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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Autore |
Discussione |
Coluber
Utente Senior
Città: S. Alessio Siculo
Prov.: Messina
Regione: Sicilia
3708 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 29 novembre 2008 : 16:33:25
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Sì, è sicuramente uno splendido rapporto
Melo |
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ross46
Utente Super
Città: vercelli
Regione: Piemonte
8832 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 00:16:34
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Le mangiatoie si allestiscono in inverno, quando il gelo e la neve rendono difficile la ricerca del cibo da parte degli uccelli, questo può spiegare perchè in Sicilia non sono in uso. Anche al nord è un'acquisizione abbastanza recente e penso importata dai paesi anglosassoni. E' una pratica che può creare pericoli agli uccelli? Può darsi, ma credo in misura insignificante rispetto ai benefici che procura loro. Gli uccelli, specie in questa stagione, approfittano delle attività dell'uomo cercando cibo dove ci sono animali da cortile, legnaie, stalle, osando perfino nelle ciotole dei cani, ecco, quando l'uccello è a terra e in posti "sporchi" diventa più vulnerabile. Le mangiatoie vanno sempre posizionate fuori portata dei gatti. Anche questa sorta di imprinting (post Ak) penso sia temporale e più che altro motivata dalla fame. E poi è un solo soggetto ad avere quel comportamento. Durante la bella stagione invece hanno cibo ed altro a cui pensare e possono continuare la loro vita ignorandoci allegramente. Ed è giusto sia così! Ciao Ross |
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Bigeye
Moderatore
Città: viterbo
Prov.: Viterbo
Regione: Lazio
6269 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 06:28:33
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| Messaggio originario di Alessandro:
vedo un rischio di imprinting
Alessandro PD
Chi ama la Natura le lascia i suoi fiori
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onestamente l'imprinting non c'entra proprio nulla. l'imprinting agisce nelle prime ore dalla schiusa delle uova. nel Germano reale la fase critica di imprinting è dopo 12-13 ore, nell'Occhione 2-3 ore. E' un processo IRREVERSIBILE in cui si stabilisce un rapporto di dipendenza Uomo-Uccello. Il quesito che gli etologi si propongono sulla materia è: perchè i pulli non sono programmati geneticamente a riconoscere i veri genitori? Una dele risposte, più accettate dalla comunità scientifica è che i pulcini al momento della schiusa osservino i "parents" da angoli prospeticci così diversi che programmare geneticamente una serie di informazioni di questo tipo è arduo.
Nel caso (molto divertente e bello) proposto da akiller è solo un rapporto di confidenza (una specie o un individuo possono avere livelli di confidenza diversissimi a seconda del contesto ecologico). Qui entra in gioco non l'imprinting, ma l'apprendimento. In aree protette e urbane gli incontri con Homo sapiens armati di fucile sono rari, quindi a livello individuale l'esperienza gioca un ruolo determinante. A tutti quelli che si occupano, pur minimamente, di uccelli è capitato di osservare le differenze distanze di fuga in un'area protetta e in un'area non protetta.
bravo ak
:)
okkione
Link |
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Hemerobius
Moderatore
Città: Alghero
Prov.: Sassari
Regione: Sardegna
4877 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 07:36:33
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Se noi ricreiamo intorno a noi un ambiente favorevole ad una specie animale questa vi si insedia. Se abbiamo un giardino un pettirosso d'inverno ci arriva ed essendo molto territoriale impara a riconoscere rischi e opportunità che gli abitanti di quel giardino gli offrono. Lo ha già spiegato anche l'Okkione.
Mia madre, anziana, vive sola in una villetta sul litorale ferrarese e mette fuori dalla porta le briciole per il pettirosso (che è sempre quello, almeno durante un inverno), ed ama vedere questo, in realtà ferocissimo, uccellino venirle a fare in qualche modo compagnia. Le briciole lo aiutano a sopravvivere, non a moltiplicarsi. Poi la selezione naturale agisce, il pettirosso quest'anno è morto lo stesso (con grande dispiacere di mia madre).
L'intersecazione dell'ambiente antropico con quello naturale non può essere evitata per il semplice fatto che l'ambiente antropico è anch'esso un ambiente naturale sia pur fortemente modificato da una specie animale (l'uomo) a proprio vantaggio.
Ciao Roberto
verum stabile cetera fumus |
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akiller
Moderatore
Città: Bologna
Prov.: Bologna
Regione: Emilia Romagna
3948 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 08:15:22
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Pur essendo in totale disaccordo col pensiero di Alessandro, ne accetto l'opinione aggiungendo però che non rinuncerò MAI a queste emozioni che mi riempiono il cuore. Un grazie a tutti quelli che hanno condiviso (e non mi sembrano pochi) Ciao Ak |
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Bigeye
Moderatore
Città: viterbo
Prov.: Viterbo
Regione: Lazio
6269 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 11:13:02
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| Messaggio originario di Alessandro:
Oggi si assiste purtroppo ad un continuum tra ambienti "naturali" e antropizzati. Non esiste più una netta separazione. Ragione per cui è facile che certi animali (come gli uccelli, ma tutti quelli di piccole dimensioni) vengano danneggiati dalle attività antropiche. L'inquinamento ha le sue responsabilità. Mi chiedo il motivo per cui con azioni come l'alimentazione o la costruzione di nidi artificiali attraiamo questi animali nei luoghi dove abitiamo dove la loro esistenza è maggiormente a repentaglio? Cerchiamo ove possibile la separazione
Ho trovato molto diseducativa dal punto di vista ambientale questa sequenza fotografica
Alessandro PD
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e post successivi che non quoto:
questo è un argomento più interessante. sono tanti i punti su cui rispondere. iniziamo. la netta separazione tra ambienti naturali e antropizzati è proprio la ragione per cui in Italia, il Min. Amb. lancia Rete Natura 2000. Superare il concetto di ambienti degradati e ambienti naturali incrementandone invece la connettività. I corridoi biologici sono lo strumento con cui si cerca di favorire la connessione tra una fonte (source) e un serbatoio (sink). La logica di Rete Natura 2000 e del legislatore, forse per una volta, è anche la mia logica. La ratio è che il pianeta sia un unicum e che la biodiversità sia un bene da tutelare ovunque.
Sul punto le città sono ambienti più a rischio per gli uccelli rispetto agli ambienti naturali, si potrebbe solo rispondere con la domanda: "perchè ci sono milioni di storni a roma?" In realtà c'è una enorme mole di studi che affermano che l'ambiente urbano è preferito da specie ecologicamente plastiche per numerosi motivi. 1) temperature più alte, 2) risorse alimentari abbondanti e concentrate (quindi le specie sociali sono favorite in quanto la detection della fonte alimentare è svolta da più individui che condividono poi l'informazione col flock, 3) minore presenza di predatori naturali, 4) assenza di attività venatoria. Oltre a questo direi che un punto estremamente importante e sottovalutato sposta la discussione da una visione antropocentrica trasportandola in una dimensione biologica ed etologica. Gli uccelli percepiscono l'ambiente attraverso la fisionomia del paesaggio. Per una Ballerina bianca una distesa di ciottoli fluviali e il tetto a tegole antiche di una basilica sono la stessa cosa. negli interstizi dei ciottoli e delle tegole trovano la stessa fonte alimentare.
Il punto inerente le mangiatoie: sensu stricto parrebbe condivisibile. il cambiamento dei moduli comportamentali, l'interferenza uomo-natura ecc. Tuttavia anche questi argomenti mostrano la corda nella realtà fattuale. Bisogna considerare alcuni aspetti. La mortalità invernale nei passeriformi può arrivare in annate fredde al 90% degli individui di una metapopolazione (Beccamoschino, cince, rampichini, fiorrancini, regoli ecc.). Ne sono quindi interessate le specie a minori dimensioni e a metabolismo più veloce. Un minuscolo impatto sulla diminuzione di mortalità invernale è un fattore che può solo giovare. Inoltre, come al solito, passando dal particolare all'universale non si considerano mai i problemi di scala. e questo, a mio modesto avviso, porta a conclusioni miopi. Se in Italia avessimo 2 milioni di persone che usano predisporre mangiatoie per Uccelli, potremmo cominciare a valutare il rapporto costi-benefici. La realtà italiana è diversissima. Ci saranno 500 sognatori acchiappa-aquiloni che predispongono fonti di approvvigionamento per uccelli. In realtà il fattore scala ci dice che il problema sollevato non è un problema in quanto il fenomeno mangiatoie agisce su alcune centinaia (miglia?) di individui, che costituiscono un fattore irrilevante a livello di popolazione. E chi fa conservazione lavora sulle popolazioni o su sub-unità discrete di queste.
Infine mi sembra il caso di sottolineare che in Italia sussista un problema inverso. La poca sensibilità e familiarità Uomo-Uccelli. In altri paesi è completamente diverso, cito i casi di Germania e Inghilterra fra tutti. Da noi la specie selvatica è l'alieno, non la presenza di un'altra specie della quale Dio o l'evoluzione ci han fatto dono. E' un retaggio culturale che si stenta a superare e finalisticamente l'"humus culturale" più rilevante che fa dell'Italia uno dei paesi più arretrati in Europa, nella conservazione della natura. Familiarizzare in modo così discreto con un selvatico, ovviamente nei limiti del contesto naturale e non captive (e la città è un ambiente naturale per i motivi detti sopra), trovo che sia altamente educativo.
mi fermo qui... ma si potrebbe dire tantissimo e tantissimo ancora, ma la vs. pazienza immagino abbia un limite.
:)
okkione
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lynkos
Con altri occhi
Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara
Regione: Abruzzo
17647 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 11:41:00
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| Messaggio originario di Bigeye:
Infine mi sembra il caso di sottolineare che in Italia sussista un problema inverso. La poca sensibilità e familiarità Uomo-Uccelli. In altri paesi è completamente diverso, cito i casi di Germania e Inghilterra fra tutti. Da noi la specie selvatica è l'alieno, non la presenza di un'altra specie che Dio o l'evoluzione ci han fatto dono. E' un retaggio culturale che si stenta a superare e finalisticamente l'humus culturale più rilevante che fa dell'Italia uno dei paesi più arretrati in Europa, nella conservazione della natura. |
Sarah Gregg - Con altri occhi
"A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?" Eugene Smith, fotografo americano |
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Marco Marchelli
Utente Senior
Città: Genova
Prov.: Genova
Regione: Liguria
510 Messaggi Fotografia Naturalistica |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 11:50:29
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Ringrazio Okkione per l'ottimo intervento, molto istruttivo e che condivido al 100%, anche io sono un costruttore di mangiatoie. Aggiungo che, secondo il mio modestissimo parere di "ornitologo" improvvisato e dilettantissimo, certe posizioni integraliste nuocciono alla causa ambientalista.
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Neto
Moderatore
Città: Dozza
Prov.: Bologna
Regione: Emilia Romagna
2826 Messaggi Biologia Marina |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 12:00:30
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Quoto in toto quanto detto da okkione
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mazzeip
Moderatore
Città: Rocca di Papa
Prov.: Roma
Regione: Lazio
13572 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 14:09:28
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Concordo totalmente con okkione: anche noi a casa abbiamo le nostre mangiatoie invernali, e per Livia (4 anni) è una gioia far colazione con i suoi "amici" fuori della finestra della cucina:
Paolo Mazzei Link Link |
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vespa90ss
Utente Super
Città: Firenze
Regione: Toscana
6434 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 30 novembre 2008 : 14:24:25
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Beh...non vorrei farvi apparire troppo monotona la discussione ma oltre a tenere mangiatoie invernali sui davanzali, ho messo anche dei nidi/casetta nella speranza che vengano individuati e colonizzati (quest'anno ancora non credo). Non solo, ma ho comprato anche le Bat-casa che dovrò piazzare quanto prima (molto in alto perchè ho due gatti) Aggiungo anche un link ad uno dei miei primissimi post
Link
Credo che moralità significhi trovare il coraggio di fare una scelta |
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