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spyrozzo
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Città: palermo
Prov.: Palermo

Regione: Sicilia


3 Messaggi
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Inserito il - 28 settembre 2010 : 14:24:35 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia  Controlla la Mappa di Google dal Satellite

Nazione: Italia Regione: Sicilia Provincia: ME Comune: mistretta Localitŕ:
Appuntamento alle 6, ma Davide scopre di avere dimenticato gli scarponi a casa e così allunghiamo un poco il giro. Tappa all'autogrill per il caffé e la benzina e quindi via alla volta di Mistretta. Senza troppe difficoltà troviamo l'accesso alla dorsale e posteggiamo la macchina.
Pochi minuti per calzare gli scarponi e zaino in spalla ci avviamo. Sono le 9.45. La giornata è stupenda, cielo limpido ed un caldo sole. Il primo tratto è asfaltato ma in prossimità dal lago dell'Urio inizia lo sterrato. Camminiamo di buona lena, con la perplessità che mentre su google il percorso ricordavo fosse immerso negli alberi, qui di alberi neanche l'ombra.

Dopo qualche chilometro troviamo una cagnetta che comincia a seguirci, ok adesso siamo in tre. Dopo un'oretta cominciano gli alberi e decidiamo di rifocillarci. Troviamo un mini spiazzo nella vegetazione e liberatici degli zaini ci facciano un pessimo caffè ed assaggiamo la torta all'ananas gentile omaggio della mia signora.

Nel mentre passano 2 fuoristrada, primi di tanti altri, e tutti nella direzione della nostra destinazione. Il gps ci è fedele compagno, informandoci sul percorso fatto e su quello restante. Le soste sono veramente ridotte all'osso, anche perchè la stanchezza è al momento relativa. Non abbiamo ancora trovato pendenze impegnative, ed io sono felice, finalmente un bel percorso leggero.

Quello però che non mi torna è che dobbiamo arrivare a quota 1500 mentre continuiamo a viaggiare attorno ai 900. Ad un certo punto termina il bosco e la strada comincia a scendere... c'é caldo e cominciamo a sudare ed ecco che compaiono le mosche, mosche che ci daranno il tormento per tutto il resto del percorso, ritorno incluso.

Verso le 12.30 troviamo una pinetina e ci accampiamo per riposare e mangiare. Per trovare sollievo dalle mosche mi corico sul tappetino e mi copro la faccia con la shemagh. Dopo un pò, esco il fornelletto e riscaldiamo un'ottima zuppa di legumi della knor. Fantastica! Passa una suzuki e la cagnetta comincia a seguirla abbandonandoci, ingrata!
La pausa è durata pure troppo e decidiamo di ripartire. Ma a parte qualche salitina la strada continua a scendere. Dopo una consultazione al gps, scopro che dobbiamo scendere in una vallata per poi attaccare il salitone. Finalmente arriviamo in fondo, dove scorre un placido ruscelletto.

Scatta la proposta indecente: "mettiamo i piedi a mollo". Io tra l'altro sono particolarmente sofferente perchè ho il giradito ad entrambe gli alluci, e per non farli toccare con la punta degli scarponi e vedere le stelle, li tengo strettissimi. Mi ritrovo 2 panzerotti al posto dei piedi, e l'acqua gelida mi fa gridare di piacere. 4 chiacchiere, cambio le calze mettendone un paio più sottili (le solette in gel che ho messo occupano troppo spazio) e ci apprestiamo alla salita. Di salite ne ho viste tante, ma questa le batte tutte. Siamo in mezzo ad uno splendido bosco, costellato però di immondizia. Sono schifato! É una zona A e dovrebbe essere intonsa. Ma la forestale dov'é? E intanto si sale sale sale, e le mosche che ci girano attorno ci fanno sembrare 2 cacche ambulanti! L'acqua comincia a scarseggiare e quindi anche il fermarsi è pura utopia, bisogna raggiungere Portella dell'Obolo dove c'è un grande abbeveratoio. Intanto siamo ridotti a 2 stracci, e le pause sono sempre più lunghe. si stà facendo buio, e mancano quasi 5km quando in una radura scorgo la familiare sagoma di un abbeveratoio. Ad ogni buon conto optiamo per riempire le borracce. L'acqua é un filo, e l'abbeveratoio dentro ha di tutto. Esco il depuratore, e 300cl a volta riempiamo le borracce. Poi, mettiamo anche le pasticche di micropur forte. E' veramente tardi, Davide propone di accamparci qui, ma io voglio la destinazione ed il fontanone che ci aspetta. Mi avvio, ma dopo neanche 100 metri parte in me una vocina che mi ricorda la mia prima regola: "mai fare esperimenti". Guardo in alto ed è decisamente scuro, mi volto verso Davide e gli dico "basta, accampiamoci, tanto l'acqua ce l'abbiamo". Torniamo sui nostri passi fino alla radura e comincio a guardarmi attorno per trovare gli alberi per le amache. Davide mi dice che è meglio addentrarsi un po più nel bosco. Decisione che si rivelerà provvidenziale. Ci arrampichiamo sull'anfiteatro che circonda la radura, e dove la pendenza è minore scegliamo gli alberi. Io vigliaccamente opto per una soluzione stile matrimoniale, insomma vicini vicini. Sotto gli alberi è già notte e noi siamo ancora a zero. Indossiamo le lampade frontali ed iniziamo a darci dentro. In 2 minuti abbiamo tutto fuori dagli zaini, ed io che sono completamente ignorante sulla collocazione di amaca, con ansia montante osservo Davide all'opera. Finalmente le amache sono in posizione, è notte fonda, e mentre posizioniamo il cordino per la zanzariera ed il tarp, dal fitto del bosco, nero come la pece, arriva una specie di ansimo, molto basso ma forte, chiaro sintomo della vicinaza della sorgente. Mi si accappona la pelle, ed a pensarci bene, se non l'avessi sentito poco prima quando avevano incrociato dei maiali selvatici...
Insomma questi animali fanno un verso che di notte, se uno ha un minimo di fantasia... Beh da farsi diventare tutti i capelli bianchi.
Ma io già ce li ho, e così presa la mia Fenix a tutta potenza comincio a sciabolare la macchia a scopo intimidatorio. Sarà stata fortuna, sarà che il maiale aveva altro da fare, ma dopo 2 minuti se n'era già andato...
Sempre in preda al panico per il casino di cose ancora da fare, e con un accenno di gastrite montiamo i tarp. Ceniamo ormai distrutti dalla stanchezza con la torta di mia moglie, e iniziamo a dedicarci alla chiusura degli zaini e successiva messa in sicurezza. Voi non avete idea quanto sia difficile alzare 2 zaini quasi pieni a 3 metri d'altezza usando un paracord! Alla fine ci riusciamo, ma il paracord sembra una corda di violino.
È da mò che ho deciso di coricarmi così come sono, salvo la sostituzione della fetente maglietta quechua con una in cotone fresca di bucato.
Proprio all'ultimo minuto faccio pipì marcando al contempo il territorio (alle volte...), e riesco non senza timore ad entrare nell'amaca. Wow! è stabile! I miei complimenti alla DD-Hammocks! Il materassino scout inserito nell'intercapedine è magico, e scoperto con il sacco a pelo da un lato e tutti i beni di valore nella busta dell'amaca dall'altro cerco di addormentarmi. Le gambe mi fanno un male cane e mentre cerco una posizione ideale mi copro con il sacco a pelo e mi addormento.
Vengo svegliato da 4 colpi d'arma da fuoco in rapida successione sparati da meno di 100 metri da noi. Ma che cazz! Sono preso dalla botta, e la prima cosa che penso è che hanno ammazzato qualcuno. Lungi da me quindi il farmi vedere-sentire. Sono nel panico, qualcuno con una potente lampada scruta nel bosco, illuminandoci per un paio di volte. Sottovoce chiamo Davide e gli chiedo se è sveglio, lo sento rispondere e gli intimo di non fare il minimo rumore.
Ma che ci fa stà gente di notte nel bel mezzo del nulla? Cacciatori di frodo, malviventi, pastori... Insomma non mi sembra gente da invitare aprendere un caffè. Con ansia, attraverso la zanzariera spio il tizio con la lampada e quando lo vedo sparire alla mia destra e spegnere la luce perdo ogni riferimento e scrutando nel buio con tutti i sensi all'erta cerco di capire dove si trovi.
Lo sento fischiare, mentre accende il faro, un'altra voce risponde "arrivo", una macchina si mette in moto e si avvicina a noi, si ferma fa inversione e torna indietro...
Non capisco, c'era un sacco di spazio dov'era prima... Mah...
La mia mente va a 3000 e cerco di capire perchè questi tizi sono qui.
Davide sussurra "devono averci visti" ma noi eravamo ben infrattati e confidavo nel verde delle amache e del tarp. La macchina riparte e si allontana, ma il tizio con la lampada? Restiamo immobili per altri 5 minuti, quindi dico a Davide "possiamo dormire".
Si stà benissimo, ogni tanto mi sveglio e sento campanacci da tutte le parti e rumori del bosco alle mie spalle. La luna splende nel cielo e tutto è illuminato.
Verso l’alba comincio a sentire freddo e mi copro meglio con il sacco a mò di coperta. Comunque ho mantenuto in testa la frontale e la Fenix ed il coltello sul petto.
E’ l’alba, stupenda e maestosa attraverso gli alberi filtra tra la rete della zanzariera, ma di alzarsi non se ne parla.
Solo verso le 9 decidiamo di scendere. Mentre Davide fa colazione io smonto tutto, scendo gli zaini e stivo il mio.
In mezz’oretta siamo pronti e ci avviamo sulla strada del ritorno.
Le salite del giorno prima ci aspettano, con discese spacca ginocchia, ma come si dice “a scendere tutti i Santi aiutano”. In un’ora facciamo quanto il giorno prima avevamo percorso in 4 ore. Arriviamo a valle ed al torrente con il depuratore riempiamo le borracce. Nelle mie però non ci metto micropur. Adesso c’è la salita fino al falsopiano di circa 7 km fino all’auto. Siamo già cotti ed a metà faccio il botto. Davide propone di lasciarmi lo zaino e di andare a prendere la macchina.
Io sono perplesso non è un 4x4 ma alla fine vigliacco acconsento. Stendo il tappetino e inizio a dormire. Dopo 48 minuti lo sento tornare: come volevasi dimostrare, non è strada da potersi fare con un’utilitaria… si riparte!
Conto i riferimenti che ci separano dal piano, fortunatamente gli attacchi sono finiti e le pendenze sono molto più dolci, insomma si cammina.
Davide si distacca ed io, lemme lemme, tra una foto ed una seduta salgo prendendomi le mie pause. Vedo dei maiali selvatici, ed in alto un grifone, il tutto è stupendo!
Improvvisamente cala la nebbia, il sole sparisce e comincio a sentire freddo, qualche goccia comincia ad arrivare…
Mi fermo e comincio a pensare cosa uscire dallo zaino, e mentre rifletto sento rumore di auto.
Sono 3 ragazzi di Catania con 2 4x4 carichi all’inverosimile ed in configurazione camel trophy.
Li fermo e gli chiedo un passaggio. Sono gentilissimi e disponibilissimi. “siamo in due” gli dico e loro, in cantilenante catanese mi rispondono che il posto si trova.
Partiamo e raggiungiamo Davide, lo carichiamo sull’altro fuoristrada e ci avviamo.
Piove, comincia a piovere di brutto, e l’aria diventa gelida.
In pratica copriamo in mezz’oretta quello che avremmo dovuto fare noi in 4 ore.
Arriviamo all’ingresso della dorsale, scarichiamo gli zaini, li ringraziamo fino all’inverosimile e, caricata la macchina torniamo a casa.
Al bar di Mistretta (siamo affamati ed assetati) incontriamo una famiglia che si era spinta con un Santa Fè fino al lago dell’Urio (circa 2 km e neanche tutti su sterrato). Erano esaltatissimi, neanche avessero vinto la Parigi-dakar!
Io e Davide, seduti al tavolino, infangati, sporchi puzzolenti ed ancora sudatissimi, li guardiamo, scuotiamo la testa e riprendiamo a bere la nostra minerale fredda.

chi desiderasse il file .GPX non ha che da chiedere.

CONSIDERAZIONI

la cosa più importante in questi escursioni è decisamente l'acqua.
i nebrodi ne sono pieni, ma non pensate di trovare fontane ogni 2 chilometri. tra l'altro in alcune c'è scritto "acqua non potabile", ma questo è dovuto esclusivamente al fatto che non transita dal depuratore della rete idropotabile comunale ma viene direttamente dalla sorgente.

personalmente ritengo sia migliore di tante acque anche in bottiglia, ma NON MI ASSUMO NESSUNA RESPONSABILITA' sulla relativa purezza.

consiglio quindi di munirsi di un depuratore come quelli della katadyne,della delios (che posseggo) o altri. l'uso di questi strumenti filtra gran parte degli agenti patogeni, poi, per completare l'opera di potabilizzazione potete utilizzare prodotti come il MICROPUR FORTE che "dovrebbe" concludere il processo.

ripeto, queste sono le accortezze che IO uso, e le espongo in questa sede solo a titolo descrittivo, senza assumermi NESSUNA RESPONSABILITA'.

a distanza di neanche 24 ore ci siamo ritrovati pieni di punture d'insetto. sembrerebbero pulci e quindi, prima di partire consiglio vivamente l'uso della permetrina. il prodotto commerciale che la contiene è il "biokill" ma è anche possibile (trovando la farmacia che la vende sfusa) farsi la soluzione con la concentrazione che si preferisce. la permetrina è una sostanza attiva antiparassitaria utilizzata per i presidi medico-chirurgici e come insetticida. ammazza tarli, formiche, scarafaggi, termiti ma principalmente acari e zecche. personalmente, quando me lo ricordo, la spruzzo sugli indumenti (anche la tenda o l'amaca) prima di un'escursione. sappiate che il prodotto resiste anche a qualche lavaggio in lavatrice. per completare il trattamento spruzzarsi un qualsiasi prodotto a base di DEET (N,N-diethyl-m-toluamide) che è un repellente ad ampio spettro. zanzare, zecche, mosche cimici & co.

Molto utile si è dimostrato il GPS, sia per seguire la strada giusta, sia per avere in tempo reale il quadro della situazione (altitudine, chilometri percorsi, chilometri da percorrere ed altre amenità). ATTENZIONE !!! prima di affidarvisi leggere bene il manuale d'istruzioni e possibilmente provare prima le sue funzioni. Mi è già successo di trovarmi in difficoltà per non conoscere bene il funzionamento e le funzioni di questo strumento.

Ricordatevi inoltre che una cartina dettagliata ed una bussola tradizionale sono FONDAMENTALI.

Non fate affidamento sul cellulare perchè lungo questo percorso sono pochi i punti dove c'è copertura.

Mi permetto di inserire queste informazioni in quanto trattasi di un'escursione impegnativa fisicamente e decisamente lunga. quindi trovarsi nei guai a 10 chilometri di sentiero sterrato dall'asfalto più vicino non è il massimo.

buona parte delle informazioni sul come affrontare in sicurezza questi itinerari le potete trovare sulle riviste-libri di trekking e survival.

concludo dicendo che, in base al regolamento del parco, prima di iniziare un'escursione è necessario fare richiesta scritta all'ente gestore.
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