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CP
Utente Senior


Città: Modena
Prov.: Modena

Regione: Emilia Romagna


1446 Messaggi
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Inserito il - 27 ottobre 2010 : 12:32:43 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Questa mattina con soli 3 gradi ho trovato un riccio mezzo assiderato nel cortile di casa.
L'ho raccolto e messo in una cesta piena di stracci in cantina
Sono andato a controllare adesso e l'ho trovato addormentato sotto alla pila di stracci
DOMANDA
Mi conviene tenerlo a "svernare" in cantina tenendogli a disposizione, nei perodi in cui si dovesse svegliare dal letargo, acqua e cibo o liberarlo in modo che si cerchi un riparo (anche la prossima notte mettono temperature rigide) da solo
Grazie

Ciao, barcollo ma non mollo

CP

Modificato da - vladim in Data 14 marzo 2020 18:45:11

mukusluba
Utente Senior


Città: Lugano


2036 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 27 ottobre 2010 : 12:47:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ciao,
io non so aiutarti ma potresti provare a contattare un centro di recupero o un veterinario

il mio sito:
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saltimpalo
Utente Senior

Città: Firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


2642 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 27 ottobre 2010 : 12:58:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bisogna vedere innanzitutto che età potrebbe avere il riccio.
Se è piccolino sicuramente non sopravviverebbe al freddo inverno.
Stesso discorso se fosse molto anziano e/o debilitato.
Praticamente funziona cosi: o lo tieni in casa oppure prova a contattare:
S.O.S. RICCI
Via L. Ariosto, 15
42046 Reggiolo RE

Parla con la direttrice del centro Marina Setti che è la più grande esperta di ricci che ci sia in Italia.
Se non lo puoi tenere lo puoi lasciare anche a lei ...dopotutto 40 chilometri non sono tanti..

Ciao Francesco


Oggi è molto difficile amare la natura planiziale perchè sai benissimo che ciò che vedi oggi....domani potrebbe essere coperto da asfalto o cemento; ma non demordo ed ho la certezza che presto questi signori arretreranno ed andranno in rovina!

---STOP AL CONSUMO DI TERRITORIO!!!---
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Luciano54
Moderatore


Città: Forlì
Prov.: Forlì-Cesena

Regione: Emilia Romagna


4961 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 27 ottobre 2010 : 13:39:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Aspetta qualche giornata soleggiata o tiepida (ne verranno ancora) ... e poi liberalo; che sopravviva o meno, .... per lui penso sia sicuramente meglio la libertà ... di qualsiasi alternativa.
Ciaoo

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francescobaldi
Utente V.I.P.


Città: forte dei marmi
Prov.: Lucca

Regione: Toscana


250 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 27 ottobre 2010 : 17:01:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
pesalo, se è sotto i 400 - 500 grammi non liberarlo altrimenti non passa l'inverno.(1 settimana fa ne ho beccato uno di appena 290 grammi) Affidalo a un cras oppure tiello controllato finchè non arriva ad almeno 500 g (di solito gli adulti in questo mese dovrebbero essere sugli 700-800 per stare bene). Toglili le zecche e raggiunto un peso minimo accettabile liberalo. Se hai tempo fagli una cassettina in giardino con della paglia dentro e sarranno felici
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CP
Utente Senior


Città: Modena
Prov.: Modena

Regione: Emilia Romagna


1446 Messaggi
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Inserito il - 27 ottobre 2010 : 21:03:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie a tutti.
Mi sa che lo terro in cantina visto che questa sera era ancora più rintanato nella cesta ed è gia in letargo. Ho gia provveduto per acqua e cibo nel caso di un languorino

Per Luciano guarda che è un essere vivente che verra rimesso allo stato libero la prossima primavera e non tenuto in gabbia

Per Saltimpalo adesso la contatto per avere tutte le dritte necessarie

Ciao, barcollo ma non mollo

CP
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Luciano54
Moderatore


Città: Forlì
Prov.: Forlì-Cesena

Regione: Emilia Romagna


4961 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 27 ottobre 2010 : 22:16:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di CP:
Per Luciano guarda che è un essere vivente che verra rimesso allo stato libero la prossima primavera e non tenuto in gabbia .....

... e che non passerà il prossimo inverno ... perche aspetterà invano di trovare un'altra cassetta piena di paglia.

La pensiamo in maniera molto diversa su queste cose, ... e credo sia inutile che ciascuno di noi tenti di fare cambiare idea agli altri.
Questo non vuol dire che io pensi che non sono esseri viventi ... o che li detesti ... semplicemente non gli costruisco cassette .. non li peso ...e non li tengo in cantina o in casa; ... però lascio una sorta di rifugio (formato dalle cavità di un palet) sotto alla piccola catasta di legna che uso per la stufa ... ad uso e consumo di chi la vuole liberamente utilizzare ... (abito nella prima periferia di una città ... e pensavo che fosse aempre "disabitata"); ... invece in estate viene spesso utilizzata da un biacco (o da più biacchi) ... difficilissimo da vedere (per sua fortuna ... molti vicini hanno il terrore delle "biscie"); .... in questo periodo ho già sentito diverse volte i piccoli "grugniti" dei ricci (forse si litigano il "possedimento") .... ma non mi passa neanche per la testa di andare a vedere quanti sono ... o di pesarli .... o di portarli in casa se pesano poco ... ma sono contento che ci siano; ... e rispetto la loro vita ... o la loro morte, .... rispetto la loro libertà!
Ciaoo

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stefanovet1958
Utente Super


Città: Capocavallo di Corciano
Prov.: Perugia

Regione: Umbria


8074 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 27 ottobre 2010 : 22:50:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Rispettabilissimo il tuo punto di vista,Luciano, però nell'esistenza di ogni essere vivente, ci sono delle variabili, che possono determinarne il destino. Magari quel riccio ha mangiato tempo fa il "lombrico sbagliato" e ha sviluppato una parassitosi che non gli avrebbe permesso di superare l'inverno:è un evento comune tra i ricci, e fa parte delle cause della loro selezione in natura. Un'altra variabile, però oltre al lombrico infestato dalla Capillariapuò essere l'uomo, con cui condivide l'ambiente in cui vive: l'uomo al volante dell'auto che lo schiaccia, o l'uomo che lasciando il cibo ai gatti della colonia sotto casa, nutre involontariamente il riccio a sua insaputa, il contadino che mettendo il maledetto lumachicida sull'insalata, uccide anche il riccio,e le persone che raccolgono all'inizio dell'inverno i ricci debilitati, li curano, e li restituiscono alla natura, entrando a far parte di quelle variabili che fanno parte dell'esistenza del riccio e di tutti gli esseri viventi. Forse dovremmo restare spettatori interessati, ma non protagonisti degli eventi fra i "selvatici" ma l'uomo moderno è il principale regista del futuro dei viventi, nel bene e nel male. Domanda provocatoria:secondo te i centri di recupero degli animali salvatici sono una chance per gli animali, o delle strutture di cui dovremmo fare a meno?
ciao
Stefano
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PiEffePandolfi
Utente Junior

Città: Roma
Prov.: Roma

Regione: Lazio


28 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 27 ottobre 2010 : 23:14:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di stefanovet1958: Domanda provocatoria:secondo te i centri di recupero degli animali salvatici sono una chance per gli animali, o delle strutture di cui dovremmo fare a meno?


Se mi fosse possibile risponderei in qualità di volontario di un Centro Recupero da quasi cinque anni, scusandomi anticipatamente perchè sono conscio di andare leggermente off topic.

Ho avuto modo di riflettere molto sulla tua domanda, nel corso del mio lavoro, e sono giuto alla conclusione che i CRFS dovrebbero esistere per cercare di diminuire quanto più possibile i danni derivati dall'impatto dell'uomo sull'ambiente. C'è una discriminante molto forte, a mio parere, tra un riccio morto investito da un'automobile e un altro, partorito a fine Agosto e appartenente ad una seconda cucciolata di animali che da migliaia di anni hanno un tasso di mortalità oggettivamente più alto dei loro fratelli nati a Luglio o giù di lì. Non ho mai avuto il pacere di confrontarmi con il leggendario SOS Ricci di Reggio Emilia, ma ritengo che bisognerebbe essere cauti nel divulgare informazioni che potrebbero essere interpretate come "Andate in giro a catturare e rimpinzare di cibo tutti i ricci che pesano meno di 500 g che trovate, altrimenti muoiono!!"

Buonanotte e scusate ancora la divagazione.
Pier Francesco
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stefanovet1958
Utente Super


Città: Capocavallo di Corciano
Prov.: Perugia

Regione: Umbria


8074 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 27 ottobre 2010 : 23:30:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
C'è una discriminante molto forte, a mio parere, tra un riccio morto investito da un'automobile e un altro, partorito a fine Agosto e appartenente ad una seconda cucciolata di animali che da migliaia di anni hanno un tasso di mortalità oggettivamente più alto dei loro fratelli nati a Luglio o giù di lì.


Perfettamente d'accordo, ma dal punto di vista del riccio (ammesso che ne abbia uno)il risultato è lo stesso: PERICOLO DI MORTE. Ora nel primo caso, l'uomo è diretto responsabile, nel secondo la natura fa il suo corso. Ma l'uomo con le sue attività, con l'automobile,con le sue scelte gestionali in agricoltura, è entrata a far parte della biologia del riccio ( e degli altri esseri viventi) alla pari dei parti autunnali, dei predatori e delle malattie che ne condizionano l'esistenza. Non ritengo sia eticamente scorretto intervenire nel secondo caso, e giusto solo quando si cerca di attenuare i danni derivati dall'impatto dell'uomo sull'ambiente
ciao
Stefano
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Luciano54
Moderatore


Città: Forlì
Prov.: Forlì-Cesena

Regione: Emilia Romagna


4961 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 28 ottobre 2010 : 00:18:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il discorso si fa decisamente interessante ... e tutt'0altro che semplice da definire.
Non ho certezze Stefano, ... e non sono certo che il mio modo di vedere le cose ... sia il migliore.
Navigo a braccio ... sulla base di quelle poche cose di cui ho avuto esperienza diretta; ad esempio un piccolo cerbiatto raccolto erroneamente da qualche passante che lo crede abbandonato ... può essere portato in un centro di recupero .... o lasciato il più vicino possibile al luogo del ritrovamento.
Nella seconda soluzione le probabilità di sopravvivenza sono certamente inferiori .... ma non metterei mai in atto la prima.
Anni fa era iniziata una "campagna" per salvare le nidiate di albanella situate nel grano (la mietitura faceva strage)... si è poi visto che maggiore era il numero di covate messe in salvo .... maggiore era il numero di albanelle che tendeva a nidificare nei campi di grano ... con ovvie conseguenze (il classico cane che si morde la coda); spesso l'intervento umano produce effimeri effetti benefici per qualche individuo ..... quasi mai per le specie.



Messaggio originario di stefanovet1958:
.... secondo te i centri di recupero degli animali selvatici sono una chance per gli animali, o delle strutture di cui dovremmo fare a meno?


Sono una chance per gli individui (a volte) .... non per la specie.
Ammiro e stimo le persone che ci lavorano ... ma onestamente penso che servano più a mettere a posto la coscienza umana .... che ad aiutare veramente la fauna selvatica. Sono sempre convinto che il dolore di una zampa rotta (o altro) sia nettamente inferiopre a quello indotto dalla prigionia ... rosea fin che vuoi.
Ciaoo.

P.s. grazie per gli spunti di riflessione ... anche a Pier Francesco

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francescobaldi
Utente V.I.P.


Città: forte dei marmi
Prov.: Lucca

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Flora e Fauna

Inserito il - 28 ottobre 2010 : 08:17:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
anche io sono volontario in un CRAS e condivido l'opinione di pierfrancesco, riguardo la loro utilità come "ammortizzatori" dei danni provocati dall'uomo agli animali. Tipo i ricci schiacciati dalle macchine o falciati col falciatore per l'erba (ne ho viste di tutti i colori), ai paperi a cui i ragazzini sparano con i fucili a gas, alle volpi investite , agli allocchi investiti la notte dalle auto, ai classici cerbiatti raccolti ( a decine solo da noi ogni anno), agli uccelletti o i tanti rapaci vittime dei cacciatori, a tutti gli animali esotici e non sequestrati e tanti altri esempi. Un piccolo modo per alleggerire i danni che la gente fa, senza alterare nessun ecosistema. Una variabile positiva la definirei citando stefano.
ciao
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CP
Utente Senior


Città: Modena
Prov.: Modena

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 28 ottobre 2010 : 20:38:09 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
... e che non passerà il prossimo inverno ... perche aspetterà invano di trovare un'altra cassetta piena di paglia.

Caro Luciano ieri sera mi sono documentato sul sito SOS RICCI e passato il periodo del letargo in "cattità" tornano alla loro vita normale in natura come hanno fatto prima dell'arrivo del freddo.
Come gia scritto da altri gli esemplari nati verso fine agosto non vanno in letargo perchè non hanno raggiunto la quantita di grasso necessaria per passare l'inverno e quindi vagano per cercare il cibo che non troveranno per morire di fame e di freddo
Secondo la tua filosofia niente più cassette nido anche se gli alberi maturi sono pochi in pianura, niente più mangiatoie tanto ci sono le coltivazioni trattate, si trova un riccio che quando l'ho preso non aveva neanche la forza di chiudersi a palla e lo lascio ad agonizzare al freddo...
Certo non posso aiutarli tutti e nemmeno dare da mangiare a tutti però cerco di fare il possibile nei miei limiti

Ciao, barcollo ma non mollo

CP

Modificato da - CP in data 28 ottobre 2010 20:55:07
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saltimpalo
Utente Senior

Città: Firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


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Flora e Fauna

Inserito il - 28 ottobre 2010 : 21:03:58 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il dilemma "aiuto o non aiuto" un animale selvatico è un tema un pò spinoso che non è sicuramente facile da decifrare.
Teoricamente, se ci trovassimo all'interno di un area ancora integra dal punto di vista naturalistico, il discorso non farebbe una grinza:
sarebbe sbagliato aiutare un animale in difficoltà perchè sicuramente
la natura avrebbe già fatto le sue selezioni ed i soggetti più forti e fortunati sarebbero poi quelli che portano avanti la razza e la discendenza e....sarebbe giusto cosi...
Ma, come diceva CP, l'urbanizzazione soprattutto degli ambienti di campagna è praticamente "esplosa" e molte popolazioni si possono senz'altro già definire relittuali, senza dei corridoi ecologici che ne possano garantire la sopravvivenza nel lungo termine, isolati da strade ad elevata circolazione automobilistica.
In aggiunta quei pochi spazi rimasti spesso vengono diserbati e sfalciati regolarmente in virtù di una cultura del bello chè secondo me è molto discutibile. Non parliamo poi degli insetticidi che regolarmente vengono dati nel periodo estivo per le zanzare e ti accorgerai che il discorso: lasciamo fare alla natura perde molto di significato. Certo.... lasciamo fare alla natura! ma anche...lasciamo stare la natura!

Ciao Francesco


Oggi è molto difficile amare la natura planiziale perchè sai benissimo che ciò che vedi oggi....domani potrebbe essere coperto da asfalto o cemento; ma non demordo ed ho la certezza che presto questi signori arretreranno ed andranno in rovina!

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Hedgie
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Città: Bologna
Prov.: Bologna

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Inserito il - 30 ottobre 2010 : 19:15:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Da alcuni anni mi occupo di ricci europei ed ho collaborato anche con Marina di SOS Ricci.
Non entro nel merito di cosa sia giusto o sbagliato, mi limiterò a fornire qualche indicazione utile.
TUTTI i ricci fanno il letargo: adulti, piccoli, magri, grassi. Quando le temperature esterne si assestano intorno ai 10 gradi circa ha inizio il letargo.
I ricci che superano gli 800 g di peso hanno buone possibilità di superare con successo il lungo sonno invernale e risvegliarsi a primavera. Quelli molto al di sotto degli 800 g hanno poche speranze. Non dispongono infatti di scorte di grasso sufficienti da consumare durante l'inverno e nella maggior parte dei casi muoiono.
Come ha fatto notare Stefanovet, molto spesso i ricci sono attaccati da parassiti esterni (zecche, pulci, larve di mosca, ecc.) e/o interni (vermi intestinali, polmonari) che ne rallentano/bloccano la crescita succhiandogli letteralmente le energie.
Se teniamo conto anche del fatto che in questo periodo la principale fonte alimentare del riccio è pressochè assente (mi riferisco agli insetti), possiamo facilmente intuire quante possibilità abbia un piccolo riccio di crescere e sopravvivere.
Nei centri di recupero che si occupano specificamente di ricci europei la prassi è questa: i ricci che in questo periodo non raggiungono 700-800 g di peso vengono tenuti al caldo (ad una temperatura di almeno 18 gradi) in modo che saltino il letargo. Vengono sverminati e nutriti quotidianamente per far sì che prendano peso. Poi a primavera è necessario riabituarli gradualmente alla vita selvatica attraverso la riabilitazione, verificando che sappiano procurarsi il cibo, costruirsi una tana e difendersi.

CP, sai dirmi quanto pesa il tuo riccio?

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CP
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Inserito il - 31 ottobre 2010 : 16:04:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Hedgie il "mio riccio" pesa 550 g (pesato questa mattina). Ho mandato tutti i dati comprese le foto che allego anche a Marina due ore fa,senza peso non mi ha potuto dire niente (comunque non possono prendere ricci di altre province) e aspetto notizie
Ieri l'ho tolto dalla cesta e l'ho messo in un nuovo riparo sempre all'interno con una temperatura di 16 gradi ma lui continua il letargo.
All'esterno del "nido/tana" pezzi di mela crocchette per gatto e acqua fresca


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L'alternativa è portarlo al CRAS "Il Pettirosso" qui a Modena

Ciao, barcollo ma non mollo

CP
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Hedgie
Utente Junior

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Inserito il - 31 ottobre 2010 : 17:39:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
A 16 gradi potrebbe metterci un po' per uscire dal letargo.
Portalo gradualmente ad una temperatura maggiore con l'ausilio di una borsa dell'acqua calda, dapprima tiepida e poi più calda, ma sempre avvolta in un asciugamano in modo che non scotti.
Ti consiglio di tenere il riccio all'interno di uno scatolone (o altro contenitore) con le pareti alte almeno 50-60 cm perchè se si sveglia e comincia ad andare a spasso per casa potrebbe cacciarsi nei guai: potrebbe rimanere incastrato in qualche fessura stretta, rosicchiare cavi o piante e ingerire sostanze nocive. Un altro pericolo potrebbe essere rappresentato da fili e capelli sparsi sul pavimento che potrebbero attorcigliarsi attorno alle sue zampine bloccando la circolazione.
Se si sveglia e lo senti freddo al tatto non dargli da mangiare, è meglio evitare di nutrire un animale ipotermico.
Se invece ha il ventre caldo puoi dargli un po' di pappa, quella che gli hai messo nel piattino va bene.

Al Pettirosso di Modena sono molto bravi con i ricci, se fossi in te lo affiderei a loro senza esitazioni.

PS: Nella terza immagine si vedono delle chiazze più scure, tendenti al rosso, sul corpo del riccio. E' un effetto della foto oppure si tratta di sporco, sangue rappreso...?
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CP
Utente Senior


Città: Modena
Prov.: Modena

Regione: Emilia Romagna


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Inserito il - 31 ottobre 2010 : 22:06:43 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie di tutto Hedgie
La 3 foto è ipersfocata fatta con la vecchia coolpix 4500 senza faretto per la messa a fuoco col flash
Ho telefonato al Pettirosso e lo prendono anche se un po' mi dispiace

Ciao, barcollo ma non mollo

CP
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CP
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Inserito il - 01 novembre 2010 : 10:21:00 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Questa notte è uscito dalla tana/nido e ha mangiato un po' dei pezzi di mela e, forse, qualche crocchetta (alcune sono fuori dal piattino)
Comunque, per sicurezza, l'ho portato al CRAS "Il Pettirosso"

Ciao, barcollo ma non mollo

CP
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francescobaldi
Utente V.I.P.


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Flora e Fauna

Inserito il - 01 novembre 2010 : 11:04:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
hai fatto bene!
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Hedgie
Utente Junior

Città: Bologna
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Inserito il - 01 novembre 2010 : 12:10:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bene, allora il riccio si è svegliato!
Vedrai che al Pettirosso sarà trattato bene.
Buon proseguimento a te e anche al riccio!
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