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 Pseudotrichia rubiginosa dal Lago di San Liberato (TR)
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hofanec
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Inserito il - 23 maggio 2009 : 22:00:43 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Classe: Gastropoda Famiglia: Hygromiidae Genere: Pseudotrichia Specie:Pseudotrichia rubiginosa
l'avevo messa insieme a Zonitoides algirus: stesse misure, 6-7 mm, stesso colore marrone, stesso aspetto lucido:
non riesco ad identificarla!!


Pseudotrichia rubiginosa (Rossmässler, 1838)
Pseudotrichia rubiginosa dal Lago di San Liberato (TR)
26,72 KB


Immagine:
Pseudotrichia rubiginosa dal Lago di San Liberato (TR)
58,49 KB


Immagine:
Pseudotrichia rubiginosa dal Lago di San Liberato (TR)
57,42 KB

Claudio Fanelli

Modificato da - Subpoto in Data 23 maggio 2009 23:52:44

ang
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Inserito il - 23 maggio 2009 : 23:30:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
algirus non può essere Zonitoides...
comunque direi un Hygromiidae
dov'è il luogo di ritrovamento?

ciao

ang


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Subpoto
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Inserito il - 23 maggio 2009 : 23:43:25 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Molto interessante questa specie,si tratta di Pseudotrichia rubiginosa (Rossmässler, 1838).
In Italia Centrale conosco solo la segnalazione di Giusti per la valle del Velino.
La specie è molto igrofila e condivide l'habitat proprio con Zonitoides nitidus (credo che Z.algirus sia un lapsus calami).
Il lago in questione dovrebbe essere presso Narni (TR).



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Sandro
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hofanec
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Inserito il - 23 maggio 2009 : 23:45:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
scusa intendevo Zonitoides nitidus.
Rinvenuto in posature nel lago di San Liberato (Orte)

Claudio Fanelli
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hofanec
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Inserito il - 23 maggio 2009 : 23:54:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sandro, stiamo esaminando il materiale di San Liberato e dovrebbero essercene altri. Se ti occorrono te li faccio avere.

Claudio Fanelli
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Inserito il - 24 maggio 2009 : 00:04:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Questa specie mancava ancora dalla check-list illustrata,un grazie a Claudio che ha contribuito a farci fare un ulteriore passettino in avanti.
Questa specie ha un'ampia distribuzione nordeuropea dal sud dell'Inghilterra fino alla Siberia ed al Kazakistan,è abbastanza frequente lungo l'arco alpino ma per l'Italia centrale le segnalazioni sono sporadiche.
Si dovrà stabilire se è molto rara o frequenta un habitat molto poco invitanti per i malacologi.Sicuramente nelle nostre regioni costituisce un residuo glaciale.
Questa specie si può facilmente confondere con Trochulus plebeius che fortunatamente non è presente nella zona in esame.



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Sandro
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ang
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Inserito il - 24 maggio 2009 : 22:30:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
complimenti claudio per il ritrovamento, francamente non ci avrei mai pensato
per sandro, la popolazione dei reatini riportata da giusti è stata accertata anatomicamente?

ciao

ang


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Subpoto
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Inserito il - 25 maggio 2009 : 12:36:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
La specie è riportata ancora nel genere Perforatella nel lavoro di Giusti sui monti Reatini pag.537/8.
Lo schema anatomico è a pag.539



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Sandro
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fern
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Flora e Fauna

Inserito il - 26 maggio 2009 : 21:19:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Trovo molto interessanti queste notizie. Questa specie mi e' praticamente sconosciuta e mi piacerebbe saperne di piu' sulla sua distribuzione in Italia e in particolare se esistono popolazioni al nord, come sarebbe "naturale" (la popolazione del lago di Chiusi potrebbe giustificare da sola il "N, S" della Checklist!).
Ho notato che il Kerney & Cameron attribuisce la specie ad A.Schmidt 1853 e non a Rossmassler 1838, cosi' ho confrontato le descrizioni. Alla fig. 428,429 dell'Iconographie Rossmaessler descrive Helix sericea (v. indirizzi utili): vi sono due varieta' che differiscono solo perche' una ha dimensioni maggiori e l'ombelico un po' piu' largo: non si dovrebbe neppure parlare di varieta'. La minore sarebbe la vera sericea di Draparnaud, ma "Ziegler chiama la forma piu' piccola H.rubiginosa". Tutto qui! Non si puo' nemmeno usare la descrizione della "sericea" (che dovrebbe essere la nostra rubiginosa) perche' l'autore evidentemente le confonde quando parla di labbro. A volte ho l'impressione che per avere la paternita' di una specie basti averne scritto il nome in un testo a stampa.
Ben altra e' la consapevolezza di A.Schmidt, come si puo' apprezzare nella sua descrizione del 1853: questo si' mi sembra un riferimento! Ciao,

fern
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Subpoto
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Inserito il - 27 maggio 2009 : 15:18:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Purtroppo non so se la descrizione del Rossmässler sia sufficiente a definire una specie,anche perché il tedesco non lo capisco proprio,in ogni modo è accettata da Faunaeuropea,Animalbase e da quassi la totalità degli autori contemporanei,per cambiare questo status bisognerebbe ricorrere alla commissione dell' ICZN.
La sistematica del genere Trochulus è a tutt'oggi ancora molto controversa.
La specie in questione anche se per la conchiglia è molto simile ad un Trochulus(ex Trichia) si differenzia anatomicamente tanto da essere stata inserita in un genere diverso.
Il suo habitat è in luoghi molto umidi,in prossimità di acque tranquille e costanti.Per il sud oltre quella da te citata vi è la segnalazione per il Lago Lungo nelle piana reatina e questa per il Lago di S.Liberato,in un habitat non facile e piacevole,credo che estendendo le ricerche si potrebbe trovare in molte altre località.
Nel nord dovrebbe essere molto più frequente,anche se non ho segnalazioni precise, e possibilmente sempre nel medesimo habitat che condivide con Zonitoides nitidus.



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Sandro
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fern
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Flora e Fauna

Inserito il - 27 maggio 2009 : 19:59:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sulla distribuzione, osservo che il Cossignani la segnala solo per la Toscana. Sara' veramente presente al nord?
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ang
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Inserito il - 27 maggio 2009 : 20:18:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
è una specie che sfugge facilmente all'attenzione, comunque potrebbe trattarsi anche di fauna relitta

ciao

ang


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Inserito il - 28 maggio 2009 : 17:16:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di fern:

Sulla distribuzione, osservo che il Cossignani la segnala solo per la Toscana. Sara' veramente presente al nord?

Veramente interessante questa osservazione di fern,le uniche citazioni della specie riguardano l'Italia centrale dove è stata raccolta e determinata anatomicamente da Giusti.
La specie è stata inserita su indicazione di Giusti e Favilli tra le specie da proteggere,quest'elenco è stato recepito dalla Regione Toscana.
Per il Nord non ho trovato nessuna segnalazione accertata,anche se considerando l'ampia distribuzione della specie dovrebbe essere presente.
Se la specie è assente al nord ci troveremmo di fronte una popolazione isolata da tutte le popolazioni nordeuropee.
Le segnalazioni che oggi abbiamo sono tutte nel Bacino del Tevere,Lago Lungo(RI),Lago di San Liberato(TR),Lago di Chiusi e Lago di Montepulciano(SI),anche se oggi il Fiume Chiana è un affluente dell'Arno fino al 1500 era tributario del Tevere,poi fu deviato e creò diverse zone paludose di cui i due laghi del senese restano come testimonianza.
Questo breve escursus geografico per ipotizzare che le popolazioni fino ad oggi note potrebbero far parte di un'unica antica popolazione del medio bacino del Tevere,più che un residuo glaciale si configurerebbe come una popolazione dovuta ad apporto antropico.
In ogni modo prima di avere delle ipotesi credibili saranno necessari ulteriori ricerche che definiscano l'odierno areale di questa specie.





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Sandro
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fern
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Inserito il - 28 maggio 2009 : 21:11:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mah, l'ecologia di questa specie mi porterebbe ad escludere l'apporto antropico. Forse un'idea ce la puo' dare la distribuzione: usando Faunaeur e altre fonti online, la specie e' presente in Europa nei seguenti paesi:
Gruppo renano: Germania, Belgio, N Francia(*), SE Inghilterra. In Germania lungo il corso del Reno, in Francia presso il confine Belga, in Inghilterra nel bacino del Tamigi, che poteva essere collegato al tempo delle glaciazioni.
Gruppo baltico/fiume Elba: Rep. Ceca, Germania, Polonia, paesi Baltici, Bielorussia.
Corso del Danubio: Austria, Ungheria, Croazia, Bulgaria (questa sarebbe un po' fuori).
Albania
Italia centrale. Corso del Tevere?

(*) Faunaeur non include la Francia, ma un articolo del 2004 segnala la specie lungo il fiume Lys.
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Subpoto
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Inserito il - 29 maggio 2009 : 10:35:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Come siamo diversi nell'interpretare gli stessi dati.
La zona dell'Italia Centrale in cui è stata segnalata la specie è abbastanza puntiforme,ed è segnalata in un unico bacino fluviale.
La composizione faunistica è completamente diversa da quella nord europea che invece è comune a tutte le altre aree segnalate e non si possono ipotizzare comunicazioni antiche tra il bacino del Tevere e l'areale conosciuto di questa specie.
Naturalmente altre segnalazioni potrebbero cambiare completamente lo scenario,bisognerà osservare con più attenzione l'habitat di questa specie sia per confermare la presenza al nord che in altre località peninsulari.



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Sandro
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hofanec
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Inserito il - 30 maggio 2009 : 10:20:03 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Come forse vi ho già detto, le ricerche della Società Romana di Scienze Naturali, alle quali partecipa la nostra associazione di volontariato scientifico "Verde Realtà", si concluderanno a fine 2010 ma si è già deciso di proseguire gli studi anche dopo le pubblicazioni di fine ricerca. Poichè questo è il primo ritrovamento di un certo interesse, potremmo dedicare a questa specie un poco di tempo durante le nelle nostre missioni.
Il ritrovamento in San Liberato potrebbe essere frutto, e indicatore, di presenze in altre zone più a monte. Cercheremo quindi di esaminare meglio tutto il sistema idrico della piana di Rieti: fiume Velino, lago Lungo e di Ripa Sottile, lago di Ventina e altri picoli alvei locali. Proseguiremo poi, dopo la cascata delle Marmore, sul fiume Nera fino a San Liberato.
Speriamo che la fortuna e gli occhi attenti di qualche nostro ricercatore ci offrano risultati utili.

Claudio Fanelli
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Inserito il - 30 maggio 2009 : 11:56:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Nella zona della piana reatina la specie è già stata segnalata sul Lago Lungo(Giusti,1971),sarebbe di maggior interesse trovarla in zone al di fuori del medio bacino del Tevere per capire se si tratti di una specie relitta di periodo glaciale o di una presenza attribuibile a traporto antropico.
Pochissimo sappiamo su come si possa diffondere questa specie,sarebbe interessante studiare se le uova possono essere trasportate per via aviaria oppure la diffusione è limitata al bordo di corsi d'acqua.
Dalle segnalazioni fino ad oggi conosciute sembra che la specie necessiti di un livello dell'acqua costante,infatti tutti i ritrovamenti sono stati effettuati sui boordi di bacini lacustri,eventuali ritrovamenti lungo fiumi o torrenti potrebbero spiegare la possibilità di questa specie di diffondersi all'interno di un bacino fluviale.



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Sandro
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Inserito il - 03 giugno 2009 : 15:31:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Evidentemente ne sappiamo poco. Segnalo che C.Frank in "Plio-pleistozäne und holozäne Mollusken Österreichs" (2006), parlando della distribuzione di questa specie scrive fra l'altro: "isolata nell'Italia centrale"; ma se e' vero che si trova in Albania le popolazioni isolate sono due.
Per quanto riguarda l'ecologia, segnalo questa pagina dove e' descritta come specie di terreni pianeggianti o fondovalle, lungo il corso dei fiumi particolarmente in aree soggette ad allagamento frequente. Anche la Frank ne parla in questi termini, ma non il Kerney. Sembra una specie difficile da osservare e oltretutto e' considerata in pericolo, almeno in Germania. Ciao,

fern
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hofanec
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Inserito il - 03 giugno 2009 : 21:54:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il nostro "raccolto" è stato effettuato in una posatura sul lato ovest del lago di San Liberato. Su una striscia lunga 10 mt sono stati raccolti in maniera casuale kg 1,5 di detrito (per lo più pagliuzze e residui erbosi) ricavandone un migliaio di esemplari di varie specie. Tra questi, per ora, 12 esemplari di Pseudotrichia rubiginosa. Quello fotografato mostra di essere rimasto nel limo per qualche tempo, ma altri esemplari sembrano piuttosto freschi. A monte del punto di raccolta c'è una vasta zona a canneto immerso nell'acqua con scorrimento quasi nullo. La zona è piuttosto impraticabile e fa parte di un parco naturalistico per il quale non abbiamo ancora chiesto i permessi. La posizione del punto di raccolta mi porta a pensare che non possano arrivarci, se non in quantità minima, materiali di trasporto del fiume. Propenderei quindi per una presenza locale. Una eventuale popolazione può invece essere arrivata dal sito del Velino tramite acqua.
Non so se queste informazioni possano essere utili per le nostre elucubrazioni.

Claudio Fanelli

Modificato da - hofanec in data 03 giugno 2009 21:56:14
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Inserito il - 05 giugno 2009 : 16:35:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Le osservazioni di Giusti sull'habitat della specie sono: "La piccola specie in esame,raccolta sulla pagina inferiore delle foglie di alcune delle numerose piante del fitto intreccio di vegetazione igrofila delle rive del Lago Lungo,è specie nuova per la fauna d'Italia".
Per questo sarebbe interessante vedere se oltre agli habitat perilacustri la specie può trovare un habitat idoneo anche lungo i corsi fluviali.
Per quanto riguarda la distribuzione,sempre da Giusti apprendiamo:"Non è da escludere tuttavia che essa,raccolta precedentemente,sia stata segnalata da autori del passato con altro nome.Ricordo,infatti,che essa è presente nella collezione De Betta del Museo di Storia Naturale di Verona sotto il nome di Helix badiella Ziegler = Helix sericea var rubiginosa e nella collezione Paulucci nel Museo di Storia Naturale di Firenze sotto il nome di Helix sericea".
Forse gli esemplari della collezione De Betta hanno una provenienza che giustifica la segnalazione anche per il N di questa specie.



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hofanec
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Inserito il - 05 giugno 2009 : 20:00:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie Sandro per le note che hai segnalato, soprattutto quella di Giusti. Ora so dove andare a cercarla e si ci riesco farò anche delle foto al mollusco vivo.
Una volta capito l'habitat forse possiamo fare dei controlli migliori nel resto del Lazio.
Penso però che ambienti come quelli di ritrovamento non siano così frequenti. Da quello che capisco si tratta di zone di acque calme, semilacustri, però alimentate da acque fresche e pulite, sufficientemente ossigenate. Mi viene di pensare che non ne troverò nel lago di Ventina che è sempre sulla piana di Rieti ma mostra acque piuttosto...non mi viene la parola...poco ossigenate.

Claudio Fanelli
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