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 L'UOMO E LA NATURA: SCIENZA CULTURA ED ETICA
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leonella55edo47
Utente Super



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Inserito il - 05 dicembre 2010 : 14:55:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di gabrif:

Nipoti di Feyerabend crescono?

Nulla in contrario, basta non esagerare con le dosi: c'è sempre il pericolo di finire paralizzati da considerazioni quali "Tanto a che serve? non possiamo conoscere nulla veramente, e magari la realtà neanche esiste".

Ciao G.



Non è solo Feyerabend:

Il razionalismo annette importanza all’argomento, alla teoria ed alla verifica fondati sull’esperienza. Ma questa decisione in favore del razionalismo non può, a sua volta, giustificarsi in base ad argomenti e con l’esperienza. Per quanto la si possa discutere, in ultima analisi essa si fonda su una risoluzione irrazionale, sulla fede nella ragione. Questa decisione in favore della ragione però non è di carattere puramente intellettuale, ma anche morale. Essa influenza tutto il nostro atteggiamento verso gli altri uomini e verso i problemi della vita sociale. Con ciò è quindi strettamente connessa la fiducia nell’unità razionale dell’uomo, nel valore di ogni uomo. (Popper)

Nessun sostenitore del dubbio giunge a dire quel che dici tu. Sono piuttosto i sostenitori delle certezze che poi cadono nello scoramento quando si avvedono dell'errore.
Il dubbio ci fornisce la corretta misura del nostro sapere e ci dà la chiave per superare il dubbio stesso, riconoscendo le cose di cui possiamo essere certi. Ad esempio che la Scienza ci è utile.

Edo

Modificato da - leonella55edo47 in data 05 dicembre 2010 14:58:20
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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Inserito il - 05 dicembre 2010 : 18:25:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
…. Sono piuttosto i sostenitori delle certezze che poi cadono nello scoramento quando si avvedono dell'errore.Il dubbio ci fornisce la corretta misura del nostro sapere e ci dà la chiave per superare il dubbio stesso, riconoscendo le cose di cui possiamo essere certi. Ad esempio che la Scienza ci è utile.

Questa mi trova molto d’accordo,Edo . E ti devo (exusatio non petita!) scuse per la mia sgarbatezza. Fai sempre bene a ricordaci i limiti dei nostri assunti. Secondo te essi derivano cmq da una scelta di fede . Secondo me da una necessità opportunistica e di sopravvivenza . Andiamo avanti però..

Certo, ci si potrebbe chiedere: se il dubbio è il motore della conoscenza, perchè così tanti comportamenti umani si basano invece sulle ideologie, che di spazio ai dubbi ne lasciano ben pochi (con i risultati che spesso si sono visti...)?

E’ una delle domande poste. Ed in genere mi sembra sottintesa la questione del <quando> ci si può ritenere abbastanza sicuri(attrezzati) per l’azione… (eventualmente di <guida>).
Edo tu che di queste cose ne capisci.. vuoi cominciare a spiegarci la differenza (se c'è) fra fede ed ideologia ? Grazie..

Modificato da - nanni in data 05 dicembre 2010 18:47:06
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leonella55edo47
Utente Super



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Inserito il - 05 dicembre 2010 : 19:57:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di nanni:

Questa mi trova molto d’accordo,Edo . E ti devo (exusatio non petita!) scuse per la mia sgarbatezza. Fai sempre bene a ricordaci i limiti dei nostri assunti. Secondo te essi derivano cmq da una scelta di fede . Secondo me da una necessità opportunistica e di sopravvivenza . Andiamo avanti però..


E' proprio come dici tu: i primi atti di fede (nel mondo esterno, ad esempio, ma anche, in parte, nella Scienza) li facciamo per necessità di sopravvivenza.
Solo successivamente per necessità più sottili e meno imperative: quelle dell'Intelletto e dello Spirito.

Certo, ci si potrebbe chiedere: se il dubbio è il motore della conoscenza, perchè così tanti comportamenti umani si basano invece sulle ideologie, che di spazio ai dubbi ne lasciano ben pochi (con i risultati che spesso si sono visti...)?

E’ una delle domande poste. Ed in genere mi sembra sottintesa la questione del <quando> ci si può ritenere abbastanza sicuri(attrezzati) per l’azione… (eventualmente di <guida>).
Edo tu che di queste cose ne capisci.. vuoi cominciare a spiegarci la differenza (se c'è) fra fede ed ideologia ? Grazie..


Beato te, che credi che io ne capisca... Comunque cercherò di risponderti per quanto posso.

Gli atti di fede devono essere atti razionali di fede: non si può credere a casaccio. Essi sono motivati da ipotesi razionali e devono esere sempre rivedibili se non risultano poi confermati dall'esperienza. Così procediamo nel sapere.

(La Rivelazione non può essere in contrasto con la Ragione è uno dei principi più importanti del Cristianesimo, fin dagli inizi, ed ha caratterizzato l'intera nostra civiltà)

Inoltre, il dubbio precedente l'atto di fede porta alla Tolleranza, cioè al permettere anche agli altri atti di fede diversi dai nostri, ed alla capacità di ricredersi, se le nostre opinioni risultino errate alla luce della Ragione o dell'Esperienza.

Le Ideologie, da questo punto di vista, sono parodie della fede razionale.
(Il Diavolo è la Scimmia di Dio).
L'ideologizzato è convinto, senza ombra di dubbio, delle proprie (in realtà altrui) idee e reputa suo dovere costringere gli altri a cambiare opinione.

Scusate qualche citazione di natura confessionale. Non vorrei creassero confusione: parliamo di atti di fede assolutamente laici.

Noi riteniamo che sono per sé stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità.

Modificato da - leonella55edo47 in data 05 dicembre 2010 19:59:58
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marz
Utente Super

Città: Bergamo

Regione: Lombardia


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Inserito il - 05 dicembre 2010 : 22:17:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Edo, premesso che condivido alcuni tuoi passaggi precedenti, fra cui il rapporto proficuo tra dubbio e tolleranza, faccio però sinceramente fatica a capire come la fede si possa conciliare con il dubbio.

Perchè a me pare che le diverse fedi, così come le ideologie, tutto chiedono ai propri seguaci tranne che di dubitare.

Non so, la prima cosa che mi è venuta in mente sono i dogmi, ovvero i principi fondamentali di una religione (o di una ideologia) che per definizione non si possono mettere in dubbio (e che spesso stridono persino con il semplice buon senso).

Posso, ad esempio, permettermi di chiederti se credi nel dogma dell' infallibilità papale?

E cosa c' entra un dogma con l' elogio del dubbio o con un ragionamento razionale?



Giuseppe

Modificato da - marz in data 05 dicembre 2010 22:31:06
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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Inserito il - 05 dicembre 2010 : 23:55:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Quindi Edo l’ideologia è la brutta copia della religione.. Se lo dici tu. Secondo me sono le 2 facce della stessa medaglia. Quella che paga da sempre il necessario <consenso>, nei clan di una certa vastità. Intendo cioè che la nostra specie ha saputo ottimizzare e codificare comportamenti e sistemi culturali piramidali, atti alla definizione di un’identità sociale cementante. Che si spera immutabile. Noi passiamo la metà del tempo a spiegarci e definire il <libero arbitrio>, e l’altra metà a capire perchè e percome sia giusto liberarsene al più presto, per delegare ad altri le decisioni difficili o scomode.. Succede nelle gangs govanili come nei sistemi finanziari come fra moglie e marito.. Che spazio rimane per i dubbi, se questi vengono intimamente visti come <tradimento> alla identità del gruppo ? Identità definita dal NOSTRO dio, imperatore.. o sommo poeta di passaggio (come una rockstar..). Sono <divise>, ovviamente da contrapporre fortemente, e senza dubbi, a quella degli altri .. i nemici infedeli. Il dubbio sembra opporsi alla coerenza . La verità ci serve <semplice>, come uno slogan da urlare.. la tolleranza la spendiamo solo e se ce ne sentiamo a nostra volta protetti, garantiti..
Ancora c’è tanto da dire, lascio parlare

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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 06 dicembre 2010 : 02:19:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mbè non parlate ? Allora continuo.
Il punto è che questa organizzazione piramidale della società è servita bene per dominare la natura ed espandersi su tutta la terra (in una serie ininterrotta di genocidi e distruzioni).. ma adesso diventa controproducente. Le cattedrali del potere oggi +che mai sembrano al di fuori della portata dei <dubbi> e condizionamenti, da parte dei popoli ! Stavolta vi risparmio la mia valutazione sulla spartizione delle risorse, che si esauriscono..Una direzione centrale chissà se c’è e dov’è.. nei grattacieli di New York ? Nei corridoi dei governi ? Nei Lab di genetica molecolare ? Nelle pagine dei forum sul web ? Nella mente di dio ? Difficile orientarsi, difficile abbandonarsi alla deriva del relativismo e di tutti gli <ismi>. E allora riscopriamo sua maestà il dubbio, vogliamo conoscerne la sostanza, l’utilità.
Qual è il problema ? L’ultimo dubbio ? Ragazzi il problema è ancora quello che avevamo all’inizio : come resteremo vivi.. fino a domani ? e poi anche dopo..magari… Ideologie e religioni non ci servono più, come le caste e le oligarchie. Non abbiamo più nemici o pericoli contro cui coalizzarci, se non il nostro tanto amato ego sprecone e autoreferenziale, e ovviamente la sofferenza del pianeta che ci supporta. Non c’è più alternativa alla collaborazione e autolimitazione. Saremo salvi tutti o nessuno… E, ..senza dubbi (mi raccomando) !
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gabrif
Moderatore


Città: Milano

Regione: Lombardia


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Flora e Fauna

Inserito il - 06 dicembre 2010 : 10:09:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E' proprio come dici tu: i primi atti di fede (nel mondo esterno, ad esempio, ma anche, in parte, nella Scienza) li facciamo per necessità di sopravvivenza.
Mi sembra che stiamo sovrapponendo due piani che sono invece separati.

Quello che facciamo per sopravvivere è istinto, non atti di fede. Il neonato succhia perchè sente la fame, non perchè ha fiducia che il latte lo sazierà.

Per fare un'analogia: l'istinto è hardware, non software. Il mio punto di vista (personale, ovviamente) è che sia hardware anche la razionalità, e che quindi, a dispetto di Popper, nessuno abbia coscientemente "deciso", o tantomeno debba "giustificare", il suo uso. C'è, semplicemente. Noi non nasciamo tabule rase che si plasmano da zero con atti di fede e decisioni. Siamo prima di tutto esseri viventi, con una natura e milioni di anni alle spalle.
Saluti, g.



Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà. (Bernardo di Chiaravalle)

Modificato da - gabrif in data 06 dicembre 2010 10:09:43
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leonella55edo47
Utente Super



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Inserito il - 06 dicembre 2010 : 10:41:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di marz:

Ciao Edo, premesso che condivido alcuni tuoi passaggi precedenti, fra cui il rapporto proficuo tra dubbio e tolleranza, faccio però sinceramente fatica a capire come la fede si possa conciliare con il dubbio.

Giuseppe


Caro Giuseppe, ti ringrazio di avermi letto, di avermi voluto mostrare i miei punti deboli e della gentilezza dimostratami.


Il fatto è che stiamo proprio parlando di due cose diverse. Non sto parlando di Fede religiosa. Sto parlando del meccanismo della nostra conoscenza, come descritto da Popper, di cui io sono convinto.

In quanto alla differenza tra comportamento istintivo e comportamento razionale, di cui parla Gabrif, non mi interessa proprio: qui si parla del comportamento razionale.

Noi riceviamo informazioni dai nostri sensi (compresi quelli interni, ad esempio sentimenti, stati d'animo ecc.).
Vogliamo darne una spiegazione. Formuliamo ipotesi, le più razionali e coerenti possibili con il fenomeno e con le nostre esperienze passate.
Quindi scegliamo l'ipotesi (questo è l'atto di fede), senza essere certi della sua veridicità. Se questa ipotesi, successivamente, continua a non venir smentita dall'esperienza o dalla ragione, ne facciamo la base di altre ipotesi.

Infatti, secondo Popper, noi possiamo solo riconoscere le ipotesi sbagliate, ma non quelle esatte.
Continuiamo a costruire la conoscenza affastellando ipotesi che non risultino smentite, fino a quando il crollo di una di queste ci costringe a ricostruire la parte mancante.

Questo meccanismo, che Popper attribuisce in particolar modo al percorso scientifico, è anche (secondo Popper e secondo me) estensibile a quello filosofico e religioso.

Per la vita pratica il principio è quello dell'Utilità.
Per quella teorica, il principio è un altro atto di fede: l'esistenza di una Verità cui continuiamo ad avvicinarci.

Quindi, chi crede al dogma dell'infallibilità, ci crede fino a quando questo risulti confermato dall'esperienza, in quanto principio utile all'agire. In quanto l'infallibilità si applica solo ad argomenti non sperimentali, questo può avvenire solo in caso di palesi contraddizioni del Magistero (comunque non c'entra con l'argomento)

Il significato di atto di fede razionale, quindi, è attribuito all'accettazione di asserti reputati conformi alla logica ed all'esperienza, ma non dimostrabili in modo cogente.

Infatti solo le scienza deduttive (logica, matematica e geometria) danno proposizioni logicamente cogenti, ma anche quelle solo relativamente ai loro postulati.

Ripeto: tutto questo non c'entra nulla con posizioni religiose o filosofiche: scaturisce dall'esame razionale del nostro processo conoscitivo.

Ti saluto ed arrivederci sul Cabianca.

Edo

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leonella55edo47
Utente Super



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Inserito il - 06 dicembre 2010 : 10:50:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di nanni:

Quindi Edo l’ideologia è la brutta copia della religione..


No, anche tu hai scambiato l'atto di fede con l'Atto di Fede.

Non parlavo di religione: parlavo di qualsiasi forma di conoscenza od opinione.
Anche la Religione può essere interpretata ideologicamente (fanaticamente, fondamentalisticamente ecc.).

Il resto del tuo intervento è troppo complicato per risponderti: affastelli troppi argomenti.

Un caro saluto anche a te.

Edo

Noi riteniamo che sono per sé stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità.
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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Inserito il - 06 dicembre 2010 : 11:33:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di nanni:

Quindi Edo l’ideologia è la brutta copia della religione..


No, anche tu hai scambiato l'atto di fede con l'Atto di Fede.

Non parlavo di religione: parlavo di qualsiasi forma di conoscenza od opinione.
Anche la Religione può essere interpretata ideologicamente (fanaticamente, fondamentalisticamente ecc.).

Il resto del tuo intervento è troppo complicato per risponderti: affastelli troppi argomenti.

Un caro saluto anche a te.


Uf Edo ..hai ragione ! Ma dimmi : "atto di fede" in minuscolo, non si traduce in "intuito" ? Perché, secondo me, questo è sicuramente un dato biologico, cioé sottoposto al voglio evolutivo.. Si è parlato infatti di istinto...
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leonella55edo47
Utente Super



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Inserito il - 06 dicembre 2010 : 14:48:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di nanni:

Uf Edo ..hai ragione ! Ma dimmi : "atto di fede" in minuscolo, non si traduce in "intuito" ? Perché, secondo me, questo è sicuramente un dato biologico, cioé sottoposto al voglio evolutivo.. Si è parlato infatti di istinto...


Per istinto credi che fumare ti faccia bene o altre cose del genere che non nomino per pudore.

Ma tu credi nell'evoluzione per istinto?

O quello che hai scritto negli ultimi interventi l'hai fatto guidato dall'istinto?
Dimmelo, che così capisco anche io...

Io credo che la materia sia fatta di pensiero non per istinto, ma perchè ho deliberatamente effettuato una scelta mentale tra ipotesi differenti, ed ho scelto quella che mi pareva la più probabile. Ma so che potrei sbagliarmi.

Ciao
Edo



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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 06 dicembre 2010 : 15:21:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Come sai che fumo troppo? Il discorso dei <vizi> è difficile ! Chi è senza colpa lanci..
<Osservo> l’evoluzione, …analizzandone il “mio” attimo fuggente con ragione e istinto. L’intuito equivale o no al tuo “atto di fede” con le minuscole ?
Gli ultimi interventi li ho scritti sull’onda del mio solito caratteraccio garibaldino. Ormai mi conosci e per fortuna non ti arrabbi più ! Forse sono fra quelli che non possono parlare di filosofia..

Per il resto posso solo citare il titolo di un trafiletto di Hegel:
Dell'errata convinzione che tutti possano parlare di filosofia
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leonella55edo47
Utente Super



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Inserito il - 06 dicembre 2010 : 19:29:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
L'istinto è il dato biologico di cui parlavi: riguarda la vita vegetativa dell'uomo e, in parte, quella animale.

L'intuito è la facoltà di giungere più o meno rapidamente all'ipotesi risolutiva.
Ma poi occorre sottoporla alla ragione.
Chi agisce per solo intuito di solito non ragiona molto bene.
Inoltre si sottopongono a ragione anche idee e ipotesi altrui.

Vi è poi una forma di intuito più elevata, derivata dall'esperienza (sapere euristico): in realtà si sfruttano ragionamenti ed esperienze già fatti per giungere più rapidamente alla conclusione.

Ma ora non possiamo monopolizzare la discussione: mi sa che adesso qualcuno protesta. Se vuoi continuare spostati nella rubrica tempo e spazio, dove io sono più paziente.

Effettivamente con la frase di Hegel mi rivolgevo malignamente a te, che mi avevi bellamente invitato a togliermi di torno dalle vostre discussioni. Ma poi vedo che ti sei ricreduto, per cui ti riaccolgo nel novero dei filosofi...

Ciao
Edo

p.s. Devi farti spiegare da D21, che è pazientissimo ad usare le citazioni.
quote=**** usa [****] frase citata [/****] (devi scrivere quote al posto di ****).
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Luciano54
Moderatore


Città: Forlì
Prov.: Forlì-Cesena

Regione: Emilia Romagna


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Flora e Fauna

Inserito il - 06 dicembre 2010 : 21:37:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di leonella55edo47:
..... mi sa che adesso qualcuno protesta ....


Indovinato!
Solo per dire che mi piaceva molto il tema proposto da Marz .... ma che in questa ultima pagina mi sono ritrovato in un'altra discussione; ... una sorta di "déjà vu" nel quale non mi ci trovo!
Ciaoo

Link
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Acipenser
Utente Senior


Città: Francoforte sul Meno
Prov.: Estero

Regione: Germany


1668 Messaggi
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Inserito il - 06 dicembre 2010 : 22:32:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Salve a tutti,

purtroppo adesso ho poco tempo, ma prometto di intervenire a breve con alcune note di moderazione.



Tautò tèni zon kài
tethnekós kai egregoròs
kai kathèudon kai nèon kai
gheraiòn tade gàr
metapésonta ekéina ésti
kakèina pàlin táuta.

Eraclito, Frammenti, 88; Di passaggio, Franco Battiato.
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marz
Utente Super

Città: Bergamo

Regione: Lombardia


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Inserito il - 07 dicembre 2010 : 20:02:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Luciano per me è difficile darti torto. E' un "déjà vu".

Giuseppe
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fern
Utente Senior

Città: Vicenza


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Flora e Fauna

Inserito il - 07 dicembre 2010 : 20:12:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Conoscevo l'elogio di Brecht da una vecchia lettura scolastica, di quelle che non si dimenticano, e mi sono spesso chiesto come si conciliasse con la sua nota fede marxista. La verita' e' che in ogni uomo dubbio e certezza necessariamente convivono e il suo non era un appello al dubbio sistematico ma un richiamo alla provvisorieta' di ogni "certezza", la necessita' di tenere a mente qual e' il reale fondamento delle idee comunemente accettate.

Sara' fuori tema, ma come controaltare voglio citare le parole del sommo Galileo (Diaologo dei massimi sistemi):
SALV. ...l'intendere si può pigliare in due modi, cioè intensive, o vero extensive: e che extensive, cioè quanto alla moltitudine degli intelligibili, che sono infiniti, l'intender umano è come nullo ... ma pigliando l'intendere intensive, in quanto cotal termine importa intensivamente, cioè perfettamente, alcuna proposizione, dico che l'intelletto umano ne intende alcune cosí perfettamente, e ne ha cosí assoluta certezza, quanto se n'abbia l'intessa natura; e tali sono le scienze matematiche pure, cioè la geometria e l'aritmetica, delle quali l'intelletto divino ne sa bene infinite proposizioni di piú, perché le sa tutte, ma di quelle poche intese dall'intelletto umano credo che la cognizione agguagli la divina nella certezza obiettiva, poiché arriva a comprenderne la necessità, sopra la quale non par che possa esser sicurezza maggiore.

Il problema e' che la natura si conosce empiricamente, in maniera sempre provvisoria e la scienza procede per approssimazioni successive, prove ed errori, ma e' proprio questo che la rende affascinante.

fern
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marz
Utente Super

Città: Bergamo

Regione: Lombardia


8788 Messaggi
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Inserito il - 07 dicembre 2010 : 21:34:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Anch' io ho conosciuto questa poesia di Brecht da una lettura scolastica (addirittura delle medie inferiori) e mi era rimasta impressa nella mente. Poi, a distanza di molti anni, l' ho riscoperta casualmente.

Condivido assolutamente quanto hai detto relativamente al fatto che la poesia non è un appello al dubbio sistematico, ma un richiamo alla provvisorieta' di ogni "certezza", la necessita' di tenere a mente qual e' il reale fondamento delle idee comunemente accettate.

Giuseppe

Modificato da - marz in data 07 dicembre 2010 21:36:05
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theco
Utente Super




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Inserito il - 08 dicembre 2010 : 11:32:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Marz ha scritto di volere ragionare dei rapporti tra la conoscenza e il dubbio.

Edo (che curiosamente accusa Nanni di affastellare argomenti, arte nella quale primeggia) penso che volesse solo fare una riflessione sul padre di tutti i dubbi, cioè la realtà del divenire.
Ciò che percepiamo è reale oppure è frutto dei nostri sensi?

Nessuno finora, nella storia del pensiero, ha potuto rispondere in modo razionale a questo dubbio, dubito che riusciremo a farlo qui.

L'atteggiamento scientifico imperante vuole che l'uomo di scienze faccia una atto iniziale di fede: 'credere reale' tutto ciò che gli mostrano i sensi, senza averne alcuna prova.
Dopo di che, compiuto questo piccolo (eppure enorme) atto di fede, tutto il resto non necessità più di alcun dogma e può essere indagato e spiegato razionalmente con metodiche sperimentali.

Penso che l'intenzione di Edo, come al solito condita di mistiscismo, razionalismo, antimaterialismo, ecc, volesse solo riportare l'attenzione sul dubbio primigenio e quindi abbia una sua logica in questo contesto.

Ciao, Andrea
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leonella55edo47
Utente Super



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Inserito il - 08 dicembre 2010 : 16:55:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di theco:

Marz ha scritto di volere ragionare dei rapporti tra la conoscenza e il dubbio.


Penso che l'intenzione di Edo, come al solito condita di mistiscismo, razionalismo, antimaterialismo, ecc, volesse solo riportare l'attenzione sul dubbio primigenio e quindi abbia una sua logica in questo contesto.

Ciao, Andrea


Io affastello argomentazioni, non argomenti: parlo di una cosa alla volta (di solito)

Il problema non è di chiedersi se quello che sentiamo esiste realmente, ma di rendersi conto, come diceva anche Aristotele, che lo sentiamo realmente.
Fatto questo passo, la Scienza diviene spiegazione del Fenomeno, cioè di quello che realmente ci appare e sentiamo, e conserva intatta la sua valdità, qualsiasi sia l'opinione che abbiamo del Noumeno (come lo chiama Kant).

Nei confronti della Scienza, non ha importanza quello che pensiamo di Realtà Metafisiche: essa non se ne occupa. La Scienza ci dice come la Realtà ci appare, non come essa sia realmente.
Ma in questo sta tutta la sua validità, utilità e potenza.

E adesso prometto a Luciano che non risponderò se non su Tempo e Spazio (discussione a fianco)

Edo

Noi riteniamo che sono per sé stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità.
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