Mostra di Prato , Natura Mediterraneo

Messaggio originario di raphitoma:

Quel VOI così maiuscolo, così apocalittico, così accusatorio, ai limiti diciamolo della intimidazione, mi ha tirato di nuovo per la giacchetta. Ma come so’ cattivi sti’ commercianti! Invece di aiutare a crescere i collezionisti principianti, li mazzollano mettendo le conchiglie a prezzi assurdi.
Per prima cosa capiamoci su un primo fatto: anche se le conchiglie sono la nostra passione, sono merci e quindi sottoposte a regole di mercato. Non sono reni o retine per trapianti, non sono eroina, o vergini circasse e neanche le virginali pubende delle nostre sorelle. Sono beni, la cui vendita è eticamente legittima e legalmente permessa. O lo scambio, che è la stessa cosa ma senza i sordi de mezzo. Tutti quelli di voi che hanno scambiato, ricordano bene che raramente tutto è filato liscio. Questo deriva dal fatto che non è banale determinare il valore (prezzo) di una conchiglia sia per la vendita che per uno scambio. E, come determinare il prezzo è stato il mio problema negli scambi e lo è ora per la vendita.
L’unica regola che vige, anche se crudele come lo sanno essere solo le leggi dell’economia, è che in un mercato di nicchia, quale quello delle conchiglie, il valore di un bene è determinato dal prezzo più alto che il cliente è disposto a pagare.
Il povero Marx si starà rigirando nella tomba, altro che plusvalore, rapina vera e propria. Ma è così. Perché il problema è che una conchiglia da collezione non possiede un valore intrinseco, in quanto è bene squisitamente voluttuario. Quindi dipende dal suo stato di conservazione, dalla esattezza della sua classificazione, dalla completezza dei dati di raccolta. E poi dalla sua rarità che per il mercato è semplicemente il differenziale tra domanda e offerta. Il concetto di rarità scientifica (non economica) è infatti piuttosto sfuggente. È rara la Fissurisepta? si perbacco chi l’ha mai vista? Io però ne ho viste 2750 (più o meno venti) in un unico barattolo prese da una unica persona in un unico detrito. È rara perché il suo habitat è così residuale e così lontano da mani umane, che non viene raggiunto se non raramente e in più quasi sempre dalle stesse persone.
La situazione non è poi statica, e può variare non solo con la possibilità di raggiungere l’habitat dove reperire la conchiglia in questione e dal suo stato di salute ecologico ma anche dalla possibilità fisica di raggiungere determinate zone geografiche. Potrei fare mille esempi esplicativi. Ne farò tre soli. I pescatori di Fiumicino frequentano sempre più raramente i banchi di corallo bianco del tirreno centrale. Ergo alcune conchiglie sono diventate introvabili. Ad Akko (San Giovanni d’Aqui) sotto il ristorante principale della città c’è una spiaggetta in cui sono presenti l’80% delle specie lessepsiane che si sono allignate nel mediterraneo. Purtroppo Akko è sul confine con il Libano. Ergo la mia Cylicna girardi vale il triplo che cinque anni fa. Vale ovviamente anche il contrario. Ho venduto delle arche demiri, qualche anno fa a cifre altissime, ora, passeggiando per le spiagge di Riccione, bisogna stare attenti a non scivolarci sopra. Detto questo esistono poi sicuramente popolazioni residuali, o specie che si ritrovano sempre in quantità limitate. Specie in estinzione, habitat in estinzione. Boh. Di sicuro però è che sotto un certo numero di individui una popolazione non può andare perché altrimenti non si può riprodurre e si estinguerebbe in una generazione. Parlato dell’offerta, vi devo annoiare anche su l’altro fattore ovvero la domanda? A Tunisi ho rovistato in ceste piene di luride e pyrum. Eppure sono conchiglie la cui richiesta (in quanto cypraee) è talmente alta che quante uno ne ha, tante ne vende. E così per gli epitonium, per i pecten le mitre e altro ancora. Infatti Internet globalizzando i mercati di nicchia, ha si aumentato la concorrenza (che tende ad abbassare i prezzi) ma anche i possibili compratori (il che aumenta invece i prezzi). E alcune conchiglie di famiglie molto collezionate, perché nel senso comune più belle, sono più “rare” delle loro congeneri più racchie. Bellezza, mezza rarezza!

Basta ho esagerato, ma ve l’ho detto, a quel VOI andava risposto, per cercare di spiegare le ragioni di chi in colpa non si è mai sentito a vendere conchiglie, mentre a volte ci si è sentito facendo uno scambio. Perché, e molti di voi lo sanno, quando si scambia si smette di essere tutti amici. Mentre si può rimanere tali, leggendo un prezzo ben scritto sotto una conchiglia, esaminandola, dando un giro per vedere se qualcuno ce l’ha mejo o più a buon prezzo, e poi decidere se comprarla o no.
Ultimissima cosa, piano con frasi sul tipo “magari ci facessero guadagnare il filippino”. Non parlo per me ma molti esosissimi venditori che noi tutti conosciamo, mantengono interi villaggi in somalia e madagascar. E forse l’alto prezzo delle fultoni deriva anche da questo.
Prosit
Stefano

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