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Volvox
Utente Senior


Città: Pisa
Prov.: Pisa

Regione: Toscana


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Inserito il - 16 febbraio 2009 : 23:37:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di vespa90ss:

Domattina ti rispondo punto per punto, Volvox.
Grazie per l'attenzione..
e buona notte....
Beppe


Ottima notte, Beppe.

Un'ultima cosa, per preservare l'apparecchio da usure premature:
Una leccatina di grasso sull'anello di rotazione della testata porta-oculari;
una leccatina di grasso sulla vite di fissaggio della medesima testata;
una leccatina di grasso sulle viti della centratura del condensatore.
Non vi azzardate, invece, a oliare o ingrassare gli altri meccanismi (macrometrica, micrometrica, traslatore, ecc.), perché lì è necessario un grasso ad altissima viscosità che il commercio non è reperibile.

Ottima notte a tutti.

Volvox

"Omnia ab ovo".
Le còcce, pe' piacere, ner biologgico!
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escocat
Utente Super


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Prov.: Messina

Regione: Sicilia


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Inserito il - 17 febbraio 2009 : 00:11:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Veramente un ottimo lavoro, Vespa. Questo tuo resoconto dovrebbe sostituire il misero manualetto di 4 pagine (nemmeno in italiano) a corredo del microscopio. Mi permetto di intervenire perchè ABBIAMO LO STESSO STRUMENTO. Per la verità io ho acquistato la versione a doppia illuminazione perchè sono un amatore delle osservazioni su oggetti opachi ma le uniche differenze si riducono alla potenza della lampada (50W tuoi contro 20W miei) e all'iride sulla lampada; nel mio caso è presente solo un utilissimo polarizzatore). Con queste differenze tu dovresti ottenere immagini più contrastate delle mie. Ironia della sorte: ora che mi sto appassionando ai microorganismi, mi ritrovo senza un vero strumento biologico! Non sapevo di possedere un Optech, nè tantomeno un parente dei Nikon. Di questo sono piacevolmente sorpreso. Non ci lamentiamo troppo: anche gli Olympus, a quanto ho saputo (almeno quelli di fascia medio-bassa) sono fatti in Cina; ma questo oggi non è un grosso difetto.

Ho provato anch'io la sensazione spiacevole di disallineamento non appena messo gli occhi al binoculare, ma già dopo qualche minuto, regolando la distanza interpupillare e aggiustando lo sguardo, mi sono adattato alla perfezione al punto che da allora non mi è capitat di avere il minimo fastidio nemmeno nei primi istanti di osservazione. Figurati che utilizzo degli oculari da 20 e 15mm wideangle (70°) che mi regalano panorami mozzafiato senza percepire il minimo disallineamento. Considera che un 20mm, nel nostro strumento, corrisponde ad un 15x ed un 15mm ad un 20x!). Invece un amico mio ha faticato molto più di me prima di adattarsi alla visone binoculare, ma alla fine ce l'ha fatta. Un altro amico mio, invece, non è mai riuscito ad
adattarsi e lamenta continuamente una "doppia immagine". Non ti so spiegare perchè tutto questo accada.

Per quanto riguarda la parafocalità tra gli oculari e il terzo occhio c'è molto da lavorare: ho dovuto fare dei raccordi regolabili millimetricamente per realizzarla, in quanto non conviene focheggiare tramite lo schermo del computer; le immagini sono troppo rallentate. Addirittura mi sono dovuto attrezzare alle riprese da uno dei due oculari (pur avendo un trinoculare!) mentre con l'altro inseguo, perchè è il modo più facile e preciso di immortalare organismi in movimento. In questo senso ho creato un'altra prolunga regolabile per rendere parafocali camera e oculare di guida (uno dei due 20x wideangle). Comunque credo che questi problemi siano comuni a tutti gli strumenti, anche a quelli più costosi....

Vedo con sorpresa che sei pienamente soddisfatto degli obbiettivi. Eppure credo che siano la prima e forse l'unica cosa da sostituire subito in questo strumento: io, sempre dallo stesso fornitore, ho acquistato 4 planapo e la musica è cambiata non di poco; per non parlare degli ELWD su eBay.
Visualmente, adesso, anche grazie agli oculari da 70°, le immagini sono superbe.

Il diaframma superiore funziona bene (nel senso che svolge il suo compito) solo a condensatore totalmente alzato. Man mano che si abbassa, l'iride perde la sua facoltà di diaframmatura. Nel mio comunque è incorporato il portafiltri proprio sotto l'iride.

Ho notato anch'io una certa perdita di nitidezza e risoluzione dal "terzo occhio" ed imputavo tutto questo alla camera digitale ed alle lenti che coprivano il sensore: invece, anche in base a quello che avverti anche tu, sembra un problema di tubo, forse causato da quelle lenti interne la cui presenza non mi spiego. Come pure la lente subito sopra gli obbiettivi e prima degli oculari: sembra uno strumento per ottiche all'infinito ma così non è dichiarato. Misteri.

Per quanto riguarda le tue conclusioni, non mi permetto di criticarle in quanto sono tue personali. Le mie sono positive, anche se rimpiango un moderno Nikon con ottiche da 26 o 32mm di thread. Ma in verità credo che molto dipenda dalla nostra arte di rendere le cose migliori di quelle che sono alla loro nascita.

Ciao.


+ lunga è la working distance, MEGLIO E'!
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vespa90ss
Utente Super


Città: Firenze

Regione: Toscana


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Inserito il - 17 febbraio 2009 : 06:44:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Volvox:

A me non è mancata, con questo microscopio, la collimazione dei prismi: la visione è stata da subito perfettamente allineata.


Quella dell'allineamento dei prismi è la parte più delicata nel montaggio in fabbrica di un microscopio: mi diceva il Dott. Cecchi dell Specola che per centrare le immagini le torrette con gli oculari vengono fatte attraversare da un fascio di luce che viene proiettato su una parete per poi essere tarato attraverso le vitoline che sorreggono i prismi con grandissima precisione. Un lavoro lungo e sicuramente richiedente manodopera specializzata. Qualcosa che fa innalzare il prezzo del microscopio in maniera sostanziale.
In questo articolo puoi trovare la spiegazione meglio di qualsiasi altra mia parola: è lungo ma interessantissimo.

Link

Purtroppo dipende dalla rapidità e dalla capacità più o meno esercitata del nostro cervello di correggere le due immagini e farle convergere. Con l'abitudine questa tecnica (inconscia) si affina e si riesce ad ovviare all'inconveniente.





Anche la parte più prettamente meccanica del mio è perfettamente assemblata e non riscontra problemi di sconnessione tra le parti. Circa "l'esatta corrispondenza dei piani di fuoco tra la visione degli oculari e quella del terzo tubo fotografico" non ti posso dir nulla: io sto tentando di raccordare i mezzi di ripresa con un oculare 10x aggiuntivo, per cui la messa a fuoco potrà essere regolata ingegnandosi a trovare e a mantenere la giusta distanza di quest'ultimo.



Probabilmente non hai potuto notare questo difetto che innesca le vibrazioni in quanto non hai acquistato il tubo di prolunga e mi pare di capire che hai quindi sopperito con un fai da te utilizzando un oculare che hai raccordato in qualche modo al terzo tubo sorreggendolo con la piantana di un ventilatore.
Hai quindi usato un secondo punto di appoggio che smorza le vibrazioni di un corpo sospeso. Anch'io pensavo di usare un monopiede o qualcosa del genere.

Il tubo di prolunga è molto pesante diciamo mezzo chilo circa da sommare alla reflex. Il tutto pesa complessavimente 1280 gr.
Un peso del genere non può non entrare in vibrazione, specie se sospeso su un braccio di leva molto lungo (è lo stesso principio per cui nelle automobili si usano ruote in lega leggera proprio per eliminare gli effetti negativi delle masse sospese a scapito degli ammortizzatori).
Essendo tutto il sistema chassis/torretta/tubo costituito da due punti di unione mediante sistema ad incastro a coda di rondine e vite di serraggio per unire i tre pezzi, puoi capire che non si tratta di un corpo unico e che quindi la solidità assoluta va a farsi benedire a 1000x
A quegli ingrandimenti una vitolina non può più offrire garanzie di stabilità. Il micro va quindi a mio avviso modificato con tre viti triangolate contrapposte anzichè una soltanto.
Se ci pensi bene, la vite ha comunque un minimo gioco all'interno della filettatura altrimenti non potrebbe girare: dipende dall'entità di questo gioco e dalla robustezza delle filettature la solidità dell'insieme. Un gioco di appena un paio di micron si trasforma in qualcosa di più rilevante in cima al braccio di leva. E questo ragionamento va ripetuto due volte per due punti d'unione diversi.
Questo illustrato nelle foto seguenti è il punto d'unione fra tubo di prolunga (maschio) e l'attacco al micro costituito da un anello nero montato saldamente attraverso tre grani sullo chassis bianco. Mi ero dimenticato di postarlo, scusatemi. Come vedi quell'unica vite deve assolvere ad un compito ingrato.


notare la vite di fermo a mio avviso insufficiente
Microscopio Biologico L2050HTG Plan





Microscopio Biologico L2050HTG Plan








Effettivamente, il diaframma di campo non è perfettissimo e presenta delle impurità, ma ciò non costituisce un problema sotto il profilo operativo. Tuttavia, ancorché io non abbia trovato frammenti di vernice sparsi, ho motivo di ritenere che i problemi siano da ascriversi soprattutto allo stoccaggio dei vari pezzi nei magazzini della fabbrica.

La verniciatura nera all'interno del vano d'innesto della testata, per la verità, non mi sembra rilevante: la lente di raccordo, infatti, è protetta da un tubo che esclude riflessi estranei. Sulla qualità scadente delli viti, non si discute.


La verniciatura nera dei pezzi interni ritengo sia un punto chiave da non sottovalutare: forse mi sbaglierò ma secondo me il fascio di luce attraversando il suo percorso non deve incontrare nulla di chiaro per evitare aloni e riverberi, ma forse mi sbaglio.
La vernice comunque non deve staccarsi da sola con i semplici urti di stoccaggio (in quanto pezzi delicati non dovrebbero essere trattati come frutti di ananas da esportare). In un microscopio, una scaglia di vernice non deve staccarsi internamente...qui non è questione di Nikon o di marca di cinese. Non so se mi spiego...


Ora è tardi proseguo dopo

Ciao Beppe
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Aphyllo
Moderatore

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Micologia

Inserito il - 17 febbraio 2009 : 07:50:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
dal messaggio di Escocat:
Il diaframma superiore funziona bene (nel senso che svolge il suo compito) solo a condensatore totalmente alzato. Man mano che si abbassa, l'iride perde la sua facoltà di diaframmatura. Nel mio comunque è incorporato il portafiltri proprio sotto l'iride.


Ti faccio presente che l'altezza del condensatore nel sistema di illuminazione di Koehler (che mi sembra che abbiate in questo microscopio) non è a piacere, ma va regolata con un preciso procedimento che in effetti migliora tantissimo l'immagine e che in campo chiaro elimina (o quasi) i fastidiosi aloni attorno alle strutture osservate
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vespa90ss
Utente Super


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Inserito il - 17 febbraio 2009 : 08:15:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Aphyllo:

Ti faccio presente che l'altezza del condensatore nel sistema di illuminazione di Koehler (che mi sembra che abbiate in questo microscopio) non è a piacere, ma va regolata con un preciso procedimento che in effetti migliora tantissimo l'immagine e che in campo chiaro elimina (o quasi) i fastidiosi aloni attorno alle strutture osservate


Non so se ho capito bene ciò che dice Marco ma forse sta parlando di questo procedimento di taratura che mi ha spiegato il Dott. Cecchi della Specola:

prima di tutto, utilizzando un ingrandimento medio o basso, bisogna mettere a fuoco alla perfezione il soggetto.
Poi bisogna chiudere il diaframma inferiore al minimo e mettere perfettamente a fuoco i bordi del diaframma alzando o abbassando il condensatore.
Quando le lamelle del diaframmo saranno nitide e a fuoco bisogna allargare il diaframma fino a fare uscire appena il suo bordo nero dal campo inquadrato.
A quel punto il gioco sarebbe fatto. Quella sarebbe la regolazione ottimale del condensatore.

Non so però esattamente per quale tipo di microscopia questo sistema sia il più adatto. Sicuramente è un sistema valido per la maggior parte degli utilizzi, ma poi empiricamente ogni soggetto credo che possa essere illuminato in maniera diversa e personale. E' un mondo nuovo che sto scoprendo adesso e su cui mi dedicherò con attenzione.

Beppe
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vespa90ss
Utente Super


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Inserito il - 17 febbraio 2009 : 08:25:38 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Volvox:



Mi richiamo a quanto ho detto poco sopra: l'innesto a coda di rondine è un metodo generalizzato e che garantisce l'assoluta stabilità del sistema, se il braccio porta-torretta è adeguatamente stabile.


a questo particolare ho già risposto prima ma vorrei anche precisare che si tratta pur di accoppiamenti meccanici. Questi possono essere progettati seguendo un disegno meccanico comune e generalizzato fra le varie marche ma con metodologie di lavorazione e relizzazione molto diverse: chiaramente una miglior precisione di lavorazione comporta costi diversi.
Non ultime, viti e tolleranze delle filettature.
Beppe
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vespa90ss
Utente Super


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Inserito il - 17 febbraio 2009 : 08:34:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Volvox:
Non è uno Zeiss, non è un Nikon, non è un Olympus, ma non è neanche un cesso inteso nel senso di latrina o di vespasiano: richiede d'ingegnarsi un po' per trovare accorgimenti che ne limitino i difetti, ma, in fondo, anche questo è essere microscopisti storici!

Personalmente, sotto il profilo meccanico, rilevo i seguenti difetti principali:
1) non ineccepibile stabilità del braccio porta-testata;
2) mancanza di una ghiera porta-filtri sotto il condensatore;
3) non agevole centrabilità della fonte luminosa nell'edicola portalampada, ancorché dotata di lente satinata.

Sotto il profilo ottico, per quanto mi riguarda, c'è ancora molto da verificare e sperimentare: tuttavia, le splendide immagini cui ho fatto riferimento, realizzate con questo microscopio da altri Amici, mi fanno ben sperare.



Non ho detto che è un cesso: ci mancherebbe. E' un bell'oggetto che riesce a farti fare microscopia con grandissima soddisfazione. Facevo solo rilevare che per le foto a 1000x non mi sembra indicato mentre fino a 400x è un altro discorso. Comunque con i trucchetti di cui parleremo comodamente si possono fare foto molto belle anche a 1000x.

Non riesco a comprendere cosa intendi per "non ineccepibile stabilità del braccio porta-testata" o almeno, se ho ben capito, non mi sembra debole il braccio che sorregge il tutto, anzi...direi che è mi sembra robusto. Ma ora che me lo hai detto proverò a vedere. Comunque, anche se fosse, dovrebbe spostarsi in contemporanea con il braccio anche il tavolo che vi è sospeso e che è collegato alla sua base, no?

Questo difetto di cui parli " non agevole centrabilità della fonte luminosa nell'edicola portalampada, ancorché dotata di lente satinata" a cosa esattamente si riferisce? Forse ad uno spostamento assiale dentro il tunnel di inserimento della lampada o ad una sua rotazione sul proprio asse?
Non capisco che tipo di influenza possa avere: quella di variare la quantità di luce oppure la sua omogeneità di distribuzione?

Ciao e grazie ancora,
Beppe




Modificato da - vespa90ss in data 17 febbraio 2009 08:41:16
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vespa90ss
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Inserito il - 17 febbraio 2009 : 09:05:58 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di escocat:

Veramente un ottimo lavoro, Vespa. Questo tuo resoconto dovrebbe sostituire il misero manualetto ........ Non sapevo di possedere un Optech, nè tantomeno un parente dei Nikon. Di questo sono piacevolmente sorpreso. Non ci lamentiamo troppo: anche gli Olympus, a quanto ho saputo (almeno quelli di fascia medio-bassa) sono fatti in Cina; ma questo oggi non è un grosso difetto.


Grazie, sei molto gentile: spero che questo lavoro possa servire per migliorare qualcosa nel nostro scambio di esperienze ed aiutare i costruttori a recepire le esigenze e le aspettative del mercato


Ho provato anch'io la sensazione spiacevole di disallineamento non appena messo gli occhi al binoculare, ma già dopo qualche minuto, regolando la distanza interpupillare e aggiustando lo sguardo, mi sono adattato alla perfezione al punto che da allora non mi è capitat di avere il minimo fastidio nemmeno nei primi istanti di osservazione. Figurati che utilizzo degli oculari da 20 e 15mm wideangle (70°) che mi regalano panorami mozzafiato senza percepire il minimo disallineamento. Considera che un 20mm, nel nostro strumento, corrisponde ad un 15x ed un 15mm ad un 20x!). Invece un amico mio ha faticato molto più di me prima di adattarsi alla visone binoculare, ma alla fine ce l'ha fatta. Un altro amico mio, invece, non è mai riuscito ad
adattarsi e lamenta continuamente una "doppia immagine". Non ti so spiegare perchè tutto questo accada.



rimando anche te a quel lavoro in PDF inserito sulla risposta per Volvox: è un problema di capacità di adattamento della vista a qualcosa di poco preciso. Ma col tempo si riesce ad eliminare pur se costringendoci ad uno sforzo cerebrale.
Come ti ripeto il microscopio Galileo del Dott. Cecchi e quelli di Fox sono un piacere da traguardare: la visione è istantaneamente combaciante...ma stiamo parlando di oggetti veramente al top assoluto delle prestazioni.


Per quanto riguarda la parafocalità tra gli oculari e il terzo occhio c'è molto da lavorare: ho dovuto fare dei raccordi regolabili millimetricamente per realizzarla, in quanto non conviene focheggiare tramite lo schermo del computer; le immagini sono troppo rallentate.


parlavo di collegamento TV, analogico non digitale oppure di liveview sul visorino della reflex che è immediato nel seguire le immagini.


Vedo con sorpresa che sei pienamente soddisfatto degli obbiettivi. Eppure credo che siano la prima e forse l'unica cosa da sostituire subito in questo strumento: io, sempre dallo stesso fornitore, ho acquistato 4 planapo e la musica è cambiata non di poco; per non parlare degli ELWD su eBay.
Visualmente, adesso, anche grazie agli oculari da 70°, le immagini sono superbe.


eheheh...mi stai parlando di obiettivi apocromatici... se hai visto ho specificato la differenza di costo non indifferente...
Considera che io faccio anche fotografia e per me il microscopio rappresenta al momento solo un utile complemento al mio studio: non è detto che un domani, ma solo dopo essermi comprato un buon tele APOcromatico per la mia reflex, non mi compri per il micro anche obiettivi APOcromatici, magari alla fluorite


Per quanto riguarda le tue conclusioni, non mi permetto di criticarle in quanto sono tue personali. Le mie sono positive, anche se rimpiango un moderno Nikon con ottiche da 26 o 32mm di thread. Ma in verità credo che molto dipenda dalla nostra arte di rendere le cose migliori di quelle che sono alla loro nascita.


il senso del mio commento, quando giungo alle mie conclusioni, è che se il costruttore investisse una modica cifra in più nella costruzione di quell'oggetto, magari ritoccando leggermente il prezzo di listino, potrebbe creare qualcosa di estremamente competitivo. In fondo si tratterebbe di quattro viti godronate e quattro filettature in più. Anche la verniciatura totale e ben ancorata all'interno del percorso andrebbe migliorata. Con modica spesa si potrebbe ottenere questo miglioramento.
utto qui. Ma so accontentarmi anche perchè in genere riesco a risolvere con il "fai da te" molti problemi che incontro nel mio cammino.
Grazie anche a te Escocat per la tua attenzione e per i tuoi contributi.

Ciao Beppe



Modificato da - vespa90ss in data 17 febbraio 2009 10:10:11
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vespa90ss
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Inserito il - 17 febbraio 2009 : 09:40:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Volvox:

Un'ultima cosa, per preservare l'apparecchio da usure premature:
Una leccatina di grasso sull'anello di rotazione della testata porta-oculari;
una leccatina di grasso sulla vite di fissaggio della medesima testata;
una leccatina di grasso sulle viti della centratura del condensatore.
Non vi azzardate, invece, a oliare o ingrassare gli altri meccanismi (macrometrica, micrometrica, traslatore, ecc.), perché lì è necessario un grasso ad altissima viscosità che il commercio non è reperibile.


suggerimento da tenere in otiima considerazione.

Beppe
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Aphyllo
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Micologia

Inserito il - 17 febbraio 2009 : 12:53:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di vespa90ss:

Messaggio originario di Aphyllo:

Ti faccio presente che l'altezza del condensatore nel sistema di illuminazione di Koehler (che mi sembra che abbiate in questo microscopio) non è a piacere, ma va regolata con un preciso procedimento che in effetti migliora tantissimo l'immagine e che in campo chiaro elimina (o quasi) i fastidiosi aloni attorno alle strutture osservate


Non so se ho capito bene ciò che dice Marco ma forse sta parlando di questo procedimento di taratura che mi ha spiegato il Dott. Cecchi della Specola:

prima di tutto, utilizzando un ingrandimento medio o basso, bisogna mettere a fuoco alla perfezione il soggetto.
Poi bisogna chiudere il diaframma inferiore al minimo e mettere perfettamente a fuoco i bordi del diaframma alzando o abbassando il condensatore.
Quando le lamelle del diaframmo saranno nitide e a fuoco bisogna allargare il diaframma fino a fare uscire appena il suo bordo nero dal campo inquadrato.
A quel punto il gioco sarebbe fatto. Quella sarebbe la regolazione ottimale del condensatore.

Non so però esattamente per quale tipo di microscopia questo sistema sia il più adatto. Sicuramente è un sistema valido per la maggior parte degli utilizzi, ma poi empiricamente ogni soggetto credo che possa essere illuminato in maniera diversa e personale. E' un mondo nuovo che sto scoprendo adesso e su cui mi dedicherò con attenzione.

Beppe

Proprio così Beppe! Per ottimizzare l'illuminazione di Koehler è l'unico procedimento da seguire. Ottimizzare significa "giungere alla massima risoluzione".
Puoi anche provare altre combinzioni, magari otterrai effetti accattivanti o che ti metteranno in evidenza particolari che prima non vedevi, ma la risoluzione, a quanto ho capito dalle varie mie letture, dovrebbe comunque diminuire.

Cercando informazioni in giro sembra però che il sistema di illuminazione del tuo microscopio sia un po' particolare.

Vai in questa pagina: Link
e scarica "L'Illuminazione Secondo Köhler Made in China"
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vespa90ss
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Inserito il - 17 febbraio 2009 : 13:31:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


Grazie Marco, allora avevo ricordato bene le cose che mi aveva spiegato il mio amico Cecchi. Ho scaricato il link da te indicato e stasera me lo leggo (sono 11 pagine).
Il negoziante presso cui ho acquistato il microscopio vende anche vari tipi di condensatori fra cui questo a olio di cui ti elenco le caratteristiche:


Microscopio Biologico L2050HTG Plan


Condensatore per campo scuro a immersione, per microscopi biologici binoculari e trinoculari , con apertura numerica 1,25 - 1,40.
La tecnica di osservazione in campo scuro, è definita anche "ultramicroscopia" e permette di osservare corpi poco contrastati o molto piccoli, dispersi in un substrato omogeneo, che diventano luminosi su un campo uniformemente scuro.


Prezzo Euro 102,00

pensi che potrebbe essermi utile per la micologia?

Grazie per le dritte..
Beppe
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Volvox
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Inserito il - 17 febbraio 2009 : 20:11:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di vespa90ss:
1) ... mi pare di capire che hai ...sopperito con un fai da te utilizzando un oculare che hai raccordato in qualche modo al terzo tubo sorreggendolo con la piantana di un ventilatore.
Hai quindi usato un secondo punto di appoggio che smorza le vibrazioni di un corpo sospeso. Anch'io pensavo di usare un monopiede o qualcosa del genere...

2) ...A quegli ingrandimenti una vitolina non può più offrire garanzie di stabilità. Il micro va quindi a mio avviso modificato con tre viti triangolate contrapposte anzichè una soltanto.
Se ci pensi bene, la vite ha comunque un minimo gioco all'interno della filettatura altrimenti non potrebbe girare...

3) ...La verniciatura nera dei pezzi interni ritengo sia un punto chiave da non sottovalutare: forse mi sbaglierò ma secondo me il fascio di luce attraversando il suo percorso non deve incontrare nulla di chiaro per evitare aloni e riverberi...

4) ...La vernice comunque non deve staccarsi da sola con i semplici urti di stoccaggio ...



Ciao Beppe, mi spiego.

1) Alla piantana di ventilatore, mercè una staffa, fisso la videocamera. Tramite una grossa vite senza fine all'interno della piantana e una manopola all'estremità della vite stessa, abbasso la videocamera fino a che l'obiettivo di quest'ultima tocca l'oculare aggiuntivo, piazzato in cima al terzo tubo e tenuto a fuoco mediante un arrangiato distanziatore.

2) La "vitolina" spinge il congegno in due sguinci all'interno dell'innesto: pertanto, i punti di blocco sono tre, di cui uno solo è costituito dalla vite. Come giustamente osservi tu, "la vite ha comunque un minimo gioco all'interno della filettatura, altrimenti non potrebbe girare...", per cui, se le viti fossero tre, i giochi si moltiplicherebbero di conseguenza.

3) Sicuramente, non sbagli: superfici riflettenti nel percorso ottico sono pregiudizievoli. Tuttavia, se noti, il foro alla base della testata, dove c'è la lente di raccordo, ha un breve segmento di "tubo" che penetra nel corrispondente foro del braccio. Questo dovrebbe escludere che le superfici chiare all'interno del "bicchiere" di raccordo tra braccio e testata interferiscano con la visione delle immagini provenienti dall'obiettivo.

4) Non volevo insinuare che i frammenti di vernice si siano necessariamente staccati a causa di urti ricevuti nello stoccaggio nei magazzini. Il telaio del microscopio è formato da pezzi pressofusi di metallo verniciati e che sicuramente, ahimé!, non godono delle premure riservate alle parti ottiche e agli ingranaggi: è facile, ahimé!, che, nella verniciatura, si formino scorie precarie di verniciatura che, se non rimosse all'atto dell'assemblaggio, possono staccarsi e finire, ahimé!, nelle parti declivi dell'alloggiamento del pezzo in questione.
Il mio primo microscopio - quello che definitivamente fecondò la mia determinazione a scoprire in concreto quanto si vede sotto l'obiettivo e, quindi, a scrivere il libro - fu un Konus monoculare (College), di quelli stile 1850, anche se bianco, anziché ottone o nero, come erano quelli, bellissimi, di quell'epoca. Un giorno, trafficando, mi sono accorto che le pareti del tubo erano polverose come se lo stativo nudo, prima dell'assemblaggio del microscopio, fosse stato conservato per anni in cantina.

Volvox



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vespa90ss
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Inserito il - 17 febbraio 2009 : 20:49:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Volvox:

La "vitolina" spinge il congegno in due sguinci all'interno dell'innesto: pertanto, i punti di blocco sono tre, di cui uno solo è costituito dalla vite. Come giustamente osservi tu, "la vite ha comunque un minimo gioco all'interno della filettatura, altrimenti non potrebbe girare...", per cui, se le viti fossero tre, i giochi si moltiplicherebbero di conseguenza.



Ciao Franco,
ritengo che gli accoppiamenti fra sguinci e coda di rondine possano non essere molto precisi: magari se il perimetro esterno del tronco di cono va a poggiare sul diametro interno del cilindro prima che gli sguinci trovino contatto con la coda di rondine, l'accoppiamento diventa critico ed avviene solo in maniera parziale.
Bisognerebbe fare una prova col nerofumo, montare i pezzi e verificare i segni lasciati: a quel punto si avrebbe la certezza di un effettivo contatto dei pezzi secondo le specifiche di progettazione e quindi avere la certezza che lo stampo di fusione sia stato realizzato a regola d'arte. Perchè poi, alla fine dei conti, è la realizzazione dei pezzi che conta, non il disegno progettuale.
Magari il contatto non avviene come desiderato e ciò giustificherebbe quel lasco che anche tu puoi notare semplicemente facendo appena un po' di leva o comunque scattando sul tubo di prolunga a 1000x
Perchè è innegabile che del gioco, seppur minimo, è presente.

Tre viti offrirebbero per lo meno contatto certo: il momento in cui si serrano potrebbero essere strette forte perchè lo sforzo si distribuirebbe sulle tre filettature (che offrono punto d'appoggio e di ancoraggio) anzichè su una e la presa sarebbe garantita e duratura. Tutto ciò si potrebbe fare pur conservando gli sguinci. Una sola vite rischia di cedere (spanarsi) e di non offrire sufficiente arresto.

Ma vorrei capire bene: tu possiedi il tubo di prolunga fornito come accessorio e ci fotografi, oppure non fai fotografia ed esegui solo filmati?

Se ti andasse di farlo, potresti pubblicare o inviarmi in pvt una foto con il tuo marchingegno che sorregge la telecamera?

Ciao, Beppe
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Volvox
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Inserito il - 17 febbraio 2009 : 20:59:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di vespa90ss:
...prima di tutto, utilizzando un ingrandimento medio o basso, bisogna mettere a fuoco alla perfezione il soggetto.
Poi bisogna chiudere il diaframma inferiore al minimo e mettere perfettamente a fuoco i bordi del diaframma alzando o abbassando il condensatore.
Quando le lamelle del diaframma saranno nitide e a fuoco bisogna allargare il diaframma fino a fare uscire appena il suo bordo nero dal campo inquadrato.
A quel punto il gioco sarebbe fatto. Quella sarebbe la regolazione ottimale del condensatore.

Non so però esattamente per quale tipo di microscopia questo sistema sia il più adatto...


Ti rispondo da perfetto ignorante e, quindi, prendi quel che dico con tutte le riserve del caso: quella che hai descritto dovrebbe essere la tecnica che si definisce "illuminazione critica" e, comunque, va ripetuta per ciascuno degli obiettivi che si vanno, di volta in volta, adoperando. L'illuminazione di Koheler, invece, implicherebbe anche la presa in considerazione del filamento della lampada, che, tuttavia, nel nostro microscopio non è visibile, a causa di una lente satinata posta nel sistema ottico dell'illuminatore.
Su questo, auspichiamo l'intervento di Amici più dotti.
Il sistema è quello valido in linea di principio: poi, ciascuno può sbizzarrirsi a cercare tecniche più o meno originali per ottenere risultati utili.

Volvox

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Modificato da - Volvox in data 17 febbraio 2009 21:04:08
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Volvox
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Inserito il - 17 febbraio 2009 : 21:25:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di vespa90ss:
1) ...Non riesco a comprendere cosa intendi per "non ineccepibile stabilità del braccio porta-testata" o almeno, se ho ben capito, non mi sembra debole il braccio che sorregge il tutto, anzi...direi che è mi sembra robusto. Ma ora che me lo hai detto proverò a vedere. Comunque, anche se fosse, dovrebbe spostarsi in contemporanea con il braccio anche il tavolo che vi è sospeso e che è collegato alla sua base, no? ...

2) ...Questo difetto di cui parli " non agevole centrabilità della fonte luminosa nell'edicola portalampada, ancorché dotata di lente satinata" a cosa esattamente si riferisce? Forse ad uno spostamento assiale dentro il tunnel di inserimento della lampada o ad una sua rotazione sul proprio asse?
Non capisco che tipo di influenza possa avere: quella di variare la quantità di luce oppure la sua omogeneità di distribuzione? ...


1) Per "non ineccepibile stabilità del braccio porta-testata" intendo osservare che il "braccio" è un po' - troppo - flessibile rispetto al resto dello stativo, e lo noti regolando la distanza interpupillare, operazione nel corso della quale, guardando negli oculari, si perde il fuoco dell'immagine sul vetrino, per riconquistarlo alla fine della manovra. Questo problema, a ben vedere, potrebbe rappresentare la vera origine degli altri che tu rilevi in merito alle vibrazioni con la macchina fotografica a 1000x.

2) Se provi ad allentare la vite di fissaggio e a muovere la lampada, ti rendi conto di quello che intendo: l'intensità luminosa e l'omogeneità della stessa possono variare sensibilmente. Andando a fissare la lampada nella posizione desiderata, l'operazione non si rivela facile.

Volvox

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Inserito il - 17 febbraio 2009 : 22:17:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di vespa90ss:



Grazie Marco, allora avevo ricordato bene le cose che mi aveva spiegato il mio amico Cecchi. Ho scaricato il link da te indicato e stasera me lo leggo (sono 11 pagine).
Il negoziante presso cui ho acquistato il microscopio vende anche vari tipi di condensatori fra cui questo a olio di cui ti elenco le caratteristiche:


Microscopio Biologico L2050HTG Plan


Condensatore per campo scuro a immersione, per microscopi biologici binoculari e trinoculari , con apertura numerica 1,25 - 1,40.
La tecnica di osservazione in campo scuro, è definita anche "ultramicroscopia" e permette di osservare corpi poco contrastati o molto piccoli, dispersi in un substrato omogeneo, che diventano luminosi su un campo uniformemente scuro.


Prezzo Euro 102,00

pensi che potrebbe essermi utile per la micologia?

Grazie per le dritte..
Beppe


Come ti ha già ricordato Volvox il settaggio che ti hanno spiegato va ripetuto per ogni obbiettivo.
Per la centratura della lampada: questa è necessaria se dietro è presente uno specchio concavo. Nel mio microscopio Leitz Orthoplan (che è costato meno del tuo, ma che è meno trasportabile perchè è un bestione ingombrante) c'è la lente satinata e per la centratura in dotazione c'è una specie di "filtro antisatinatura" (del quale io non sono in possesso). Per centrare la lampada tolgo la lente satinata e eseguo la centratura mettendo a fuoco dei filamenti della lampada alogena. Nel mio funziona...


In micologia non si usa il campo scuro ma solo il campo chiaro e il contrasto di fase.

Ciao, aspetto con interesse le tue foto micro!
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vespa90ss
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Inserito il - 17 febbraio 2009 : 22:54:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Aphyllo:
Ciao, aspetto con interesse le tue foto micro!


in questo post

Link

puoi vedere una foto eseguita a 1000x (10x100)
quelle spore sono grandi 9 micron circa ......
riporto la foto qui sotto per immediatezza di consultazione



Microscopio Biologico L2050HTG Plan


come puoi notare ho diaframmato troppo stretto per avere una maggior profondità di campo (credo almeno che aumentasse, l'impressione era quella) e la luce appare troppo concentrata con evidente sovraesposizione nell'area centrale.
Questa foto che sembra quasi immobile (in effetti potrebbe esserlo ancora di più), è stata eseguita con una posa di 8 secondi!!!
Ho usato il trucchetto di cui ti parlavo per ottenere il massimo di assenza di vibrazioni:

ho utilizzato 100 ISO - diaframma tutto stretto e media luminosità della lampada.

Ho impostato su M (manuale) la reflex

Ho impostato lo scatto con telecomando

Ho impostato con la ghiera dei tempi una durata di posa di 12 secondi

Ho messo a fuoco alla perfezione il soggetto e spento la luce dalla presa sul muro, senza toccare la macchina.

Ho chiuso le imposte ed ho azionato lo scatto (praticamente al buio) col telecomando.

Ho contato fino a 4 per far smorzare le vibrazioni ed ho inserito la spina della corrente nella presa per illuminare il soggetto.

Dopo 8 secondi la reflex ha chiuso l'otturatore.

Il risultato è ciò che vedi.

Avevo fatto qualche tentativo per calcolare il tempo giusto d'esposizione ma più o meno con Photoshop riesci a correggere bene le differenze d'esposizione.

Beppe




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vespa90ss
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Inserito il - 17 febbraio 2009 : 23:08:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E' stata però una prova estemporanea perchè avevo bisogno della foto di quelle spore e basta. Non ho più proseguito nei tentativi.

A mente serena e non pressato dalla fretta ne ricavo che:

posso usare 400 ISO senza far comparire grana e ridurre il tempo di posa della metà... della metà, cioè due stop: imposterei così 6 secondi in tutto, di cui 4 dedicati allo smorzamento delle vibrazioni dello specchio e soltanto 2 all'esposizione effettiva. Un tempo molto più breve rispetto agli 8 secondi effettivi di posa dell'esperimento: ciò eliminerebbe delle microvibrazioni comunque sempre presenti nella stanza, se non altro per il traffico che passa per strada.

Stavo anche pensando alla possibilità di montare un monopiede al corpo della reflex per rendere il tutto ancora più stabile.

Vi farò sapere appena farò le prove.

Beppe
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Inserito il - 17 febbraio 2009 : 23:30:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
eh si, il diaframma è troppo chiuso, si nota il tipico spettro attorno agli oggetti. In più credo che tu non abbia regolato bene la distanza del condensatore perchè questi oggetti (spore??) hanno un alone attorno che toglie ulteriormente definizione al loro contorno.

Io ho superato l'ostacolo del mosso causato dall'otturatore e dal ribaltamento dello specchietto (ma questo nella tua si può fermare prima di scattare, credo!) con un metodo più immediato. Ho un software che mi comanda la reflex dal computer e in pratica scatto con il mouse. Uso un tempo di posa di 3 secondi e con la luce normale che uso per l'osservazionbe, agisco tra il diaframma di campo e il condensatore con un'otturatore manuale, cioè un cartoncino forato che passo sotto la sorgente di luce in modo che il sensore-pellicola venga colpita per una frazione di secondo quando l'immagine è già bella ferma (cioè dopo circa 2 - 2,5 secondi dallo scatto).
Ho regolato un sistema parfocale tra reflex e oculari per cui quando il preparato è perfettamente a fuoco negli oculari lo è anche nel sensore della reflex.
Questo mi permette di scattare foto di quello che osservo in pochssimo tempo.

Inoltre utilizzo il software "Helicon focus" per aumentare la profondità di campo. I risultati sono soddisfacienti!! Guarda qui:
Link
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vespa90ss
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Inserito il - 18 febbraio 2009 : 08:33:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non conosco questo programma ma penso che si possa fare la stessa cosa con Photoshop che attraverso l'uso dei livelli può gestire benissimo più immagini da sovrapporre e fondere in un'unica.
L'idea è geniale perchè ti consente di poter tenere più aperto il diaframma e scattare con tempi notevolmente più rapidi (quindi minori vibrazioni captate)
La tecnica dello specchio sollevato non posso usarla nella mia Pentax perchè il telecomando non funziona con questa modalità. Dovrei pigiare il pulsante con il dito ed i 2 secondi di ritardo previsti non sono sufficienti ad eliminare la vibrazione del dito sul pulsante di scatto. Quindi uso la posa predeterminata che dopo 4/5 secondi di buio faccio seguire dall'accensione della luce calcolata ad occhio.
La tecnica utilizzata dal tuo programmino suggerito viene utilizzata in ogni ambito fotografico laddove si desideri ottenere la totale profondità di campo per un'immagine altrimenti impossibile da realizzare. Molte foto naturalistiche che ti lasciano a bocca aperta perchè riguardano soggetti inseriti in un ambiente con caratteristiche di illuminazione totalmente diverso, vengono realizzate con questo sistema degli scatti multipli: sistema che richiede grande padronanza delle tecniche di ripresa e di postelaborazione, anche perchè vanno gestite in maniera diversa, scatto per scatto, varie componenti quali il fuoco, la luminosità, il contrasto che poi verranno sovrapposte e fuse in un unico insieme che conterrà tutti questi elementi. Non è facile.
Chiaramente una spora che è sferica, quindi tridimensionale, non potrà essere a fuoco sulla sommità e sul perimetro del diametro massimo contemporaneamente, quindi richiederà almeno tre scatti a fuochi diversi. Ma io ne eseguirei un quarto tarato per esporre alla perfezione anche lo sfondo che rende gradevole la visione con tutte le impurità nitide ed evidenti che offrono quell'effetto live all'immagine.
L'idea del cartoncino non è male....ma anche il comando "a pedale" dell'interruttore della ciabatta nemmeno....
D'altra parte, dovendo riaccendere la lanterna per illuminare il soggetto,variarne la messa a fuoco ed eseguire le altre foto su piani diversi, non mi sembra nemmeno il mio un sistema da scartare...

Grazie per i tuoi consigli ...ma non ho capito bene il meccanismo che innesca quel fastidioso effetto onda intorno al profilo dei soggetti...

Ciao, Beppe

Modificato da - vespa90ss in data 18 febbraio 2009 08:37:35
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