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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Autore |
Discussione |
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CarloAG
Moderatore
Città: Napoli
Prov.: Napoli
Regione: Campania
1664 Messaggi Tutti i Forum |
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CarloAG
Moderatore
Città: Napoli
Prov.: Napoli
Regione: Campania
1664 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 01 febbraio 2010 : 20:18:53
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Traduzione di quanto sopra inserito Immagine: 163,58 KB Avete bisogno di una taduzione in Italiano?
Carlo A.G. |
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elleelle
Moderatore Trasversale
Città: roma
Regione: Lazio
33001 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 01 febbraio 2010 : 21:04:13
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Interessante. Io non vedo contraddizioni tra il fatto che una persona (magari uno dei pochissimi) si preoccupasse già allora del degrado della Terra. In un ambiente desertico con poco cibo e perfino poca acqua poteva già essere emergenza a quei tempi. Magari, il problema erano le capre che mangiavano tutte le gemme e facevano avanzare il deserto, che poi è diventato com'è oggi.
Comunque, oggi, si ragiona per andamenti mediati, non per punte eccezionali; e la temperatura, in media, cresce. Il limite dei ghiacciai, in media, si alza di quota. La banchisa polare, in media, si assottiglia e così via. Il buco dell'ozono è un altro discorso. La quantità di ozono nella stratosfera cambia continuamente; è un equilibrio dinamico tra quello che si forma e quello che si ricombina. Può anche darsi che le attenzioni che abbiamo posto a non liberare in atmosfera i CFC abbia avuto dei risulltati.
Del fatto poi che di un problema si parli continuamente per un po' e poi non se ne parli più, è una questione mediatica. Per un certo periodo, in televisione parlavano sempre di incidenti sul lavoro, ma non erano aumentati allora e non sono diminuiti dopo; semplicemente hanno deciso di non parlarne piu ....
Sono d'accordo che certi "ambientalisti assatanati" a volte diventano poco credibili, specialmente quando la buttano in politica; ma ci sono tantissimi ambientalisti seri che evitano di esagerare, ma portano dati concreti e coerenti.... E sarebbe un peccato non ascoltare neanche quelli. luigi
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Modificato da - elleelle in data 01 febbraio 2010 21:06:30 |
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theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 01 febbraio 2010 : 21:07:04
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Recentemente si è parlato di catastrofismo e naturalismo, qui: Link
Si sta anche parlando di informazione ambientale, qui: Link
Ti segnalo entrambi gli argomenti perchè mi sembra che possano avere a che fare con la tua discussione.
Personalmente ciò che trovo veramente sbalorditivo nell'antica tavoletta che proponi è il fatto che già a quel tempo l'uomo avesse capito con incredibile lucidità il proprio destino e che al tempo stesso, ancora oggi, l'uomo sia cieco di fronte all'evidenza.
Ciao, Andrea |
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theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 01 febbraio 2010 : 21:32:22
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Aggiungo un cosa...
Sarebbe bello ma temo impossibile, Carlo, conoscere il fonema utilizzato nella tavoletta che la didscalia traduce come 'the nature'.
Il concetto di natura, nelle civiltà arcaiche, era qualcosa di completamente diverso da ciò che intendiamo noi oggi; la traduzione parla di 'miss use', non quindi di un abuso sulla natura, ma di un suo disuso.
A me sembra più il lamento di una persona preoccupata dell'allontanamento culturale dalle antiche tradizioni, piuttosto che la preoccupazione per l'imminenza di una crisi ambientale. Conoscere la radice di quel fonema potrebbe aiutarci a capire meglio le intenzioni dell'antico scriba.
Ciao, Andrea |
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Luciano54
Moderatore
Città: Forlì
Prov.: Forlì-Cesena
Regione: Emilia Romagna
4965 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 01 febbraio 2010 : 22:08:24
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| Messaggio originario di CarloAG: ..... Del buco nell'Ozono non se ne parla più ..... |
... e quando se ne parla il messaggio è diametralmente opposto a quando si gridava di fermare "l'allargamento del buco"
Da una newsletter della rivista "Le Scienze" | Ecologia e ambiente Un processo inatteso: Il buco nell'ozono si richiude: rischio global warming
Negli ultimi decenni l'assottigliamento dello strato di ozono sull'Antartide aveva compensato il riscaldamento dell'emisfero australe da gas serra: ma ora il fenomeno potrebbe cessare Il buco nel’ozono si sta lentamente chiudendo, ma la conclusione del processo potrebbe avere un esito funesto sul clima dell’emisfero australe, secondo un recente studio dell’Università di Leeds. L'ozono antartico veniva considerato come uno delle principali minacce ambientali del pianeta, ma la scoperta di alcuni meccanismi di feedback prima non considerati ha mostrato che esso ha contribuito a proteggere la regione dal riscaldamento indotto dal biossido di carbonio negli ultimi due decenni.
I venti ad alta velocità nell'area proprio al di sotto del buco hanno portato alla formazione di nuvole estive più chiare, che riflettono una quantità maggiore di raggi solari intensi. "Queste nubi hanno funzionato come uno specchio per i raggi del sole, riflettendo il calore lontano dalla superficie, al punto che il riscaldamento dovuto all'aumento delle emissioni di gas serra è stato del tutto compensato”, ha commentato Ken Carslaw, coautore dell'articolo apparso sulla rivista Geophysical Research Letters. "Se, come sembra che sia probabile, questi venti dovessero calare mentre aumentano le emissioni di CO2, il riscaldamento dell'emisfero australe diventerebbe via via più intenso, con un impatto considerevole sulle previsioni per il futuro”. La chiave che ha portato alla conclusione è un nuovo meccanismo di feedback dovuto all'aerosol, l'insieme delle piccole particelle riflettenti sospese nell'aria che secondo gli esperti hanno un grande impatto sul clima. Il gruppo di Leeds ha ottenuto le sue previsioni utilizzando un modello climatico globale di recente realizzazione e due decenni di dati meteorologici. Com'è noto, i gas serra assorbono la radiazione infrarossa emessa dalla Terra e la riemettono verso l'atmosfera in forma di calore, causando un progressivo riscaldamento del pianeta. Gli aerosol agiscono in senso inverso riflettendo il calore verso lo spazio, raffreddando il pianeta. Al di sotto del buco nell'ozono nella zona antartica, i forti venti trasportano grandi quantità di spruzzi di mare, che contengono milioni di piccole particelle di sale. Questi spruzzi formano goccioline e infine nubi, e l'incremento di questi spruzzi negli ultimi due decenni ha reso queste mubi più chiare e dotate di un maggiore potere riflettente. Poiché ora lo strato di ozono ha dimostrato di essere in fase di recupero, si ritiene che questo meccanismo di feedback possa diminuire la propria efficacia, o addirittura dare un contributo opposto, portando a un'accelerazione del riscaldamento dell'emisfero australe. (fc)
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Dovremo quindi ricominciare a utilizzare il freon? .... mi sembra che alcuni scienzati soffrano un po' di malattia di protagonismo (da ricollegare anche col post sull'estinzione della megafauna Australiana) .. per cui diventa vero tutto ... e il contrario di tutto. Sono abbastanza in sintonia con il pensiero di Carlo, ... anche se ritengo che l'invito di Luigi a non generalizzare sia decisamente saggio e opportuno! Ciaoo.
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CarloAG
Moderatore
Città: Napoli
Prov.: Napoli
Regione: Campania
1664 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 febbraio 2010 : 09:21:03
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Assolutamente d'accordo. Alla diffusione mediatica di notizie...aggiungerei la mjucca pazza, l'aviaria e l'ultima influenza. Quello che mi fa rabbia e la grande massa di imbecilli che crede e "beve" e si pasce di queste notizie. A proposito, miss(ed)-use , deve essere interpretato come "uso non corretto" . Per quanto riguarda l'interpretazione ambientale, non penserei tanto al deserto e alle capre..... i graffiti del Sahara libico e marocchino e quelli di Wadi Rum ci mostrano elefanti, giraffe, bufali ...animali che sicuramente non vivevano nell'attuale scenario. Ancora una volta..ci scontriamo con i cambiamenti climatici. Non a caso i primi Vichingi che approdarono in quella chi chiamarono Groenlandia ( che deriva da Grun land " Terra Verde"...) non si trovarono davanti ad una terra ricoperta da centinaia di metri di ghiaccio. I cambiamenti climatici si sono susseguiti nelle ere geologiche anche quando l'uomo non c'era. Solo negli ultimi 3-4 milioni di anni l'Uomo ha subito un paio di glaciazioni, alternate a periodi caldi.Il livello dei mari è vaariato di molte decine di metri ( ricordate i geologici "solchi di battigia"?) Sopravvivevano solo i più forti ( è legge di natura) e non aggiungo altro per non "sforare" con l'argomento, che non vuole essere una provocazione. Ci sarebbe un bel libro da leggere......"Rainbow Six" . Chiudo ricordando che sulla vita sulla Terra è influenzata dall'irraggiamento solare e questo rimane stabile se stabile è l'inclinazione del pianeta sulla sua orbita. Possibile che NESSUNO ricordi i movimenti ,lunghi, di precessione, e quelli più rapidi, di nutazione?Fra 200 anni, la "polaris" non sarà più nell'Orsa Minore, ma la proiezione dell'asse terrestre mirerà ad un'altra stella nella costellazione Camelopardalis. Non ci sarà più" il cielo di una volta".
Carlo A.G. |
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theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 febbraio 2010 : 09:46:40
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| Messaggio originario di CarloAG: Fra 200 anni, la "polaris" non sarà più nell'Orsa Minore, ma la proiezione dell'asse terrestre mirerà ad un'altra stella nella costellazione Camelopardalis. Non ci sarà più" il cielo di una volta".
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E' proprio questo il punto Carlo, un uomo dell'età del ferro non poteva avere una prospettiva così lunga. Noi possiamo parlare di mutamenti climatici perchè sappiamo di paleogeografia, non perchè pensiamo che le cose siano cambiate rispetto ai giorni di nostro nonno. L'orizzonte analitico di un uomo di 8000 anni fa arrivava a coprire l'esistenza in vita di un paio di generazioni, approssimativamente 25-30 anni, non oltre. Assolutamente insufficienti per rendersi conto di cambiamenti climatici e/o ambientali (a meno che non si trattasse di catastrofi). Non sono d'accordo con la tua traduzione dall'inglese, resto convinto che quell'uomo stia parlando di una natura persa, non di una natura usata in modo scorretto.
Ciao, Andrea |
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elleelle
Moderatore Trasversale
Città: roma
Regione: Lazio
33001 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 02 febbraio 2010 : 15:08:47
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Non ho capito bene la tesi di Carlo. Leggendo il primo messaggio mi pareva di capire che l'esempio del "catastrofista" dell'età del ferro era teso a dimostrare che le preoccupazioni sui cambiamenti ambientali ci sono sempre state, ma sono state smentite dalla storia. Nell'ultimo mi sembra che ammetta i cambiamenti, anche pesanti, ma tenda comunque a sdrammatizzare .... Nell'altra discussione, che si è "inaridita", sul rischio di catastrofe naturale, si era parlato anche dei cicli passati di glaciazioni, desertificazioni ecc...; il punto è che oggi la nostra popolazione è molto più presente sulla terra, come numero di individui e come potenziale di influenza sull'ambiente. D'altra parte la nostra società, come è organizzata oggi, non si può permettere un innalzamento o un abbassamento del livello dei mari di decine di metri e cose del genere. Quello che migliaia di anni fa era un mutamento fisiologico a cui ci si è adattati, magari spostando le palafitte più a monte o più a valle, oggi sarebbe una catastrofe. luigi
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CarloAG
Moderatore
Città: Napoli
Prov.: Napoli
Regione: Campania
1664 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 02 febbraio 2010 : 17:39:43
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Avevo scritto una lunga risposta.....ma me la sono autocensurata.
Carlo A.G. |
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