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giova80
Utente Senior




1390 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 29 ottobre 2008 : 15:53:48 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

E' una domanda che in questi giorni mi sto facendo visto l'andamento, si va verso la privatizzazione delle università,e quasi sicuramente corsi come Scienze Naturali e tanti altri, verranno definitivamente cancellati dal sistema universitario, perche non esiste un'azienda che abbia interessi nell'investire in giovani con determinate caratteristiche.
So che e' un argomento caldo, ma che credo bisogna affrontare perche il futuro e' dietro l'angolo per noi e i nostri figli..

Spero che non si sfrutti quest mio post per lanciare messaggi politici,ma per capire davvero quale sara il futuro universitario.. visto che per questi argomenti c'e' bisogno di assoluta chiarezza e sinceramente io vorrei capirci qualcosa, dato che fino a ora la confusione e' massima.

p.s. ovviamente il dilemma e' molto ampio.. lo so benissimo,ma solo il pensiero che questi corsi storici possano scomparire del tutto mi mette una tristezza immensa.

Giovanni A difesa della natura..

Modificato da - Acipenser in Data 25 marzo 2010 02:18:14

elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


33002 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 29 ottobre 2008 : 17:23:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Io starei tranquillo.

Credo che questi corsi universitari esistano in tutte le nazioni civili, anche quelle di vocazione più "privatistica", come Stati Uniti e Regno Unito.

Forse, hanno più da temere quelli che fanno "ricerca" in campo filosofico o letterario ...

Comunque, credo che le modifiche all'università non stiano nel decreto Gelmini (n. 137), che si occupa solo di scuola primaria, ma nei tagli alla spesa pubblica indicati nella finanziaria 2009 (n. 133 approvata fin dal 6 agosto 2008) stranamente passata sotto silenzio.
Quello della Gelmini è un "decretino" (senza allusioni) di poche righe ...
In altri termini, se avessero ritirato il decreto Gelmini, come si chiedeva a gran voce per strada, per l'università non sarebbe cambiato niente.

luigi





Modificato da - elleelle in data 29 ottobre 2008 17:53:30
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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

Regione: Toscana


6434 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 29 ottobre 2008 : 17:26:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Giova,
stai sereno: qualsiasi corso di studio è finalizzato ad una produzione di reddito altrimenti chi si iscriverebbe?
Se dovesse esserci un rifiuto per queste materie sai per quante altre ancora che ad un primo esame apparrebbero inutili ce ne dovrebbe essere?
La diversificazione della produzione (quindi anche di ingegni in qualsiasi campo dello studio) è uno dei meccanismi principali che muovono e sostengono l'imprenditoria moderna.
Ridurre quindi il ventaglio di offerta, perchè di questo semmai si tratterebbe, sarebbe controproducente: oltretutto proprio in un settore che di fronte a sè offre prospettive illimitate essendo già iniziato un processo esattamente inverso a quello sviluppatosi fino ad oggi. Una nuova attenzione verso la natura e le sue risorse.
Non penso quindi che gli obiettivi desiderati siano quelli della mortificazione. Semmai quelli di ulteriore sviluppo ma gestito con maggior criterio.
Certamente potrà verificarsi una gestione più attenta dei costi ed un contenimento delle spese (non necessariamente mirata ad un risparmio fine a se stesso) ma ciò accade in qualsiasi settore produttivo dove a gestire il proprio investimento non ci pensa solo lo Stato ma anche un privato che rischia in proprio. E ti assicuro che c'è davvero una gran bella differenza perchè un privato desidera fare utili non chiacchiere.
Un esempio illustre che posso portarti sono le Poste che pur mantenendo ancora qualche difettuccio non hanno più nulla a che vedere con quel carrozzone traballante inghiottisoldi di dieci anni fa.
Chiaramente è una mossa che va eseguita con attenzione e tenuta sempre sotto attento controllo perchè l'occasione fa l'uomo ladro. Ma in linea di massima non la vedo molto negativa.
Beppe


Credo che moralità significhi trovare il coraggio di fare una scelta

Modificato da - vespa90ss in data 29 ottobre 2008 17:36:14
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paoli
Moderatore


Città: Castelnuovo Garfagnana
Prov.: Lucca

Regione: Toscana


2784 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 29 ottobre 2008 : 17:42:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Io sono invece molto preoccupato per la direzione che sta prendendo l'atteggiamento nei confronti della ricerca e della privatizzazione delle università. E' vero che in altri paesi c'è più privato che pubblico e che la ricerca è comunque sostenuta, ma in quei paesi la cultura della scuola privata viene da lontano ed hanno altre etiche. La ricerca e quindi quella naturalistica per prima, soffrirà grandi ridimensionamenti in termini di sostegno finanziario e culturale. "Ciò che non giova al profitto in senso stretto non vale la pena di esistere". E poi basta vedere quale atteggiamento è stato preso ultimamente sulle questioni relative all'ambiente e alla riduzione delle emissioni (si dice così?) in atmosfera.
Se questo è il buongiorno, proviamo ad immaginare cosa ci aspetta, secondo voi quali saranno i settori tagliati? Io un'idea ce l'ho.

Saluti, Maurizio.



"i dilettanti hanno costruito l'arca, i professionisti il Titanic"...anonimo...
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D21
Moderatore Tutor


Città: Cuneo

Regione: Piemonte


6702 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 29 ottobre 2008 : 17:44:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
All'Università, Scienze Naturali, anno d'oro 1989, eravamo 90 matricole, provenienti dal Piemonte e Valle d'Aosta. L'altra Università, del Piemonte orientale (a Alessandria) ne aveva anche qualcuno...

Il quarto anno eravamo in dieci-quindici, credo. Ogni anno si laureano pochissimi nuovi naturalisti, che poi faticano non poco a trovare lavoro (ne so qualcosa! ).

La riforma universitaria voleva preparare professionisti competenti e competitivi, ma il 3+2 ha prodotto danni tremendi alla preparazione e le specializzazioni restringono i possibili campi d'azione...

Quando, un anno, si sono iscritti in 150, l'Università di Torino stava andando in crisi: hanno dovuto fare i turni!

A Economia invece dovevano affittare locali per far lezione, a 500 per volta!

Siamo sempre stati pochi e se l'Università diventasse privata non ci penserebbero due volte a seguire le leggi di mercato...

Forse Scienze Naturali potrebbe salvarsi, ma dovrebbe diventare qualcosa di diverso... perderebbe la sua vocazione. E' vero che in Inghilterra sono più privatistici, ma hanno anche una tradizione naturalistica che qui in Italia non è mai esistita .

Dario.


"Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira,
nei meandri di un tempo che cambia ogni volta, cercando qualcosa che non abbiamo mai perso." (1795 J.d.L.)
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



9799 Messaggi

Inserito il - 29 ottobre 2008 : 18:22:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Attualmente non cambia nulla Giovanni, tranquillo. Ci sono solo tagli ai finanziamenti pubblici già esigui. Pensa che ho ricevuto quest'anno, come tutti gli altri docenti, per spese ordinarie 3.360 euro .... un soffio.
Per fortuna ci sono altre vie di finanziamento e non navigo male!
Tagli ai corsi di laurea ce ne sarebbero da fare. Da noi hanno creato scienze della moda (ma a chi serve, agli stilisti?), scienze della ristorazione (per creare cuochi?), in alcuni atenei scienza della panificazione (un fornaio ha bisogno di una laurea?) o scienze del gelato (analoga domanda).
Attualmente questi sono gli sprechi da combattere!


E' vero che in altri paesi c'è più privato che pubblico e che la ricerca è comunque sostenuta


La ricerca deve restare PUBBLICA (anche se costa di più di quella privata). La ricerca privata è su commissione e produce risultati fuorvianti (quello che vuole sentirsi dire il committente). Personalmente non accetto richieste di ricerche fatte da privati. Voglio restare più al di sopra delle parti possibile



Alessandro PD


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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

Regione: Abruzzo


17647 Messaggi
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Inserito il - 29 ottobre 2008 : 19:03:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Alessandro:

La ricerca deve restare PUBBLICA (anche se costa di più di quella privata). La ricerca privata è su commissione e produce risultati fuorvianti (quello che vuole sentirsi dire il committente). Personalmente non accetto richieste di ricerche fatte da privati. Voglio restare più al di sopra delle parti possibile

Non condivido la tua fede nell'imparzialità dello stato e le sue istituzioni Ale. Quando lavoravo come giornalista in ambito politico, spesso le fonti private erano da preferire, perché almeno sai in quale direzione vogliono portarti. L'importante è di essere trasparente e di citare sempre le fonti di informazione e soprattutto i finanziatori. Con lo stato e i suoi organi invece, i flussi e correnti sotto la superficie ci sono comunque, ma non sono mica così facili da intuire e "pesare".
Tornando al discorso delle università, credo invece che c'è da preoccuparsi, perché se le forze del mercato diventano determinanti, la mia intuizione mi dice che oggi come oggi, ci potrebbero essere molti più ragazzi che vogliono studiare moda o cucina, che non le scienze naturali... che decisamente non sono di moda. Insomma, temo che ci potrebbe essere una proliferazione di materie insulse ma appetitose ai ragazzi, al discapito di insegnamenti più seri ma che non fanno tendenza .

Sarah Gregg - Con altri occhi


"A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?" Eugene Smith, fotografo americano

Modificato da - lynkos in data 29 ottobre 2008 19:14:33
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Aphyllo
Moderatore

Città: firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


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Micologia

Inserito il - 29 ottobre 2008 : 20:22:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Pensate veramente che la scuola debba diventare produttiva? produttiva in senso economico? Sinceramente a me pare una bestialità, ma vi accorgete che stiamo andando in questa direzione.
La conoscenza dovrebbe rimanere scollegata da ogni logica di produttività. Ci sono alcuni campi dove le due cose coincidono ma nei campi "letteratura, musica filosofia ecc..." è impossibile pensare ad una formazione che possa essere economicamente produttiva a breve termine per la società.
Gli studenti non devono essere educati per diventare macchine da soldi, come la logica americana (ed ora anche italiana) purtroppo ci insegna. La ricchezza interiore è ben più importante, ma questo ce lo dimentichiamo ogni giorno di più e da almeno 15 anni (vedi i ripetuti tagli alla scuola e alla ricerca). L'istruzione serve a questo, e i tagli produrranno piano piano una società sempre più arida... e solo chi è benestante (e intelligente) potrà dare una formazione di adeguato arricchimento interiore ai propri figli con le strutture private.
La vedo nera, LA VEDO VERAMENTE TRAGICA!!
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Ric
Utente Senior


Città: Alba
Prov.: Cuneo

Regione: Piemonte


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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 29 ottobre 2008 : 20:46:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Come si può portare avanti una discussione seria partendo da informazioni indiscutibilmente sbagliate?

La neo legge Gelmini si occupa di scuole elementari, medie e superiori e non di Università. Dovremmo quindi tutti parlare di tagli all'Università a seguito dell'ultima finanziaria approvata e non, a sproposito, di legge "Gelmini".

La cosa che mi sorprende è che nonostante la finanziaria sia stata approvata quasi un mese e mezzo fa, inspiegabilmente, le critiche in merito all'università arrivano solo adesso.... mah....
Ma tralasciamo questo aspetto. Non riesco proprio a capire come si possa sostenere tesi "bucoliche" come "la conoscenza non deve sottostare a costi" o "l'economia non c'entra con l'istruzione...".

Beh, per chi non si fosse ancora accorto, stiamo vivendo una crisi "economica" globale senza precedenti. Non solo l'istruzione ma anche la sanità e tutte le altre funzioni dello stato, ora più che mai, devono essere in grado di non costare di più di ciò che possono ricevere.
L'equazione è semplice e di questi tempi viene applicata ovunque. Nella microeconomia domestica di ognuno di noi e nella macroeconomia dell'industria.
Purtroppo, e questo è innegabile, lo stato (qualunque stato) è un'industria che se guadagna (se i costi sono inferiori alle entrate) può distribuire la ricchezza prodotta ma se perde (se i costi sono superiori alle entrate... ed in Italia lo sono ampiamente) non solo non può ridistribuire ricchezza (scuola e ricerca non limitate) ma deve anche provvedere a tagliare i costi... in ogni reparto "non direttamente produttivo"... come ad esempio l'istruzione.

Mi spiace essere in disaccordo con molti di voi ma gli stati dove la ricerca è più avanzata sono proprio quelli che decenni orsono hanno fatto ciò che noi stiamo facendo ora. Le Università sono strutture che non devono produrre ma devono essere sostenibili. Corsi con due o tre iscritti? Docenti fantasma? Sedi distaccate senza alcun criterio? Ereditarietà delle cattedre? beh, credo che questi rami possano tranquillamente essere tagliati senza dannggiare il buono che c'è...

Enrico
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Aphyllo
Moderatore

Città: firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


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Micologia

Inserito il - 29 ottobre 2008 : 21:01:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Enrico, non trovo produttivo discutere con te poichè le nostre logiche sono talmente diverse da farmi sembrare inequivocabilmente bucoliche le tue affermazioni. Cioè: sei il perfetto prodotto di un società sempre più arida!
Mi dispiace usare questi toni, ma non con chi si è permesso di usarli per primo!!!
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



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Inserito il - 29 ottobre 2008 : 21:10:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
"la conoscenza non deve sottostare a costi"


Io la penso esattamente così. E' giusto rendicontare (e lo faccio al centesimo di euro), però se un settore come l'istruzione (ma anche la sanità e la giustizia) sono in perdita (usando un termine contabile), sai quanti benefici sociali produce? Il passivo può essere ripianato in un'altra occasione

Sugli sprechi sono più che mai d'accordo, tagliamoli pure!

Alessandro PD


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Aphyllo
Moderatore

Città: firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


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Micologia

Inserito il - 29 ottobre 2008 : 21:13:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Alessandro:

"la conoscenza non deve sottostare a costi"


Io la penso esattamente così. E' giusto rendicontare (e lo faccio al centesimo di euro), però se un settore come l'istruzione (ma anche la sanità e la giustizia) sono in perdita (usando un termine contabile), sai quanti benefici sociali produce?

Sugli sprechi sono più che mai d'accordo, tagliamoli pure!

Alessandro PD


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Alessandro, finalmente ci ritroviamo d'accordo!!
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Ric
Utente Senior


Città: Alba
Prov.: Cuneo

Regione: Piemonte


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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 29 ottobre 2008 : 21:14:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ma sinceramente non vedo dove posso essere "arido". Semmai realista. Questo è decisamente diverso.

Spiegami perchè l'istituzione Università non deve essere soggetta al contenimento delle spese. E' una struttura pubblica che pago anch'io con le mie tasse e come me fanno anche coloro che l'Università l'hanno vista col binocolo. Spiegami perchè devo preoccuparmi di spegnere la luce in ufficio per risparmiare quando finisco di lavorare e magari anche quella di chi l'ha scordata accesa e in una struttura grande come un Università non si può pensare di contenere i costi.

Secondo te tutti i soldi pubblici finiscono in ricerca o in attrezzature per lo studio? Non ci sono sprechi?

In ultimo ti chiederei di evidenziare, per favore, dove ho usato toni poco educati.

Enrico
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



9799 Messaggi

Inserito il - 29 ottobre 2008 : 21:25:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Ric:

Ma sinceramente non vedo dove posso essere "arido". Semmai realista. Questo è decisamente diverso.

Spiegami perchè l'istituzione Università non deve essere soggetta al contenimento delle spese. E' una struttura pubblica che pago anch'io con le mie tasse e come me fanno anche coloro che l'Università l'hanno vista col binocolo. Spiegami perchè devo preoccuparmi di spegnere la luce in ufficio per risparmiare quando finisco di lavorare e magari anche quella di chi l'ha scordata accesa e in una struttura grande come un Università non si può pensare di contenere i costi.

Secondo te tutti i soldi pubblici finiscono in ricerca o in attrezzature per lo studio? Non ci sono sprechi?

In ultimo ti chiederei di evidenziare, per favore, dove ho usato toni poco educati.

Enrico


Sai che paghiamo dottorati, assegnisti, borsisti, contrattisti, ecc.

Dottorati minimo 14.000 euro anno (3 anni)
Assegnisti minimo 18.500 euro anno (1-2 anni, con possibilità di rinnovo di altri 2)

Alessandro PD


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Ric
Utente Senior


Città: Alba
Prov.: Cuneo

Regione: Piemonte


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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 29 ottobre 2008 : 21:27:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La conoccenza è un costo. Non ci piove. Inoltre la conoscenza non sempre è per tutti. Dal sistema Università escono anche dottori commercialisti, avvocati, politici etc.. e il denaro pubblico servito alla loro formazione, (pagato anche dalle tasse di un operaio per esempio) non torna sempre indietro alla società in termini di beneficio. Quindi la conoscenza in un sitema societario ha un costo.

Inoltre c'è ovviamente sempre chi rende conto scrupolosamente delle spese che sostiene ma c'è anche chi non lo fa e mi chiedo perchè nel privato chi spreca ne paga le conseguenze e nel pubblico non debba essere cosi?

Enrico
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giova80
Utente Senior




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Flora e Fauna

Inserito il - 29 ottobre 2008 : 21:28:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Alessandro:

Attualmente non cambia nulla Giovanni, tranquillo. Ci sono solo tagli ai finanziamenti pubblici già esigui. Pensa che ho ricevuto quest'anno, come tutti gli altri docenti, per spese ordinarie 3.360 euro .... un soffio.
Per fortuna ci sono altre vie di finanziamento e non navigo male!
Tagli ai corsi di laurea ce ne sarebbero da fare. Da noi hanno creato scienze della moda (ma a chi serve, agli stilisti?), scienze della ristorazione (per creare cuochi?), in alcuni atenei scienza della panificazione (un fornaio ha bisogno di una laurea?) o scienze del gelato (analoga domanda).
Attualmente questi sono gli sprechi da combattere!


E' vero che in altri paesi c'è più privato che pubblico e che la ricerca è comunque sostenuta


La ricerca deve restare PUBBLICA (anche se costa di più di quella privata). La ricerca privata è su commissione e produce risultati fuorvianti (quello che vuole sentirsi dire il committente). Personalmente non accetto richieste di ricerche fatte da privati. Voglio restare più al di sopra delle parti possibile



Alessandro PD


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si ma il fatto che le universita passeranno ai privati in futuro( perche di questo si parla, come fondazioni private che non sono altro che aziende private ).. ovviamente non mi riferisco a questa legge ma a quella collegata alla finanziaria ma e' sempre che sara proposta dalla Gelmini per capirci..Ecco se accadra una cosa del genere e il tutto verra diretto seguendo una linea aziendale, che fine fara la ricerca pubblica che e' gia in netta crisi ?che fine faranno i dottorati? tutto questo non portera a una ricerca dittatoriale vincolata da esigenze d'impresa?cosa portera l'ulteriore drastica riduzione del turnover personale insegnante,considerando che siamo il paese con un rapporto studenti/ professori piu alto in Europa?oggi ho visto immagini in una classe universitaria dove gli studenti stavano seduti per terra perche non c'erano posti nei banchi..ora non voglio immaginare questa situazione con la meta degli insegnanti di oggi, il caos piu totale.. che fine faranno le piccole universita dato che diminuiranno i finanziamenti , diminuiranno il personale e quindi conseguentemente ci sara una riduzione drastica dei corsi ,fino alla totale estizione ? io frequento l'universita di Camerino ed e' una di quelle che ha in se un rischio elevato di chiusura in quanto solo le universita con una grande utenza e una consistene rete industriale riuscira a competere con le private..

si parla di finanziamenti che progressivamente verranno tolti alla pubblica e regalati alle private.. che futuro ci possiamo aspettare se queste sono le premesse? e sopratutto come si puo stare tranquilli Alessandro ?visto che tutto questo portera alla scomparsa anche di corsi come Scienze Naturali , Scienze Umanistiche ecc..in quanto non potranno reggere a pari degli altri ..

No mi dispiace io non riesco a stare tranquillo ma anzi sono molto preoccupato, perche gia L'Universita italiana e' in una condizione pietosa e questi tagli trasversali ( perche di questo si tratta non di una riforma) daranno solo l'ultima mazzata finale.

Giovanni A difesa della natura..

Modificato da - giova80 in data 29 ottobre 2008 21:56:05
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giova80
Utente Senior




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Flora e Fauna

Inserito il - 29 ottobre 2008 : 21:48:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ecco hai detto bene Marge li da voi siete in tanti centinaia da quanto mi hai detto, qui da noi non arrivano a 30-40 le matricole di SN..le conseguenze sono immaginabili..

Giovanni A difesa della natura..

Modificato da - giova80 in data 29 ottobre 2008 21:54:04
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theco
Utente Super




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Inserito il - 29 ottobre 2008 : 21:51:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E' sempre un buon esercizio cercare di concentrarsi sugli elementi che unificano i pareri anzichè su quelli che li dividono.

Credo che tutti si possa essere d'accordo sul fatto che gli sprechi vanno colpiti, sia che si tratta di risorse naturali, sia che si tratti di risorse economiche.

Fatta questa premessa, nella quale penso che tutti ci possiamo riconoscere, proviamo a restare aderenti al quesito posto da giova80: lo scenario di privatizzazione della formazione, che ormai si profila all'orizzonte e che investe tutti i gradi scolastici, sarà o meno la via giusta?

E soprattutto sarà o meno la via giusta rispetto a cosa? direi che i punti di confronto potrebbero essere almeno tre:

1) via giusta o meno per garantire una formazione efficace, cioè in grado di sostenere lo sviluppo futuro del paese;
2) via giusta o meno per garantire una formazione efficiente, cioè economicamente sostenibile, ora e in futuro;
3) via giusta o meno per garantire il diritto equo di accesso allo studio, diritto proprio e inalienabile di ogni essere umano.

Proviamo a continuare da questi tre punti... il resto verrà da sè

Ciao, Andrea
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Aphyllo
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Micologia

Inserito il - 29 ottobre 2008 : 22:04:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
In ultimo ti chiederei di evidenziare, per favore, dove ho usato toni poco educati.


l'hai chiesto in ultimo ma lo faccio per primo..
bucolico. agg. Sinonimi: agreste, campagnolo, dolce, naturale, idilliaco, poetico, campestre, sereno....
Trasportando il significato in una discussione del genere: ingenuo, tra le nuvole, disinformato, che parla a vanvera ecc...
Leggasi: non sei in grado di sostenere discussioni del genere.
Non so se a te piace che ti dicano queste cose...a me no!

Ma sinceramente non vedo dove posso essere "arido". Semmai realista. Questo è decisamente diverso.

L'aridità sta nel non compredere quanto sia importante quel tipo di formazione umanistica completamente "a-economica", cioè che non produce in soldoni quello che spende, ma produce molto di più: precisamente persone più adatte a vivere in società.
Spiegami perchè l'istituzione Università non deve essere soggetta al contenimento delle spese. E' una struttura pubblica che pago anch'io con le mie tasse e come me fanno anche coloro che l'Università l'hanno vista col binocolo. Spiegami perchè devo preoccuparmi di spegnere la luce in ufficio per risparmiare quando finisco di lavorare e magari anche quella di chi l'ha scordata accesa e in una struttura grande come un Università non si può pensare di contenere i costi.

Perchè le strutture universitarie sono già ridotte all'osso.

Secondo te tutti i soldi pubblici finiscono in ricerca o in attrezzature per lo studio? Non ci sono sprechi?

Credo non ci siano proprio più gli sprechi...dopo 15 anni di tagli, anzi direi di decapitazione!

Come si può portare avanti una discussione seria partendo da informazioni indiscutibilmente sbagliate?

Questo tuo appunto credo non fosse rivolto a me. Il mio (quello bucolico) era un discorso sull'istruzione di base e non sull'università. Ciò non toglie che sia preoccupato anche dei tagli all'università, argomento che è scaturito dal vaso che con l'ultima goccia (decreto Gelmini) è inesorabilmente e irrimediabilmente traboccato.

Non solo l'istruzione ma anche la sanità e tutte le altre funzioni dello stato, ora più che mai, devono essere in grado di non costare di più di ciò che possono ricevere.

L'istruzione e la sanità dovrebbero essere le ultime a sottostare a questa logica, e invece sono sempre le prime!

Purtroppo, e questo è innegabile, lo stato (qualunque stato) è un'industria che se guadagna (se i costi sono inferiori alle entrate) può distribuire la ricchezza prodotta ma se perde (se i costi sono superiori alle entrate... ed in Italia lo sono ampiamente) non solo non può ridistribuire ricchezza (scuola e ricerca non limitate) ma deve anche provvedere a tagliare i costi... in ogni reparto "non direttamente produttivo"... come ad esempio l'istruzione.

Questa ARIDA logica tratta solo di ricchezza materiale. Nel bilancio ci deve entrare anche quella intellettuale, anche in periodi di magra come questi. Magari risparmiando sulle autostrade o sul ponte di Messina, o su tanto altro.

in ogni reparto "non direttamente produttivo"... come ad esempio l'istruzione.

questa frase mi ha creato un brivido seguito da un po' di nausea, anchese ho mangiato leggero!

gli stati dove la ricerca è più avanzata sono proprio quelli che decenni orsono hanno fatto ciò che noi stiamo facendo ora

si, ma la ricerca lì si fa solamente nei campi economicamente produttivi.
Intanto il malato di un morbo raro muore indisturbato!! A chi vuoi che interessi investire soldi per lui e un'altra manciata di poveri sfortunati.
Corsi con due o tre iscritti? Docenti fantasma? Sedi distaccate senza alcun criterio? Ereditarietà delle cattedre? beh, credo che questi rami possano tranquillamente essere tagliati senza dannggiare il buono che c'è...

per finire in bellezza su questo sono d'accordo...beh, credo che lo siano tutti!!
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Ric
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Regione: Piemonte


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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 29 ottobre 2008 : 22:27:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Interessante vedere un moderatore che anzichè moderare incentiva una discussione meno pacata.

Bucolico intendevo "idilliaco" che tradotto nei termini della discussione in atto significa auspicabile ma... ahimè irrealizzabile.

Innanzitutto il ponte sullo stretto di Messina non esiste ed autostrade efficienti neppure e se ci fossero magari ci sarebbero anche più soldi da spendere per l'istruzione. Il mondo in cui le scienze umanistiche vivevano della loro pura essenza è stato parecchi secoli orsono quando le masse morivano di fame e pochi illuminati si dedicavano al piacere della conoscenza. Amo la natura esattamente come tutti voi. Amo lo studio, il progresso e tutte le scienze ma vivo con i piedi per terra in una società che sta regredendo. Scusatemi ma come si può pensare ad un istruzione efficiente senza regole...

Se tutto è già ridotto all'osso, se tutto non funziona, evidentemente è perchè mancano regole rigide e severe. Sopratutto in termini di economia degli sprechi e dei costi. Non vedo cosa ci sia di sbagliato nell'adottare modelli "aziendali" per l'università. Ogni azienda vive per guadagnare ed allo stesso tempo crescere facendo crescere e vivere chi contribuisce al suo benessere. Perchè questo modello non si può esportare anche nell'istruzione... non è forse così in tutti gli altri paesi dove la ricerca è all'avanguardia (era... perchè la crisi è globale e non Italiana).

P.S.: I campi più produttivi oggi sono le scienze ambientali, l'ecologia, la bioarchitettura, etc.. etc... e lo saranno sempre di più.

Enrico

Modificato da - Ric in data 29 ottobre 2008 22:31:09
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giova80
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Flora e Fauna

Inserito il - 29 ottobre 2008 : 22:33:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Ric:

Interessante vedere un moderatore che anzichè moderare incentiva una discussione meno pacata.

Bucolico intendevo "idilliaco" che tradotto nei termini della discussione in atto significa auspicabile ma... ahimè irrealizzabile.

Innanzitutto il ponte sullo stretto di Messina non esiste ed autostrade efficienti neppure e se ci fossero magari ci sarebbero anche più soldi da spendere per l'istruzione. Il mondo in cui le scienze umanistiche vivevano della loro pura essenza è stato parecchi secoli orsono quando le masse morivano di fame e pochi illuminati si dedicavano al piacere della conoscenza. Amo la natura esattamente come tutti voi. Amo lo studio, il progresso e tutte le scienze ma vivo con i piedi per terra in una società che sta regredendo. Scusatemi ma come si può pensare ad un istruzione efficiente senza regole...

Se tutto è già ridotto all'osso, se tutto non funziona, evidentemente è perchè mancano regole rigide e severe. Sopratutto in termini di economia degli sprechi e dei costi. Non vedo cosa ci sia di sbagliato nell'adottare modelli "aziendali" per l'università. Ogni azienda vive per guadagnare ed allo stesso tempo crescere facendo crescere e vivere chi contribuisce al suo benessere. Perchè questo modello non si può esportare anche nell'istruzione... non è forse così in tutti gli altri paesi dove la ricerca è all'avanguardia (era... perchè la crisi è globale e non Italiana).

P.S.: I campi più produttivi oggi sono le scienze ambientali, l'ecologia, la bioarchitettura, etc.. etc... e lo saranno sempre di più.

Enrico


sono scolvolto da queste parole.. mi sembra di sentire parlare qualcuno di molto conosciuto..

peccato pero' che la ricerca dovrebbe essere a servizio dell'umanita non di una azienda privata..



Giovanni A difesa della natura..

Modificato da - giova80 in data 29 ottobre 2008 22:40:05
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