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theco
Utente Super




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Inserito il - 27 giugno 2007 : 17:07:16 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Ascoltando giorni fa una breve piece teatrale, mi è venuta in mente questa sezione del forum, alla quale non ho mai contribuito: ecco qua allora quella storia ascoltata, che mi ha messo la voglia di raccontarvela.

Si tratta di un pezzo di Lessing, illuminista tedesco della fine del 18° secolo, nell'interpretazione teatrale di Giuseppe Battiston.

Il pezzo tratta il tema della tolleranza religiosa tra gli uomini: come ciò c'entri con la natura lo lascio guidicare a voi.


A Gerusalemme, durante le Crociate, il SALADINO (che è musulmano) chiede a NATHAN (che è ebreo) quale sia la vera fede: l'Islam, l'Ebraismo o il Cristianesimo.


SALADINO
Tu che sei così saggio, dimmi una volta per tutte qual è la fede, qual’è per te la legge più convincente di ogni altra.

NATHAN
Sultano, io sono ebreo.

SALADINO
E io sono musulmano, e fra noi c’è il cristiano, ma di queste tre religioni una sola può esser vera. Un uomo come te non resta immobile dove l’ha messo il caso della nascita o, se vi resta, lo fa a ragion veduta, per dei motivi, perché ha scelto il meglio.
Allora dì anche a me le tue ragioni, fammi conoscere i motivi sui quali io non ho avuto il tempo di riflettere; rivelami, s’intende in confidenza, la scelta nata da quelle ragioni, perché io possa farla mia.

NATHAN
Prima di confidarmi interamente mi consenti, sultano, di narrarti una piccola storia?

SALADINO
Perché no, io ho sempre amato le storie.
Avanti, su, racconta.

NATHAN
Molti anni or sono un uomo in Oriente possedeva un anello inestimabile, un caro dono.
La sua pietra, un opale dai cento bei riflessi colorati, ha un potere segreto: rende grato a Dio e agli uomini chiunque la porti con fiducia.

Egli lasciò l'anello al suo figlio più amato; e lasciò scritto che a sua volta quel figlio lo lasciasse al suo figlio più amato; e che ogni volta il più amato dei figli diventasse, senza tenere conto della nascita, ma soltanto per forza dell'anello, il capo e il signore del casato.

E l'anello così, di figlio in figlio, giunse alla fine a un padre di tre figli.
Tutti e tre gli ubbidivano ugualmente ed egli, non poteva farne a meno, li amava tutti nello stesso modo.
E così, con affettuosa debolezza, egli promise l'anello a tutti e tre.
Andò avanti così finché poté. Ma, vicino alla morte, quel buon padre si trova in imbarazzo.
Offendere così due figli, fiduciosi nella sua parola, lo rattrista. - Che cosa deve fare? –

Egli chiama in segreto un gioielliere, e gli ordina due anelli in tutto uguali al suo; l'artista ci riesce.
Quando glieli porta, nemmeno il padre è in grado di distinguere l'anello vero.
Felice, chiama i figli uno per uno, impartisce a tutti e tre la sua benedizione, a tutti e tre dona l'anello e muore.

Quel che segue si capisce da sé.
Morto il padre, ogni figlio si fa avanti con il suo anello, ogni figlio vuol essere il signore del casato.
Si litiga, si indaga, si accusa.
Invano.
Impossibile provare quale sia l'anello vero.

Quasi come per noi provare quale sia la vera fede.

SALADINO
Come? Questa è la tua risposta alla mia domanda?…

Gli anelli! - Non burlarti di me!

Le religioni che ti ho nominato si possono distinguere persino nelle vesti, nei cibi, nelle bevande!

NATHAN
E tuttavia non nei fondamenti, mio sultano.

Non si fondano tutte sulla storia, scritta o tramandata?
E la storia solo per fede e per fedeltà dev'essere accettata, non è vero?
E di quale fede e fedeltà dubiteremo meno che di ogni altra?

Quella dei nostri avi, sangue del nostro sangue, quella di coloro che dall'infanzia ci diedero prova del loro amore, e che mai ci ingannarono, se l'inganno per noi non era salutare?

Posso io credere ai miei padri meno che tu ai tuoi? O viceversa?

Posso forse pretendere che tu, per non contraddire i miei padri, accusi i tuoi di menzogna? O viceversa?

E la stessa cosa vale per i cristiani, non è vero?


Ma torniamo, mio sultano ai nostri anelli.

Come dicevo, i figli si accusarono in giudizio.
E ciascuno giurò al giudice di avere ricevuto l'anello dalla mano del padre (ed era vero), e molto tempo prima la promessa dei privilegi concessi dall'anello (ed era vero anche questo).

Il padre, ognuno se ne diceva certo, non poteva averlo ingannato; prima di sospettare questo, diceva, di un padre tanto buono, non poteva che accusare dell'inganno i suoi fratelli, di cui pure era sempre stato pronto a pensare tutto il bene; e si diceva sicuro di scoprire i traditori e pronto a vendicarsi.

E il giudice disse: Portate subito qui vostro padre, o vi scaccerò dal mio cospetto.
Pensate che io sia qui a risolvere enigmi?
O volete restare finché l'anello vero parlerà?

Ma… aspettate!

Voi dite che l'anello vero ha il magico potere di rendere amati, grati a Dio e agli uomini.
Beh, sia questo a decidere! Gli anelli falsi non potranno.

Su, ditemi: chi di voi è il più amato dagli altri due?

Avanti!

Voi tacete?

L'effetto degli anelli è solo riflessivo, non transitivo?

Ciascuno di voi ama solo se stesso?

Allora tutti e tre siete truffatori truffati!
I vostri anelli sono falsi tutti e tre.
Probabilmente l'anello vero si perse, e vostro padre ne fece fare tre per celarne la perdita e per sostituirlo.

Se non volete, proseguì il giudice, il mio consiglio, andatevene!
Ma il mio consiglio è questo:

accettate le cose come stanno

Ognuno ebbe l'anello da suo padre: ognuno sia sicuro che esso è autentico.
Vostro padre, forse, non era più disposto a tollerare ancora in casa sua la tirannia di un solo anello.
E certo vi amò ugualmente tutti e tre. Non volle, infatti, umiliare due di voi per favorirne uno.

Orsù! Sforzatevi di imitare il suo amore incorruttibile e senza pregiudizi.
Ognuno faccia a gara per dimostrare alla luce del giorno la virtù della pietra nel suo anello.
E aiuti la sua virtù con la dolcezza, con indomita pazienza e carità, e con profonda devozione a Dio.

Quando le virtù degli anelli appariranno nei nipoti, e nei nipoti dei nipoti, io li invito a tornare in tribunale, fra mille e mille anni.

Sul mio seggio siederà un giudice più saggio di me; e parlerà.

Andate!

Così disse quel giudice modesto.

Gyps
Utente Senior


Città: Nuoro
Prov.: Nuoro

Regione: Sardegna


1386 Messaggi
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Inserito il - 27 giugno 2007 : 17:50:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bellissima!

Ciao,
Laura

"per viverli nella loro totale indifferenza. Oltre c'è il disturbo. E il disturbo significherebbe una cocente imperdonabile sconfitta" [D.Ruiu "I miei rapaci"]
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