Fenicotteri nel Bolognese, nel Modenese e nell'Alto Polesine
Oggi Mario Bonora ha osservato 18 Fenicotteri a Valle Uccello, presso Buda di Medicina (Bologna), mentre un altro centinaio, presenti da ieri, sono stati riosservati da Paolo Ronconi presso Garofolo di Canaro (Rovigo), in sosta sopra un isola nell’alveo del Po. Inoltre, a cavallo tra il 13 e il 15 gennaio ne sono stati osservati 47 nella Bassa Carpigiana e 17 alla Tomina (Modena; fonte: Asoer Link ) Queste osservazioni coincidono con le ultime due settimane di caccia nel nostro paese, allorchè vari gestori di aziende faunistiche tentano di incrementare il carniere fornendo grandi quantità di mangimi alle anatre selvatiche. Se le letture degli anelli dei Fenicotteri lo confermeranno, si tratterebbe con ogni probabilità di individui soliti nutrirsi appunto di mangimi originariamente pensati per attirare le anatre nelle valli del Delta del Po. Sembra che la composizione di questi mangimi (potentemente efficaci: vedi ad esempio il mio intervento su “Le Terre del Sale” di Lino Bottaro, ripreso recentemente dal Gazzettino e da me riportato ieri anche su BW-Italia) sia ‘top-secret’ al punto tale che “A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”, (sophisma auctoritatis). Avete presente le crocchette e le scatolette per cani e gatti, che contengono additivi (edulcoranti ed esaltatori di sapore) per rendere il cibo più appetibile. Questa aggiunta di eccipienti ed esaltatori di sapore costa pochissimo al ciclo di produzione ma rende tantissimo in termini di fidelizzazione al prodotto dell’animale domestico, in quanto questo “qualcosa” crea una specie di dipendenza in modo che il gatto o il cane poi rifiuti altri cibi. Ora è certo che oltre un terzo della popolazione italiana di Fenicottero ha “provato” i mirabolanti mangimi che vengono elargiti senza parsimonia nel Delta del Po nel corso della stagione venatoria. E come i gatti che riescono a “trovare” i mangimi appetizzanti anche se li mescolate con altri cibi, sembra plausibile che anche i Fenicotteri si comportino da “drogati”, spingendosi a ricercare gli agognati mangimi facendo visita alle aziende faunistiche dell’interno che proprio all’approssimarsi della chiusura della stagione venatoria aumentano le razioni dei mangimi per fare carniere. Ciao a tutti. P.S. Trovate qualcosa sui cibi per animali qui: Link E se avete stomaco, proseguite leggendo qui: Link Link
"e molto più per i soli boschi i selvatichi ucelli sovra i verdi rami cantando, a chi gli ascolta piacere, che per le piene cittadi, dentro le vezzose et ornate gabbie non piacciono gli ammaestrati"
beh! sfondi una porta aperta, spalancata, divelta ecc. ecc. per formazione professionale sono purtroppo abbastanza informata sulle nefandezze delle aziende alimentari veterinarie e umane...è il motivo per il quale il mio cane non ha mai visto una scatoletta di cibo per cani nè crocchette e varie...e anche mia figlia non ha mai visto un omogeneizzato in vita sua! quando faccio la spesa la maggior parte del tempo la passo nella lettura delle etichette ma il peggio è che non tutto sta scritto perchè non obbligatorio. E in ogni caso magari io posso capire in parte cosa contiene ma mio marito o mia figlia anche se notevolmente istruiti, no. Bisognerebbe avere due o tre lauree a scelta tra chimica, biologia e farmacia per tentare di decifrare! Il meccanismo dell'assuefazione al gusto molto sapido è noto e l'alto contebuto di sale e zuccheri nei cosiddetti snack ( veri attentati alla salute pubblica!)è una pura strategia commerciale non contrastata da nessun ente per la protezione della salute, almeno credo. Quel che non sapevo, e ti ringrazio per l'informazione, è questa distribuzione di cibo "drogato" come esca per i selvatici!! Ti credo che i poveri fenicotteri ci lasciano le piume da queste parti! Oltre al piombo dei pallini da caccia, anche questa alimentazione sballata potrebbe essere la causa delle strane morti osservate in autunno e di cui abbiamo discusso in questo stesso post? Cavoli, andrebbero fatte delle autopsie approfondite: il fegato e i reni di queste bestie potrebbero rivelare cosine interessanti! Che dire? Il cerchio si chiude....ma di questo passo ci finiremo dentro anche noi con tutte le nostre furbizie e avidità predatoria! boh!! buona giornata, in ogni caso. mau
74 Fenicotteri sul Lago di Bilancino in pieno Appennino
Continua la frequentazione di Fenicotteri all'Oasi di Gabbianello sul Lago di Bilancino, Toscana. Dopo l'avvistamento di 56 fenicotteri a novembre e di 40 in dicembre, il 18 gennaio ne sono stati avvistati 74, tra adulti e giovani. L'Oasi è aperta in questo periodo la domenica, con visite guidate dalle 10,30 alle 16,30. I Fenicotteri frequentano l'oasi durante gli spostamenti da/per il Delta del Po ed il Tirreno.
"e molto più per i soli boschi i selvatichi ucelli sovra i verdi rami cantando, a chi gli ascolta piacere, che per le piene cittadi, dentro le vezzose et ornate gabbie non piacciono gli ammaestrati"
Gabriele Busi ha osservato Sabato scorso 27 gennaio alle ore ore 9,00 sul lago di Bilancino, Barberino di Mugello (FI), ancora 29 Fenicotteri di varie età (un adulto con anello azzurro, altri con piccoli anelli gialli. Il Fenicottero con anello Blu IBNB era stato inanellato nelle Saline di Comacchio (Ferrara) il 25 giugno 2003, e si era poi fatto "leggere" in Valle Bertuzzi, ancora nelle Saline di Comacchio e recentemente nelle Valli del Delta Veneto (Rovigo). Vedere più sotto la sua cronistoria di vita. Gli anelli "gialli", che in realtà possono essere sia gialli che bianchi ingialliti, sono stati utilizzati in varie località del Mediterraneo e quindi non si può risalire alla provenienza del singolo animale a meno di non leggere l'intero codice. Chissà di cosa si alimentavano, sul Bilancino... Ciao a tutti Immagine:
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Modificato da - italianbirder in data 03 febbraio 2007 18:34:53
...un altro centinaio, presenti da ieri, sono stati riosservati da Paolo Ronconi presso Garofolo di Canaro (Rovigo), in sosta sopra un isola nell’alveo del Po.
Continua la saga del Fenicottero: uno trovato ferito a Papozze (Ro)
Dal Gazzettino del 28 gennaio scorso
Dopo ben due giorni di tentativi, i vigili provinciali sono riusciti a catturare un fenicottero rosa ferito ad un'ala nei pressi dell'oasi di Panarella a Papozze. L'uccello è stato subito portato dal veterinario Luciano Tarricone del Centro riabilitazione animali selvatici, il quale purtroppo è stato costretto ad amputare l'ala. Soltanto dopo un attento esame della radiografia si potrà dire se è stato vittima di una fucilata o di un incidente. Il fenicottero pertanto non potrà più volare e, quindi, nei prossimi giorni sarà necessario trovare qualcuno che lo "adotti": uno zoo safari oppure un privato, a condizione che trovi altri animali della sua specie, altrimenti esiste il forte rischio che si lasci morire per depressione causata dalla solitudine. In queste ore viene alimentato in maniera assistita e nei prossimi giorni, se riuscirà a superare il trauma, verrà provvisoriamente messo in una voliera in compagnia di altri uccelli. Tutto era iniziato nella mattinata di giovedì, quando Ermanno Tecchiati, meatore dell'Arni (Azienda regionale per la navigazione interna), durante il consueto giro di perlustrazione del fiume aveva avvistato il fenicottero in difficoltà. Da qui la segnalazione alla Polizia provinciale e al Wwf. Da giorni in questo tratto di fiume, e non solo, sono stati avvistati gruppi di fenicotteri che hanno subito attirato l'attenzione di appassionati e curiosi. Si tratta di una specie presente nel Delta del Po dal 1994: nelle valli di Rosolina si contano oltre 10 mila esemplari, nella valli di Comacchio è anche nidificante. L'aumento della popolazione rosa è dovuto al mutamento delle condizioni climatiche e alla contrazione delle aree umide nel Mediterraneo e in Africa. Il parco dell'Emilia Romagna ne ha fatto uno dei sui simboli, mentre in terra polesana non ha avuto sempre una buona accoglienza nelle valli dove si nutre di gamberetti e di artemia salina.
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...ed il 10 febbraio ne ho parlato a Taglio di Po (Ro)
Dal Gazzettino del 17 febbraio 2007:
L'aula del Consiglio comunale era piena e con diverse persone in piedi, per il primo incontro della III edizione del corso di birdwatching "Imparare a riconoscere e distinguere l'avifauna del Parco del Delta del Po".
Ottima è stata quindi la prima lezione dell'ornitologo, Menotti Passarella, di Gorino Ferrarese, il quale, con l'ausilio di una stupenda sequenza di proiezioni, ha raccontato proprio tutto sul fenicottero, cominciando da una terracotta "fenicottero con un piccolo in groppa" presente nel museo di Este in provincia di Padova, risalente al X-XI secolo a.C. «Un tempo era raro vedere da noi un fenicottero - ha detto il relatore; nel 2006 nel Delta del Po, "terra promessa per il fenicottero", ne sono stati contati 11.488 dei quali 6.850 nel delta Veneto (nelle valli di Rosolina, dal 17 al 19 ottobre 2006, ne sono stati contati circa 10 mila)». Passarella ha quindi spiegato come il fenicottero nasce, cresce, si moltiplica (nidi di fango dove depone un solo uovo), si alimenta, si riconosce, si inanella. Al mondo ve ne sono di sei specie: James, Andino, Cileno, Caraibico, Minore (la più numerosa e vive in Africa e Asia) e Rosa (la più diffusa e nidifica nel Delta). Il relatore ha concluso la sua dotta relazione affermando che «se si vuole tutelare il fenicottero e valorizzare il nostro territorio, si devono evitare i disturbi, come ad esempio i fuochi d'artificio».
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Modificato da - italianbirder in data 18 febbraio 2007 22:36:13
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Modificato da - italianbirder in data 18 febbraio 2007 22:33:39
12 luglio 2007, Comacchio: 700 nati, 500 inanellati
Comunicato stampa diramato dal Parco Regionale del Delta
Luglio 2007: sono 700 i pulli di fenicotteri della colonia di Comacchio
Seicento individui catturati, 501 marcati, meno di un centinaio quelli rimasti fuori dal recinto al momento della chiusura della porta, 108 i partecipanti alle azioni di inanellamento dei fenicotteri: questi i numeri dell’ottava edizione della battuta al fenicottero di Comacchio svoltasi nelle scorse settimane nelle omonime Valli. Le operazioni condotte all’Istituto Nazionale di Fauna Selvatica, rientrano in un progetto internazionale che fa capo alla Stazione Biologica della Tour du Valat, in Francia.
Il Fenicottero (Phoenicopterus roseus) è una specie in rapido aumento in Italia e nel Mediterraneo, che viene monitorata sia dal punto di vista numerico (conteggio dei nidi, censimento degli svernanti), sia negli spostamenti dei singoli individui. Ogni anno vengono marcati con anelli colorati leggibili a distanza alcune centinaia di giovani nati nella colonia di Comacchio e in quella di Cagliari, ed analoghe operazioni vengono svolte in Francia, Spagna, Turchia e Algeria.
L'applicazione di anelli metallici numerati alle zampe degli uccelli costituisce la più diffusa tecnica per studiare le migrazioni ed è del tutto innocua per gli animali. Gli anelli colorati in uso sui fenicotteri permettono di distinguere i diversi Paesi di origine: anelli blu con la I di Italia all'inizio della sigla vengono usati dal 2000 a Comacchio, anelli rossi o bianchi, con la M iniziale, provengono dalla Sardegna, arancio dalla Spagna, e così via.
L'unico modo per marcare in gran numero i fenicotteri senza rischiare di traumatizzarli sfrutta la loro abitudine di radunare in "asili" tutti i piccoli che nascono in una colonia, finché non sono in grado di volare. Poco prima che ciò accada, con una 'battuta' è possibile sospingere il gruppo di giovani fenicotteri all'interno di un recinto, come se si trattasse di radunare un gregge di pecore. Alla semplicità del principio, tuttavia, vanno aggiunte una serie di regole cautelative messe a punto nell’arco di molti anni.
L'asilo originario si ricostituisce prontamente fuori dal recinto, con il rilascio degli esemplari marcati e misurati. L'operazione di cattura avviene una sola volta all'anno e dura solo qualche ora.
Dai 66 individui marcati nel 2000 (primo anno in cui la specie ha nidificato a Comacchio) si è giunti nel 2007 a un totale complessivo di 2322 fenicotteri inanellati. Ovviamente il successo di ciascuna battuta (numero di individui catturati) è tanto maggiore quanto più numeroso è l'asilo. La battuta dello scorso 12 luglio, tuttavia, è stata una delle più efficaci finora realizzate a Comacchio. I fenicotteri qui inanellati sono stati finora "letti" in circa 5000 occasioni, dalla Turchia alla Mauritania.
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Camargue: i Fenicotteri non si sono riprodotti quest’anno
In Camargue, Francia, uno sciopero ha provocato l'abbandono dello Stagno di Fangassier, sito di nidificazione da parte di 10.000/12.000 coppie di Fenicotteri, una delle colonie più grandi del mondo. Dopo trent'anni perciò, nessun piccolo fenicottero è nato quest'anno in Francia. Come probabile conseguenza, come segnala Marcello Grussu, in Sardegna le coppie nidificanti di Fenicottero sono aumentate. Alla fine di aprile nella colonia c'era un numero record per la Sardegna di almeno circa 10.000 coppie, aumentate dalle circa 8000 censite solo 15 gg prima. Nel 2006 le coppie sono invece state 7500-8000. Siccome di solito i Fenicotteri sardi visitano poco il Delta, è da presumere un loro aumento anche da noi in quanto i riproduttori francesi ed i loro eredi, che in parte si sono stanziati sull'isola, conoscono bene la strada. Aspettiamo di vederli, grazie agli anelli colorati bianchi messi ai giovani quest'anno in Sardegna e che iniziano per “M”. Ciao a tutti
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Non so se la mia segnalazione è pertinente in questo post che riguarda il delta del Po ma visto che si è allargata l'area di avvistamento vorrei segnalarvi una colonia di circa 150 esemplari che ho contato personalmente nel mese di agosto alla Diaccia Botrona (Padule di Castiglione della Pescaia - GR ) Una valutazione suscettibile di un aumento ancora maggiore in quanto nel mese di luglio ne avevo contati solo una sessantina. Probabilmente erano divisi in due o tre colonie differenziate che di tanto in tanto si riuniscono nella ricerca del cibo. Il padule è molto esteso, quindi non sempre stanno tutti raggruppati insieme. Avevo già pubblicato un post sull'argomento e ve ne ricordo il link:
Qualcuno sa se ancora ci sono quelli alla diga del Bilancino e cos'altro si può avvistare? Inoltre, ci sono davvero dei capanni d'avvistamento? Grazie ciao, Beppe
A volte Madre Natura decide di lanciare una palla ad effetto. (Charles Bronson)
Grazie Roberto, di averci regalato ancora questa splendida immagine..
un domanda per esperti:
ricordo che nel 1976, di avere visto per la volta i Fenicotteri nella Goulette di Tunisi.., migliaia e migliaia di questi uccelli..formavano un immenso lago rosa...
ma non ricordo che se ne parlasse in Italia di avvistamenti... sono migrazioni comparse negli ultimi decenni o ci sono sempre state?
simo
Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan
Scusa se vado a memoria con il rischio di sbagliare, magari poi Italiabirder o altri integreranno quanto dico ora. Non ricordo esattamente l'anno in cui i primi hanno cominciato a nidificare in Sardegna. Poi un episodio di nidificazione è avvenuta in Toscana nel 1994 (se non erro) e nel 2000 è avvenuta la prima nidificazione nelle Saline di Comacchio (FE) ed ora questa è una grande colonia, ulteriormente incrementata dal fatto che in Camargue c'è stato qualche problema di tipo sindacale, che quest'anno per la prima volta ne ha impedito la nidificazione.
Fabribor. Gli uccellini nel vento non si fanno mai male, hanno ali più grandi di me... [F.De Gregori]
Ci risiamo. Ricordate la moria di Fenicotteri che si ebbe nel Delta del Po esattamente un anno fa ? Ecco cosa scriveva due giorni fa il Gazzettino di Rovigo
Dal Gazzettino dell'8 novembre 2007 (autore Franco Pavan) L'ombra del saturnismo sui fenicotteri morti Parecchi esemplari dei rosei migratori sono stati ritrovati cadaveri o morenti tra domenica e ieri all’interno di valle Pozzatini
Almeno sei fenicotteri morti e parecchi altri morenti a valle Pozzatini. Le prime segnalazioni sono arrivate domenica, le ultime nel tardo pomeriggio di ieri. Già nel 2006 si erano registrati episodi analoghi. Ipotesi sulle cause della moria dei rosei migratori sono per ora premature. Oggi la vigilanza provinciale raccoglierà le carcasse e le consegnerà all'istituto zooprofilattico di Legnaro per le indagini di rito. Abbastanza remota sembra essere un eventuale contagio da aviaria. La colonia di valle Pozzatini è sostanzialmente stanziale con un numero di esemplari in progressiva espansione. Si parla quest'anno di almeno 10mila fenicotteri , cifra abbondantemente superata nel 2006. «Il nostro sospetto - ha rivelato Eddi Boschetti, naturalista che collabora con il Wwf - è che si tratti di avvelenamento da piombo». Il cosiddetto "saturnismo", con cui si definiscono le sindromi riconducibili all'ingestione di pallini di cartucce da caccia, era già stato tirato in ballo in passato e la recente istituzione delle Zone a protezione speciale dove è vietato l'impiego di cartucce con pallini di piombo se non sono rivestiti da una "camicia" di nichel, va proprio nella direzione di scongiurare l'avvelenamemto della catena alimentare di questa fauna. «I fenicotteri che di giorno si rifugiano a valle Pozzatini - spiega Boschetti - sono sicuramente andati ad alimentarsi di notte nelle altre valli da caccia. Sono animali filtratori e con apposite lamelle che hanno nel becco filtrano i microcrostacei che trovano sul fondo e in sospensione. Ogni congettura sulle cause della morte dovrà però essere confermata dalle analisi dello Zooprofilattico. Ecco perché sarebbe opportuno raccogliere soprattutto i volatili morenti. Resta il fatto che, in caso di saturnismo, vorrebbe dire che l'ambiente delle valli è compromesso. Senza contare che l'effetto su animali di questo tipo si vede, ma l'inquinamento per pesci e crostacei resta oscuro. È un fatto molto grave che il fenicottero, un migratore già inserito nella misura 1 della direttiva "Uccelli", finisca avvelenato proprio in una Zps».
Questa moria è senz'altro da mettere in relazione col fatto che nelle valli del Delta del Po ci sono notevoli spargimenti di mangime per attirare le anatre. I mangimi vengono concentrati attorno ai punti di sparo. I Fenicotterei arrivano a migliaia da tutto il Mediterraneo attirati in questo "ristorante Delta mortale". Credo anche che i mangimi siano dotati di "appetizer", sostanze che danno assuefazione (come per noi umani, che ne so, il tabacco o lo zucchero. Questo verrebbe corroborato da quanto ha disposto la provincia di Rovigo e riportato il 6 novembre sempre da Franco Pavan sul Gazzettino, a proposito delle Aziende Faunistico-Venatorie, le uniche aree di alimentazione nel Delta del Po veneto: "L'ultimo Piano (approvato dalla Provincia) porta la data del gennaio di quest'anno. (...) Altra critica frequente era il largo impiego di mangimi, la cosiddetta alimentazione di soccorso, per far sostare i migratori tra botti e palchetti. Il disciplinare impone che "la pastura" debba essere naturale. Il che fa pensare che fino ad oggi potesse essere additivata per non far volar via le anatre. E poi il mangime deve essere distribuito su tutta l'area dell'azienda e non solo, come si faceva evidentemente prima, intorno agli appostamenti".
Mi fa notare Augusto Atturo, che questa vergogna della pasturazione per attirare gli anatidi presso le "botti" (nelle lagune venete eufemisticamente chiamata "alimentazione di soccorso") negli USA è considerata una delle più gravi violazioni federali alla normativa di tutela dei migratori.
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