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 Valle del Farma e Stagno della Troscia: luoghi meravigliosi!
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


32990 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 28 aprile 2009 : 13:38:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Caro Beppe, Con tutto il rispetto e tutta l'amicizia ..... ho paura che tu non mi abbia inquadrato giusto.
Che tu saresti venuto vestito così lo sapevo perché nei tuoi reportage appari sempre così.
Io, invece, non ho ancora comprato un'attrezzatura del genere e così mi metto quello che ho: jeans e camicia e berrettino da 50 centesimi alla bancarella; questa è la differenza.
Anch'io "sento" la natura in maniera animalesca e non la guardo solo attraverso le lenti dell'obiettivo e degli occhiali.
Da ragazzo avevo la casa sull'albero a 6 metri da terra e ci salivo con una corda, senza scala, e ti potrei raccontare tante storie di contatto fisico con la natura che ho continuato a cercare fino ad oggi.
Queste cose mi limito a sentirle e a goderle e non sempre ne parlo; diceva Hemingway che a volte certe sensazioni si sciupano a non saperne parlare. Non so scrivere poesie e sulla poesia la penso come Fabrizio De André. Tutto qui.

Ma non sono certo queste le cose che ci rendono diversi. Diversi, poi, relativamente; mi sento abbastanza vicino alle tue idee. Penso solo che a volte tu sei un po' meno preciso di me su certe posizioni.

Scusa se ti ho risposto in pubblico; solo perché lo hai fatto tu e non volevo lasciare spazi per malintesi.

A presto; magari, la prossima volta saremo mimetizzati tutti e due

luigi




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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

Regione: Toscana


6434 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 28 aprile 2009 : 14:00:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non avevo intenzione nè di sfotterti nè di sminuirti in alcunchè Luigi. Anzi...semmai...il contrario
ma continuo a non comprendere quel tuo sguardo stupito e quella tua domanda precisa....
Ma forse volevi solo chiedermi dove avevo comprato il mio ...travestimento.
Un forte abbraccio, Beppe


Arriviamo alla verità, non solo con la ragione, ma anche con il cuore.
Blaise Pascal - Pensées 1670.



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Riccardo Banchi
Utente Super


Città: PIOMBINO
Prov.: Livorno

Regione: Toscana


5312 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 30 aprile 2009 : 12:17:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Veniamo adesso alle catture, inevitabilmente casuali, fatte nella Troscia.

Nella zona dove l'acqua era più bassa abbiamo rinvenuto una femmina di tritone punteggiato, poi sia una femmina che un maschietto:

Immagine:
Valle del Farma e Stagno della Troscia: luoghi meravigliosi!
84,08 KB
La prima femmina di punteggiato.

Immagine:
Valle del Farma e Stagno della Troscia: luoghi meravigliosi!
177,7 KB
I tre punteggiati, di cui un maschio, provvisoriamente in barattolo, prima di essere rimessi in libertà.

Infine, dopo numerose pescate senza successo, è venuta fuori una femmina di tritone alpestre (ssp. apunaus, ovviamente) e una larva di grosse dimensioni:

Immagine:
Valle del Farma e Stagno della Troscia: luoghi meravigliosi!
106,73 KB
I due esemplari di tritone alpestre, di cui uno ancora larva, nelle mani di "triturus".

Immagine:
Valle del Farma e Stagno della Troscia: luoghi meravigliosi!
251,27 KB
La femmina di alpestre.

Immagine:
Valle del Farma e Stagno della Troscia: luoghi meravigliosi!
236,65 KB
La grossa larva di alpestre.

Tutti gli esemplari sono poi stati rimessi nello stagno.

Niente maschi dalla livrea azzurra, ma possiamo dire che la giornata ha avuto esito più che soddisfacente!

Ric

Modificato da - Riccardo Banchi in data 30 aprile 2009 12:20:21
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mazzeip
Moderatore


Città: Rocca di Papa
Prov.: Roma

Regione: Lazio


13572 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 30 aprile 2009 : 12:37:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ripeto ancora, ed è l'ultima volta che lo faccio in modo gentile: gli anfibi, e in particolare gli urodeli, e in particolare quando stanno in acqua, e in particolare gli stadi branchiati, NON si fotografano in mano, e i motivi li abbiamo già detti più volte e non credo ci sia bisogno di ripeterli.

Si tratta di una accortezza semplice, che non toglie nulla alle osservazioni, se proprio dovete catturarli basta metterli in un recipiente qualsiasi, basso, con poca acqua, e fotografarli lì dentro. Se amiamo davvero la natura non dovrebbe essere difficile seguire degli accorgimenti banali ma che denotano rispetto.



Paolo Mazzei
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bernardo borri
Utente Senior


Città: Firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


3002 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 30 aprile 2009 : 13:16:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
sono così felice che possano esistere stadi branchiati nello stagno della troscia....!

Bernardo Borri
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Riccardo Banchi
Utente Super


Città: PIOMBINO
Prov.: Livorno

Regione: Toscana


5312 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 30 aprile 2009 : 13:44:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sono dispiaciuto per la corretta e coerente osservazione di Paolo Mazzei. Tengo a precisare che che le nostre mani erano un po' umide, ma non erano, nell'occasione specifica, appenna immerse nell'acqua, come di solito faccio. Anche "triturus" può aver maneggiato appena gli animali non nella perfetto rispetto rigoroso della procedura, ma posso assicurare, sia nei miei confronti, ma anche per Riccardino, che siamo sempre molto attenti su questo aspetto. Accolgo l'osservazione come giustamente deve essere, ma spero di non aver portato al limite la sopportazione del moderatore: in tal caso la reazione mi parrebbe eccessiva. Nessuna polemica; le osservazioni vanno accettate, ma sia chiaro, voglio far presente che non sono uno sconsiderato maneggiatore di anfibi. Quando vengono le scuole al Centro di Entomologia e nelle poche occasioni che posso far vedere ai bambini un tritone nella mia mano (di solito non lo faccio, ma può capitare, e non penso sia cosa grave), la bagno e specifico loro la delicatezza della pelle degli anfibi.
Posso assicurare (e i presenti possono confermare, se vogliono), che gli anfibi pescati sono stati trattati coi massimi riguardi.

Sono felice per Bernardo, che un giorno dovrà vedere la Troscia di persona!

Un saluto, Ric
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mazzeip
Moderatore


Città: Rocca di Papa
Prov.: Roma

Regione: Lazio


13572 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 30 aprile 2009 : 14:15:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il rischio, ed anche questo è già stato detto più volte, non è solo dovuto alla "delicatezza" della pelle degli anfibi, ma al fatto che le nostre mani possono essere veicolo di infezioni e fungosi: e la chitridiomicosi (Batrachochytrium dendrobatidis) è l'eventualità peggiore, segnalo un pdf del "Centro di coordinamento per la protezione degli anfibi e dei rettili in Svizzera" al riguardo
Link
da cui estraggo un passo che casca a fagiiolo (ma consiglio di leggerlo tutto):
Gli erpetologi e altri amici degli anfibi rappresentano il maggior rischio di propagazione dell’agente patogeno. Praticamente nessun altro visita tanti siti di anfibi in così poco tempo. È imperativo prestare attenzione a non trasportare zoospore da uno stagno all’altro. Tutto l’equipaggiamento (stivali, retino, ecc.) deve essere decontaminato mediante una delle misure seguenti:

- Lasciar seccare completamente materiale e scarpe, poiché il fungo muore per disseccamento (attenzione, anche il fango depositato sulle suole deve essiccare totalmente!).
- Riscaldamento (5 min. a 60°C sono sufficienti).
- Disinfezione: ad esempio, con della candeggina non diluita o dell’alcool al 70% (attenzione, queste sostanze sono tossiche; non disinfettare mai in prossimità dell’acqua). Esistono numerosi antimicotici efficaci contro la chitridiomicosi. Il virkon si è rivelato appropriato per il terreno (maggiori informazioni in tedesco all’indirizzo: Link - parola chiave « virkon »). Il karch fornisce volentieri informazioni su altri prodotti e sulle diluizioni da applicare.

Inoltre, qualsiasi trasferimento di organismi (vegetali – lenticchie d’acqua! – lumache, pesci) da un corpo d’acqua all’altro è da evitare, poiché le spore possono trovarsi su qualsiasi superficie umida.

Le misure di lotta alla chitridiomicosi possono apparire costrittive agli erpetologi operanti sul terreno. Tuttavia, le proporzioni devastatrici che può assumere questa malattia non devono essere sottovalutate

Ripeto, gli anfibi, visto il rischio di propagazione di tali agenti patogeni, non vanno toccati con le mani, e aggiungo che non andrebbero usati retini in stagni diversi senza che prima non si siano completamente seccati o non siano stati disinfettati.



Paolo Mazzei
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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

Regione: Toscana


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Inserito il - 04 maggio 2009 : 13:58:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Penso che l'intervento di Paolo, visto che il post si è come congelato, non volesse essere un secchio d'acqua gelida gettato addosso per calmare bollenti esuberanze. Paolo per l'ennesima volta ci ha messo di fronte, ad un pericolo reale. La chitridiomicosi.
Aggiungo io, inevitabile. E' solo questione di tempo.
A meno che qualcosa nel frattempo non faccia aumentare le difese immunitarie degli anfibi o riduca la pericolosità della chitridiomicosi.
E' vero: gli erpetologi e gli studiosi di anfibi rappresentano coloro che con maggiori probabilità potrebbero trasferire gli agenti patogeni. Il contatto con le mani..., gli stivali sporchi, i retini non sterilizzati....
Ma penso che in realtà ci si trovi di fronte a qualcosa di assolutamente inarrestabile. E' solo questione di tempo, Paolo.
Ci sono i cercatori di funghi, i pescatori, i cacciatori, i naturalisti, i fotografi, gli escursionisti, i mountainbikers, gli amanti del softair nei giochi di guerra e chissà quante altre tipologie ancora di figure che desiderano una propria identità particolare da coltivare e gestire in piena libertà di movimento anche nei luoghi più sperduti e irraggiungibili.
Figure che la società attuale sforna quotidianamente per i propri scopi commerciali.
Nessun luogo è ormai irraggiungibile: con un SUV, chiunque arriva ovunque .
Già...penso proprio che sia solo questione di tempo e che tutto purtroppo sia ormai terribilmente inevitabile.
Non si potrà costringere il mondo a lavarsi gli scarponi, gli stivali, le scarpette da footing o gli artigliati del SUV.
La gente continuerà a fare ciò che ha sempre fatto fregandosene di tutto e di tutti anche se sapesse con esattezza dei rischi che comporta la propria attività.
Ed anche se fosse possibile farlo l'informazione giungerebbe troppo tardi.
Penso quindi che dovremo adattarci all'idea che ci saranno sempre meno anfibi in giro se non si fa qualcosa di realmente valido per salvarli.
Tutto il resto è solo pia illusione.
Beppe





Arriviamo alla verità, non solo con la ragione, ma anche con il cuore.
Blaise Pascal - Pensées 1670.




Modificato da - vespa90ss in data 04 maggio 2009 14:06:10
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mazzeip
Moderatore


Città: Rocca di Papa
Prov.: Roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 04 maggio 2009 : 23:18:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Beppe, non voglio entrare in polemica , il mio intervento non aveva certo questo fine, e nemmeno quello di congelare la discussione, che mi sono letto con interesse: ma allo stesso tempo non condivido gli atteggiamenti di rassegnazione ineluttabile, "è inutile stare attenti tanto ci sarà qualcun altro che fa più danni di me". La mia modesta opinione è che tutte le categorie di persone che hai elencato, dato che hanno mediamente ben poco interesse alle pozze d'acqua senza pesci, difficilmente possano essere vettori passivi della chtridiomicosi, e anche i SUV, se proprio non possono fare a meno di bagnarsi i piedi, è difficile che entrino in DUE distinte pozze senza che il fango attaccato agli pneumatici non si sia seccato.

Rassegnamoci, siamo noi, con i nostri stivali e i nostri retini, e il nostro amore per gli anfibi, a fare potenzialmente i danni maggiori, il turista "qualunque", per quanto poco attento all'ambiente, è difficile che si infili nell'acqua stagnante e molto più difficile che ci si infili due volte, in DUE pozze diverse, a distanza di poco tempo: preferirà giocare a pallone, buttare immondizia, magari accendere fuochi, ma di solito non entra in contatto né con gli anfibi né con l'acqua che li ospita.

Tipico è ad esempio il caso dell'ululone, uno degli anfibi più sensibili e uno dei più minacciati: visto che si possono fare ottime foto senza catturarlo, data la sua abitudine di colonizzare pozze molto piccole e di rimanere al pelo dell'acqua, perché non cerchiamo tutti di starci particolarmente attenti? E di non avvicinarci nemmeno, ad una pozzetta con le bombine, se siamo reduci da un'altra pozza, magari parecchio distante?

Personalmente non sono mai stato né un animalista né un fautore delle osservazioni asettiche e senza contatto, ma adesso c'è un problema, prendiamone coscienza, e facciamo, ciascuno di noi, il possibile per non aggravarlo, e per diffondere la consapevolezza di quanto abbiamo detto ormai a più riprese.

Questo è il senso dei miei interventi, e se qualcuno ci penserà su, prima di mettere un retino in acqua magari già "contaminato", beh, forse sarà servito a qualcosa...



Paolo Mazzei
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 05 maggio 2009 : 00:02:25 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Quindi, dovremmo evitare anche di cercare insetti acquatici e gamberi, dato che non conta l'obiettivo delle nostre ricerche, ma solo lo strumento retino.
E' così?
luigi


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perspicillata
Utente V.I.P.

Città: Ancona

Regione: Marche


129 Messaggi
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Inserito il - 05 maggio 2009 : 00:10:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Si può continuare a fare tutto ciò che si vuole (o quasi!), l'importante è seguire poche ma importanti precauzioni e accorgimenti pre- e post-visita ai nostri biotopi dulciacquicoli preferiti per le più svariate ricerche personali o accademiche.
Penso non sia difficile da capire, nè da mettere in pratica.
O no?

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mazzeip
Moderatore


Città: Rocca di Papa
Prov.: Roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 05 maggio 2009 : 09:59:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Riasssumendo, il problema è solo il trasporto involontario delle zoospore del fungo da uno stagno ad un altro, e, dato che sembra che non ci siano stadi del fungo resistenti al disseccamento e che gli zoosporangi sopravvivano solo in acqua, se visitiamo un solo stagno e abbiamo fatto seccare accuratamente le nostre attrezzature (stivali, retini) alla fine dell'escursione precedente, non c'è problema.

Ma "far seccare" vuol dire lasciarle al sole per un bel po' o tenerle dentro casa, dove il tasso di umidità abbastanza basso, in una settimana, assicura il disseccamento. E non metterle in un garage o in una cantina umida e riutilizzarle da un'altra parte dopo tre giorni. Assicuriamoci anche di aver eliminato i "blocchi" di fango di dimensioni maggiori, che all'interno possono rimanere umidi anche a lungo.

Sono veramente poche avvertenze che impegnano molto poco, e direi che ne vale la pena...




Paolo Mazzei
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Fabio F
Utente Senior

Città: -

Regione: Marche


1079 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 05 maggio 2009 : 11:33:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ogni volta che torno da un'escursione e ho il retino "bagnato" lo metto a mollo in un secchio con acqua e candeggina, poi ad asciugare. Questo preserva non solo il retino da contaminazioni ma anche da cattivi odori
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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

Regione: Toscana


6434 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 05 maggio 2009 : 12:34:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie Paolo per la tua risposta pacata, precisa e ben argomentata che comunque avevo previsto quasi parola per parola. La mia provocazione bonaria doveva servire per offrirti lo spunto nel chiarire meglio eventuali dubbi ancora esistenti.
L'ineluttabilità di quanto potrà accadere nasce dal fatto che stanno mettendo in piedi tutta una cartellonistica montata su "edicole" che indica i percorsi da seguire per gli escursionisti.....
E questa categoria da sola penso che possa già bastare.

Sono certo che tutti i nostri amici degli anfibi, dopo questo invito estremamente chiaro, provvederanno a prendere le precauzioni che tu hai indicato. Spero che anche il C.A.I. e tutte le organizzazioni di escursionisti possano prendere coscienza di questa necessità e si attivino in tal senso.

Beppe



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Riccardo Banchi
Utente Super


Città: PIOMBINO
Prov.: Livorno

Regione: Toscana


5312 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 05 maggio 2009 : 17:27:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Penso che tutti gli utenti abbiamo compreso le giuste motivazioni del moderatore, a prescindere dalle buone intenzioni di tutti noi. E tutti noi abbiamo la voglia e l'interesse di salvaguardare gli anfibi; questo è scontato!
Purtroppo gli ululoni della Riserva "La Pietra" (zona fra valli del Farma/Farmolla e Montieri, tanto per capirci) sembrano scomparsi da oltre 6/7 anni e penso che in quelle pozzette di campagna ci abbia ficcato il naso involonatriamente solo qualche contadino di passaggio. "Sono anni ormai -così dicono i contadini - che rospetti dalla pancia gialla non si vedono più": così mi riferisce "Stiaccino", che andò proprio in zona incontrando persone del luogo.
A prescindere da questo, le precauzioni di cui è stato detto negli interventi precedenti vanno comunque prese.

La descrizione dell'escursione sulla Troscia con gli amici triturus, elleelle, Beppe e Simonetta, ormai quasi al termine, può riprendere...

Ric
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mauretto
Moderatore


Città: pergine valsugana
Prov.: Trento

Regione: Trentino - Alto Adige


4540 Messaggi
Micologia

Inserito il - 05 maggio 2009 : 18:06:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao a tutti, bellissima discussione.
Visto l'argomento emerso, vorrei farvi alcune domande.
Quest'estate volevo visitare un sito di ululoni, in gioventù con mio cugino e il "manuale delle giovani marmotte" (non sto scherzando!! ), andavamo sempre a cercarli con il retino.
Mi ricordo che assieme a loro c'erano i bellissimi tritoni blu (alpinus, se non sbaglio).
Insomma, era mia intenzione fotografarli (se ci sono ancora) ed eventualmente comunicare la posizione delle stazioni ai moderatori, ma visto quanto detto sopra...
tantoper dirne una, avevo anche intenzione di provare a "raccoglierne" delicatamente uno per fotografare l'addome, ma visto quello che si è detto qui..
Guanti di latice?
Lascio proprio perdere e lo fotografo dalla riva?
E se si come??

Tutto questo, logicamente, nella speranza ci siano ancora...
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triturus
Utente Senior


Città: latina
Prov.: Latina

Regione: Lazio


1918 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 05 maggio 2009 : 20:09:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
caro mauretto, del problema chitridiomicosi se ne è parlato lungamente, le precazioni da prendere sono semplicemente quelle di far seccare le attrezzature (retini,stivali etc.) prima di un nuovo utilizzo. quindi non ci sarebbero problemi a osservare questi animali...naturalmente sperando che siano ancora presenti. il discorso delle mani è diverso, gli anfibi hanno un temperatura molto inferiore alla nostra, e il contatto con le mani tende a provocare uno skock termico. inoltre c'è sempre il rischio delle infezioni e fungosi... concordo che sarebbe meglio evitarlo per gli urodeli, al massimo è indispensabile avere le mani bagnate.
l'ululone inoltre se disturbato, potrebbe reagire con il famoso unkereflex, mostrando da sè i colori vivaci dell'addome.
quindi non esitare a cercare l'ululone, o il bellissimo mesotriton apestris (non alpinus), rispettando però le regole sopra citate.
l'ululone delle tue zone è la bombina variegata, un'altra specie, che per ora non sta subendo l'inarrestabile declino della pachypus. non so se sia più resistente al fungo, ma immagino che sia meno sensibile a questa piaga che sta "divorando" moltissime specie di anfibi...


.....qualunque cosa capita alla terra, capita anche ai figli della terra.......

Modificato da - triturus in data 05 maggio 2009 20:14:17
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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

Regione: Toscana


6434 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 05 maggio 2009 : 22:11:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Vorrei inserire una foto che sicuramente farà piacere commentare a Riccardo e Triturus



Valle del Farma e Stagno della Troscia: luoghi meravigliosi!



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Riccardo Banchi
Utente Super


Città: PIOMBINO
Prov.: Livorno

Regione: Toscana


5312 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 06 maggio 2009 : 12:40:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bravo Beppe! Questi sono i tre esemplari di lissotriton vulgaris catturati nella Troscia (2 femmine e un maschio) e poi di nuovo liberati (sono quelli della seconda immagine presente in questa pagina). Sono stati presi nella zona dove l'acqua era più bassa (forse è solo un caso, o forse no...), mentre gli alpestri erano in zone un poco più profonde...

Riguardo all'intervento di Mauretto, triturus è stato esauriente.

Ric

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Riccardo Banchi
Utente Super


Città: PIOMBINO
Prov.: Livorno

Regione: Toscana


5312 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 11 maggio 2009 : 13:22:25 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Riprendo con la parte terminale dell’escursione, facendo presente che nello stagno erano presenti anche numerosi insetti acquatici, fra cui notonecte e larve di libellula, ma anche diverse specie di coleotteri (uno di sicuro era un acilius sulcatus).

Immagine:
Valle del Farma e Stagno della Troscia: luoghi meravigliosi!
92,94 KB
Questo invece che ditiscide potrebbe essere (se di ditiscide trattasi)? Posto la foto dell’animale in mano, poiché penso che non crei questioni. La domanda la rivolgo in particolare ad elleelle, che è ferrato in materia, ma sono certo che anche gente tipo AleP può darmi risposte più che soddisfacenti…

Ric
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