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 Forum Geologia e Paleontologia - Natura Mediterraneo
 GEOLOGIA DEL MEDITERRANEO
 Castel di Guido (RM): un posto inaspettato
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lynkos
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Città: Sant'Eufemia a Maiella
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Inserito il - 19 novembre 2006 : 11:48:51 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Purtroppo Bruno, le mie conoscenze geologiche sono molto limitate e può darsi che mi sbaglio, ma la sabbia mi sembrava ancora sulla strada verso la litificazione, quindi non ancora arenaria ben compattata, mentre invece l'argilla mi pareva proprio argilla grigia/blu piuttosto pura e non limo. Per quanto riguarda le tue altre domande, ti ho mandato un e-mail .

Sarah


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould)
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bruno
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Inserito il - 19 novembre 2006 : 12:13:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie, Sarah, l'ho trovato.

Quello che sembrava un alveo adesso si rivela essere un ambiente deltizio. Stefania, che non sapeva niente, appena ha visto l'immagine ha detto: "cos'è, un delta?"

La pubblicazione che mi hai mandato, in buona sostanza dice che qui c'era un ambiente talvolta deltizio e talvolta lagunare con alternanze cicliche. Quindi ci sta tutto: sabbia e ghiaie trasportate da fiumi, una spiaggia lungo la quale i ciottoli si appiattiscono e situazioni di laguna in cui sedimentano i limi pèiù sottili.
Il tutto piuttosto recente (dal punto di vista geologico), infatti da 100.000 anni a questa parte.

Ciao

Ah, ribadisco che la zona è veramente notevole.

Bruno

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lynkos
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Inserito il - 19 novembre 2006 : 12:36:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie mille Bruno. Quello che dici conferma ampiamente le mie impressioni dopo aver visto entrambi il luogo stesso (avevo pensato ad un estuario) e la pubblicazione. Chissà se si riesce a fare qualcosa di salvaguardare e valorizzare il luogo, prima che inevitabilmente diventa una discarica.

Sarah


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould)
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bruno
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Inserito il - 19 novembre 2006 : 12:43:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sì, solo una precisazione: prima ho dimenticato 1 zer! Ooops.

la cifra dovrebbe essere 1.000.000 e non 100.000.

Per quel che riguarda la discarica: vinciamo al super enalotto e compriamo la zona.

Poi costruiamo dei grattacieli e li chiamiamo "All'antico delta"
poi un paio di strade e una discoteca.

Ciao

Bruno

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lynkos
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Città: Sant'Eufemia a Maiella
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Inserito il - 19 novembre 2006 : 13:03:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di bruno:

Poi costruiamo dei grattacieli e li chiamiamo "All'antico delta"
poi un paio di strade e una discoteca.

Aspetta un paio di anni, vedrai che non sarai l'unico di averci pensato .

Sarah


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould)
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bruno
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Inserito il - 19 novembre 2006 : 22:00:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ho riguardato le foto aeree della zona. Mi dà l'impressione di una parete tagliata, come per cavarne pietra da costruzione, Quando si cava ghiaia e sabbia l'aspetto è molto più esteso e piatto. Lì vicino si vede la cava in attività.

Da google earth, esagerando le altezze mi sembra di intuire come una gradinatura sulla parete. Certo potrei sbagliarmi, la definizione è quella che è. Sarebbe bello fare delle stereocoppie per avere il senso del volume.
Ciao

Bruno

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theco
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Inserito il - 21 dicembre 2006 : 21:52:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
In aggiunta a quanto già riportato da Bruno, provo ad inserire qualche altra considerazione, cominciando da quelle di natura stratigrafica.

Probabilmente finirò per essere troppo didascalico con chi conosce bene queste cose e astruso per chi invece non le conosce, perdonatemi entrambi. In ogni caso la colpa è di Aldo che mi ha stuzzicato con alcune domande, quindi prendetevela con lui

Una premessa è necessaria. Il motore principale che ha contribuito a creare quello che vediamo qui sono le variazioni periodiche del livello marino, innescate dalla variazione climatica generale, secondo il seguente meccanismo:

se il clima si raffredda il mare si ritira
più freddo = calotte polari e ghiacci continentali più estesi;
più ghiaccio = meno acqua allo stato liquido nei bacini marini;
meno acqua = la linea di costa che si ritira
questo meccanismo si chiama regressione marina

e naturalmente viceversa, se il clima si riscalda il mare avanza
più caldo = calotte polari che si sciolgono;
meno ghiaccio = più acqua nei bacini marini;
più acqua = la linea di costa che avanza sulla terraferma
questo meccanismo si chiama trasgressione marina

A complicare un po’ le cose (anche se per il momento possiamo far finta di niente) nella zona agiscono, all’epoca dei fatti, altri due importanti attori geologici: una tettonica profonda di tipo distensivo e un vulcanesimo di tipo esplosivo.

Ma qual è l’epoca dei fatti? Quando si sono depositati i sedimenti che oggi vediamo tagliati nelle sezioni di cava?
Dal punto di vista temporale sono collocati tra 250.000 e 300.000 anni fa, cioè nel Pleistocene medio-superiore. In termini geologici è un intervallo di tempo molto breve, usando una metafora cara alla divulgazione geologica, che trasforma l’età della terra nei 365 giorni di un anno immaginario, potremmo dire che l’estinzione dei dinosauri si verifica, purtroppo per loro, verso Natale e i fatti di cui stiamo parlando circa mezz’ora prima dei botti di fine anno.

Ma ritorniamo alla colonna stratigrafica, per vedere come questa foto di Aldo altro non sia che la registrazione di una trasgressione marina di 300.000 anni fa.


Castel di Guido (RM): un posto inaspettato
265,19 KB

Torniamo indietro nel tempo, restando immobili nel punto esatto dove Aldo ha scattato la foto, e vediamo che succede.

Ci troviamo in una piana alluvionale emersa, non lontana dal mare, probabilmente già in area deltizia, dove scorre pigramente un fiume appenninico, che durante le piene allaga le terre circostanti, depositando ai nostri piedi il suo carico sedimentario, mentre durante i periodi di magra il territorio è emerso e sottoposto all’erosione degli agenti atmosferici.
Questo stato di cose è registrato nel livello (A) che costituisce una superficie di erosione, cioè uno strato composto di sedimenti alluvionali chiuso alla sommità da una superficie irregolare (ben evidente nella foto), creata dall’erosione superficiale sui sedimenti stessi. In poche parole la situazione iniziale della serie stratigrafica è molto simile a quello che sarebbe oggi l’ambiente attuale della zona, se non vi fosse l’attività umana di irregimentazione delle acque.

A questo punto il clima planetario si riscalda e il mare comincia ad avanzare verso di noi su questa antica piana alluvionale, e noi, sempre immobili nello stesso punto, ci ritroviamo con i piedi non più sull’erba, ma su una spiaggia. Qui l’energia delle correnti non riesce più a trasportare i ciottoli, che quindi si depositano, formando il livello (B): ciottoli arrotondati (prima di arrivare al mare hanno percorso molta strada nel fiume), una matrice sabbiosa e naturalmente tutti i fossili di molluschi che il mare deposita sulla spiaggia, come in ogni spiaggia che si rispetti.

Ma la trasgressione continua, il mare non si ferma e continua ad avanzare nell’entroterra. La spiaggia si allontana alle nostre spalle e nel punto di osservazione che Aldo ha scelto l’acqua è sempre più alta. I depositi che si formano (livello C) sono più fini, di granulometria sabbiosa, anche se occasionalmente, in concomitanza con i massimi energetici delle correnti marine, qualche piccolo ciottolo riesce ancora ad arrivare fin qui. Nello strato si notano ancora le traccie di turbolenza legate ad un ambiente ancora relativamente ricco di energia.

Ma la trasgressione marina non accenna a fermarsi, ormai la terra è lontana parecchie centinaia di metri e il nostro punto di osservazione è ormai in alto mare. Qui, sul fondo, l’energia delle correnti è ormai molto ridotta e i sedimenti si depositano quasi esclusivamente per forza di gravità, crendo tanti piccoli straterelli ordinati e paralleli tra loro, senza disturbi di giacitura (livello D). La granulometria dei depositi è ancora più fine: da straterelli di sabbie fini siltose (quelli più chiari) a straterelli limoso-argillosi (quelli più scuri).

Quanto tempo siamo rimasti fermi nello stesso punto ad osservare? Quanto tempo è trascorso tra la deposizione di questi ultimi strati (D) visibili nella foto e il periodo nel quale gli uri pascolavano intorno a noi sulle rive del fiume (A)?
Probabilmente qualche migliaio di anni, non più di una decina.

E per concludere con la stratigrafia ecco un quiz: sulla base di questa foto di Aldo, che ritrae un deposito di spiaggia, qual’era la direzione principale del moto ondoso su quella antica spiaggia?


Castel di Guido (RM): un posto inaspettato
154,29 KB

Suggerimento: lo strato in sezione ha due dimensioni, ma occorre cercare di immaginare l’ambiente originario di deposizione in tre dimensioni



Ciao, Andrea
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Istrice
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Inserito il - 21 dicembre 2006 : 22:36:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
bellissimo esempio di didattica ambientale...ho capito tutto finalmente!!! sei un genio Andrea...mi piace questo tipo di approccio alla geologia, di cui non conosco nulla...ma il tuo esempio con i miei piedi prima nell'erba e poi a mollo nell'acuqa marina mi ha spiegato molto...

non so rispondere alla tua domanda.....
ma te ne faccio un'altra?

questi che ho postato cosa sono?

Immagine:
Castel di Guido (RM): un posto inaspettato
158,72 KB
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lynkos
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Inserito il - 22 dicembre 2006 : 06:36:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Istrice:

bellissimo esempio di didattica ambientale...ho capito tutto finalmente!!! sei un genio Andrea...

Cito in pieno. Doppiamente una meraviglia per me perché la geologia sta cominciando ad affascinarmi sempre di più, guardando e toccando le formazioni, è come se il Pianeta stesso ti prendesse per mano e ti raccontasse la sua storia, quella storia movimentata e ricca di emozioni che ridimensiona per bene le arroganze e prepotenze dell'uomo.
(PS: ...e questa nuova sezione di geologia... dai, che a Natale tutti (eccetto me ) sono più buoni .

Sarah


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould)
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lynkos
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Inserito il - 22 dicembre 2006 : 06:42:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di theco:

E per concludere con la stratigrafia ecco un quiz: sulla base di questa foto di Aldo, che ritrae un deposito di spiaggia, qual#65533;era la direzione principale del moto ondoso su quella antica spiaggia?

Ooops, ho dimenticato la domanda. Non facile quanto pensavo, ma secondo me (aiutato dall'aiutino) in una direzione nord/sud, cioè dentro/fuori la foto.

Sarah


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould)
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theco
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Inserito il - 23 dicembre 2006 : 23:07:25 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Istrice:

questi che ho postato cosa sono?


Sono proprio quello che sembrano, dei begli agglomerati di ruggine.
Negli ambienti palustri possono verificarsi condizioni tali per cui gli idrossidi di ferro flocculano per fenomeni elettrolitici oppure per attività batterica, accumulandosi in masserelle come quelle della foto. Se le cose stanno realmente così ti renderai conto, martellandole, che all’interno non c’è nulla di diverso. In parole forbite si chiama limonite.

La direzione prevalente del moto ondoso si ricava dal senso di immersione dei ciottoli: in una spiaggia (anche nelle spiaggie di oggi) si dispongono con immersione verso mare e inclinazione di circa 10-15°. Quindi direi che la direzione era in effetti da fuori verso dentro la foto, ma non in senso perpendicolare al taglio, bensì da un tre quarti a sinistra verso destra. Stando a quanto dice Sarah il taglio dovrebbe avere un orientamento E-W e quindi direi che il moto ondoso prevalente era diretto lungo la direttrice SW-NE.

Ma visto che il clima si riscaldava, che aspetto avevano la flora e la fauna in quel periodo?

La campagna romana era un fitto mosaico di ambienti palustri e fluviali, nei quali, visto il progressivo mitigarsi del clima, cominciarono a comparire specie subtropicali.

In particolare le zone costiere avevano l’aspetto di praterie, con vegetazione arborea molto ridotta e ciò favorì lo sviluppo preferenziale di grandi erbivori. Due tra questi erano particolarmente diffusi, vista l’abbondanza di reperti fossili: Bos primigenius (l’uro) ed Elephas antiquus, ma non mancavano rinoceronti, cavalli e daini, mentre i principali predatori che si aggiravano nelle praterie litoranee erano il leone e la jena.

Verso l’interno invece, principalmente lungo gli assi fluviali, dominavano le foreste di caducifoglie, che ospitavano cervidi di grande taglia (megaceri), caprioli, cinghiali, lupi, linci, leopardi e orsi.

Infine tra la mammalofauna erano presenti anche romani d’altri tempi che, vista la penuria di selci, si arrangiavano lavorando le ossa dei grandi mammiferi, con le quali riuscivano a creare strumenti di caccia: siamo nel Paleolitico medio e i resti umani sono attribuibili a forme pre-neandertaliane.

Ma visto che parliamo di uri e di romani, c’è qualcun’altro che apprezza Asterix?
Nell’episodio con gli Elvezi il governatore romano della zona offre ai suoi ospiti, in quella dura terra di confine, ricche orgie a base di trippe di cinghiale fritte nel grasso d’uro, col miele.
Poche altre immagini, per quanto più serie, sono riuscite ad evocare in me il senso della decadenza di un impero, come quella pietanza.
L’uro, che è il progenitore dei bovidi attuali, si è estinto nel 17° secolo e non sono mancati in tempi più recenti tentativi di farlo tornare in vita tramite tecniche di deselezione, a partire da bovini domestici.

Ciao, Andrea
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lynkos
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Inserito il - 24 dicembre 2006 : 06:28:51 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Andrea, è così bello leggerti che non riesco a pensare di altre parole mie per aggiungere alle tue. In modo leggero e divertente, la mia sete di conoscenza si è placata in pieno stamattina. Grazie!

Sarah


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umbertogo
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Inserito il - 10 gennaio 2007 : 22:50:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Leggo solo ora e voglio ringraziare tutti coloro che hanno contribuito: da Istrice e Sarah alla chiusura magistrale (nel senso latino del termine) di Theco!
Sono queste le discussioni che mi tengono appiccicato a questo forum!

GRAZIE!!

Umberto
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Inserito il - 22 maggio 2007 : 21:10:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Oggi son tornato in questo posto emozionante, con l'obiettivo da fare alcune foto ai gruccioni che avrebbero dovuto abitare in questi nidi

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Inserito il - 22 maggio 2007 : 21:12:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
il cielo in effetti era colmo di questi splendidi uccelli...il cielo azzurro e il risuonare dei loro canti era già valsa la pena di esserci stati...

ecco l'unica foto decente fatta, ma lo vedete?

una volta avvicinat ai nidi gli uccelli si allontanavano

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Inserito il - 22 maggio 2007 : 21:15:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
d'altronde col 300mm di meglio non si può fare... ma visto che ormai era in macchina mi son divertito a giocarci...

i salici intorno ci hanno avvolto con i loro semi

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il vento forte faceva svolazzare i pappi ovunque

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Inserito il - 22 maggio 2007 : 21:17:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
intorno a noi un paesaggio assolato ma immerso in un silenzio irreale, rotto solo dal canto dei gruccioni

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Inserito il - 22 maggio 2007 : 21:18:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
nel laghetto una abbondanza di libellule mai vista

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e la rana tronfia del suo canto

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Inserito il - 22 maggio 2007 : 21:19:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


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Inserito il - 25 giugno 2007 : 19:57:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di bruno:

Grazie, Sarah, l'ho trovato.

Quello che sembrava un alveo adesso si rivela essere un ambiente deltizio. Stefania, che non sapeva niente, appena ha visto l'immagine ha detto: "cos'è, un delta?"

La pubblicazione che mi hai mandato, in buona sostanza dice che qui c'era un ambiente talvolta deltizio e talvolta lagunare con alternanze cicliche. Quindi ci sta tutto: sabbia e ghiaie trasportate da fiumi, una spiaggia lungo la quale i ciottoli si appiattiscono e situazioni di laguna in cui sedimentano i limi pèiù sottili.
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Ciao

Ah, ribadisco che la zona è veramente notevole.

Bruno





potete genilmente mandarmi la pubblicazione di cui parlate, se possibile?
grazie mille anticipatamente...
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