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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


32959 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 05 gennaio 2016 : 16:33:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Io intendevo inizio e morte in generale (anche di una stella).

Per la paura della morte sono d'accordo con te.
Comunque, l'istinto di conservazione, come tutti gli istinti, permane anche quando diventa inutile, come nel caso dei vecchi non riproduttori.

Del resto, questi istinti non sono "progettati" ad hoc, ma esistono o non esistono, e gli individui che li posseggono sono selezionati statisticamente attraverso la propagazione del loro DNA.

E' anche vero, come dici tu, che un vecchio vivo può contribuire alla propagazione del DNA del suo gruppo o della sua specie in maniera indiretta.
Per esempio, difendendo il gruppo dai predatori o facendo lui stesso da bersaglio per i predatori, finché è vivo, in modo da distoglierli dagli individui riproduttori.

Come - si dice - abbiano fatto alcuni piloti americani che, nella battaglia delle Midway, attaccarono le portaerei giapponesi pur avendo perso la bomba al momento del decollo; giusto per fare da bersaglio alla contraerea e dare maggiori probabilità a quelli con la bomba di passare.

Modificato da - elleelle in data 05 gennaio 2016 16:38:48
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grigua
Utente Junior

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Prov.: Genova

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Inserito il - 05 gennaio 2016 : 21:50:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sono rimasto colpito da alcune riflessioni:
Theco: 1-come ha potuto la vita continuare a svilupparsi positivamente in una dinamica governata solo dal caso? 2-riconoscere al processo evolutivo una capacità di auto-orientamento (come sottolineato da Mazzeip)
Gabrif: La risposta classica è: grazie ad un flusso di energia disponibile nel sistema.
Vorrei presentare le mie, per rsipondere a queste riflessioni
Un processo “simil-vitale” che val la pena di considerare è quello della nascita e della crescita dei cristalli. La cristallizzazione è un processo di riordino molecolare: si passa da molecole disordinate, ad uno stato cristallino dove si sistemano in modo ordinato e regolare, questo comporta una riduzione dell’entropia del sistema, e qualunque sistema tenderebbe naturalmente ad un incremento della sua entropia nel tempo, a ciò si oppone l’entalpia legata alla maggiore stabilità della sostanza cristallina rispetto a quella allo stato liquido o in soluzione, almeno a quelle determinate condizioni ambientali.
I cristalli rispondano ad almeno una parte delle qualità richieste per essere considerati esseri viventi: nascono, crescono, si alimentano (acquisiscono molecole dal mezzo), si riproducono (se frantumiamo un cristallo, le parti possono accrescersi autonomamente) e muoiono (es. si sciolgono se cambiano le condizioni ambientali). Potremmo riconoscere ai cristalli anche una certa “sensibilità” agli stimoli esterni, ed in particolare a quelli di natura elettromagnetica e meccanica: dall’effetto piezoelettrico a quello fotocromatico, dal termotropismo al fototropismo dei cristalli liquidi, fino ad arrivare alla natura cristallina dei wafer semiconduttori a base di silicio che costituiscono i microchip. Si tratta di speculazioni ma i cristalli rappresentano probabilmente la naturale forma di aggregazione della materia allo stato solido.
Erwin Schrödinger negli anni ‘40 rileva la capacità dei sistemi viventi di conservare e trasmettere grandi quantità di informazioni utilizzando un piccolo numero di molecole grazie a una struttura ordinata. Una struttura ordinata l’hanno i cristalli, ma essi ripetono sempre la stessa struttura, e quindi non possono gestire grandi quantità di informazioni. Schrödinger teorizzò che il gene può mantenere l'informazione grazie a una molecola di un "cristallo aperiodico" cioè una molecola di grandi dimensioni con una struttura non ripetitiva, capace di stabilità strutturale e capacità di contenere informazioni. Questo fu poi confermato da Watson e Crick con la scoperta della struttura del DNA che è appunto una struttura cristallina aperiodica. Secondo Schrödinger tutti i fenomeni fisici seguono il secondo principio della termodinamica e tendono verso lo stato energetico più basso, cioè subiscono un costante aumento di entropia. I sistemi viventi, sono in uno stato ad alta energia (quindi un disequilibrio), stazionario fino alla morte. I viventi allora contrastano l'aumento di entropia interno aumentando a loro favore l'entropia dell'ambiente esterno, prendono energia dall’ambiente per compensare l’energia che perdono e rimanere in disequilibrio stazionario. In questa ottica la riproduzione diventa un sistema di trasmissione di grandi quantità di informazioni.

La mia presunzione è rispondere alle riflessioni in particolare alla possibilità di auto orientamento e mantenimento del fenomeno vita, in coda aggiungo che tutto si lega alla presenza di uno straordinario elemento il carbonio e alle sue qualità (a differenza per es. del Silicio) : è molto abbondante nella crosta terrestre, è capace di formare lunghe catene stabili, può formare doppi legami, può esistere sotto forma gassosa e sciogliersi in acqua, per cui è disponibile direttamente agli organismi, può formare cristalli.

Sergio
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grigua
Utente Junior

Città: Genova
Prov.: Genova

Regione: Liguria


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Inserito il - 06 gennaio 2016 : 10:40:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ieri sera sono stato un po' sbrigativo perché devo preparare un grosso esame, quello che volevo dire è: i cristalli possono essere un modello e un esempio di crescita auto-orientata ? anche qui si può può parlare di evoluzione o perlomeno di schemi di disposizione degli atomi in reticoli cristallini diversi? si può parlare di caso che determina la nascita e la crescita delle strutture cristalline (e "biocristalline" aperiodiche) o sono semplicemente implicate questioni termodinamiche?

Sergio
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theco
Utente Super




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Inserito il - 06 gennaio 2016 : 12:33:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di grigua:

ieri sera sono stato un po' sbrigativo perché devo preparare un grosso esame, quello che volevo dire è: i cristalli possono essere un modello e un esempio di crescita auto-orientata ? anche qui si può può parlare di evoluzione o perlomeno di schemi di disposizione degli atomi in reticoli cristallini diversi? si può parlare di caso che determina la nascita e la crescita delle strutture cristalline (e "biocristalline" aperiodiche) o sono semplicemente implicate questioni termodinamiche?


Sicuramente le analogie non mancano, ma vedo anche molte differenze importanti.

Dal punto di vista cristallochimico il polimorfismo ammette strutture cristalline diverse a parità di composizione chimica, così come l'isomorfismo prevede una struttura cristallina omogenea al variare continuo della composizione chimica tra due estremi. Direi quindi che, a differenza di quanto magari si è portati a pensare, i cristalli possiedano a volte gradi di libertà critallochimici più elevati rispetto al dna, a prescindere dalla periodicità.

Sicuramente tanto i cristalli quanto il dna rappresentano un insieme ordinato di molecole, in quanto tale instabile dal punto di vista energetico rispetto all'ambiente esterno e quindi inevitabilmente destinato alla trasformazione (o alla morte se preferite).

Ho qualche perplessità in più sul fatto che si possa dire che i cristalli si alimentano: il loro 'assorbire dall'esterno' non è finalizzato a provvedere l'energia necessaria al mantenimento della forma (o se preferite della vita) come accade negli organismi biologici, ma è funzionale solo all'accrescimento dimensionale.

Sono perplesso anche sulla possibilità di associare i cristalli al concetto di riproduzione; la loro formazione e il loro accrescimento sono funzione diretta solo dello stato chimico-fisico della soluzione, ma l'individuo non possiede un codice interno di replicazione: se modifico le condizioni ambientali attorno ad un cristallo di pirite, per esempio portandolo in ambiente ossidante, ottengo un cristallo di goethite, con un reticolo e una composizione chimica diverse.

Concordo sulla sensibilità dei cristalli agli stimoli esterni, ma naturalmente non è possibile immaginare da parte loro una risposta orientata al contenuto dello stimolo.

Pare che per i virus si possa parlare di strutture intermedie tra quelle cristalline e quelle biologiche: possiedono materiale genetico ma non la possibilità di riprodurlo in modo autonomo e allo stato di virioni sono assimilabili a strutture cristalline.

Che esame stai preparando?

Ciao
Andrea
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grigua
Utente Junior

Città: Genova
Prov.: Genova

Regione: Liguria


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Inserito il - 07 gennaio 2016 : 10:00:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie per la risposta, naturalmente non volevo sostenere che i cristalli siano viventi, ho scritto “simil- e modelli e rispondano ad almeno una parte” né tantomeno “immaginare da parte loro una risposta orientata al contenuto dello stimolo”, a mio avviso le parole chiave sono “non possono gestire grandi quantità di informazioni” si possono pensare come modelli semplificati (anticipatori) del DNA e che comunque sono stati di aggregazione della materia allo stato solido che seguono un modello di crescita AUTO-orientato termodinamicamente. La pochezza di informazioni permette loro solo un modello semplificato rispetto al dna e contemporaneamente una maggiore libertà (“gradi di libertà critallochimici più elevati rispetto al dna” , “in ambiente ossidante, ottengo un cristallo di goethite”). Per la riproduzione in realtà un cristallo possiede un codice interno di moltiplicazione, si accresce sempre uguale, così come fanno gli animali a bassi livelli evolutivi e le piante, la chiamiamo per queste: propagazione o moltiplicazione, ben distinta dalla riproduzione che è sessuale. Poi parli di virus che per molti sono una via di mezzo tra i non viventi e viventi, e con questi condividono (come i cristalli) “almeno una parte” di qualità. L’origine poi dei virus è discussa e io sono affascinato dall’idea di una specializzazione estrema di parassiti o evoluzione regressiva.
Il mio intervento voleva soprattutto rispondere alla domanda di mazzeip: ma esiste una qualche prova o almeno indizio che possa supportare il fatto di "riconoscere al processo evolutivo una capacità di autoorientamento"? Forse un indizio esiste nei cristalli, ben diversi dal dna che comunque un cristallo è, e che forse grazie alla maggiore quantità di informazioni contenute può anche MUTARLE adattandosi all’ambiente mutevole, cioè evolvendosi.
L’esame è fisica quantistica, cioè Schrödinger a pranzo, colazione e cena, riporto una sua definizione di vivente: "un sistema termodinamico aperto, in grado di mantenersi autonomamente in uno stato energetico di disequilibrio stazionario e in grado di dirigere una serie di reazioni chimiche verso la sintesi di sé stesso". Questo lo differenzia nettamente dai cristalli come anche sosteneva Schrödinger.

Sergio
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theco
Utente Super




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Inserito il - 15 gennaio 2016 : 16:40:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di grigua:
Il mio intervento voleva soprattutto rispondere alla domanda di mazzeip: ma esiste una qualche prova o almeno indizio che possa supportare il fatto di "riconoscere al processo evolutivo una capacità di autoorientamento"? Forse un indizio esiste nei cristalli, ben diversi dal dna che comunque un cristallo è, e che forse grazie alla maggiore quantità di informazioni contenute può anche MUTARLE adattandosi all’ambiente mutevole, cioè evolvendosi.


Temo che Mazzeip sia 'allergico' ad ogni preposizione che ipotizzi la possibilità di una qualunque rotta

Scherzi a parte l'idea di grigua è interessante: il cristallo dna, che condivide l'origine fisico-chimica di ogni altra struttura cristallina, può avere sviluppato nel corso del processo evolutivo la capacità di mutare in modo non casuale, cioè la capacità di non limitarsi a produrre tutte le soluzioni possibili aspettando poi passivamente che la selezione faccia il suo lavoro, ma adattando attivamente le mutazioni alle necessità.

L'indizio è l'elevato contenuto informativo del cristallo (se è stato capace di imparare a riprodursi verrebbe da pensare che dare un indirizzo a questa sua capacità sia la meno), la prova non chiedetela perché possedendola grigua avrebbe già un Nobel sul comodino accanto al libro di quantistica.

C'è qualcuno che ha voglia di fare due chiacchiere ipotetiche su un'ipotesi un po' lamarckiana ma suggestiva? senza timore di compromettere la propria integrità di evoluzionista. Mi punge vaghezza di pensare che Dawkins accetterebbe l'invito, non fosse altro che per massacrare qualunque idea finalista o non rigorosamente meccanicistica.

Ciao
Andrea
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mazzeip
Moderatore


Città: Rocca di Papa
Prov.: Roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 15 gennaio 2016 : 19:24:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Suggestive chiacchiere lamarckiane: ottima ricetta per un sabato originale, poi con l'ipotesi di massacri di idee finaliste la cosa diventa ancora più accattivante




Paolo Mazzei
presidente della Associazione Lepidotterologica Italiana - ALI
leps.it: Moths and Butterflies of Europe and North Africa
serifoswildlife.net: Serifos wildlife
seychelleswildlife.info: Seychelles Wildlife
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marz
Utente Super

Città: Bergamo

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Inserito il - 15 gennaio 2016 : 22:27:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Io vorrei intervenire su una questione specifica e cioè quella dei cristalli e di presunte analogie con organismi viventi. Ritengo che qualunque analogia sia un pò forzata.

Tutti gli organismi viventi sono formati da cellule. Non ci sono organismi viventi che non siano formati da cellule.

La cellula non è un concetto astratto o filosofico. La cellula è definita dalla Treccani (e da tutti), come l' unità morfologica e fisiologica elementare di tutti gli organismi animali e vegetali. Le cellule hanno una determinata e ben definita organizzazione, morfologia, ecc...
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Non ci sono quindi sostanziali problemi nel definire se un qualsiasi “cosa” è vivente o no. Se è formata da cellule è vivente, se non è formata da cellule non è vivente.

Ci si potrebbe tutt’ al più porre la domanda se può esistere la vita senza cellule. Cioè, se la cellula è stata, evolutivamente parlando, una delle tante possibili combinazioni vincenti o se la vita debba necessariamente basarsi su cellule.

Io non so dare la risposta e credo che si potrebbe sapere solo se un giorno entreremo in contatto con altre forme di vita provenienti dal cosmo. Sulla Terra però è così e non ci sono eccezioni.

A dire il vero, forse una c’è, ed è costituita dai virus. E’ ampiamente discusso, senza che si sia arrivati ad una conclusione condivisa, se i virus possano considerarsi organismi viventi oppure no.

Se si considerassero organismi viventi, rappresenterebbero indubbiamente un’ eccezione (l’unica che si conosce), perché i virus non sono costituiti da cellule.

I virus presentano aspetti di straordinario interesse anche dal punto di vista strettamente evolutivo e potrebbero essere la prova della non direzionalità dei processi evolutivi. E’ però un argomento molto complesso e non mi sento di parlarne a braccio.



Giuseppe

Modificato da - marz in data 15 gennaio 2016 22:35:27
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theco
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Inserito il - 16 gennaio 2016 : 14:08:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di marz:
Non ci sono quindi sostanziali problemi nel definire se un qualsiasi “cosa” è vivente o no. Se è formata da cellule è vivente, se non è formata da cellule non è vivente.


Questo perchè ciò che è vivente non è la "cosa" ma le cellule che la compongono.

Gli organismi pluricellulari aggiungono organizzazione allo schema ma non lo modificano. Curioso è però che la cellula sia viva mentre nessuno dei suoi componenti preso singolarmente lo è, ivi compreso il dna.

Tutti i singoli componenti della cellula sono incomparabilmente più affini ad un cristallo che non ad una cellula e grigua ragionava proprio sulle conseguenze di possibili affinità tra il dna (non le cellule) e i cristalli.

Quanto poi al motivo per il quale un aggregato di elementi non vivi sia vivo penso che in effetti le possibili risposte siano più filosofiche che scientifiche, ma un confronto tra il dna e un cristallo potrebbe poggiare su buone basi scientifiche.
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marz
Utente Super

Città: Bergamo

Regione: Lombardia


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Inserito il - 18 gennaio 2016 : 22:33:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ammetto di avere scarsa fantasia, ma non riesco ad immaginare due strutture più diverse di un cristallo e di un DNA.

Non ho nessun problema a riconoscere il valore di Schrödinger e la sua importanza nel campo della fisica.

Sull' argomento specifico va però tenuto presente che Schrödinger scrisse "What is Life?" nel 1944, mentre la conoscenza della reale struttura del DNA risale solo al 1953.


Giuseppe
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theco
Utente Super




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Inserito il - 18 gennaio 2016 : 23:46:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di marz:

Ammetto di avere scarsa fantasia, ma non riesco ad immaginare due strutture più diverse di un cristallo e di un DNA.


Condivido la perplessità per l'accostamento inusuale, però pensandoci bene non mi sembra più azzardato che accostare un paramecio alla Pastorale di Beethoven.

Visto oggi il simpatico ciliato ha ben poco in comune con la musica sinfonica però è possibile immaginare, per quanto complessa, una linea filogenetica che li collega.

Allo stesso modo, per quanto oggi l'accostamento possa sembrare risibile, non vedo altra possibile origine per i primi aminoacidi di una sintesi inorganica, del tutto analoga quindi a quella dei cristalli.

La fantasia c'entra poco, siamo evoluzionisti: basta seguire il filo a ritroso.

Poi, come diceva ellelle, se la vita e la morte fossero solo convenzioni arbitrarie del nostro modo di percepire la realtà, allora forse non ci sarebbe nemmeno bisogno di andare indietro miliardi di anni per trovare affinità tra un cristallo e il dna: ancora oggi potrebbero essere esattamente la stessa cosa, solo con un livello diverso di complessità.

Lo trovo un pensiero confortante.

Ciao
Andrea
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gabrif
Moderatore


Città: Milano

Regione: Lombardia


3483 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 19 gennaio 2016 : 21:48:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ammetto di avere scarsa fantasia, ma non riesco ad immaginare due strutture più diverse di un cristallo e di un DNA.


Beh, ai tempi il contributo decisivo alla scoperta della struttura del DNA è venuto da una tecnica cristallografica (diffrazione a raggi X)...

G.

Nulla è piccolo in Natura. (George Perkins Marsh (1801-1882))
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fern
Utente Senior

Città: Vicenza


2346 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 28 gennaio 2016 : 17:27:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sul numero odierno di Nature c'è un bell'articolo su Dawkins, nel 40° anniversario de "Il gene egoista".
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marz
Utente Super

Città: Bergamo

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Inserito il - 30 gennaio 2016 : 13:43:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao fern. Ho evitato di replicare a Theco e Gabrif, perché avrei dovuto inevitabilmente dar ragione a mazzeip, su l’ inutilità di discutere, in questa sede, di certi argomenti.

Io avrò mille difetti (si fa per dire ), ma sono esplicito e le mie considerazione cerco sempre di esprimerle con la massima chiarezza possibile. Cosa vorranno mai dire quelle frasi buttate lì quasi per caso? Non lo so; in ogni caso, nulla di costruttivo ai fini della discussione. Comunque replicherò.

Venendo al nostro Dawkins, non so cosa dica l’ articolo che citi, forse un link sarebbe stato opportuno. Io posso inserire questo link di un articolo comparso sul Nature nel settembre 2015.
Link

L’ articolo si chiude (più o meno) con questa frase:

For a time, Dawkins was a rebellious scientific rock star. Now, his critique of religion seems cranky, and his immovably genocentric universe is parochial.

Credo che sia l’ epitaffio giusto per l’ opera di Dawkins .



Giuseppe

Modificato da - marz in data 30 gennaio 2016 14:00:59
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grigua
Utente Junior

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Inserito il - 31 gennaio 2016 : 12:06:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Se la discussioni sono inutili perché perdiamo tempo su questo forum? Dobbiamo chiedere il permesso o la patente di utilità prima di iniziare o continuare una discussione? E ancora perché chi la ritiene inutile partecipa? Si può astenere, riservandosi le sue certezze.
Marz scrive: “Sull' argomento specifico va però tenuto presente che Schrödinger scrisse "What is Life?" nel 1944, mentre la conoscenza della reale struttura del DNA risale solo al 1953”. Cosa significa per lui? Sa che il libro di Erwin Schrödinger del 1944 ha scatenato l’interesse (riconosciuto proprio da loro) di Maurice Wilkins, James Watson e Francis Crick. Il libro ha venduto più di 100.000 copie, si classifica tra i più influenti scritti scientifici del 20 ° secolo. Lungo meno di 100 pagine, What is Life? si basa sulle lezioni che Erwin Schrödinger ha dato al Trinity College di Dublino nel febbraio 1943. Anche lui una Rockstar?
Marz scrive ancora: “Non ho nessun problema a riconoscere il valore di Schrödinger e la sua importanza nel campo della fisica”. Cioè come si permette un fisico di parlare di Biologia, che ne sa?
Vediamo allora il terzetto di sopra che si becca il premio Nobel nel 1962 per la struttura molecolare degli acidi nucleici e il suo significato nel trasferimento dell'informazione .
Maurice Wilkins: fisico (luminescenza solidi, microspettrografia, diffrazione ai raggi x etc)
Francis Crick : fisico matematico (mathematical theory of X-ray crystallography etc
James Dewey Watson: zoologo (finalmente): Da wikipedia:Watson ereditò dal padre la passione per l'ornitologia. Dopo aver letto nel 1946 il libro What Is Life? di Erwin Schrodinger, cambiò il suo indirizzo da ornitologia a genetica. Conseguì la sua Laurea (B.Sc) in Zoologia nel 1947 all'università di Chicago e un dottorato di ricerca in zoologia nel 1950 all'università dell'Indiana.
In realtà la scienza non ha confini, essenziale è il sistema scientifico, la mancanza di paura di affrontare avventurosi argomenti di confine e la corretta conoscenza dei dati, io diffido degli scienziati con il paraocchi e dei prof. che sostengono che la loro materia è la più importante, la più fondamentale etc. Io preferiscol'umiltà e la voglia di scoprire e sfidare se stessi.
La parola epitaffio è arrogante, perché implica la pretesa di supremazia di quello che si dice sulle altre idee (mal comprese)

Sergio
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marz
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Inserito il - 31 gennaio 2016 : 12:36:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il tuo intervento mi fa venire in mente una famosa canzone di Mina che sicuramente tu non conoscerai e che mi permetto di farti ascoltare
Link

Parole, parole, parole...
Vogliamo parlare di fatti? Vuoi (o volete) esporre una tesi di cui si possa discutere seriamente?
Guarda che sull' importanza ed i limiti (notevoli) di Schrödinger in biologia ho la presunzione di saperne a sufficienza.

La frase "For a time, Dawkins was a rebellious scientific rock star. Now, his critique of religion seems cranky, and his immovably genocentric universe is parochial." non è mia, ma è riportata da Nature. Ed l' ho riferita solo perchè fern ha citato Nature.

Il termine epitaffio era inteso in senso ironico (ci ho messo persino la faccetta) ed il fatto che tu non lo abbia capito è preoccupante.

Comunque rimango in fiducia attesa che tu esponga una qualche tesi chiara ed esplicita. Ma temo che mi dovrò accontentare di parole, parole parole...



Giuseppe

Modificato da - marz in data 31 gennaio 2016 12:39:02
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marz
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Inserito il - 31 gennaio 2016 : 15:05:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E, scusami se te lo dico, non hai neanche capito che il termine “rock star” riferito a Dawkins non era inteso in senso dispregiativo.

E’ l’ aggettivo “parochial” che ti disturba?
L’ aggettivo riferito a Dawkins è molto divertente. In inglese “parochial” vuol dire parrocchiale (un termine che, se riferito alla sua opera, Dawkins non potrebbe che giudicare la massima offesa), ma vuol dire anche “provinciale”, “paesanotto”, “campanilistico”, “di mentalità ristretta”.

E guarda che la critica dell' articolo di Nature (e più modestamente la mia) su Dawkins non nasce da questioni "ideologiche", ma dal fatto che riteniamo la sua teoria poco valida dal punto di vista scientifico. Non so se Nature ha cambiato idea. Io di sicuro no. Perchè non parliamo di questo, invece che rimanere nel vago?

E perchè non spieghi esplicitamente e con chiarezza perchè ci tieni così tanto a Schrödinger ? Spiegaci perchè Schrödinger è per te così importante in biologia.

D' accordo ha avuto delle intuizioni, che pur parzialmente sbagliate, hanno aperto la strada alla scoperta del DNA (e chi lo nega). E con questo? Ci sono stati scienziati che hanno avuto un ruolo maggiore del suo. Se ne sai tanto, perchè non ne parli?

Spiegaci, esponi la tua tesi apertamente....


Giuseppe
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grigua
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Inserito il - 31 gennaio 2016 : 16:59:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
quante parole !
meno male che i tre del nobel non la pensavano come te. Avrebbero solo vinto un salame in qualche fiera.
la faccina che hai messo dopo la frase con la parola epitaffio (iscrizione tombale ed e questa che disapprovo),la seconda a lato a sinistra
significa: davvero felice e non ha il significato che attribuisci tu, prima del profluvio di parole dovresti documentarti.

Sergio
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marz
Utente Super

Città: Bergamo

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Inserito il - 31 gennaio 2016 : 17:27:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ancora parole. Solo parole vuote ed inutili.

Perchè non provi a spiegarci con parole chiare ed esplicite qual' è l' importanza di Schrödinger in biologia?

Giuseppe
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grigua
Utente Junior

Città: Genova
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Inserito il - 31 gennaio 2016 : 17:59:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
tu dici: Guarda che sull' importanza ed i limiti (notevoli) di Schrödinger in biologia ho la presunzione di saperne a sufficienza."
allora sicuramente hai letto il suo libro. Ma per sicurezza: ti invito a leggerlo.
Link

Schrödinger Erwin. Che cos'è la vita? Piccola Biblioteca 341 Adelphi 2012

Link

Sergio
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