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theco
Utente Super




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Inserito il - 25 febbraio 2009 : 00:00:00 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Abbiamo preso una via rischiosa... spero che a nessuno venga in mente di scomodare i sonetti dell'Aretino altrimenti finiamo tutti in soffitta all'istante
Vado ancora sul tema dell'amore... questa volta un amore diverso.


... Narciso
a la fontana che sopra narrai,
cacciando, un giorno giunse a l'improvviso
poich'ebbe corso dietro a un cervo assai,
chinossi a bere; e vide il suo bel viso
che non aveva ancor veduto mai:
e quel mirando cadde in tanto errore,
che di se stesso fu preso d'amore.

Chi mai sentì cosa sì strana?
Oh giustizia d'amor, come percuote!
Or si sta sospirando a la fontana,
e brama quel ch'avendo aver non puote
quell'anima che tanto fu inumana,
a cui le donne ginocchion divote
stavano, e l'adoravan come Dio,
or muor d'amor nel suo stesso disio.

Guardando il giovanetto il suo bel volto,
di speme al tutto privo e di consiglio
si consumava di diletto stolto,
languendo a guisa di candido giglio
o d'altro fior d'avare dita colto;
insin che il viso candido e vermiglio,
e gli occhi neri e 'l bel guardo giocondo
morte distrusse, che distrugge il mondo.


Orlando innamorato, Matteo Maria Boiardo, 1495 (Canto XLVI, 62-63-64)
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theco
Utente Super




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Inserito il - 25 febbraio 2009 : 00:03:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Rileggendo questo ultimo mio contributo mi ha colpito l'orario nel quale risulta inserito... 00:00:00 preciso al secondo, come la Madama che risolve tutti i problemi del povero Narciso e delle genti tutte.
Buonanotte
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leonella55edo47
Utente Super



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Inserito il - 25 febbraio 2009 : 18:12:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Questi brani servono a dimostrare che i classici non sono così noiosi come si imparano a scuola.

Bellissimo il tuo del Boiardo.

Stavolta ti rispondiamo a tono con il Tasso (la prima volta il solito Edo ha fatto proprio confusione...Tasso-Ariosto )
Un'altra scena di autocompiacimento...

I vezzi di Silvia

Ora, per dirti il ver, non mi risolvo
se Silvia è semplicetta come pare
a le parole, a gli atti. Ier vidi un segno
che me ne mette in dubbio. Io la trovai
35
là presso la cittade in quei gran prati
ove fra stagni giace un'isoletta,
sovra essa un lago limpido e tranquillo,
tutta pendente in atto che parea
vagheggiar se medesma, e 'nsieme insieme
chieder consiglio a l'acque in qual maniera
dispor dovesse in su la fronte i crini,
e sovra i crini il velo, e sovra 'l velo
i fior che tenea in grembo; e spesso spesso
or prendeva un lingustro, or una rosa,

45
e l'accostava al bel candido collo,
a le guancie vermiglie, e de' colori
fea paragone; e poi, sì come lieta
de la vittoria, lampeggiava un riso
che parea che dicesse: «Io pur vi vinco,
né porto voi per ornamento mio,
ma porto voi sol per vergogna vostra,
perché si veggia quanto mi cedete».


TORQUATO TASSO, Aminta, Atto II, scena II.

p&e

Modificato da - leonella55edo47 in data 25 febbraio 2009 18:14:38
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theco
Utente Super




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Inserito il - 25 febbraio 2009 : 23:04:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Vedo che abbiamo ulteriormente complicato il gioco, non solo nomi di fiori, ma anche un qualche legame logico con chi ha preceduto... così i girasoli di Montale portano a quelli di Giorgia, Il Tasso porta all'Ariosto (il collegamento logico è garantito da qualche secolo di critica letteraria congiunta), un Orlando (quello furioso) porta ad un altro Orlando (quello innamorato), il cui mito di Narciso porta all'autocompiacimento di Silvia. Ma si accettano anche poesie senza collegamenti con le precedenti...

E' il mio turno di scomodare l'Ariosto, visto che mi è stato sottratto il Tasso (è un pezzo dolcissimo).
Il collegamento logico è garantito dalla presenza del ligustro, ma si cambia genere, non più amore: l'amico Brandimarte è morto.

Levossi, al ritornar del paladino,
maggiore il grido, e raddoppiossi il pianto.
Orlando, fatto al corpo più vicino,
senza parlar stette a mirarlo alquanto,
pallido come colto al matutino
è da sera il ligustro o il molle acanto;
e dopo un gran sospir, tenendo fisse
sempre le luci in lui, così gli disse:

O forte, o caro, o mio fedel compagno,
che qui sei morto, e so che vivi in cielo,
e d'una vita v'hai fatto guadagno,
che non ti può mai tor caldo né gielo,
perdonami, se ben vedi ch'io piagno;
perché d'esser rimaso mi querelo,
e ch'a tanta letizia io non son teco;
non già perché qua giù tu non sia meco.

Solo senza te son; né cosa in terra
senza te posso aver più, che mi piaccia.
Se teco era in tempesta e teco in guerra,
perché non anco in ozio ed in bonaccia?
Ben grande e 'l mio fallir, poi che mi serra
di questo fango uscir per la tua traccia.
Se negli affanni teco fui, perch'ora
non sono a parte del guadagno ancora?


Ludovico Ariosto, Orlando furioso, canto 43
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leonella55edo47
Utente Super



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Inserito il - 26 febbraio 2009 : 21:01:58 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Veramente un pezzo di bravura il collegamento su ligustro!
Rispondiamo con un altra morte cavalleresca, stavolta di un pagano.


Morte di Dardinello
152
Rise Rinaldo, e disse: - Io vo' tu senta,
s'io so meglio di te trovar la vena. -
Sprona, e a un tempo al destrier la briglia allenta,
e d'una punta con tal forza mena,
d'una punta ch'al petto gli appresenta,
che gli la fa apparir dietro alla schena.
Quella trasse, al tornar, l'alma col sangue:
di sella il corpo uscì freddo ed esangue.
153
Come purpureo fior languendo muore,
che 'l vomere al passar tagliato lassa;
o come carco di superchio umore
il papaver ne l'orto il capo abbassa:

così, giù de la faccia ogni colore
cadendo, Dardinel di vita passa;
passa di vita, e fa passar con lui
l'ardire e la virtù de tutti i sui.



LUDOVICO ARIOSTO, Orlando Furioso, Canto XVIII.


paola e edoardo

Modificato da - leonella55edo47 in data 26 febbraio 2009 21:16:51
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Ele La Cincia
Utente Junior

Città: roma


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Flora e Fauna

Inserito il - 27 febbraio 2009 : 14:55:25 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Da Myricae di Giovanni Pascoli (già citato da Barbadoro)

VIOLE D'INVERNO

-Donde, o vecchina, queste violette
serene come un lontanar di monti
nel puro occaso? Poi che il gelo ha strette
tutte le fonti;
il gelo brucia dalle stelle, o nonna,
ogni foglia, ogni radica, ogni zolla. -
- Tiepida, sappi, lungo la Corsonna
geme una polla.
Là noi sciacquiamo il candido bucato
nell'onda calda in mezzo a nevi e brine;
e il poggio è pieno di viole, e il prato
di pratelline. -
Ah!... ma, poeta, non ancor nel pio
tuo cuore è l'onda che discioglie il gelo?
non è la polla, calda nell'oblio
freddo del cielo?
Ché sempre, se ti agghiaccia la sventura,
se l'odio altrui ti spoglia e ti desola,
spunta, al tepor dell'anima tua pura,
qualche viola.




Eleonora Battaglia
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leonella55edo47
Utente Super



5652 Messaggi
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Inserito il - 27 febbraio 2009 : 21:39:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Brava, Eleonora.
In attesa di Theco, rispondiamo a te con Pascoli, senza sforzarci troppo!


Il gelsomino notturno

E s'aprono i fiori notturni,
nell'ora che penso a' miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l'ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala
l'odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l'erba sopra le fosse.
Un'ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l'aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.
Per tutta la notte s'esala
l'odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s'è spento . . .
È l'alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l'urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.


GIOVANNI PASCOLI, dai Canti di Castelvecchio.



Modificato da - leonella55edo47 in data 27 febbraio 2009 22:10:22
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Ele La Cincia
Utente Junior

Città: roma


54 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 27 febbraio 2009 : 22:59:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non ci crederai ma ero indecisa se inserire "Viole d'inverno" oppure "Il Gelsomino notturno"!!
Comunque, per risponderti:

ROSA DI MACCHIA

Rosa di macchia, che dall'irta rama
ridi non vista a quella montanina,
che stornellando passa e che ti chiama
rosa canina;

se sottil mano i fiori tuoi non coglie,
non ti dolere della tua fortuna:
le invidïate rose centofoglie
colgano a una

a una: al freddo sibilar del vento
che l'arse foglie a una a una stacca,
irto il rosaio dondolerà lento
senza una bacca;

ma tu di bacche brillerai nel lutto
del grigio inverno; al rifiorir dell'anno
i fiori nuovi a qualche vizzo frutto
sorrideranno:

e te, col tempo, stupirà cresciuta
quella che all'alba svolta già leggiera
col suo stornello, e risalirà muta,
forse, una sera


Giovanni Pascoli da Myricae- "sezione" Alberi e fiori- che consiglio a tutti di leggere



Eleonora Battaglia
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leonella55edo47
Utente Super



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Inserito il - 28 febbraio 2009 : 18:39:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie Eleonora di tenere testa al gioco!
Io scompiglio le carte, approfitto del tema della rosa
per lanciare quello del "cogli la rosa", battuto da Lorenzo il Magnifico, Poliziano, Boiardo, Ariosto e Tasso.
Conosci qualche brano anche tu, di questi?


Dove è somma bellezza e crudeltate

Dove è somma bellezza e crudeltate,
è viva morte; pur mi riconforto:
non dee sempre durar la tua beltate.

L'altra mattina in un mio piccolo orto
andavo, e ’l sol surgente co' sua rai
apparia non ch' io ’l vedessi scorto.

Sonvi piantati drento alcun rosai,
a' quai rivolsi le mia vaghe ciglie,
per quel che visto non avevo mai.

Eranvi rose candide e vermiglie:
alcuna a foglia a foglia al sol si spiega;
stretta prima, poi par s'apra e scompiglie:

altra giovanetta si dislega
a pena dalla boccia: eravi ancora
chi le sue chiuse foglie all'aere niega:

altra, cadendo, a piè il terreno infiora.
Cosi le vidi nascere e morire
e passar lor vaghezza in men d'un'ora.

Quando languenti e pallide vidi ire
le foglie a terra, allor mi venne a mente
che vana cosa è il giovenil fiorire.

Ogni arbore ha i sua fior: e immantenente
poi le tenere fronde al sol si spiegano,
quando rinnovellar l'aere si sente.

I picciol frutti ancor informi allegano;
che a poco a poco talor tanto ingrossano,
che pel gran peso i forti rami piegano,

né sanza gran periglio portar possano
il proprio peso; a pena regger sogliono
crescendo, ad or ad ora se l'addossano.

Viene l'autunno, e maturi si cogliono
i dolci pomi: e, passato il bel tempo,
di fior, di frutti e fronde alfin si spogliano.

Cogli la rosa, o ninfa, or che è il bel tempo.


LORENZO DE’ MEDICI, dal Corinto.


Edo

Modificato da - leonella55edo47 in data 28 febbraio 2009 18:42:51
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theco
Utente Super




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Inserito il - 28 febbraio 2009 : 23:25:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Scusate, ma su Pascoli passo la mano... riparto dalla morte di Dardinello, che Ariosto avvicina a quella di un papavero reciso dall'aratro... per giocare un po' con le fonti di ispirazione dei nostri amati poeti.


Messaggio di leonella55edo47
Come purpureo fior languendo muore,
che 'l vomere al passar tagliato lassa;
o come carco di superchio umore
il papaver ne l'orto il capo abbassa
LUDOVICO ARIOSTO



Mentre cosí dicea, Volscente il colpo
già con gran forza spinto, il bianco petto
del giovine trafisse. E già morendo
Eurialo cadea, di sangue asperso
le belle membra, e rovesciato il collo,
qual reciso dal vomero languisce
purpureo fiore, o di rugiada pregno
papavero ch'a terra il capo inchina.


Virgilio, Eneide, libro IX, 665



Al giorno d'oggi il buon Ludovico si sarebbe ritrovato con una bella causa legale per i diritti d'autore, ma siamo poi così certi che Publio Virgilio Marone avrebbe avuto tutte le carte in regola per intentare causa all'Ariosto?


Disse; e di nuovo fe' volar dall'arco
contr'Ettore uno strale. Al colpo tutta
ei l'anima diresse, e nondimeno
fallì la freccia, ché l'accolse in petto
di Priamo un valente esimio figlio
Gorgizion, cui d'Esima condotta
partorì la gentil Castianira,
che una Diva parea nella persona.
Come carco talor del proprio frutto,
e di troppa rugiada a primavera
il papaver nell'orto il capo abbassa,

così la testa dell'elmo gravata
su la spalla chinò quell'infelice.

Omero, Iliade, Libro VIII, 405



Che dire? l'accostamento tra la morte e i papaveri viene da molto lontano...

Ciao, Andrea
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Ele La Cincia
Utente Junior

Città: roma


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Flora e Fauna

Inserito il - 01 marzo 2009 : 08:12:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di leonella55edo47:
Grazie Eleonora di tenere testa al gioco!
Io scompiglio le carte, approfitto del tema della rosa
per lanciare quello del "cogli la rosa", battuto da Lorenzo il Magnifico, Poliziano, Boiardo, Ariosto e Tasso.
Conosci qualche brano anche tu, di questi?



Come non conoscerli...li ho studiati giusto quest'anno (tranne Tasso)...quindi "rispondo" con

I' mi trovai, fanciulle, un bel mattino

I' mi trovai, fanciulle, un bel mattino
di mezo maggio in un verde giardino.

Eran d'intorno voilette e gigli
fra l'erbe verde, e vaghi fior novelli
ond'io porsi la mano a côr di quelli
per adornar e' mie' biondi capelli
e cinger di grillanda el vago crino.
I' mi trovai, fanciulle ...

Ma poi ch'i' ebbi pien di fiori un lembo,
vidi le rose e non pur d'un colore:
io corsi allor per empier tutto el grembo,
perch'era sì soave il loro odore
che tutto mi senti' destar el core
di dolce voglia e d'un piacer divino.
I' mi trovai, fanciulle ...

I' posi mente: quelle rose allora
mai non vo potre' dir quant'eran belle:
quale scoppiava della boccia ancora;
qual'erano un po' passe e qual novelle.
Amor mi disse allor: - Va', cô' di quelle
che più vedi fiorite in sullo spino. -
I' mi trovai, fanciulle ...

Quando la rosa ogni suo' foglia spande,
quando è più bella, quando è più gradita;
allora è buona a mettere in ghirlande,
prima che sua belleza sia fuggita:
sicchè, fanciulle, mentre è più fiorita,
coglian la bella rosa del giardino.
I' mi trovai, fanciulle ...


Dalle Ballate di Angelo Poliziano




Eleonora Battaglia

Modificato da - Ele La Cincia in data 01 marzo 2009 08:19:28
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leonella55edo47
Utente Super



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Inserito il - 01 marzo 2009 : 09:05:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Eleonora sei bravissima!

Aggiungo un'altro brano del Poliziano, ed uno del Boiardo, lasciando quelli dell'Ariosto e del Tasso, più famosi, a qualcun altro.


Deh, non insuperbir per tuo’ bellezza

Deh, non insuperbir per tuo’ bellezza,
Donna; ch’un breve tempo te la fura.
Canuta tornerà la bionda trezza
Che del bel viso adorna la figura.
Mentre che il fiore è nella sua vaghezza,
coglilo; ché bellezza poco dura.
Fresca è la rosa da mattina, e a sera
Ell’ha perduto sua bellezza altera.


ANGELO POLIZIANO, da Rispetti spicciolati, Ammonimenti.



Come in un giorno la vermiglia rosa

14.
Quante volte li disse: "O bella dama,
Cognosci l'ora della tua ventura,
Da poi che un tal baron più che sé te ama,
Ché non ha il cel più vaga creatura.
Forse anco avrai di questo tempo brama,
Ché il felice destin sempre non dura;
Prendi diletto, mentre sei su il verde,
Ché lo avuto piacer mai non se perde.
15.
Questa età giovenil che è sì zoiosa,
Tutta in diletto consumar si deve,
Perché quasi in un ponto ce è nascosa.
Come dissolve il sol la bianca neve,
Come in un giorno la vermiglia rosa
Perde il vago colore in tempo breve,
Così fugge la età come un baleno,
E non se può tenir, ché non ha freno."


MATTEO MARIA BOIARDO, Orlando Innamorato, Libro I, Canto XII.

Edo
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leonella55edo47
Utente Super



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Inserito il - 01 marzo 2009 : 12:26:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Oh! fossi io Theco!
diceva il Pascoli,
e sapessi muovermi così bene tra gli scogli della letteratura latina e greca!
Adesso poi ci si è messa anche quel diavoletto di Ele la Cincia a complicarmi la vita, aprendo un altro piacevolissimo fronte!

Purtroppo tra Virgilio ed Omero navigo male e devo uscire dal culo di sacco dove mi hai cacciato, tra papaveri e duelli, con un audace colpo di reni!
Virgilio mi porta a Dante, ed alla amata letteratura italiana!

Io vidi già nel cominciar del giorno
la parte orïental tutta rosata,
e l'altro ciel di bel sereno adorno;

e la faccia del sol nascere ombrata,
sì che per temperanza di vapori
l'occhio la sostenea lunga fïata:

così dentro una nuvola di fiori
che da le mani angeliche saliva
e ricadeva in giù dentro e di fori
,

sovra candido vel cinta d'uliva
donna m'apparve, sotto verde manto
vestita di color di fiamma viva.

E lo spirito mio, che già cotanto
tempo era stato ch'a la sua presenza
non era di stupor, tremando, affranto,

sanza de li occhi aver più conoscenza,
per occulta virtù che da lei mosse,
d'antico amor sentì la gran potenza...

...Ma Virgilio n'avea lasciati scemi
di sè, Virgilio dolcissimo padre,
Virgilio a cui per mia salute die'mi;


DANTE, Purgatorio, XXX, 22-39, 49-51.

Edo

potremmo riunificare i filoni.
La pioggia di fiori potrebbe condurre Eleonora al Petrarca; vediamo se si ricorda.
Anche Margherita dovrebbe farsi viva!

Comunque non lasciamo il tema del cogliam la rosa: mancano Ariosto e Tasso.





Modificato da - leonella55edo47 in data 01 marzo 2009 12:43:04
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Ele La Cincia
Utente Junior

Città: roma


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Inserito il - 01 marzo 2009 : 12:48:38 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di leonella55edo47:
Eleonora sei bravissima!


grazie,troppo buoni!!

Comunque, per rimanere in tema e in autore...

El tempo fugge...

El tempo fugge e tu fuggir lo lassi,
che non ha el mondo la più cara cosa;
e se tu aspetti che 'l maggio trapassi,
invan cercherai poi di cor la rosa.
Quel che non si fa presto, mai poi fassi;
or che tu puoi, non istar più pensosa.
Piglia el tempo che fugge pel ciuffetto,
prima che nasca qualche gran sospetto.

Poliziano, Rime XXVII 7

per rimanere in tema andando molto indietro nel tempo...

D'avere un ramo di mirto gioiva
e il bel fiore della rosa.

Archiloco, frammento 30 West

a voi la palla...



Eleonora Battaglia
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leonella55edo47
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Inserito il - 01 marzo 2009 : 12:59:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Anche Archiloco! Meriterebbe un aggancio, ma adesso non voglio lasciare il tema almeno fino al Tasso...
E poi è un po' sboccato...

Qui mi devo giocare gli assi!
L'Ariosto tratta il tema, ma introduce una variante pensierosa:
attenta, giovinetta, perchè anche il gioco sarà breve...
Mah!

La verginella è simile alla rosa

42.
La verginella è simile alla rosa,
ch'in bel giardin su la nativa spina
mentre sola e sicura si riposa,
né gregge né pastor se le avvicina;
l'aura soave e l'alba rugiadosa,
l'acqua, la terra al suo favor s'inchina:
gioveni vaghi e donne inamorate
amano averne e seni e tempie ornate.
43.
Ma non sì tosto dal materno stelo
rimossa viene e dal suo ceppo verde,
che quanto avea dagli uomini e dal cielo
favor, grazia e bellezza, tutto perde.
La vergine che 'l fior, di che più zelo
che de' begli occhi e de la vita aver de',
lascia altrui corre, il pregio ch'avea inanti
perde nel cor di tutti gli altri amanti.


LUDOVICO ARIOSTO, Orlando Furioso, Canto I.

Il Tasso, invece, riprenderà il tema nella sua versione originale

Edo
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Ele La Cincia
Utente Junior

Città: roma


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Flora e Fauna

Inserito il - 01 marzo 2009 : 22:49:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Qualche messaggio fa parlavi di Petrarca...quindi:

Due rose fresche et colte in Paradiso
Due rose fresche, et colte in paradiso
l'altrier, nascendo il dí primo di maggio,
bel dono, et d'un amante antiquo et saggio,
tra duo minori egualmente diviso
con sí dolce parlar et con un riso
da far innamorare un huom selvaggio,
di sfavillante et amoroso raggio
et l'un et l'altro fe' cangiare il viso.
- Non vede un simil par d'amanti il sole
dicea, ridendo et sospirando inseme;
et stringendo ambedue, volgeasi a torno.
Cosí partia le rose et le parole,
onde 'l cor lasso anchor s'allegra et teme:
o felice eloquentia, o lieto giorno!

Francesco Petrarca, Canzoniere,CCXLV



Eleonora Battaglia
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gnoma
Utente V.I.P.


Città: Senigallia


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Inserito il - 02 marzo 2009 : 07:18:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Io sono un narciso di Saron,
un giglio delle valli.
Come un giglio fra i cardi,
così la mia amata tra le fanciulle.
Come un melo tra gli alberi del bosco,
il mio diletto fra i giovani.
Alla sua ombra, cui anelavo, mi siedo
e dolce è il suo frutto al mio palato.
Mi ha introdotto nella cella del vino
e il suo vessillo su di me è amore.

Cantico dei cantici. La Bibbia.

love and live

Modificato da - gnoma in data 02 marzo 2009 07:19:54
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leonella55edo47
Utente Super



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Inserito il - 02 marzo 2009 : 19:34:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Cavaliere tra due dame
fa l'effetto d'un salame...


Qui, tra la Cincia e la Gnoma non so più dove girarmi!

Abbiamo però troppi fronti aperti; vediamo di chiuderne qualcuno.

1) Il tema del cogli la rosa: manca il Tasso!

Cogliam la rosa in su 'l mattino adorno
14
"Deh mira" egli cantò "spuntar la rosa
dal verde suo modesta e verginella,
che mezzo aperta ancora e mezzo ascosa,
quanto si mostra men, tanto è piú bella.
Ecco poi nudo il sen già baldanzosa
dispiega; ecco poi langue e non par quella,
quella non par che desiata inanti
fu da mille donzelle e mille amanti.
15
Cosí trapassa al trapassar d'un giorno
de la vita mortale il fiore e 'l verde;
né perché faccia indietro april ritorno,
si rinfiora ella mai, né si rinverde.
Cogliam la rosa in su 'l mattino adorno
di questo dí, che tosto il seren perde;
cogliam d'amor la rosa: amiamo or quando
esser si puote riamato amando."


TORQUATO TASSO, La Gerusalemme Liberata, Canto XVI.


2) Il tema della pioggia di fiori.
Eleonora, ho parlato del Petrarca perchè tu trovassi un'altra pioggia di fiori, come quella di Dante.

così dentro una nuvola di fiori
che da le mani angeliche saliva
e ricadeva in giù dentro e di fori,


La troverai nella sua poesia più famosa.

Per adesso, care donzelle, rispondo a tutte due coi versi di una terza ragazzina come voi:


A la stagion che ‘l mondo foglia e fiora
acresce gioia a tut’ i fin’ amanti
vanno insieme a li giardini alora
che gli auscelletti fanno dolzi canti;

la franca gente tutta s’inamora,
e di servir ciascun trages’ inanti,
ed ogni damigella in gioia dimora;
e me, n’abondan marimenti e pianti.

Ca lo mio padre m’à messa ‘n erore
e tenemi sovente in forte doglia:
donar mi vole a mia forza segnore,

ed io di ciò non ho disio né voglia,
e ‘n gran tormento vivo a tute l’ore,
però non mi ralegra fior né foglia.


COMPIUTA DONZELLA (sec. XIII)



Modificato da - leonella55edo47 in data 02 marzo 2009 19:37:18
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leonella55edo47
Utente Super



5652 Messaggi
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Inserito il - 04 marzo 2009 : 22:54:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Eleonora, dove sei finita? Ti sto spettando col Petrarca e la sua pioggia di fiori.
Prova a leggere Chiare, fresche e dolci acque.

Intanto alle tue due rose rispondo con queste:

Se mai candide rose con vermiglie
in vasel d'oro vider gli occhi miei
allor allor da vergine man colte,
veder pensaro il viso di colei
ch'avanza tutte l'altre meraviglie
con tre belle excellentie in lui raccolte: le bionde treccie sopra 'l collo sciolte,
ov'ogni lacte perderia sua prova,
e le guancie ch'adorna un dolce foco.
Ma pur che l'òra un poco
fior' bianchi et gialli per le piaggie mova torna a la mente il loco
e 'l primo dí ch'i' vidi a l'aura sparsi
i capei d'oro, ond'io sí súbito arsi,


Francesco Petrarca, dal Canzoniere

Modificato da - leonella55edo47 in data 04 marzo 2009 22:55:36
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Ele La Cincia
Utente Junior

Città: roma


54 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 05 marzo 2009 : 23:02:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
eccomi di ritorno...eh si la pioggia di fiori mi conduce alle chiare e fresche e dolci strofe petrarchesche...

Da' be' rami scendea
(dolce ne la memoria)
una pioggia di fior sovra 'l suo grembo;
et ella si sedea
umile in tanta gloria,
coverta già de l'amoroso nembo.
Qual fior cadea sul lembo,
qual su le trecce bionde,
ch'oro forbito et perle
eran quel dì, a vederle;
qual si posava in terra, e qual su l'onde;
qual, con un vago errore
girando, parea dir: Qui regna Amore
Quante volte diss'io
allor pien di spavento:
Costei per fermo nacque in paradiso.


Francesco Petrarca, Canzoniere.

Però sul Tasso non intervengo perchè non sono abbastanza ferrata sull'argomento, lascio a te la parola...



Eleonora Battaglia
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