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 Forum Geologia e Paleontologia - Natura Mediterraneo
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bgiordy
Utente Senior


Città: Padova
Prov.: Padova

Regione: Veneto


3447 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 27 gennaio 2007 : 15:15:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ma forse nel pliocene non è andata proprio così. Mi risulta che si sono avuti pure periodi glaciali ed interglaciali durante tale periodo (riferito da una prof)


hai ragione siciliaria

ho voluto fare solo un brevissimo riassunto, molto generale, degli eventi principali italiani. La situazione locale è influenzata da moltissimi fattori.

Quando si parla di glaciazioni, non ci si riferisce ad un unico evento, ma ci sono stati almeno 5 periodi glaciali principali, accanto ad altre fluttuazioni minori.
Nei periodi interglaciali le temperature erano più alte di quelle attuali e questo provocava una continua migrazione di specie alternativamente adattate al clima caldo e a quello freddo.

Non conosco la situazione della Sicilia ma per quanto riguarda la zona euganea, dove io abito, per quanto riguarda la vegetazione sono tuttora presenti specie botaniche di clima freddo, relitti del periodo glaciale: faggio, epimedio alpino, mirtillo ecc. e animali come l'orso delle caverne. Vicino a Treviso è stato trovato anche un mammut.
La palinologia mette bene in evidenza queste successioni climatiche: i pollini sono degli ottimi indicatori delle fluttuazioni della temperatura.

ciao

bgiordy
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Lepurisposu
Utente Senior


Città: Su Masu

Regione: Sardegna


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Inserito il - 27 gennaio 2007 : 15:30:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Sandro,ciao a tutti,
i ponti pleistocenici che hanno permesso delle migrazioni dall'Italia centrale alla Sardegna di specie tipicamente eurocontinentali (e vice-versa teoricamente) sono principalmente due e verificatisi uno nel Pleistocene medio e uno nel superiore, entrambi in delle fasi fredde (e quindi possiamo più o meno inquadrarli come i periodi della la glaciazione di Mindel 650mila/300mila anni fa e la Glaciazione di Wurm 80mila/10mila anni fa) quando il livello del mare era molto più basso, fattore che ha permesso la riduzione del tragitto più plausibile ovvero Capraia-Capo Corso, sicuramente punteggiato tralaltro di alcune piccole isole ora scomparse con il sollevamento del livello del mare. Considerando che anche ora la distanza di questo percorso è minima (è di 7 Km all' isobata -150 m) e considerando anche che anche il canale di Bonifacio è emerso ripetutamente un buon numero di volte (ora ha una profondità media di 70 m) non è difficile immaginare il gran numero di specie che possono aver raggiunto la Sardegna in questo arco di tempo direttamente dall' Italia centrale e(anche se meno probabilmente) passando prima per la Corsica.
Per quanto riguarda i rapporti tra la Sardegna pleistocenica e il continente europeo non avevo purtroppo mai sentito parlare di un punto calabro-peloritano, dunque a riguardo non posso immediatamente aiutarti, ma mi informerò.
Sarei però interessato al lavoro di Giusti e Castagnolo, che lessi un giorno ma che non posseggo personalmente!

un carissimo saluto, spero che questa discussione tra tutti gli appassionati di natura possa aiutarci a capire che le nostre passioni e i nostri studi sui singoli taxa biologici posso essere d' aiuto alla natura solo se sistemati in un discorso molto più ampio, che serve a farci capire le inter-relazioni ecologiche di singoli o più ecosistemi e imparare come possiamo rispettare e tutelare questi nel migliore dei modi.

Frantzì-Lèpurisposu



àiri a pinta de caddaxu. pinnicadì linna crabaxu
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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

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Inserito il - 27 gennaio 2007 : 15:37:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Lepurisposu:

spero che questa discussione tra tutti gli appassionati di natura possa aiutarci a capire che le nostre passioni e i nostri studi sui singoli taxa biologici posso essere d' aiuto alla natura solo se sistemati in un discorso molto più ampio, che serve a farci capire le inter-relazioni ecologiche di singoli o più ecosistemi e imparare come possiamo rispettare e tutelare questi nel migliore dei modi.

Per mancanza di conoscenze, in questa discussione faccio da spettatrice con tutto da imparare. Intervengo solo per esprimere il mio accordo completo con Frantzì . Mi auguro che questa sia la prima (o quasi) di tante discussioni con un approccio più olistico.

Sarah


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould)
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siciliaria
Utente Senior


Città: Catania
Prov.: Catania

Regione: Sicilia


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Inserito il - 27 gennaio 2007 : 20:06:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Salve a tutti, ho qualche novità, visto che oggi ho fatto un full immersioni geologico, riguardo ai Peloritani, e poi ho trovato belle spiegazioni su un libro di cui vi riporterò dei passi. Purtroppo adesso non posso farlo, ma domani metterò un po' d'impegno per scrivere qualcosa. Saluti
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Lepurisposu
Utente Senior


Città: Su Masu

Regione: Sardegna


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Inserito il - 27 gennaio 2007 : 23:37:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Carissimi amici, credo che questo sito possa aiutarci a capire qualcosa (in semplici parole) sia sulla geologia dell' Italia centrale e sia sul famoso ponte calabro-peloritano: Link

per oggi è tutto, un carissimo saluto a voi,
Frantzì-Lèpurisposu

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liangi
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Città: Castel Mella
Prov.: Brescia


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Flora e Fauna

Inserito il - 28 gennaio 2007 : 11:03:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Porto un modesto contributo alla discussione segnalando un bel libro da scaricare gratuitamente, segnalato nel Forum da David77 giusto un annetto fa:
Link

è piuttosto pesante per chi non ha l'adsl, anche se diviso in "pacchetti" di 3-4 mb.
Livio
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ametista
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Prov.: Padova

Regione: Veneto


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Flora e Fauna

Inserito il - 28 gennaio 2007 : 11:12:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Interessante discussione,
per lo stesso motivo di sarah
io vi ascolto in silenzio.

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Lepurisposu
Utente Senior


Città: Su Masu

Regione: Sardegna


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Inserito il - 28 gennaio 2007 : 12:37:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Carissimi amici,
seguendo il tema (e ovviamente riferendomi alla Sardegna, da parte mia) seguo con l' accennarvi qualcosa sui paleo-endemismi, ovvero gli endemismi, per così dire, "di vecchia data",presenti nell' isola e le relazioni tra questi e i periodi di contiguità territoriale tra l'isola e la terraferma europea ed
africana.
Oggi darò qualche informazione in particolare su tali relazioni risalenti all' epoca Terziaria inferiore e media, in particolare sui due avvenimenti più importanti per la Sardegna ovvero il distacco dal continente europeo e la grande crisi di salinità del mediterraneo(Paleogene superiore e Neogene inferiore, in particolare tra l'Oligocene e il Miocene inferiore 27/16.2 milioni di anni fa il primo avvenimento e tra il Miocene superiore e il Pliocene inferiore 11/5 milioni di nni fa circa il secondo).
Primo grande avvenimento geologico.
Abbiamo già parlato di un lasso di tempo molto movimentato (corrispondente al Terziario inferiore) in cui vi furono mutamenti geologici tali da separare la Sardegna dalla regione ibero-provenzale e farla translare e ruotare fino alla posizione attuale: è quasi accertato che l' Euprotto sardo (Euproctus platycephalus)assiene alla specie gemella presente in Corsica (Euproctus montanus) e le 4-5(+? se ne scopriranno altre?) di Geotritone sardo (Hydromantes sp.s) posso considerarsi dei paleo-endemismi risalenti proprio al Terziario inferiore, quando la Sardegna era ancora unita all' Europa.
Interessante argomento, ma ancora tutto da analizzare è l' affinità constatata tra i geotritoni sardi (ma anche con gli altri Pletodonidi europei) e quelli del Nord-america.
(un interessante articolo circa gli Hydromantes che vi consiglio di procurarvi è: "Molecular Taxonomy of European Plethodontid Salamanders Genus Hydromantes. G. Nascetti,M. Cimmaruta,B. Lanza,L. Bullini. Journal of Erpethology, Vol. 30 No 2 (Jun. 1996, pp 161-183).
Si è supposto che anche forme antenate che hanno poi sviluppato una linea evolutiva che ha portato all' attuale Discoglosso sardo (Discoglossus sardus)siano state presenti in Sardegna già da questo periodo poichè forme affini sembrano essere ben testimoniate nell' Eocene iberico (53/36 m. di anni fa circa), ma queste informazioni sembrano per ora rimanere delle ipotesi (qualcuno conosce qualche studio su Discoglossus pictus? Sarebbe interessante conoscere le vicende di entrambe le specie italiane).
Secondo grande avvenimento geologico.
In seguito (dopo 15 milioni di anni circa di insularità) tutto il bacino del Mediterraneo fu caratterizato da una grande crisi di salinità (Miocene superiore: Messiniano medio, tra 5,6 e 5,0 milioni di anni fa)che abbassò notevolmente il livello del mare. Lo stretto di Gibilterra si chiuse e del Mar Mediterraneo non rimase che un vasto (ma pur sempre ridotto rispetto alla distrubuzione anteriore delle acque) bacino evaporitico.
Questa condizione permise numerose nuove vie di migrazione alle faune continentali verso il massiccio sardo-corso: -ponte toscana>corsica>sardegna; ponte nordafrica>penisola iberica meridionale>baleari>sardegna; ponte nordafrica (attuale Tunisia)>Sardegna.
A questo periodo attribuiamo l' immigrazione in Sardegna (forse per mezzo del ponte Balearico) di faune che manterranno le loro linee evolutive sino al Quaternario, come gli antenati del ghiro (Thirrenoglys sp.), l'insettivoro (Nesionites sp.), i primi lagomorfi (il famosissimo Prolagus) e i muridi (Apodemus sp.) che diventeranno abbondantissimi.
Un altra specie interessante ma sopratutto che ci guida nell' identificare il ponte Balearico come una delle maggiori vie di migrazione delle faune mioceniche pervenute in Sardegna e l' antilope ancestrale Nesogoral, vcinissima al rupicapride balearico Myotragus, che raggiungerà l'apice degli adattamenti all' ambiente insulare nel Pleistocene superiore, quando il "nostro" Nesogoral era già scomparso da tempo.

Per ora è tutto, spero di non avervi annioato troppo, sarebbe utile avere maggiori informazioni circa qualche studio mirato alle paleo-biogeografie degli invertebrati (per esempio: qualcuno conosce le vicende di Pomatias elegans?).
Un carissimo saluto a tutti voi,
Frantzì-Lèpurisposu

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Subpoto
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Inserito il - 28 gennaio 2007 : 12:48:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Frantzì,
so che Siciliaria e Fabiomax stanno partecipando ad un progetto su Pomatias.
Credo che sia più interessante P.sulcatus presente sia in Sicilia che in Sardegna.
Interessantissime le notizie che ci hai inviato.
ciao

La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo

Sandro
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Lepurisposu
Utente Senior


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Inserito il - 28 gennaio 2007 : 13:26:38 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non sapevo di questo pogetto, interesante!
Ma a proposito, la P. sulcata in Sardegna è presente assieme a P. elegans o è vicariante di questa?

In seguito a ciò che ho detto nell' ultimo post invio una Mappa circa le migrazioni delle faune durante la Grande Crisi di salinità del Messiniano che coinvolse il Mediterraneo. Immagine estrapolata da "Introduzione alla Paleontologia". S. Raffi,E. Serpagli.1993.



Immagine:
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178,06 KB

un caro saluto a tutti,
Frantzì-Lèpurisposu

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Lepurisposu
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Inserito il - 28 gennaio 2007 : 13:35:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
P.S.
essendo un po' vecchiotta come mappa non viene presa in considerazione la via Balearica che ora è tra le ipotesi più accreditate (stando anche ai ritrovamenti fossili: per sempio il Thirrenoglys che popolava la Sardegna era molto affine ad un Glys ancestrale Balearico dello stesso periodo).

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siciliaria
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Inserito il - 28 gennaio 2007 : 13:53:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
A questo punto affrontiamo la questione "ab ovo".

OLIGOCENE

Nel corso dell'Oligocene il Mediterraneo, così come lo conosciamo oggi, non esisteva ancora come bacino di mare chiuso, ma consisteva in ciò che rimaneva della Tetide, che andava da Gibilterra al Borneo. Ad occidente si trovavano terre emerse, rappresentate dalla placca della Tirrenide, che corrisponde alla placca iberica su cui si era saldata una microplacca di origine africana della placca Alborana. Nella zona nordorientale invece vi era un'altra placca, l'Egeide, che corrisponde all'attuale regione dinarico-balcanica, che si estendeva a oriente fino alla placca anatolico-iraniana. A sud esisteva invece l'enorme placca costituita dal continente africano. In questo panorama pare che dell'Italia non ci fosse quasi nulla di emerso e soprattutto già una piccola porzione della zolla africana si era staccata e stava già migrando verso nord (attuale zona iblea e arcipelago maltese).

MIOCENE INF. E MED.

All'inizio del Miocene (24,6ma), il paleomediterraneo isolava completamente il blocco africano da quello Eurasiatico, rimanendo ancora aperto verso l'Atlantico e l'oceano Indiano. In questo momento il paleomediterraneo è separato da due bacini. I movimenti della placca afro-arabica ed il loro scontro con quella europea, determinarono il sollevamento dell'arco egeico che si estendeva ininterrottamente (forse) fino all'area iraniana, e chi si frapponeva tra i due precedenti bacini. Nel Miocene medio (16ma), la paratetite (bacino più a oriente) si isola completamente dall'oceano indiano, formando un mare interno poco salato che lascerà come residui "piccoli" bacini rappresentati oggi dal Mar Nero, dal Mar Caspio e dal lago d'Aral.Durante il tardo miocene, per continuare attraverso il pliocene, l’arco Egeo cominciò a migrare verso sud, dando origine all’attuale bacino Egeo. Nel frattempo la Tirrenide si frammenta in diverse microzolle libere che si spostano in varie direzioni. Questa si apre in due sezioni che ruotando su un perno situato nell’area di Gibilterra, daranno origine al continente iberico con alcune microzolle libere, e ad un blocco meridionale che si sfalderà ulteriormente in altre microzolle. Alla prima porzione appartengono due grandi microzolle che ruotando dettero origine al sistema sardo-corso. La stessa origine hanno pure le microzolle: balearica, che formerà l’omonimo arcipelago; l’inglesiente, che concorrerà a formare la Sardegna; la toscana e la pontina che daranno origine alle regioni toscana e laziale, con i rispettivi arcipelaghi dell’Elba e delle Pontine. La sezione meridionale della Tirrenide si fraziona invece nelle microzolle Betico-rifana e Kalibica; mentre la parte orientale di questa si suddividerà nel blocco calabro-siculo ed in quello numidico. LA microzolla betica rimarrà saldata alla penisola iberica (attuale Andalusia). La Rifana e la Kalibica si salderanno alla zolla Africana fomando gran parte della tunisia e delle Pelagie.Il blocco calabro-siculo invece si suddividerà ulteriormente: quello calabro darà origine all’Aspromonte e alle Serre; quello siculo ai Peloritani e al basamento delle Eolie.

Continua……
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siciliaria
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Inserito il - 28 gennaio 2007 : 14:14:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
MIOCENE SUP. (MESSINIANO)

A questo punto si ebbe una delle tappe fondamentali nel quadro evolutivo del Mediterraneo, ovvero un importantissimo evento che isolò completamente il Mediterraneo dall’Atlantico. La regressione marina che interessò il Mediterraneo fu causata fondamentalmente dalla compressione tettonica che avvicinò la Spagna e l’Africa. Si formò in pratica una sorta di diga naturale che chiuse la connessione con l’oceano e la conseguente evaporazione delle acque del Mediterraneo. Questo evidentemente dovette comportare un deficit nel bilancio idrico del Mediterraneo (a regime passivo per l’appunto) con conseguente formazione di serie evaporitiche dovute alle massicce precipitazioni di Sali e carbonati. Vengono così a scoprirsi vaste estensioni di territorio. La connessione con l’Oceano si ristabilirà in maniera relativamente repentina con l’ingresso improvviso delle acque oceaniche ed il conseguente aumento della profondità del bacino.

PLIOCENE

A partire dal Pliocene cominciò un nuovo periodo che vide la nascita del Mar Egeo e la progressiva formazione della penisola italiana. La trasgressione marina che coincise con la fine della crisi salina fece sprofondare la parte centrale della zolla egeica, la quale, frazionandosi, diede luogo a due microzolle: quella settentrionale che formò la Puglia e la Basilicata e quella meridionale che rimase saldata alla Dinaride, dando luogo all’attuale Grecia.

La penisola italiana a questo punto emerge dapprima come arcipelago e poi come sistema montuoso unitario che ingloba le microzolle mioceniche precedentemente descritte. In questo momento la Sicilia è ancora suddivisa in due tronconi in lenta rotta di collisione tra loro (isola Iblea e blocco calabro-siculo)

PLEISTOCENE

In questo periodo avviene la completa saldatura dei diversi tronconi che costituiranno la Sicilia. Durante il Pleistocene inf.-med. (1.200.000-800.000 anni fa), in un momento di intensa attività vulcanica ed orogenetica, hanno origine le catene montuose siciliane e calabresi e tutti i grandi vulcani dell’Italia centrale ed insulare.

Da qui le glaciazioni e tutto ciò che è stato precedentemente descritto nei vari post.

NB: nell’area Peloritana doveva esserci una copertura calcarea, mesozoica e cenozoica, oggi in gran parte obliterata dall’erosione.
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Lepurisposu
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Inserito il - 28 gennaio 2007 : 14:17:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Già perchè è importantissimo vedere le cose con vedute ancora più ampie, l'amico siciliaria ha perfettamente ragione!
Credo che questa discussione sarà sempre più interessante

àiri a pinta de caddaxu. pinnicadì linna crabaxu
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liangi
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Flora e Fauna

Inserito il - 28 gennaio 2007 : 20:53:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ritengo utile alla discussione questo capitolo preso da Jeannel in Fauna di Francia.

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P.s.: per tranquillizzare gli Admin riguardo alle pubblicazione delle pagine sopra esposte, cito loro la legge 22 maggio 2004 n.128, art.70 comma I (Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali.) anche per future identiche situazioni.
Livio
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Cmb
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Flora e Fauna

Inserito il - 28 gennaio 2007 : 21:22:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La risposta a la tua domanda forse è piu una risposta del campo della filosofia che della scienza:

So, che so niente (Sokrates)


Ma

Senza la speculazione no ch'è una nuova osservazione (Charles Darwin)

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Lepurisposu
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Inserito il - 28 gennaio 2007 : 23:32:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ottima iniziativa liangi, oltre che davvero interessanti informazioni!!!!
Sulla paleobiogeografia entomologica solitamente non si sa tanto e questo di Jeannel proprio non lo conoscevo, è stupefacente come anche degli organismi come degli esapodi terrestri (come lo sono i coleotteri Carabidae) possano compiere, spesso durante un percorso filogenetico, anch' essi degli spostamenti che possono chiamarsi delle vere e proprie "migrazioni".
buonanotte e a prestissimo, un caro saluto a tutti
Frantzì-Lèpurisposu

àiri a pinta de caddaxu. pinnicadì linna crabaxu
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Subpoto
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Inserito il - 28 gennaio 2007 : 23:51:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Caro Clemens, non è filosofia,ma il capire le linee di colonizzazione delle specie aiuterebbe anche per lo studio di Limax,non credo che L.corsicus sia giunto in continente a nuoto.
Ricapitolando cercherò di riassumere quanto ho capito del miliardo di dati che mi sono pervenuti oltre ogni aspettativa.

1) 20/30 milioni di anni fa sotto la spinta della grande placca africana un lembo della futura Europa si stacca ed inizia una rotazione in senso antiorario facendo perno sulle attuali Alpi Marittime.

2) Qesto lembo di terra si fraziona in zolle che iniziano a migrare dando origine alla grande ed alla piccola Kabylia che sono conglobate nella avanzante placca africana, alle Baleari alla Sardegna alla Corsica ed all'arco Calabro-Peloritano e ad altre placche non identificate che vanno a creare parte dell'appennino portando con se animali che costituiranno la fauna antica che andra a costituire gli endemismi locali.La spinta di queste placche crea il sollevamento dell'antipaese adriatico(fascia di arenarie appenniniche)e la formazione del Mar Adriatico conglobando la Puglia,il Gargano,i massicci abbruzzesi ed il Gran Sasso che erano collegate alla balcania Creando un nuovo centro di colonizzazione da parte delle specie balcaniche delle nuove terre emerse.

3) 5 milioni di anni fa, nel Messiniano,la posizione delle placche ha quasi raggiunto la posizione attuale, avviene il prosciugamento di gran parte del Medditerraneo per la chiusura dello strettto di Gibilterra con possibilità per le specie più mobili di migrare.Le specie migrate in questo periodo potrebbero ancora essersi differenziate nel successivo isolamento.

4) Tra 2 milioni e 10000 anni fa 5 glaciazioni e relativi periodi interglaciali con possibili formazioni di ponti nei periodi glaciali dovuti alla regressione del mare.Difficilmente queste ultime migrazioni possono aver dato origine a differenziazioni specifiche e dovrebbero costituire la maggior parte della fauna comune tra isole e continente.

In sintesi questo è quello che ho capito, se c'è qualche errore di interpretazione dei dati vi prego di correggermi.






La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo

Sandro
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Cmb
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Flora e Fauna

Inserito il - 29 gennaio 2007 : 14:10:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Caro Sandro, ho capito che tui voule dire - ma è una speculazione!

Limax non puo volare, non hanno avuto degli ali, anche qualche millioni anni fa (speculazione)....

Se parliamo di Limax corsicus: La parentela degli Limax cf corsicus del Italia contintale si trova (al momento) nel quadrato Pisa - Ancona - Gargano - Ischia.

Cosi penso, che Limax è un vecchio genere di animale - come mai hanno un meccanismo molto complicato della riproduzione (un pene di lunghezza di 92 cm - vedi: Link ). Forse non è un mecchanismo del selezione - ma era necessario in un 'altro mondo' - come lo era qualche millioni anni fa?

Sul questo sito tu trovi anche una mappa del Italia nel pliocene. Forse ci era veramente una rotazione degli 'isole' - ma io ho trovato conchiglie in Abruzzo, che hanno il suo origine (speculazione: perchè la zona di diffusione è piu grande!) nel altra parte della Adria (Dinaria).

Come sono venuto di là? Dove ci era la culla di queste specie?

Per fare una conclusione non è ancora il tempo in riferimento di Limax. Ci serve piu materiale della Italia - io Vi garantiasco che si fa la DNA e forse in qualche anni noi facciamo una 'osservazione' in senso di Darwin.......

Prima tutto è speculazione (chi era prima: l'uova o la gallina, o il gallo (un colpo per le donne!!!).

Ma caro Alessandro, sono molto curioso, se ci sono altri specie interessante, come il complesso di Papilionidae: Papilio alexanor (Francia sud), P. machaon (Eurasia) e P. hospiton da Corsica e Sardegna!

Ma per le Limax si puo dire: C'è un endimismo in Italia, e le Limax non volano e non sono fondista, un genere molto adatto per le studie, come il nostro mondo era 'qualche anni' fa e dove è il origine del stivalone.......

E c'é un occasione: tutti membri del forum NM possano aiutare di trovare Limax, e forse in qualche anni noi non dobbiamo piu speculare ed abbiamo una risposta.....






Modificato da - Cmb in data 29 gennaio 2007 14:30:37
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Subpoto
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Inserito il - 29 gennaio 2007 : 17:07:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Clemens,
Sicuramente il DNA è insostituibile per le ricerche,ma lo studio biogeografico può aiutarci molto per individuare le migrazioni che hanno costituito la malacofauna italiana attuale.Ed è anche più divertente.
Limax corsicus o si è evoluto nel complesso Sardo-Corso ed è migrato in continente in corrispondenza di uno dei periodi in cui si è formato un ponte con la Toscana o ha percorso la strada inversa.Stesso problema che pone Marmorana serpentina che essendo una specie meno mobile è rimasta limitata all'area toscana.
Questo studio può essere molto utile specialmente per le faune insulari.
Tu mi citi specie dinariche,ho anch'io ho questi reperti come Ruthenica filograna reperita sul Gran Sasso dal compianto amico Nicola Pirozzi e credo sia l'unica segnalazione di questa specie in Italia centrale,cio ci dice che quando si è formato l'Adriatico la stessa specie è stata divisa in due popolazioni separate.Sarebbe molto utile un esame sul DNA per stabilire se in un guscio uguale c'è ancora la stessa specie.Molto interessante sarà seguire il genere dinarico Siciliaria per sapere come e quando ha raggiunto la Sicilia.
Questo studio è ancora più interessante per lo studio di specie molto poco mobili come Marmorana che ci permette ancora oggi di segure per grandi linee come si sono assemblate le placche che hanno costituito l'appennino.
Il popolamento malacologico d'Italia è avvenuto attraverso tre vie principali:

1) Specie europee giunte sulle placche e modificatesi durante il lungo isolamento con affinità con la fauna spagnolo-balearica e provenzale.Agli estremi del territorio che si è staccato troviamo i generi affini alle nostre specie come Iberus e Macularia

2) Specie di origine dinarica che iniziano la colonizazione dalla parte della regione restata a far parte dell'Italia nel momento della formazione del Mar Adriatico(Puglia-Gargano-Massicci adriatici abbruzzesi).

3) Specie di origine nordeuropea migrate verso sud nei cinque periodi glaciali.

Quando avremo capito meglio ciò si potranno indirizzare le campionature su cui effettuare i test del DNA ed aiuteranno ad interpretare i dati freddamente matematici.


La natura è un libro aperto, siamo noi che non sappiamo leggerlo

Sandro
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