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 Forum Geologia e Paleontologia - Natura Mediterraneo
 GEOLOGIA DEL MEDITERRANEO
 Sisma padano
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mauriziocaprarigeologo
Moderatore



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Inserito il - 25 gennaio 2012 : 21:38:16 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Come avrete saputo dai mezzi di informazione, un terremoto di magnitudo 4.9 si è verificato nella Provincia di Reggio Emilia alle ore 09:06 (ora italiana);

Tramite il questionario on line “Hai sentito il terremoto?” l’INGV ricostruisce una prima mappa dei risentimenti macrosismici prodotti dal terremoto, oltre ad altre elaborazioni più complesse che potete visionare collegndovi direttamente al sito Link

La cosa più interessante, e che "dovrà essere spiegata" è che il sisma è stato risentito in una parte molto ampia della Pianura Padana, ma con una forte asimmetria, rispetto alla zona epicentrale, in direzione NW-SE: in sostanza verso SE l’effetto del sisma appare già smorzato dopo appena un centinaio di chilometri, mentre verso NE è stato avvertito, praticamente con la stessa intensità dell’area epicentrale, anche a 200 chilometri dall’epicentro (provincia di Milano);

tra l’altro questo mi ha ricordato una precedente discussione più o meno dello stesso segno:Link

Immagine:
Sisma padano
251,15 KB


maurizio
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“Un géologue est essentiellement un lithoclaste, ou rompeur de pierre…” - D. Dolomieu

“Non crederai a tutte queste sciocchezze, vero Teddy?” - M. Ewing (geofisico e oceanografo) a E. Bullard (geofisico), a proposito della tettonica delle placche (NY, 1966)

D21
Moderatore Tutor


Città: Cuneo

Regione: Piemonte


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Inserito il - 25 gennaio 2012 : 22:13:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Le misure del sentore del terremoto come vengono fatte? E' un semplice questionario dove spontaneamente la gente riporta la sensazione avverttita?

Se è così, la zona di Milano, intensamente abitata, può aver riportato più segnalazioni solo perchè c'era più gente...

Oppure si tratta di rilevamenti di sismografi locali? Si sa, misure alla mano, di quanto era la magnitudo nei vari punti della penisola?

Dario.


"Siamo noi, che sotto la notte ci muoviamo in silenzio, tra gli anfratti dei sogni che il giorno ci ispira,
nei meandri di un tempo che cambia ogni volta, cercando qualcosa che non abbiamo mai perso." (1795 J.d.L.)
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mauriziocaprarigeologo
Moderatore



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Inserito il - 25 gennaio 2012 : 22:29:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
sì,
in questo caso, più che la diversa densità delle registrazioni, che può essere dovuta ad una serie di motivi (tra cui non ultimo quello a cui fai riferimento), la cosa interessante è la diversa intensità con cui il sisma è stato avvertito;

la rete dei sismografi elabora poi delle mappe dello scuotimento al suolo, dell'accelerazione al suolo (a cui facevo riferimento indicando il link) nelle quali comunque questo effetto è in certa misura rilevabile, seppure in maniera meno immediata;

ciao

maurizio
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“Un géologue est essentiellement un lithoclaste, ou rompeur de pierre…” - D. Dolomieu

“Non crederai a tutte queste sciocchezze, vero Teddy?” - M. Ewing (geofisico e oceanografo) a E. Bullard (geofisico), a proposito della tettonica delle placche (NY, 1966)
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mauro tor
Utente nuovo

Città: lodi


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Inserito il - 25 gennaio 2012 : 23:41:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ciao a tutti, io abito a lodi al 3° piano di un palazzo recentissimo, e stamattina circa alle 9.10 stavo facendo colazione quando ho avvertito chiaramente un leggere tromolio che è via via cresciuto fino a scuotere completamente l'edificio. il tutto è durato 3-5 secondi. ho capito subito che si trattava di un terremoto e come me tantissime altre persone che hanno immediatamente postato messaggi su facebook.
per quanto riguarda l'accelerazione al suolo qui potete vedere i sismogrammi delle varie stazioni della rete acc.ca dell'it. sett.le: Link

maurizio tu sei di ancona giusto? voi l'avete percepito?
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Forest
Moderatore Tutor


Città: Sesto San Giovanni
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


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Inserito il - 25 gennaio 2012 : 23:50:58 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Io abito alla periferia nord di Milano, al terzo piano, e l'ho sentito chiarissimamente ed anche piuttosto forte. Ha cominciato a fare dei fortissimi e secchi colpi di scuotimento il telaio metallico della mia finestra, i mobili emettevano colpi secchi allo stesso modo, e il pavimento era percorso da un chiaro tremito, come se passassero… delle onde, appunto. Il tutto, per circa cinque secondi. Sarebbe stato impossibile non accorgersene; lì per lì, al primissimo istante, ho creduto ad un incidente stradale in cui un'auto avesse sbattuto ad alta velocità proprio contro il mio palazzo, oppure a lavori con una qualche sorta di martello pneumatico dai vicini… un paio di secondi, ed ho invece subito capito che era un terremoto. Non è stato debole.


Link
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Federico Marini
Utente V.I.P.

Città: Prato


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Inserito il - 26 gennaio 2012 : 00:26:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Leggendo le ultime due risposte ("io abito al terzo piano...") mi viene in mente che non solo la concentrazione abitativa, ma anche i diversi tipi di edifici possano aver determinato una distribuzione dell'intensità percepita allungata in direzione della Lombardia. Nelle grandi città gli edifici sono in media più alti a causa del maggior valore dei terreni e per questo è maggiore la percezione del terremoto. Per questi due motivi la distribuzione di chi ha percepito non è casuale.
La geologia mette però il suo zampino -credo- nella diversa distribuzione dell'intensità del terremoto percepita tra la zona a Sud e quella a Nord. Sebbene le zone appenniniche (a Sud) siano meno densamente abitate (e quindi sebbene anche qui il dato sia in parte distorto) credo che la maggiore presenza di substrato affiorante o subaffiorante rispetto alla pianura padana possa avere in parte mitigato l'amplificazione sismica, contribuendo così ad abbassare la percezione del sisma, assieme alla suddetta bassa densità abitativa

Modificato da - Federico Marini in data 26 gennaio 2012 00:30:01
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mauro tor
Utente nuovo

Città: lodi


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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 26 gennaio 2012 : 18:16:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
è veramente strano che ci siano così poche segnalazioni da bologna e in generale dalle città appena a sud dell'epicentro (E).
la distanza bologna-E è poco più della metà della distanza milano-E, e sebbene è vero che le onde sismiche si propanao con differente intensità a seconda del mezzo attraversato (vale a dire il tipo di rocce e di suoli) è vero anche che le mappe di scuotimento, ad esempio questa:
Immagine:
Sisma padano
105,48 KB
(Link) ci dicono chiaramante che a bologna il terremoto è stato più forte rispetto all'area milanese.
per quanto riguarda la diversa densità abitativa devo dire che anche in emilia romagna, e quindi anche nel distretto modena-bologna, si è costruito tanto, troppo, e male....
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mauriziocaprarigeologo
Moderatore



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Inserito il - 26 gennaio 2012 : 20:58:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
sì mauro;
ma il confronto più interessante non è tanto tra l'area bolognese (dove tutto sommato alcune segnalazioni ci sono state) e quella milanese, poichè in quel caso, come giustamente dici, le distanze sono nettamente diverse; ma tra l'area a sud di bologna e quella milanese; e come vedi le mappe dello scuotimento non coprono nè l'una nè l'altra;
questo alla luce anche del fatto che, benchè al di là dell'edificio appenninico, numerose segnalazioni simili anche per intensità sono giunte anche dalla costa tirrenica, in direzione SW;

in sostanza sembra un fenomeno legato più alle strutture sismogenetiche sepolte sotto la pianura padana che al tipo di sedimenti suoerficiali;

gli specialsti avranno un bel da fare, credo;

ciao

maurizio
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Federico Marini
Utente V.I.P.

Città: Prato


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Inserito il - 27 gennaio 2012 : 02:26:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di mauriziocaprarigeologo:

...
questo alla luce anche del fatto che, benchè al di là dell'edificio appenninico, numerose segnalazioni simili anche per intensità sono giunte anche dalla costa tirrenica, in direzione SW;

in sostanza sembra un fenomeno legato più alle strutture sismogenetiche sepolte sotto la pianura padana che al tipo di sedimenti suoerficiali;
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sulla riviera versiliese ed apuana, però affiorano sedimenti incoerenti, non litificati
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Forest
Moderatore Tutor


Città: Sesto San Giovanni
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


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Inserito il - 27 gennaio 2012 : 15:57:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Poco fa (circa alle 15:53 del 27 gennaio 2012) qui c'è stata un'altra debole scossa (più debole di quella dell'altro giorno, di cui parlavo sopra).


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oxon
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Città: genova
Prov.: Genova

Regione: Liguria


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Inserito il - 27 gennaio 2012 : 16:21:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Qui a Genova a me è sembrata più forte, si sono mossi i libri della biblioteca e la ho sentita chiaramente da seduto.

Oxon

Give me the fruitful error any time, full of seeds, bursting with its own corrections. You can keep your sterile truth for yourself.
Vilfredo Pareto
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mauro tor
Utente nuovo

Città: lodi


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Inserito il - 27 gennaio 2012 : 16:28:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ragazzi io mi trovo nel medesimo posto del 25 (lodi, terzo piano, tavolo della cucina) e stavolta non mi sono accorto di nulla...
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balocchi
Utente V.I.P.


Città: Modena
Prov.: Modena

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 03 marzo 2012 : 19:12:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Propongo il seguente articolo dove i due eventi sismici del 25 e 27 Gennaio 2012, vengono inquadrati all'interno del contesto tettonico regionale;

Riassunto: Lo studio seguente riguarda l'analisi sismologica e sismotettonica delle sequenze sismiche relative a due mainshock avvenuti a Reggio Emilia e Parma nel Gennaio 2012, con l’obbiettivo di definire un modello sismotettonico e verificare l’eventuale correlazione con il contesto tettonico regionale. L’Appennino settentrionale è una catena a falde facente parte del sistema alpino, formatosi durante il Terziario in seguito alla collisione tra due blocchi continentali rappresentati dalla zolla Europea e dalla microplacca Adria, inizialmente connessa alla zolla Africana. A causa di questa collisione, si è formato un piano di subduzione inclinato di 65°-70° circa che immerge verso SW, al di sotto dell’Appennino. Si ritiene infatti che le due sequenze sismiche siano da correlarsi al movimento relativo della placca sovrascorrente (Europea) e di quella sottoscorrente (Adria) che va in subduzione. Per analizzare le sequenze sismiche è stato fatto riferimento ai dati sismologici disponibili in letteratura, suddividendo gli ipocentri secondo classi di profondità ed analizzando i meccanismi focali in relazione al modello tettonico dell’Appennino. Dall’analisi dei due eventi principali del 25 e 27 Gennaio risulta che essi rappresentano due mainshock di due sequenze sismiche ben distinte aventi meccanismi focali con caratteristiche di rottura diverse. Attraverso lo studio dei dati ipocentrali alla scala regionale, è stato possibile definire il modello sismotettonico dove le due sequenze sismiche di Reggio Emilia e Parma rappresentano una “sequenza sismotettonica” generata dallo scorrimento del medesimo piano di subduzione che scende al di sotto della catena appenninica.
di:P. Balocchi, T.Santagata


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Paolo
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mauriziocaprarigeologo
Moderatore



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Inserito il - 08 marzo 2012 : 07:55:09 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ciao Paolo,
sono finalmente riuscito a leggere il tuo lavoro;
complimenti innanzitutto;

in genere si pensa, erroneamente, che in un contesto compresivo come quello di un margine distruttivo i terremoti debbano essere sempre di natura compressiva, mentre questo è vero per domini tutto sommato ristretti anche all'interno delle fasce di deformazione tra placche; d'altra parte già lo stesso migliarini aveva imboccato la strada giusta, per livelli strutturali molto più superficiali;

voglio però chiederti alcune delucidazioni in merito:

anche alla scala mesoscopica del piegamento di strati, all'estradosso si verificano stati tensionali distensivi e compressivi all'intradosso, ma le strutture associate - soprattutto nel primo caso - non registrano fagliature con movimenti apprezzabili: come si spiega che, invece, nel piegamento di una placca litosferica in subduzione al piegamento sia associato un vero e proprio fagliamento?

mi sorprende un po' che, a quel livello strutturale tutto sommato non proprio superficiale, il piegamento sia elastico e non comprenda una parte notevole di deformazione plastica

i terremoti distensivi di Reggio emilia sembrano collocarsi in una zona della placca che già si immerge decisamente sotto l'edificio appenninico, piuttosto che nella zona di "cerniera" (passami il termine) della placca stessa; come te lo spieghi?

ciao e buona giornata a tutti


maurizio
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balocchi
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Inserito il - 08 marzo 2012 : 14:06:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
i terremoti distensivi di Reggio emilia sembrano collocarsi in una zona della placca che già si immerge decisamente sotto l'edificio appenninico, piuttosto che nella zona di "cerniera" (passami il termine) della placca stessa; come te lo spieghi?


Si anche questo è vero, ma siamo comunque ancora nell'area di cerniera dove l'estradosso è sottoposto a trazione.
Una risposta alternativa e comunque valida potrebbe essere anche il fatto che la piastra in subduzione sia sogetta allo slab-pull e quindi trainata dal risucchio del mantello e sottoposta a trazione. In qiesto caso il meccanismo focale dovrebbe mostrare un'asse di massima estensione parallelo al piano della piastra.

anche alla scala mesoscopica del piegamento di strati, all'estradosso si verificano stati tensionali distensivi e compressivi all'intradosso, ma le strutture associate - soprattutto nel primo caso - non registrano fagliature con movimenti apprezzabili: come si spiega che, invece, nel piegamento di una placca litosferica in subduzione al piegamento sia associato un vero e proprio fagliamento?


La mia esperienza alla mesoscala mi insegna che nell'estradosso di pieghe si fornao spesso fatture riempite in calcite o anche vuote. fratture di strappo in generale. Non sempre però è facile determinare se quelle fratture hanno giocato
una componente di taglio.

Per quanto riguarda il modello del piano del piegamento della piastra, si basa sull'osservazione di terremoti reali dove mostrano meccanismi focali da faglia normale. Poi se tali sismi sono realmente associati a fagliazione o a fratturazione (fratture di strappo), non saprei, non c'è la possibilità di osservare direttamente il piano di subduzione. Non è possibile definire da un meccanismo focale se si tratta di fagliazione o fratturazione.
Ricordo che se tompiamo un bastone di legno, questo si "frattura" generando vibrazioni.

il piegamento sia elastico e non comprenda una parte notevole di deformazione plastica

Anche in questo caso si hanno dei dati dove la piastra in subduzione mostra un comportamento esclusivamente elastico (Marianne) o entrambe: elastico-plastico (Tonga). Probabilmente anche nel nostro caso la piastra potrebbe deformarsi in modo elastico nella parte supriore e più plastico in quella inferiore.

La fagliazione normale potrebbe essere provocata anche dall'aretramento dello slab causa il flusso astenosferico. Tale arretramento unito alla trazione (slab-pull) provoca la fagliazione.
Sarebbero argomenti da approfondire meglio per comprendere i meccanismi tettonici in atto.


Paolo
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mauriziocaprarigeologo
Moderatore



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Inserito il - 08 marzo 2012 : 22:27:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
grazie per i chiarimenti Paolo;
in realtà pensavo che una soluzione dei meccanismi focali fosse sempre associata all'ipotesi di uno scorrimento lungo un piano di faglia e che il risucchio agisse sulla placca sovrascorrente; non sarebbe male se provassi, tu, a fare un post dedicato a questo argomento, forse un po' specialistico ma molto interessante...

certo è che fare un quadro completo delle forze che agiscono sulle placche non dev'essere affatto facile...

ciao, buona serata a tutti



maurizio
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