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 LE TRACCE DEGLI ANIMALI
 Chiave dicotomica per i crani dei mustelidi
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Hystrixcristata
Utente Senior

Città: Viterbo
Prov.: Viterbo

Regione: Lazio


4026 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 09 settembre 2007 : 14:46:57 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Sperando di fare cosa gradita agli altri appassionati, riporto qui allegata una chiave dicotomica sulla determinazione dei mustelidi attraverso il cranio. E' tratta da: Principi e tecniche di gestione faunistico venatoria. Eds. Simonetta e Dessi-Fulgheri. Ed. Greentime 1998. Un libro molto ben fatto.

Saluti


Immagine:
Chiave dicotomica per i crani dei mustelidi
91,74 KB

Alessandro

Modificato da - Accipiter gentilis in Data 25 aprile 2009 21:59:37

Barbadoro
Utente Senior

Città: Casalecchio di Reno
Prov.: Bologna

Regione: Emilia Romagna


2494 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 10 settembre 2007 : 17:44:36 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ottimo!
grazie ancora
Franco
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Luciano54
Moderatore


Città: Forlì
Prov.: Forlì-Cesena

Regione: Emilia Romagna


4965 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 18 marzo 2009 : 22:22:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio finalizzato solo a "riportare a galla" questa discussione che contiene una interessantissima tabella discriminativa dei crani dei mustelidi ... postata da Hystrixcristata.
Ciaooo.

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Accipiter gentilis
Moderatore


Città: Olevano Romano
Prov.: Roma

Regione: Lazio


1964 Messaggi
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Inserito il - 05 maggio 2009 : 17:12:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Alessio:

La famiglia dei Mustelidi comprende carnivori di medie e piccole dimensioni, forniti di arti brevi e coda di lunghezza variabile. Il corpo può essere slanciato e con coda lunga oppure tozzo con coda corta. I piedi sono digitigradi, subplantigradi oppure plantigradi, sempre con 5 dita sia negli arti anteriori che in quelli posteriori. La formula dentaria è variabile, con un numero di denti compreso tra 28 e 38, in funzione delle diverse specializzazioni alimentari; è presente un solo molare superiore, i canini sono lunghi ed aguzzi, mentre i ferini sono bene sviluppati. Sono generalmente presenti ghiandole anali che producono sostanze dall’odore sgradevole.
In Italia questa famiglia è rappresentata da tre sottofamiglie, quattro generi e otto specie. Visto che il nostro amico ci ha postato un cranio cerchiamo di definire queste entità in funzione non dei caratteri morfologici ‘esterni’ (colore, lunghezza del corpo ecc.) ma di quelli propri dello scheletro.
La sottofamiglia Mustelinae comprende specie con corona del dente ferino superiore tanto lunga che larga; generalmente si tratta di animali di piccole e medie dimensioni (lunghezza corpo + testa > 55 cm). In Italia questa sottofamiglia è rappresentata da due generi: Martes Pinel, 1792 (2 specie) e Mustela Linnaeus, 1798 (4 specie).
Il genere Martes presenta un cranio con 38 denti: la distinzione tra le due specie italiane, sempre limitandoci alle caratteristiche del cranio, è piuttosto complessa. Mentre Martes martes Linnaeus, 1758 (martora) presenta il terzo premolare superiore con faccia esterna convessa, in Martes foina Erxleben, 1777 questo dente ha faccia esterna concava. Diversa è anche la lunghezza dei due bordi del primo molare superiore: nella martora il bordo interno è maggiore di quello estreno mentre nella faina i due bordi sono invece simili. Diversi anche i protoconi del quarto molare superiore.
‘Esternamente’ la martora ha un pelo bruno fulvo con macchia golare di solito giallo arancio, con margini irregolari e che raramente arrivata all’attaccatura degli arti anteriori; la faina invece ha una colorazione bruno grigiastra ed una macchia golare bianca, allungata, lobata e che normalmente arriva all’attaccatura degli arti anteriori.
Il genere Mustela Linnaeus, 1758 è invece rappresentato in Italia da quattro specie: i denti sono 34.
Per la distinzione delle diverse specie sulla base del solo cranio è in primis importante misurarne la lunghezza e verificare se questa è inferiore o superiore a 55 mm.
Nel primo caso (lunghezza del cranio: 32-53 mm) possiamo avere Mustela erminea Linnaeus, 1758 (ermellino) e M. nivalis, Linnaeus, 1766 (donnola) distinte per le dimensioni del rostro. Un aiuto nella determinazione, se non si può verificare il colore della coda (sempre con estremità nera nell’ermellino, con estremità mai nera – al contrario – nella donnola), ci arriva dall’areali di distribuzione: in Italia infatti la presenza dell’ermellino è legata esclusivamente all’arco alpino.
Due sono pure le specie di Mustela con cranio di lunghezza superiore a 55 mm, per la precisione compreso tra 58 e 78 mm: M. putorius Linnaeus, 1758 (puzzola) e M. vison Schreber, 1777. Quest’ultima, nota con il nome comune di visone, è una specie importata dal Nord America: per l’Italia la diffusione di questa specie, introdotta accidentalmente o volontariamente, è ancora poco nota ma decisamente legata alla distribuzione delgi allevamenti: nonostante vi siano numerosi dati su presenze più o meno puntiformi o su popolaizoni vere e proprie, non esistono al momento notizie riguardanti casi di riproduzione in libertà (alcuni ipotizzano però una acclimatizzazione sui Colli Euganei).
Comunque, M. vison e M. putorius si distinguono – ovviamente con riferimento al solo cranio – per la diversa lunghezza della costrizione postorbitale: 16-18 mm nella puzzola, 10-13 mm nel visone. In natura le due specie possono essere distinte in base alla colorazione del mantello: la puzzola ha infatti una colorazione marrone e presenta una maschera facciale bianca o nera, mentre il visone ha una colorazione marrone scuro uniforme con una piccola macchia bianca sul mento.
A proprosito della puzzola…il furetto, M. putorius furo vel M. furo, è oggi considerata la forma domestica della puzzola: il cranio di questo animale presenta infatti caratteri derivati tipici del processo di domesticazione come la riduzione della dentatura, delle orbite, della scatola cranica e delle bulle timpaniche.
Come abbiamo definito la sottofamiglia Mustelinae in funzione della corna del dente ferino, altrettanto facciamo per le sottofamiglie Lutrinae e Melinae: in questi due gruppi il dente in questione ha una corona tanto lunga quanto larga. Mentre le Lutrinae presentano un cranio appiattito e largo, con 36 denti e molare superiore non molto più grande del ferino, le Melinae hanno un cranio alto e stretto con 38 denti e molare superiore molto più grande del ferino. Poiché ognuna di queste sottofamiglie comprende in Italia solo genere e questo a sua volta è rappresentato da una sola specie ecco che i caratteri appena detti assumono un elevato significato distintivo nella nostra fauna.
La sottofamiglia Melinae è rappresentata in Italia da Meles meles Linnaeus, 1758 (tasso), mentre le Lutrinae sono rappresentate da Lutra lutra Linnaeus, 1758 (lontra).
Appena posso vi invio le tavole dei crani di queste specie, scannerizzata dal trentottesimo volume della serie Fauna d’Italia, dedicato dai Carnivora-Artiodactylia, edito da Calderini: queste note sono appunto tratte da questo bel volume.

Ciao, Alessio



Chiave dicotomica per i crani dei mustelidi
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francesco longo
Utente Super


Città: Partinico
Prov.: Palermo

Regione: Sicilia


6632 Messaggi
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Inserito il - 08 settembre 2011 : 07:21:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie Alessandro questa chiave mi mancava.

Franco
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