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 Comacchio ed il Delta "ferrarese"
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Hemerobius
Moderatore


Città: Alghero
Prov.: Sassari

Regione: Sardegna


4877 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 20 settembre 2009 : 16:35:15 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Devo essere impazzito!
Comincio con questo messaggio quella che si potrebbe rivelare un'avventura disastrosa: per il coinvolgimento emotivo, per il tempo che mi manca, per le difficoltà. Ma avevo in mente da tempo di parlarvi di un territorio che da sperduto è divenuto perduto e che rischia di scomparire del tutto insieme alla memoria di chi lo vide e lo visse.
Procederò senza uno schema, ricordando, senza consultare metodicamente testi e documenti. Spero che non mi farete mancare il vostro contributo, soprattutto nel correggere gli errori che inevitabilmente farò. Se mi accompagnerete si vedrà dove arriveremo.




Inizio ?


Nel 1951 al maestro Vincenzi (di fresca nomina) viene assegnata la sede di Borgo Manara (la solita classe unica "multi anno" dalla prima alla quinta). Allora l'acqua corrente era appena arrivata o stava arrivando (a Comacchio arrivò nel 1953), le strade erano bianche, i trasporti pubblici lì non arrivavano. L'unica soluzione è andare a "pensione" presso la famiglia del bidello. Arrivato in bicicletta all'inizio dell'anno scolastico sperimenta la cucina locale a cena. Passatelli in brodo. Normale?

Il brodo era d'anguilla e le uova di gabbiano!

Vent'anni dopo mio padre acquistò la licenza dell'unico esercizio commerciale di Borgo Manara. Potevamo vendere generi alimentari, tabacchi, stoviglie, ferramenta, ... , petrolio, stoppini cerati da lampade, &c &c.

La licenza fu trasferita nel neonato Lido delle Nazioni, e qualche anno dopo andammo a vivere in quella che è ancora la casa di mia madre.

La mia famiglia viveva però in zona dall'inizio degli anni '60 (non riusciamo a ricordare se dal 1961 o dal 1962) preveniente da un paesino sulla sponda ferrarese del Po, ai confini col Polesine.

Ho vissuto nel comacchiese poco più di trent'anni e da poco meno di venti mi sono trasferito in Sardegna. Tra un po' potrò dire che mi ricordo il Delta di cinquant'anni fa!

Comacchio ed il Delta


Ciao Roberto

verum stabile cetera fumus

Stefania
Utente Senior


Città: Rovereto
Prov.: Trento

Regione: Trentino - Alto Adige


2807 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 20 settembre 2009 : 17:49:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Aspetto la prossima puntata.

Stefania
ciao
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Hemerobius
Moderatore


Città: Alghero
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Regione: Sardegna


4877 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 20 settembre 2009 : 19:23:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Stefania, grazie dell'incoraggiamento!




Alle radici (profonde) di 3000 anni fa


Vi dicevo che la mia famiglia (da parte di padre) proviene da un paesino sulla sponda del Po. Si tratta di Cologna (ferrarese). In tutta la mia infanzia più tenera (prima di andare nel comacchiese e spesso dopo) il mondo si è diviso in ad'zà e ad'là da Po (di qua e di là dal Po). Ad'là da Po di fronte a Cologna si trova Crespino un paese ingiustamente ignoto al mondo.

In quella che diventerà la sua piazza infatti precipitò il carro d'Apollo guidato da Fetonte. Alle foci dell'Eridano dicono le cronache. A Crespino dicono i locali. Mio padre una volta mi disse che Fetonte non morì nell'impatto, ed allora Giove fece crescere a vista d'occhio un arbusto spinoso (ordinò: Cresci spino) che piantò una spina nel cuore del povero Fetonte. Lo storico e romanziere Massimo Valerio Manfredi interpreta il mito come la caduta di un'astronave aliena (Le paludi di Hesperia) mentre le sorelle di Fetonte, incuranti dell'ardita ipotesi che verrà avanzata circa 3000 anni dopo, piangenti, vennero trasformate in pioppi bianchi sulle isole che porteranno il loro nome, Elettridi, e che rappresentano i primi territori nati alle foci del Po.

Crespino:
Comacchio ed il Delta


Ciao Roberto

verum stabile cetera fumus
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Hemerobius
Moderatore


Città: Alghero
Prov.: Sassari

Regione: Sardegna


4877 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 20 settembre 2009 : 22:04:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Duemila anni dopo Fetonte


Molti conoscono Guido d'Arezzo, l'inventore delle note musicali. Che il monaco fosse nato ad Arezzo nessuno lo discute, ma il nostro viveva e lavorava all'Abbazia di Pomposa, la splendida.

Comacchio ed il Delta
Guardate l'ombra del campanile!!!


L'Abbazia di Pomposa era intorno all'anno mille una delle istituzioni più potenti dell'Italia settentrionale. Fiorente, salubre, potente.

Nel 1200 l'Abbazia entrò in decadenza, Dante passando di lì si prese la malaria, i monaci l'abbandonarono, rimasero in quattro a redigere suppliche al Papa perché li liberasse dalle zanzare (sic!). Qualche tempo dopo fu completamente abbandonata e fu persino sconsacrata e trasformata in magazzino di granaglie.

Cosa era successo?


Ciao Roberto


verum stabile cetera fumus
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theco
Utente Super




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Inserito il - 20 settembre 2009 : 22:48:25 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mi unisco a Stefania nell'attesa...
Bravo e coraggioso.

Ciao, Andrea
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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

Regione: Abruzzo


17647 Messaggi
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Inserito il - 21 settembre 2009 : 05:59:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di theco:

Mi unisco a Stefania nell'attesa...

E già siamo in tre !

Sarah Gregg - Con altri occhi, Flickr


"Mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo, ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto", (Stephen Jay Gould)
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Roberto Cobianchi
Utente Senior


Città: Bologna
Prov.: Bologna

Regione: Emilia Romagna


4227 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 21 settembre 2009 : 08:15:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ogni tanto frequento questi posti molto particolari
ho messo un memo anche io

Ciao Roberto
Link
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Hemerobius
Moderatore


Città: Alghero
Prov.: Sassari

Regione: Sardegna


4877 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 21 settembre 2009 : 17:53:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie Andrea, Sarah e Roberto. Sto arrivando piano piano al sodo!




Siccardo ovvero il vero inizio


Il carro di Apollo malguidato dall'improvvido Fetonte cadde 3000, forse 4000, anni fa in piazza Fetonte a Crespino (). Da allora il nostro Padus si diede da fare a portare detriti e creare nuovi territori, alle sue foci (antiche) fiorì (e sparì) l'etrusca Spina, nacque Ravenna, capitale d'Impero, e Comacchio, all'epoca regina del Delta, nelle vicinanze sorse Pomposa, e ad una biforcazione di due rami poco più a monte un villaggio di artigiani cominciò a diventare importante, Ferrara, diventando sede dei primi duchi d'Este. Venezia è ancora miserrima, là su al nord, si batte con Comacchio per le vie del commercio del sale e non si dimostra certamente superiore. Lo scenario lascia intravvedere prospettive completamente diverse da quelle che poi si sarebbero realmente avverate.
Ripeto la domanda: cosa è avvenuto?

Per le cronache in una burrascosa notte del 1152, in fase di piena, un tal Siccardo che aveva in odio gli abitanti di Ficarolo provocò una rotta!

Quella notte rappresentò l'inizio del Delta così come lo conosciamo. Il fiume spostò di decine di chilometri a nord il proprio corso, tutto il territorio a nord di Ferrara e del vecchio tracciato compiuto dal Po di Primaro (l'asta principale del tempo che potete vedere qui) rimase alluvionato per decenni. La vecchia foce si impaludò, arrivò la malaria (povero Dante!), Comacchio e divenne un'isola di sopravvissuti, Pomposa decadde, Ravenna non ebbe sorte molto migliore di Comacchio, i duchi d'Este si dissanguarono nel tentativo di risanare i propri territori, ma da questa follia impararono e Ferrara divenne patria dei migliori ingegneri idraulici e poi architetti, Venezia iniziò una marcia trionfale.

Cosa c'è di più selvaggio di un delta di un grande fiume? dove l'uomo sembra più relegato a ruolo di comprimario? Eppure il Delta del Po, come lo conosciamo adesso è stato creato dal gesto sconsiderato di Siccardo*.

Comacchio ed il Delta


Ciao Roberto


*: forse non è vero che sia stata una persona, forse è solo un mito, ma sicuramente la prima rotta (e quelle successive che si susseguirono per un decennio) furono sicuramente conseguenza della presenza dell'uomo.


verum stabile cetera fumus
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Stefania
Utente Senior


Città: Rovereto
Prov.: Trento

Regione: Trentino - Alto Adige


2807 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 21 settembre 2009 : 18:47:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
... Per anni ho raccontato a studenti l'evoluzione del delta "storico". ... Se avessi avuto allora i tuoi "documenti" su Fetonte.... e la tua storia!!

Attendo il seguito!

Stefania
ciao
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Bigeye
Moderatore


Città: viterbo
Prov.: Viterbo

Regione: Lazio


6269 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 21 settembre 2009 : 18:59:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
si si anche l'occhione segue... con passione :)

bravo roberto!


angelo

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Hemerobius
Moderatore


Città: Alghero
Prov.: Sassari

Regione: Sardegna


4877 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 21 settembre 2009 : 20:30:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Cari Stefania ed Angelo grazie, ma spero di non aver creato aspettative superiori alle mie possibilità.




Una prima lettura del territorio: v'ler bén a la bùsa ma star in s'la mòta


Arrestiamo un attimo la nostra analisi storica, che riprenderemo verso 1920, per cominciare a leggere le tracce del territorio.

Ancora una volta mi rifaccio a mio padre che una volta mi riferì di un vecchio proverbio che credo ricordasse quasi solo lui: v'ler bén a la bùsa ma star in s'la mòta (voler bene alla buca ma stare sul dosso). Ci ho riflettuto spesso e mi sono convinto avesse radici veramente antiche e che inconsapevolmente spiegasse molte cose del nostro territorio.

Il lavorio del fiume creò un territorio in cui si alternano, quasi paralleli alla linea di costa, tratti "bassi" allagati a tratti "alti" rappresentati da cordoni dunosi o dai depositi fluviali più grossolani (dossi). I dossi possono essere molto distanziati o piuttosto ravvicinati.

La ricchezza del territorio erano le acque che fornivano i prodotti della caccia e della pesca (v'ler ben alla bùsa), ma gli insediamenti umani si trovavano sui dossi (star in s'la mòta).

Anche oggi dopo le bonifiche questa situazione è ben leggibile. Prendiamo il caso di Mezzogoro. Il Gaurum era un ramo estinto del Po che probabilmente si staccava dal Volano e passando per Codigoro e Mezzogoro arrivava a Goro (tutti paesi esistenti ). Il Gaurum depositò lungo il suo corso i sedimenti più grossolani (non pensate a ghiaia, ma a sabbie più o meno fini) su cui si stabilirono i primi insediamenti con lotti perpendicolari all'asse del dosso che spiccano tra i regolari appezzamenti subquadrati delle bonifiche.

L'ambiente dei dossi era forse naturalisticamente più importante e peculiare di quello delle "bassure", ed è ora scomparso ... salvo piccoli frammenti di cui parlerò poi.

Comacchio ed il Delta


Ciao Roberto

verum stabile cetera fumus
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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

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Inserito il - 22 settembre 2009 : 05:50:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Gustoso questo racconto . Oltre che eloquente, trovo anche molto bello l'ultimo frammento di Google Earth. Mi porta a dei discorsi filosofici, che trattengo per non interrompere il flusso . E poi? E poi?

Sarah Gregg - Con altri occhi, Flickr


"Mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo, ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto", (Stephen Jay Gould)
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vespa90ss
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Inserito il - 22 settembre 2009 : 06:37:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di lynkos:
molto bello l'ultimo frammento di Google Earth. Mi porta a dei discorsi filosofici


beh...credo che sia successo a diverse persone fare la stessa riflessione...
Ti sto seguendo con attenzione, Roberto...
continua Beppe

Bottled beetles - salviamo le spiagge, i litorali, le dune dai barbari


Arriviamo alla verità, non solo con la ragione, ma anche con il cuore.
Blaise Pascal - Pensées 1670.



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ninocasola43
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Inserito il - 22 settembre 2009 : 08:57:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
solo in questo momento leggo di questa interessante evolozione (o involuzione^) delle terre del delta e di Comacchio
sono anch'io in attesa della continuazione di Roberto
nin
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theco
Utente Super




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Inserito il - 22 settembre 2009 : 09:23:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Hemerobius:
spero di non aver creato aspettative superiori alle mie possibilità.


Non è questo che mi preoccupa... ma dopo Fetonte, Siccardo e le dolci curve di quel paleoalveo temo per il seguito, qualcosa mi dice che non ci aspetta un lieto fine.

Ciao, Andrea
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Hemerobius
Moderatore


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Flora e Fauna

Inserito il - 23 settembre 2009 : 07:20:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Cari Sarah e Beppe, non so a cosa vi riferivate, ma il concetto d'la mòta e d'la bùsa ha una chiara vicinanza ai concetti orientali dello Yin e dello Yang. Nessun luogo come nel Delta vive nel dinamismo dei contrari, acqua e terra, bagnato ed asciutto, caldo e freddo, dolce e salato (sto parlando di acque), mediterraneo ed atlantico (e qui di biogeografia), &c &c. Invece l’uomo ha irrigidito, bloccato, cementificato (quale termine rende meglio la rigidità?), arginato, raddrizzato, conservato (eh sì, anche conservato in tutti i sensi).
Nino ed Andrea, se non mi perdo ...




Le linee di costa


Prima di abbandonare, per un attimo, le linee curve vi mostro una foto aerea delle Contane (poco più di un agglomerato di case a nord di Mezzogoro). Zona di bonifica recente (ne riparleremo), tutte linee diritte, fuorchè il percorso di una strada. Strada preesistente le bonifiche stesse, che corre sui vecchi banchi fluviali che queste foto dall'alto permettono di vedere. L'uomo attraversava quelle lande prima che fossero modificate dall'uomo.
Le Contane:
Comacchio ed il Delta

Ma il Delta è caratterizzato da altre linee, dalle vecchie dune costiere ormai "fossili" lontane chilometri dal mare. Su di queste si sono sempre insediate le popolazioni umane (star in s'la mòta) dai tempi degli etruschi e dei romani ad oggi. In questa foto orientata col nord a destra vediamo il complesso principale di dune fossili. Esse ospitano file di abitazioni che hanno la pretesa di essere "nuclei urbani" dai dolci nomi di Ponte Maodino, Ponte Langorino, Italba, Caprile, Massanzatica.
Comacchio ed il Delta
Al centro dell'immagine, dalla disposizione delle case, ma anche dallo stesso disegno dei campi, potete intuire le vecchie linee di costa. Per orientarvi tenete presente che il fiume sulla destra è il Po di Goro, quello sulla sinistra il Po di Volano, il paesone in alto a sinistra è Codigoro e l'Abbazia di Pomposa è in basso a sinistra (a circa un terzo dell'altezza della foto).

Ciao Roberto


verum stabile cetera fumus
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Stefania
Utente Senior


Città: Rovereto
Prov.: Trento

Regione: Trentino - Alto Adige


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Flora e Fauna

Inserito il - 23 settembre 2009 : 13:21:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Hai nominato Massenzatica! Bellissima l'oasi delle Dune fossili!!!
é uno spettacolo, andatele a visitare!

Stefania
ciao
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gomphus
Moderatore


Città: Milano
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


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Inserito il - 23 settembre 2009 : 14:20:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
fantastico ... non vedo l'ora di leggere il resto

maurizio

quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto,
l'ultimo fiume avvelenato, l'ultimo pesce pescato,
allora ci accorgeremo che i soldi non si possono mangiare

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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

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Inserito il - 23 settembre 2009 : 18:07:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Vai, vai, che ti seguo .

Sarah Gregg - Con altri occhi, Flickr


"Mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo, ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto", (Stephen Jay Gould)
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Albisn
Utente Senior


Città: Seregno
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


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Flora e Fauna

Inserito il - 23 settembre 2009 : 19:12:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Leggo anch'io con grande interesse.

Altre volte ho cercato di capire le evoluzioni del territorio di Ravenna, che è poco più a sud, avvalendomi di libri, mappe, mostre... ma ci ho rinunciato: è una storia complicatissima.

Ma tu sei nato lì e la storia la capisci bene perchè ce l'hai nel sangue. Io sono solo un turista.

Attendo il seguito.

Saluti
Alberto

Modificato da - Albisn in data 23 settembre 2009 19:18:00
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Hemerobius
Moderatore


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Prov.: Sassari

Regione: Sardegna


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Flora e Fauna

Inserito il - 23 settembre 2009 : 21:58:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Adesso ho davanti diverse strade che mi devono però portare ad una descrizione generale del territorio ed alle valli, le vere regine del Delta. Ed anche alle differenze tra "ferrarese" e "ravennate" (ci sarà da divertirsi ). Ma non posso perdere l'occasione che mi offre Stefania.
Non seguite il suo consiglio, non andate alle dune fossili di Massanzatica, fate un sacrificio. Rinunciate a sentire i profumi della macchia mediterranea in una limpida mattina di fine maggio, o a sentirvi fuori dal mondo se arrivate con le prime nebbie di novembre. Pensate che le dune fossili siano come un orso o un nido di gabbiano roseo, lasciate che a vederle siano solo pochi specialisti che conoscono il posto. D'altra parte pensate che può venirvi la sindroma di Stendhal per il senso di estranietà nell'arrivare in un posto così dopo chilometri di piatta, monotona pianura intensamente coltivata. ()




Di Giacomone e del Diavolo


Si narra che nella zona delle dune, prima che i grandi trattori moderni spianassero quasi tutto, ci fosse nascosto un tesoro preziosissimo. Un tal Giacomone una volta lo trovò, ma essendo contenuto in una cassa pesantissima, lo occultò, tornò a casa come se nulla fosse ed uscì di notte solo col suo fido bove capotiro*. Arrivato sul posto legò una robusta fune al basto del bue e la fissò alla cassa. Il bue cominciò a tirare e la cassa si smosse appena appena. La possente bestia stava facendo ogni sforzo per accontentare il suo padrone ma la situazione era in stallo. Il bue tirava ma la cassa non si muoveva. Tira che ti tira dopo qualche tempo il bue cominciò a cedere ed intorno alla cassa, nella sabbia, si creò come un imbuto che stava inghiottendo il tesoro. La cassa stava lentamente scomparendo completamente, ed anche la corda cominciò a sparire. Giacomome era disperato, pensava alle fatiche quotidiane che lui e la sua famiglia dovevano affrontare e non voleva abbandonare il tesoro. Piangeva, implorava il bue di fare ogni sforzo, si aggrappava alla corda per tirare lui stesso. Poi dal suolo salì uno sbuffo di fumo, un odore di zolfo, e Giacomone capì. Stava facendo un tiro alla fune col Diavolo stesso. Se voleva il tesoro doveva andare all'inferno. Estrasse dalla tasca il coltello**, tagliò la corda e si salvò (dal Diavolo e ... dalla ricchezza).

La zona delle dune fossili (Massanzatica, Monticelli) è zona di magie. Sarà per gli insediamenti antichissimi, sin dall'epoca romana, sarà per come era l'ambiente con queste "alture" di sabbia tra acque stagnanti. E quella che ho raccontato non è la sola. Nelle notti di nebbia, nelle quali ognuno è solo con se stesso immerso in un'atmosfera senza profondità, si sente spesso il rintoccare sordo (al tumult mut) della campana della vecchia chiesa che suonava durante la rotta di Ficarolo***, continuò a suonare sino a che le acque non la sommersero e continua a suonare oggi a memoria della impietosità delle forze della natura. Vediamo però ora l'ultimo brandello di duna sopravvissuto (Nord a destra).
Comacchio ed il Delta
Si tratta di un ambiente che meriterebbe studi, soprattutto entomologici, accurati prima che scompaia del tutto.

Ma la cosa più incredibile delle dune fossili è la presenza di stagni retrodunali fossili, chiamati gorghi. Se ne sono salvati pochissimi (praticamente solo due dei più antichi) dei quali uno, il Gorgo dello Stradone (quello più a sud, sinistra nella foto) ha avuto il destino di vedersi costruire vicino una discarica intercomunale ora non più in funzione (nell'angolo in alto a sinistra della foto). Nel Gorgo di Mezzo invece è sorta una zona di addestramento cani. In questo avevo fatto a tempo a compiere brevi ricerche. Vi era la presenza di specie settentrionali rare a sud del Po come la Hydrometra gracilenta ed il Sympetrum pedemontanum, piante rare con l'Utricularia, specie nuove come una cicalina delle sabbia (Psammotettix) mai descritta dallo specialista. Chissà cosa è rimasto oggi?
Comacchio ed il Delta
Inutile dire che anche sui gorghi (nomen omen) le leggende fiorivano.


Ciao Roberto


* = il tiro di buoi era composto sino a 12 animali il cui numero variava con le caratteristiche del terreno (di più nei terreni più pesanti). Se non ricordo male il capotiro, la bestia più forte e fidata, era una delle due vicine all'aratro. L'azienda agraria era un sistema dinamico in equilibrio, la sua superficie era in funzione della forza lavoro animale, tanto che la superficie agraria ferrarese è la "tornatura" (non ricordo a quanto corrisponde in mq) cioé il terreno che un tiro di buoi lavorava in una giornata.

** = i contadini avevano sempre con se un coltello a serramanico, nel suo Mulino del Po Bacchelli ricorda un antico proverbio della zona la cui traduzione suona così: nessuno è così poveretto che non gli avanzi una spanna di coltello!

*** = tradizionalmente una grande rotta del Po, che fosse quella di Ficarolo è farina del mio sacco!


verum stabile cetera fumus
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