte e rimorchiarla a riva.
Secondo me, nel caso dei tonni che hanno una carne particolarmente scura e impregnata di sangue, il dissanguamento è voluto, mer migliorare la carne stessa.
Tanto è vero che, anche dopo morti, vengono appesi perché finiscano di dissanguarsi, prima di sfilettarli e prepararli.





il ferirli con gli arpioni ed il farli dissanguare è sicuramente il sistema migliore per debilitarli fino a farli morire. Ci sono esemplari che talvolta hanno dei pesi impressionanti per cui sarebbe problematico issarli in barca mentre ancora sono nel pieno della vitalità. Penso che anche la tua teoria sia valida perchè il pesce deve essere fatto sgrondare (nelle pescherie viene venduto appeso come si usava fare una volta con i bovini).


Bisognerebbe sapere come fanno i pescherecci grandi, tipo quelli giapponesi, che usano reti da circuizione, per risolvere il problema.
luigi


I pescatori di tonno siciliani sanno come fanno i giapponesi e praticano anche loro questa pesca ma abbiamo il problema che il Mediterraneo è un mare piccolo e chiuso. E' una pesca che ormai fanno tutti: spagnoli, italiani, libici, tunisini, marocchini. Una pesca mordi e fuggi. Anonima. Imbastardita dalla tecnologia. Una pesca senza più canti di cialoma .
E' proprio per questo tipo di pesca fatta con le tonnare volanti e con i ciancioli che la quantità di esemplari si sta riducendo in modo impressionante al punto che bisognerebbe prendere dei provvedimenti.
L'aiuto del sonar è troppo determinante per questo tipo di pesca e la tecnologia sta finendo di compiere la strage.

Purtroppo il nostro tonno (Thunnus thinnus) è il migliore in assoluto come qualità delle carni e come conenuto di cromo, mercurio ed altri metalli pesanti che si trovano presenti nelle loro carni in quantità infinitesimali. E' adattissimo quindi per essere mangiato fresco dai giapponesi. Il loro sushi di tonno è quasi esclusivamente di provenienza italiana. Un sushi di altissima classe e qualità quello proveniente dalle Egadi.
I giapponesi giungono nelle acque limpidissime di Favignana con i tonni pescati dalle loro tonnare volanti lungo le coste inquinate che hanno in Giappone e li vengono a scambiare con i nostri. Se non ricordo male negli anni 80, quando i tonni erano ancora presenti in numero consistente, li scambiavano uno a due, sotto gli occhi di tutti lungo il pontile dove attraccavano.
Forse oggi, rarefacendosi il tonno, il rapporto sarà arrivato uno a tre o a quattro.
Da cui si evince che mangiando tonno in scatola etichettato con marchi italiani ci stiamo in realtà nutrendo con animali provenienti dai mari giapponesi, quindi non propriamente "salutari".

Il WWF sta seguendo molto da vicino il tragico destino del nostro tonno ma come ben sappiamo, questa come tante altre, sono lotte contro i mulini a vento.
Ma intanto ne parliamo e cerchiamo di informarci a vicenda.

Beppe


Credo che moralità significhi trovare il coraggio di fare una scelta
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Acipenser
Utente Senior


Città: Francoforte sul Meno
Prov.: Estero

Regione: Germany


1668 Messaggi
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Inserito il - 25 marzo 2010 : 02:22:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La presente discussione è stata recuperata dalla vecchia versione di L'UOMO E LA NATURA: SCIENZA CULTURA ED ETICA; prima di intervenire si prega di leggere qui.

Buon proseguimento.


Tautò tèni zon kài
tethnekós kai egregoròs
kai kathèudon kai nèon kai
gheraiòn tade gàr
metapésonta ekéina ésti
kakèina pàlin táuta.

Eraclito, Frammenti, 88; Di passaggio, Franco Battiato.
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