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ATTENZIONE! Considerata la situazione in cui versa la grande maggioranza delle acque pubbliche italiane, il Forum di Natura Mediterraneo ricorda che l’immissione non autorizzata di qualsiasi specie di pesce in acque pubbliche è illegale in quanto può mettere a rischio gli equilibri ambientali e minacciare gravemente la biodiversità. Particolare pericolo è rappresentato dall'introduzione di qualunque specie alloctona.
In linea di principio sono da preferirsi immagini di pesci nel loro ambiente naturale o collocati temporaneamente in un acquario fotografico. Le foto di pesci morti sono in generale permesse solo in caso di individui deceduti per cause naturali (es: morie dovute a crisi anossiche o ad essiccazione di bacini, predazione, ecc.). Foto di individui morti dopo essere stati pescati sono ammesse solo in presenza di un reale interesse scientifico della cattura e comunque possono essere pubblicate solo dopo consultazione dei moderatori della sezione. Le foto di individui pescati (fotografati su nasse, retini o in mano) sono ammesse quando si tratti di individui in buona salute e ritratti nei pressi dell’ambiente di cattura, dunque non è possibile (in assenza di interesse scientifico, sempre previo consenso dei moderatori) pubblicare foto di pesci vistosamente feriti (eccettuate naturalmente le normali ferite dovute all’amo), colpiti con il raffio, tenuti tra le mani asciutte o fotografati in ambienti evidentemente lontani dal luogo di cattura (parcheggi, abitazioni, cucine, etc.). Non è inoltre consentito pubblicare nella sezione fotografie di pesci trattenuti in maniera scorretta (ad. es. per gli occhi).


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ugandensis
Utente Senior

Città: Firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


1263 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 20 novembre 2010 : 08:07:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sì che esiste.
E' qua: Link

Però ti devi leggere anche la pappardella introduttiva per ridefinire il concetto di "autoctono in Italia", che ancora è spesso usato impropriamente.

"...ho visto nina volare/ fra le corde dell'altalena/
un giorno la prenderò/
come fa il vento alla schiena.."
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grigo
Utente Junior

Città: Salò
Prov.: Brescia

Regione: Lombardia


27 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 20 novembre 2010 : 13:13:44 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Caspita e con direi il 60 % dei pesci nelle nostre acque alloctoni stiamo anche a tutelarli ? E magari altri no come la savetta ? Strana l'Italia se tiri su un persico sottomisura ti tagliano una mano ! XD
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etrusko
Moderatore

Città: Arcille
Prov.: Grosseto

Regione: Toscana


2252 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 20 novembre 2010 : 16:46:21 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il pigo pare autoctono nell'area padana, e, comunque, geneticamente (a livello di DNA sia mitocondriale che nucleare) presenta differenze sostanziali con il R. virgo danubiano (ora buona specie).

Il discorso su autoctoni e alloctoni è variegato e complesso, è ulteriormente complicato dal feniomeno della transfaunazione o traslocazione, ovvero l'introduzione di specie da un distretto ittiologico all'altro pertinenti allo stesso stato. In Italia centrale per esempio la lasca (Chondrostoma genei qualunque sia il genere ora di moda) è autoctona sul versante adriatico (fino all'Abruzzo del nord) e traslocata su quello tirrenico (dove sembra molto più comune). Il gobione padano Gobio (Romanogobio) benacensis è endemico dei fiumi padani ma presenta le sue più salubri popolazioni nell'Ombrone, ove è traslocato. La rovella è endemica del distretto tosco-laziale (ove è in regressione quasi ovunque) ma è stata traslocata in Sicilia dove si mostra aggressivamente invasiva.
Peraltro le specie traslocate hanno un impatto molto diverso da quello delle specie aliene dato che spesso competono in maniera millimetricamente precisa con le autoctone e spesso si ibridano. l'endemico ghiozzo di ruscello (tosco-laziale) sta scomparendo di fronte all'avanzata dell'aggressivo ghiozzo padano, traslocato sciaguratamente in molte zone del centro Italia.




NO all'autostrada in Maremma!
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iperione
Utente Senior

Città: Cremona


2265 Messaggi
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Inserito il - 20 novembre 2010 : 19:21:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di grigo:

Caspita e con direi il 60 % dei pesci nelle nostre acque alloctoni stiamo anche a tutelarli ? E magari altri no come la savetta ? Strana l'Italia se tiri su un persico sottomisura ti tagliano una mano ! XD


E' per questo che a me, anche se so che non serve a niente, non viene proprio voglia di ributtarli in acqua;
Chi li avrà liberati tutti sti alloctoni? Li hanno lanciati i verdi col paracadutino dall'elicottero (o con la tutina da sub dal sottomarino)? Chi sono quelli che si premurano di tutelare il pregiatissimo persico o che si commuovono in posa mentre baciano in bocca i siluroni (sfiancati dalla cattura) prima di liberarli con magnanimità in quei fumi dove l'inquinamento ha fatto sparire tutti i nostrani (gli esotici saranno di plastica, visto che su di loro l'inquinamento non ha molto effetto).
Non esiste la gestione degli ambienti acquatici, esiste semmai quella della pesca che é talmente piena di falle che i risultati (catastrofici) sono sotto gli occhi di tutti.
Aggiungiamo i gamberi esotici, le nutrie che si pappano la vegetazionedi ripa, i continui inqunamenti, ecc.., ed il quadretto idilliaco è completo.
(negli interventi precedenti mi era sembrato di non essere stato abbastanza svalvolato...)

ciao

Iperione
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


32996 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 20 novembre 2010 : 23:53:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Per aggiungere ulteriore svalvolamento, mi sembra che gran parte della legislazione sulla pesca sia fatta da incompetenti, giusto sulla base di regole che hanno senso solo se applicate alla pesca industriale in mare.
In particolare, mi sembra che la misura minima, se applicata ad un singolo pesce e non a un quintale di pescato, non abbia senso.
Sappiamo tutti che la probabilità di sopravvivenza di un pesce cresce con le sue dimensioni e i pesci giovani sono predati in massima parte prima di raggiungere dimensioni che li mettano al sicuro dai predatori generici.
Quindi, credo che pescare un grosso adulto riproduttore faccia molto più danno alla specie che pescare un pesciolino sotto misura.
Infatti, la valutazione del danno non va fatta in base a considerazioni qualitative (se si è ancora riprodotto o meno) ma in base alla perdita di uova cumulata negli anni a venire che la cattura determina.
Un criterio analogo a quello che usano le compagnie di assicurazione (perdita di reddito cumulata negli anni a venire) per indennizzare le vittime di incidenti stradali.
La regola della misura minima ha senso solo a parità di peso. Forse (ma non è detto) pescare un quintale di pesci sotto misura fa più danno che pescare un quintale di pesci adulti, ma sicuramente il ragionamento non ha senso per un singolo pesce.
luigi
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iperione
Utente Senior

Città: Cremona


2265 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 21 novembre 2010 : 14:07:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Le osservazioni di Luigi confermano il fatto che esiste una normativa che mira a gestire (male) l'attività alieutica ma invece sarebbe stato meglio normare la tutela degli organismi acquatici e, solo in seconda battuta, regolamentare la pesca. Le esigenze dei pescatori (professionali o hobbisti che siano) non possono essere il criterio da adottare nell'intraprendere corrette strategie gestionali.
Molti si schierano contro la caccia, ed i cacciatori sono invisi a buona parte dell'opinione pubblica soprattutto per colpa dei quattro imbecilli che non rispettano la legge.
Pochissime persone si pongono il problema della conseguenze della pesca sportiva, che mi sembrano notevolmente più gravi di quelle derivanti dalla caccia.

ciao

Iperione
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Frustone
Utente Senior

Città: Siena
Prov.: Siena

Regione: Toscana


1823 Messaggi
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Inserito il - 21 novembre 2010 : 15:18:39 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di elleelle:

Per aggiungere ulteriore svalvolamento, mi sembra che gran parte della legislazione sulla pesca sia fatta da incompetenti, giusto sulla base di regole che hanno senso solo se applicate alla pesca industriale in mare.
In particolare, mi sembra che la misura minima, se applicata ad un singolo pesce e non a un quintale di pescato, non abbia senso.
Sappiamo tutti che la probabilità di sopravvivenza di un pesce cresce con le sue dimensioni e i pesci giovani sono predati in massima parte prima di raggiungere dimensioni che li mettano al sicuro dai predatori generici.
Quindi, credo che pescare un grosso adulto riproduttore faccia molto più danno alla specie che pescare un pesciolino sotto misura.
Infatti, la valutazione del danno non va fatta in base a considerazioni qualitative (se si è ancora riprodotto o meno) ma in base alla perdita di uova cumulata negli anni a venire che la cattura determina.
Un criterio analogo a quello che usano le compagnie di assicurazione (perdita di reddito cumulata negli anni a venire) per indennizzare le vittime di incidenti stradali.
La regola della misura minima ha senso solo a parità di peso. Forse (ma non è detto) pescare un quintale di pesci sotto misura fa più danno che pescare un quintale di pesci adulti, ma sicuramente il ragionamento non ha senso per un singolo pesce.
luigi

Questa è un affermazione pesante,a cui devi riferirti solo se hai una stretta conoscenza sul legiferare italiano tutto in questa tematica caro Luigi, infatti la gestione delle acque pubbliche e soprattutto la materia sia di sorveglianza,sia quindi sanzionatoria è strettamente affidata alle Regioni in primis e alle Province poi..
Le limitazioni non esistono solo in tema di "Cm" ma anche di peso,di chilogrammi di pescato asportabili.
Quindi come sul discorso fauna,assisterai in Italia ad avere situazioni "virtuose",accompagnate a situazioni non proprio al passo dei tempi,e soprattutto dell'etica e dei valori odierni che dobbiamo dare a certe denominazioni,vedi biodiversità e protezione dell'autoctono..
Come infatti vediamo,nella stessa penisola assistiamo a situazioni di pregio e di buona gestione a situazioni di reale sfacelo,reale abbandono, stessa cosa che vediamo anche in altri ambiti più meramente faunistici,vedi cinghiale,daino,capriolo.
Questi animali che in alcune realtà sono una risorsa e...in altre un problema, questo perchè questa realtà non è sempre stata analizzata con la dovuta serietà o volgia di fare se la vogliamo dire così.

Quindi ci sono realtà che operano bene e altre che sono un pochino più indietro,ma in questo caso generalizzare non dà di certo una cartina di tornasole utile al nostro problema, le realtà che hanno lavorato meglio,meritano di certo un plauso.

Quindi vedrai che ci sono Regioni e Province che "legislano" non solo bene,ma benissimo,ed altre che semplicemente attuano provvedimenti e comportamenti che erano buoni 50 anni fà...

Su questo tema essere generalisti non aiuta affatto a fotografare il problema.

Per il resto credo che oggi abbiamo dei riferimenti e delle prove a cui è davvero difficile essere sordi.
Certi alloctoni sono davvero dannosi, invito tutti a frucare sulla bibiografia che il buon Milofin ci indicò sul siluro,invito tutti a vedere e a studiare la Lucioperca (o Sandra) e su come questo pesce stia occupando il "campo" e l'areale del nostro Luccio, invito chiunque ad osservare ove ci sono presenze alloctone di "gatti", (Channel o altri) si riduca la presenza anche del cavedano..


Si, il Cavedano, il pesce del Pozzo di san Patrizio,tanto si credeva che questo pesce fosse al sicuro sia per numero che per diffusione, si, il cavedano,se la vede male pure lui!

Io cito posti,cito fiumi,conosco queste realtà e posso permettermelo;
Provate ad andare sul grande fiume,sul nostro PO,all'altezza di Reggio Emilia, e provate a catturare un cavedano...
Non ne vedrete uno, se non occasionalmente,se non che riempirete il cestino di Breme o di altre realtà che vengono dal bacino di origine del glanis,ovvero breme e aspi,si, perchè solo con questi pesci (e ci sono bibliografie a contorno non citate dal sottoscritto ma bensì da altri utenti) il siluro riesce a vivere in un certo equilibrio.

Andiamo nei campi gara dell'Arno Pisano, cosa vedremo?
Vedremo che alle nostre lenze rimarranno attaccati gatti,delle 3 specie presenti e... carassi...

In ultimis vediamo l'ombrone, a Siena oramai presenta channel sopra il chilogrammo, in maremma ospita channel più piccoli,qualche melas e poi?
Cavedani solo occasionali,carpe ( le più con brutto derma) e.. Barbi spagnoli!

Poi in più metteteci la realtà fornitaci da SKazz sul medio/alto Arno già pieno di siluri (ove una volta c'erano solo Lucci) che abbiamo il quadro pressochè completo dello stato di salute dei nostri fiume centro/settentrionali.
Qualche realtà si salva certamente, ma dal Po al centro questo è oggi il quadro,tolte certe realtà appeninniche, questo è il quadro della realtà del centro italia.

Cosa dire?
Noi possiamo certamente dialogare e scambiarci idee questo è senza dubbio salutare, ma su certe cose dobbiamo essere ferrei.
Che certi alloctoni siano più pericolosi di altri abbiamo una intera lista biografica, che certi alloctoni siano più impattanti melle nostre acque anche grazie allo studio degli isotopi non ci sono più (aimè) dubbi.

Inoltre per fare chiarezza invito tutti gli amanti delle arti alieutiche a visionare il calendario ittico della relativa provincia ove di solito c'è riportato tutto il vademecum da seguire nelle situazioni di pesca.

Numeri di telefono per chiarire certi dubbi.
Nome e nominativo e numero dei responsabili di zona.

Ciao a tutti

Massimo.
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Modificato da - Frustone in data 21 novembre 2010 15:38:46
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 21 novembre 2010 : 15:39:38 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Francamente non ho capito la critica al mio intervento. A parte la considerazione iniziale, generalizzata ma anche molto vaga, il mio ragionamento era centrato sul criterio delle misure minime, che mi risulta sia applicato in tutta Italia.
Secondo voi ha senso, oppure è più giusto quello che ho detto io?
Io, per essere chiari, vieterei prima di tutto la pesca dei grossi riproduttori: per esempio, per i pesci di mare, che conosco meglio, sarei per vietare la cattura di ricciole sopra i 15kg, non di quelle sotto 1kg.
Non sono competente per fare esempi paralleli per l'acqua dolce e non voglio dire sciocchezze, ma mi premeva chiarire il concetto.
Evidentemente, seguendo il ragionamento, sarei per eliminare qualsiasi vincolo di misura e stagione per la pesca degli alloctoni.
luigi


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iperione
Utente Senior

Città: Cremona


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Inserito il - 21 novembre 2010 : 15:54:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
sarei per eliminare qualsiasi vincolo di misura e stagione per la pesca degli alloctoni.
luigi




poi però deve valere anche per pescegatti vari, blackbass, carpe, ecc... e questo il mondo pescasportivo non lo accetterà mai.

ciao

Iperione
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Frustone
Utente Senior

Città: Siena
Prov.: Siena

Regione: Toscana


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Inserito il - 21 novembre 2010 : 16:15:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di elleelle:

Francamente non ho capito la critica al mio intervento. A parte la considerazione iniziale, generalizzata ma anche molto vaga, il mio ragionamento era centrato sul criterio delle misure minime, che mi risulta sia applicato in tutta Italia.
Secondo voi ha senso, oppure è più giusto quello che ho detto io?
Io, per essere chiari, vieterei prima di tutto la pesca dei grossi riproduttori: per esempio, per i pesci di mare, che conosco meglio, sarei per vietare la cattura di ricciole sopra i 15kg, non di quelle sotto 1kg.
Non sono competente per fare esempi paralleli per l'acqua dolce e non voglio dire sciocchezze, ma mi premeva chiarire il concetto.
Evidentemente, seguendo il ragionamento, sarei per eliminare qualsiasi vincolo di misura e stagione per la pesca degli alloctoni.
luigi


Di critico come risposta non c'era nulla da parte mia, se non il richiamo al fatto che essendo norme dettate dalle Province,spesso una Provincia si "muove" meglio di un'altra e quindi il mio era un invito a non generalizzare..

Sulle misure nelle acque interne io sono (ovviamente) per mantenerle,danno cmq una tutela non da poco;
ovvero garantiscono ad ogni specie di andare in riproduzione...
Spesso è proprio il prelievo di una specie nel suo stato adulto ad essere meno dannoso..

Mi spiego meglio, se uno cattura una femmina di un Luccio sopra il metro,roba sugli undici/dieci kg, nella maggior parte dei casi asporta un bel pesce ottimo per la tavola, ma non più buono agli scopi di riproduzione..
Il Pesce esattamente come noi,invecchiando, perde certe sue capacità, spesso gli esemplari maturi (sono stato presente a catture a scopi di riproduzione fatte con elettrostorditura) presentano caratteristiche di sterilità, lo stato di vecchiaia olterchè dalle dimensioni si presenta anche con altre caratteristiche estetiche, cataratta ed altre cose..

Voglio dire, non è che fin'ora s'è fatto a tarallucci e vino... ogni provincia ha un'ittiologo,o almeno lo dovrebbe avere..

Sugli alloctoni,ok alle non limitazioni, ma attenzione al discorso carpa.
La carpa è presente da 2000 anni nel nostro territorio (almeno) e credo che oramai sia un pesce da definirsi autoctono.

Massimo.
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Modificato da - Frustone in data 21 novembre 2010 16:19:30
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etrusko
Moderatore

Città: Arcille
Prov.: Grosseto

Regione: Toscana


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Inserito il - 21 novembre 2010 : 16:42:00 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il fatto è che i giovanili abboccano con enorme facilità e che è facilissimo fare carnieri pieni di trotelle, cavedanucci, luccetti, carpine. E per raggiungere i 5 kg di legge stermineresti le reclute di un ambiente.
Molto più facile stabilire una misura minima che tutelare i riproduttori, anche considerato che molti dei più grossi esemplari di certe specie nemmeno si riproducono (cernie, anguille, etc.).

Quali alloctoni si e quali no?
Beh, non sono un estremista, l'eradicazione totale è impensabile, però certo che alcune specie impattano molto più fortemente di altre.
Faccio mia la lista di Ugandensis:

Che facciamo col luccio dall'Abruzzo in giù?
Sarebbe senza dubbio da eradicare in quanto predatore con una grande capacità riproduttiva nei giusti ambienti ma bisogna anche vedere le caratteristiche degli habitat e le specie presenti. Certo che se minaccia popolazioni di alborella meridionale o di rovella allora non ci può stare (ed è facile eliminarlo).

Che facciamo con la Fario in ambiente padano?
Eradichiamo. Lo stanno già facendo in quasi tutto il nord perchè mette a repentaglio la sopravvivenza della marmorata. Anche in questo caso la missione non è difficile.

Che facciamo col Barbus plebejus sotto l'Appennino?
Niente perchè non si può fare niente se non assistere alla scomparsa del tiberino zitti zitti.

Che facciamo del Persico reale ovunque?
Da vedere caso per caso, dato che in genere vive solo nei laghi (al centro sud) e che questi ambienti hanno un'ittiofauna largamente compromessa nel 99% dei casi meglio non fare niente (anche per non levare il pane di bocca a chi ci vive). Non mi risulta che metta a repentaglio alcuna popolazione conservazionisticamente interessante. Anzi: in molti casi è in regresso.

Che facciamo con le Alborelle?
Niente al nord (specie endemica Alburnus arborella), niente al sud (specie endemica Alburnus albidus) il problema è al centro dove è alloctona. Che fare? Mi sembra molto difficile da eradicare e non so quanto senso abbia in quanto sembra aver raggiunto un equilibrio con l'ambiente.

Che facciamo con Pighi e Bottatrici (ovunque essi siano?)
Pigo: niente, è autoctono.
Bottatrice: non so se sia autoctona o meno ma non sembra aver un significativo impatto sulle specie endemiche, anc'essa, se è introdotta, lo è da tanto tempo che si è potuta ritagliare una sua nicchia (mi si conceda il termine improprio) non occupata da altre specie.

Il problema sono le specie introdotte di recente, e introdotte tutte insieme che stanono distruggendo tutto.

NO all'autostrada in Maremma!
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Frustone
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Città: Siena
Prov.: Siena

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Inserito il - 21 novembre 2010 : 16:58:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Faccio mio il msg di Massimiliano.
Trovo convergenza anche sul mio modo di vedere sul discorso misura minima..

Sull'altro tema,su i pesci che nomini e che cioè sarebbero autoctoni/alloctoni sulle nostre stesse acque italiane,anche io avrei le tue considerazioni, ovvero che in alcuni casi c'è da preoccuparsi in altri meno..

Il Luccio di fatto più a sud dell'abruzzo non c'è se non in bacini idroelettrici o comunque in acque che hanno visto un forte intervento umano,vedi dighe o bacini cmq artificiali.
Fiumi importanti con habitat da Luccio non ce ne sono proprio nel sud d'Italia.
Altro discorso è quello dei Barbi, purtroppo certe popolazioni,certi endemismi se la passano male ed è giusto accorgercene,è giusto dirlo, ed è stato giusto ribadire che la legge vieta qualsiasi immissione.

Il persico Reale; non ha oggi un impatto di pericolo,se togliamo alcune realtà del nord Italia,questo pesce è in forte regressione, i ristoratori oramai (anche nel varesotto) si approvvigionano di esemplari presso gli allevamenti..

Quindi?
E' giusto mettere sullo stesso piano i Clarias,i Channel,i Gardon,le breme,i siluri,gli Aspi a pesci come il Pigo (di cui dire che sappiamo poco è un'eufemismo) o alla lasca?

In un certo modo è giusto mescolare pesci che vengono da bacini nord americani,africani o balcanici.. con i nostri?

Intanto abbiamo dei dati,abbiamo bibiografie e sappiamo quello che nei nostri habitat è più impattante e chi lo è meno.
Studi sugli isotopi ci sono,quindi?

Io sono tra quelli che prendono per buone le ultime 2 righe del msg di Etrusko, per quello che vedo, per come peggiorano i fiumi che conosco, non posso certo dar la colpa al Pigo (che tra l'altro è autoctono) o alla Lasca...

Massimo.
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Modificato da - Frustone in data 21 novembre 2010 17:02:56
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iperione
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Inserito il - 21 novembre 2010 : 18:57:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Frustone:
... attenzione al discorso carpa.
La carpa è presente da 2000 anni nel nostro territorio (almeno) e credo che oramai sia un pesce da definirsi autoctono.


Mi sembra che un documento dell'INFS (che ora non c'è più...) abbia definito assimilabili alle autoctone le specie introdotte prima del XV secolo; viste anche le principali utenze dell'Istituto, temo che tale responso sia stato determinato dalla necessità di evitare alcuni problemucci pratici: ad es., chi li toglie il fagiano ai cacciatori e la carpa ai pescatori?
Ritengo più corretto considerare incongrue, relativamente al rispetto dei processi naturali, tutte le presenze dovute ad introduzione da parte dell'uomo (oggi l'uomo ha impatti peculiari sui processi evolutivi: non so quale altra specie sia in grado di interferire con le altre spostando di punto in bianco in un nuovo contesto un organismo evolutosi in milioni di anni in un certo continente), mi sembra anche un po' ingenuo da parte nostra pensare che possano esistere introduzioni indolori (vista la complssità degli ecosistemi, difficilmente riusciremmo a monitorare ogni consegueza della introduzione di un nuovo ospite in habitat che non lo conoscevano; magari un nuovo pesce non sembra infastidire i suoi omologhi, dopo un po' si potrebbero però scoprire impatti inaspettati su entità poco studiate, ad es. che divora un vegetale o un invertebrato fino ad estinguerli). E' chiaro che più tempo passa e più gli estranei s'integrano, ed a quel punto anche la loro ipotetica elminazione creerebbe scompensi, anche se è probabile che ciò porterebbe comunque al graduale ritorno alle condizioni originarie.


Modificato da - iperione in data 21 novembre 2010 18:58:55
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elleelle
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Città: roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 21 novembre 2010 : 19:18:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di etrusko:

Il fatto è che i giovanili abboccano con enorme facilità e che è facilissimo fare carnieri pieni di trotelle, cavedanucci, luccetti, carpine. E per raggiungere i 5 kg di legge stermineresti le reclute di un ambiente.


Vedo che sei arrivato alle mie stesse conclusioni. Quello che è dannoso non è pescare un singolo pesce piccolo, perché non si è riprodotto; quello che è dannoso è pescare tanti pesci.
Secondo me, le limitazioni non dovrebbero essere messe sulla taglia, ma sul numero di pesci pescati, piccoli o grandi che siano (per esempio, non più di 5 kg col limite di un numero massimo (variabile) di pesci per ogni specie).
E per riproduttori non intendevo i pesci vecchi; non so che percentuale siano sui pesci grossi, ma mi risulta che una femmina adulta fertile depone un numero di uova grosso modo proporzionale al suo peso (e, per i maschi, dato che la fecondazione è esterna, vale lo stesso ragionamento). Quindi, più un pesce (fertile) è grosso e più danno si fa alla popolazione.
luigi
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Frustone
Utente Senior

Città: Siena
Prov.: Siena

Regione: Toscana


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Inserito il - 21 novembre 2010 : 23:50:03 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di elleelle:

Messaggio originario di etrusko:

Il fatto è che i giovanili abboccano con enorme facilità e che è facilissimo fare carnieri pieni di trotelle, cavedanucci, luccetti, carpine. E per raggiungere i 5 kg di legge stermineresti le reclute di un ambiente.


Vedo che sei arrivato alle mie stesse conclusioni. Quello che è dannoso non è pescare un singolo pesce piccolo, perché non si è riprodotto; quello che è dannoso è pescare tanti pesci.
Secondo me, le limitazioni non dovrebbero essere messe sulla taglia, ma sul numero di pesci pescati, piccoli o grandi che siano (per esempio, non più di 5 kg col limite di un numero massimo (variabile) di pesci per ogni specie).
E per riproduttori non intendevo i pesci vecchi; non so che percentuale siano sui pesci grossi, ma mi risulta che una femmina adulta fertile depone un numero di uova grosso modo proporzionale al suo peso (e, per i maschi, dato che la fecondazione è esterna, vale lo stesso ragionamento). Quindi, più un pesce (fertile) è grosso e più danno si fa alla popolazione.
luigi


Luigi,ti posso rispondere io anche se hai citato Massimiliano? Spero di sì,visto che mi occupo anche di sorveglianza.
Su specie sensibili c'è già in acque interne quello che auspichi.

Ad esempio sul Luccio (specie definita sensibile visto l'arrivo di altri predatori alloctoni) si attuano due "protezioni" sia numerica come termini di cattura sia di misura.
Ma stà alle Province legisferare in tal misura,ti faccio un esempio;
se in provincia di Milano il Luccio se la passa meglio ad esempio del Coregone... sarà il Coregone ad aver maggior attenzione e misure specifiche.

Ripeto, a mio modo di vedere non ci sono nè carenze legislative nè tantomeno libertà di interpretazioni, occorre secondo me tanta pazienza ed osservazione nel migliorare le cose o semplicemente per saperle..

Voi non vi rendete conto di quanto a volte le soluzioni sarebbero semplici...
Ogni provincia stipula e stampa un calendario ittico delle acque interne, ove di solito c'è scritto tutto,leggi,riferimenti,uffici provinciali con tanto di cognomi e numeri telefonici..

Voglio dire,basta intendere la passione alieutica come l'altra attività venatoria, e scopriamo che abbiamo tutto, da stampati a cartine a formati PDF..

In molte parti d'Italia le catture dei pesci oltrechè a misura minima rispondono anche a caratterizzazione numerica della cattura;


Massimo.
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

Regione: Lazio


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Flora e Fauna

Inserito il - 22 novembre 2010 : 00:01:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mi fa piacere!
Purtroppo, in mare, non è così e la pesca sportiva ha solo il vincolo della misura minima, con le uniche eccezioni, a quanto ne so io, della cernia e del tonno rosso.
In mare, se prendi una ricciola di 20 chili, che depone qualche centomila uova all'anno, ti fanno i complimenti e se ne prendi una - dico una - di 500 grammi, che forse non sarebbe arrivata viva all'anno dopo, ti fanno ......

Comunque, è un bene che si comincino ad articolare meglio i regolamenti.
luigi
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ugandensis
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Flora e Fauna

Inserito il - 22 novembre 2010 : 09:29:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il discorso misure si può articolare in due modi diametralmente opposti:

1)L'esistenza di una misura minima trattenibile è pensata nell'ottica di evitare che l'umano intervento (il prelievo, ad essere precisi) non pregiudichi per il singolo individuo la possibilità di essersi riprodotto almeno una volta.

2)L'ipotesi di una misura massima invece è orientata a preservare il potenziale riproduttivo e la "qualità genetica" delle popolazioni: assumendo che il numero di uova prodotte sia proporzionale al peso (anche se non è una relazione proprio lineare), si preservano così gli individui potenzialmente in grado di deporre più uova. Inoltre si tutelano gli individui geneticamente più competitivi (capaci di essere diventati grossi) consentendo a loro, anzichè ad impiastri nanetti, di tramandare i propri geni (spiegato da cani ma spero si capisca).

Non mi pronuncio sulla maggiore opportunità dell'una o dell'altra; dico solo che in alcuni paesi esteri sono adottate contemporaneamente entrambe: Puoi trattenere un luccio di tre chili, ma non uno di tre etti e nemmeno uno di dieci chili.
Dove applicato, pare funzionare bene.

Comunque ero OT come al solito, scusate.

"...ho visto nina volare/ fra le corde dell'altalena/
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come fa il vento alla schiena.."
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ugandensis
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Flora e Fauna

Inserito il - 22 novembre 2010 : 11:51:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E adesso....

LA LISTA


Ma non quella dei "cattivi", alla quale siete tutti tentati di saltare subito (confessate, forza), bensì quella dei "buoni", quelli in qualche modo minacciati o in difficoltà. Sulla base di questa si può poi discutere come intervenire, su chi e dove.
Comincio io:

Alborella appenninica
Anguilla
Barbo canino
Barbo etrusco
Carpione del Fibreno
Carpione del Garda
Cavedano etrusco
Cobite barbatello
Ghiozzo etrusco
Gobione italico
Lasca
Luccio
Nono
Panzarolo
Pigo
Rovella
Sanguinerola
Scaz(z)one
Storione cobice
Temolo
Trota marmorata
Trota sarda

Tale elenco è fatto spannometricamente ma non troppo, cioè tenendo conto della posizione IUCN di ogni singola specie e della sua eventuale collocazione in Berna, in CITES e nella direttiva 92/43. Ho inserito anche specie considerate in buona salute nell'areale complessivo ma per qualche motivo zoppicanti nell'italico contesto. Se ne ho dimenticata qualcuna aggiorniamo integrando, se ne ho messa qualcuna di troppo aggiorniamo limitando.
Avremo così il quadro delle criticità cui in precedenza accennavo.
Sulla base di questo andremo poi a vedere chi disturba chi e dove, in modo da tagliare fuori le posizioni dovute a personali simpatie/antipatie, ma attenendosi semplicemente a quello che è il problema da risolvere e relative possibili soluzioni. Io direi che si potrebbe cominciare da qui. Almeno evitiamo anche il ricorso a rotenone, esplosivi, prosciugamento degli alvei e altre divertenti soluzioni che vanno ora di moda nella posizione dilagante "uccidiamoli tutti, meglio un fiume vuoto che uno con pesci che non ci piacciono".


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etrusko
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Inserito il - 22 novembre 2010 : 13:20:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sarà meglio però indicare anche il pertinente distretto ittiologico dato che una specie può essere benissimo minacciata in uno ed invasiva nell'altro.

NO all'autostrada in Maremma!
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ugandensis
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Flora e Fauna

Inserito il - 22 novembre 2010 : 13:38:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Vero.
Ma questo è il puro e semplice elenco di quelle che tanto bene non stanno.
L'ulteriore discrimine ne riguarda pochine, che possiamo considerare a rischio in casa e invasive fuori casa: Ghiozzo padano (che infatti non ho messo), Triotto (neanche lui), Barbo padano (neanche lui), Cobite mascherato (neanche lui), Luccio e Pigo (che ho invece inserito perchè, ancorchè alloctoni da qualche parte, li ho ritenuti più a rischio che invasivi).
Tutto questo, ovviamente, a parte dimenticanze.
E questo, nell'ambito del topic, è il punto di partenza, mica il traguardo.
Non volevo farla troppo complicata, tutto qui.

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