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Questo è uno dei tanti video privati, anche un po' sciocchini, in cui si ripete il giochino.
Lo segnalo perché è chiaro, come nel caso precedente, il gesto di far uscire il capo, e poi - ma questo è l'unico esempio che ho trovato su youtube - il gesto del ragazzino più giovane mi ricorda qualcosa... due paia di corna!!!
Barbaxx
Modificato da - Barbaxx in data 28 agosto 2011 20:47:53
Bu-bu-sèttete? …può essere, può essere… , ma non saprei… A volerli mettere a priori, i collegamenti ci sono, eccome (il "Bu", il gesto delle corna, un ipotetico numero sette, l'opposizione tra star nascosto dentro e mostrarsi fuori), ma, come dici tu, non sono molto dimostrabili. Penso che però lo si potrebbe buttar lì, come spunto semiserio provocatorio. È un'idea carina. Magari è anche vera. Solo che non so se lo riusciremo mai a capire… anche se mi piacerebbe.
Ritornando al "mazzabubù", è interessante la versione del gioco descritta da Petronio nel Satyricon, citata nel link che hai segnalato (il gioco con la breve strofetta che cominciava con "buccae"). All'inizio sono rimasto male, quando ho visto che "buccae" significava "guance", ma poi… …ho guardato l'etimologia e viene esattamente dalla stessa radice del tedesco "Bock", dell'inglese "buck" e del nostro "becco" (nel senso di "caprone"): una radice che significava "animale cornuto"! Càspita, questo è un probabile segno che già all'epoca di Petronio il gioco era antico e la prima parola adoperata nel gioco, "buccae", aveva già cambiato significato perdendo quello originario, passando cioè da "animale cornuto" (riferito alla chiocciola) a ciò che i Romani dell'epoca di Petronio probabilmente identificavano con il termine "guance" (quindi io penso che, forse, già per loro il senso originale del gioco non fosse più chiaro). Non so se mi sono spiegato…
Bu-bu-sèttete? … È un'idea carina. Magari è anche vera.
Non vorrei aprire un altro fronte...
Con un'occhiata su google e Wikipedia ho trovato che il gioco del Bu-bu-sèttete in inglese si chiama Pickaboo, in olandese Kiekeboe, in cinese duo-maomao ("nascondere+gattino", curioso, no?). Ci aiuta forse meno il tedesco, in cui il gioco si chiama Guck-guck-spiel ("gioco del guarda-guarda", da "gucken", guardare, da cui credo derivi il nostro "cucù!"...), in russo ku-ku (appunto), poi c'è lo svedese Tittut che non mi dice niente, e pure delle versioni giapponese e singalese che non so leggere.
Insomma: credo che sia un gioco ancor più diffuso della filastrocca delle lumache. Però nulla vieta di pensare ad incroci più tardi... magari lavorando sugli etimi si può ricavare qualcosa dalle forme olandese ed inglese
Barbaxx
Modificato da - Barbaxx in data 28 agosto 2011 21:20:05
Non sono ancora… in pari con gli inserimenti. Sto leggendo in questi giorni il materiale relativo al tuo post del giorno 08 luglio 2011, 14:31:55 (quello da projetbabel.org), poi mi mancano ancora tutte le cose successive… Penso che ci vorrà più o meno fino a metà settembre per andare in pari, e poi… voglio finalmente iniziare la fase di analisi dei dati! Sì, perché tutti questi erano più o meno preliminari… Permettetemi di chiedervi di pazientare… tra l'altro, tra pochi giorni riprendo la scuola ed ho di nuovo meno tempo.
Ah… tittut, in svedese, significa semplicemente "guarda fuori" (Titt = "guarda"; "ut" = "fuori").
Per quando riguarda noi, penso che, oltre all'etimo italiano, quello inglese possa del tutto teoricamente avere forse un collegamento (Pick - a - boo, letteralmente "Prendi un… bu").
Penso che, più che altro, ci siano dei collegamenti semantici e concettuali tra alcune idee nella nostra filastrocca e questo gioco… (il "bu-bu-sèttete", intendo), che qua e là devono essere rispuntati occasionalmente, e magari anche inconsciamente, con incroci sotterranei… Sono entrambi antichi, sono due cose diverse, ma occasionalmente si possono essere collegate sicuramente, qua e là…
Un'ultima cosa sul "mazzabubù": sono molto convinto che la versione 42 (con la 307) possa essere una probabile testimonianza del ricordo di un gioco assai analogo al "mazzabubù" anche nell'area veneta:
Ancora un particolare intorno alla lumaca-suora. Stando ad una discussione: Link sull'interpretazione di un canto popolare, parrebbe che in alcune varianti della lingua sarda la parola "monza" significhi al contempo "monaca" e "chiocciola". Forse qualche utente del Forum potrà confermare!
Hai ragione. Mi piacerebbe sapere l'origine di questa abitudine. Tra l'altro, anche se non sono un esperto, mi pare che pure un genere di chiocciola si chiami Monacha. Qualcuno sa come mai è stato chiamato così?
Ho aperto una discussione in proposito qui: Link Ha dato risultati interessanti.
Nuova versione dal Giappone, purtroppo solo in traduzione.
The Master-Singers of Japan, by Clara A. Walsh, [1914], p. 72
SNAIL SONG
Put out your horns for a little, snail! The rain falls soft, and the wind blows warm, And rustles the leaves of the bamboo grass. Put out your horns, ere the showers pass, For the rain falls soft, and the wind blows warm!
Il tema della lumaca e dei suoi corni è diffuso nella letteratura giapponese: vedi qui: Robin D. Gill, Mad in Translation, 2009, pagg. 147 e 158. L'articolo riguarda un'opera che ci interessa poco, anche se è ispirata a una serie di filastrocche (di cui devono esserci più versioni anche in Giappone) epperò menziona un detto cinese sul combattimento con le corna delle lumache che mi ricorda molto certe miniature europee...
Barbaxx
Modificato da - Barbaxx in data 26 settembre 2011 15:10:17
Il tema in Giappone è vivissimo e si presta anche ad usi teatrali, come puoi vedere in Z. Serper, Exploration Thropugh a Concept: Japanese Classical Acting as a Model of Harmonical Contrasts, in A. Horie-Webber, Japanese Theatre and the West, 1994, pag. 74, qui, pag. 74.
Barbaxx
Modificato da - Barbaxx in data 26 settembre 2011 15:07:52
Segnalo che è online la nuova versione del database di tutte le versioni della filastrocca, tradotte ed annotate. Contiene ora ben 538 versioni ed è frutto del mio lavoro di quest'estate. La trovate su questa pagina: Link (entrate nel sito facendo clic su "INIZIO", poi fate clic su "Database con tutte le versioni studiate").
Bene… vedo che Barbaxx mi dà molto altro nuovo lavoro da fare!! E io che speravo di aver finito con le nuove versioni e di iniziare finalmente la fase di analisi, cioè la seconda (e più importante) fase della ricerca…! Riuscirò mai ad iniziarla? Ci terrei tanto… Vedo anche che ormai io "comando" sulle versioni europee, e lui su quelle asiatiche…
Scherzi a parte, grazie davvero di cuore per tutto questo nuovo materiale interessante! Vedo che ora è anche coinvolta la Corea. Ho letto la versione, e mi chiedevo il senso dell'ultime due parole, cioè del suo ultimo verso. Chissà…
Sistemerò il materiale nuovo appena mi sarà possibile (adesso non è un buon periodo…)
Che dire, Forest? Che secondo me la raccolta dei dati non è finita... ti sei imbarcato in un lavoro affascinantissimo ma colossale, e devo dire (ma i lettori l'avranno capito) che il tutto m'intriga moltissimo.
Continuiamo dunque il viaggio in Oriente, prendendo le mosse da una nota a piè di pagina di uno dei testi che ti citavo ieri.
Nella letteratura cinese, con propaggini anche in Giappone, c'è un ulteriore tema secondo me connesso (e nemmeno troppo alla lontana) con alcuni filoni di quello che stai studiando...
Nel cap. 25 dell'opera di Zhuangzi, anche scritto Chuang Tzu, importantissimo autore del Taoismo (IV-III secolo a.C.), si racconta la storia dei due regni, in guerra tra loro, situati ciascuno su un corno della stessa lumaca.
Ho pescato una traduzione inglese in Zhuangzi, Burton Watson, The complete works of Chuang Tzu, 1968, p. 284, qui.
Di fatto una citazione di questo tema si ritrova in una poesia del grande poeta Bai Juyi, (trascritto anche come Po Chü-i), (772 - 846 d.C.), di cui ho trovato una traduzione inglese in Juyi Bai, Burton Watson, Po Chü-i: selected poems, 2000, pag. 125, qui.
Barbaxx
Modificato da - Barbaxx in data 27 settembre 2011 16:45:43
Per un'interpretazione del ruolo della lumaca nei versi di Bai Juyi (siamo nella fase, seriore, della lumaca considerata ironicamente come essere insignificante), puoi vederti SHANG Yongliang, Landscape architecture hutian and the variations in the literati ethos in the middle & late Tang Dynasty, Higher Education Press and Springer-Verlag, 2008, pag. 121, leggibile qui.
In questa traduzione, i versi non sono gli stessi appena citati: si spiega, infatti, che in certa parte dell'opera di Bai Juyi la lumaca è una figura ricorrente, per il suo valore simbolico.
Barbaxx
Modificato da - Barbaxx in data 27 settembre 2011 16:39:16