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ATTENZIONE! Considerata la situazione in cui versa la grande maggioranza delle acque pubbliche italiane, il Forum di Natura Mediterraneo ricorda che l’immissione non autorizzata di qualsiasi specie di pesce in acque pubbliche è illegale in quanto può mettere a rischio gli equilibri ambientali e minacciare gravemente la biodiversità. Particolare pericolo è rappresentato dall'introduzione di qualunque specie alloctona.
In linea di principio sono da preferirsi immagini di pesci nel loro ambiente naturale o collocati temporaneamente in un acquario fotografico. Le foto di pesci morti sono in generale permesse solo in caso di individui deceduti per cause naturali (es: morie dovute a crisi anossiche o ad essiccazione di bacini, predazione, ecc.). Foto di individui morti dopo essere stati pescati sono ammesse solo in presenza di un reale interesse scientifico della cattura e comunque possono essere pubblicate solo dopo consultazione dei moderatori della sezione. Le foto di individui pescati (fotografati su nasse, retini o in mano) sono ammesse quando si tratti di individui in buona salute e ritratti nei pressi dell’ambiente di cattura, dunque non è possibile (in assenza di interesse scientifico, sempre previo consenso dei moderatori) pubblicare foto di pesci vistosamente feriti (eccettuate naturalmente le normali ferite dovute all’amo), colpiti con il raffio, tenuti tra le mani asciutte o fotografati in ambienti evidentemente lontani dal luogo di cattura (parcheggi, abitazioni, cucine, etc.). Non è inoltre consentito pubblicare nella sezione fotografie di pesci trattenuti in maniera scorretta (ad. es. per gli occhi).


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limbarae
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Città: Berchidda
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Flora e Fauna

Inserito il - 19 novembre 2010 : 09:40:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il siluro in Europa dell'est viene inscatolato come il tonno...

Ormai ci dobbiamo fare il callo, le specie aliene non si possono eradicare se non prosciugando i corsi d'acqua e selezionando uno a uno i pesci che si trovano, salvando gli autoctoni e friggendo gli altri. Fantascienza!
Io ho notato che da quando c'è il Procambarus nel lago Coghinas e nei suoi affluenti, gli aironi sono numerosi e si nutrono quasi esclusivamente di gamberi. Black bass e grosse trote si nutrono di gamberi, l'invasione di cormorani ogni inverno invece non me la spiego se non con l'abbondanza di piccoli pesci alloctoni introdotti per foraggiare il black bass e ormai diffusisi ovunque. La natura fa il suo corso, ma è certo che qua in Sardegna non avremmo pesci se aspettassimo gli autoctoni...
Per quanto riguarda il black bass, ha il periodo di ferma per la riproduzione, come quasi tutti i pesci, mentre il pesce gatto non ce l'ha. Il black bass viene pescato abbondantemente anche quando è chiuso e il pesce gatto si è drasticamente ridotto di numero da solo! Paradossi...


"E ora siedo sul letto del bosco che ormai ha il tuo nome
Ora il tempo è un signore distratto, è un bambino che dorme
Ma se ti svegli e hai ancora paura, ridammi la mano
cosa importa, se sono caduto, se sono lontano..."
Faber, Hotel Supramonte
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elleelle
Moderatore Trasversale

Città: roma

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Flora e Fauna

Inserito il - 19 novembre 2010 : 09:54:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il ragionamento "è colpa nostra se sono arrivati certi alloctoni", secondo me, se sviluppato in maniera conseguente, dovrebbe portare alla conclusione che "è nostro dovere controllarli"; non che li dobbiamo lasciare in pace perché (ovviamente!) non è colpa loro.
Mi sembra anche che la considerazione che facciamo molto più danno noi con l'inquinamento di quanto ne fanno loro sia discutibile. Noi, se esce una buona legge e si riesce a farla rispettare, in teoria possiamo smettere di far danni da un giorno all'altro, mentre loro, una volta insediati, non si fermano più e continuano a far danni in maniera "naturale" e autonoma.
Vorrei anche allargare il discorso. Ci sono anche animali alloctoni che sono arrivati da noi con le loro gambe (pinne); pesci marini come il pesce serra che compete con la nostra spigola e il barracuda, che compete con i predatori delle coste rocciose come dentici e ricciole.
E ci sono anche specie autoctone che però stanno avendo uno sviluppo demografico anomalo grazie al cibo che ricavano dalle attività umane, come il gabbiano reale, la cornacchia grigia e i ratti.
Ci sono anche i migratori come gli storni, che distruggono a tappeto ragni e insetti.
Anche questi credo che minaccino la sopravvivenza delle specie più deboli.
luigi
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iperione
Utente Senior

Città: Cremona


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Inserito il - 19 novembre 2010 : 10:02:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di grigo:
se ne trovo uno spiaggiato ancora vivo lo ributto in acqua , non ce la faccio a lasciarlo li a crepare ... Sicuramente però non li aiuto a diffondersi ...




be', se lo ributti, visto che è dotato di capacità riproduttiva, mi sembra che, nel tuo piccolo, aiuti comunque la speciazza a diffondersi... non è un po' troppo comodo convincersi che sia sempre colpa di qualcun'altro?
riparto "ab ovo" per agguingere anche la mia parte di "delirio svalvolato" .
In Italia, a parte le leggi regionali citate che peraltro a volte contraddicono le norme nazionali, vige il DPR 357 e successive modificazioni che deriva dalle direttive europee e che vieta l'immissione sul territorio nazionale di animali appartenenti a specie e popolazioni non autoctone.
Una volta che ho estratto, con la lenza o col retino da naturalista, un qualsiasi animale "esotico" da un habitat nostrano (e di solito non me lo ordina il dottore...) dovrei anche farmi carico della responsabilità di non poterlo poi più ributtare, palle permettendo (anch'io, come gli altri intervenuti, nel ruolo di boia mi muovo con una certa difficoltà...). Se poi percepiamo le leggi come brutte ed assurde e per questo ci sentiamo obiettori, i possibili comportamenti conseguenti rientrano sempre nel campo della coscienza e dell'arbitrio di ciascuno.
Nell'indecisione, credo però che le indicazioni della comunità scientifica e del legislatore siano univoche.
Il fatto è che chi ha introdotto gli alloctoni sul territorio è, nella migliore delle ipotesi, inconsapevole del problema (nel peggiore dei casi ha un interesse particolare ed è totalmente indifferente alle conseguenze del suo gesto sugli ecosistemi "colpiti").
Presumo invece che chi invece frequenta Forum come questo, nella maggioranza dei casi, sia "condizionato" da un interesse a da un empatia nei confrionti di tutti gli esserei viventi che gli impedisce di approvare le azioni che comportano la soppressione di tutti gli organismi (visti anche come individui), anche di quelli che diventano incolpevoli protagonisti di veri e propri stravolgimenti degli ecosistemi invasi in seguito alle improvvide introduzioni da parte dell'uomo.
Poi però si arriva all'assurdo delle denunce e delle condanne a carico dei vertici dell'INFS quando avevano disposto le cattura e la soppressione degli scoiattoli grigi; l'iniziativa era tecnicamente ineccepibile e poteva in effetti avere un senso perchè al tempo era perfettamente possibile, a costi (economici ed in termini di vite sacrificate) contenuti, eradicare i primi nuclei di invasione. Con lo spauracchio della magistratura (che ha accolto tesi prettamente animaliste e a mio parere un po' limitate ed ipocrite anche se di facile presa su un'opinione pubblica superficiale) nessuno ha più fatto niente, i grigi si stanno pian piano espandendo e probabilmente fra un po' dovremo rinunciare (lo sappiamo perchè è già successo altrove) al nostro scoiattolo rosso, sopraffatto dall'agguerrito (ma tanto carino...) americano.

ciao

Iperione

Modificato da - iperione in data 19 novembre 2010 10:12:08
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limbarae
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Città: Berchidda
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Flora e Fauna

Inserito il - 19 novembre 2010 : 10:43:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Io l'ho già scritto altrove: in passato sono stato uno spietato sterminatore di pesci gatto, e non mi vergogno certo di dirlo. Ora semplicemente non vado più a pescare, per non dovermi porre il problema...
Si parte sempre da un presupposto: ciò che è dannoso è meglio eliminarlo. Chi di noi lascia svolazzare una zanzara tigre (o anche una zanzara normale)? Potendo, la si fa fuori. Il ragionamento è lo stesso. Il pesce gatto, il siluro etc. in cosa differisce da una zanzara secondo l'etica prettamente animalista? si tratta di esseri viventi? sì. Entrambi nascono, crescono, si nutrono, si riproducono e muoiono. Allora il sistema globalmente applicato con la zanzara perché è giustificabile mentre se applicato sul pesce gatto è ributtante?
Personalmente, una zecca che cammina sui miei pantaloni (o peggio, sulla mia pelle) è una zecca morta, e questa non è neanche alloctona. E' però pur sempre un animale, però mi pongo meno scrupoli che con qualsiasi altro essere vivente.
Un paio d'anni fa trovai sulla riva del lago Coghinas una testuggine acquatica di quelle che stanno negli acquari. Mi sembrava che non stesse tanto bene. Avrei dovuto eliminarla (più per compassione che per legge) ma l'ho lasciata lì. Probabilmente è morta di morte naturale poco dopo, non saprei. Sono questi i nostri limiti: sappiamo essere spregiudicati con ciò che ci sta bene e poi facciamo i moralisti con il resto.
Menziono zanzara e zecca perché sono il classico caso di animali che sono capaci di toccare la sfera della nostra salute. Ma una pseudorasbora non può avvelenare me o il mio cane, io neanche la vedo. Ecco qual'è il problema. Lontano dagli occhi lontano dal cuore.


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ugandensis
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Flora e Fauna

Inserito il - 19 novembre 2010 : 10:44:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il discorso di Elleelle è un ulteriore tassello da focalizzare con attenzione, e mi riferisco a quello che potrà sembrare un inutile esercizio filosofico, ma a me pare importante.
E cioè il fatto che chi arriva con le proprie zampe, ali o pinne non può e non deve essere ritenuto alloctono... termine che poggia il suo significato appunto sulla presenza come conseguenza di attività umane. Il rischio è quello di intrecciare pericolosamente concetti quali "dispersione" o "radiazione" con "minacce alla biodiversità in conseguenza di introduzioni artificiali", concetti che poco incastrano uno con l'altro. Ma questo ci riguarda (come sezione pesci, intendo) in modo marginale, poichè gli spartiacque sono una barriera fisica insormontabile, e il mare, se poteva rappresentare un mezzo di dispersione, lo ha già fatto e non da ieri.
Il nostro problema è un altro: e cioè che prima di partire per una guerra sarebbe bene individuare il nemico... e questo è quantomai difficile nel nostro caso: infatti ancora non abbiamo notizie sicure relative all'areale originario di una quantità imbarazzante di specie che ci sono moooolto familiari.
E laddove abbiamo raggiunto una ragionevole certezza ci troviamo in imbarazzo perchè -a rigor di logica- dovremmo letteralmente sterilizzare intere porzioni dei nostri bacini.
Bene. Anzi male.
E allora che si fa?
La mia proposta è quella di partire dall'inizio, riconsiderando prima di tutto la valenza complessiva del termine "biodiversità" (spesso responsabile di fraintendimenti e ambiguità), magari sostituendolo con "salvaguardia dell'esistente" (brutto ma non mi è venuto in mente altro...).
Quindi andiamo a vedere CHI deve essere tutelato, poi vediamo DA COSA e COME, magari prima di sparare nel mucchio con grande determinazione ma non altrettanto grande cognizione di causa.
In sintesi mi sembrerebbe più ragionevole individuare prima l'obiettivo della tutela, e solo dopo quello dell'eventuale lapidazione. Sembra un sofisma ma io ci vedo una differenza sostanziale.

Svilupperò meglio il concetto più avanti.



"...ho visto nina volare/ fra le corde dell'altalena/
un giorno la prenderò/
come fa il vento alla schiena.."

Modificato da - ugandensis in data 19 novembre 2010 10:45:34
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etrusko
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Inserito il - 19 novembre 2010 : 10:46:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Quoto, confermo e sottoscrivo quanto detto da Iperione sullo scoiattolo grigio.
Questo è un perfetto esempio dell'eccessivo garantismo biologico (o "buonismo") di cui parlavo più su.



NO all'autostrada in Maremma!
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ugandensis
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Flora e Fauna

Inserito il - 19 novembre 2010 : 11:13:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di iperione:


In Italia, a parte le leggi regionali citate che peraltro a volte contraddicono le norme nazionali, vige il DPR 357 e successive modificazioni che deriva dalle direttive europee e che vieta l'immissione sul territorio nazionale di animali appartenenti a specie e popolazioni non autoctone.

Iperione


Bisogna però precisare, a scanso di equivoci.
Poichè ci sono stati, in passato, dibattiti accesi sull'argomento, è utile ricordare che la legge proibisce sì l'introduzione e la reintroduzione di specie alloctone, ma anche di quelle autoctone. Sul significato di "reintroduzione" c'è poi stato un acceso scambio di vedute prima di assodare che è cosa ben diversa dal "rilascio" (rilascio in situ di esemplare raccolto in situ). Su quest'ultima pratica la legge dello Stato ovviamente non si pronuncia, mentre lo fanno alcune delibere locali, talvolta con l'obbligo della soppressione, talvolta con l'obbligo del rilascio (per la stessa specie). Localmente, infatti è una giungla: sono ancora soggette a misura minima trattenibile alcune specie che di fatto NON si possono proprio pescare per legge delle Stato (assurdo ma vero); inoltre, se catturi un Black bass sottomisura a cavallo fra due Provincie, devi avere con te il GPS per sapere con sicurezza dove ti trovi, allo scopo di sapere quale legge andrai a rispettare (uccidendo obbligatoriamente o rilasciando obbligatoriamente).

"...ho visto nina volare/ fra le corde dell'altalena/
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etrusko
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Inserito il - 19 novembre 2010 : 11:32:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
@ Ugandensis: infatti il mio pensiero è che dovrebbe essere vietata per legge, con un provvedimento chiaro e di valenza nazionale, qualunque immissione di specie autoctona o meno che sia in qualsiasi acqua libera, connessa con le acque libere o a rischio di connessione (inondazione, etc.).
Un privato che immette, per dire, barbi come quello che ho postato l'altroieri cosa ne sa di che specie sono visto che non riusciamo a determinarlo nemmeno noi?

@ Elleelle: non confondiamo alieni e non alieni, i pesci di mare "nuovi" NON sono alieni, da sempre ogni tanto in Mediterraneo si son catturate specie "strane" (squali martello caraibici, pesci istrice, scombridi tropicali, ecc.), il fatto che ora, probabilmente a causa dell'aumento delle temperature medie del mare, queste catture diventino più frequenti non muta la natura del fenomeno, migrazioni spontanee di pesci verso acque più a nord.
Per quanto riguarda i pesci lessepsiani (entrati dal canale di Suez, le cui catture in Italia si contano sulle dita di due mani) il discorso è più articolato: il canale di Suez è artificiale, ma l'ingresso dei pesci è avvenuto spontaneamente.

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grigo
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Flora e Fauna

Inserito il - 19 novembre 2010 : 12:18:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Allora sul fatto che non aiuto il rilascio di specie alloctone in natura intendevo in altri luoghi diversi da dove ormai la situazione è compromessa . LA cosa più intelligente ma dire anche utopica che si potrebbe fare sarebbe quella di obbligare al rilascio le speci nostrane nei corsi in cui si sono pescate ,o comunque mettere limitazioni , e obbligare a trattenere il pesce alloctono pescato quale che ne sia la fine cvhe farà . In questo modo avvantaggeremo gli autoctoni e svantaggeremo gli alloctoni . Inoltre direi sia quanto mai opportuno fare della propaganda : mettere cartelli dove si segnalano la presenza delle varie specie alloctone locali e come comportarsi in caso di avvistamento .

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etrusko
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Inserito il - 19 novembre 2010 : 12:25:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il buon senso c'è in quello che dici, ma non l'utilità, a mio avviso.
Infatti trattenere 50 pseudorasbore non ha senso (dato che nello stesso ambiente ce ne sono migliaia), significa solo uccidere inutilmente degli animali, non favorire gli autoctoni (ma trattenere un siluro di 20 kg il senso ce l'ha, specie in un ambiente non grandissimo).
Lo stesso rilasciare obbligatoriamente gli asutoctoni. Non tutte le specie ne hanno bisogno.

Distinguere caso da caso. Non è possibile scrivere una legge generale.

NO all'autostrada in Maremma!
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ugandensis
Utente Senior

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Flora e Fauna

Inserito il - 19 novembre 2010 : 12:30:51 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di etrusko:
....

Un privato che immette, per dire, barbi come quello che ho postato l'altroieri cosa ne sa di che specie sono visto che non riusciamo a determinarlo nemmeno noi?

...


E infatti non lo può fare, questo è acclarato.
In acque pubbliche (o comunque facenti parte di un reticolo idrografico che si estende oltre la mera proprietà privata) un privato non può immettere alcunchè, a prescindere dall'autoctonia o meno del materiale.
Su questo ci siamo.
Il problema verte invece su come comportarsi con quello che già c'è.
Qui la legge non ci aiuta, e qui dovremmo aiutarci fra noi ad individuare e definire le singole criticità in modo onesto, spassionato e consapevole, in modo da proporre linee guida che non ambiscono ad essere "normativa", ma piuttosto suggerimenti ponderati.
Non facile, ma possibile.

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Frustone
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Prov.: Siena

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Inserito il - 19 novembre 2010 : 12:50:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Confermo, la legge vieta in acque pubbliche tutte le immissioni di pesce non autorizzate,non si distingue tra autoctoni e alloctoni,è vietata indistintamente.

Per quanto riguarda la mia posizione,oramai è conosciuta e si allinea a chi non "digerisce" le presenze alloctone nelle nostre acque.
A differenza di tanta disinformazione che gira oggi, assistiamo a piccoli successi, esempi di acque recuperate cominciano a comparire, e sul danno che alcune specie alloctone apportano alle nostre acque, abbiamo altresì dati e riferimenti bibliografici.

Voglio dire, io credo sia impossibile avere un approccio naturalistico verso le nostre specie,assistere al rarefarsi di alcune nostri pesci e tollerare o addirittura difendere specie aliene o completamente fuori dai loro bacini idrici..

Recuperare certe acque si può, io ci credo fortemente, un buon metodo sarebbe quello anticipato al congresso di cui Massimiliano ci ha raccontato;

Ove è possibile stimolare il prelievo a scopi alimentari di queste specie.
Senza dubbio anche il discorso etico sarebbe un pochino più concepibile,uccidere per mangiarli è un altro conto.



Massimo.
------------------------
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iperione
Utente Senior

Città: Cremona


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Inserito il - 19 novembre 2010 : 13:07:51 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
sull'argomento, è utile ricordare che la legge proibisce sì l'introduzione e la reintroduzione di specie alloctone, ma anche di quelle autoctone.


Io mi riferivo al DPR 12 marzo 2003, n.120:

Art. 12.
(Modifiche all'articolo 12 del DPR 8 settembre 1997, n. 357)
3. Sono vietate la reintroduzione, l'introduzione e il ripopolamento in natura di specie e popolazioni non autoctone.

premesso che è un po' difficile capire cosa significhi reintrodurre specie non autoctone, se il divieto riguarda le non autoctone non sembrebbe interessare le autoctone (la cui eventuale "manipolazione", pur non competendo ai privati, è regolamentata da specifiche normative: caccia, pesca, forestazione, ecc...)

per le definizioni ci aiuta l'art.2.
(Modifiche all'articolo 2 del DPR 8 settembre 1997, n. 357)
o-sexies) non autoctona: popolazione o specie non facente parte originariamente della fauna indigena italiana;
r) introduzione: immissione di un esemplare animale o vegetale in un territorio posto al di fuori della sua area di distribuzione naturale".

e qui il legislatore, se deve regolamentare nel dettaglio (elenchi di specie da inserire nell'una o nell'altra categoria), si deve avvalere delle informazioni che gli passa la comunità scientifica.
Nel caso di contrasto con le normative regionali è senz'altro prevalente la nazionale (se qualcuno la applica...); certo che per il semplice cittadino tutto ciò è un disastro ed a volte è impossibile godere di informazioni e direttive chiare ed univoche.

Modificato da - iperione in data 19 novembre 2010 13:09:15
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etrusko
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Inserito il - 19 novembre 2010 : 14:01:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Anche a me l'argomento intriga parecchietto, è assolutamente cruciale e non ho dubbi che da un confronto pacato e sereno (anzi, da un brainstorming, termine molto di moda) possa uscir fuori qualcosa di interessantissimo.
Siamo grandi e credo che possiamo discutere urbanamente perchè le nostre opinioni, per divergenti che siano, sono dettate dallo stesso identico sentimento di amore per la natura.
Il guaio è che in molti ambienti la questione alloctoni ha assunto i colori dell'ideologia e la discussione che ne deriva prende i toni della discussione politica.
Servirebbe un Floris moderatore .
Intanto è molto bello che un sacco di utenti stiano facendo outing ittiologico dicendo cosa ne pensano della querelle alloctoni, tutta chiarezza in più.


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elleelle
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Flora e Fauna

Inserito il - 19 novembre 2010 : 14:20:00 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Nel messaggio precedente avevo lanciato un paio di idee senza trarne delle conclusioni.
E' chiaro che la migrazione e lo sviluppo anomalo di specie autoctone sono concettualmente fenomeni molto diversi dall'introduzione o rilascio diretto di specie alloctone e sottendono responsabilità diverse o non ne sottendono affatto.
Non mi sembra del tutto logico però (e forse un tantino "pilatesco") prendere posizione solo in base alle cause piuttosto che in base agli effetti.
Voglio dire che, se la biodiversità di un'area è minacciata, forse sarebbe opportuno chiedersi se sia opportuno difenderla da qualunque attacco, anche se naturale o seminaturale, comprese certe particolari "derive" spontanee, perché la conseguenza comune potrebbe essere l'estinzione di alcune specie.
Per esempio, si potrebbe incoraggiare la pesca delle specie non solo alloctone in senso stretto, ma anche di quelle con caratteristiche di invasività e che soppiantano di fatto le specie preesistenti (per esempio, eliminare misure minime e quantità massima, ove esistenti).
Anche perché è improbabile che in questi fenomeni non ci sia in un modo o nell'altro lo zampino dell'uomo.
luigi
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iperione
Utente Senior

Città: Cremona


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Inserito il - 19 novembre 2010 : 14:34:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Gli spunti di Luigi si rifanno ad un concetto alto di gestione che dovrebbe presupporre l'esistenza di una effettiva Autorità Direttiva, un monitoraggio rigorosamente scientifico dei processi in corso e l'adozione tempestiva di adeguate misure per orientarli correttamente; per tutto ciò dobbiamo constatare la disarmente carenza di risorse umane ed economiche, forse non riusciremo ad andare oltre ad una maturazione di convincimenti personali relativi ai comportamenti da adottare, e già se arrivassimo a questo sarebbe un buon successo.
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ugandensis
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Flora e Fauna

Inserito il - 19 novembre 2010 : 14:52:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ok, mi pare che siamo tutti in linea, e questo non può che fare piacere.
(a parte il brainstorming poc'anzi citato, che presuppone opportunità di avventure galanti molto più che contributo alla definizione dei problemi).
(io i brain li adoro quasi solo per questo).
La butto lì:
Che facciamo col luccio dall'Abruzzo in giù?
Che facciamo con la Fario in ambiente padano?
Che facciamo col Barbus plebejus sotto l'Appennino?
Che facciamo del Persico reale ovunque?
Che facciamo con le Alborelle?
Che facciamo con Pighi e Bottatrici (ovunque essi siano?)
Mi fermo qua, ma di materiale ce n'è molto più di questo che vi ho sommariamente sottoposto.

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grigo
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Flora e Fauna

Inserito il - 19 novembre 2010 : 20:01:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
scusate ma il persico reale non è autoctono ?
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ugandensis
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Flora e Fauna

Inserito il - 19 novembre 2010 : 20:27:00 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
No, non lo è.
Introdotto nel 1860 in ambiente padano a partire da materiale transalpino (forse danubiano) e da lì poi diffuso nel resto della penisola.
Vedi come diventa difficile?

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limbarae
Moderatore


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Flora e Fauna

Inserito il - 19 novembre 2010 : 22:52:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ora voglio la lista dei pesci sicuramente autoctoni in Italia.
Esiste?


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