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 Forum Geologia e Paleontologia - Natura Mediterraneo
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mauriziocaprarigeologo
Moderatore



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Inserito il - 20 agosto 2015 : 11:12:22 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Bella e facilmente lavorabile la “pietra leccese” Link
ma purtroppo alterabile con estrema facilità da questo tipo di processo, chiamato in vari modi ma nella sostanza sempre lo stesso
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quello che è interessante, in questo caso, è che se ne può stabilire più o meno la velocità, conoscendo il periodo di costruzione degli edifici;
in alcuni casi alla base dei muri è addirittura evidente l’accumulo del materiale asportato;

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quello che si nota più facilmente, comunque, è che l’alterazione è attiva soprattutto nei primi metri da terra, fino ad un massimo di due – tre metri dal piano stradale; questo l’avevo notato, l’anno scorso, anche in alcuni monumenti dei sassi di Matera;
perché secondo voi?

buona giornata


maurizio
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“Un géologue est essentiellement un lithoclaste, ou rompeur de pierre…” - D. Dolomieu

“Non crederai a tutte queste sciocchezze, vero Teddy?” - M. Ewing (geofisico e oceanografo) a E. Bullard (geofisico), a proposito della tettonica delle placche (NY, 1966)

k3kk091
Utente V.I.P.

Città: cosenza
Prov.: Cosenza

Regione: Italy


229 Messaggi
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Inserito il - 20 agosto 2015 : 15:19:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Maurizio.. davvero interessante la discussione.. si tratta comunque di arenaria? Magari l'alterazione è più attiva alla base perchè è a maggior contatto con l'influenza antropica? Di ogni genere! La tua opinione in merito qual'è? Non ci avevo mai fatto caso
Ciao

Francesco L.
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ang
Moderatore


Città: roma

Regione: Lazio


11322 Messaggi
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Inserito il - 20 agosto 2015 : 19:53:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
fenomeno molto interessante, a naso mi dà l'idea che sia legato alla stratificazione dell'aria, seguo con interesse!

ciao

ang



Anche se nessuno di noi sa esattamente dove sta andando o dove andrà a finire.....comunque lascerà la sua indelebile striscia di bava (Beppe/papuina)
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maremmano
Utente V.I.P.

Città: istia d'ombrone
Prov.: Grosseto

Regione: Toscana


125 Messaggi
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Inserito il - 20 agosto 2015 : 21:51:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
interessante capire il perchè, anche io vedo un solito problema in breve tempo,spiego, facevo il muratore anni fa,ho ristrutturato la facciata della casa dove ora abito,faccia a vista di mattoni e pietra da noi chiamata morta,arenaria,(non si sfa con l'acido) in circa 10 anni si sta sfacendo,la pietra si sfalda(ed è del periodo medioevale che è li, i mattoni,si polverizzano, è una cosa che controllo, l'idea mia è l'aria e mi chiedo è possibile?

maremmano
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Pezzo da Gaeta
Utente Senior


Città: Lecco
Prov.: Lecco

Regione: Lombardia


2268 Messaggi
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Inserito il - 20 agosto 2015 : 22:18:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Per l'esperienza che ho maturato nel mio lavoro, mi sembra di poter interpretare il fenomeno in questo modo (generalizzo).
Il fatto più evidente mi sembra che sia il dilavamento che le pareti subiscono a causa delle piogge, infatti le parti basse degli edifici sono le più esposte direttamente, ma anche raccolgono l'acqua che cola dalle pareti, a questo si può aggiungere la risalita di umidità dal suolo.
Osservando la parete dell'edificio in oggetto si nota che le parti alte conservano il colore originale, anche se invecchiato, a differenza delle parti sottostanti che sono molto dilavate.
L'aria e l'acqua dell'ultimo secolo o anche solo degli ultimi decenni è notoriamente più "aggressiva" di quella di un tempo e le pietre calcaree in particolare soffrono di questa aggressione. Anche i mattoni una volta che hanno subito una aggressione non arrestano più il deperimento. In certi paramenti di mattoni ho notato elementi in disfacimento accanto a elementi del tutto sani.


Pezzo da Gaeta

Più conosco, più mi accorgo di non conoscere.
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Ammonite
Utente V.I.P.

Città: Siracusa
Prov.: Siracusa

Regione: Sicilia


364 Messaggi
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Inserito il - 20 agosto 2015 : 22:53:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao a tutti.
Anni fa cercammo di capire lo stesso fenomeno che avviene diffusamente anche qui a Siracusa.
Come già ipotizzato da Pezzo di Gaeta, le parti più basse degl'edifici sono le più esposte alla risalita dal sottosuolo di umidità ma credo anche che tra i vari fattori che contribuiscono al fenomeno ci siano i fumi di scarico delle automobili che legandosi con l'acqua aggrediscono più facilmente le rocce. I gas di scarico sono piuttosto pesanti e di conseguenza la loro azione distruttiva è maggiore nelle zone basse delle costruzioni (dunque è probabile che abbia ragione anche Angelo).
Inoltre, qui a Siracusa, questa "erosione" si incontra quasi escusivamente su arenarie molto sporche di argilla e dunque più friabili. Nelle arenarie pure si nota molto meno.
Ciao a tutti.

Davide
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theco
Utente Super




6117 Messaggi
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Inserito il - 20 agosto 2015 : 23:25:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Credo che le risposte pià convincemti siano già state date, comunque avanzo un'altra ipotesi, giusto per partecipare.

Nella prima foto (la facciata dell'edificio) mi sembra che siano diversi i materiali utilizzati nella parte superiore integra rispetto alla parte inferiore erosa (ma potrebbe essere solo un effetto ottico): i primi mi sembrano tagliati in lunghe lastre rettangolari, i secondi in lastre di dimensioni molto inferiori; se così fosse potrebbe trattarsi di due arenarie diverse, spiegando quindi facilmente il diverso grado di resistenza, ma se anche la litologia fosse la medesima il diverso taglio e soprattutto l'assenza nella parte bassa degli sbalzi tra una lastra e l'altra, potrebbero portare ad un diverso modello di percolazione dell'acqua sulla parete, tra la parte sommitale e la parte basale.

Ciao
Andrea

Modificato da - theco in data 20 agosto 2015 23:43:08
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mauriziocaprarigeologo
Moderatore



3515 Messaggi
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Inserito il - 22 agosto 2015 : 09:20:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
buongiorno,
provo a rispondere e precisare alcune cose agli amici che sono intervenuti, non per altro, ma perché ho visto e toccato letteralmente con mano;

per francesco: è una biocalcarenite
per maremmano: leggendo un po’ qua e là, si capisce che il fenomeno, oggi, progredisce abbastanza rapidamente, anche in poche decadi sortisce già qualche effetto
per theco: i materiali della facciata della prima immagine a me sono sembrati gli stessi dal piano stradale in su, anche sopra e sotto quel cordolo arrotondato; se poi osservi la terza immagine (cinta muraria), l’alterazione è molto spinta pur essendo i blocchi accostati come nella parte non alterata della prima immagine (nessuno sbalzo tra un blocco e l’altro);

sulla risalita capillare di umidità dal sottosuolo avevo inizialmente dei dubbi, perché nella maggioranza dei casi i blocchi a diretto contatto con il terreno appaiono integri, e l’alterazione più spinta si evidenzia solo a qualche metro dal piano campagna; però, provate a confrontare queste due immagini: non notate una forte analogia?

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Certo, dove l’alterazione alveolare interessa elementi architettonici o decorativi “isolati” dal basamento la risalita capillare non può agire, e prendono il sopravvento altri fattori;

il fattore forse più importante, sul quale penso siamo d’accordo, è quello citato da Pezzo, Ammonite e indirettamente da Ang, considerando anche che da quanto si legge in giro, dovrebbero avere un ruolo i cicli diurni e stagionali di raffreddamento/riscaldamento, umidificazione/disseccamento e le variazioni dell’umidità dell’aria;

c’è comunque, anche in questo caso (questa era la cosa che mi aveva colpito di più), quel fatto singolare che balza subito all'occhio: si nota, è vero, un aumento più o meno graduale del fenomeno dall'alto verso il basso (ad esempio su una facciata), ma si vede anche nettamente che il “picco” del disfacimento si raggiunge ad una quota di qualche metro dal terreno: forse azione congiunta di risalita capillare e inquinamento?

Il bello è che, guardando un po’ in giro, queste forme di alterazione si trovano alle latitudini e nelle condizioni climatiche/geografiche le più varie (dai deserti continentali alle aree costiere)

…anzi, è bello sapere che, almeno in questo caso, “non siamo soli”

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buona giornata

maurizio
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