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mira_campo
Utente Senior


Città: Altamura
Prov.: Bari

Regione: Puglia


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Flora e Fauna

Inserito il - 03 settembre 2006 : 22:52:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sarah e Giampaolo, mi rivedo totalmente nei vostri discorsi!
Questo è un argomento spinoso anche dal punto di vista etico-filosofico e, come tale, non credo esista una verità assoluta ed inopinabile.
Però, qui parliamo di un parco reale e di tagli che stanno avvenendo in una zona dove non si potrebbe; non voglio mettermi a spiegare tutta la faccenda che è lunga, chiedo solo che chi è interessato legga:
Link
Link§ionid=7&id=78&Itemid=61
e magari firmi la petizione.
Poi possiamo parlarne quanto volete

Mirella
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mira_campo
Utente Senior


Città: Altamura
Prov.: Bari

Regione: Puglia


626 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 04 settembre 2006 : 16:40:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
scusate l'imprecisione, il link per avere maggiori informazioni è:
Link

Mirella
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Vilmer77
Utente Senior


Città: Matera
Prov.: Matera

Regione: Basilicata


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Flora e Fauna

Inserito il - 06 settembre 2006 : 03:43:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Solo ora ho potuto terminare di leggere quanto scritto da tutti voi, effettivamente sembra un convegno!
Io però vorrei tornare sull'aspetto sentimentale del problema, domenica scorsa sono tornato sul Pollino, in un'altra zona, una di quelle più frequentate dagli escursionisti (anche dai meno esperti).
Gran parte del percorso era su un sentiero chiamato "Rueping" che occupa un vecchio massicciato di una ferrovia che negli anni '30 serviva per trasportare il legname degli alberi abbattuti nella zona. Il nome del sentiero deriva dalla ditta tedesca che in quegli anni si occupò dei tagli. Furono tagliati migliaia e migliaia di alberi senza alcun criterio selvicolturale di asssestamento forestale o altro, ma scegliendo solamente gli alberi migliori, abeti bianchi alti anche 50 m furono tagliati, così come pure faggi o aceri di monte o qualunque altro albero dritto e grande...
Oggi nella zona per fortuna a parte piccole zone molto rocciose dove solo il pino loricato riesce ad arrampicarsi il bosco è tornato rigoglioso e molto vario (anche se ovviamente il faggio la fa da padrone). Nella zona sono presenti numerosissime specie arboree (ne abbiamo contate 26 fra quelle da noi viste) ed abeti bianchi molto grandi (1 è un albero monumentale e supera i 35 m).
Scusate il preambolo lunghissimo ma quello che volevo dire è che se in quella zona è ritornato il bosco è solo perchè l'uomo non ci ha più messo mano...
Forse non in tutte le regioni d'Italia è così ma almeno in Basilicata i boschi migliori sono quelli in cui l'uomo è intervenuto in minor misura. E' un dato di fatto. Penso che sia logico quindi essere preoccupati nel vedere ancora oggi fare certi tipi di tagli (utili solo dal punto di vista economico) in zone che dovrebbero essere di massima protezione.
Ho capito anche che praticamente tutti (da quello che avete potuto leggere) avete compreso la vicenda e siete d'accordo sul condannare questi tagli, anche se la mia discussione è stata un po' generalizzata (ma è normale che si passi piano piano da una rgomento all'altro in ogni discorso).
Invito però a riflettere tutti sulla frase scritta nei quaderni habitat del ministero dell'ambiente che ho precedentemente inserito, perchè se quello che scirvo io può non valere nulla, quella parte invece è un parere autorevole di un esperto.
Ad Alessandro invece vorrei esprimere il mio disaccordo quando commenta la foto postata da Adriano su Cozzo Ferriero quella dei tagli a raso. E' vero che c'è rinnovamento ma non è altrettanto vero che un taglio del genere è solo brutto da vedere, che valenza può avere anche dal punto di vista selvicolturale un taglio del genere in un parco nazionale?
Il discorso dell'uomo che ha sempre sfruttato i boschi per vivere è vero e non lo contesto ma se è per questo ha anche cacciato per mangiare nel passato ma adesso ci sono vie alternative per reperire la legna e mangiare...
Sono favorevole agli interventi dell'uomo (dei forestali) per aiutare un bosco in difficoltà (ad esempio a tornare alla naturalità) o a riequilibrare il rapporto fra le diverse specie o ancora meglio ai rimboschimenti (per carità con specie autoctone!!!) in zone incendiate o per riparare ai danni causati da un taglio sbagliato fatto in passato. Anche qualche "flebo" per aiutare degli alberi (soprattutto in città) in difficoltà sotto l'attacco di temibili parassiti. Ma perchè tagliare solo per fini economici per lo più all'interno di una zona di massima protezione di un parco nazionale?
Ormai avete capito come la penso, forse sto ripetendo sempre le stesse cose, vi chiedo scusa per questo, ma sono fermamente convinto che nessuno esperto può ritenersi così presuntuoso da credere di poter far meglio di madre natura...
Vilmer

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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

Regione: Abruzzo


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Inserito il - 06 settembre 2006 : 06:48:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Vilmer77:

Il discorso dell'uomo che ha sempre sfruttato i boschi per vivere è vero e non lo contesto ma se è per questo ha anche cacciato per mangiare nel passato ma adesso ci sono vie alternative per reperire la legna e mangiare...

Sono contenta che hai tornato su questo punto, perché c'è qualcosa che avrei voluto dire prima ma non ho mai trovato il momento giusto per inserirlo.
E' un discorso lungo e questa non è la sede giusta. In breve, nessuno nega l'importanza del legame fra l'uomo e il suo territorio, ma come giustamente dice Vilmer, adesso per fortuna abbiamo modi diversi di alimentare quel legame, oltre lo sfruttamento semplice delle risorse offerte da quel pezzo di terra.
Nel passato dove la cultura e le tradizioni del luogo hanno le loro radici, l'uomo e la natura che lo circondava avevano un rapporto più a pari. Lavorare il bosco era un lavoro pericoloso, duro. Si lavorava con le asce, muli portavano via la legna tagliata. Il lavoro era lento, ritmato dalle stagioni. I rischi erano tanti, il guadagno era molto limitato. E altrettanto limitato era il danno che si potrebbero recare al bosco.
Non è più così. Adesso abbiamo i macchinari per tagliare gli alberi, i camion (che necessitano vie d'accesso) per portarli via. E' ancora adesso un lavoro duro, ma i rischi sono molto di meno e soprattutto le possibilità per fare danno sono praticamente senza limite.
Allora (e sono ben consapevole delle proteste che seguiranno le mie parole), per dare una logica (oltre quella puramente economica) al desiderio di salvaguardare la cultura della montagna (in questo caso specifico), bisogna salvaguardare non soltanto la finalità delle attività, ma anche i metodi tradizinali, gli stessi metodi che hanno permesso entrambi uomini e boschi di sopravvivere in equilibrio per millenni, prima che la tecnologia distruggesse quell'equilibrio a favore degli uomini.
Non è così? Allora, via libera alle baleniere giapponesi che non fanno altro che portare avanti un'attività tradizionale che è parte integrante della cultura del loro paese, Sarah.


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould)
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a p
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Inserito il - 06 settembre 2006 : 15:09:38 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Guarda Vilmer che ho contestato il taglio a raso, dicendo che dal punto di vista paesaggistico non è certo bello da vedere.
Ripeto è un fortuna che ci sia una bella rinnovazione.
Mi pare strano che si adottino ancora tagli particellari a raso, che sono fuori di ogni logica ecocompatibile di selvicoltura sostenibile e naturalistica.
Può capitare di assistere ad un taglio a raso nel caso di 1) governi a ceduo (il faggio di solito viene governato a fustaia); 2) incendi di grandi estensioni (anche se normalmente la legislazione dovrebbe impedire ogni taglio su boschi incendiati) e 3) cause parassitarie.
Quindi se non si verificano queste condizioni è uno scempio ambientale!

Alessandro PD
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



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Inserito il - 06 settembre 2006 : 17:40:51 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Aggiungo anche che se un taglio a raso è autorizzato da un Piano di Assestamento ( e perciò dal punto di vista tecnico-economico è eseguibile e non perseguibile) è altrettanto vero che è necessario modificarlo al più presto come già detto.
Non ha più senso un simile governo del bosco, specie in un'area protetta (quale ad esempio un Parco Nazionale).

Alessandro PD
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picus
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Città: Milano
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Inserito il - 06 settembre 2006 : 23:42:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Capisco l'apprensione e l'amarezza per tale avvenimento.Prima di leggere la dissertazione in proposito ci ho pensato tante volte e poi mi sono deciso a leggerla : ovviamente tanta indecisione era dovuta al solito avvilimento che sopravviene in tali casi come in quello di Vilmer. Quando si hanno ministri come Matteoli o responsabili alla natura come Cosentino è già molto che non abbiano disfatto il parco per una nuova autostrada. Enel nell'ombra o sindaci corrotti devono comunque avere un parere scientifico di fattibilità quindi è chiaro lo stato di precarietà del quadro dirigente...non so se mi sono spiegato. Pensate allo sventramento dello Stelvio da parte della banda di Formigoni che tra villette sulle dorsali, baite che si svegliano alberghi di lusso, piste di sci ,olimpiadi,funivie stradine asfaltate per l'ultimo milanese che ha comprato il rudere sulla cresta,torbiere ancestrali seppellite....e mettiamoci anche gli spiazzi a parcheggio che alla domenica trabordano in Svizzera ed il quadro è quasi finito.
Vedere per avvilirsi con turisti festanti che giocano a qualsiasi cosa in mezzo ai prati e corpo forestale nei bar a fumare: spero che il Pollino non diventi lo Stelvio ma se l'Enel comanda ancora è preoccupante.
ciao
picus
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picus
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Città: Milano
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Inserito il - 07 settembre 2006 : 00:13:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Purtroppo non avevo letto quanto espresso da -arrivaora- al quale molto semplicemente dico di essere totalmente in disaccordo: l'espressione naturalistica primordiale e gli ecosistemi primari possono essere tutelati solo da un tipo di approccio nel quale l'uomo può fare per ora solo da spettatore o scienziato( e non è comunque poco ) in attesa di un migliore rapporto con essa.Nessuno può rischiare di prendere il posto di qualche albero e cespuglio o di impedirne la crescita senza tener conto lo stato di sensibile trasofrmazione all'interno della macchina biologica. Se pensiamo di fare manutenzione in un parco naturale per prevenire gli incendi non abbiamo capito cosa sia un ambiente naturale ed avremo una serie di scelte e composizioni vegetazionali simili al giardino pubblico di quartiere che progredirà secondo una linea non prevista condizionando l'intero ecosistema presente ovviamente a scapito anche della micro e macrofauna.
Meglio lasciare che la natura abbia il suo percorso ( e quelle zone: i parchi sono nati per tale scopo )per rimandare a future e più sensate decisioni e in tal caso è molto meglio prevenire gli umani che gli incendi considerata la sproporzione del danno finora subito dalla natura
picus
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Vilmer77
Utente Senior


Città: Matera
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Flora e Fauna

Inserito il - 07 settembre 2006 : 00:48:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Quando giorni fa avevo chiesto ad Alessandro "il permesso" (poi concessomi) di inserire questa discussione un po' spinosa che immaginavo avrebbe potuto creare qualche piccola contesa mai avrei pensato che avrebbe richiamato tanta attenzione da parte di tutti voi.
Ve ne sono enormemente grato, era proprio quello che volevo, che si conoscesse il problema, che se ne parlasse, troppe volte certi scempi in Basilicata sono passati inosservati (non mi riferisco solo ai tagli), proprio perchè la Basilicata è una regione piccola non tanto come territorio ma soprattutto come numero di abitanti. Se si aggiunge poi uno dei più grossi difetti caratteriali di noi lucani che spesso accettiamo le cose passivamente, con rassegnazione, senza reagire (anche per pigrizia) ecco che qualcuno un po' più furbetto riesce a fare tutto ciò che vuole accordandosi con qualcuno che conta... [anche questo discorso però sembrerebbe qualunquismo ma è tanto vero, purtroppo]
Ovviamente invito tutti gli altri a fare lostesso, i problemi della mia regione non sono più importanti di quello delle altre, se riterrò giuste le vostre ragioni le appoggerò così come avete fatto voi tutti.
Ringrazio molto anche Picus anche (e non solo) per la pazienza che ha dimostrato leggendosi tutto il post (non è da tutti).
Per Alessandro, evidentemente avevo frainteso le tue parole, siamo d'accordo sui tagli a raso.
Vilmer
P.S.: sono anche contento che si sia alzato un po' anche il numero degli accessi alla sezione alberi, che normalmente era poco frequentata, io adoro gli alberi e penso che meritino tutte le nostre attenzioni... in fondo ci fanno respirare!

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theco
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Inserito il - 07 settembre 2006 : 09:49:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Caro Vilmer, hai ragione, è bello parlare insieme di alberi e sentire la solidarietà di amici, magari lontani, per le ferite della propria terra.

Io però ne ricavo un senso di frustrazione nel pensare che abbiamo condiviso questi discorsi tra una decina di persone, tutte già dotate di sensibilità ambientalista, anche se naturalmente con idee e modi di vedere diversi. Ma siamo a mille miglia dal punto dove le cose 'contano'.

Sarebbe bello che la comunità ambientalista in generale (di cui il nostro forum è parte) potesse giocare un ruolo politico reale, perchè è solo su quel campo che le battaglie si vincono o si perdono.

Personalmente sono un po' disilluso da questo punto di vista e mi sembra che le (poche) battaglie finora vinte siano dovute alla passione e al coraggio di singoli individui o piccoli gruppi.

Ciao, Andrea
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



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Inserito il - 07 settembre 2006 : 13:35:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ho già ringraziato Vilmer per aver messo questo messaggio. Vorrei precisare che Vilmer tramite messaggio privato mi aveva chiesto o meno l'opportunità di inserlo nel forum. Gli ho detto si solamente a titolo personale, perché ritenevo interessante l'argomento ( e così si è dimostrato).

Dal messaggio di Vilmer
Quando giorni fa avevo chiesto ad Alessandro "il permesso" (poi concessomi) di inserire questa discussione un po' spinosa che immaginavo avrebbe potuto creare qualche piccola contesa mai avrei pensato che avrebbe richiamato tanta attenzione da parte di tutti voi.


Eventuali permessi, infatti, li possono concedere solo Aldo e Benito.

Volevo aggiungere, i miei due interventi fatti sono stati presentati come avete ben capito con l'ottica del tecnico, purtroppo sono stati troppo generali perché non conosco la realtà di cui si è discusso. Solo conoscendola avrei potuto essere più preciso (mi auguro di visitare presto il Pollino e di avere accompagnatori di rilievo come Vilmer, Mirella e Adriano).
Certo è che gli interventi tecnici tante volte sono scomodi. Di per se il tecnico dovrebbe estraniarsi dalla passione e dal sentimento verso un certo luogo, una persona (nel caso ad esempio di un medico), ecc. e può risultare talvolta "troppo severo" o "impopolare".

Voglio rassicurare Sarah in merito al fatto che il mio cuore batte forte verso il Pollino, così come verso tutti gli ambienti naturali.








Alessandro PD
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lynkos
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Città: Sant'Eufemia a Maiella
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Inserito il - 07 settembre 2006 : 14:36:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Alessandro:

Voglio rassicurare Sarah in merito al fatto che il mio cuore batte forte verso il Pollino, così come verso tutti gli ambienti naturali.

Tranquillo Ale, conoscendoti anche in persona, non ne dubitavo. Magari il mio battessi un po' meno forte in generale , Sarah.


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould)
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Vilmer77
Utente Senior


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Flora e Fauna

Inserito il - 08 settembre 2006 : 02:22:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Per Andrea: anch'io sono convinto che c'è ancora tanto da fare e pure io come te mi preoccupo seriamente quando sento o ancora peggio vedo certe cose, fatto sta (per essere un po' ottimisti) che comunque la nostra generazione rispetto a quelle passate è molto più istruita e quindi capisce maggiormente le problematiche ambientaliste, anche se il "progresso" molto spesso ancora oggi non va d'accordo con la tutela della natura.
Per Alessandro: la parola "permesso" di inserire la mia discussione l'ho messa fra virgolette voleva significare in realtà "consiglio", credo fosse già chiaro ma hai fatto bene a precisare non vorrei si creassero equivoci, soprattutto con Istrice ed Admin.
Per le passeggiate sul Pollino l'invito è sempre valido (per tutti voi).
Vilmer

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Fitz
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Città: Carbonia
Prov.: Carbonia Iglesias

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Inserito il - 08 settembre 2006 : 12:12:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Spero di non giungere con troppo ritardo in questa discussione (c'è voluto un pò di tempo per leggere tutti i post!!).

Da integralista (forse esagerato) non posso che trovarmi daccordo con Vilmer, Lynkos ed Ecolab: lasciamo i boschi alla Natura.

Sono daccordo su rendere fruibile le foreste alle persone, ma non tutto deve essere facilmente accessibile.

Troppe volte ho assistito ai danni creati dall'opera dell'uomo nella mia terra.

Ed in proposito non concordo con Lynkos (ma solo su questo punto) sul fatto che un tempo i boscaioli non facevano danni (od almeno in maniera molto minore rispetto ad oggi), nell'Ottocento le foreste sarde sono state distrutte dai tagliatori piemontesi e toscani, il Gennargentu era una fitta lecceta ora solo landa spoglia.

Anche sui dottori forestali qualcosa da dire c'è: non mi hanno mai impressionato i pezzi di carta, come già scritto ci sono incomeptenti tra i titolati come però ci sono persone di qualità tra coloro che non dispongono di titoli. Voglio solo aggiungere che in una splendida area montana del'Iglesiente (gestita dall'Ente Foreste sardo ed in procinto di trasformarsi in parco Regionale) una ventina di anni addietro furono impiantati a ridosso di un torrente degli esemplari tipicamente sardi: eucaliptus ed abeti!! Questo è un esempio di gestione oculata del patrimonio forestale italiano!!

Un'altra cosa che mi fa infuriare è la pulizia del sottobosco per prevenire gli incendi, sembra di sentire Bush che voleva tagliare gli alberi così non ci sarebbe stato pericolo d'incendio (scusate se sono stato forse aggressivo), il sottobosco è parte vitale ed insostituibile della foresta.

In ultimo, e qui chiedo scusa per l'eccessiva lunghezza del mio intervento, personalmente è l'uomo (come parte e non come dominus) che si deve adattare a ciò che è la natura e non viceversa.

Asibiri da Fitz

Gli alberi sono le colonne del mondo, quando tutti gli alberi saranno tagliati il cielo cadrà sopra di noi (proverbio indio)

Tagli nel Parco Nazionale del Pollino
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lynkos
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Inserito il - 08 settembre 2006 : 12:36:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Fitz:

Ed in proposito non concordo con Lynkos (ma solo su questo punto) sul fatto che un tempo i boscaioli non facevano danni (od almeno in maniera molto minore rispetto ad oggi), nell'Ottocento le foreste sarde sono state distrutte dai tagliatori piemontesi e toscani, il Gennargentu era una fitta lecceta ora solo landa spoglia.

Appunto... nella mia visione del mondo, l'ottocento sono già tempi nostri. Stavo guardando moooolto più indietro , Sarah.


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould)
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Fitz
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Inserito il - 08 settembre 2006 : 12:44:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Lavorare il bosco era un lavoro pericoloso, duro. Si lavorava con le asce, muli portavano via la legna tagliata. Il lavoro era lento, ritmato dalle stagioni. I rischi erano tanti, il guadagno era molto limitato.


Ma questo erano l'Ottocento ed i primi del Novecento in Sardegna.

Asibiri da Fitz

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lynkos
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Inserito il - 08 settembre 2006 : 12:52:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Allora, ti devo chiedere scusa Fitz, la mia ignoranza delle realtà specifiche mi ha indotta ad una generalizzazione superficiale. Forse posso esprimere meglio il mio concetto se parlo dell'inizio dell'uso di massa del legno come materia prima industriale, anche fuori della zona di provenienza, a prescindere dei metodi e modi impiegati, Sarah.


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould)
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giacomo73
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Inserito il - 08 settembre 2006 : 15:37:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Nel 1991, con la legge n. 394, guardando al sistema del National Park Service, il legislatore italiano, per uno strano caso di illuminazione, ideò una nuova forma di gestione delle aree protette, invertendone il sistema di tutela. In altri termini, piuttosto che rimettere all'amministrazione dell'Ente Parco la scelta di autorizzare di volta in volta qualsiasi intervento all'interno del territorio protetto, questa sarebbe stata vincolata da precisissimi e dettagliati vincoli derivanti dal "piano del parco" e dal relativo "regolamento".
Il primo dei due avrebbe consentito l'individuazione delle attività consentite all'interno del parco ed il secondo avrebbe dovuto disciplinarne le modalità.
Così sarebbe stata scalzata via ogni forma di discrezionalità dell'ente nel concedere o meno le autorizzazioni e, comunque, di rimanere vittima di interessi e pressioni trasversali finanche giudiziarie (richieste di sospensive al Tar, per intenderci).
Purtoppo, però, nonostante il ministero ed i parchi abbiano investito molti miliardi delle vecchie lire in progettazione e nonostante un preciso potere sostitutivo di avocazione del ministro dell'ambiente nel caso di inerzia (24 mesi dall'istituzione del parco!), non mi risulta che nessun parco italiano possegga ancora (dopo 15 anni!) tali strumenti funzionanti.
Il risultato normativo è che i parchi italiani sono gestiti ancora con il sistema della c.d. tutela ambientale comparativa, nato negli anni '30 che, indubbiamente, produce effetti di distorsione ...
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lynkos
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Prov.: Pescara

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Inserito il - 08 settembre 2006 : 15:40:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Giacomo, trovo il tuo intervento veramente interessante. Ti ringrazio, mi aiuta moltissimo a capire la situazione dei parchi in Italia, Sarah.


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould)
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giacomo73
Utente V.I.P.

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Inserito il - 08 settembre 2006 : 16:12:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ho insegnato il Diritto dell'ambiente (con particolare attenzione ai settori della caccia e aree protette) dal 1996 fino al 2000 come cultore della materia in una università. Poi ho cambiato università e materia, ma continuo a possedere il vecchio titolo (nulla di speciale: solo la nomina a cultore della materia) e ad interessarmi per passione e professione al diritto dell'ambiente.
Ed è una grande sofferenza saperne qualcosa di più a livello di normativa e vedere che le cose nella realtà camminano a ritroso.
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