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Natura Mediterraneo
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vespa90ss
Utente Super
    

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Inserito il - 01 novembre 2008 : 15:24:39
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Vorrei soffermarmi sul concetto di impatto ambientale, che è stato nominato diverse volte proponendo degli esempi.
Dite giustamente che anche la pesca in apnea produce degli impatti, ma rispetto a cosa? Il parametro che discrimina se è impatto oppure no è quello di legge.......
quattro pagine fa eravamo partiti da queste parole.... Il primo esempio proposto è stato quello della pesca in apnea: giusto e comunque attagliato all'argomento trattato. Quattro pagine intere del forum in cui abbiamo speso montagne di parole senza che a nessuno dei partecipanti alla discussione sia venuto in mente l'esempio più lapalissiano, ma anche il più lontano, che avrebbero potuto proporre: la deforestazione dell'Amazzonia. Un processo apocalittico di dimensioni bibliche ed inarrestabili. Sono giunti ad aggredire persino le pendici del Mato Grosso per strappare mediante incendi, territorio agricolo da adibire alla coltivazione della soja. La soja....sì. Lo sappiamo tutti, signori, che lo stanno facendo unicamente per quello scopo e non per costruire autostrade fini a se stesse, o per edificare città o per allevare bestiame. No. Tutto questo fuoco, questo colossale incendio amazzonico per coltivare la soja da cui estrarre olio combustibile. L'uomo non si rendo conto che sta studiando il sistema per accelerare la propria sconfitta combattendo una battaglia violenta e senza quartiere pur di far soccombere la rapidissima capacità evolutiva di librarsi in cielo del proprio pensiero rispetto alla retrograda ma tragica forza che ancora al suolo la sua avidità di potere. Sta prevalendo solo la parte animale dell'uomo, quella corporea. Stiamo devastando, senza possibilità di ritorno, la biodiversità dell' EDEN per creare barili di gasolio al fine di generare nuove generazioni di mentecatti su cui esercitare altro ed ennesimo potere. Ricordate Gmork, la belva di cui sbucavano gli occhi e le fauci bavose dall'oscurità nella Storia Inifinita? Ecco cosa rappresenta Gmork in quel film. Lo strumento perverso ed insaziabbile del NULLA che avanza e divora tutto. Questo sta facendo l'uomo (che in altra parte del mondo si accontenta a recuperare dal fondo 201 ricci di mare anzichè 200). Ma vi prego, laddove possiamo farlo, contiamoli uno ad uno questi ricci di mare e facciamo che siano magari solo 150 quelli a riempire il fondo della nostra barca lasciandone 50 ad arricchire il mare. Beppe
Credo che moralità significhi trovare il coraggio di fare una scelta |
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elleelle
Moderatore Trasversale
    
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33266 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 01 novembre 2008 : 16:04:53
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E' tutto vero, ma, scusate se mi ripeto, stiamo parlando di dettagli.
Bocciare un'autostrada inutile, come quelle che vorrebbero fare in Maremma o in Gallura è sicuramente un contributo prezioso; onore agli esperti seri e disinteressati che ci stanno lavorando! Fermare la deforestazione in Amazzonia o in Indonesia è importantissimo; onore a tutti i movimenti che si battono nel mondo per questo!
Ma, secondo il mio punto di vista, sono dettagli anche questi.
Il problema vero è uno solo: siamo troppi e continuiamo a crescere troppo, sia come numero che come livello di industrializzazione. Lo aveva scritto Desmond Morris nel '72 ne "La scimmia nuda" e non era stato certo il primo. Nei paesi ricchi i consumi per abitante sono molto più alti che nei paesi poveri, ma i paesi poveri stanno facendo del loro meglio per diventare anche loro ricchi e dilapidatori di energia e di spazi. E noi, invece di spendere soldi per insegnare ai paesi poveri a ridurre la loro crescita e godersi le loro ricchezze ambientali, li spendiamo per aiutarli a diventare consumatori come noi, perdendo tra l'altro tradizioni culturali preziose.
Ridurre la crescita non deve evocare metodi hitleriani! Significa insegnare a controllare le nascite; far capire ai padri di famiglia di quelle parti che una famiglia numerosa in quelle condizioni non è un vanto, ma un attestato di imbecillità ed egoismo; lavorare per l'emancipazione culturale delle donne, perché aspirino a qualcos'altro nella vita, oltre che a diventare macchine da figli ...
Non dico che sia facile procedere nel senso che dico io; il fatto è che non c'è nessun interesse economico immediato a farlo; per nessuno.Ma ci si potrebbe almeno provare, se non altro, a lato di qualche altra iniziativa "classica" di aiuto.
Se non mettiamo mano al problema di fondo, tutte le soluzioni parziali diventeranno vecchie e insufficienti appena applicate.
Chiedo scusa per lo sfogo.
Luigi
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vespa90ss
Utente Super
    

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6434 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 01 novembre 2008 : 19:43:01
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Luigi, non so se te ne sei reso conto, ma stiamo guardando la stessa foglia d'ulivo, tu dalla parte grigia io da quelle verde. E stiamo descrivendo quindi lo stesso albero. Si deforesta e si costruiscono autostrade con quale scopo ultimo? Quello di sfruttare risorse naturali per "civilizzare" al meglio il territorio in modo da sviluppare il più rapidamente possibile la crescita di una nazione. Sviluppo significa crescita anche della popolazione: ma può significare alla stessa maniera sfruttamento di maggiori risorse naturali per ogni singolo abitante già presente. Tutto ciò mi fa tornare alla mente il familiare e conosciutissimo Age of Empires, uno dei primi giochi che in qualche modo contribuirono a giustificare l'ingresso di un pc in casa, quando a metà degli anni 90 si acquistava per gettare alle ortiche la macchina da scrivere Olivetti e per cominciare a curiosare in Internet. Age of Empire accompagnò molte delle mie ore di svago davanti al pc quando forum e chat erano ancora strumenti da inventare o semisconosciuti. Quando ancora si era soli con se stessi davanti ad un monitor. Il gioco consisteva nell'utilizzare al meglio le risorse naturali di cui disponevi per crescere e sviluppare il tuo popolo in modo da garantirne una rapida civilizzazione ed espansione. Sarebbero intervenute nel frattempo guerre a destabilizzare la crescita e a ridurre le risorse disponibili. Tutto procedeva quindi così, giocando per settimane a crescere, coltivando, cacciando, pescando, riproducendosi e ammazzandosi nel modo meno dispendioso, più efficace e rapido possibile. Poi un bel giorno il gioco finiva perchè tutto era stato raccolto, scavato in miniera, pescato, cacciato, ucciso. Rimaneva soltanto un omino che tentava inutilmente di avanzare in un angolo dello schermo lasciandosi alle spalle un terreno deserto. Beppe
Credo che moralità significhi trovare il coraggio di fare una scelta |
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ecolab
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Inserito il - 01 novembre 2008 : 20:16:05
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| Perché invece non chiediamo a Giampaolo, tempo permettendo (il suo, non quello atmosferico ), di farci un caso di studio sul Forum? Cosa ne dite? Soprattutto cosa ne dici tu Giampaolo?
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Potrebbe essere un'idea, se sono d'accordo gli altri e se la cosa non diventa troppo "tecnica". Credo che analizzare uno o due casi pratici, alla fine, possa essere più chiaro che andare avanti con questioni di principio (sulle quali, pur con diverse sfumature, siamo tutti d'accordo) che comunque affrontano problemi più grandi di tutti noi messi insieme.
Rispondendo a Beppe, sono perfettamente d'accordo con quanto dici, ma purtroppo, nel corso della vita, e soprattutto della professione, ho imparato un concetto dolorosamente vero: se affrontiamo, globalmente, i grandi problemi, rimaniamo al palo. Sono troppo grossi. Se invece, nel nostro piccolo, affrontiamo i piccoli problemi (che poi, sommati, danno il grosso problema), allora forse qualcosa possiamo fare. Quando io, redigendo uno studio di impatto, faccio modificare un progetto che prevede il disboscamento di poche migliaia di metri quadrati di bosco, in effetti non faccio altro che dare il mio infinitesiimale contributo al mantenimento di questi ambienti. Se tutti facessero così, le poche migliaia di metri quadrati diventerebbero ettari, poi decine, centinaia di ettari e qualcosa si sarebbe fatto. Non voglio impegnarmi in discorsi troppo grandi (sono troppo "piccolo"), voglio solo usare quella mia infinitesima possibilità per contribuire, nel mio piccolo, a dare una mano all'ambiente. Ciò confermando il mio pieno accordo con Beppe e con Luigi sulla questione generale. giampaolo |
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ecolab
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634 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 01 novembre 2008 : 20:20:29
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Per quanto riguarda i casi di studio, se vi va bene, potrei proporne due sull'eolico (tanto per riprendere un tema sul quale è aperta una discussione molto accesa). Uno, con esito positivo (per l'impianto), uno, con esito negativo (sempre per l'impianto .... e per la società committente). Ma si potrebbe parlare anche di strade, di dighe, di ferrovie, tutti casi che mi sono capitati come lavoro. Attendo .... giampaolo |
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vespa90ss
Utente Super
    

Città: Firenze
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6434 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 01 novembre 2008 : 21:00:21
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| Messaggio originario di ecolab:
Rispondendo a Beppe, sono perfettamente d'accordo con quanto dici, ma purtroppo, nel corso della vita, e soprattutto della professione, ho imparato un concetto dolorosamente vero: se affrontiamo, globalmente, i grandi problemi, rimaniamo al palo. Sono troppo grossi. Se invece, nel nostro piccolo, affrontiamo i piccoli problemi (che poi, sommati, danno il grosso problema), allora forse qualcosa possiamo fare. Quando io, redigendo uno studio di impatto, faccio modificare un progetto che prevede il disboscamento di poche migliaia di metri quadrati di bosco, in effetti non faccio altro che dare il mio infinitesiimale contributo al mantenimento di questi ambienti. Se tutti facessero così, le poche migliaia di metri quadrati diventerebbero ettari, poi decine, centinaia di ettari e qualcosa si sarebbe fatto. Non voglio impegnarmi in discorsi troppo grandi (sono troppo "piccolo"), voglio solo usare quella mia infinitesima possibilità per contribuire, nel mio piccolo, a dare una mano all'ambiente. Ciò confermando il mio pieno accordo con Beppe e con Luigi sulla questione generale. giampaolo
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Giampaolo, come qualcuno mi ha sottolineato più volte, le mie parole vanno lette "sopra le righe"
"Ma vi prego, laddove possiamo farlo, contiamoli uno ad uno questi ricci di mare e facciamo che siano magari solo 150 quelli a riempire il fondo della nostra barca lasciandone 50 ad arricchire il mare."
questa mia frase di chiusura intendeva esprimere esattamente il tuo pensiero  Beppe
Credo che moralità significhi trovare il coraggio di fare una scelta |
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elleelle
Moderatore Trasversale
    
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33266 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 01 novembre 2008 : 21:28:35
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Mi interesserebbe il caso dell'eolico (effetto serra, bilancio energetico, falchi ammazzati .....); è un tema molto attuale e, tra l'altro, mio figlio lavora indirettamente nel settore.
Per quanto riguarda lo scenario generale, mi fa piacere che siate d'accordo con me, ma non credo affatto che si tratti di una visione scontata; la mia sensazione è che non ci crede quasi nessuno. E quelli che ci credono, pensano che sia una problema insolubile, come il fatto che, prima o poi, ci tocca morire di vecchiaia. Io, invece, non credo che sia tanto difficile affrontarlo; prima di tutto, bisognerebbe far cultura e informazione sul tema, e sono certo che, prima o poi, in un modo o nell'altro, lo affronteremo e risolveremo così la questione. Probabilmente, lo affronteremo quando avremo distrutto quasi tutto, come nel videogioco di Beppe. Per esperienza personale, penso che i problemi grandi vadano sempre affrontati su due piani paralleli: quello degli interventi immediati e urgenti e quello delle soluzioni strategiche. Se si lavora solo sul piano strategico si rischia di non combinare niente; se si lavora solo sul piano dell'immediato, si rischia di inseguire indefinitamente il problema.
Luigi
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ecolab
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634 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 novembre 2008 : 11:10:11
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Tanto per iniziare, vi propongo, come caso di studio, un impianto eolico composto di 22 torri con aerogeneratori da 2 Mw nominali ciascuno. ecco le caratteristiche dell'impianto: diametro delle pale: 92 metri. altezza della torre al mozzo: 80 metri numero massimmo di giri al minuto: 18,3 ambito pedecollinare con rare aree naturali. quota media del'impianto: 400 m. slm. ambiente interessato: seminativo.
fauna sensibile rilevata nella zona: poiana, gheppio, barbagianni, lupo (presenza molto sporadica). presenza, nell'ambito dell'impianto, di piccoli torrenti stagionali con poca o nulla vegetazione ripariale. assenza di consistenti corridoi di spostamento dell'avifauna. annuale combustione delle stoppie di grano da parte degli agricoltori.
l'impianto è parzialmente incluso in un'IBA (Valore 4/110). nelle vicinanze esistono altri impianti già realizzati.
il resto alla prossima puntata. giampaolo
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ecolab
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Inserito il - 02 novembre 2008 : 11:18:46
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Questo è il sommario dello studio d'impatto: SOMMARIO SISTEMI AMBIENTALI INTERESSATI – AREA VASTA 7 ANALISI VEGETAZIONALE E FLORISTICA SIGNIFICATIVA POTENZIALE DELL’AREA VASTA ATTRAVERSO LO STUDIO FITOCLIMATICO 11 TIPOLOGIE VEGETAZIONALI, E LORO CARATTERIZZAZIONE FLORISTICA, PRESENTI NELL’AREA VASTA 37 ANALISI DELLA VEGETAZIONE SIGNIFICATIVA POTENZIALE 45 FAUNA area vasta 49 ECOSISTEMI area vasta 75 BIODIVERSITA’ 83 CORRIDOI ECOLOGICI 89 INQUADRAMENTO DEL SITO D’INTERVENTO 94 VEGETAZIONE E FLORA DEL SITO D’INTERVENTO 101 Tabella floristica riassuntiva delle specie rilevate nel sito d’interesse 125 BIODIVERSITÀ VEGETALE 131 IL SIGNIFICATO DELLE FORME BIOLOGICHE 133 FAUNA 137 ELENCO FAUNISTICO 139 SPECIE SENSIBILI 145 ANALISI DELLO STATO DI CONSERVAZIONE DELLE SPECIE E CONSIDERAZIONI SUI LIVELLI DI CRITICITA’ 149 CENSIMENTO COPPIE NIDIFICANTI DEI RAPACI CRITICI IN UNA AREA DI STUDIO ESTENSIVA DI ALMENO 10 KM. DI RAGGIO INTORNO ALLE AREE INTERESSATE DALL’INTERVENTO 155 STUDIO DELLE MIGRAZIONI DIURNE E NOTTURNE DURANTE IL PASSO PRIMAVERILE ED AUTUNNALE 157 CORRIDOI ECOLOGICI 159 VENTI DOMINANTI 161 ANALISI DELL’IMPATTO, SVOLTA DISTINTAMENTE PER I CHIROTTERI, I GROSSI MAMMIFERI E PER LE SPECIE DI AVIFAUNA PARTICOLARMENTE SENSIBILI. PROBABILITA’ DI DECESSI PER COLLISIONE 163 VARIAZIONI DI DENSITA’ DI POPOLAZIONI ED ALTERAZIONI DINAMICHE DELLE POPOLAZIONI 171 ANALISI PUNTUALE DELLE SINGOLE TORRI 179 ECOSISTEMI 185 COMPATIBILITA’ DEL PARCO EOLICO CON IL SIC ............. 187 POSSIBILI INTERFERENZE CON L’IBA ............ 189 VINCOLI FAUNISTICI 191 TABELLA RIASSUNTIVA DEGLI IMPATTI SULLA FAUNA E IMPATTI SOMMATIVI 193 CONSIDERAZIONI FINALI 199 BIBLIOGRAFIA 201 APPENDICE 204
alla prossima giampaolo |
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ecolab
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634 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 novembre 2008 : 11:31:10
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Ecco la struttura dell'impianto su ortofoto.
Immagine:
279,61 KB alla prossima |
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elleelle
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33266 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 02 novembre 2008 : 17:39:21
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Lo studio è molto dettagliato! In attesa del seguito, ho fatto un conticino banale: i fendenti sugli uccelli di passaggio possono arrivare ad una velocità massima di circa 280 km/h.
luigi
Una curiosità, che esula dall'impatto ambientale propriamente detto: in qualche sede, si calcola il bilancio energetico? Cioè quanti anni dovrà lavorare l'impianto per "rimborsare" l'energia spesa per costruirlo (a partire dall'estrazione dei metalli e del cemento fino ai trasporti, il montaggio ecc...)?
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Modificato da - elleelle in data 02 novembre 2008 18:29:36 |
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ecolab
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634 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 novembre 2008 : 20:07:14
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| Messaggio originario di elleelle:
Lo studio è molto dettagliato! In attesa del seguito, ho fatto un conticino banale: i fendenti sugli uccelli di passaggio possono arrivare ad una velocità massima di circa 280 km/h. |
E' vero. la velocità, calcolata alla punta della pala, appare enorme. in ogni caso occorre mettere in conto che essa non è l'unica, e nemmeno la più importante, variabile da considerare. Come vdremo in seguito, vi sono altri elementi che devono essere considerati. Ne anticipo qualcuno: -geoometria dell'impianto -densità degli aerogeneratori e quindi presenza o assenza di corridoi di transito all'interno dell'impianto (soprattutto per quelli più grandi) -effetti barriera -inserimento in ambiti più o meno importanti dal punto di vista ambientale -presenza di rotte migratorie e/o di corridoi di spostamento della fauna -presenza di colonie di chirotteri -ecc. ecc.
| Una curiosità, che esula dall'impatto ambientale propriamente detto: in qualche sede, si calcola il bilancio energetico? Cioè quanti anni dovrà lavorare l'impianto per "rimborsare" l'energia spesa per costruirlo (a partire dall'estrazione dei metalli e del cemento fino ai trasporti, il montaggio ecc...)?
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Non credo che sia stato fatto un calcolo del genere, così come non credo che nessuno si sia preso la briga di farlo per altre installazioni (centrali nucleari, centrali a combustione, centrali fotovoltaiche, dighe, strade e autostrade, porti, ecc.). Se si facesse, avremmo, molto probabilmente, una visione molto diversa delle cose. Ma si sa, chi programma interventi sul territorio non guarda molto lontano ....
Credo che non sia vero che un calcolo di questo genere esuli da un discorso di impatto ambientale. Io mi occupo solo della parte biotica, ma credo sia opportuno, un giorno o l'altro, che qualcuno faccia calcoli di questo genere. giampaolo |
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elleelle
Moderatore Trasversale
    
Città: roma
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33266 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 02 novembre 2008 : 20:52:02
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Anche con un bilancio energetico poco vantaggioso, nel senso che l'impianto impiega tutta la sua vita utile per pareggiarlo, si potrebbe sempre dire che abbiamo messo da parte l'energia che abbiamo oggi per everne quando ce ne sarà di meno ..... Certo, se viene fuori che ci vogliono cento anni per il pareggio, ci sarebbe da riflettere ...
Luigi
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Modificato da - elleelle in data 02 novembre 2008 20:52:36 |
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ecolab
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634 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 novembre 2008 : 23:28:56
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Ed è questo uno dei problemi. Un altro è il seguente: Negli studi di impatto è previsto anche un capitolo che tratti dello smantellamento a fine esercizio. Quali sono i costi di smantellamento? che fine fanno i materiali? potranno essere riciclati o dovranno essere "stoccati" per non si sa quanto tempo? E alla fine di esercizio, il sito, come sarà? Dici bene quando affermi che alla fine passi pure l'utilizzo dell'energia disponibile per crearne altra in futuro. OK. Ma se poi l'energia prodotta (e i soldi, che poi sempre lì si finisce) non bastano per lo smantellamento e l'eventuale conservazione in sicurezza del sito (vedi nucleare), come la mettiamo? investiamo a perdere?
Qui entra in ballo un altro elemento: chi redige uno studio di impatto ambientale dovrebbe lasciare le proprie idee fuori dallo studio. Nel senso che uno studio di impatto si deve obbligatoriamente affrontare in modo asettico, basandosi solo ed esclusivamente sui dati di fatto, indipendentemente che ciò che stiamo valutando ci piaccia o no. E' questa, di solito, è la parte più difficile. Se io sono contrario per principio ad un genere di installazione, potrò mai esaminare obiettivamente un progetto? Lo stesso vale se sono a favore. Il problema è che spesso molti di noi si affezionano alle proprie idee e tutto ciò che si fa risulta permeato da queste convinzioni. Figuriamoci poi se oltre alle idee si è affezionati al denaro!!
Tornando al caso di studio, cercherò, asetticamente, di proporre il mio modo di condurre uno studio di impatto sull'eolico (sono gradite critiche). Premetto che una delle pochissime cose di cui mi vanto (e sono veramente molto poche, conosco i miei pesanti limiti) è di riuscire ancora ad essere obiettivo ed indipendente dai condizionamenti delle società committenti (chissà per quanto ancora ci riuscirò!). a presto giampaolo
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Ric
Utente Senior
   

Città: Alba
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Regione: Piemonte
1360 Messaggi Fotografia Naturalistica |
Inserito il - 02 novembre 2008 : 23:57:12
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La considerazione posta da Luigi è molto interessante. Ragionando in questi termini pare infatti che se si considera l'energia utilizzata per produrla sia più costosa per l'ambiente la Toyota Prius (auto ibrida) che il mastodontico Hummer. Lo studio fu portato avanti da un istituto americano di ricerca (CNW Marketing Research). Si sosteneva infatti che solo l'estrazione e la lavorazione del nichel necessario alla costruzione delle batterie dell'auto ibrida coprisse di gran lunga le emissioni dell'Hummer nella sua vita media. La relazione fu poi smentita da un'altro organismo di ricerca ed in seguito riconsiderata valida da un terzo ulteriore ente.
Questo è solo un esempio che deve tuttavia far riflettere sulla completezza delle ricerche per la sostenibilità.
Enrico |
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lynkos
Con altri occhi
    

Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara
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Inserito il - 03 novembre 2008 : 06:42:59
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Giampaolo, non ho avuto ancora il tempo di studiare e "digerire" tutta l'informazione interessantissima, ma volevo comunque ringraziarti da subito. Sono anche perfettamente in sintonia con la domanda posta da Luigi. Aggiungerei che sarebbe importante considerare non solo la bilancia "energetica" ma anche quella del consumo di risorse nel senso largo.
Sarah Gregg - Con altri occhi
"A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?" Eugene Smith, fotografo americano |
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012
    
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Inserito il - 03 novembre 2008 : 09:00:35
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Giampaolo mi piacerebbe sapere anche la Tua posizione anche nei confronti dell'impatto sul paesaggio. Intanto allego una prebozza di un contributo sull'argomento fatta ad un convegno internazionale (in collaborazione con ENEA)
Link
Alessandro PD 
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ecolab
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634 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 03 novembre 2008 : 11:29:48
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| Messaggio originario di Alessandro:
Giampaolo mi piacerebbe sapere anche la Tua posizione anche nei confronti dell'impatto sul paesaggio. |
La risposta al tuo quesito sarebbe molto articolata. Non credo che sia il caso di riportare qui tutte le considerazioni che potrebbero venir fuori a seconda di come e cosa si intende come "paesaggio" e soprattutto di cosa è un Bel paesaggio o un brutto paesaggio (il bello e il brutto sono concetti molto soggettivi). La mia personale opinione, come persona che si augura di conservare un minimo di buon gusto, è che preferisco di gran lunga un orizzonte libero che uno occupato dalle torri di un impianto eolico (o da qualsiasi altra struttura come tralicci dell'alta tensione, ripetitori, antenne varie, costruzioni, ecc.). Ma questa è l'opinione "a pelle", dettata dal senso estetico o, forse, dall'abitudine. Mi viene in mente una discussione fatta con un po' di persone sull'argomento, qualche tempo fa. Affermazioni del tipo "una componente non trascurabile del concetto di paesaggio è l'abitudine", se in un primo momento può lasciare sconvolti, ad un esame più obiettivo trova una qualche giustificazione. Nella stessa chiaccherata si riportavano due esempi: i grandi acquedotti romani che al loro tempo devono aver sconvolto abbondantemente il paesaggio e che oggi sono invece considerati elementi prioritari di quello stesso paesaggio e la storia della torre Eiffel (da obrobio, catasta di acciaio, ecc. a simbolo di una città e di una nazione). Opinioni discutibili, da rispettare come tali, con le quali si può essere o non essere d'accordo. Personalmente (opinione che comunque devo lasciare nel cassetto quando redigo uno studio di impatto) preferisco un orizzonte libero. Ma il mio concetto di "bello" non è assoluto, è strettamente personale ed è l'idea di una persona comune, molto comune! (non sono un paesaggista) giampaolo |
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012
    
9799 Messaggi
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Inserito il - 03 novembre 2008 : 12:14:24
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| Messaggio originario di ecolab:
| Messaggio originario di Alessandro:
Giampaolo mi piacerebbe sapere anche la Tua posizione anche nei confronti dell'impatto sul paesaggio. |
Affermazioni del tipo "una componente non trascurabile del concetto di paesaggio è l'abitudine", se in un primo momento può lasciare sconvolti, ad un esame più obiettivo trova una qualche giustificazione. Nella stessa chiaccherata si riportavano due esempi: i grandi acquedotti romani che al loro tempo devono aver sconvolto abbondantemente il paesaggio e che oggi sono invece considerati elementi prioritari di quello stesso paesaggio e la storia della torre Eiffel (da obrobio, catasta di acciaio, ecc. a simbolo di una città e di una nazione).
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.... il paesaggio delle abitudini
Ho scritto un lavoro con un architetto del paesaggio proprio su questi temi, può sembrare una vera discuisizione accademica, invece è molto pratica. Sono contento che sia stata portata come osservazione per la discussione
Alessandro PD 
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Hemerobius
Moderatore
   

Città: Alghero
Prov.: Sassari
Regione: Sardegna
4877 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 03 novembre 2008 : 12:35:57
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Certamente il paesaggio non è cosa immutabile, ma il risultato di un processo avvenuto ed in atto. Cambiamenti nel paesaggio devono essercene altrimenti il paesaggio muore. Il problema rimane cos'è bello e cos'è brutto ed in che direzione deve andare. L'evoluzione del paesaggio va gestita, non bloccata!
Ciao Roberto 
verum stabile cetera fumus |
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