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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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ATTENZIONE! Gli Amministratori ed i Moderatori di questa sezione del Forum di Natura Mediterraneo desiderano che l'argomento caccia sia evitato perchè ritengono che Associazioni come il WWF, Legambiente e Lipu, siano molto ben organizzate e coerentemente molto attive su questo argomento. Inutile dire che siamo completamente in linea con gli ideali di queste associazioni.
Per contribuire alle finalità di salvaguardia che il forum si propone chiediamo inoltre a tutti gli utenti di collaborare con noi affinchè si possa contribuire a diffondere un'etica di approccio all'osservazione della fauna che rechi il minor disturbo possibile agli animali.
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Autore |
Discussione  |
argonauta
Utente Super
    

Città: Guidonia
Prov.: Roma
Regione: Lazio
6664 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 05 novembre 2007 : 21:53:24
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| Messaggio originario di giacomo73:
Trascrivo senza glosse, giacché mi sembra rispecchi (con la naturale diplomazia e prudenza che si presume in una comunicazione ufficiale) i miei argomenti:
UN PARCO IN DIFFICOLTÀ HA BISOGNO DI COMPRENSIONE E SOSTEGNO Assistiamo ormai a un continuo stillicidio di articoli critici e supercritici, proteste, lamentele, interventi più o meno demagogici, segnalazioni di inadempienze e quant’altro che vedono, in sostanza, l’Ente Parco “sotto processo”. Dimenticando la storia recente di questa Istituzione. Sia chiaro: molte, se non tutte le questioni sollevate hanno fondamento, meritano attenzione e necessitano di soluzioni adeguate. Ma attenzione: c’è bisogno di buona volontà, di disponibilità, di impegno, di onestà intellettuale, di correttezza da parte di tutti. E’ bene ribadirlo ancora. Come è noto, ho assunto da poco la Presidenza del Parco dopo diversi mesi di impegno in qualità di commissario straordinario durante i quali non ho potuto che svolgere normale amministrazione per la sopravvivenza. Sin dal primo momento però, e quindi in tempi “non sospetti”, ho evidenziato la difficile e grave situazione dell’Ente e del Parco. Ho poi indicato, con Relazioni, anche di carattere programmatico, le questioni più importanti da affrontare per superare la grave crisi in atto che, nonostante un certo lavoro di “recupero” degli ultimi anni, resta veramente difficile e complicata. Da poco si è finalmente insediato il Consiglio Direttivo (diamo atto al Ministro di aver mantenuto le promesse nominandolo nei tempi indicati), che è chiamato a un improbo impegno per cercare di venirne fuori in tempi brevi e nel migliore dei modi. Le premesse ci sono peraltro tutte, data la qualità dei componenti e la volontà da loro espressa di lavorare con impegno e serietà. La stessa Comunità del Parco, pur tra dispute politiche e localistiche tipiche di questi organismi, sta recuperando presenza e funzionalità dopo anni di abbandono. Non sarà, però, affatto facile. Bisogna dirlo a chiare lettere. Bisogna che tutti ne siano consapevoli. Ecco perché l’Ente ha bisogno, in questo momento, di comprensione e sostegno. Ovviamente anche di critica, ma tranquilla e costruttiva. In effetti, né il Presidente, né il Consiglio direttivo dispongono, purtroppo, della bacchetta magica. Occorre dar loro fiducia, tranquillità e tempi necessari. Se si vuole che il Parco torni ad essere “il Parco!” Ora, che la sorveglianza nel Parco sia insufficiente, che i servizi non funzionano come dovrebbero, che spesso la burocrazia prende il sopravvento sulla efficienza è cosa nota e denunciata a più riprese. Che la partecipazione, la democrazia, gli incentivi per le categorie e le attività compatibili, le azioni di sensibilizzazione e di educazione, l’ammodernamento della struttura e della amministrazione (questioni che riguardano tuttavia i parchi nazionali in generale), lo andiamo ripetendo da tempo. Basterebbe richiamare la Relazione programmatica divulgata da chi scrive un anno fa circa, nella quale sono evidenziati chiaramente i limiti del Parco e indicate le iniziative e le priorità fondamentali per ristabilire la funzionalità dell’Ente e promuovere positivamente le attività istituzionali. Eppure, non c’è stata Istituzione, Associazione, Organismo di categoria, Organo di stampa che abbia in qualche modo pubblicamente dato atto, sostenuto o criticato quanto in essa contenuto. Gli Organi dell’Ente sono consapevoli della situazione e intendono lavorare nella direzione giusta, cambiando le cose. E’ una sfida affatto semplice e i risultati per niente scontati. E’ una sfida che un Ente, un Presidente, un Consiglio Direttivo, una Comunità del Parco, un territorio “assediati” non potranno mai vincere. Da soli. Al contrario, un Ente che recuperi tranquillità, sostegno e consenso, che disponga della fiducia delle istituzioni, delle popolazioni e persino di chi fa informazione (ovviamente anche critica!) molto probabilmente potrà farcela. Per il bene della Natura, della collettività e di chi nel Parco vive. Pescasseroli, 2 novembre 2007
IL PRESIDENTE Giuseppe ROSSI
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Condivido, lasciamo lavorare in pace. E' doveroso.
Mario
Volgi gli occhi allo sguardo del tuo cane: puoi affermare che non ha un'anima? (Victor Hugo) |
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antea
Utente Senior
   
Città: Roma
527 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 06 novembre 2007 : 09:41:48
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Condivido anche io. |
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argonauta
Utente Super
    

Città: Guidonia
Prov.: Roma
Regione: Lazio
6664 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 08 novembre 2007 : 08:55:45
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RICEVUTA PER POSTA ELETTRONICA.
Lettera aperta di Aldo Di Benedetto: la strage degli orsi, la strage della... verità
Posted: 07 Nov 2007 06:04 PM CST
La morte violenta dei tre orsi, rinvenuti tra il 30 settembre e il 2 ottobre a confine tra il territorio di Gioia dei Marsi e Pescasseroli, ha scatenato una vasta eco nella pubblica opinione sulla base di una “tempesta mediatica” che ha tenuto banco per circa un mese. Nel frattempo, in attesa dei risultati delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Avezzano, continuano a giungere all’Ente Parco moltissime lettere di solidarietà e di sdegno per quanto accaduto; non mancano però note polemiche che puntano il dito sulle “responsabilità”. Per questo credo sia opportuno dare risposte o quantomeno sottoporre all’attenzione di chi scrive alcune considerazioni a freddo. In premessa riporto testualmente quanto esposto al sottoscritto da due dirigenti veterinari del Dipartimento di Prevenzione della ASL di Isernia “Egregio direttore, questa lettera era stata pensata prima delle tristi vicende che purtroppo hanno portato ultimamente il Vs Ente all’attenzione del grande pubblico. La morte violenta di Orsi e Lupi, animali simbolo del Parco, non solo non ne modifica i contenuti, ma ne amplifica la pressante attualità…Traspare, attraverso l’operato del Personale di Vigilanza il mutato atteggiamento nei confronti delle popolazioni locali, sempre più teso alla mitigazione delle incomprensioni e delle conflittualità. Ne è la riprova il significativo aumento della popolarità del Parco, apprezzabile tra le categorie più direttamente interessate: autorità, istituzioni, allevatori, escursionisti, cacciatori, cercatori, che certamente non sfugge a chi come noi intrattiene con essi a vario titolo rapporti di quotidianità. La costante diminuzione del bracconaggio, nonostante il forte incremento numerico delle specie sensibili e la comprensione del valore biologico e sociale delle specie oggetto di particolare tutela, per la conservazione delle quali il Vs Ente investe risorse economiche, umane e strumentali, rappresenta a nostro avviso un traguardo insperabile fino a pochi anni orsono, che certamente non può essere frutto di casualità, bensì il risultato di una precisa strategia gestionale”. In proposito cito anche la lettera del Presidente dell’A.T.C. N.1 di Frosinone che invita i cacciatori a rispettare la preziosa fauna protetta, evidenziando, per la prima volta, la grande importanza che riveste la presenza dell’Orso nella zona di protezione esterna del Parco. Per quanto riguarda, invece, le note polemiche evidenziamo la lettera dell’associazione “L’Artiglio”, Unione delle Regioni per il Territorio, che accusa il sottoscritto di aver alimentato una pubblicistica per “far ricadere sulle popolazioni locali la colpa degli efferati eventi”. “L’Artiglio”, quindi, invoca “un’attenta riconsiderazione da parte delle istituzioni circa il ruolo di presenza attiva delle popolazioni locali” avvalendosi “delle significative e secolari capacità di autogoverno del territorio”. In verità nelle decine di interviste che mi sono state proposte, nei momenti più drammatici della vicenda, non ho mai fatto riferimento a eventuali colpe delle popolazioni locali e nemmeno a responsabilità di categorie come quella degli allevatori. In questi casi – è ciò è noto a tutti – le responsabilità sono personali per cui la giustizia persegue i singoli criminali, sui quali le categorie interessate farebbero bene a prendere le dovute distanze. Mi domando: di fronte a un così efferato attentato alla preziosa a rara fauna selvatica del Parco, a cosa servono rivendicazioni o polemiche che appartengono ad un’epoca passata e superata - e la lettera dei veterinari della ASL isernina lo precisa chiaramente – in cui l’Ente Parco rifiutava il dialogo e la partecipazione delle popolazioni locali? Oggi, il parco è nella compiutezza delle sue funzioni con un Presidente e un Consiglio Direttivo con pieni poteri, una Comunità del Parco attenta e partecipe alla vita dell’Ente, tuttavia è necessario comprendere che nel territorio protetto sono in atto processi economici e sociali inediti, in alcuni casi insidiosi, i cui fautori hanno individuato nel parco una “terra di conquista” per coltivare malcelati interessi, facendosi strada attraverso una violenza gratuita nei confronti della fauna più pregiata. Le dinamiche socio-economiche che penetrano nelle aree protette sono un po’ lo specchio di quello che avviene nella società odierna, dove trionfa il l’affarismo, il pressappochismo, la prepotenza, la violenza e l’abuso sulle persone, la brutalità nei confronti degli animali; una società colpita da “un male oscuro” che produce efferatezze, sia per la conquista di un tozzo di pane che per avere un posto al sole nel “gioco delle borse”. Oggi, diversamente dagli anni 60 – quando l’ostacolo alla speculazione edilizia e al facile investimento era l’Istituzione Parco – siamo di fronte a fatti nuovi in cui le aree protette sono territori da conquistare per mettere a frutto singolari interessi speculativi. Siamo, quindi, di fronte non ad un assalto al parco in quanto Istituzione, bensì l’aggressione vuole colpire quel “modello di parco”, in cui trovano ancora spazio animali selvatici che vengono tacitamente e crudelmente eliminati perché di ostacolo alla coltivazione di spericolate ed occulte rendite. In conclusione ritengo che sia del tutto inutile attardarsi in considerazioni anacronistiche e fuori luogo, bisogna invece rimboccarsi le maniche ed attivare la massima attenzione su penetrazioni malavitose e senza scrupoli o con intenti volgarmente speculativi. Per questo le regioni, i comuni, le popolazioni locali, tutte le forze dell’ordine, le associazioni e organizzazioni territoriali hanno un ruolo determinante per eludere ed emarginare degenerazioni patologiche dello sviluppo economico dell’area protetta. Noi continueremo a fare la nostra parte, con maggiore determinazione, sia nel campo della tutela che della sorveglianza, che della promozione socio-economica, incentivando solo coloro che vogliono impegnarsi in attività eco-compatibili virtuose e genuine.
Aldo Di Benedetto, direttore del PNALM
Mario
Volgi gli occhi allo sguardo del tuo cane: puoi affermare che non ha un'anima? (Victor Hugo) |
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argonauta
Utente Super
    

Città: Guidonia
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Regione: Lazio
6664 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 27 novembre 2007 : 10:12:30
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Ricevuta per posta elettronica
Anche Bernardo ha il suo avvocato
Posted: 26 Nov 2007 11:05 AM CST
Parla per la prima volta l'avvocato "dell'orso", Eraldo Stefani, attraverso il quale il Wwf si è costituito "persona offesa" e quindi già presente nella fase procedimentale davanti al pubblico ministero. In sostanza il Wwf può così entrare in azione con una difesa investigativa quando ancora l'indagine si trova in Procura. «Un sistema per allontanare lo spettro dell'errore giudiziario e che consente - tiene a puntualizzare subito l'avvocato Stefani - di essere ancora più in linea con la Procura». E sul fronte indagini sembrano non esserci novità dopo la notizia delle perquisizioni effettuate negli ultimi due giorni. Secondo alcune voci ci sarebbero degli indagati ma la notizia non ha trovato oggi fondamento. Il Tg5 ha confermato che la persona iscritta nel registro degli indagati sarebbe solo una, ma la Procura di Sulmona e Avezzano non smentiscono e non confermano. Intanto il Wwf vuole fare la sua parte. «La finalità della difesa investigativa è la stessa della Procura, trovare la verità», afferma Stefani sottolineando che «entrare nella fase procedimentale con la nomina di difensore della persona offesa significa puntare allo stesso obiettivo, quello di accertare i fatti e laddove possiamo dare un contributo lo consegniamo nelle mani dell'Autorità». «Nella difesa della persona offesa - spiega ancora Stefani, classe '49, nato a Pratovecchio, in provincia di Arezzo, e che esercita la sua attività a Firenze - si può meglio operare e si può contribuire il più possibile all'accertamento della verità senza nulla togliere all'operato delle forze di polizia e alla stessa Procura della Repubblica che, nel caso degli orsi, sta operando in modo egregio». «Il nostro - aggiunge Stefani – è un percorso che non tocca assolutamente il percorso principale». L'avvocato dell'orso («ma anche di tutti gli altri animali», assicura) non è la prima volta che prende le parti dell'ambiente con la formula della persona offesa. Tante le volte in cui con il Wwf si è costituito parte civile nei processi, ma solo due i casi in cui ha scelto la difesa investigativa: l'inceneritore di Ferrara e l'orso Bernardo e compagni. Il difensore della persona offesa opera insieme a un pool di esperti, tra cui il criminologo e l'investigatore, riferisce ancora Stefani che dice di non conoscere le investigazioni della Procura e di avere «conoscenze giornalistiche su alcuni elementi emersi in questi giorni». E proprio in merito alle indagini relative all'uccisione il mese scorso, di tre orsi e due lupi, si ricordano le numerose perquisizioni compiute negli ultimi due giorni nell'area del territorio del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. L' attività investigativa, coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Avezzano Guido Cocco, ha consentito di reperire materiale ritenuto «molto interessante» per le indagini. Nei giorni scorsi gli investigatori avevano ascoltato diverse persone, alcune delle quali ritenute a conoscenza di particolari utili per identificare chi ha ucciso gli animali.
Mario
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