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Inserito il - 25 luglio 2007 : 17:56:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Geomorfolgia delle dune costiere


L’agente modellante delle dune costiere è naturalmente il vento, grazie alla sua capacità di sollevare e ri-depositare il sedimento litoraneo, prevalentemente quello di granulometria sabbiosa.

La nascita di una duna è legata alla presenza di un ostacolo che, rallentando localmente l’energia del vento, lo costringe a depositare i granelli di sabbia che portava in sospensione. E’ un’esperienza comune quella di abbandonare un oggetto sulla spiaggia e ritrovarlo poi, in presenza di vento, semi-sommerso dalla sabbia.

Il meccanismo di interazione tra vento e duna, nell’alto Adriatico, produce tre conseguenze principali:
1. la forma della duna;
2. la mobilità della duna;
3. l’orientamento della duna.

La forma della duna
In sezione il lato sopravento della duna (normalmente verso mare) ha un pendio dolce, in quanto il vento vi sospinge i granelli di sabbia, che rotolano in salita, viceversa il lato sottovento della duna (normalmente verso terra) ha un profilo ripido in quanto i granelli di sabbia, non più sorretti dal vento, vi precipitano per forza di gravità, una volta superato l’apice della duna.
Le due foto seguenti mostrano il dolce pendio sopravento e il ripido pendio sottovento di una duna.

Il pendio dolce sopravento, verso mare
Flora delle dune

a voi riconoscere quella pianta, sulla base delle spiegazioni di Marghe


Il pendio ripido sottovento, verso terra
Flora delle dune

con riferimento alla scheda di Marghe si può vedere inoltre la depressione retrodunale (secca nel periodo della foto) e la zona ad arbusti, qui sostituiti da impianti artificiali di pino marittimo.




La mobilità della duna
Il continuo spostamento dei granelli di sabbia nella direzione del vento dominante (nell’alto Adriatico italiano è da est vero ovest) porta la duna a migrare nella direzione del vento.
L’azione fissatrice della vegetazione in realtà blocca molto in fretta la capacità della duna di allontanarsi dal mare, ma in ambienti privi di vegetazione, come ad esempio nel deserto sabbioso, la mobilità delle dune è priva di ostacoli.
Il disegno seguente mostra il meccanismo attraverso il quale un vento proveniente da sinistra verso destra innesca un arretramento progressivo della duna.

Mobilità della duna
Flora delle dune





L’orientamento della duna
Normalmente le dune non sono mai isolate, ma raggruppate in cordoni di dune. L’orientamento di questi cordoni, nell’alto Adriatico, è sempre parallelo alla linea di costa e perpendicolare alla direzione del vento dominante. Ciò consente di risalire, in caso di dune fossili, all’orientamento dell’antica linea di spiaggia.
Il disegno seguente mostra, con le lettere da A ad F i cordoni di paleodune presenti alle spalle del litorale ravennate, in parte affioranti e in parte sepolti, databili nell’intervallo di alcune migliaia di anni fino ai giorni nostri.

I cordoni di paleodune
Flora delle dune





Le depressioni interdunali
La duna è sempre un rilievo altimetrico (che nell’alto Adriatico può arrivare quasi a 10 mt di altezza) e in quanto tale è alternato a depressioni altimetriche: le depressioni interdunali, poste tra una duna e l’altra e tra un cordone di dune e l’altro.
La subsidenza agisce in modo differenziale su queste depressioni, arrivando a deprimerle sotto il livello freatico o medio marino, ciò crea i presupposti per la formazione di zone umide, effimere o perenni, che possono essere salmastre là dove il sistema di (paleo)dune conserva ancora collegamenti con la dinamica idraulica marina e sono invece dolci quando il regime idraulico è interamente di tipo freatico e il cuneo salino sottostante il primo livello freatico si mantiene in profondità.

Depressioni barenicole con acqua salmastra:
Flora delle dune


Depressioni interdunali con acqua dolce e bosco igrofilo a pioppo e frassino
Flora delle dune





Le paleodune
Come visto possono esserci sistemi dunali posti anche a diversi chilometri di distanza dal mare e ciò è dovuto alle variazioni eustatiche del livello marino.
Nell’alto Adriatico gli ultimi 30.000 anni sono stati caratterizzati da una dinamica di tipo regressivo, con continuo ritirarsi del mare e arretramento verso est della linea di costa.
In una dinamica di questo genere i cordoni di paleodune vengono a trovarsi progressivamente sempre più lontani dal mare.
La normalità delle cose in pianura padana è la scomparsa artificiale dei sistemi di paleodune, ad opera degli sbancamenti effettuati per livellare il terreno agricolo oppure per l’estrazione del materiale sabbioso.
In alcuni casi però questi sistemi si sono conservati, un esempio sono le pinete ravennati, che vegetano su cordoni di paleodune databili al periodo rinascimentale, a circa due chilomteri di distanza dall’attuale linea di costa.
Un altro esempio sono le dune fossili di Massenzatica, in provincia di Ferrara, oggi costituite in riserva naturale, che datano all’età del bronzo
Link
sono alte ben 7 mt sul livello di campagna e distano quasi venti chilometri dal mare.




I fattori di rischio per le dune
L’importanza ambientale delle dune è già stata sottolineata, ma questi sistemi hanno anche un’importante funzione di protezione dell’entroterra dalle ingressioni marine.
Ad esempio nella zona di foce Bevano, pochi km a sud di Ravenna, la quota media del suolo è depressa circa 2 metri sotto il livello medio marino e solo il sistema naturale di dune (alto 3 mt) impedisce al mare di invadere i retrostanti terreni coltivati.
Ciò non di meno le dune sono spesso considerate solo un intralcio alle attività balneari e nelle aree turistiche sono ormai state completamente spianate e là dove si è riusciti a conservarle sono comunque ridotte a parcheggi per auto, camminamenti per bagnanti o discariche.

La fauna delle dune
Flora delle dune

Resto in attesa di una spiegazione convincente su come hanno potuto, i meccanismi della selezione naturale, premiare una specie che, insieme a tante apprezzabili doti, ha sviluppato anche il concetto di stupidità, altrove assente nel mondo animale

A parte le attività umane esistono anche fattori naturali che contribuiscono alla demolizione delle dune, il più importante tra questi è l’erosione marina e/o fluviale, anche se, nella dinamica geomorfologica attuale dei litorali nord adriatici, l’erosione fluvio-marina è quasi sempre l’effetto secondario di scelte di gestione del territorio svolte a monte.

Erosione della duna attiva ad opera del mare
Flora delle dune

Da notare nella sezione la profondità e la capillarità delle radici di Ammophila, di cui Marghe ha già fornita la spiegazione.
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ametista
Moderatore


Prov.: Padova

Regione: Veneto


6209 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 25 luglio 2007 : 23:51:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Integrazione perfetta ed interessantissima, andrea.
Ottime spiegazioni, come sempre!
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simsarzo
Utente nuovo


Città: curtarolo
Prov.: Padova

Regione: Veneto


8 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 04 novembre 2008 : 18:14:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Ametista, mi chiamo simone e volevo anch'io farti i complimenti per questo "topic".
Anch'io mi ho eseguito una ricerca sulle dune e sulla flora costiera in generale.. Era per un esame di Arte dei Giardini e il lavoro era localizzato ad Alberoni (lido di Venezia). Nel Web ho trovato alcuni siti utili e volevo pubblicare un link in particolare (se fosse possibile.. altrimenti l'amm del forum provvederà a toglierlo)
Link
è proprio interessante..almeno per me che nn sapevo niente di dune.
Integrato con altre ricerche per me è indispensabile.
il fascino della duna mi è rimasto anche dopo l'esame..e ogni volta che viaggio giro per le coste a fotografare dune.. da pazzi!
Dalle ravennati alle romane di Ostia, Toscana, Rena Major in Sardegna e La Cinta a S.Teodoro, sempre in Sardegna..una malattia
ciao e a presto
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