|
|
|
Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
|
Nota! Per consultare il regolamento aggiuntivo di questo forum: clicca qui!
|
|
Autore |
Discussione |
marz
Utente Super
Città: Bergamo
Regione: Lombardia
8788 Messaggi Tutti i Forum |
|
CIACCA
Utente Senior
Città: Longarone
Prov.: Belluno
Regione: Veneto
1495 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 31 ottobre 2008 : 22:06:16
|
Anche se non sono un cultore di questa sezione provo a dare un commento a quello che vedo. Intanto almeno due controsensi: il primo è che il pittore quarda un uovo e disegna un uccello; il secondo è che guarda da una parte e disegna dall'altra. Il tutto comunque rienta in una normalità: fra un po' di tempo dall'uovo nascerà un uccello. Cosa vuol dire? Forse che se pensiamo un pochino alle cose possiamo vedere un po' al di là del nostro naso senza essere degli indovini, ma semplicemente ricordandoci che 1 + 1 fa sempre 2. Ora mi fermo perchè la ghiandola sottocranica comincia già a fumare. Lascio lo spazio ad altri commenti. Ciao Christian |
|
|
Aphyllo
Moderatore
Città: firenze
Prov.: Firenze
Regione: Toscana
9108 Messaggi Micologia |
Inserito il - 31 ottobre 2008 : 22:34:10
|
Ciò che dovrebbe sempre fare un artista quando cerca di ritrarre la realtà: filtrarla con la sua imaginazione... |
|
|
ninocasola43
Utente Super
Città: s.agnello
Prov.: Napoli
Regione: Campania
6360 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 31 ottobre 2008 : 22:57:49
|
Renè Magritte, belga, era un pittore surrealista, sicuramente influenzato dalla pittura di Giorgio De Chirico e se la memoria non mi inganna deve essere morto verso la fine degli anni sessanta. il quadro rientra nella sua filosofia del vedere quello che vuole vedere e non quello che è effettivamente presente davanti ai suoi occhi, un po' come i quadri di Dalì o le poesie di Eulard che conobbe (sempre se ricordo bene) a Parigi. il quadro in oggetto rientra nella sua idea di base della lotta tra il visibile nascosto e il visibile apparente. nin |
|
|
marz
Utente Super
Città: Bergamo
Regione: Lombardia
8788 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 31 ottobre 2008 : 23:53:07
|
Direi che tutte le risposte fornite (e ringrazio chi le ha date) sono condivisibili ed hanno in parte colpito nel segno. Magritte però era un "provocatore" (ad avercene di provocatori col suo garbo e la sua eleganza) e voleva lanciare alcuni messaggi che evidentemente hanno attinenza con i contenuti di questa sezione.
marz |
Modificato da - marz in data 31 ottobre 2008 23:54:42 |
|
|
Aphyllo
Moderatore
Città: firenze
Prov.: Firenze
Regione: Toscana
9108 Messaggi Micologia |
Inserito il - 01 novembre 2008 : 10:21:14
|
Un uovo racchiude in se un grande mistero. Quale creatura potrà generare? Possiamo immaginare un'infinità di vite nessuna delle quali è più probabile di un'altra e nella peggiore delle ipotesi potrebbe anche non nascere nulla. Vederci in prospettiva un uccello in volo trasmette ottimismo, e in ciò non vedo nessuna provocazione. E' vero che quell'uovo non rappresenta certezze, ma nessuno però si sognerebbe di affermare il contrario quindi anche da questo punto di vista non vedo provocazioni.
P.S. Marz, posso chiederti cosa ti fa pensare che in questa sezione ci siano tanti cultori di certezze? |
|
|
Bigeye
Moderatore
Città: viterbo
Prov.: Viterbo
Regione: Lazio
6269 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 01 novembre 2008 : 10:56:49
|
interessante marz
a me fa pensare che l'autore la pensasse come me. l'uovo è nato prima della gallina.
ciao :)
okkione |
|
|
theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 01 novembre 2008 : 11:02:19
|
Qualche tempo fa una cara persona mi fece partecipe in privato di alcune sue riflessioni, su due o tre discussioni allora in corso, relativamente alle tecniche del fotoritocco.
I partecipanti, secondo me, stanno parlando di filosofia epistemologica (della nostra percezione della realtà). In più perché queste discussioni non avvengono per quanto riguarda i disegni? Perché per le foto (come per la scienza) esiste una presunzione di oggettività anziché di rappresentazione del mondo circostante.
Faccio mio il suo acuto spunto e ve lo propongo qui, come ulteriore chiave di lettura dell'immagine proposta da Marz.
Forse Magritte vuole alludere anche al fatto che realtà naturale e realtà percepita non sono la stessa cosa, benchè noi siamo psicologicamente portati ad identificare sempre la nostra percezione (cioè una rappresentazione elaborata dai nostri sensi) con la realtà in sè, che non dobbiamo dimenticare esiste in sè, a prescindere dalla sua percettibilità.
In quel quadro io leggo proprio questo paradosso: la distanza incolmabile tra la realtà che percepisce l'osservatore esterno (un uovo), la realtà che percepisce il pittore (un uccello) e la realtà in sè, che nessuno è in grado di percepire, perchè l'azione sensoriale stessa ne modifica necessariamente l'essenza.
Ciao, Andrea |
|
|
marz
Utente Super
Città: Bergamo
Regione: Lombardia
8788 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 novembre 2008 : 01:17:27
|
Theco, non sono sicurissimo di aver capito quello che hai voluto dire, e, convinto come sono che il dubbio sia alla base di ogni progresso scientifico, non sono neanche sicuro che la mia interpretazione sia quella giusta. In ogni caso comincio con alcune considerazioni. Il pittore, che poi è un autoritratto dello stesso Magritte, guarda con grande attenzione l' uovo, come se volesse essere molto preciso nella rappresentazione, come se volesse dipingerlo con assoluta esattezza. Ed è visibilmente convinto di ciò che sta facendo, sembra assolutamente convinto di dipingere fedelmente il suo soggetto pittorico. E ciò è palesemente in contraddizione con la nostra realtà percepita. Tuttavia c' è un legame tra l' uovo e l' uccello che raffigura. L' artista nell' uovo potrebbe non vedere un semplice uovo in sè, ma l'essenza che rappresenta, e di ciò è convinto; ecco perchè dal suo pennello sboccia un uccello, addirittura un uccello in volo, con le ali spiegate, per tenere fede alle promesse contenute nella forma primigenia. In pratica, secondo me, Magritte, intende ironizzare sull' oggettività delle nostre percezioni (e convinzioni). Ironizza (e riporto testualmente quel che ha detto Theco) sul fatto che noi siamo psicologicamente portati ad identificare sempre la nostra percezione (cioè una rappresentazione elaborata dai nostri sensi) con la realtà in sè.
Il messaggio che volevo trarre dal dipinto è questo: in questa sezione vedo un pò troppe certezze e troppo pochi dubbi. Non sarà mica il caso, da parte di qualcuno, ogni tanto, di ironizzare sulle proprie certezze?
marz |
|
|
Hemerobius
Moderatore
Città: Alghero
Prov.: Sassari
Regione: Sardegna
4877 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 02 novembre 2008 : 07:56:20
|
| Messaggio originario di marz: Il messaggio che volevo trarre dal dipinto è questo: in questa sezione vedo un pò troppe certezze e troppo pochi dubbi. Non sarà mica il caso, da parte di qualcuno, ogni tanto, di ironizzare sulle proprie certezze? |
Sulla seconda frase sono assolutamente d'accordo in generale, anzi tento di adottarla (non so se con successo) come "filosofia" di vita. Ma non credo sia proprio applicabile ad un forum per il semplice fatto che quando si scrive si è "tecnicamente" costretti a prendere una posizione e molti dubbi rimangono inespressi. Anche la convinzione che altri hanno molte certezze potrebbe richiedere di essere sottoposta a dubbio .
| Messaggio originario di marz: Il pittore, che poi è un autoritratto dello stesso Magritte, ... |
Questo non lo avevo capito e, a mio parere, cambia un po' le cose. Bisognerebbe entrare nella psicologia dell'artista. Non è che voleva esprimere la sua capacità (o la capacità dell'artista) di vedere le cose come diventeranno e non come sono?
| Messaggio originario di marz: E ciò è palesemente in contraddizione con la nostra realtà percepita. ... In pratica, secondo me, Magritte, intende ironizzare sull' oggettività delle nostre percezioni (e convinzioni). Ironizza (e riporto testualmente quel che ha detto Theco) sul fatto che noi siamo psicologicamente portati ad identificare sempre la nostra percezione (cioè una rappresentazione elaborata dai nostri sensi) con la realtà in sè. |
Mi sono incuriosito molto da giovane sulla discussione filosofica riguardante la conoscibilità del reale (dai presocratici, da Platone in avanti), poi mi sono messo a fare l'entomologo ma soprattutto ho letto il libro di Konrad Lorenz "L'altra faccia dello specchio" che proprio di questo trattava. Lorenz elabora un ragionamento per me assolutamente convincente che provo a riportare (molto arditamente vista la mia incompetenza sull'argomento). Lorenz dice in pratica che è impossibile sapere se noi conosciamo la realtà come essa è realmente, ma con certezza noi ne percepiamo una ottima rappresentazione. In caso contrario infatti non saremmo "adatti" a viverci dentro (alla realtà). Può darsi che un muro non sia proprio come noi lo vediamo, ma è certo che noi percepiamo correttamente l'impenetrabilità del muro stesso. La mancanza di questa corretta percezione potrebbe portarci a molti danni "fisici" (andandoci a sbattere contro per esempio) e di conseguenza una percezione "sbagliata" significherebbe una nostra inadattabilità alla realtà, il che non è. Il discorso epistemologico legato all'evoluzione del vivente è molto interessante per me "zoologo", infatti è noto che un verme piatto percepisce il mondo in modo assolutamente diverso da noi, ma ha una storia evolutiva ed una sopravvivenza sulla terra superiore alla nostra.
Ciao Roberto
PS: non trovo più la discussione sulla fedeltà nella riproduzione dei colori dei monitor citata da Andrea/Theco. A mio parere, un esempio spassoso, perché inconsapevole, di filosofia della percezione.
verum stabile cetera fumus |
|
|
vespa90ss
Utente Super
Città: Firenze
Regione: Toscana
6434 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 novembre 2008 : 09:11:49
|
la chiave di lettura è a mio avviso nel volo, non tanto nell'uccello in cui si trasformerà l'uovo. Da un corpo apparentemente freddo, inanimato e più che altro straordinariamente appoggiato al suolo, seppure nella sua instabilità, l'artista riesce ad astrarre una fantastica potenzialità, quella di potersi evolvere per raggiungere qualcosa di assolutamente impensabile: la capacità di volare e di elevarsi. Penso che l'artista abbia avuto in quel momento nella sua mente la visione dell'uomo che tenta disperatamente di scindere e far decollare la parte spirituale del suo essere da quella terrena della corporalità. Un modo di guardare all'uomo in maniera benevola per quanto riguarda la sua futura evoluzione.
Beppe
Credo che moralità significhi trovare il coraggio di fare una scelta |
|
|
D21
Moderatore Tutor
Città: Cuneo
Regione: Piemonte
6702 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 novembre 2008 : 12:18:44
|
Scrivo due righe solo perchè ho voglia di divertirmi un po', quindi non prendetemi troppo sul serio e non chiamate subito il centro di igiene mentale! .
Tutti gli interventi scritti fino a qui hanno qualcosa in comune: una conseguenzialità uovo -> uccello. Il pittore vede un uovo: pensa a cosa diventerà, dipinge un uccello. Con tutte le sottointese questioni dell'evoluzione percettiva e sensoriale, e la crescita dell'Uomo.
Ma Okkione mi ha aperto gli occhi! E' nato prima l'uovo o la gallina? Lo so, da buoni evoluzionisti diremo tutti: "E' nato prima l'uovo, perchè non è stata una gallina a deporre il primo uovo, ma un'antenata non gallinesca della gallina. E poi dall'uovo è nata la gallina".
Già! A parlare di uova e di galline siamo tutti portati a guardare indietro, al passato! Invece guardando il quadro di Magritte tutti pensiamo al dopo, al futuro!
A nessuno è venuto in mente che l'uccello dipinto possa essere l'origine dell'uovo! Magari sua madre. O sua nonna...
In questo momento sto pigiando dei tastini su un PC portatile: se ci fosse questo PC sul tavolo del pittore, cosa dipingerebbe sulla tela? A me verrebbe spontaneo pensare alle antiche forme di comunicazione o di calcolo, a cosa c'è stato prima, insomma. Anche perchè è difficile pensare a cosa ci sarà dopo! Guarderei indietro.
E' facile dire che da un uovo nascerà un uccello, ma provate a dire come comunicherà l'umanità fra 500 anni ...
Insomma, noi siamo portati a fare dei ragionamenti quasi stereotipati... Non è una sempre una brutta cosa, al contrario: ci permette di capirci. Magritte pensava certamente a "cosa sarebbe uscito dall'uovo" (guardare al futuro), e tutti noi abbiamo pensato, come lui, che ciò che è raffigurato sulla tela sia "ciò che uscirà dall'uovo".
Ma in questo modo finiamo, a volte, per cadere in "trappole mentali" che ci incatenano a un modo preconcetto di pensare. Va benissimo, perchè nella maggioranza dei casi sarà utile per sopravvivere in questo mondo fatto, per lo più, di conseguenzialità.
Ma i veri passi avanti dell'umanità vengono fatti spesso da gente che pensa in modo trasversale o apparentemente assurdo. Non è il sole che gira intorno alla terra, come appare evidente a tutti, ma il contrario!
Magritte ha spesso destabilizzato il modo usuale di pensare, presentando dipinti dove tutto era diverso da come appariva. O da come avrebbe dovuto essere.
Stavolta no. Pare proprio che pensasse al futuro dell'uovo. Come tutti noi.
Io però ho bazzicato un po' nel surrealismo e, aiutato forse da un'incipiente sbandata delle mie facoltà mentali (), provo a ribaltare tutto: quell'uccello è il padre dell'uovo. L'uovo non è di uccello ma di tartaruga, o di coccodrillo, o di un antenato rettile degli uccelli... Meglio un uovo oggi che una gallina domani. Magritte ha cotto l'uovo e se lo mangerà sodo! E dipinge il suo rammarico per non potersi pappare l'uccello arrosto! L'uovo è inerte, è alla mercè dell'uomo; l'uccello fugge in volo: vallo a piglia'!
Pensiamo trasversale.
M'è venuta fame.
Dario.
"Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira, nei meandri di un tempo che cambia ogni volta, cercando qualcosa che non abbiamo mai perso." (1795 J.d.L.) |
|
|
Acipenser
Utente Senior
Città: Francoforte sul Meno
Prov.: Estero
Regione: Germany
1668 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 novembre 2008 : 13:52:32
|
| E' nato prima l'uovo o la gallina? Lo so, da buoni evoluzionisti diremo tutti: "E' nato prima l'uovo, perchè non è stata una gallina a deporre il primo uovo, ma un'antenata non gallinesca della gallina. E poi dall'uovo è nata la gallina". |
Questo non lo si può dire; il sintagma "uovo di gallina" ha un significato ambiguo: si può intendere indefinitamente "uovo che contiene una gallina" oppure "uovo generato da una gallina". Nel primo caso il tuo ragionamento sarebbe sbagliato, nel secondo sarebbe giusto.
| Già! A parlare di uova e di galline siamo tutti portati a guardare indietro, al passato! Invece guardando il quadro di Magritte tutti pensiamo al dopo, al futuro! |
Tra i biologi dello sviluppo ricorre una frase, di cui non mi sovviene l'autore; recita più o meno così: "L'intera gallina è solo un mezzo che l'uovo utilizza per propagare sé stesso". Si tratta di qualcosa che va ben oltre la filosofia. Tale affermazione ha infatti un significato biologico netto (peraltro è falsa in ultima analisi ).
Tautò tèni zon kài tethnekós kai egregoròs kai kathèudon kai nèon kai gheraiòn tade gàr metapésonta ekéina ésti kakèina pàlin táuta. Eraclito, Frammenti, 88; Di passaggio, Franco Battiato. |
|
|
theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 03 novembre 2008 : 12:49:42
|
Ormai siamo arrivati a una decina di possibili interpretazioni di questa incongruenza visiva che ci ha presentato Marz, mi sembrano tutte, ma proprio tutte, interessanti e feconde di sviluppi. Proprio perchè sono tante mi sembra che confermino i temi accennati sulla inconoscibilità oggettiva della realtà.
Credo che la discussione sui monitor a cui si riferisce Hemerobius sia questa: Link
Ricordo anch'io l'argomentazione di Lorenz e aggiungo qualche altro elemento. Il motivo per il quale non percepiamo un'essenza oggettiva della realtà, ma percepiamo comunque qualcosa di 'fortemente' realistico penso che sia legata al fatto che l'interpretazione delle nostre percezioni è legata a codifiche non oggettive, ma quasi.
Ovviamente confondere un uovo con un uccello è un paradosso che richiede un intervento della volontà che va oltre il semplice dato sensoriale, ma non essere d'accordo sulla definizione di una tinta di verde (patologie a parte) è qualcosa invece che si basa sulla diversa interpretazione che soggetti diversi possono dare di una realtà codificata in modo semplicemente intuitivo: il colore verde (non mi risulta che a Parigi sia depositato il prototipo del colore verde)
Diciamo quindi che l'oggettività si spinge universalmente a distinguere il verde dal rosso, ma non si presta a definire in modo univoco le infinite variazioni di verde. Da qui la validità del discorso di Lorenz sulla quasi-oggettività: se l'evoluzione mi ha insegnato che le bacche rosse sono buone e le verdi invece no avrò ben pochi problemi, ma se l'apprendimento (cioè la codifica che mi occorre) pretende che io distingua tra una bacca verdolina e una bacca verdona... qualcuno finirà probabilmente con il mal di pancia.
Su questo argomento spendo un altro esempio, non mi ricordo dove l'ho letto, se qualcuno lo riconosce gli sarei grato se me lo identifica: se i nostri sogni notturni si ripetessero con regolarità, consequenzialità logica e rigore cronologico, noi non saremmo più in grado di distinguere tra la vita 'reale' e la vita 'onirica'... tranne che per i lividi. Il nostro corpo vive nella realtà materiale, la nostra mente può vivere anche altrove, interpretando la realtà secondo modalità soggettive, che per fortuna, nella grande maggioranza dei casi, si basano su codifiche quasi univoche (salvandoci così dalla schizofrenia, ma non dal contraddittorio).
E con il concetto di contraddittorio, che si alimenta nella non perfetta corrispondenza delle codifiche personali, vorrei introdurre un'altra domanda: la struttura 'quasi perfetta' delle nostre percezioni, come descritta da Lorenz, che rilievo ha avuto e ha tuttora nello sviluppo culturale della nostra specie (e forse biologico delle altre specie)?
Secondo me un rilievo fondamentale: se le codifiche percettive fossero eterogenee oltre una certa soglia, ci troveremmo nelle condizioni della biblica Babele, destinati al crollo delle nostre aspirazioni di sviluppo; ma anche al contrario, se esistesse una sorta di codifica percettiva universale, comune a tutti noi, saremmo comunque destinati al crollo, perchè non esisterebbero nè la scienza, nè la cultura.
In quel 'quasi perfetto' ci sta dentro tutta la nostra umanità.
Ciao, Andrea |
|
|
theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 03 febbraio 2010 : 22:15:29
|
Spostata in data 03/02/2010 dalla sezione 'uomo e natura old'
Io e Acipenser, con un po' di calma, andremo a rivederci le discussioni della vecchia sezione 'uomo e natura', che sono ancora bloccate e, dove ne vale la pena, le trasferiremo nella nuova sezione sbloccandole.
Comincio da questa, è simpatica... rileggetela e magari intervenite
Ciao, Andrea |
|
|
elleelle
Moderatore Trasversale
Città: roma
Regione: Lazio
33001 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 04 febbraio 2010 : 00:15:22
|
| Messaggio originario di Hemerobius: ....... Lorenz dice in pratica che è impossibile sapere se noi conosciamo la realtà come essa è realmente, ma con certezza noi ne percepiamo una ottima rappresentazione. In caso contrario infatti non saremmo "adatti" a viverci dentro (alla realtà). Può darsi che un muro non sia proprio come noi lo vediamo, ma è certo che noi percepiamo correttamente l'impenetrabilità del muro stesso. La mancanza di questa corretta percezione potrebbe portarci a molti danni "fisici" (andandoci a sbattere contro per esempio) e di conseguenza una percezione "sbagliata" significherebbe una nostra inadattabilità alla realtà, il che non è.
|
Io aggiungerei anche un'altra cosa. Noi non nasciamo con l'idea del muro, ma ce la facciamo quando ne conosciamo uno, o più di uno. Il fatto che sia duro e impenetrabile lo impariamo toccandolo e sbattendoci contro. Quindi, la percezione del muro è proprio la somma delle sue caratteristiche che è opportuno conoscere per essere adatti a interagire con i muri, perché questa percezione si è formata appunto interagendo con i muri.
Ma, con riferimento alle considerazioni di Marz, non ho certezza che sia così .....
luigi
P.S. A proposito di pensiero trasversale, io penso che l'immagine sia stata "tagliata" da Magritte. Mi sembra che il suo sguardo non sia mirato esattamente sull'uovo e immagino che, a sinistra dell'uovo, ci fosse l'uccello che sta dipingendo (magari, non svolazzava, ma stava posato sul tavolo ...) |
Modificato da - elleelle in data 04 febbraio 2010 00:20:42 |
|
|
marz
Utente Super
Città: Bergamo
Regione: Lombardia
8788 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 04 febbraio 2010 : 00:57:01
|
Mi ero ripromesso di non intervenire in questa sezione, per evitare il coinvolgimento in qualunque polemica. Sono però molto contento che abbiate tirato fuori nuovamente questa discussione, cui ero particolarmente affezionato ed in cui, tra l' altro, tutti gli interventi mi sono sembrati interessanti e di buon livello.
marz |
|
|
theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 04 febbraio 2010 : 10:19:37
|
Bentornato Giuseppe
Ciao, Andrea |
|
|
Acipenser
Utente Senior
Città: Francoforte sul Meno
Prov.: Estero
Regione: Germany
1668 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 24 marzo 2010 : 21:21:52
|
Intervengo soltanto per inserire un link, per dovere di completezza.
Buon proseguimento.
Tautò tèni zon kài tethnekós kai egregoròs kai kathèudon kai nèon kai gheraiòn tade gàr metapésonta ekéina ésti kakèina pàlin táuta. Eraclito, Frammenti, 88; Di passaggio, Franco Battiato. |
|
|
D21
Moderatore Tutor
Città: Cuneo
Regione: Piemonte
6702 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 11 giugno 2015 : 01:06:05
|
Aaaaahhhh, i vecchi tempi quando questa sezione era viva e vitale
Voglio dedicare una foto a elleelle, che parlava di cosa c'era a sinistra dell'uovo: guardate un po' cosa ho trovato in rete... C'è di che ripartire a chiacchierare come tanto tempo fa
Immagine: 60,58 KB |
Dario. "Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira, nei meandri di un tempo che cambia ogni volta, cercando qualcosa che non abbiamo mai perso." (1795 J.d.L.) |
Modificato da - D21 in data 11 giugno 2015 01:19:14 |
|
|
marz
Utente Super
Città: Bergamo
Regione: Lombardia
8788 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 11 giugno 2015 : 20:59:31
|
Quanta nostalgia!
Innanzitutto perché avevo 7 anni di meno ed erano i primi tempi che partecipavo al forum.
Poi perché all’ epoca si discuteva. Si discuteva forse un po’ troppo animatamente e senza troppi riguardi, ma, diamine, si discuteva.
E poi in queste discussioni intervenivano i “pesi massimi”, quelli con cui la lotta (e molti non si facevano scrupoli di tirare colpi bassi) era veramente dura.
Una sola cosa non condividevo e, anche a distanza di tanti anni, non ho cambiato opinione: la mancanza nella sezione di una linea editoriale. Cioè trovavo incomprensibile che all’ epoca a moderare la sezione fossero dei non evoluzionisti.
Dal mio punto di vista, è come mettere un ateo a moderare la sezione di teologia di un sito confessionale. Che senso ha?
Il che non vuol dire assolutamente che gli interventi avrebbero dovuto essere tutti allineati, anzi, lo scambio di opinioni, il contraddittorio e la polemica sono il sale delle discussioni. Ma l’ assenza di una linea editoriale, ovviamente nel pieno rispetto di tutte le opinioni, era un errore.
|
Giuseppe |
Modificato da - marz in data 11 giugno 2015 21:03:53 |
|
|
Discussione |
|
|
|
Natura Mediterraneo |
© 2003-2024 Natura Mediterraneo |
|
|
Leps.it | Herp.it | Lynkos.net
|