Splendido animale......e pensare che si credeva fosse un uccello del malaugurio......
Svolazzano infatti le upupe pariniane e foscoliane fra i versi della "Notte" del Parini e dei “Sepolcri” del Foscolo. Rispettivamente:
"Terribil ombra Giganteggiando si vedea salire Su per le case e su per l'alte torri Di teschi antiqui seminate al piede. E upupe e gufi e mostri avversi al sole Svolazzavan per essa; e con ferali Stridi portavan miserandi augurj." La Notte, Giuseppe Parini
Nel Foscolo puoi sentire raspare tra le macerie e gli sterpi la cagna randagia, mentre, affamata, va’ ululando sopra le fosse; e puoi sentire l’upupa, mentre esce dal teschio, dove si era rifugiata per sfuggire alla luce della luna e mentre svolazza sopra le croci sparse per la campagna cimiteriale e mentre l’upupa accusa con il suo lugubre singhiozzo i raggi delle stelle che dimostrano misericordia nei confronti di queste sepolture dimenticate
(“Senti raspar fra le macerie e i bronchi / la derelitta cagna ramingando / su le fosse, e famelica ululando; / e uscir del teschio, ove fuggia la luna, / l'upupa, e svolazzar su per le croci / sparse per la funerea campagna, / e l'immonda accusar col luttuoso / singulto i rai di che son pie le stelle / alle obliate sepolture”), Sepolcri, Ugo Foscolo
L’Upupa venne riabilitata dal Montale:
Da Ossi di seppia Upupa, ilare uccello calunniato dai poeti, che roti la tua cresta sopra l'aereo stollo del pollaio e come un finto gallo giri al vento; nunzio primaverile, upupa, come per te il tempo s'arresta, non muore più il Febbraio, come tutto di fuori si protende al muover del tuo capo, aligero folletto, e tu lo ignori.
La poesia degli "Ossi" si anima, così, di fugaci apparizioni che caparbiamente si aggrappano alla vita, ostinandosi a resistere allo sgretolarsi della realtà e recando con sé segnali di speranza, come il martin pescatore (Gloria del disteso mezzogiorno), portatore di una felicità semplice che verrà come “la buona pioggia” per cancellare lo squallore e l’attesa dell’ “ora più bella”, o come l’upupa (Upupa, ilare uccello calunniato), emblema involontario di un momento di riflessione sottratto inconsapevolmente al divenire del tempo.
Consoliamoci con altri uccelli “poetici”:, l’ albatro di Baudelaire, il pettirosso del Carducci, la rondine del Pascoli, il passero solitario del Leopardi, il merlo di Saba, la Folaga di Montale, i rondoni di Luzi, il martin pescatore di Gozzano, il pavone di Tagore, l’aquila di Whitman, Il gabbiano di Goethe e la spudorata sarabanda di tutti gli uccelli di Hoffmann von Fallersleben.
«Ogni giorno di più mi convinco che lo sperpero della nostra esistenza risiede nell'amore che non abbiamo donato. L'amore che doniamo è la sola ricchezza che conserveremo per l'eternità » Gustavo Rol
Modificato da - italianbirder in data 04 luglio 2008 13:03:44
____________________________________________________________________________________________________ quando conoscerai il volo non potrai più farne a meno e dovrai imparare a camminare di nuovo...