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FOX
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Città: BAGNO A RIPOLI

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Inserito il - 17 febbraio 2012 : 14:59:43 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia





Dopo l'invasione e il continuo prolificare dei ratti a Montescristo, è stato deciso di bombardare dall'alto l'isola con 26 tonnellate di granaglie con topicida. mettendo a rischio la fauna dell'isola. QUI
Sarà il rischio minimo?



simo










Osserva in profondità, nel profondo della natura, solo così potrai comprendere ogni cosa. - Albert Einstein

Modificato da - Flavior in Data 17 febbraio 2012 15:33:17

Flavior
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Inserito il - 17 febbraio 2012 : 15:33:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Su argomenti simili ho già espresso il mio parere in passato e ci tengo a riportarlo anche in questa discussione:

Link

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Hemerobius
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Città: Alghero
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Flora e Fauna

Inserito il - 17 febbraio 2012 : 16:35:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Li distribuiscono con l'elicottero perché costa di meno e così fanno fuori anche un po' di capre.

Roberto

verum stabile cetera fumus
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FOX
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Città: BAGNO A RIPOLI

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Inserito il - 17 febbraio 2012 : 17:09:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Hemerobius:

Li distribuiscono con l'elicottero perché costa di meno e così fanno fuori anche un po' di capre.






Grazie Roberto, è quello che dubitavo.. e non solo le capre, li vive la Vipera aspis montecristi e come sappiamo tutti rettili non disdegnano i ratti...
Non si poteva usare altri mezzi, per esempio, la cattura?

Per me sono cose raccapricianti e pensare che sarnnao coinvolti famosi esperti!!

Ma chi ha autorizzato questo scempio?



simo







Osserva in profondità, nel profondo della natura, solo così potrai comprendere ogni cosa. - Albert Einstein
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Hemerobius
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Flora e Fauna

Inserito il - 17 febbraio 2012 : 18:14:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Io conosco l'esempio di Zannone dove le popolazioni di ratti sono state controllate con successo posizionando esche avvelenate in appositi contenitori che impediscono l'accesso, se non a tutti, a molti degli organismi che potrebbero essere danneggiati. Devo dire che pur nella perplessità che si prova vedendo queste trappole esca i risultati ottenuti sembrano a dir poco ottimi. Sul lungo periodo non so come andrà ma, come diceva Keynes, sul lungo periodo saremo tutti morti.
Un altro esempio (che non conosco di persona anche se più vicino) è quello dell'Isola di Tavolara, ma ho notizie solo superficiali.

Roberto

verum stabile cetera fumus
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Città: Arezzo


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Inserito il - 17 febbraio 2012 : 19:06:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non conosco questo ecosistema nè la situazione relativa alla presenza di eventuali predatori naturali, ma sono chiaramente contrario all'uso di certi metodi. Oltre a contaminare l'ambiente, l'introduzione di sostanze chimiche rischia di entrare all'interno delle catene alimentari e coinvolgere organismi di altre specie. Il problema di base rimane sempre lo stesso: l'alterazione dell'equilibrio ecologico, che interessa ormai un numero sempre maggiore di ecosistemi. Di conseguenza certe presenze "sgradite", grazie alla loro eccezionale plasticità, si trovano ulteriormente favorite dall'assenza di quei fattori limitanti capaci di controllarne la proliferazione, primi fra tutti i predatori naturali. Insomma, con le dovute precauzioni, qualcosa di analogo a quello che avviene con i colombi delle nostre città.

Stregatto
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Flavior
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Città: Olevano Romano
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Inserito il - 17 febbraio 2012 : 19:21:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Io non voglio convincere nessuno sul fatto di considerare l’intervento giusto o sbagliato, ma per chi ha voglia di approfondire l’argomento può leggere di seguito il piano di eradicazione che vede coinvolti persone dell’ISPRA (ex INFS), del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, dell’ARP Lazio, del Corpo Forestale dello Stato e dell’Unione Europea che finanzia tramite Life:

Link

Il piano ha avuto indicazioni e suggerimenti da tutta una serie di ricercatori delle Università (Boitani, Giusti ecc.) della LIPU e di altre aree protette e tra le altre cose prevede misure per la salvaguardia delle capre.
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Hemerobius
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Flora e Fauna

Inserito il - 17 febbraio 2012 : 22:01:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie Flavio.
Io mi sono occupato solo marginalmente di derattizzazione ma nel documento non è spiegato il motivo della scelta "aerea" ed io sono molto perplesso. Anche su molti particolari sono perplesso, mi pare una cosa scritta da gente che di disinfestazioni ne mastica forse meno del necessario. Però posso sbagliare.


Roberto

verum stabile cetera fumus
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Flavior
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Città: Olevano Romano
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Inserito il - 18 febbraio 2012 : 00:00:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Hemerobius capisco bene le tue perplessità, da parte mia posso dire questo. Non è vero che l’intervento è effettuato da inesperti, perché uno di questi, Dario Capizzi (ARP Lazio) che conosco di persona, si è già occupato con successo di queste cose proprio a Zannone, ma anche a Giannutri e Pianosa.
Credo che la diffusione da aereo si faccia non solo per i costi minori ovviamente, ma anche per le dimensioni dell’isola. Montecristo è una piccola isola in termini geografici, ma per operazioni del genere con i suoi 1000 ha è semplicemente enorme (anzi se tieni conto della morfologia arriva a 1350 ha), inoltre in questo modo puoi raggiungere anche punti impervi.

E' vero che anche con la diffusione da aereo l’esca, quando possibile, sarebbe preferibile inserirla in un contenitore sufficientemente robusto da resistere all’impatto con il terreno e all’interno del contenitore usare esche in blocchi paraffinati ben fermi per evitare che escano dai fori di ingresso. Se non hanno ritenuto opportuno usare questi contenitori penso si debba a motivazioni ancora una volta di natura economica e di una stima dell’impatto accettabile, non ci dimentichiamo comunque che nell’area “sensibile” di 35 ha (per la capra e il discoglosso) di Cala Maestra useranno comunque gli erogatori.

Io ovviamente mi limito ad un discorso puramente tecnico, ma non farei degli allarmismi, perché questi piani sono accompagnati da monitoraggi effettuati prima, durante e dopo l’intervento e seguono dei protocolli (ovviamente adattati ai casi specifici) che in molte altre isole, italiane e del resto del mondo hanno avuto esiti positivi.
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FOX
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Città: BAGNO A RIPOLI

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Inserito il - 18 febbraio 2012 : 00:07:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia




Speriamo che vada tutto per il meglio, la mia paura è che per salvaguardare le Sterne si perde capre e cavoli!!



simo













Osserva in profondità, nel profondo della natura, solo così potrai comprendere ogni cosa. - Albert Einstein
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Hemerobius
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Flora e Fauna

Inserito il - 18 febbraio 2012 : 00:13:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sì, probabile che mi sbagliavo (come preventivato), ho trovato anche altre informazioni e pare che la scelta aerea sia proprio legata alla inaccessibilità dell'isola. I danni sono stati stimati e ritenuti accettabili in termini di costi benefici (ma questo di capiva anche dalla relazione tecnica). Incrociamo le dita come dice Fox.

Roberto

verum stabile cetera fumus
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Estuans Interius
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Città: Pisa
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Biologia Marina

Inserito il - 18 febbraio 2012 : 07:30:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Probabilmente, poi, il successo non sarà grandissimo, ma si spera di diminuire un po' la popolazione di ratti sull'isola. Riguardo ad eventuali predatori naturali, praticamente non ce ne sono, a dirla tutta, anche le specie oggetto di conservazione (capra, vipera) sono paleo-introduzioni, e se c'è qualcosa da salvare su Montecristo sono appunto gli uccelli marini che vi nidificano. Quasi tutto il resto della macrofauna è alloctono e comunque di non grande interesse conservazionistico.
Io, se proprio bisogna criticare questo progetto, che comunque mi sembra fatto piuttosto bene per la media italiana, direi che mancano (almeno a mia conoscenza) gli studi pilota riguardo l'impatto sugli invertebrati, e su un'isola con la storia di Montecristo mi aspetto una presenza di endemismi interessanti, quali si osservano anche sulle altre isole dell'Arcipelago.

Joachim
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Flavior
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Inserito il - 18 febbraio 2012 : 16:24:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Riguardo gli impatti sugli invertebrati se ne parla nel piano di eradicazione e si è piuttosto sicuri, perché i rodenticidi anticoagulanti hanno effetto normalmente solo sui vertebrati. Su insetti ed altri artropodi non agiscono perché questi presentano meccanismi di coagulazione del sangue (o forse si dovrebbe dire emolinfa) diversi. Solamente in alcune specie di gasteropodi, non quelle di Montecristo, è stata riscontrata una certa mortalità, ad ogni modi proprio tra i gasteropodi ci sono specie endemiche e sono tra le più colpite dai ratti.
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Stregatto
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Inserito il - 18 febbraio 2012 : 19:15:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di FOX:





Speriamo che vada tutto per il meglio, la mia paura è che per salvaguardare le Sterne si perde capre e cavoli!!



simo














Osserva in profondità, nel profondo della natura, solo così potrai comprendere ogni cosa. - Albert Einstein



Gia, è proprio vero, c'è sempre questo rischio! La cosa che mi auguro di cuore è che si trovi una formula che permetta di salvare capre, cavoli, vipere e sterne...Quanto ai ratti, la "ciliegina sulla torta" sarebbe quella di puntare non al loro sterminio bensì a un razionale controllo biologico delle loro popolazioni...

Stregatto
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FOX
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Inserito il - 18 febbraio 2012 : 19:22:27 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia



Proprio oggi ne parlavo con un amico durante una visita a vari stagni della Piana accompagnando degli studenti: mi ha detto che all'isola di Pianosa è stata fatta una cattura di gatti che erano in esubero, ma questo sono satti poi trasportati in un gattile all'Elba, forse per un pò di tempo era meglio introdurli a Montescristo, sterilizzandoli prima, almeno era un eradicazione naturale

Forse li gli ardeidi non sono molto frequenti!!



simo










Osserva in profondità, nel profondo della natura, solo così potrai comprendere ogni cosa. - Albert Einstein
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Stregatto
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Inserito il - 19 febbraio 2012 : 10:46:28 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di FOX:




Proprio oggi ne parlavo con un amico durante una visita a vari stagni della Piana accompagnando degli studenti: mi ha detto che all'isola di Pianosa è stata fatta una cattura di gatti che erano in esubero, ma questo sono satti poi trasportati in un gattile all'Elba, forse per un pò di tempo era meglio introdurli a Montescristo, sterilizzandoli prima, almeno era un eradicazione naturale

Forse li gli ardeidi non sono molto frequenti!!



simo










Osserva in profondità, nel profondo della natura, solo così potrai comprendere ogni cosa. - Albert Einstein



Avevo anch'io "fantasticato" una cosa del genere (senza sterilizzazione, però! ), ma la mia eccessiva prudenza mi ha poi impedito di "lanciarmi"...
In situazioni ecologiche così particolari, quando i predatori selvatici sono praticamente assenti, forse anche le popolazioni ferali di gatto domestico potrebbero fare la loro bella parte...

Stregatto

Modificato da - Stregatto in data 19 febbraio 2012 10:47:28
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Flavior
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Inserito il - 10 agosto 2012 : 19:39:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Per conoscere i risultati del piano di eradicazione tanto contestato, consiglio il seguente link:



Link

Montecristo: 600 giovani berte minori spiccano il volo, grazie all’eradicazione dei ratti
Sammuri: «Un risultato eccellente per la difesa e la conservazione della biodiversità». Legambiente: «Ha vinto l'ambientalismo scientifico»

[ 10 agosto 2012 ]

Vi ricordate la polemica di pochi mesi fa, con le associazioni animaliste, alcuni esponenti del Pdl ed antiparco scatenati contro "l'avvelenamento" di Montecristo causato da centinaia di tonnellate di esche avvelenate (che in realtà contenevano pochi etti di principio attivo) per eradicare i gatti dalla più misteriosa e protetta isola del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano? Vi ricordate le polemiche interne allo stesso Ente Parco di qualche consigliere della Comunità del Parco? Vi ricordate la furibonda difesa di Legambiente dell'Eradicazione e dei tecnici e degli scienziati che la stavano attuando nel nome della difesa di uccelli rarissimi? Ora quella storia è arrivata al suo epilogo e i numeri ed i fatti sembrano dare ragione al Parco, ai ricercatori e a Legambiente. Oggi una nota dell'Ente Parco sorvola sulle polemiche del passato e ricorda che

«La berta minore (Puffinus yelkouan) è un raro uccello marino del Mediterraneo e il ratto nero è uno dei suoi nemici maggiori. La campagna di eradicazione del ratto nero a Montecristo degli scorsi mesi ha dato benefici effetti e le berte hanno ripopolato i loro nidi. Sono stati contati circa 600 esemplari che stanno per spiccare il volo». Un successo eccezionale che fa tornare Montecristo ad essere una dei più importanti siti di nidificazione di questi rari e bellissimi uccelli marini.

Il tutto grazi al progetto coordinato dal Corpo forestale dello Stato, a cui hanno collaborato il Parco, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e la Nemo S.r.l.. Il Parco nazionale sottolinea che «l'operazione di eliminazione del ratto nero da Montecristo ha dato i risultati sperati. Dopo pochi mesi dalla realizzazione dell'intervento, infatti, per la berta minore, è iniziata una nuova vita senza il temuto predatore. Decine di pulcini hanno abbandonato il nido per affrontare il loro primo volo, contribuendo, per la prima volta dopo centinaia di anni, ad incrementare il nucleo delle 700 coppie nidificanti sull'Isola. I dati hanno accertato un successo riproduttivo pari al 95 %, elevatissimo, per una specie che produce un solo piccolo l'anno». Ma non è il solo risultato ottenuto con l'eradicazione dei roditori invasivi portati a Montecristo dall'uomo: «L'assenza dei ratti ha favorito un altro evento straordinario: nuovi aspiranti riproduttori, hanno visitato l'Isola in numero molto superiore rispetto a quanto osservato in passato e questo fa ben sperare. Nonostante che la certezza dell'eliminazione completa del roditore possa essere confermata solo tra diversi mesi, già da adesso l'operazione ha fornito risultati importantissimi, in gran parte previsti dai tecnici al momento della progettazione dell'intervento. Come la inattesa scoperta della nidificazione della Berta maggiore, il sensibile aumento del Succiacapre e l'aumento della disponibilità alimentare di frutti graditi a specie migratrici come il Beccafico, la Capinera e il Rigogolo. E' stata confermata anche la presenza riproduttiva del Gheppio e del Falco pellegrino e i sopralluoghi primaverili hanno confermato che le popolazioni di anfibi e rettili non hanno risentito negativamente della operazione.

Il più bel regalo di benvenuto per il nuovo presidente del Parco nazionale dell'Arcipelago, Giampiero Sammuri, che ha detto: «Ho visto i dati del monitoraggio. Un bel lavoro di squadra tra i tecnici del Parco, del Corpo forestale dello Stato, Ispra e Nemo. Un risultato eccellente per la difesa e la conservazione della biodiversità su un'Isola che conosco e amo da sempre».

Netto il commento di Legambiente Arcipelago Toscano: «Il grande successo riproduttivo delle berte minori, il ritorno alla nidificazione delle Berte maggiori, e l'aumento nell'isola di altre specie rare e preziose dell'avifauna a Montecristo fa giustizia di tutte le fesserie anti-scientifiche e dell'ambientalismo disneyano che voleva impedire, anche con la diffusione di dati falsi e notizie di avvelenamento dell'intera isola, l'eradicazione dei ratti. Ha vinto l'ambientalismo scientifico, ha vinto la vera, decisa e concreta difesa di un patrimonio naturale inestimabile fatto di animali unici. Di questo ringraziamo il Corpo forestale dello Stato per aver voluto questo progetto e i tecnici e i biologi che lo hanno attuato conseguendo un risultato eccezionale che dovrebbe rendere orgogliosi gli abitanti dell'Arcipelago Toscano. Ancora una volta certa politica e certo animalismo hanno dimostrato ignoranza ed arretratezza scientifica, ma le berte di Montecristo hanno vinto insieme al vero ambientalismo».

Il Parco nazionale in una nota fa il punto della situazione: «La Berta Minore. Ormai la storia di questo uccello marino è nota, ma forse non lo è il fatto che recentemente la berta minore sia stata trasferita nella categoria Vulnerabile delle specie presenti nella Lista Rossa della IUcn (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). Quindi il nuovo contingente di giovani nati a Montecristo potrà contribuire alla sopravvivenza globale della specie. I controlli dei nidi effettuati negli anni scorsi avevano evidenziato un successo riproduttivo nullo; oggi è stato accertato un successo riproduttivo pari al 95 %, elevatissimo per una specie che produce un solo piccolo per anno. L'assenza dei ratti ha favorito un altro evento straordinario: nuovi aspiranti riproduttori, i cosiddetti "prospectors", ovvero animali immaturi che ispezionano i luoghi dove poi deporre, hanno visitato l'Isola in numero molto superiore rispetto a quanto osservato in passato. Nonostante che la certezza dell'eliminazione completa del roditore possa essere confermata solo tra diversi mesi, già da adesso l'operazione ha fornito risultati eccezionali, in gran parte previsti dai tecnici al momento della progettazione dell'intervento. Inattesa invece è stata la scoperta nel 2010, confermata proprio quest'anno, della nidificazione della Berta maggiore, anch'essa minacciata dalla presenza dei ratti. La presenza di questo uccello rappresenta un'ulteriore conferma dell'importanza dell'operazione di eradicazione in termini di potenziale aumento a lungo termine di una seconda specie di Procellariformi.É stato registrato inoltre un sensibile aumento del Succiacapre, altra specie favorita dall'eliminazione del roditore. Senza il ratto la disponibilità alimentare dei frutti di specie vegetali precedentemente consumati, è aumentata, a beneficio di specie migratrici come il Beccafico, la Capinera e il Rigogolo. Anche il monitoraggio effettuato dall'Ispra dei possibili effetti collaterali su altre specie non bersaglio è incoraggiante. E' stata confermata la presenza riproduttiva del Gheppio e del Falco pellegrino. Per le specie più a rischio di intossicazione, la Capra ed il Gabbiano reale, dati preliminari escludono pericoli per la loro vitalità. Per quanto concerne la Capra, dati certi potranno essere disponibili dopo il censimento annuale previsto a fine estate; comunque l'avvistamento di diversi individui e la presenza degli animali precedentemente traslocati in un'area recintata esclusa dall'intervento, suggeriscono che non esista alcun pericolo per la specie. Il Gabbiano reale, unica specie non minacciata ed in aumento fra gli uccelli marini, competitore per il Gabbiano corso e causa di degrado per habitat e comunità delle piccole isole, è sempre presente in numero rilevante. Un recente censimento ha rilevato la nidificazione di circa 600 coppie; la consistenza del nucleo, confrontata con le stime degli ultimi 10 anni in cui il contingente nidificante oscillava tra le 800 e 1800 coppie, è in ogni caso notevole. Sopralluoghi primaverili hanno confermato che le popolazioni di anfibi e rettili non hanno risentito negativamente; lucertole, biacchi, vipere e discoglossi sardi (unico anfibio dell'Isola) sono stati rinvenuti durante conteggi standardizzati e in particolare quest'ultima specie è stata osservata in quasi tutte le pozze d'acqua ispezionate».

Per maggiori informazioni:

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