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Kostantino
Utente V.I.P.

Città: Procida
Prov.: Napoli

Regione: Campania


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Inserito il - 03 novembre 2008 : 19:25:52 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Ecco altri Licheni fotografati nella RNS Isola di Vivara.
Questa somiglia ad uno schizzo di calce:

Immagine:
Altri Licheni dalla RNS Isola di Vivara
160,5 KB

Ricorda Solenopsora, che ne dite?



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Costantino D.
Procida

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"Si vede solo ciò che si conosce"

nimispl
Utente Senior

Città: Trieste
Prov.: Trieste

Regione: Friuli-Venezia Giulia


2313 Messaggi
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Inserito il - 03 novembre 2008 : 20:03:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
...è una Lepraria (per la specie ci vuole la chimica).
Il nome deriva da quello della lebbra, una malattia della pelle che nei paesi ricchi (solo in quelli) è ormai quasi scomparsa: la pelle dei lebbrosi si trasforma in qualcosa di simile a questo lichene...
Le Lepraria sono interessantissime biologicamente: il tallo è risolto in una massa di gomitoli di ife che contengono alghe all'interno. Le ife sono coperte da sostanze idrorepellenti (provate a mettere una goccia d'acqua su una Lepraria: scivola via come il mercurio). Le leprarie non amano l'acqua allo stato liquido, e difatti spesso si trovano in nicchie alla base dei tronchi o delle rocce dove l'acqua piovana non scorre. Perchè?
ciao a tutti
PL
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Kostantino
Utente V.I.P.

Città: Procida
Prov.: Napoli

Regione: Campania


449 Messaggi
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Inserito il - 03 novembre 2008 : 21:55:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di nimispl:

...è una Lepraria (per la specie ci vuole la chimica).
Il nome deriva da quello della lebbra, una malattia della pelle che nei paesi ricchi (solo in quelli) è ormai quasi scomparsa: la pelle dei lebbrosi si trasforma in qualcosa di simile a questo lichene...
Le Lepraria sono interessantissime biologicamente: il tallo è risolto in una massa di gomitoli di ife che contengono alghe all'interno. Le ife sono coperte da sostanze idrorepellenti (provate a mettere una goccia d'acqua su una Lepraria: scivola via come il mercurio). Le leprarie non amano l'acqua allo stato liquido, e difatti spesso si trovano in nicchie alla base dei tronchi o delle rocce dove l'acqua piovana non scorre. Perchè?
ciao a tutti
PL



Ho difficoltà a trovare il sito SLI con le varie reaioni chimiche per discriminare le varie specie: puoi darmi un aiuto?

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Costantino D.
Procida

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"Si vede solo ciò che si conosce"
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nimispl
Utente Senior

Città: Trieste
Prov.: Trieste

Regione: Friuli-Venezia Giulia


2313 Messaggi
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Inserito il - 04 novembre 2008 : 12:25:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
...sto andando a prendere il treno: per adesso prova a cercare nei messaggi pregressi del Forum Licheni: mi ricordo che c'era una spiegazione anche lì...
ciao
PL

all'ultimo momento ho trovato questo:
"I reagenti, più comunemente impiegati in lichenologia e citati nelle nostre chiavi, sono: l’idrossido di potassio e l’ipoclorito di sodio, indicati, rispettivamente, con le lettere K e C. Della prima si prepara una soluzione acquosa satura con pastiglie di KOH; per la seconda si può usare la candeggina presente in commercio.
Le soluzioni sono applicate sulla cortex o sulla medulla in piccole quantità con una micropipetta o la punta di un ago: per esporre la medulla occorre asportare la cortex con una lametta. Le reazioni che implicano cambiamento di colore sono considerate positive e vengono indicate con la sigla del reagente accompagnata dal segno + e dal colore che appare (es. K+ rosso, C+ giallo); se non si verifica cambiamento di colore la sigla è seguita dal segno – (K-, C-).
In alcuni casi è necessario usare entrambi i reagenti contemporaneamente: nello stesso punto vengono allora applicate prima una goccia di K e poi di C e la sigla è KC+ o KC-.
Le chiavi analitiche constano di quesiti alternativi e sequenziali tra cui si opera una scelta in base al confronto accurato con l’esemplare da determinare. Effettuando scelte successive, il campo di indagine si restringe sempre di più, fino a giungere alla identificazione della specie cui appartiene il lichene preso in esame.
Si è cercato di fornire informazioni scientificamente precise, utilizzando un linguaggio il più possibile semplice ed accessibile, tuttavia, per una lettura migliore della chiave si può consultare il glossario in cui sono spiegati alcuni termini lichenologici.
(tratto dal testo “Relazioni simbiotiche : dai licheni all’Agenda 21 locale” di M.G.Vacuvia Passadore e C.Malavasi – Regione Lombardia 2002 )
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Kostantino
Utente V.I.P.

Città: Procida
Prov.: Napoli

Regione: Campania


449 Messaggi
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Inserito il - 05 novembre 2008 : 06:04:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di nimispl:

...sto andando a prendere il treno: per adesso prova a cercare nei messaggi pregressi del Forum Licheni: mi ricordo che c'era una spiegazione anche lì...
ciao
PL

all'ultimo momento ho trovato questo:
"I reagenti, più comunemente impiegati in lichenologia e citati nelle nostre chiavi, sono: l’idrossido di potassio e l’ipoclorito di sodio, indicati, rispettivamente, con le lettere K e C. Della prima si prepara una soluzione acquosa satura con pastiglie di KOH; per la seconda si può usare la candeggina presente in commercio.
Le soluzioni sono applicate sulla cortex o sulla medulla in piccole quantità con una micropipetta o la punta di un ago: per esporre la medulla occorre asportare la cortex con una lametta. Le reazioni che implicano cambiamento di colore sono considerate positive e vengono indicate con la sigla del reagente accompagnata dal segno + e dal colore che appare (es. K+ rosso, C+ giallo); se non si verifica cambiamento di colore la sigla è seguita dal segno – (K-, C-).
In alcuni casi è necessario usare entrambi i reagenti contemporaneamente: nello stesso punto vengono allora applicate prima una goccia di K e poi di C e la sigla è KC+ o KC-.
Le chiavi analitiche constano di quesiti alternativi e sequenziali tra cui si opera una scelta in base al confronto accurato con l’esemplare da determinare. Effettuando scelte successive, il campo di indagine si restringe sempre di più, fino a giungere alla identificazione della specie cui appartiene il lichene preso in esame.
Si è cercato di fornire informazioni scientificamente precise, utilizzando un linguaggio il più possibile semplice ed accessibile, tuttavia, per una lettura migliore della chiave si può consultare il glossario in cui sono spiegati alcuni termini lichenologici.
(tratto dal testo “Relazioni simbiotiche : dai licheni all’Agenda 21 locale” di M.G.Vacuvia Passadore e C.Malavasi – Regione Lombardia 2002 )


Ho trovato il testo [Link].

Grazie.

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Costantino D.
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"Si vede solo ciò che si conosce"
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Christiano
Utente Senior

Città: Rixensart
Prov.: Estero

Regione: Belgium


1306 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 06 novembre 2008 : 20:36:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

...Mi fa pensare a Lepraria crassisima che cresce su parete calcareae (KC+ rosa) di cui il tallo è d'ordinario più azzurrognole e anche più ondulato. Come al evidenza ci sono molto Lepraria e che si studiano per cromatografia, mi pare qui prefarabile fermarsi a Lepraria sp.
Ciao

Christian
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