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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Autore |
Discussione |
Hemerobius
Moderatore
Città: Alghero
Prov.: Sassari
Regione: Sardegna
4877 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 06 ottobre 2008 : 06:50:27
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Sono molto interessato all'approccio al problema di Alessandro. Pragmatico ed utilizzabile in pratica. Amo molto chi, per usare un'espressione di Sarah (ma non solo), rimane con i piedi ben piantati nel fango e si rimbocca le maniche per risolvere i problemi. In questo momento della discussione però sono più attratto dal "vero problema". Si tratta di un argomento spinosissimo, che non sarà possibile (e forse nemmeno opportuno) sviscerare qui, e che nessuno affronta a cuor sereno ma che, se si vedessero le cose con distacco "marziano", sarebbe LA priorità.
Parto con qualche citazione (in ordine inverso di apparizione).
| Messaggio originario di Flavia: Concludo con una frase che dicono i Pigmei:"Nella foresta c'è tutto quello di cui l'uomo ha bisogno, acqua, cibo, medicine, riparo. Coloro che muoiono di fame pur vivendo vicino alla foresta, muoiono perchè non sanno sfruttare le risorse che la natura gli offre" |
Sì, Flavia, ma quanti sono i pigmei? In altre parole quanti "esemplari" di uomo per chilometro quadrato si trovano nella foresta, o nei vicini deserti, o in Australia prima dell'arrivo dell'uomo "bianco", od in Amazzonia?
| Messaggio originario di Hemerobius: Faccio un esempio concreto. Un'area boschiva piccola (400 ha) ma importantissima situata vicino al mare a sud delle foci del Po. Il Gran Bosco della Mesola, arrivata a noi perché un tempo era riserva di caccia! Ospitante l'unica ed ultima popolazione di cervo di sicura origine autoctona della pianura padana. Popolazione piccolissima. Quache decina di anni fa introdussero nel bosco il daino. Questo fa due cuccioli all'anno, il doppio del cervo, è molto più adattabile e compete meglio del cervo in un ambiente perturbato come per forza è ora questo piccolo lembo di bosco. Il cervo stava per estinguersi, quindi è stata creata un'area recintata solo per lui all'interno del bosco. Il daino però non si è limitato a competere col cervo, ha cominciato ad esercitare una pressione insostenibile sullo stesso bosco. Non c'era più rinnovamento, alcune specie vegetali importanti cominciavano a diminuire, insomma un disastro. Cosa avresti fatto tu? |
Stesso discorso, per salvare il bosco c'è una sola soluzione: diminuire la densità dei daini. Le contestazioni possono esserci solo sul metodo.
| Messaggio originario di lynkos: Con tutto questo non voglio dire assolutamente che l'uomo dovrebbe stare lì con le mani in mano. Anzi. Secondo me, ha già un bel lavoro avanti cercando di capire e gestire se stesso, con l'obiettivo di ridurre la pressione immane della sua propria specie per dare alla natura una tregua e spazio per fare il suo lavoro in modo efficace. Ecco la vera sfida e nel mio parere umile da non-esperto, a questo punto l'unica strada percorribile. Significherebbe limitare la crescita della popolazione mondiale e l'occupazione del suolo o almeno bloccarle al livello attuale, vorrebbe dire mutare l'intera base del nostro sistema socioeconomico basato sulla crescita economica infinita, riducendo da molto entrambi il consumo di materie prime e l'inquinamento. ... |
Sarah, che non è esperta (), centra in pieno il problema. Quanto territorio ciascuno di noi può occupare? E certo si può e si deve lavorare per cercare di diminuire l'impatto individuale. Ma in quanti siamo? Quanto territorio possiamo lasciare alle altre componenti della natura? Quanto ne dovremo lasciare obbligatoriamente libero per garantire la sopravvivenza a noi stessi? Si torna al discorso iniziale di Alessandro: un pescatore può raccogliere 50 ricci di mare, ma quanti sono i pescatori che li raccoglieranno? Quanti ricci COMPLESSIVAMENTE saranno raccolti?
Ciao Roberto
verum stabile cetera fumus |
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vespa90ss
Utente Super
Città: Firenze
Regione: Toscana
6434 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 06 ottobre 2008 : 08:22:28
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Quanto territorio possiamo lasciare alle altre componenti della natura? Quanto ne dovremo lasciare obbligatoriamente libero per garantire la sopravvivenza a noi stessi?
In Svezia sono riusciti a trovare questo giusto equilibrio, Roberto. Ma ci sono riusciti perchè non è l'unico equilibrio che sono stati in grado di raggiungere. E' anche una questione di apertura mentale e di programmazione delle proprie scelte di vita in funzione delle risorse naturali disponibili. La prima cosa che avremmo fatto in Italia sarebbe stata quella di bruciare tutti i boschi svedesi per edificarci sopra.... Beppe
La Natura è vibrazione e ci pervade: ingrato compito coglierne la Luce e condividerla.
Beppe Miceli |
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lynkos
Con altri occhi
Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara
Regione: Abruzzo
17647 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 06 ottobre 2008 : 08:24:00
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| Messaggio originario di Hemerobius:
Quanto territorio ciascuno di noi può occupare? E certo si può e si deve lavorare per cercare di diminuire l'impatto individuale. Ma in quanti siamo? Quanto territorio possiamo lasciare alle altre componenti della natura? Quanto ne dovremo lasciare obbligatoriamente libero per garantire la sopravvivenza a noi stessi? |
Ecco che ci siamo !!!! | Si tratta di un argomento spinosissimo, che non sarà possibile (e forse nemmeno opportuno) sviscerare qui, e che nessuno affronta a cuor sereno |
Appunto... Abbiamo fatto un viaggio all'inverso per arrivare solo adesso al punto di partenza. Senza affrontare le domande che ci pone Roberto, senza negoziare e accordare un quadro di riferimento, è quasi impossibile di portare avanti una discussione sensata sul concetto dell'impatto ambientale. Ma può darsi benissimo che di individuare quel terreno in comune semplicemente non è possibile, o almeno che è fuori lo scopo di questo forum, visto che bisogna confrontarci non tanto sul terreno già minato dell'ambiente e dell'ecologia, quanto quello mooolto più insidioso dell'etica e delle scienze socioeconomiche. Non è un problema solo per noi, ma anche ai livelli decisionali più alti. Non solo non c'è consenso sulle risposte delle domande di Roberto, non c'è nemmeno accordo sull'indicatore migliore da usare per misurare l'impatto ambientale e la sostenibilità di un determinato attività o intervento. Basta seguire il dibattito acceso che circonda uno della nuova generazione di indicatori più interessante, l'impronta ecologica (ecological footprint). E' un argomento tremendamente complesso e combattuto, per avere un'idea, basta guardare la voce di Wikipedia dove sotto il titolo "Limiti" dice: "L'impronta ecologica ha parecchi limiti, riconosciuti dagli stessi autori. In primo luogo riduce tutti i valori ad un sola unità di misura, la terra. Ciò distorce la rappresentazione di problemi complessi e multidimensionali. Relativamente all'energia, vi sono problemi di stima del rendimento; non si fa riferimento all'approvvigionamento da fonti non rinnovabili; non sono considerate altre emissioni oltre a quella di CO2; nel caso dell'energia nucleare le scorie radioattive sono semplicemente ignorate. Poiché i consumi sono riferiti alle sole risorse rinnovabili, non viene misurata la dipendenza da risorse non rinnovabili (minerali, petrolio). Lo stesso si può dire per la produzione di rifiuti e di materiali non smaltibili. L'inquinamento non è considerato, ad eccezione delle emissioni di CO2. Da ciò deriva che: 1. il danno ambientale reale è molto maggiore di quello che mostra l'impronta ecologica, perché non vengono considerati molti fattori degradanti; 2. l'impronta ecologica fornisce utili indicazioni, ma rimane uno strumento non definitivo per le scelte dei governi: anche se si dovesse raggiungere la parità tra consumi e disponibilità questo non ci assicurerebbe la soluzione dei problemi ambientali." Insomma, con un punto di partenza così e i temporali che incombono tutto intorno, bisogna avere un bel coraggio per imboccare la strada!
Sarah Gregg - Con altri occhi
"A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?" Eugene Smith, fotografo americano |
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Hemerobius
Moderatore
Città: Alghero
Prov.: Sassari
Regione: Sardegna
4877 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 06 ottobre 2008 : 08:43:16
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Mi aspetta una intensa giornata di lavoro seguita da una settimana "fuori sede", con dispiacere non vi potrò più seguire (o farlo solo mooolto sporadicamente). Mi permetto per questo di "intasare" ancora una volta la discussione.
| Messaggio originario di lynkos: Uhm, trovo tutto questo consenso decisamente destabilizzante , mò che gli dico!? |
Effettivamente siamo arrivato quasi "consensualmente" ad un limite invalicabile (ce lo chiedono prudentemente e GIUSTAMENTE i nostri amministratori di non entrare nei paludosi territori delle questioni socio-economiche, religiose e politiche) che è rappresentato dal problema della crescita più che esponenziale della popolazione umana. Se questo consenso perdura sarà necessario (ed utile, forse estremamente utile) fare numerosi passi indietro e seguire la traccia che, saggiamente, aveva aperto Alessandro. Quella della valutazione dell'impatto e dell'etica degli interventi di gestione delle risorse naturali. Non che siano "buccia di giogga" (buccia di chiocciola, come dicono a Sassari facendo riferimento agli avanzi dei banchetti a base di lumache tradizionali in città) (), tutt'altro. Ma sono argomenti serenamente affrontabili.
Ciao Roberto
verum stabile cetera fumus |
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lynkos
Con altri occhi
Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara
Regione: Abruzzo
17647 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 06 ottobre 2008 : 08:59:24
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| Messaggio originario di Hemerobius:
Se questo consenso perdura sarà necessario (ed utile, forse estremamente utile) fare numerosi passi indietro e seguire la traccia che, saggiamente, aveva aperto Alessandro. Quella della valutazione dell'impatto e dell'etica degli interventi di gestione delle risorse naturali. [...] sono argomenti serenamente affrontabili. |
Non ne sono convinta Roberto, a me sembra semplicemente una questione di scala e che è comunque difficile di affrontare discorsi di impatto e etica senza avere prima un consenso sull'obiettivo. Prendo in prestito di nuovo le parole di Flavia: | mi sono sentita dire da proff. [...] "non siate troppo rigidi nelle valutazioni che fate, non si può dire di no a qualsiasi progetto, ad una strada, ad un palzzo, ad un'ospedale, ad una diga...bisogna sempre fare un analisi dei costi e dei benefici" Il concetto è che se una cosa è necessaria per la società, per lo sviluppo economico, per l'uomo, non si può dire di no, perchè si sciupa l'ambiente. I naturalisti, i biologi, i geologi sono costretti a dire di si anche se il prezzo da pagare per l'ambiente è molto elevato. |
Per forza per andare oltre, bisogna affrontare un discorso di priorità. Chi è che decide se la "società" in questione è quella locale limitata al territorio, o quella più ampia del paese, il continente, il mondo; chi è che dice che lo sviluppo economico è sempre necessario, benefico, giusto; chi decide se gli interessi dell'uomo dovrebbero prendere il sopravvento su quelli dell'ambiente? Per non entrare nel discorso che in questi calcoli spesso (o sempre) ci sono "uomini di prima categoria" e "uomini di seconda categoria" e non sempre gli interessi coincidono. Sono questioni politiche e socioeconomiche semmai, che hanno poco a che fare con l'ecologia. L'unica cosa è di chiamare una tregua e parlare esclusivamente di questioni tecniche e procedurali. Che non sarebbe una brutta cosa insomma.
Sarah Gregg - Con altri occhi
"A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?" Eugene Smith, fotografo americano |
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theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 06 ottobre 2008 : 09:43:31
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| Messaggio originario di Hemerobius: ce lo chiedono prudentemente e GIUSTAMENTE i nostri amministratori di non entrare nei paludosi territori delle questioni socio-economiche, religiose e politiche
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Le regole di questo forum un po' atipico le stiamo costruendo insieme, una discussione dopo l'altra. Vi dico la mia opinione su quanto, giustamente, ha ricordato Roberto, tenendo presente che gli amministratori, che sicuramente ci seguono, interverranno personalmente ad aggiustare il tiro qualora ne sentano la necessità.
Partendo dal presupposto che ogni volta che si parla di scelte si parla di 'politica', e questo vale in tutti i forum di NM, ritengo che affrontare discussioni che trattano direttamente di temi politici sia lecito, a condizione di trattare la politica come 'scienza che agisce sulla gestione delle risorse' e non come materializzazione di questo principio nella vita quotidiana. In parola povere se qualcuno critica le scelte della società capitalista, in tema di gestione ambientale, non ci vedo nulla di male, anzi mi sembra un ottimo terreno di confronto.
Se qualcuno invece scrive che il tal politico, o il tale schieramento è meglio/peggio dell'altro, affronta l'argomento in modo qui non accettabile: non perchè non sia giusto e nobile fare attività politica, ma solo perchè un forum non è il posto adatto. Chi desidera (e mi auguro siano tanti) non solo discutere, ma intervenire praticamente nella gestione delle risorse deve farlo attraverso la partecipazione diretta alla vita politica e sociale della sua realtà.
Un discorso simile vale per la religione: parlare dei rapporti tra scienza e religione è argomento buono per confrontare tra loro le coscienze; viceversa discutere del primato dell'etica cristiana su quella islamica (o viceversa), oppure dei valori della fede rispetto a quelli dell'ateismo, non sono invece argomenti di confronto, ma diventano inevitabilmente manifestazioni ideologiche, ancora una volta inadatte al forum.
Ho fatto qualche esempio perchè non è possibile tracciare una regola precisa, ma sono certo che il buon senso di tutti concorrerà a formalizzare una regola non scritta, ma non per questo meno valida.
Ritornando al tema di questa discussione rilevo che sta procedendo su due binari paralleli: uno più tecnico e uno più antropologico; mi sembra che i due percorsi possano convivere e forse anche arricchirsi scambievolmente, quindi invito Alessandro, qualora abbia la voglia e il tempo necessari, a non abbandonare il binario tecnico... sono certo che interessa a molti utenti.
Ciao, Andrea |
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Flavia
Utente Senior
Città: Terni
Prov.: Terni
Regione: Umbria
565 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 06 ottobre 2008 : 10:41:22
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| Ritornando al tema di questa discussione rilevo che sta procedendo su due binari paralleli: uno più tecnico e uno più antropologico; mi sembra che i due percorsi possano convivere e forse anche arricchirsi scambievolmente, quindi invito Alessandro, qualora abbia la voglia e il tempo necessari, a non abbandonare il binario tecnico... sono certo che interessa a molti utenti.
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Credo anche io che i due binari possano convivere, anzi credo che siano strettamente interconnessi, infatti riassumendo mi sembra di capire che le domande si sono intrecciate - Siamo troppi sulla Terra, come faremo a garantire la sopravvivenza all'umanità nel futuro? - Siccome siamo troppi il nostro impatto sull'ambiente è diventato esagerato. Noi abbiamo creato il problema. Noi dovremo risolverloin qualche modo, ma come? - Come ci muoviamo provochiamo disastri? - Oppure possiamo comunque agire sull'ambiente e sugli ecosistemi cercando di tamponare i danni o non creandone di così catastrofici?
Aggungo una domanda che rilega il tutto
- Nel futuro saremo in grado senza provocare la sesta estinzione,quindi limitando gli impatti negativi o avendoni di positivi, di sfamare tutta la popolazione della terra (dove per sfamare si intende facendo viverla decentemente), questo sarà possibile se come dicono le statistiche nel 2020 arriveremo a 8 miliardi di persone?
Aggiungo inoltre per Hemerobius che la mia frase sui Pigmei, infatti sarebbe rimasta sensata se le popolazioni dei paesi che noi oggi chiamiamo in "via di sviluppo" fossero state lasciate svilupparsi da sole. Ma la storia è storia e i nostri antenati non potevano assolutamente pensare di creare così tanto caos. Per ora mi limito a fare ledomande, a voi le risposte.
P.S. è chiaro che io ho generalizzato molto i problemi, ma questiprima di essere affrntati a livello modiale dovranno essere affrontati a livello locale.
Flavia |
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lynkos
Con altri occhi
Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara
Regione: Abruzzo
17647 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 06 ottobre 2008 : 12:07:28
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Lancio un'idea di ritirarci indietro dall'abisso ! Potrebbe essere molto interessante per un non-addetto ai lavori come me di sapere come in pratica si affronta uno studio di impatto ambientale, l'approccio, i metodi, le analisi, le indagini, i punti di riferimento, e così via. Se qualcuno con esperienza pratica sul campo si sente di raccontare, potrebbe essere prezioso. Eventualmente si potrebbe prendere l'esempio di AlessandroPL (per distinguerlo da AlessandroPD ).
| Messaggio originario di Piccolo Lupo:
Se e quando vi andrà siete disponibili a darmi il vostro pensiero riguardo ad una grande opera e relativo impatto ambientale? Non sò fornirvi il link più corretto per sviluppar l'argomento ma son sicuro che da soli da un qualsiasi motore di ricerca troverete sufficenti informazioni. ENEL centrale idroelettrica di Entracque. Posso dirvi che ho seguito negli anni a partire da bambino, correva l'anno 1969 la costruzione di quest'opera, ricordo le scritte ed i manifesti sulle casermette del periodo bellico che riportavano: Visitate la Valle (valle Gesso) prima che l'Enel la distrugga! Da allora ho continuato a visitar la valle e quei monti,ne ho visto le grandi movimentazioni di mezzi e materiali e temevo, temevo fortemente per quel che è diventato poi il Parco dell'Argentera-Mercantour delle Alpi Marittime... |
Sarah Gregg - Con altri occhi
"A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?" Eugene Smith, fotografo americano |
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elleelle
Moderatore Trasversale
Città: roma
Regione: Lazio
33002 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 06 ottobre 2008 : 12:57:49
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Sul binario antropologico mi sembrano insensati i calcoli di chi, per reazione agli allarmi di Rifkin e altri, cerca di dimostrare che, spremendo il pianeta, ci si potrebbe vivere anche più di 20 milioni. Ma sarebbe vita come la intendiamo oggi? potremmo andare a rilassarci in un bosco, su una spiaggia ad osservare gli animali, o saremmo quasi soli? Se, oltre che alla sopravvivenza, ci teniamo anche alla qualità della vita, penso che nel mondo siamo già troppi, come dice Sarah.
Per quanto riguarda le proposte pratiche, penso che si dovrebbero creare degli organismi gestiti da esperti (tipo le "autorities") per monitorare lo stato di salute ecologica almeno degli ambienti più interessanti, a cominciare dai parchi. Quesi organismi dovrebbero redigere le linee guida per le azioni a breve e medio termine su quel territorio, sia ponendo vincoli urbanistico-industriali, sia indicando interventi sulla flora e la fauna.
Per esempio, per citare un parco che conosco abbastanza bene e che ho visto nascere - il Parco dell'Uccellina - a occhio e croce penso che ci siano troppi cinghiali e troppe volpi, che rendono sempre più difficile la sopravvivenza delle specie più piccole. Ma si tratta di una sensazione molto grossolana e limitata a due animali appariscenti; degli esperti farebbero, ovviamente, cose più serie.
Per citare un parco completamente diverso - ma anche questo l'ho visto nascere - il parco dell'Arcipelago della Maddalena, invece, l'ecosistema sembra equilibrato, ma le misure protezionistiche sono inadeguate. Oggi, si consente l'accesso ad un numero astronomico di imbarcazioni di tutte le stazze, e il numero è triplicato dopo l'istituzione del parco, perché è diventata una meta "in". Se si guarda l'immagine su Google earth si resta inorriditi dal numero di puntini bianchi che ci sono. Così, sono aumentati i rifiuti, la plastica, gli scarichi a mare, e questo è particolarmente grave nella laguna tra Budelli, Razzoli e Santa Maria, chiamata "le piscine", dove la profondità va da 0 a soli 5 metri.
Questo, non a titolo di denuncia, ma solo di esempio del tipo di indirizzi che potrebbe dare un'"autority per l'ambiente".
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Piccolo Lupo
Utente Senior
Città: Cairo Montenotte
Prov.: Savona
Regione: Liguria
687 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 06 ottobre 2008 : 13:11:51
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| Messaggio originario di lynkos:
Lancio un'idea di ritirarci indietro dall'abisso ! Potrebbe essere molto interessante per un non-addetto ai lavori come me di sapere come in pratica si affronta uno studio di impatto ambientale, l'approccio, i metodi, le analisi, le indagini, i punti di riferimento, e così via. Se qualcuno con esperienza pratica sul campo si sente di raccontare, potrebbe essere prezioso. Eventualmente si potrebbe prendere l'esempio di AlessandroPL (per distinguerlo da AlessandroPD ).
| Messaggio originario di Piccolo Lupo:
Se e quando vi andrà siete disponibili a darmi il vostro pensiero riguardo ad una grande opera e relativo impatto ambientale? Non sò fornirvi il link più corretto per sviluppar l'argomento ma son sicuro che da soli da un qualsiasi motore di ricerca troverete sufficenti informazioni. ENEL centrale idroelettrica di Entracque. Posso dirvi che ho seguito negli anni a partire da bambino, correva l'anno 1969 la costruzione di quest'opera, ricordo le scritte ed i manifesti sulle casermette del periodo bellico che riportavano: Visitate la Valle (valle Gesso) prima che l'Enel la distrugga! Da allora ho continuato a visitar la valle e quei monti,ne ho visto le grandi movimentazioni di mezzi e materiali e temevo, temevo fortemente per quel che è diventato poi il Parco dell'Argentera-Mercantour delle Alpi Marittime... |
Sarah Gregg - Con altri occhi
"A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?" Eugene Smith, fotografo americano
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Mi rendo conto di esser passato da un estremo all'altro, da un impatto ambientale su 2 ettari ad una grande opera protrattasi per decenni, non sò se siete riusciti a prender visione di cosa si tratta, ma credo che proprio in una grande opera tipo questa si possano racchiudere e sviluppare molti dei concetti espressi sopra da tutti voi.
"se avessi cinquantatre' minuti da spendere, camminerei adagio adagio verso una fontana..." |
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Piccolo Lupo
Utente Senior
Città: Cairo Montenotte
Prov.: Savona
Regione: Liguria
687 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 06 ottobre 2008 : 13:22:22
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| Messaggio originario di elleelle:
Per citare un parco completamente diverso - ma anche questo l'ho visto nascere - il parco dell'Arcipelago della Maddalena, invece, l'ecosistema sembra equilibrato, ma le misure protezionistiche sono inadeguate. Oggi, si consente l'accesso ad un numero astronomico di imbarcazioni di tutte le stazze, e il numero è triplicato dopo l'istituzione del parco, perché è diventata una meta "in".
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Ho seguito proprio stanotte una trasmissione su questo parco, pare che dopo l'abbandono degli americani ci si avvii da parte della popolazione locale ad un referendum per chiuderlo. La gestione ai locali non pensi che avvierebbe il tutto sempre più sul binario della meta "in"? Fosse non altro per recuperar i dollari persi?
"se avessi cinquantatre' minuti da spendere, camminerei adagio adagio verso una fontana..." |
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Tetrao
Utente Senior
Città: Bormio
Prov.: Sondrio
Regione: Lombardia
2749 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 06 ottobre 2008 : 13:44:08
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Devo ammettere che non seguendo i post per alcuni giorni faccio fatica a riprendere!
Per prima cosa,non prendetevela,ma eviterei messaggi più lunghi di 20 righe,indipendentemente dalla loro qualità e utilità si rischia di perdere concetti importanti! Piuttosto son meglio poche frasi,ma più volte!
Tornando a noi ho letto cose che condivido e altre meno!
Una cosa ritengo fondamentale:
Non è detto che bisogna fare tutto bene e subito, si può correggere il tiro ... insomma! Che mi infastidisce è l'immobilismo! Quindi niente è più lontano dalle mie idee,che affermare: se l'uomo tenta di correggere uno squilibrio sbaglia in partenza perchè alla fine il vero regolatore è la Natura!
E un concetto per nulla pratico,che però pare molto in voga! Saluti!
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Hemerobius
Moderatore
Città: Alghero
Prov.: Sassari
Regione: Sardegna
4877 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 06 ottobre 2008 : 14:18:41
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| Messaggio originario di Tetrao: Per prima cosa,non prendetevela,ma eviterei messaggi più lunghi di 20 righe,indipendentemente dalla loro qualità e utilità si rischia di perdere concetti importanti! |
Beh, sono andato a contarmi le righe (le mie) e se escludo citazioni, saluti e faccine varie arrivo al massimo per un paio di volte a 21 . Evviva! Però c'è da dire che qualcuno, come me, ha la possibilità (per i motivi più vari) di andare sul forum 20 volte al giorno per 5 minuti ciascuna e ... scrive poco. Chi ci capita solo due volte con un po' più di tempo e ... scrive trop ... ehm ... di più. ()
Ciao Roberto
verum stabile cetera fumus |
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lynkos
Con altri occhi
Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara
Regione: Abruzzo
17647 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 06 ottobre 2008 : 14:43:20
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Cari, chiedo scusa, è la vecchia giornalista che salta fuori... Ma cosa sto dicendo!? Che scuse scuse! Anzi, sono fiera del mio gesto di ribellione contro la società della comunicazione abbreviata, lo sms, lo spot pubblicitario e il "flash" lampo del telegiornale. Comunque, quella era solo la premessa, metto le altre 10 pagine domani .
Sarah Gregg - Con altri occhi
"A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?" Eugene Smith, fotografo americano |
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Caterina
Utente V.I.P.
Città: Letojanni
Prov.: Messina
Regione: Sicilia
362 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 09 ottobre 2008 : 21:34:03
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E' vero, più di qualche riga e poi stanca... chiedo scusa per il lungo post di prima e aggiungo "brevementissimante":
Beppe (vespa90ss) la Svezia, Finlandia e zone scandinave non hanno la densità di popolazione dell'Italia! certo che si possono permettere più boschi: Svezia 21,9 ab./km² Finlandia 17,1 ab./km²(!) Italia 198,2 ab./km²
(a parte il rapporto diverso con la natura e con le leggi che questi paesi hanno e noi no)
Poi, per chi scrive quale sarà il futuro di noi esseri umani tra 50 anni? beh, facile a dirlo noi che viviamo bene nel nostro mondo occidentale, perchè non chiederlo a quei quasi 900 milioni di persone che soffrono la fame ogni giorno? E NON per colpa di mancanza di risorse ma semplicemente per la sbagliata suddivisione delle risorse...
vi lascio con una frase: FAO Director-General Jacques Diouf pointed out that the world spends $1,200 billion on weapons and excess consumption by the obese is valued at $20 billion. “Against that backdrop, how can we explain to people of good sense and good faith that it was not possible to find US$30 billion a year to enable 862 million hungry people to enjoy the most fundamental of human rights: the right to food and thus the right to life?” he said.
(Traduzione veloce: il direttore generale della FAO ha fatto notare che il mondo spende 1.200 miliardi di dollari in ARMI e la consumazione (alimentare) in eccesso da parte degli obesi è valutata a 20 miliardi di dollari. "Con questa premessa, come si può spiegare a persone di buon senso e di buona fede che non è stato possibile trovare 30 miliardi di dollari all'anno per far si che le 862 milioni di persone affamate possano avere il diritto fondamentale tra i diritti umani: il diritto al cibo e quindi alla vita?" ha commentato).
La natura non sta bene, noi non viviamo bene (neanche noi no...) e questo continuerà per anni, ma intanto il nostro riferimento non è come vivevano gli antichi romani ma i nostri nonni (forse!) quindi la situazione peggiorerà senza che nessuno faccia (o possa fare!) qualcosa...!
questo non significa che non dovremmo fare qualcosa, tutto l'opposto.
(22 righe senza contare la traduzione ) |
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elleelle
Moderatore Trasversale
Città: roma
Regione: Lazio
33002 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 09 ottobre 2008 : 23:17:04
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Mi convinco sempre di più che, se non mi compro il carro armato che mi ha consigliato Hemerobius, con quello che sto dicendo mi metto nei guai.
Secondo me, la strada per migliorare il rapporto tra umanità e natura non è di sfamare "a piè di lista" gli affamati del mondo, anche se, umanamente, ci farebbe piacere. Secondo me, quei miliardi si dovrebbero spendere prima di tutto per insegnare, per esempio, alle donne africane a non fare mediamente 7 figli a testa, come fanno ora. Altrimenti, ci saranno sempre più affamati e non basterà, per risolvere il problema, neppure sacrificare tutte le terre rimaste allo stato selvaggio per farne campi coltivati. Altro che protezione della natura!
Ricordiamoci anche che le organizzazioni come la FAO sono tra i nostri peggiori nemici: hanno una visione completamente antropocentrica e della natura e della biodiversità non gliene potrebbe fregare di meno!
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Modificato da - elleelle in data 09 ottobre 2008 23:24:32 |
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Ric
Utente Senior
Città: Alba
Prov.: Cuneo
Regione: Piemonte
1360 Messaggi Fotografia Naturalistica |
Inserito il - 09 ottobre 2008 : 23:25:44
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Beh, questo sarebbe decisamente più sostenibile...se poi mangiassimo un po' meglio tutti...
Enrico |
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lynkos
Con altri occhi
Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara
Regione: Abruzzo
17647 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 10 ottobre 2008 : 05:05:50
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Vedi il problema... qui siamo fermamente nel territorio dell'etica, dell'economia, della sociologia e della politica. Ci sarebbe da dire, anche tanto, ma io personalmente preferisco scegliere un altro campo di battaglia .
Sarah Gregg - Con altri occhi
"A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?" Eugene Smith, fotografo americano |
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Ric
Utente Senior
Città: Alba
Prov.: Cuneo
Regione: Piemonte
1360 Messaggi Fotografia Naturalistica |
Inserito il - 10 ottobre 2008 : 09:14:53
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Eh si, da dire c'è tanto davvero. Purtroppo al nostro livello (quello della gente comune) ci sono anche troppe persone che parlano ma purtroppo, anche se possiamo nel nostro piccolo fare tante scelte giuste, i cambiamenti veri e necessari oggi devono arrivare dai governi e dovrebbero essere a livello globale .
Enrico |
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012
9799 Messaggi
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Inserito il - 10 ottobre 2008 : 09:39:39
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| Messaggio originario di elleelle:
Ricordiamoci anche che le organizzazioni come la FAO sono tra i nostri peggiori nemici: hanno una visione completamente antropocentrica e della natura e della biodiversità non gliene potrebbe fregare di meno!
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Ti sbagli notevolmente! Tutti i progetti di riforestazione che vengono fatti (ad uno ho partecipato anch'io), la lotta alla desertificazione, l'uso razionale dell'acqua .... sono realizzati proprio dalla FAO. Anche se alcuni sono direttamente indirizzati verso la produzione di cibo, presentano importanti riflessi positivi sulla riduzione dell'impatto ambientale
Alessandro PD
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