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 L'UOMO E LA NATURA: SCIENZA CULTURA ED ETICA
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marz
Utente Super

Città: Bergamo

Regione: Lombardia


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Inserito il - 07 giugno 2012 : 01:20:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Gli spunti offerti sono molti e non so a chi replicare. Sto sul generico. Credo che un argomento così importante come i problemi causati da 7 miliardi di Homo sapiens sulla Terra meriti una discussione ad hoc. Ho pensato tante volte di proporla io, ma non l' ho mai fatto, per il timore di innescare troppe polemiche.

Proprio per l' importanza e la delicatezza della problematica, però, secondo me, occorre trattare l' argomento misurando bene le parole, per evitare di esporsi a critiche che, prendendo spunto da singole affermazioni contestabili, finiscano col rendere discutibile l' intero impianto.

A me, per esempio, mentre condivido l' impostazione di Gomphus, non piace però quando si parla di "visione cattolica", come se il problema riguardasse solo i cattolici e non gli islamici o gli ebrei od i buddisti (tanto per dire).
E che le cose siano un pò più complicate di quanto sembra apparentemente, lo dimostra il fatto che la nazione cattolica per eccellenza, e cioè l' Italia, attualmente ha uno dei tassi di natalità più bassi del mondo, così come, ad esempio, la cattolicissima Spagna.

La maggior parte delle analisi condotte sono abbastanza concordi nel ritenere che a livello mondiale l' alto tasso di natalità è in relazione più che ad aspetti confessionali (che naturalmente sono presenti anch' essi, in particolare direi nella realtà islamica), soprattutto al basso reddito o, meglio, alla percentuale di popolazione che trae il proprio reddito dall' agricoltura.
E non è che in questi paesi è aumentata la natalità rispetto ai tempi indietro. E' però (fortunatamente) drasticamente diminuità la mortalità infantile.
E ci sono poi tutta una serie di altre considerazioni da fare altrettanto importanti.


Giuseppe

Modificato da - marz in data 07 giugno 2012 01:22:50
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mazzeip
Moderatore


Città: Rocca di Papa
Prov.: Roma

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Flora e Fauna

Inserito il - 07 giugno 2012 : 08:49:00 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
L'Italia e la cattolicissima Spagna sono teatro di un lento e progressivo processo di secolarizzazione, laicizzazione e allo stesso tempo di critica dei dettami dei vertici della chiesa cattolica anche da parte di parte dei credenti stessi, processo purtroppo limitato alla popolazione e non ai governi per quanto riguarda l'Italia.

Conosco molto meno la dottrina islamica, ebrea o buddista per poterne parlare, ma temo che l'impostazione di fondo non sia molto diversa, almeno per le prime due (se qualcuno è ferrato in materia mi piacerebbe saperne di più): ma rimane il fatto che la visione cattolica, o quantomeno cristiana, sia stata quella di gran lunga più esportata e quella che condiziona l'Europa, tutto il continente americano e l'Africa non islamica, e scusate se è poco.

Sono comunque d'accordo che questo non sia l'unico problema, e ben venga se parleremo anche degli altri: ma sono altrettanto convinto che, in assenza di dettami dogmatici sull'illiceità di ogni politica di controllo delle nascite, sarebbe possibile ipotizzare politiche demografiche di segno diverso che, invece, non sono così neanche concepibili.




Paolo Mazzei
presidente della Associazione Lepidotterologica Italiana - ALI
leps.it: Moths and Butterflies of Europe and North Africa
serifoswildlife.net: Serifos wildlife
seychelleswildlife.info: Seychelles Wildlife
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


32874 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 07 giugno 2012 : 17:02:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Io, in un mio messaggio precedente, avevo citato anche altre cause dell'aumento demografico ....

Credo comunque che, se i missionari e le varie ONLUS che operano in Africa e America latina per combattere la mortalità infantile insegnassero prima di tutto che avere tanti figli non è un vanto per il capo famiglia e che si possono controllare le nascite, darebbero un contributo più valido per risolvere i problemi di quei Paesi. In sostanza, per usare una famosa metafora, sarebbe come se, invece di dargli un pesce per sfamarsi, gli insegnassero a pescare.

Io credo che se, tanto per cominciare, l'ONU, la FAO e le varie organizzazioni che si occupano di aiuti per la sopravvivenza, veicolassero il messaggio che la prima cura contro la fame, la denutrizione, l'analfabetismo ecc... è la prevenzione, sarebbe un bel passo avanti.

Uno slogan del tipo "Diminuire la quantità dei figli per migliorare la qualità della loro vita e della loro educazione".

luigi

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marz
Utente Super

Città: Bergamo

Regione: Lombardia


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Inserito il - 07 giugno 2012 : 19:24:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non desideravo aprire alcun fronte polemico, nè volevo sminuire il ruolo che hanno le religioni nell' impedire un concreto controllo delle nascite e persino che si discuta concretamente il problema della sovrapopolazione.

Volevo solo far presente che è sbagliato fare riferimento specificatamente alla religione cattolica, senza coinvolgere le altre principali confessioni religiose. Credo non sia un mistero per nessuno il fatto che, oggi come oggi, i tassi di natalità e di crescita di popolazione più elevati si riscontrano nei paesi (o nell' immigrazione) di cultura islamica. Tuttavia ritengo che sono altrettanto importanti altre variabili quali il basso reddito, il basso livello di istruzione e la percentuale di popolazione attiva che vive di agricoltura.

E volevo anche aggiungere che, ad esempio, è molto pericoloso spostare troppo verso le fasce d' età più anziane la piramide d' età di una popolazione. Non ci sono soluzioni semplici. E' importante però cominciare ad affrontare il problema seriamente prima che sia troppo tardi (e sperando che non sia già troppo tardi).


Giuseppe
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marz
Utente Super

Città: Bergamo

Regione: Lombardia


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Inserito il - 07 giugno 2012 : 19:32:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Farei anche un' altra osservazione. Abbiamo individuato due problematiche fra le più importanti in assoluto per la tutela della biodiversità, in cui a me pare difficile conciliare la visione francescana con quella galileiana, e cioè la sovrapopolazione umana e la diffusione delle specie aliene.

Oppure ritenete che non sia così e che sia possibile trovare un punto d' incontro fra le due visioni?

Giuseppe
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elleelle
Moderatore Trasversale

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Flora e Fauna

Inserito il - 07 giugno 2012 : 21:15:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Credo anch'io che la religione non sia una delle cause della natalità eccessiva, così come non credo che l'aumento del livello di vita risolva il problema.

La diminuzione delle nascite all'aumentare del benessere nel Paese è stata un fenomeno tutto italiano e probabilmente si è trattato di una coincidenza solo temporale con le cause vere, di tipo culturale.
In Europa la natalità più alta ce l'hanno i paesi scandinavi, notoriamente benestanti e poco religiosi.

Come per qualsiasi fenomeno complesso, bisognerebbe analizzare con strumenti statistici la situazione delle popolazioni dove l'incremento demografico è alto e viceversa e individuare le condizioni comuni e ricorrenti.
Probabilmente, le cause e i meccanismi non sono gli stessi in tutto il mondo.

luigi


Modificato da - elleelle in data 07 giugno 2012 21:15:58
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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 07 giugno 2012 : 21:20:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di marz:

Farei anche un' altra osservazione. Abbiamo individuato due problematiche fra le più importanti in assoluto per la tutela della biodiversità, in cui a me pare difficile conciliare la visione francescana con quella galileiana, e cioè la sovrapopolazione umana e la diffusione delle specie aliene.

Oppure ritenete che non sia così e che sia possibile trovare un punto d' incontro fra le due visioni?


Secondo me, per quanto riguarda il problema della sovrappopolazione umana, non si tratta propriamente di uno scontro tra visione francescana e galileiana; non vedo quale godimento francescano si possa trarre dalle nostre città caotiche e dall'aggressività provocata dalla sovrappopolazione.
Mi sembra piuttosto una contrapposizione tra fatalismo e responsabilità; tra chi sa guardare lontano e chi pensa solo all'oggi e, tutt'al più, al domani; tra competenza e ignoranza.

luigi
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D21
Moderatore Tutor


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Inserito il - 07 giugno 2012 : 22:28:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di elleelle:
...non vedo quale godimento francescano si possa trarre dalle nostre città caotiche...


Faccio un piccolo fuori tema, un po' superficiale ma da non sottovalutare... attento Luigi... ho conosciuto gente, sia giovani che adulti, che si trovano perfettamente a loro agio in città e provano sentimenti di affetto per la metropoli, i suoi fumi, le sue auto e la sua sovrabbondanza di gente...

Ho sentito anche dire da qualcuno che, quando è nervoso, si mette alla guida in città e frenare e cambiare e accelerare lo rilassa.

Ho sentito dire da una ragazza, testuali parole: "A me la montagna deprime!"

Noi parliamo da naturalisti e siamo abituati a percorrere lande e sentieri: nulla ci sembra più francescanamente godibile di un bel panorama o un piccolo insetto, e nulla ci sembra più galileianamente eccitante del comprendere i suoi misteri. Eppure c'è gente, e sono la maggioranza, che se non vanno in un centro commerciale (affollatissimo) una volta a settimana sentono di aver sprecato la giornata

Dario.
"Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira,
nei meandri di un tempo che cambia ogni volta, cercando qualcosa che non abbiamo mai perso." (1795 J.d.L.)
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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 07 giugno 2012 : 23:36:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Hai ragione, nel senso che è vero.

Mi chiedo però se chi la pensa così si possa classificare francescano, anche se in senso lato.
Anche ai tempi di Francesco d'Assisi c'era chi si divertiva con le cacce e i tornei, e francescani non erano ...
luigi
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D21
Moderatore Tutor


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Inserito il - 08 giugno 2012 : 00:53:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Francescano in senso lato... si, credo di si, e vado a spiegare il perchè...

Ai tempi delle scuole medie la prof. di italiano ci lesse il brano dei fioretti di S. Francesco dedicato alla "perfetta letizia": lo trovate qui, se interessa (ma è un po' OT):

Link

Poi, la prof. ci dette un tema che suonava più o meno così: "Descrivete quando voi vi trovate in perfetta letizia".

Tutti noi, tutti!, scrivemmo sulla falsariga di S. Francesco... C'era chi descriveva i rimproveri dei genitori, chi parlava del sopportare le malattie...

Tutti noi, tutti!, fummo fonte di delusione per la prof. Lei ci spiegò che il tema non era stato capito da nessuno di noi. In realtà, lei voleva chiederci il quando, e il perchè e percome, noi ci sentissimo veramente felici e in pace col mondo: perfetta letizia!

Ordunque: prendi dei baldi giovini di città e mettili in un centro commerciale. Mettili in un fast food a chiacchierare di tutto e di niente e sfottersi a vicenda allegramente. Mettili su una Ferrari a far sgommate senza limitazioni. Mettili ai margini del campo da calcio la sera della finale del campionato del mondo.
Godranno di "perfetta letizia", un bel po' diversa da come la intendeva S. Francesco, ma sempre letizia sarà! Contempleranno il gol del loro idolo e il panino con semi di sesamo e la potenza del motore e la semplice vicinanza dei loro amici e, senza chiedersi alcun perchè, saranno semplicemente felici.

Francescanamente felici come intendeva Marz.

Se poi pensi che noi naturalisti siamo più vicini a S. Francesco perchè ci occupiamo di natura e delle sue creature, allora guarda questo brano tratto dallo stesso fioretto:

«O frate Lione, pecorella di Dio, benché il frate Minore parli con lingua d’Agnolo, e sappia i corsi delle istelle e le virtù delle erbe, e fussongli rivelati tutti li tesori della terra, e conoscesse le virtù degli uccelli e de’ pesci e di tutti gli animali e delle pietre e delle acque; iscrivi che non è in ciò perfetta letizia».




Siamo lontani dall'ideale di S. Francesco perfino quando ci deliziamo della vista contemplativa o studiosa della natura. Lui intendeva ben altro. Ma ci siamo vicini francescanamente e pure galileianamente per come lo intendeva Marz. O la mia professoressa

Dario.
"Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira,
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marz
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Inserito il - 08 giugno 2012 : 01:09:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
I francescani (almeno come li intendo io e Gould ) possono senz' altro godere della bellezza della natura.

Non possono però capirla, perchè per capire la natura occorre necessariamente entrare in un' ottica evoluzionista. E non so quanto si possa chiedere ad un francescano di diventare un evoluzionista.

Credimi, quando si entra in una logica evoluzionista, si comprende realmente il perchè di quello che avviene in natura e la natura diventa magnifica da interpretare.




Giuseppe

Modificato da - marz in data 08 giugno 2012 01:29:00
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D21
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Inserito il - 08 giugno 2012 : 01:48:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di marz:
Credimi, quando si entra in una logica evoluzionista, si comprende realmente il perchè di quello che avviene in natura e la natura diventa magnifica da interpretare.


Lo so. Ho studiato l'evoluzione grazie all'anatomia comparata (perfino più che con la paleontologia) e se sono rimasto estasiato. Credo, se mi è permesso di parlare in via personale, di apprezzare francescanamente le meraviglie che emergono dai nostri studi galileiani.
Il vero mistero non smette di affascinare anche quando è svelato.

Dario.
"Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira,
nei meandri di un tempo che cambia ogni volta, cercando qualcosa che non abbiamo mai perso." (1795 J.d.L.)
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marz
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Città: Bergamo

Regione: Lombardia


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Inserito il - 08 giugno 2012 : 01:50:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
In genere, non mi piace raccontare episodi di natura personale. Questa volta, stimolato dal tuo racconto, voglio fare un' eccezione.

Un anno al liceo mi beccai la votazione di "scarso" in religione (all' epoca si poteva essere promossi anche con scarso in religione, adesso non so), perchè avevo discusso con l' insegnante di religione il problema della sovrapopolazione.

Lui sostanzialmente sosteneva che ci avrebbe pensato la Divina Provvidenza ed io sostenevo che le risorse della Terra sono finite. Siccome non era riuscito a replicare decentemente alle mie argomentazioni, si vendicò mettendomi uno "scarso" in religione. Ammetto però che la votazione assegnatami sulla materia poteva anche starci .


Giuseppe
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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

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Inserito il - 08 giugno 2012 : 07:52:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Credo, Giuseppe, che tu e io abbiamo più punti in comune di quanto tu ti sia reso conto .
Un anno al liceo mi beccai la votazione di "scarso" in religione (all' epoca si poteva essere promossi anche con scarso in religione, adesso non so), perchè avevo discusso con l' insegnante di religione il problema della sovrapopolazione.

Nel primo anno dell'equivalente del liceo in Inghilterra, era addirittura richiesto ai miei genitori (atei fondamentalisti) di togliermi da religione perché la mia presenza "contestatrice" non permetteva agli altri di studiare (o meglio, a lei di insegnare ).
Tornando al tema principale, più che ci penso, più che non capisco perché i due approcci, francescano e galileiano, devono per forza essere considerati conflittuali, invece di complementari. Mi riconosco perfettamente nelle parole di Dario:
...nulla ci sembra più francescanamente godibile di un bel panorama o un piccolo insetto, e nulla ci sembra più galileianamente eccitante del comprendere i suoi misteri.

Credo, se mi è permesso di parlare in via personale, di apprezzare francescanamente le meraviglie che emergono dai nostri studi galileiani.

Per il resto, mi sembra che c'è ampio accordo su quasi tutto. Le differenze magari sono da attribuire soprattutto al livello di fiducia che ognuno ha negli uomini e nella natura rispettivamente. In questo caso, non ci vuole molto per capire in quale campo (fiorito) sto io !


Sarah Gregg - Lynkos


"Mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo, ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto" (Stephen Jay Gould)
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 08 giugno 2012 : 08:59:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non mi pare che nella discussione i due aspetti si siano voluti presentare come contrapposti.
Su qualche aspetto, è inevitabile che si escludano (almeno se intesi in senso stretto), come la visione creazionista o evoluzionista, ma in genere mi pare che li vediamo tutti più complementari che contrapposti.
Il considerarli uno alla volta e sottolineare le differenze non significa volerli contrapporre, ma semplicemente volerli capire e definire in modo più chiaro e consapevole.
Un po' come la bellezza e l'intelligenza di una persona: due qualità complementari ma anche diverse e analizzabili separatamente.

Quanto al ragionamento di Dario, anche se apprezzo la sottigliezza dei suoi ragionamenti, non mi ha convinto.

Secondo me, uno che non sa godere del contatto con la natura, si annoia o si deprime, non è né francescano, né galileiano. Tornando al tema centrale lanciato da Giuseppe, infatti, io non credo che ci siano solo quei due approcci verso la natura, ma anche un terzo: il vecchio approccio di chi vede la natura come una minaccia, gli animali come schifosi o pericolosi, predica l'eliminazione delle siepi di rovi dai parchi e così via ...

luigi

Modificato da - elleelle in data 08 giugno 2012 09:01:29
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mauriziocaprarigeologo
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Inserito il - 08 giugno 2012 : 20:01:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di elleelle:


La diminuzione delle nascite all'aumentare del benessere nel Paese è stata un fenomeno tutto italiano e probabilmente si è trattato di una coincidenza solo temporale con le cause vere, di tipo culturale.
In Europa la natalità più alta ce l'hanno i paesi scandinavi, notoriamente benestanti e poco religiosi.

Come per qualsiasi fenomeno complesso, bisognerebbe analizzare con strumenti statistici la situazione delle popolazioni dove l'incremento demografico è alto e viceversa e individuare le condizioni comuni e ricorrenti.
Probabilmente, le cause e i meccanismi non sono gli stessi in tutto il mondo.

luigi




ciao luigi;
non penso sia esattamente così;
l’Italia, come tutti paesi “occidentali” (in senso lato) ha attraversato la cosiddetta “transizione” da un regime demografico tradizionale (alta natalità, alta mortalità, popolazione stabile) ad uno “moderno” (bassa natalità, bassa mortalità, popolazione di nuovo stabile, eventualmente in decrescita); nel transitorio ha visto aumentare esponenzialmente la sua popolazione (al limite un vero e proprio “boom demografico”);

l’esito finale di questo andamento demografico, risoltosi in uno stadio a crescita zero pur con il miglioramento delle condizioni di vita, era del tutto inaspettato ai demografi che prospettavano viceversa i disastri malthusiani; è un classico esempio di come i modelli siano spesso fatti per essere smentiti dalla realtà storica;

è quindi un dato di fatto che il miglioramento delle condizioni di vita, che innescano il processo all’inizio (diminuzione del tasso di mortalità), finisce poi per avere anche l’effetto regolatore finale (diminuzione del tasso di natalità);

ma poi, quali sono i termini reali del problema? Io so che negli ultimi 40 anni il tasso di crescita mondiale della popolazione si è praticamente dimezzato ed è oggi di poco superiore all’1% e, per la prima volta nella storia, deriva essenzialmente dal rapido calo della natalità, anche nei paesi del sud del mondo; anche la “bomba demografica” cinese si è disinnescata, ed oggi, a sentire i cinesi, il vero problema per loro è la denatalità; intorno al 2050 la popolazione mondiale dovrebbe raggiungere la quota massima di 9 miliardi per poi… iniziare a diminuire (a meno che non venga snmentita anche questa;

siamo alla fine di un ciclo demografico su scala planetaria;

maurizio
____________________

“Un géologue est essentiellement un lithoclaste, ou rompeur de pierre…” - D. Dolomieu

“Non crederai a tutte queste sciocchezze, vero Teddy?” - M. Ewing (geofisico e oceanografo) a E. Bullard (geofisico), a proposito della tettonica delle placche (NY, 1966)
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mauriziocaprarigeologo
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Inserito il - 08 giugno 2012 : 20:04:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di marz:

I francescani (almeno come li intendo io e Gould ) possono senz' altro godere della bellezza della natura.

Non possono però capirla, perchè per capire la natura occorre necessariamente entrare in un' ottica evoluzionista. E non so quanto si possa chiedere ad un francescano di diventare un evoluzionista.

Credimi, quando si entra in una logica evoluzionista, si comprende realmente il perchè di quello che avviene in natura e la natura diventa magnifica da interpretare.



marz, non sono pienamente d'accordo;
l’atteggiamento francescano, per me, non è né sentimentalistico, né irrazionale (non-razionale), anzi appartiene alla sfera puramente “intellettuale” della conoscenza, e cioè alla comprensione sovrarazionale (sarei tentato di dire “contemplazione”) dei principi di realtà; la razionalità è una forma degradata di intellettualità e, in questo senso, un francescano è sicuramente al di là (o al di sopra?) di un galileiano.

L’ho sparata sufficientemente grossa?

maurizio
____________________

“Un géologue est essentiellement un lithoclaste, ou rompeur de pierre…” - D. Dolomieu

“Non crederai a tutte queste sciocchezze, vero Teddy?” - M. Ewing (geofisico e oceanografo) a E. Bullard (geofisico), a proposito della tettonica delle placche (NY, 1966)
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marz
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Inserito il - 08 giugno 2012 : 20:05:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di D21:

Messaggio originario di marz:
Credimi, quando si entra in una logica evoluzionista, si comprende realmente il perchè di quello che avviene in natura e la natura diventa magnifica da interpretare.


Lo so. Ho studiato l'evoluzione grazie all'anatomia comparata (perfino più che con la paleontologia) e se sono rimasto estasiato. Credo, se mi è permesso di parlare in via personale, di apprezzare francescanamente le meraviglie che emergono dai nostri studi galileiani.
Il vero mistero non smette di affascinare anche quando è svelato.



Direi che l' anatomia comparata e la paleontologia sono due ottimi approcci alla teoria evoluzionista. Mi pare di aver capito che tu concordi con me che è difficile riuscire a comprendere i meccanismi che regolano la natura, se non li si interpreta alla luce della teoria evoluzionista.

Adesso vorrei farti una domanda, che, spero, non ti metta troppo in difficoltà. Secondo te, quante sezioni del forum utilizzano nelle loro discussioni una logica evoluzionista (che per me è sostanzialmente sinonimo di galileiana)?
Vuoi che ti faccia degli esempi ?


Giuseppe
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D21
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Inserito il - 08 giugno 2012 : 21:34:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ehm... uhm... uh... cioè... Stavo pensando a qualche risposta spiazzante, tipo "Novità e funzionamento del forum", dove si parla di evoluzione del software

Restando seri (ma mi riesce difficile, ormai mi conoscete) suppongo che tutte le sezioni che parlano di esseri viventi cosiddetti "superiori", secondo un vecchio clichè, si trovino più spesso a trattare di evoluzione. Mentre quelle dedicate ai gruppi più arcaici ne parlino meno. Ma non sempre è così, anzi!

In anfibi, sezione che frequento spesso, stiamo impazzendo a star dietro alla nomenclatura scientifica in continuo rinnovamento: ogni nuovo nome è un nuovo percorso evolutivo scoperto geneticamente. Ma gli anfibi sono antichi, eccome!

Forse è meglio che mi fai tu qualche esempio...

Per l'altro discorso, che accenni qui:

Mi pare di aver capito che tu concordi con me che è difficile riuscire a comprendere i meccanismi che regolano la natura, se non li si interpreta alla luce della teoria evoluzionista.


è senz'altro vero e lo condivido in pieno!
Ovviamente, da buon scienziato () tengo aperto uno spiraglio per ogni variazione delle tesi scientifiche. Sappiamo che la scienza cambia spesso i propri risultati, grazie a nuove scoperte, e sarebbe assolutisticamente ascientifico "credere" per sempre ai risultati odierni, come se non ci fosse più nulla d'altro da scoprire. Se un giorno la scienza (la Scienza!) scoprirà che l'evoluzione non esiste, e me ne darà prove inconfutabili (beh, fino alle scoperte successive), non mi straccerò le vesti, ma cercherò di adeguarmi alle nuove prove. Altrimenti farei la fine di chi, nell'800, seguiva ciecamente la scienza ufficiale e credeva solo nei risultati d'allora: non riuscirono ad adattarsi all'idea dell'evoluzione. Insomma: oggi tutto fa pensare che l'evoluzione sia una realtà e quindi adottiamo, in via provvisoria, questa tesi. Fino alle prossime conferme o smentite. Se lo scienziato non ha dubbi, non è uno scienziato. La scienza è l'arte di coltivare dubbi: non declama certezze, ma propone teorie.
Non chiedermi di "credere" a una teoria: lo scienziato non "crede", ma esamina e constata. Nuove prove, nuove constatazioni. E, se ce ne sono i presupposti, nuove teorie. E' la delizia e la condanna (al tempo stesso) di noi scienziati: non possiamo mai permetterci di essere certi di qualcosa detto dalla scienza. Sarebbe la fine della scienza stessa.
Francescanamente dico che l'evoluzione è una gran teoria, meravigliosa, e mi dispiacerebbe davvero molto se si rivelasse falsa. Galileianamente mi compiaccio che Darwin stesso non riuscì a trovare confutazioni valide, nè nessuno ci è riuscito in 150 anni.

Insomma, non so come spiegarmi... scientificamente sono obbligato a mantenere il dubbio, mentre umanamente sono assolutamente certo della validità dell'evoluzione (curioso, vero? Per la maggior parte delle persone è il contrario ).






Vorrei poi spezzare una lancia a favore dei galileiani, che da queste pagine appaiono distaccati e calcolatori: voglio citare (a memoria ) un pensiero di un etologo: diceva più o meno: "Nulla mi dà più piacere di quando riesco a misurare e quantificare dei dati derivati dalle mie osservazioni"
Ma anche molti matematici trovano "affascinante" l'armonia dei calcoli numerici.
Si tratta della contemplazione stupita e meravigliata dell'armonia dell'universo, un po' come i fisici che ammirano la gran macchina dei movimenti celesti, apprezzandola matematicamente. Insomma: non pensiamo che i galileiani siano freddi scienziati senza cuore! Pure loro/noi traggono/traiamo piacere dai propri studi. Piacere vero!

Interessante infine lo spunto di Maurizio Caprari: ribalta un bel po' le cose e chissà dove si va a parare.

Dario.
"Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira,
nei meandri di un tempo che cambia ogni volta, cercando qualcosa che non abbiamo mai perso." (1795 J.d.L.)
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elleelle
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Inserito il - 08 giugno 2012 : 21:48:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Per quanto riguarda il fenomeno demografico Italia, Maurizio ha ripreso la vecchia teoria che mette in rapporto la diminuzione di natalità con l'aumento della ricchezza.
Questa teoria non spiega perché in Italia siamo arrivati alla crescita zero mentre in Paesi più ricchi di noi la crescita si è ridotta di meno.
La teoria fa acqua soprattutto se si cerca di esportarla nei Paesi ad alta crescita demografica. Per esempio, in Nigeria negli ultimi 20 anni c'è stato un aumento della ricchezza a seguito dell'estrazione e dell'esportazione del petrolio, ma questo ha prodotto invece un aumento del ritmo di crescita che ha praticamente raddoppiato la popolazione.

Secondo me le motivazioni per cui un Paese cresce e un altro decresce non sono le stesse dappertutto, e comunque sono essenzialmente di carattere culturale, piuttosto che economico o religioso in senso stretto.

luigi


Modificato da - elleelle in data 08 giugno 2012 21:48:37
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