|
|
|
Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
|
|
|
Autore |
Discussione |
|
Earth whales
Moderatore
Città: Firenze
Prov.: Firenze
Regione: Toscana
1179 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 26 luglio 2007 : 22:50:44
|
Un sabato mattina, nel giugno 2003, Valerio Malpassi, noto e stimato cercatore di fossili, essendo collaboratore del museo di Paleontologia dell’Università di Firenze, si recò in perlustrazione nel Valdarno superiore con l’intento di visitare la cava del Matassino in provincia di Arezzo. Immagine: 84,38 KB
In questa zona, infatti, fin dagli anni novanta, il nostro paleontofilo, grazie all’autorizzazione del museo fiorentino, aveva riportato alla luce numerosi resti di equidi, cervidi ed elefanti vissuti sulle sponde di un antico lago nel Pliocene superiore: quasi due milioni di anni fa.
Malpassi, sopraggiunto in cava, notò alcuni strani blocchi di pietra accantonati in un angolo: probabilmente, il cavatore li aveva dissotterrati e scambiati per sassi qualche giorno prima.
Anche se i blocchi erano incrostati dal sedimento e ammassati in modo caotico, non sfuggirono all’occhio allenato da anni di esperienza; la forma cilindrica e, soprattutto, gli anelli concentrici in corrispondenza delle superfici di rottura non lasciavano dubbi: il nostro cercatore si trovava di fronte a 5 o 6 frammenti di una zanna di un antico ed imponente elefante.
Data la mole dei frammenti, che complessivamente superavano i 120 Kg di peso, Malpassi fu costretto a lasciarli sul posto, per poi tornare a recuperarli due giorni dopo grazie all’aiuto del sig. Fabio Cozzini (addetto al laboratorio di restauro paleontologico dell’Università di Firenze).
I segmenti furono così trasportati nella sede del Gruppo AVIS di Mineralogia e Paleontologia di Scandicci (GAMPS) a Badia a Settimo, dove, in un primo momento, furono ripuliti dalle incrostazioni e in seguito iniziò il tentativo di ricostruzione.
Maneggiando i reperti, la prima ipotesi fu quella di trovarsi di fronte a porzioni appartenenti ad entrambe le zanne di un unico individuo: precisamente alla parte prossimale di una delle due difese e a quella distale dell’altra.
Entrambi i tronconi superavano abbondantemente il metro di lunghezza.
Tuttavia la curvatura delle due parti non sembrava confermare tale teoria: le due zanne sembravano infatti incrociarsi.
Il mistero fu risolto solo quando si riuscì a trovare un piccolo frammento di zanna che mostrava precise zone di contatto con entrambe le parti.
Non eravamo davanti a due incomplete, ma ad un’unica gigantesca zanna: dall’apice di inserzione nel cranio alla punta, il reperto misurava la sensazionale lunghezza di 2,75 metri.
Rimaneva soltanto da creare una struttura adeguata all’esposizione di tale colosso e, anche in questo caso, si dimostrò decisivo l’intervento del Malpassi.
Innanzi tutto rafforzò l’unione dei singoli pezzi, a tal proposito forò i segmenti e vi pose delle barre metalliche seguendo la conformazione dei vari tratti: ricreò le piccole parti mancanti con del cemento ricoprendole a sua volta da un sottile strato ottenuto dal recupero del materiale fuoriuscito dalla foratura della zanna.
Infine, per fissare il reperto ad un apposito piano in legno, creò quattro supporti ad “ U “ con l’altezza regolabile, in modo da scaricare il peso del fossile in maniera omogenea al fine di evitare oscillazioni e di conseguenza, nuove fratture.
Grazie a tale ingegnosa struttura la zanna fossile, inventariata dal museo fiorentino con l’acronimo IGF8679V, è ora visibile all’interno dei locali del museo GAMPS.
Ma quale animale poteva aver lasciato resti così giganteschi?
Data l’età del fossile (un milione e settecentomila anni) e la zona di ritrovamento, l’indiziato non poteva essere che un: Archidiskodon Meridionalis.
Anche la curvatura della zanna, importante carattere diagnostico, ha contribuito ad eliminare ogni dubbio riguardo alla sua attribuzione.
Archidiskodon Meridionalis fu una specie di notevoli dimensioni, questo colosso poteva superare un’altezza al garrese di ben quattro metri ed una lunghezza complessiva, dall’apice della zanna alla coda, di sei metri.
I suoi antenati, più di tre milioni di anni fa, si spostarono probabilmente dall’Africa e si insediarono in Asia meridionale.
Qui si assiste alla comparsa dell’A. meridionalis segnalata già a partire da due milioni di anni fa.
Questa specie caratterizzò con la sua presenza la fine del Pliocene e l’inizio del Pleistocene estendendo il suo areale all’Europa, ma non solo, a partire da un milione e mezzo di anni fa, perfino all’America del nord.
In particolare in Italia centrale è ben rappresentato nel Villafranchiano superiore quando le condizioni ecologiche e climatiche ne consentirono un perfetto adattamento.
Clima mediterraneo e pascoli aperti alimentati da grandi bacini lacustri ne decretarono una sorta di esplosione demografica finché tali condizioni non mutarono drasticamente spingendo l’A. meridionalis verso l’estinzione che si verificò nel Pleistocene prima dell’ inizio delle glaciazioni.
Immagine: 18,69 KB
Questo enorme pachiderma, che superava le sedici tonnellate di peso, in Eurasia lasciò probabilmente due discendenti: il Mammuthus Primigenius (il mammuth lanoso) e il Mammuthus Trogontherii (o mammuth delle steppe) mentre non sembra avere alcuna relazione filogenetica con l’Elephas Antiquus, vissuto anche in Italia dalla fine del Villafranchiano e scomparso alla fine dell’ultima glaciazione.
Oggi, grazie ad alcuni ritrovamenti eccezionali per completezza, come quello de L’Aquila, di Parigi o di S. Pietroburgo, è possibile tentare una ricostruzione dell’animale come poteva essere in vita.
La ricostruzione, ci mostra un elefante dalle dimensioni colossali per struttura complessiva, ma non molto diverso dall’attuale elefante asiatico, anche se poteva essere grande il doppio.
Dall’osservazione dei reperti, emergono altri caratteri fondamentali: la maggiore robustezza e brevità degli arti posteriori, se rapportati alla forma di quelli anteriori e la diversa curvatura delle zanne.
Immagine: 43,13 KB
|
|
paolofon
Utente Super
Città: Reggio nell'Emilia
Prov.: Reggio Emilia
Regione: Emilia Romagna
7460 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 27 luglio 2007 : 09:11:03
|
Questa sezione del Forum sta diventantando molto bella ed interessante! Grazie a Earth whales! Ciao
Paofon |
|
|
FOX
Moderatore
Città: BAGNO A RIPOLI
Regione: Toscana
21536 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 27 luglio 2007 : 09:45:04
|
Grazie Simone per la splendida documentazione..
io che ho visto questo magnifico esemplare dal vero stento a credere per la sua grandiosità.
simo
Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan |
|
|
Earth whales
Moderatore
Città: Firenze
Prov.: Firenze
Regione: Toscana
1179 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 27 luglio 2007 : 10:37:46
|
Ciao, ho molti altri articoli da inserire sul forum.... vi ringrazio per l'ospitalità e l'interesse sempre crescente che mi state dimostrando..
GRAZIE!!!!
Simone
|
|
|
|
Discussione |
|
|
|
Natura Mediterraneo |
© 2003-2024 Natura Mediterraneo |
|
|
Leps.it | Herp.it | Lynkos.net
|