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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Autore |
Discussione |
elleelle
Moderatore Trasversale
Città: roma
Regione: Lazio
33003 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 25 marzo 2008 : 12:02:31
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E' tutto giusto: abbiamo importato tante piante esotiche in passato (basta pensare a tutte quelle che finiscono per "iaponica" e "sinensis"), ma si tratta di fenomeni sostanzialmente diversi da quello dell'ailanto.
Nessuna altra pianta importata aveva la capacità di spingere le sue radici così lontano e far spuntare una nuova pianta in una crepa della pavimentazione a cento metri di distanza, magari attraversando strade, piazze e fondazioni di edifici. Nessuna era capace, dopo essere stata tagliata a zero, di far spuntare l'anno successivo, due o tre nuove piante di grosse dimensioni e, se si tagliano anche quelle, sei o sette e così via. Roba da film horror-fantascienza. La robinia, unica pianta confrontabile con l'ailanto, non spinge le radici molto lontano dalla pianta madre e, se si taglia ripetutamente, alla fine muore.
Secondo me, questa è un'emergenza nuova e unica nella storia e rischia di cambiare la flora italiana in maniera drastica, con conseguenze anche sulla fauna. |
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elleelle
Moderatore Trasversale
Città: roma
Regione: Lazio
33003 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 17 aprile 2008 : 12:04:38
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Potenza di questo forum!?
Le piante di Ailanto che avvolgevano il rudere che si trova nei pressi di Porta Capena, a Roma (vedi foto nel messaggio del 23 marzo, postata 2 volte per errore), non si vedono più.
Non mi sono arrampicato e non so se le hanno tolte in modo scientifico, o si sono limitati a potarle al colletto, comunque è una strana coincidenza che, dopo anni di segnalazioni, le abbiano tagliate proprio ora! |
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bartolo
Utente nuovo
Città: Pistoia
Prov.: Pistoia
Regione: Toscana
9 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 17 luglio 2009 : 00:49:42
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mi rendo conto che il post è di parecchio tempo fa, ma vorrei intervenire sull'argomento. ogni anno per il 25 aprile vado a fare una scampagnata a Valibona sulla Calvana pratese. Sull'ultima rampa prima di arrivare al cippo commemorativo, in cima a un poggio dove si trovano dei casolari o meglio ruderi disabitati, s'è sviluppata una fittissima boscaglia di ailanto (altissima). lo notai la prima volta circa 3 anni fa: c'erano dei pali, degli stecchi lunghi, strani rispetto all'altra vegetazione della zona. Allora non capii cosa erano quei lunghi germogli che puntavano verso l'alto. Successivamente lo riconobbi quando mio padre riportò a casa della legna di un "albero del paradiso" per bruciarla nel camino (poco buona si consuma subito, è tutta fiamma, brace irrisoria, però non mi è sembrato nessun cattivo odore). Per farla breve, ogni anno che torno a Valibona mi sembra di vedere che la boscaglia di ributti d'ailanto si estenda sempre più o sia sempre più fitta, segno evidente che ogni anno la segano a pari. Insomma, sembra che segarli non sia sufficiente.
Siccome che n'è cresciuto uno in giardino da mio padre (quello da cui aveva fatto legna) e adesso ho notato che si è propagato a 15-20 metri sotto alcuni ippocastani, mi domandavo se c'è qualche altro rimedio per liberarsene definitivamente, o per lo meno più efficiente della motosega ma che non comporti l'uso di diserbanti o veleni chimici. |
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marz
Utente Super
Città: Bergamo
Regione: Lombardia
8788 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 29 luglio 2009 : 18:13:21
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Ti consiglierei la lettura di queste indicazioni della Commissione svizzera per la tutela delle piante sponanee (sono in italiano).
Link
marz |
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marz
Utente Super
Città: Bergamo
Regione: Lombardia
8788 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 29 luglio 2009 : 18:19:24
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Per chi invece volesse avere una panoramica più completa delle problematiche delle piante invasive, consiglierei di leggere la cosiddetta "Lista nera" delle piante cui gli svizzeri hanno dichiarato guerra.. Ci sono dei link molto interessanti per ogni singola pianta.
Link
marz |
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bartolo
Utente nuovo
Città: Pistoia
Prov.: Pistoia
Regione: Toscana
9 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 30 luglio 2009 : 15:17:14
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ciao marz e grazie dei link |
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Albisn
Utente Senior
Città: Seregno
Prov.: Milano
Regione: Lombardia
4284 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 10 settembre 2009 : 18:05:38
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L'ailanto, pianta infestante, costituisce certamente un problema, forse più che la robinia. Quanto grave e serio sia questo problema però non so dire.
Leggo (Link ) che in Svizzera è in corso una campagna per il contenimento dell'essenza.
Esiste una posizione analoga delle autorità competenti in in Italia?
Dal sito svizzero riporto le seguenti indicazioni per prevenzione e lotta:
La prevenzione ha un ruolo preponderante: non diffondere né i semi né le piante. Impedire la crescita sui tetti piani e nei giardini estensivi e sradicare le giovani piante prima che diventino troppo grandi. Se la pianta è già presente è necessario evitarne l’espansione: tagliare le infiorescenze prima della formazione dei frutti e strappare tutti i rigetti. Evitare di depositare in giardino pezzi di radici, bruciare le piante e le radici o consegnarle al servizio di incenerimento dei rifiuti; non gettare nel compost e non consegnare ai servizi di raccolta dei rifiuti verdi. Seminare con specie indigene i terreni aperti nelle vicinanze di individui di ailanto. Lotta: la lotta è molto difficile dato che ogni volta che si taglia, l’albero produce nuovi rigetti dalla ceppaia. I rigetti devono essere strappati fino alla morte dell’individuo. La lotta con l’uso di funghi parassiti sembrerebbe dare risultati promettenti. Anche la lotta chimica può rappresentare un’opzione valida, ma deve essere autorizzata dai servizi competenti e affidata a professionisti. Dopo gli interventi sono necessari controlli per diversi anni.
Ho fatto poi qualche altra ricerca in Internet.
Sono incappato in un blog (Ailanthus Extermination: un nome e un programma) a cui accedono persone che sembra abbiano preso molto a cuore la questione. Non ho trovato però (carenza mia?) eventuali motivazioni o documentazione.
Una tesi universitaria di Elena Addario mi sembra a occhio (non sono in grado di dare un giudizio autorevole) equilibrata e ben documentata. La potete leggere / scaricare al seguente URL: Link
Mi sono fatto l'idea che la cosa più semplice da fare, per comuni cittadini, sia quella di strappare, senza troppe esitazioni, le piantine di ailanto, ovviamente se sono piccole e particolarmente se sono in un parco naturale. Non servirà a molto, ma a forza di dai e dai... Non credo che si possa incorrere in qualche infrazione.
Se le piante sono già sviluppate o diffuse allora converrà segnalarne la presenza alle autorità competenti.
Cosa ne sapete? Cosa ne pensate?
Ciao Alberto |
Modificato da - Albisn in data 10 settembre 2009 18:12:01 |
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mauretto
Moderatore
Città: pergine valsugana
Prov.: Trento
Regione: Trentino - Alto Adige
4540 Messaggi Micologia |
Inserito il - 11 settembre 2009 : 09:53:33
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Allora, il mio vicino di casa si occupa di manutenzione delle massicciate ferroviarie ed in generale di mantenimento dei terreni delle FS... Vi lascio immaginare cosa ne pensa dell'ailanto povero cocco. In sostanza mi ha detto che anni fa, individuate le prime piante, hanno cominciato a tagliare, per poi trovarsi sommersi da ricacci in ogni dove. Hanno provato a buttare della benzina sulla base del fusto tagliato ed incendiarla: niente. Come variante hanno provato a "salare" una pianta con i sacchi di sale antighiaccio: da sue testimonianze, il risultato è stato un blocco della crescita per un anno e poi via, come prima più di prima. La cosa buffa, è che quest'estate gli ho dato da tenermi ad agosto le piante che ho sul balcone, una ventina, quasi tutte rinvasate poco prima. Lui me le ha annaffiate amorevolmente, assieme alle sue e quelle dei suoceri in una piccola serra. Quando me le ha ridate, la settimana scorsa, erano quasi tutte piene di piantine di ailanto!!!!! puzzano già appena nate.
Il povero giardiniere del giardino della facoltà di botanica ha sviluppato sensibilizzazione al mostro... immaginatevi che situazione allucinante. Da sua testimonianza, se solo si azzarda a toccarle viene colto da reazioni violentissime. Un giardiniere... è il giardino di botanica è pieno di alberi, di settori semi-incolti ecc ecc
Sono arrivate anche a casa mia in Trentino, un cespuglietto che si è assestato per bene alla base di un vecchio muro(a secco con solo un po' di malta), ho già spiegato a mio padre che se non li stermina il muretto ci saluta, e che probabilmente si trova i polloni in mezzo alle patate dell'orto.
Davvero una pigaga, peggio di Alien. |
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filtros
Utente V.I.P.
Città: Formigine
Prov.: Modena
Regione: Emilia Romagna
467 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 11 settembre 2009 : 10:42:36
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Giusto per curiosità...qui da noi, nel modenese lo chiamiamo popolarmente "piede d'asino"... Molto difficile da sradicare.....
Luciano |
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jo
Utente Junior
Città: Torino
Prov.: Torino
Regione: Piemonte
28 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 12 settembre 2009 : 18:18:41
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Ma da parte di chi ha le conoscenze scientifiche in materia, non si ritiene che, a lungo andare, l'ecosistema possa "reagire" al proliferare incontrollato dell'ailanto (cosi' come della robinia e delle altre infestanti esotiche) con la diffusione di agenti patogeni (funghi, parassiti, etc) che, colpendolo, ne limitino la diffusione e quindi l'aggressivita' verso la flora indigena? Voglio dire, e' difficile pensare che una pianta asiatica risulti piu' adatta all'ambiente europeo della quercia, che e' la pianta indigena per antonomasia, che si e' affermata nel nostro ambiente passando attraverso la selezione naturale... non credete? |
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elleelle
Moderatore Trasversale
Città: roma
Regione: Lazio
33003 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 13 settembre 2009 : 12:41:31
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Capita spesso che piante o animali alloctoni si dimostrino più forti e adatti all'ambiente di quelli autoctoni; direi che è più la regola che l'eccezione. Forse, proprio perché nel nuovo ambiente non si sono ancora sviluppati i loro nemici naturali; processo che richiede tempi lunghi. Anche fare gli apprendisti stregoni e portarli noi i nemici da fuori è pericoloso: non è detto che, nel nostro ambiente, se la prendano con l'ailanto; magari, trovano un cibo più facile tra le piante nostre.
Quello che ho osservato di persona per le strade di Roma fa pensare che l'ailanto sia molto più pericoloso della robinia. La robinia, di solito, genera nuove piante a pochi metri dalle vecchie, e solo se non c'è una larghezza significativa di pavimentazione in mezzo; l'ailanto fa spuntare le nuove piante anche a 100 metri di distanza, attraversando strade e manufatti di ogni genere!!!!
luigi
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nanni
Utente Senior
Città: Napoli
2280 Messaggi Fotografia Naturalistica |
Inserito il - 13 settembre 2009 : 22:02:11
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e si sviluppa benissimo anche nelle rocce vulcaniche del Vesuvio! Poi quando diventa l'essenza prevalente, non vi cresce nulla più in mezzo. A stento un pò di rovo... La raccolta del suo polline (e meno di nettare) da parte delle api, spesso inquina la purezza del miele di acacia |
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jo
Utente Junior
Città: Torino
Prov.: Torino
Regione: Piemonte
28 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 14 settembre 2009 : 09:29:16
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| Messaggio originario di elleelle:
Capita spesso che piante o animali alloctoni si dimostrino più forti e adatti all'ambiente di quelli autoctoni; direi che è più la regola che l'eccezione. Forse, proprio perché nel nuovo ambiente non si sono ancora sviluppati i loro nemici naturali; processo che richiede tempi lunghi. Anche fare gli apprendisti stregoni e portarli noi i nemici da fuori è pericoloso: non è detto che, nel nostro ambiente, se la prendano con l'ailanto; magari, trovano un cibo più facile tra le piante nostre.
Quello che ho osservato di persona per le strade di Roma fa pensare che l'ailanto sia molto più pericoloso della robinia. La robinia, di solito, genera nuove piante a pochi metri dalle vecchie, e solo se non c'è una larghezza significativa di pavimentazione in mezzo; l'ailanto fa spuntare le nuove piante anche a 100 metri di distanza, attraversando strade e manufatti di ogni genere!!!!
luigi
Grazie per la risposta. Ciao Luigi. Giovanni
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mazzeip
Moderatore
Città: Rocca di Papa
Prov.: Roma
Regione: Lazio
13572 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 14 settembre 2009 : 10:15:25
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| Sapevo che le foglie di ailanto venivano usate come succedaneo delle foglie di gelso per l'alimentazione dei bachi da seta... |
No, il baco da seta Bombyx mori si nutre di foglie di gelso (genere Morus), l'ailanto è la pianta alimentare di un'altra specie, la Samia cynthia, importata dalla Cina alla fine dell'800 per tentare di sostituire il baco da seta, affetto nel 1850 da una grave epidemia di pebrina, che distrusse gran parte degli allevamenti. Ma la seta prodotta dalla Samia cynthia era di pessima qualità, e non venne mai utilizzata industrialmente, ma la farfalla rimase, e la si trova tutt'ora in parecchi centri urbani della Pianura Padana, dove i bozzoli sono ben visibili sugli ailanti durante l'inverno.
| Era stato segnalato sulla stampa locale qualche anno fa il ritrovamento sulle alture di Genova di una bella farfalla saturnide (se ben ricordo si trattava di Attacus atlas - per una immagine cfr. il link seguente)
Link
diffusasi grazie alla pianta ospite Ailanto. Riconosciamo pertanto a questa pianta infestante almeno questo merito. |
Merito? Attacus atlas è un enorme saturnide delle Filippine, Thailandia e giù di lì, quindi alloctono, che per fortuna necessita di climi tropicali e quindi non sopravviverebbe qui da noi...
L'ailanto, per fortuna, non sopporta il gelo invernale prolungato, e da una certa quota in su, lungo le strade, si trova solo la robinia, che ha l'aria di essere più resistente, e questo non è certo un bene, la si trova ormai veramente dappertutto...
Paolo Mazzei Link Moths and Butterflies of Europe and North Africa Link Amphibians and Reptiles of Europe |
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Gianluca De Michele
Utente nuovo
Città: Trani
Prov.: Bari
Regione: Puglia
1 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 12 giugno 2010 : 13:56:21
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Mi permetto di scrivere su questo forum, anche se non sono ne' un tecnico ne' tanto meno uno specialista del settore. Mi sono iscritto perche' osservo ormai da molti anni la diffusione dell'ailanto. Chiedo quindi scusa in anticipo se quello che scrivo suonera' a dir poco blasfemo: mi chiedo infatti quante possibilita' di successo potra' mai avere qualsiasi strategia di contrasto alla diffusione di questa piante. Ferme restando le - incontrastabili - motivazioni, temo che le possibilita' che il contrasto trovi applicazione, sia solo da parte di diretti interessati alla cura di un sito in cui l'ailanto possa crescere. Al di la' di cio', ho paura che la speranza piu' concreta possa essere un tempo (chissa' quando) in cui la natura stessa produca un agente di contrasto. A prova del mio scetticismo, le dichiarazioni di resa nella blasonatissima Svizzera (in molti cantoni cresce ormai fuori controllo). Dato che allora, se non puoi combattere un nemico, fattelo amico, mi chiedo se per caso non possa essere piu' produttivo studiare questa pianta alla ricerca di una possibilita' d'uso. Solo per riportarne uno, dei tantissimi esemplari che ho osservato, me n'e' rimasto molto impresso uno di un anno d'eta', che cresceva in un tombino scoperto di un rudere in corso di demolizione. Il tronco aveva letteralmente inglobato alcune tubazioni metalliche, nonche' una lattina di Coca Cola ed un bicchiere di plastica (!). Al di la' dell'immagine anche un po' orrorifica, mi chiedo cosa potrebbe succedere se si tentasse di piantare ailanti su accumuli di rifiuti anche moderatamente sotterrati.
Grazie a tutti per l'attenzione e a presto,
Giandemi |
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Oxyyy
Utente Senior
Città: Falconara M.
Prov.: Ancona
Regione: Marche
591 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 13 giugno 2010 : 10:24:57
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| Messaggio originario di Barbadoro:
"Albero del Paradiso" o "Toccacielo"... Ben più benevolo di alcuni giudizi, e anche più poetico, è il nome popolare dell'Ailanto nelle Marche. Franco
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Infatti , ma io ho imparato a conoscerlo come "Alticello" comunque, qui in zona la sua presenza mi sembra diminuita negli ultimi 2-3 anni
C I A O |
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giip
Utente Senior
Città: Palermo
Prov.: Palermo
Regione: Sicilia
3135 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 21 giugno 2010 : 18:17:56
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Avete descritto l'ailanto come un grande problema ecologico e l'avete accusato persino di far male alla salute... Io penso sia eccessiva tale preoccupazione e tale atteggiamento ostile è sbilanciato soprattutto nelle motivazioni in senso antropocentrico. Il concetto di "infestante" innanzitutto va preso con le pinze. Che significa? Infestante è semplicemente una specie che dimostra buone capacità di diffusione. Anche la roverella ed il faggio lo sono nel loro contesto. L'Ailanto però in Europa è pianta esotica, è vero, ma è "ruderale", segue l'uomo nelle sue eccessive rielaborazioni del territorio. se l'uomo crea uno sterrato o disperde sfabricidi in un campo, apre una strada, versa terra da riporto... Ecco che dopo qualche anno o decennio compare l'Ailanthus a testimoniare il "misfatto", o compare una Robinia se preferite o una Brussonetia papirifera oppure una Parkinsonia aculeata... Non ho ancora visto Ailanti crescere al di fuori di aree antropizzate o Ailanti soppiantare boschi naturali senza alcun intervento umano, deve esserci almeno una sterrata o un muretto. Ma al di la di questo ragionamento volto a tranquillizzare circa le capacità "invasive" della specie e riportare l'atenzione sulla distruzione del territorio piuttosto che sull'espanzione delle esotiche. Considerate il contesto generale. Cosa crescerebbe nei siti in cui oggi trovano spazio Ailanti e Robinie? Interferiscono queste specie con il "ritorno" di qualche essenza mediterranea? Evidentemente no. E' più facile che arrivi qualche altra esotica o l'asfalto ed il cemento. E allora? Allora ci preoccupiamo così tanto per la stabilità dei muretti? o per i ruderi ombreggiati da una pianta cinese mentre i contesti urbanizzati presentano una scarsissima percentuale di flora autoctona?
giip |
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Albisn
Utente Senior
Città: Seregno
Prov.: Milano
Regione: Lombardia
4284 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 22 giugno 2010 : 00:16:38
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| Messaggio originario di giip:
Infestante è semplicemente una specie che dimostra buone capacità di diffusione.
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Si dimentica la questione delle relazioni con l'ecosistema. Una pianta alloctona non trova molti parassiti in grado di limitarne la crescita, o peggio li richiama dal suo luogo di origine, ma anche questi non fanno parte dell'ecosistema locale e vanno a complicare la situazione.
| Non ho ancora visto Ailanti crescere al di fuori di aree antropizzate o Ailanti soppiantare boschi naturali senza alcun intervento umano
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Questo discorso mi sembra abbastanza condivisibile, ma non sono così sicuro che sia vero. Faremo attenzione. Se è vero in effetti c'è da stare più tranquilli, o meglio c'è da temere soprattuto l'effetto dell'antropizzazione quando si riduce alla distruzione del terrioorio. Dico bene?
L'effetto sui ruderi, se questi sono di valore, non mi sembra da sottovalutare.
Saluti Alberto
"Ogni nostra cognizione prencipia da sentimenti". "Come è più difficile a 'ntendere l'opere di natura che un libro d'un poeta" La natura è piena d'infinite ragioni, che non furon mai in isperienzia." L.d.V. |
Modificato da - Albisn in data 22 giugno 2010 00:21:43 |
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Albisn
Utente Senior
Città: Seregno
Prov.: Milano
Regione: Lombardia
4284 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 22 giugno 2010 : 00:29:11
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Sul viale della Villa reale di Monza ho notato che dalle siepi di bosso spuntano fronde di ailanto in molti punti. Non ho foto.
In questo periodo l'occhio mi cade facilmente sugli ailanti. Li noto spessi qui in Brianza ai margini delle strade, nei dintorni della ferrovia e nei giardini. Mi sembrano particolarmente visibili in questa stagione, ma non so perchè: nuove foglie?
Saluti Alberto
"Ogni nostra cognizione prencipia da sentimenti". "Come è più difficile a 'ntendere l'opere di natura che un libro d'un poeta" La natura è piena d'infinite ragioni, che non furon mai in isperienzia." L.d.V. |
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Albisn
Utente Senior
Città: Seregno
Prov.: Milano
Regione: Lombardia
4284 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 22 giugno 2010 : 00:31:42
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Visto a Monza
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Curioso vero?
Saluti Alberto
"Ogni nostra cognizione prencipia da sentimenti". "Come è più difficile a 'ntendere l'opere di natura che un libro d'un poeta" La natura è piena d'infinite ragioni, che non furon mai in isperienzia." L.d.V. |
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