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 L'UOMO E LA NATURA: SCIENZA CULTURA ED ETICA
 Dell'effettiva natura di Tempo e Spazio
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leonella55edo47
Utente Super



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Inserito il - 04 novembre 2010 : 21:41:18 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Non entri alcuno che non sia geometra
(scritta posta sulla porta dell'Accademia di Platone)

Tempi infiniti si estendono alle nostre spalle. Altrettanto infiniti si proiettano verso il futuro.
Infiniti Spazi si estendono nell'infinitamente grande; altrettanto infiniti nell'infinitamente piccolo.
(Infinito è una espressione retorica: occorrerebbe dire smisurati)

Eppure le cose veramente importanti avvengono qua, proprio dove sono io...
Nulla mi toglie dalla mente che tutto questo infinito attorno a me è solo una quinta che inquadra la scena: lo sguardo si perde lontano, ma se giri dietro ti accorgi dell'inganno.

Vediamo un po' cosa ci dice la Scienza..

Secondo la Teoria della Relatività ristretta, cambiando il punto di riferimanto (che può essere qualsiasi punto in moto inerziale), tempo e spazio degli altri sistemi variano in funzione della loro velocità relativa rispetto al riferimento: si allungano o si accorciano.

Secondo la Teoria della Relatività allargata, il punto di riferimento può essere dotato di qualsiasi movimento, anche accelerato e curvo: in tal caso spazio e tempo non solo si allungano o accorciano, ma lo spazio subisce anche strane deformazioni, curvandosi.

Queste teorie sono state oggetto dell'attenzione di libri o film di fantascienza, che parlano di astronavi in viaggio nello spazio, per le quali il tempo corre in modo diverso da quello della Terra. Quando queste tornano, i viaggiatori si ritrovano in tempi molto posteriori o antecedenti a quello per loro trascorso.

Ma l'aspetto più drammatico di queste teorie pochi lo comprendono a pieno.
Tempo e Spazio variano da punto a punto dell'Universo, in funzione delle velocita con cui si muovono i diversi sistemi relativamente al punto di riferimento.
Queste variazioni non sono un effetto prospettico, cioè apparente. Sono variazioni necessariamente reali perchè le leggi fisiche restino valide.

Ma quello che è ancora più sconvolgente è che non occorre affatto essere sul punto di riferimento perchè le equazioni abbiano effetto.
Nessun astronomo, ad esempio, prende come punto di riferimento la Terra.
E' la semplice scelta del punto di riferimento che fa variare le equazioni risolventi, e quindi tempo e spazio nei vari punti.
In particolare, scegliendo un punto in una lontana galassia, vengono a modificarsi il nostro spazio e tempo.
E se due persone nella stessa stanza scelgono due punti di rifermento diversi, in quella stanza valgono due spazi e tempi diversi.

Ora, la scelta del punto di riferimento è un fatto puramente mentale: possiamo cambiarla all'istante.
E con un solo atto della nostra volontà, far cambiare tempo e spazio intorno a noi e in tutto l'Universo.

Kant affermava, per dimostrare l'impossibilità di dimostrare l'esistenza (o la non esistenza) di Dio, che Spazio e Tempo sono due categorie mentali, costruzione della nostra Mente.

Vuoi vedere che aveva ragione...

Edo

Noi riteniamo che sono per sé stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità.

elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


32911 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 04 novembre 2010 : 22:53:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Aggiungo solo una modestissima considerazione personale terra terra. I concetti di spazio e tempo non sono percepiti con la stessa facilità; non sembra siano altrettanto "naturali".
Anche i bambini piccoli imparano presto a gestire lo spazio, mentre non riescono a percepire il tempo ("ti ci porto domani" = "non ti ci porto!").
Simmetricamente, i vecchi, quando il cervello comincia a perdere colpi, perdono presto la percezione del tempo; per esempio, confondono i nipotini con i figli quando erano piccoli e dicono di aver parlato di recente con parenti morti.
Cosa vuol dire? Lo spazio è più facile da percepire e capire perché anche noi abbiamo dimensioni spaziali, mentre nel nostro corpo non c'è quasi niente che serva a misurare il tempo (a parte la fame, la pipì ecc....).
In effetti, nella storia il tempo è sempre stato motivo di fraintendimenti, paradossi, misteri .....
(Paradosso di Protagora ecc.....)
luigi

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Pezzo da Gaeta
Utente Senior


Città: Lecco
Prov.: Lecco

Regione: Lombardia


2268 Messaggi
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Inserito il - 04 novembre 2010 : 23:06:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Geometra lo sono diventato sul campo a furia di sbatterci il muso.

Trovo molto interessanti i temi che si vanno trattando, chiedo solo a chi interverrà di farlo con un linguaggio comprensibile a tutti.
Aiutiamoci a comprendere e a comprenderci.

Fra le più grandi realtà, credo che l'Essere che ha preso coscienza di se stesso e che si interroga sull'universo e le sue leggi, sia la più grande.

Pur grande sia l’Universo...
...se non t’avessi conosciuto o Amore.


Pezzo da Gaeta

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leonella55edo47
Utente Super



5652 Messaggi
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Inserito il - 07 novembre 2010 : 10:32:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Pezzo da Gaeta:

Fra le più grandi realtà, credo che l'Essere che ha preso coscienza di se stesso e che si interroga sull'universo e le sue leggi, sia la più grande.




Ora, il pensiero che è pensiero per sé, ha come oggetto ciò che è di per sé più eccellente,
e il pensiero che è tale in massimo grado ha per oggetto ciò che è eccellente in massimo
grado. L’intelligenza pensa se stessa, cogliendosi come intelligibile: infatti, essa diventa
intelligibile intuendo e pensando sé, cosicché intelligenza ed intelligibile coincidono.
L’intelligenza è, infatti, ciò che è capace di cogliere l’intelligibile e la sostanza, ed è in
atto quando li possiede. Pertanto, più ancora che quella capacità, è questo possesso ciò
che di divino ha l’intelligenza; e l’attività contemplativa è ciò che c’è di più piacevole ed
eccellente.
(Aristotele, Metafisica, XII)

Grazie, Gaetano e Luigi dei vostri interventi.

Edo
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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 08 novembre 2010 : 00:14:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Se avete un attimo e grazie all’aiuto di un amico ricercatore in biologia, vorrei dire : Il Tempo (la misura del tempo ) è un processo molecolare intrinseco (un battito...) caratteristico di ogni forma di vita..
Le cellule misurano il tempo in svariati processi (molecular clocks), dalla divisione cellulare, al ciclo cellulare, ai ritmi circadiani, alla fioritura, fotosintesi/fissazione dell’azoto nei cianobatteri, etc.
La stessa architettura del Genoma dei Metazoi (e delle piante) cambia permettendo la comparsa della dimensione spazio/tempo, generando il differenziamento cellulare e la comparsa di organismi pluricellulari.
Il passagio da batteri/eucarioti unicellulari a Metazoi/piante, è stato reso possibile non solo dall’incremento della quantità di DNA (dimensioni del genoma e del numero dei geni) ma anche dalla sua organizzazione. I geni batterici sono di dimensioni molto ridotte rispetto a quelle dei Metazoi e molto meno complessi nella loro architettura . Nei batteri, i geni sono regolati, cioè la loro espressione (proteina) è controllata da vari fattori in maniera reversibile (meccanismi di feedback). Nei Metazoi/Piante, molti geni (diversamante strutturati) sono reciprocamente regolati, in maniera spazio/temporale .
Il tempo che aveva una dimensione circolare nei batteri (crescita e riproduzione di 2 cellule figlie identiche) viene sostituito da una linearizzazione del tempo, con organismi che nascono e poi muoiono con una irreversibilità del fenomeno. Compare inoltre la morte programmata geneticamente, virtualmente assente negli organismi unicellulari .
Non solo l’aumento del numero dei geni ma fondamentalmente la possibilità di esprimerli in una cellula invece che in un’altra (spazio), prima o dopo (tempo) dovuto alla nuova modalità di regolazione, ha permesso che si generassero tutti gli animali e le piante.
C’è voluta una rivisitazione del concetto di tempo per sviluppare una teoria moderna della biologia (l’evoluzione), che ha poi portato a scoprire che il tempo e la sua misura a loro volta sono determinati precisamente da circuiti molecolari codificati nel DNA di ogni cellula vivente.
Inoltre, molte delle proteine di un molecular clock per es. di Drosophila sono virtualmente identiche a quelle di un topo o dell’uomo e sono codificate dagli stessi geni.
I componenti proteici di questi circuiti (a differenza dei cronometri umani) sono molto versatili e, nel tempo, si adattano (i geni che codificano per queste proteine mutano casualmente) per funzionare in organismi diversi nel corso dell’evoluzione.

Modificato da - nanni in data 08 novembre 2010 00:26:44
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leonella55edo47
Utente Super



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Inserito il - 08 novembre 2010 : 13:27:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di nanni:

Se avete un attimo e grazie all’aiuto di un amico ricercatore in biologia, vorrei dire : Il Tempo (la misura del tempo ) è un processo molecolare intrinseco (un battito...) caratteristico di ogni forma di vita..
Le cellule misurano il tempo in svariati processi (molecular clocks), dalla divisione cellulare, al ciclo cellulare, ai ritmi circadiani, alla fioritura, fotosintesi/fissazione dell’azoto nei cianobatteri, etc.

Il passagio da batteri/eucarioti unicellulari a Metazoi/piante, è stato reso possibile non solo dall’incremento della quantità di DNA (dimensioni del genoma e del numero dei geni) ma anche dalla sua organizzazione.


Finalmente uno con cui litigare!
Perchè ti fai vivo solo ora con la storia del genoma che aumenta di complessità, quando ho perso un sacco di tempo in un'altra discussione proprio alla ricerca di tale notizia?
Sei sicuro? Eri presente? Lo hai visto con i tuoi occhi? Hai mandato i tuoi rincrescimenti a Marz?

Per quanto riguarda il tempo, non è affare solo degli organismi viventi: il tempo di decadimento dell'atomo di cesio è utilizzato negli orologi atomici.

Il fatto è che noi percepiamo il tempo come passaggio istantaneo di ciò che non è ancora in ciò che non è più.
Invece, potrebbe essere che tutti gli stati presenti e futuri ci sono sempre, e vederli in quel modo è solo questione di percezione della nostra Mente.

Su questo si è dibattuto per un sacco di tempo, mentre il tempo passava...
Ora sembra che quello possa allungarsi, accorciarsi o addirittura fermarsi o andare all'indietro...


Una cosa certa (o quasi) è questa: non esiste una dimensione assoluta del tempo. Se il tempo scorresse veloce la metà o il doppio, noi non ce ne accorgeremmo in alcun modo, perchè anche i nostri processi mentali si regolerebbero sincronicamente al resto.
Ma una entità che non ha dimensioni assolute, potrebbe anche non avere alcuna dimensione, ed essere tutta contemporanea (scusate il bisticcio, per far capire il concetto): la nostra Mente potrebbe passare da un istante all'altro, come l'occhio da un fotogramma all'altro di una pellicola.

Per adesso mi fermo, ma aggiungerò altro prossimamente.
Stammi bene.

Edo

Il tempo è la misura della dimensione del prima e del poi.
Aristotele, Metafisica.
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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 08 novembre 2010 : 15:18:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Edo scusa non ho capito su cosa vuoi litigare stavolta ! Certo che il <tempo> non è solo quello che sa misurare il mondo vivente , per reagire al meglio al divenire ..ritmi circadiani ecc. Sul concetto di relatività del tempo assoluto non so abbastanza per parlare ma credo possa andarmi bene quel che dici tu, che hai studiato.. Embeé ? Io mi sono limitato a riferire una informazione piuttosto diffusa e condivisa : nei geni degli eucarioti aumenta la percentuale di sequenze nucleotidiche che non hanno espressione nella formazione di molecole proteiche, ma servono invece a modulare nel tempo e nello spazio tale attività. Volevo solo dire che la vita <ha intrinsecamente> una sua dimensione di tempo e spazio.. Mi sembrava che tu fossi d’accordo, se pure intendevi sottolineare il termine di individuo e soggettività…
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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 08 novembre 2010 : 16:36:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
[quote][i]Messaggio originario di leonella55edo47
Per quanto riguarda il tempo, non è affare solo degli organismi viventi: il tempo di decadimento dell'atomo di cesio è utilizzato negli orologi atomici.
Una cosa certa (o quasi) è questa: non esiste una dimensione assoluta del tempo. Se il tempo scorresse veloce la metà o il doppio, noi non ce ne accorgeremmo in alcun modo, perchè anche i nostri processi mentali si regolerebbero sincronicamente al resto.[quote]
E su questo sono d'accordo. I molecular clocks si aggiornano..
[quote]Ma una entità che non ha dimensioni assolute, potrebbe anche non avere alcuna dimensione, ed essere tutta contemporanea (scusate il bisticcio, per far capire il concetto): la nostra Mente potrebbe passare da un istante all'altro, come l'occhio da un fotogramma all'altro di una pellicola.[quote]
E questa è la tua natura una e bina sulla quale nel forumNM, non possiamo e vogliamo influire..
Immagine:
Dell''effettiva natura di Tempo e Spazio
171,4 KB

Modificato da - nanni in data 08 novembre 2010 16:37:36
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leonella55edo47
Utente Super



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Inserito il - 08 novembre 2010 : 18:38:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di nanni:

Edo scusa non ho capito su cosa vuoi litigare stavolta !


Chiaramente era solo uno scherzo.
Non avevo proprio nulla da contestarti.
Bella la vignetta: Paola è venuta molto bene...

Ciao

Edo
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nanni
Utente Senior

Città: Napoli


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Inserito il - 08 novembre 2010 : 22:04:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Hè hè, te la prendi con Paola che ti ha fatto perdere il traghetto !
Quegli altri se la prendevano con Eva per il famoso <scaccione> dal campeggio dei figli dei fiori !! La colpa è sempre delle donne ...
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leonella55edo47
Utente Super



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Inserito il - 14 novembre 2010 : 15:57:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non entri alcuno che non sia (almeno) geometra; meglio se ragioniere...
(scritta posta sulla porta dell'Accademia di Platone, con successive modificazioni casuali)

Vorrei ora parlare di una altra Entità, strettamente legata al Tempo.
Il Movimento.
Senza Movimento, non vi sarebbe Tempo: si tratta di due fenomeni intrinsecamente legati.

Affronterò questo tema rifacendomi alla scoperta di Max Planck: il quanto di Azione (ovvero, la costante di Planck).
Planck chiama il Quanto (fondamento della fisica contemporanea) Quanto di Azione. Successivamente questa dizione è stata surrettiziamente trasformata in Quanto di Energia, che si esprime cosi:

Qe = h * f dove h è la costante di Planck ed f la frequenza dell'onda incidente.

Questa espressoine limita il concetto di quanto ai soli fenomeni ondulatori, dove è presente una frequenza.
Sui motivi che hanno spinto a modificare arbitrariamente la formulazione di Planck ho già espresso altrove il mio parere.

Ma se utilizziamo il concetto di quanto come quanto di azione (Qa = h), il principio quantistico è facilmente estendibile anche ad un movimento continuo qualsiasi, con risultati sorprendenti.

Prendiamo un corpo che si muove di moto rettilineo uniforme.

La sua Azione si esprime così Az = 1/2 m v^2 * t (cioè il prodotto dell'Energia cinetica per il tempo)

Se l'Azione non può essere minore del quanto, ciò significa che:

0,5 m v^2 t >= h (dove la notazione v^2 = v al quadrato)

e cioè (poiche m e v sono costanti) il tempo per il quale si sviluppa il movimento non può essere minore (e deve essere un multiplo) di

tq = 2h/(mv^2)
in questo tempo si sviluppa un movimento pari a
sq = vtq = 2h/mv

Tutto ciò significa che il movimento non può essere un fenomeno continuo, divisibile all'infinito, ma che avviene come una successione di balzi elementari sq, che avvengono a distanza di tempo tq.

Raddoppiando la velocità, si dimezzano i balzi quantici e si quadruplica la frequenza.
Poichè non è pssibile alcuno spostamento intermedio, i salti devono essere istantanei, a distanza di tempo tq.
Il movimento sarebbe perciò la successione nel tempo di posizioni immobili.

Questo fatto associa intrinsecamente una frequenza 1/tq ad ogni movimento.


Consideriamo ora, alla luce di quanto detto, il movimento del fotone.
Si dice che resti un mistero il fatto che il fotone abbia contemporaneamente comportamento corpuscolare e ondulatorio.
Se è vero quanto sopra illustrato, il mistero non è poi così fitto.
Al movimento della particella fotone si associa intrinsecamente un fenomeno ondulatorio identificato dalla frequenza intrinseca al movimento stesso.

Nel caso del fotone la sua Azione è data da

Az = Ef*t
dove chiamiamo Ef l'energia cinetica del fotone.

La frequenza associata al fotone è

f = 1/tq = h/ Ef

da cui si ricava

Ef = h * f
che è proprio l'espressione energetica del quanto di Planck.

Il quanto di energia non sarebbe perciò altro che l'energia cinetica del singolo fotone.


Edonstein


Noi riteniamo che sono per sé stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità.
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theco
Utente Super




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Inserito il - 19 novembre 2010 : 23:23:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Link

Parrebbe che il futuro esista prima che il tempo lo raggiunga...

Ciao, Andrea
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leonella55edo47
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Inserito il - 21 novembre 2010 : 11:19:38 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Theco.

Quando lo diceva il Fantappiè, esaminando le equazioni, si è preso del visionario.
Ma se lo dice il mago di Tobruck, allora ci credono tutti...

Riciao

Edo
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gabrif
Moderatore


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Flora e Fauna

Inserito il - 21 novembre 2010 : 17:28:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bisogna andare sempre coi piedi di piombo nel valutare quello che viene pubblicato: c'è anche della fuffa, magari non fraudolenta, ma fuffa.

Lettura altamente consigliata:
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Saluti G.


Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà. (Bernardo di Chiaravalle)
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gabrif
Moderatore


Città: Milano

Regione: Lombardia


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Flora e Fauna

Inserito il - 21 novembre 2010 : 19:23:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Dimenticavo: il testo dell'articolo citato dalla Repubblica è qui:
Link

Ciao G.



Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà. (Bernardo di Chiaravalle)
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Luciano54
Moderatore


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Flora e Fauna

Inserito il - 21 novembre 2010 : 20:07:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di theco:
Parrebbe che il futuro esista prima che il tempo lo raggiunga...


Unica spiegazione (secondo me) .. all'ennesima bufala ..
Com'era prevedibile, lo studio ha suscitato un certo clamore nel mondo accademico ....
...... Daryl Bem, intanto, ha affermato di essere già stato contattato da decine di ricercatori con la richiesta di maggiori dettagli.


.. è che un illustre quasi-sconosciuto psicologo americano ... è improvvisamente assurto agli "onori" della cronaca, .... con buona pace della ragione
Ciaoo

Link
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leonella55edo47
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Inserito il - 22 novembre 2010 : 00:09:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di theco:

Parrebbe che il futuro esista prima che il tempo lo raggiunga...



Il primo a pensarlo fu Parmenide.
Oggi, tra i tanti, il filosofo Severino è parmenideo.
Non ci crederete, ma lo sono anch'io...(non c'è idea apparentemente strampalata che non mi trovi tra i suoi sostenitori)

Ne' Il mondo di Parmenide di Popper, che non mi stancherò mai di consigliarvi, vi è un capitolo dedicato al Parmenidismo nella scienza moderna (che vuol dire proprio quello, magari con parole più consone). Se non ricordo male, anche Einstein vi viene citato come Parmenideo.

Per il resto sono convinto di quanto dice Gabrif.

Edo

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leonella55edo47
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Inserito il - 05 dicembre 2010 : 20:24:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Parmenide

Le cavalle che mi portano fin dove il mio desiderio vuol giungere,
mi accompagnarono e mi posero lungo la via che dice molte cose
e che appartiene alla divinità e che porta per tutti i luoghi l’uomo che sa.


Così inizia il Poema sulla Natura di Parmenide, di cui ci restano alcuni, troppo pochi brani.
Parmenide parte dalla considerazione che il Presente (l’Essere) è l’istante nel quale ciò che non è ancora (Futuro) diviene ciò che non è più (Passato).
Questo gli pare impossibile: infatti l’Essere non può scaturire dal Non-Essere, né questo apparire dall’Essere.
Per questo egli pensa che la realtà che ci appare (il divenire) sia solo fenomeno (cioè ciò che appare), mentre L’Essere esiste in tutta la sua interezza, passato-presente-futuro.

La Dea di buon animo mi accolse, e con la sua mano la mia mano destra
prese, e incominciò a parlare così e mi disse:
“Oh giovane, tu che, compagno di immortali guidatrici,
con le cavalle che i portano giungi alla nostra dimora,
rallegrati, poiché non una infausta sorte ti ha condotto a percorrere
questo cammino –infatti esso è fuori dalla via battuta dagli uomini-,
ma legge divina e giustizia. Bisogna che tu tutto apprenda:
e il solido cuore della Verità ben rotonda
e le opinioni dei mortali, nelle quali non vi è vera certezza.


Ma anche il divenire è necessario, reale manifestazione dell’Essere, e va perciò studiato e compreso:

“Eppure anche questo imparerai: come le cose che appaiono
è necessario ammetta chi in tutti i sensi indaga”



Queste sono le verità che la Dea (Ragione) gli rivela:

Ora ti dirò –e tu ascolta e ricevi la mia parola-
quali sono le vie di ricerca che sole si possono pensare:
l’una ciò che “è”, e che non è possibile che non sia
-è il sentiero della Persuasione, perché tien dietro alla Verità-
L’altra ciò che “non è” , e che è necessario che non sia,
e io ti dico che questo è un sentiero su cui nulla si apprende.
Infatti, non potresti conoscere ciò che non è, perché non è cosa fattibile
né potresti esprimerlo.

Infatti lo stesso è pensare ed essere…

Considera come le cose che pur sono assenti, alla mente siano saldamente presenti
Infatti non potrai recidere l’essere dal suo essere congiunto con l’essere…



Parmen-edo

Modificato da - leonella55edo47 in data 05 dicembre 2010 20:32:26
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leonella55edo47
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Inserito il - 05 dicembre 2010 : 20:29:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Parmenide (segue)

Riporto ora due interpretazioni contrastanti sul pensiero di Parmenide.

La prima, che non condivido per niente, è di Popper (grande ammiratore di Parmenide, di cui apprezza la capacità di rifiutare l'apparenza in nome della ragione):

La seconda verità afferma che il vero mondo è pieno: è un blocco sferico di materia densa. (Parmenide è un materialista che crede nel potere del puro pensiero). Il che implica che in questo mondo non vi può essere alcun movimento. Non accade mai nulla.
Ciò che turba nel poema di Parmenide non è che la dea dichiari che il nostro mondo umano dell’esperienza sia falso ed illusorio, bensì che lei stessa riveli, e sostenga che sia vera – fornendone anche le prove!- una teoria della realtà che deve sembrare inaccettabile e addirittura pazzesca ad ogni persona dotata di buon senso.



In modo antitetico a Popper si esprime un grande scienziato e fisico contemporaneo, Erwin Schrödinger:

Al contrario, l’atteggiamento di Parmenide è che egli non considera il mondo materiale intorno a noi come una realtà effettiva.
Egli pone la vera realtà nel pensiero, nel soggetto della conoscenza, come diremmo adesso.
Il mondo che ci circonda è un prodotto della percezione dei sensi, un’immagine che essi creano nel soggetto pensante mediante l’illusione…
La cosa in sé risiede nel soggetto, nel fatto che esso è un soggetto, suscettibile di pensare…
Non ho alcun dubbio che sia questo l’Uno eterno, immobile del nostro filosofo
.

Ho l’impressione che anche Schrödinger non interpreti correttamente, anche se la brevità del testo può indurci in inganno. Al contrario di quanto egli sembri affermare, io penso che il pensiero di Parmenide fosse:
- il soggetto della conoscenza, di cui si parla, non è l’individuo, ma l’Essere stesso, cioè, in altri termini, Dio: l’individuo, o meglio gli individui, ne sono una manifestazione.
- ciò che appare non è semplice illusione, ma effetto (apparenza, fenomeno) di qualche cosa di reale, che così deve essere, come dice Parmenide stesso.

Parmen-Edo
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theco
Utente Super




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Inserito il - 08 dicembre 2010 : 11:20:09 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di leonella55edo47:
Il primo a pensarlo fu Parmenide.
Oggi, tra i tanti, il filosofo Severino è parmenideo.
Non ci crederete, ma lo sono anch'io...(non c'è idea apparentemente strampalata che non mi trovi tra i suoi sostenitori)


Già tempo fa sottolineai l'essenza parmenidea del tuo pensiero, non ricordo in quale discussione, quindi... ci credo

Il 'disastro' creato da Parmenide, la cui conseguenza finale e perfettamente logica è la non esistenza del molteplice, del diveniente, del sensibile, contrapposta alla solòa esistenza dell'intelliggibile, viene superata da Platone nel Sofista, con i due sensi del "non essere", come li chiama Severino stesso.
Parmenide e il problema della molteplicità dell'essere hanno trovato una sintesi razionale in Platone, che non puoi ignorare.

Ciao, Andrea
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gabrif
Moderatore


Città: Milano

Regione: Lombardia


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Flora e Fauna

Inserito il - 08 dicembre 2010 : 12:37:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao,
qualche tempo fa ho letto in un libro di S. Pinker sul linguaggio che in reltà noi siamo molto in difficoltà a parlare del tempo, e il più delle volte lo trattiamo senza accorgercene con le categorie dello spazio, come se fosse una linea o un panorama.
Se ci pensate è vero: i tempi "si allungano", gli appuntamenti "si spostano", lasciamoci "indietro" il passato e guardiamo "avanti"...

Saluti G.


Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà. (Bernardo di Chiaravalle)
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