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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Autore |
Discussione |
mira_campo
Utente Senior
Città: Altamura
Prov.: Bari
Regione: Puglia
626 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 02 settembre 2006 : 14:53:42
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Ciao a tutti! Conosco la situazione del Pollino, perchè, oltre ad averla vista personalmente, mi è stata spiegata da Vilmer e Adriano, compagni di escursioni. Sento, dopo quasi un anno di rilessione a proposito, di dover esprimere un parere. Fermo restando che ormai le foreste vergini non esistono più e che un parco e le sue risorse debbano portare "sviluppo" anche alla collettività che vi abita, è proprio necessario per noi andare a ficcare il naso in ogni ettaro di foresta con la presunzione di migliorarla? Il discorso del miglioramento dei boschi con tagli ad hoc, per me che ho una formazione naturalistica, vale per una esigua minoranza degli interventi. I boschi vanno avanti meravigliosamente da soli, l'hanno fatto per milioni e milioni di anni, siamo invece noi ad avere bisogno dei boschi, per ragioni che tutti sanno. Giustificare questi tagli con l'assurdità di migliorare il bosco è antropocentrismo esasperato; d'altra parte, è utopia credere che l'uomo rinunci ai suoi interessi per tutti i 192.565 ettari del parco del Pollino (o degli altri). Allora la soluzione è una zonazione seria e rispettosa : lasciamo che siano utilizzate dall'uomo in maniera ecocompatibile le aree marginali, che i dottori forestali facciano il loro fantastico lavoro in aree però limitate. E' necessario che ci siano altre zone, quelle più interne ed importanti dal punto di vista naturalistico, lasciate alla natura, senza compromessi, dove l'uomo entri occasionalmente e con rispetto. Parlando in generale, abbiamo colonizzato l'intero pianeta, non credo ci costi chissà cosa rinunciare ad alcune "oasi", nessuno morirà di fame per questo. Scusate se mi sono dilungata!
Mirella |
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lynkos
Con altri occhi
Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara
Regione: Abruzzo
17647 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 settembre 2006 : 15:01:21
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Anche con te Mirella, mi trovo perfettamente d'accordo e credo anche che molto dipende da come viene interpretato la parola "sviluppo" che deve essere attribuita connotati che vanno oltre il puro guadagno economico di breve termine. Un discorso complesso e fondamentale. Mi dispiace solo che in questo momento ho poco tempo per approfondire come vorrei, Sarah.
"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould) |
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Bigeye
Moderatore
Città: viterbo
Prov.: Viterbo
Regione: Lazio
6269 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 02 settembre 2006 : 15:07:07
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per punti: ringrazio gianpaolo, concordo con tutto il tuo intervento. se i tagli hanno interessato zone 1 questo non ha giustificazione. cio' intendevo (ma devo essere sintetico per forza che l'intervento già mi ha spaventato per lunghezza) quando parlavo di zonazioni differenti e vincoli differenziali. nel mio ragionamento non mi sono riferito al caso Pollino, ma ho parlato in termini generali provando cmq a non generalizzare ;) cmq spulciando uno dei link di wilmer si legge che i tagli hanno interessato anche aree a riserva integrale e qui, mi ripeto, lo trovo grave.
la posizione di sarah meriterebbe un approfondimento corposo.. magari una volta lo facciamo. in italia non ci sono solo parchi nazionali/aree protette e selvicoltura industriale. la superficie forestata italiana riguarda il 35% dell'intero territorio nazionale e la sua crescita viaggia con una velocità decisamente superiore alla media degli altri paesi europei. è un dato incoraggiante. però l'adagio che rende bene la realtà italiana è "siamo ricchi di boschi poveri". la storia della nostra montagna e della nostra collina è peculiare: usi civici, tagli irrazionali, incendi hanno edificato spesso strutture di cedui poco pregevoli dal punto di vista ambientale. è qui soprattutto che la funzione dei tecnici ha dato e può ancora dare molto di più. la cura da dare a queste formazioni che non insistono in areee protette trovo che sia la stessa da adottare per le aree protette. Ovviamente nei Parchi nazionali alcune aree, più ampie possibili anche per me, devono essere definite zone di riserva integrale e lasciate all'evoluzione naturale. se c'è da contemperare esigenze di popolazioni locali che hanno uso civico sulla possibilità di raccogliere legna per le loro famiglie, sempre beninteso al di fuori dalle zone 1 io non ci vedo nulla di male. tutt'altro, anzi lo trovo una forma di legame anche culturale tra la gente... e la sua terra.. modulare significa anche lasciare ampie superfici al lavoro di madre natura e di madre terra.
per wilmer credo che molte delle risposte o almeno la chiarificazione del mio pensiero le abbia dette sopra. per il caso specifico Pollino che nn avevo trattato per mancanza di conoscenza specifica pur nn avendo ancora tutte le informazioni necessarie per un giudizio completo, ti dico che firmerei l'appello presente su uno dei tuoi link. credo basti... su un punto non concordo affatto: per un tecnico forestale un bel bosco è formato da alberi tutti uguali e tutti dritti? sinceramente non so da dove trai questa affermazione. io ti dico che gente impreparata è presente in tutte le categorie, ma non generalizziamo per favore... per favore... cedui matricinati in avviamento ad alto fusto o non, fustaie eterospecifiche con piani dominanti e dominati, mescolanza delle specie e dei volumi son tutte strutture che occupano coerentmente il biospazio. ne beneficiano uccelli e mammiferi che possono realizzare elevati numeri di nicchie ecologiche in strutture disetanee e disetaneiformi. questo la gente mediamente preparata lo sa. questo un piano di assestamento ben fatto lo prevede... è nella preparazione e nel reclutamento dei tecnici da parte degli Enti che si deve discutere. è sulle piccole mafie e sul lavoro dato agli amici e a chi fa preventivi bassi per nn capirci niente che si deve alzare la voce... ah l'affermazione del tuo professore :) è senza dubbio da trombone, però c'è chi vede lo sviluppo della basilicata e di tante altre regioni non nei boschi, ma nei megaporti turistici e nell'edilizia (pure quella carceraria). mi fa indignare di più francamente..
sono stato lungo un'altra volta.. chiedo scusa.
okkione
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Modificato da - Bigeye in data 02 settembre 2006 15:27:00 |
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Vilmer77
Utente Senior
Città: Matera
Prov.: Matera
Regione: Basilicata
1412 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 02 settembre 2006 : 15:38:07
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Angelo non preoccuparti di non riuscire ad essere breve, non sei l'unico. Ma è il problema che è molto grande e merita ampie dissertazioni. Innanzi tutto giusto per iniziare... dalla fine, posso dirti che abbiamo anche noi i nostri bei problemi con il cemento ed i porti, piano piano ci stiamo arrivando, purtroppo (oltre che con i rifiuti tossici ). Accolgo la tua doppia esortazione a non generalizzare ma purtroppo, sarà un caso ma tutti i forestali che conosco mi hanno fatto discorsi sulla stessa lunghezza d'onda di ciò che ho già scritto, anche in questo stesso post c'è stato chi ha detto che gli alberi malati è meglio tagliarli, se non sbaglio... Dalle tue parole mi sembra quasi di aver offeso qualcuno (i forestali), se involontariamente l'ho fatto mi scuso, ma allo stesso tempo sono felice perchè vuol dire che le cose stanno cambiando da un punto di vista della formazione universitaria. Ho già scritto in precedenza che la figura del dottore forestale è importante anche per me, sottolineo il fatto cmq che quella frase è scritta anche per esasperare un po' le cose e per far capire a molti l'importanza della figura "astratta" (per alcuni) del laureato in scienze naturali che a mio modo di vedere dovrebbe essere parte fondamentale di un programma di gestione di un bosco. Spero di non essere male interpretato questa volta e ringrazio Angelo per la firma della petizione. Vilmer
_____________________ Camminando si conosce |
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adricaste
Utente Junior
Città: Matera
Prov.: Matera
Regione: Basilicata
22 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 settembre 2006 : 15:45:53
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Ecco gli scempi fatti in passato, non lontano, alle faggete del Parco nazionale del Pollino, località Cozzo Ferriero in comune di Rotonda (Basilicata), in giallo le faggete tagliate a raso! Tutta la superficie boschiva è tagliata contemporaneamente, a voi sembra logica una cosa simile? Nei parchi le esigenze di conservazione sono prioritarie, proprio in questa zona ci sono le migliori faggete del versante lucano del parco, con esemplari plurisecolari e che ospitano una fauna ed una flora rara ed endemica che altri ci invidiano, e che noi gestiamo così.La storia dello sfruttamento foresta Pollino, è la storia di un grande imbroglio, troppo complicato da spiegare in un Forum.
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Adriano Castelmezzano |
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adricaste
Utente Junior
Città: Matera
Prov.: Matera
Regione: Basilicata
22 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 settembre 2006 : 15:48:10
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Altre foto
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Adriano Castelmezzano |
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Vilmer77
Utente Senior
Città: Matera
Prov.: Matera
Regione: Basilicata
1412 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 02 settembre 2006 : 15:53:05
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Non credo ci vogliano dei tecnici per giudicare questi tagli nelle tue foto! Vilmer
_____________________ Camminando si conosce |
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theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 settembre 2006 : 16:23:36
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Provo ad aggiungere qualche considerazione, partendo dalla mia terra, lontanissima dal Pollino, ma poi vedo di arrivare al punto.
Prima storia Dalle mie parti esiste ancora un querceto misto planiziale (le pinete ravennati). Si tratta di un bosco che non è mai stato protetto nella sua lunga storia in modo significativo, eppure è ancora lì: circa 2.000 ettari circondati dalle più sfrenate attività antropiche della riviera romagnola.
La pianura padana un tempo era ricoperta da questo tipo di bosco, oggi, a parte pochissimi altri relitti, non ne esiste più traccia.
Dobbiamo allora pensare che la comunità ravennate abbia posseduto nei secoli una profonda coscienza naturalistica, altrove assente? ma neanche per sogno.
Più semplicemente, a differenza del resto della pianura, è riuscita già a partire dal 5° sec. dopo Cristo, a fare di questo bosco una risorsa economica.
Hanno piantato specie esotiche (Pinus pinea per commerciare i pinoli), hanno gestito il querceto come un ceduo, per commerciare il legname. Il risultato è stato che il bosco si è ampliato nei secoli, mentre altrove scompariva.
Poi l'arrivo dell'economia moderna e il bosco per due secoli si è contratto fino alla dimensione attuale che si spera, grazie al Parco Delta del Po, di non vedere ulteriormente ridotta.
Seconda storia Sempre dalle mie parti esiste un'oasi naturale protetta da molti anni, si chiama Punte Alberete, è una foresta allagata naturale e magari in tanti la conoscete.
La conservazione di quest'area richiede interventi antropici molto intensi: irregimentazione delle acque, sfalci periodici, tagli selettivi, ecc.
L'area è inserita in un contesto completamente antropizzato che genera una fortissima pressione sull'oasi, in mancanza degli interventi di manutenzione basterebbero pochi anni per trasformare l'attuale ricchezza di biodiversità in una triste landa di robinie, ailanti e conize.
Cosa centra tutto ciò con il Pollino?
Forse poco, però leggervi mi ha fatto meditare su alcuni punti: l'intervento umano sulla natura di per sè non è di segno positivo, nè negativo. L'economia può davvero salvare l'ecologia (le pinete ravennati sono un millenario caso concreto), ma molto più facilmente può distruggerla (Punte Alberete sono un potenziale caso concreto).
Penso che ci sia del vero in tutti i pensieri che ho letto.
La protezione integrale di un ambiente (chiuderlo!!!) è forse l'unico mezzo che abbiamo oggi per conservarlo, ma è un mezzo temporaneo che esaurirà le proprie possibilità nel giro di pochi decenni, se non cambia il tipo di pressione che grava dall'esterno sulle aree protette.
Dobbiamo assolutamente proteggere, ma dobbiamo lavorare perchè cambino le condizioni economiche e culturali intorno alle zone protette, altrimenti non servirà a nulla avere protetto. Avremo guadagnato qualche anno nel migliore dei casi.
Ora la domanda che vi pongo è la seguente: i tagli nel Pollino secondo voi assomigliano alla prima o alla seconda storia?
in altre parole, secondo voi, quei tagli servono ad impedire che l'economia del profitto entri nel parco o sono invece il segnale del suo ingresso trionfale nel parco? Io un'idea precisa me la sono fatta.
Solo sulla base di questo punto voglio giudicare della correttezza o meno di quei tagli, non su opinabili considerazioni di silvicoltura.
Ciao, Andrea |
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mira_campo
Utente Senior
Città: Altamura
Prov.: Bari
Regione: Puglia
626 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 02 settembre 2006 : 16:44:42
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| Messaggio originario di theco:
Dobbiamo assolutamente proteggere, ma dobbiamo lavorare perchè cambino le condizioni economiche e culturali intorno alle zone protette, altrimenti non servirà a nulla avere protetto. Avremo guadagnato qualche anno nel migliore dei casi. ... in altre parole, secondo voi, quei tagli servono ad impedire che l'economia del profitto entri nel parco o sono invece il segnale del suo ingresso trionfale nel parco?
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Le tue parole sono molto sagge ed equilibrate, da condividere! Ho quotato le riflessioni che condivido maggiprmente... Quanto alla tua domanda credo fermamente che, in questo caso, i tagli siano l'ennesima dimostrazione di un Parco a servizio dell'economia e non viceversa, tanto più che questo è solo uno degli interventi di cattiva gestione all'interno dell'area (ma non divaghiamo!). Ci manca la cultura, ahimè e chissà per quanto ancora dovremo scontrarci con queste realtà.
Mirella |
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lynkos
Con altri occhi
Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara
Regione: Abruzzo
17647 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 settembre 2006 : 17:11:51
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| Messaggio originario di mira_campo:
credo fermamente che, in questo caso, i tagli siano l'ennesima dimostrazione di un Parco a servizio dell'economia e non viceversa |
Anche se non conosco in fondo il caso del Pollino, è questa l'impressione che ho anch'io. Purtroppo questo è solo uno dei non pochi casi simili che sono venuti alla mia attenzione soltanto negli ultimi mesi, quindi mi sembra che possiamo parlare di una situazione purtroppo molto diffusa. Quindi, possiamo in verità parlare di "aree protette" qui in Italia? Non sarebbe più corretto di dire "aree protette... finché non servono a qualcuno"? Sarah.
"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould) |
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Bigeye
Moderatore
Città: viterbo
Prov.: Viterbo
Regione: Lazio
6269 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 02 settembre 2006 : 18:24:09
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forse è più opinabile valutare in termini filosofici un problema eminentemene tecnico selvicolturale e assestamentale, ma forse mi confondo io... inoltre mi sfugge cosa sia opinabile nella selvicoltura che è un insieme di tecniche. come in tutte le scienze ci sono soluzioni diverse per situazioni diverse, ma di opinabile mi sembra ci sia pochissimo.
okkione |
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lynkos
Con altri occhi
Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara
Regione: Abruzzo
17647 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 settembre 2006 : 19:02:14
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| Messaggio originario di Bigeye:
inoltre mi sfugge cosa sia opinabile nella selvicoltura che è un insieme di tecniche. come in tutte le scienze ci sono soluzioni diverse per situazioni diverse, ma di opinabile mi sembra ci sia pochissimo. |
Ho perso un po' il filo del discorso , ma per rispondere solo a questa affermazione... secondo me, quello che è opinabile di qualsiasi scienza o tecnologia è più che altro gli interessi che serve e le finalità a cui si presta, Sarah.
"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould) |
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theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 settembre 2006 : 22:10:01
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| Messaggio originario di Bigeye:
forse è più opinabile valutare in termini filosofici un problema eminentemene tecnico selvicolturale e assestamentale, ma forse mi confondo io... inoltre mi sfugge cosa sia opinabile nella selvicoltura che è un insieme di tecniche. come in tutte le scienze ci sono soluzioni diverse per situazioni diverse, ma di opinabile mi sembra ci sia pochissimo.
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Ciò che volevo dire è che mi sembra opinabile ridurre l'accaduto alla buona o non buona applicazione di tecniche silvicolturali, per quanto le stesse siano degne della massima stima.
Il problema non è filosofico, Giordano, è politico, è di costume, è di coscienza civica.
Se rinchiudi quanto sta accadendo all'interno di una fredda valutazione di regole tecnico-scientifiche, più o meno riservate agli addetti, penso che stai sbagliando mira, per usare un eufemismo usato più volte in questo post.
Infine permettimi di non essere d'accordo con te quando dici che nelle scienze c'è pochissimo di opinabile: forse è così nella sicumera di alcuni tecnici, ma la scienza procede sui propri errori, da sempre, per fortuna.
Ma forse ha ragione Sarah, stiamo uscendo dal seminato.
Ciao, Andrea |
Modificato da - theco in data 02 settembre 2006 22:11:13 |
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012
9799 Messaggi
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Inserito il - 02 settembre 2006 : 22:47:31
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Rispondo a questo messaggio che trovo molto interessante. Ringrazio ancora Vilmer di averlo proposto. Premetto che non conosco nei dettagli la situazione del Pollino, con tutti Voi cerco fare dei ragionamenti di carattere generale. Intanto cerco di puntualizzare alcuni aspetti già emersi sulle quali farò ulteriormente delle considerazioni (per non dilungarmi in questo messaggio già troppo lungo)
Dal messaggio di ecolab
| in base alla mia esperienza trentennale di ricercatore e collaboratore del Parco Nazionale d'Abruzzo posso dire una cosa. l'accesso dei turisti in un'area protetta importante è consentito esclusivamente su sentieri predisposti e in corrispondenza dei quali è anche lecito che si eseguano una serie di lavori finalizzati alla fruizione ed alla sicurezza del visitatore. il resto del territorio protetto è destinato alla natura, alle sue leggi ed ai suoi cicli |
Questa è una scelta del Parco Nazionale d’Abruzzo e non in tutti i parchi nazionali è stata adottata questa soluzione. Ciò è valido solo nelle aree adibite a “Riserva integrale”.
| il bosco non è una coltivazione. il bosco si evolve secondo una serie li leggi naturali che vedono la presenza di controllori (erbivori) che tengono sgombro il sottobosco e non necessita di "interventi dell'uomo" |
Ciò non è assolutamente vero, il bosco è una coltura come tante altre. Altrimenti non si spiegherebbe la funzione economica del bosco, gli usi civici, ecc.. Discipline come la selvicoltura e l’assestamento forestale non avrebbero senso di esistere se il bosco non fosse una coltivazione.
| il bosco non ha bisogno di coltivazioni, a meno che non sia un bosco "da produzione" (vedi alcune pioppete per la produzione di legna per le cartiere). |
La pioppicoltura è una coltura industriale e non un bosco di produzione. Per bosco di produzione s’intende un bosco governato per lo sfruttamento economico del legname. E può essere anche in un’area a Parco Nazionale (tant’è vero che ciascuno ha un piano di assestamento forestale)
| per le biomasse ci sono altre fonti, per un eventuale sfoltimento del bosco, non si vanno a tagliare gli alberi a maturità, quelli che fruttificando possono garantire il ringiovanimento del bosco! |
Su questo mi trovo perfettamente d’accordo
Dal messaggio di Angelo (Bigeye)
| la selvicoltura è la scienza della coltivazione dei boschi. la selvicoltura progredisce, la selvicoltura ha bisogno di nuove idee che già stanno affermandosi. esiste un filone di selvicoltura naturalistica che opera già da più di venti anni e prende le mosse in austria e svizzera ma che è ampiamente applicato in moltissime aree del nostro paese (trentino alto adige, friuli venezia giulia ad esempio). I meravigliosi boschi del trentino sono coltivati amico ecolab. quei boschi dove la mattina si sente il tamburellare maestoso del Picchio nero esistono ora, perchè c'è una politica delle foreste seria.. perchè un selvicoltore ha guidato la mescolanza degli abeti bianchi e dei faggi... amorevolmente e con perizia tecnica. l'equazione taglio=catastrofe ambientale io non l'accetto pur rispettando moltissimo il parere degli amici. qui non è possibile riepilogare la gestione di un ceduo, la conversione ad alto fusto, la gestione delle fustaie.. ci vorrebbe troppo tempo.. ma gli interventi possono essere buoni o cattivi... e teniamo conto che il fine degli interventi selvicolturali illuminati, la ratio dei piani di assestamento forestale ben fatti hanno per fine ultimo la rinnovazione naturale del popolamento e la migliore omeostasi della foresta. sarebbe troppo lungo entrare in aspetti tecnici, ma il taglio di alberi di grandi dimensioni non sempre è da guardare con sospetto.. il selvicoltore e il forestale illuminati tagliano quell'albero perchè magari stava adugiando una o più piante vicine, che da quell'abbattimento si gioveranno e potranno esprimere il loro potenziale biologico. il bosco è osservato nella sua dinamicità anche dal selvicoltore illuminato. Tra le molteplici funzioni del bosco c'è anche quella economica: non ci trovo nulla di male.. anzi. popolazioni di aree montane traggono un interesse sul capitale "foresta" e questa economia combatte l'abbandono di molta gente dalle aree di montagna. questo sappiamo quanto sia utile per fare prevenzione idrogeologica per esempio.. in un area protetta il discorso muta nell'articolazione, ma non negli assunti iniziali. il piano di gestione quando è fatto a regola d'arte deve prevedere aree fruibili al pubblico ed aree in cui la foresta e le comunità animali vengano lasciati alla loro evoluzione naturale e prevedere vincoli diversi e zonazioni intelligenti. in alcune aree consentire tagli all'intero di un piano assestamentale "illuminato" non ha nulla di sbagliato a mio avviso. se poi gli interventi sono tecnicamente scorretti, insorgo anche io con la lancia in mano. |
Mi trovo in linea con quanto detto
Dal messaggio di Sarah (linkos)
| credo che sia importantissimo di fare una distinzione chiara fra un bosco creato dall'uomo e gestito dall'uomo con finalità primaria economica e un bosco naturale all'interno di una riserva o parco naturale |
Ormai esistono anche all’interno dei parchi solo boschi governati dall’uomo, salvo nelle riserve integrali dove è lasciato tutto allo scorrere degli eventi naturale
Dal messaggio di Adriano (adricaste)
| in giallo le faggete tagliate a raso! Tutta la superficie boschiva è tagliata contemporaneamente, a voi sembra logica una cosa simile? |
Dal punto di vista paesaggistico non è certo bello da vedere. Tuttavia se i tagli sono previsti dal Piano di Assestamento, nulla si può fare (se non modificarlo in futuro). Mi sembra, correggetemi se sbaglio, che ci sia una notevole rinnovazione sull’area in oggetto
Alessandro PD |
Modificato da - a p in data 02 settembre 2006 23:08:58 |
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Bigeye
Moderatore
Città: viterbo
Prov.: Viterbo
Regione: Lazio
6269 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 02 settembre 2006 : 23:16:51
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| Messaggio originario di theco:
[quote][i]
Infine permettimi di non essere d'accordo con te quando dici che nelle scienze c'è pochissimo di opinabile: forse è così nella sicumera di alcuni tecnici, ma la scienza procede sui propri errori, da sempre, per fortuna.
Ma forse ha ragione Sarah, stiamo uscendo dal seminato.
Ciao, Andrea
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ciao andrea, personalmente preferirei dire che la scienza è criticabile e non opinabile. gli studi epistimiologici di Popper affermano che la scienza trova il suo riscontro di verità nella sua possibile falsificazione. falsificazione ad opera di altri scienziati che dispongono e disporranno di una tecnica in crescita esponenziale. cio' mi trova daccordo. la opinabilità è invece parola che mi suscita brutte sensazioni. sensazioni da medioevo prossimo venturo che però si sta già affacciando. basti pensare alle tesi scientiste e alle recenti assurde decisioni di alcuni stati della federazione statunitense nei quali l'evoluzionismo e il darwinismo son stati tolti dai corsi scolastici medi e superiori. e c'è in atto una demoninizzazione preoccupante della scienza anche in italia, un paese che la scienza moderna ha contribuito ad edificare dalle idee illuministe in poi. questo mi preoccupa. certo nn credo che tu intendessi ciò ma mi interessava precisare anche questo punto. scienza criticabile ma non opinabile.
ah... per finire giordano chi è? se ti riferisci a me io sono un okkione di nome angelo.. oppure ho totalmente frainteso il senso di quelle righe.
saluti cordiali e se sono andato fuori dal seminato chiedo scusa e ritorno a fare il frate torzone nel seminario.
angelo |
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lynkos
Con altri occhi
Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara
Regione: Abruzzo
17647 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 03 settembre 2006 : 06:28:42
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| Ciò non è assolutamente vero, il bosco è una coltura come tante altre. Altrimenti non si spiegherebbe la funzione economica del bosco, gli usi civici, ecc.. Discipline come la selvicoltura e l'assestamento forestale non avrebbero senso di esistere se il bosco non fosse una coltivazione. |
Ale, scusami, ma non sono d'accordo. Ci sono boschi coltivati e gestiti per finalità primarie economiche. Sì, certo. Ma il bosco di per sè è semplicemente un habitat naturale d'importanza immensa per l'ecosistema del pianeta intero che ha esistito mooooolto prima che siano arrivato quei rompiscatole, gli uomini, e che spero esisterà anche molto dopo. Come si può arrivare ad un'interpretazione talmente antropocentrica? Un bosco, come ogni altro habitat naturale, non deve assolutamente né avere né spiegare una funzione economica. Non è una risorsa da sfruttare più o meno efficacemente dal nuovo arrivato sulla Terra, cioè noi.
| Ormai esistono anche all'interno dei parchi solo boschi governati dall'uomo |
Quella parola "governati" mi fa storcere il naso, ma non voglio scendere in discorsi troppo concettuali. A parte quello, in un certo senso Ale, sono d'accordo, in quanto anche la decisione di lasciare un bosco senza intervento è appunto una decisione di gestione. Le mie perplessità arrivano però dalle finalità di quella gestione. Se quel bosco è dentro un'area protetta... insisto testardamente... deve essere gestito con gli interessi del bosco in primo luogo e non gli interessi economici dell'uomo, altrimenti a che serve un'area protetta (per fare bella figura nella statistica forse)? Ripeto però, che secondo me il nostro discorso concettuale, anche se importantissimo, ci sta allontando dall'argomento di questa discussione. Dal materiale che ho letto sul sito che ci ha segnalato Vilmer, mi sembra che nessuno stia predicando un approccio integralista alla gestione del Parco, senza tagli o interventi di qualsiasi tipo. Il problema mi pare un altro (se mi sbaglio, correggetemi voi che sapete di più)... che i tagli stanno succedendo in modo selvaggio e esagerato, non conforme con il piano di gestione e di zonazione del parco stesso e non segueno l'iter di autorizzazione prescritto, con esito e modalità che lasciano intuire dinamiche di sfondo ben altro che la salvaguardia del patrimonio naturale , Sarah.
"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould) |
Modificato da - lynkos in data 03 settembre 2006 06:32:35 |
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theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 03 settembre 2006 : 08:31:04
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| Messaggio originario di lynkos: Dal materiale che ho letto sul sito che ci ha segnalato Vilmer, mi sembra che nessuno stia predicando un approccio integralista alla gestione del Parco, senza tagli o interventi di qualsiasi tipo. Il problema mi pare un altro (se mi sbaglio, correggetemi voi che sapete di più)... che i tagli stanno succedendo in modo selvaggio e esagerato, non conforme con il piano di gestione e di zonazione del parco stesso e non segueno l'iter di autorizzazione prescritto, con esito e modalità che lasciano intuire dinamiche di sfondo ben altro che la salvaguardia del patrimonio naturale , Sarah.
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Grazie Sarah, anch'io intendevo dire proprio questo, ma sono stato troppo concettoso. Di fronte al sospetto, che si spera infondato, di connivenze illecite tese ad aggirare la normativa di tutela, mi sembra un pochino fuorviante concentrarsi tanto sul fatto che quei tagli siano tecnicamente corretti o meno.
Scusami Angelo, mi riferivo proprio a te. Avevo appena concluso un'altra discussione con Giordano e mi è rimasto il nome tra le dita. Recentemente c'è stata un'interessante discussione sul neo-creazionismo, dalle un'occhiata Link nel caso ti fosse sfuggita.
Ciao, Andrea |
Modificato da - theco in data 03 settembre 2006 09:22:03 |
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falce
Utente V.I.P.
Città: Colle di Val d'Elsa
Prov.: Siena
Regione: Toscana
361 Messaggi Micologia |
Inserito il - 03 settembre 2006 : 10:27:20
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Prima di tutto una considerazione: è veramente un onore fare parte di una comunità "virtuale" come questa. Poter discutere con persone così preparate e motivate vi assicuro che è cosa assai rara.
ora, vorrei nel mio piccolo fare una considerazione che ben si sposa con quanto detto da theco:
| Messaggio originario di theco:
Dobbiamo assolutamente proteggere, ma dobbiamo lavorare perchè cambino le condizioni economiche e culturali intorno alle zone protette, altrimenti non servirà a nulla avere protetto. Avremo guadagnato qualche anno nel migliore dei casi.
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non riesco a convincermi che la conservazione del patrimonio ecologico italiano passi per la creazione di aree limitate completamente chiuse all'uomo. Naturalmente queste sono utili (anche a fini di studio) ma mi ricordano un po' troppo degli zoo, dove in cattività vengono conservate delle specie animali che altrimenti sarebbero estinte. Non che questo sia un male, anzi. Penso però che la salvaguardia della natura debba passare attraverso un approccio diverso. Non possiamo pensare che l'uomo sia avulso dall'ambiente circostante, ricordate... "siamo parte della natura". Credo fermamente che il punto di partenza per migliorare la situazione sia ripristinare quel rapporto di interdipendenza fra uomo e natura che è sempre esistito. Una cultura "ecologica" vera e profonda che permetterebbe non solo di conservare a tempo indeterminato le aree protette ma anche di migliorare la situazione di tutte quelle zone che, pur non essendo protette, sono comunque interessanti ed importanti sotto l'aspetto ecologico.
Un abbraccio
Mauro
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There is often a much simpler way of doing things - if you make the effort to look for it. Simplicity does not just happen. (E. De Bono) |
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lynkos
Con altri occhi
Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara
Regione: Abruzzo
17647 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 03 settembre 2006 : 10:53:56
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| Messaggio originario di falce:
Credo fermamente che il punto di partenza per migliorare la situazione sia ripristinare quel rapporto di interdipendenza fra uomo e natura che è sempre esistito. Una cultura "ecologica" vera e profonda che permetterebbe non solo di conservare a tempo indeterminato le aree protette ma anche di migliorare la situazione di tutte quelle zone che, pur non essendo protette, sono comunque interessanti ed importanti sotto l'aspetto ecologico. |
Parole sagge, però temo che siamo arrivati molto (spero non troppo) tardi al punto di partenza per vedere il treno già partito ed a piena velocità, fuori il nostro controllo. Di recreare il tipo di rapporto di cui parli, ci vorrà prima di tutto riconoscimento al livello decisionale che un tale problema esiste (e non mi sembra il caso finora), poi la volontà di azione vera per cambiarlo, che vorrebbe dire cominciare a costruire questa nuova cultura con impegno dall'infanzia in su. Poi dopo tutto questo, ci vorrebbe almeno un'altra generazione intera, forse di più, per vedere i risultati. Insomma, nelle migliori delle ipotesi, stiamo parlando di secoli, non decenni. Però, se nel frattempo l'uomo di oggi è lasciato libero di sfruttare la natura in modo egoista per guadagno di breve termine ai ritmi attuali, allora quando avremo costruito questa nuova cultura, non ci sarà più la natura vera con cui rapportarci. Quindi, nel frattempo, credo profondamente che sia indispensabile di avere, appunto, aree protette in cui, per ripetermi, gli interessi dell'uomini di oggi non possono prevalere sugli interessi della natura e... degli uomini auspicabili di domani, Sarah.
"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould) |
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ecolab
Moderatore
Città: lucera
Prov.: Foggia
Regione: Puglia
634 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 03 settembre 2006 : 19:59:38
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La discussione sta prendendo una strada estremamente interessante. Quasi quasi è meglio di un convegno!!! Da una analisi di tutti gli interventi si delinea ancora una volta una duplice interpretazione del "bosco": quella naturalistica e quella forestale. In molti punti, per la verità, le due interpretazioni si sovrappongono, per altre questioni si completano a vicenda, per alcuni aspetti, chiaramente, divergono. Non è lecito né corretto dire una interpretazione è esatta, l'altra è sbagliata. Sono due punti di vista ugualmente legittimi e le differenze derivano da come si considera l'ambiente bosco. Chiaramente, io, come naturalista, ho una visione prettamente naturalistica: il bosco è un ambiente naturale che segue le sue leggi, si evolve secondo esse. Ho avuto moltissime discussioni (amichevoli, costruttive e, spesso, chiarificatrici) con Dottori Forestali che, giustamente, portavano avanti il loro concetto che, se si deve essere onesti e se si vuole analizzare il problema fino in fondo, non è assolutamente errato: da quando l'uomo è comparso sulla faccia della terra ha trovato nel bosco una fonte di sopravvivenza eccezionale e l'ha sempre utilizzato (non mi piace usare il termine "sfruttato") traendone frutti, legname, ecc. Ma, e qui mi perdonerete se torno ad essere il Naturalista, questo on vuol dire che il bosco sia una coltura. Certamente dobbiamo convernire che molti boschi, oggi, sono di origine artificiale, dobbiamo accettare che in Italia i boschi (ma praticamente tutti i tipi di ambienti) non sono più incontaminati. Ripeto ciò che ho detto nelle mie prime considerazioni: gli ambienti attuali, in Italia, sono il risultato di millenni di interazione fra l'uomo e la natura. Ancora oggi il bosco viene utilizzato (es. nel governo a ceduo) per le necessità umane e le azioni che si programmano per questo possono essere assimilate ad una coltivazione, una cura del bosco. E fin qui, d'accordo. Ma quando parliamo di boschi che si sta tentando di restituire alla natura, credo che il concetto di coltura sia quanto meno fuori luogo. Parliamo allora di Boschi produttivi da una parte e parliamo di boschi "naturali" dall'altra (so bene che boschi naturali in Italia non esistono in quanto su tutti c'è l'impronta dell'attività umana, ma al momento non trovo altro termine). almeno per questi ultimi, soprattutto in alcune aree protette, lasciamo che Madre Natura faccia il suo mestiere senza il nostro suggerimento (d'altra parte quel mestiere lo fa da più tempo di noi e sicuramente ne sa più di noi!!). D'altro canto, non è anche questo lo scopo delle cosiddette Riserve Orientate?
Una osservazione: in questo forum ho trovato molto equilibrio da parte di tutti. Ciò me lo fa apprezzare ancora di più!! complimenti a tutti. Spesso però le cose non stanno sempre così. E' facile radicalizzare i concetti fino a giungere ad affermazioni, quali quelle fatte in pubblico convegno alla fine degli anni '80, a S. Marco in Lamis, con tema il futuro Parco Nazionale del Gargano, quando un illustre studioso affermò "i boschi vanno recintati altrimenti gli animali vi penetrano e rovinano le piante!!" E queste sono affermazioni che mi mettono paura.
Torno a lavorare (ho un paio di studi di impatto ambientale su un argomento che credo darebbe il via ad un'altra notevole discussione: due impianti eolici!!) Saluti a tutti e scusate la lunghezza del mio intervento. Giampaolo (se non si è capito, Dottore Naturalista a tutto campo!! |
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