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 Paesaggio ed impianti eolici
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



9799 Messaggi

Inserito il - 18 gennaio 2007 : 14:28:42 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Apro qui questa discussione che potrebbe sembrare fuori luogo, sugli impianti eolici per la produzione di energia elettrica. Mi piacerebbe capire con i Vs. interventi cosa ne pensate sull'effetto paesaggistico degli impianti e conoscere la Vs. idea sull'impatto ambientale (positivo/negativo) su questa tecnologia

Aggiungo due immagini relativi ad impianti eolici nel contesto paesaggistico

Immagine:
Paesaggio ed impianti eolici
40,76 KB
Fonte: Link

Immagine:
Paesaggio ed impianti eolici
16,87 KB

Fonte: Pirazzi 2006 Sviluppo di una fonte rinnovabile: la fonte eolica Ambiente e Sviluppo n° 11/06 da me curato IPSOA Editore



Alessandro PD

Modificato da - a p in Data 18 gennaio 2007 14:32:08

FOX
Moderatore


Città: BAGNO A RIPOLI

Regione: Toscana


21536 Messaggi
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Inserito il - 18 gennaio 2007 : 14:57:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non è un paesaggio del Mediterraneo, queste foto sono state fatte nei pressi di San Francisco - USA, nel settembre del 1996.

Qui si tratta di una vastissima area del deserto, l'impatto paesaggistico è relativo, ma....ha avuto la sua parte!



Paesaggio ed impianti eolici


Paesaggio ed impianti eolici

________________________________________________________________
Alto è il prezzo quando si sfida per vanità il mistero della Natura - I. Sheehan

Modificato da - FOX in data 18 gennaio 2007 23:04:12
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theco
Utente Super




6117 Messaggi
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Inserito il - 18 gennaio 2007 : 21:53:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Beh Alessandro, direi che l'impatto sul paesaggio è disastroso, praticamente annullano tutto il resto.

L'impatto ambientale generale è da valutare di volta per volta, cosa costerebbe all'ambiente sostituire quelle eliche con i piloni di un elettrodotto?

Immagino comunque che sia una tecnologia limitata ad ambienti di scarso valore paesaggistico, in fondo il vento tira anche nei posti meno belli.

Ciao, Andrea
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ecolab
Moderatore

Città: lucera
Prov.: Foggia

Regione: Puglia


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Inserito il - 19 gennaio 2007 : 00:09:11 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E' un po' di tempo che, professionalmente, mi occupo di impatti ambientali dei poli eolici.
Ho redatto numerosi studi di impatto e forse posso dire qualcosa, sempre senza pretendere di avere in tasca la verità assoluta.
rispetto alle macchine di prima generazione, quelle più moderne sono molto più silenziose e girano con minore velocità.
questo secondo elemento fa sì che siano più perecepibili dagli uccelli e sono sensibilmente diminuite le collisioni.
d'altro canto, dopo un po' di tempo, gli animali si adattano (più o meno velocemente a seconda della "sensibilità" delle specie) e proprio oggi un mio collaboratore mi ha portato foto di rapaci che cacciavano in mezzo agli aerogeneratori (non sono belle come quelle del forum, ma rendono l'idea. Volendo le potrei postare visto che ho l'autorizzazione dell'autore).
sono sicuramente una fonte di energia pulita sfruttando l'energia cinetica del vento e trasformandola in energia elettrica.
chiaramente non tutte le zone sono adatte e ciò per vari motivi:
1)vi sono aree di enorme importanza naturalistica nelle quali non è nemmeno pensabile collocare un simile impianto. occorre essere accorti e non progettare poli eolici vicino ad aree umide (sono opportuni almeno 2-3 Km di distanza dalle rive di laghi e paludi), così come deve essere rispettata una distanza ragionevole dalle formazioni forestali, non è pensabile di occupare aree di pascolo, ecc.).Negli studi di impatto che redigo, pretendo sempre che non si mettano torri in aree naturali.
2) come per tutte (o quasi) le fonti di energia pulita, c'è un problema "logistico": nel nostro caso occorre che ci sia vento, ed un tipo particolare di vento, possibilmente costante, non troppo forte, senza picchi di velocità. Un impianto eolico è produttivo se nell'area in cui viene installato ci sono almeno 1600 - 1800 ore di vento all'anno.
3) appare quantomeno inopportuno il collocamento degli impianti nelle immediate vicinanze di aree archeologiche, monumentali o di paesaggi di pregio. l'impatto visivo delle torri con gli aerogeneratori è notevole, anche se, entrando nel campo estetico, il bello ed il brutto sono elementi estremamente soggettivi (conosco più di una persona, fra cui molti ambientalisti, che trovano "piacevoli" questi impianti). Pesonalmente, ma questo non è rilevante, sinceramente non piacciono molto.

per altri versi, occorre pensare che un impianto eolico, una volta finito il ciclo produttivo, è totalmente asportabile se si fa eccezione delle strutture di sostegno interrate che, però, vengono ricoperte e, almeno nelle zone come il Subappennino dauno, "regalano" un po' di scheletro ad un terreno estremamente franoso. Così non si può dire degli impianti di produzione attraverso combustione, molto più difficilmente asportabili.

non voglio dilungarmi molto, almeno per il momento.
So solo che, ora, quella eolica è una tecnologia matura, con costi dell'energia accettabili, ma so altrettanto bene che da sola non potrà mai risolvere il problema energetico.
Può non piacere, ma per il momento tant'è, forse domani si scoprirà una fonte migliore ed allora sarà dovere di tutti rivolgersi a quella, ma fino a che il fotovoltaico costerà ancora troppo, l'idrogeno non è ancora maturo, e via cantando preferisco veder girare le pale che respirarmi sostanze inquinanti di una centrale a carbone o altro.
poi ..., si sa, le cose vanno fatte con ... scienza e coscienza.
giampaolo
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ecolab
Moderatore

Città: lucera
Prov.: Foggia

Regione: Puglia


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Inserito il - 19 gennaio 2007 : 00:13:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mi dimenticavo.
per quanto riguarda l'interferenza con le rotte migratorie, queste si svolgono solitamente ad una quota superiore a quella delle pale e, finora, non ho visto interferenze significative. Ho un filmato che riprende un gruppo di Gru che sorvolano tranquillamente un impianto eolico nel Subapennino dauno.
in ogni caso occorrono ancora studi approfonditi che mettano in luce eventuali interferenze.
per quanto riguarda i corridoi ecologici, è chiaro che l'interferenza c'è e quindi occorre individuare questi corridoi ed evitare di piazzarci in mezzo gli aerogeneratori!!.
giampaolo
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Stekal
Moderatore


Città: CANTU'
Prov.: Como

Regione: Lombardia


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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 19 gennaio 2007 : 11:06:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
E' in corso uno studio di fattibilità per l'installazione di alcune pale sulla dorsale del triangolo lariano:

Paesaggio ed impianti eolici
154 KB

Il tutto, sembra, per 15000 euro a pala per anno da dividersi per 6 o 7 comuni...

In un posto come questo i benefici supereranno i "costi", sotto tutti i punti di vista?

io non commento, che è meglio...





Stefano

Modificato da - Stekal in data 19 gennaio 2007 11:11:51
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ecolab
Moderatore

Città: lucera
Prov.: Foggia

Regione: Puglia


634 Messaggi
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Inserito il - 19 gennaio 2007 : 13:12:54 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Il tutto, sembra, per 15000 euro a pala per anno da dividersi per 6 o 7 comuni...

In un posto come questo i benefici supereranno i "costi", sotto tutti i punti di vista?

io non commento, che è meglio...


Beh, si tratta di rapina vera e propria. Quelle somme che hai citato sarebbero offensive anche se fossero destinate ad un solo comune!
Dove sarebbe la ricaduta sul territorio?
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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

Regione: Abruzzo


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Inserito il - 19 gennaio 2007 : 13:45:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non ho mai approfondito in modo particolare la questione eolica, quindi seguendo questa discussione, mi trovo con più domande che risposte. Girando, a me sembra di capire che di solito in Italia gli impianti vengono costruiti lontano dai centri abitati e in zone montagnose, da una parte, una scelta logica perché a quote più alte c'è di solito più vento. Però... posso anche immaginare la polemica che sarebbe suscitata tra gli stessi fruitori dell'energia dalla decisione di costruire in zone più frequentate, fra le villette sul litorale per esempio, o anche in pianura. Nonostante tutte le rassicurazioni, chi vorrebbe questi mostri sul davanzale di casa?
Allora, se ho ragione, è inevitabile che questi impianti continueranno ad essere costruiti quasi esclusivamente in quelle poche zone ancora relativamente selvagge e incontaminate.
Mi sembra a questo punto che è molto riduttivo limitare la discussione all'impatto (visivo e altro) dei soli aerogeneratori, ma bisogna anche considerare tutti gli effetti collaterali, fra le strutture di supporto, i piloni che devono condurre l'elettricità al centrale di trasformazione e tutto il resto che accompagna l'elettricità fino al punto che entra nella rete principale. Bisogna aprire strade, assicurare un presidio umano, fare manutenzione di tutta l'infrastruttura operativa e di supporto. Insomma, l'impatto paesaggistico turba solo noi e forse in fondo non è tanto grave. Il fatto che una zona precedentemente selvaggia non lo è più proprio per niente potrebbe avere impatti molto, ma molto più gravi sull'ambiente in generale.
Se questo è un prezzo che noi (per conto dell'ambiente) siamo disposti a pagare, bisogna decidere da volta in volta, ma forse non è il caso di considerare ciecamente l'eolico (e non solo) un'energia "verde" e ecologica.

Sarah


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould)
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Stekal
Moderatore


Città: CANTU'
Prov.: Como

Regione: Lombardia


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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 19 gennaio 2007 : 13:58:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mi è venuto il dubbio che non avessi letto bene, sono andato a rivedere:

... La società (una società bresciana) andrebbe a vendere l’energia all’Enel, versando ai comuni il corrispettivo per l’occupazione dello spazio pubblico, quantificabile in 15 o 20 mila euro all’anno per ciascun palo. I proventi potrebbero essere investiti per la montagna, oppure per la sostituzione degli impianti di illuminazione pubblica all’interno dei centri abitati


la frase in grassetto mi fa ...... vabbè...

a quanto pare è già stato raggiunto un accordo tra tre comuni per l'installazione di una pala sperimentale, in modo da valutare l'eventuale efficienza degli impianti.

Se interessa metto l'articolo completo..








Stefano

Modificato da - Stekal in data 19 gennaio 2007 14:00:18
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Vilmer77
Utente Senior


Città: Matera
Prov.: Matera

Regione: Basilicata


1412 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 19 gennaio 2007 : 15:12:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Personalmente non sono contrario a priori all'eolico. Ha i suoi vantaggi e dal punto di vista paesaggistico non sempre rovina la visuale. Ad esempio trovo molto bella la seconda foto di FOX.
A parte questo sono convinto che in certe zone non debbano assolutamente essere installate. Parchi nazionali, riserve, ZPS ecc. secondo me dovrebbero essere esclusi senza condizioni. Anche ambienti incontaminati dalla fantastica bellezza paesaggistica vanno lasciati così come sono. I comuni guadagnano qualcosa dall'eolico? Credo che potrebbero guadagnare di più dal turismo, quello eco-compatibile, ma bisogna investire. Una volta che c'hai messo le pale eoliche chi ci va più in un posto a visitarlo?
Parlo sapendo di comuni (di cui non faccio il nome) che hanno chiesto di installare le pale eoliche per prendersi un po' di soldi, subito (vorrebbero metterle in zone molto belle).
In altre zone, aperte campagne ad esempio, credo che se inserite con criterio potrebbero starci tranquillamente!
Per Stekal: inserisci pure tutto l'articolo, vorrei saperne di più, io non ho idea di come saranno impattanti in quella zona, non conoscendola, mi verrebbe da pensare che non ci starebbero benissimo!
Questo è solo il mio parere, trovo comunque molto interessante questa discussione, aspetto di conoscere quello di Alessandro e di tutti gli altri.
Vilmer

_____________________
Camminando si conosce
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Stekal
Moderatore


Città: CANTU'
Prov.: Como

Regione: Lombardia


4435 Messaggi
Fotografia Naturalistica

Inserito il - 19 gennaio 2007 : 15:41:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Questo è l'articolo completo:

Il piano della società Poliservice, che fa capo alla Fen Energia di Brescia, per sfruttare la forza del vento per la produzione di energia elettrica dalle alture del Triangolo lariano si sta estendendo al crinale della Duaria che domina la Tremezzina, con coinvolgimento dei territori di Colonno, Sala Comacina e Ossuccio. Il versante da una parte volge verso il Lario, dove sono presenti due venti costanti, il Tivano e la Breva, e dall’altra parte guarda verso il lago di Lugano, dove ci sono ulteriori correnti. Secondo gli esperti la zona sarebbe idonea allo sfruttamento dell’energia eolica. Si tratterebbe quindi di verificare, con una fase sperimentale di circa un anno, se ci sono i presupposti per rendere produttivo l’investimento. Altrimenti niente pale. Al momento di certo c’è che le giunte municipali di Colonno, Sala Comacina e Ossuccio hanno approvato una delibera con la quale la società Poliservice srl viene autorizzata a collocare un’apparecchiatura sperimentale, non vincolante agli effetti di future installazioni, rivolta a verificare l’entità dell’energia eolica che in quel luogo potrebbe essere prodotta.
«Tengo a precisare che non c’è niente di definitivo – dice il sindaco di Ossuccio, Massimo Castelli – e la delibera approvata riguarda solo uno studio
di fattibilità. Verificheremo a tempo debito i risultati, ci confronteremo con la gente, sentiremo gli esperti in fatto di tutela del paesaggio. Mi pare che nell’interesse dei cittadini un’amministrazione comunale non possa e non debba rinunciare a priori a una verifica che non comporta oneri. Si apre soltanto un dialogo, vedremo i risultati».
Ivonne Mandelli, sindaco di Sala Comacina, fornisce ulteriori delucidazioni. «Secondo quel che ci hanno detto i tecnici della società bresciana – dice – sul crinale dei tre comuni, ammesso che l’esperimento abbia a dare risultati positivi, dovrebbero essere installate quattro o cinque grandi eliche. La società andrebbe a vendere l’energia all’Enel, versando ai comuni il corrispettivo per l’occupazione dello spazio pubblico, quantificabile in 15 o 20 mila euro all’anno per ciascun palo. I proventi potrebbero essere investiti per la montagna, oppure per la sostituzione degli impianti di illuminazione pubblica all’interno dei centri abitati. «Come sindaco – aggiunge Ivonne Mandelli – sono la prima ad avere a cuore la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio. Non credo che le pale dell’energia eolica possano deturpare il crinale.
Piuttosto, le nostre montagne sono state danneggiate dalla presenza di imponenti tralicci elettrici per il trasporto dell’energia dalle centrali della Valtellina alla pianura. Le società elettriche private, prima, e l’Enel poi, hanno sfruttato i nostri territori senza alcun indennizzo e c’è inoltre il problema, non ancora chiarito, sui possibili danni alla salute causati dagli elettrodotti». Sulla stessa lunghezza d’onda si pone il sindaco di Colonno Elisabeth Soldarini, la quale preannuncia che comunque «prima di adottare decisioni vincolanti saranno consultati gli esperti della tutela ambientale, e verranno recepiti gli indirizzi dei cittadini».


Le zone sono quelle riportate qui:
in particolare le installazioni previste (nel triangolo lariano) dovrebbero essere visibili nelle immagini 1-6-17-21-23-30-36

In una vista d'insieme:

Paesaggio ed impianti eolici
243,68 KB


Stefano

Modificato da - Stekal in data 19 gennaio 2007 16:00:48
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



9799 Messaggi

Inserito il - 19 gennaio 2007 : 16:00:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il mio preliminare "parere" l'avevo dato qui
Link
in risposta ad un collegamento riportato da Giovanni (gioquita) riportato nello stesso messaggio (vedere
Link con riferimento all'area di Manfredonia e dintorni)
Gli aspetti da valutare per un impianto eolico sono davvero tanti, dal paesaggio al rumore alla biodiversità. E' un problema complesso, che sto cominciando ad affrontare solo ora


Alessandro PD

Modificato da - a p in data 19 gennaio 2007 16:07:03
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ametista
Moderatore


Prov.: Padova

Regione: Veneto


6209 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 19 gennaio 2007 : 20:56:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non ho le competenze per dare il mio parere tecnico sull'argomento..mi limito a postare queste foto (di pessima qualità,ero in pullman) che ho scattato in Austria ad ottobre nel Wachau,e a dire che queste strutture effettivamente "rovinavano" abbastanza il paesaggio.





Paesaggio ed impianti eolici
25,27 KB




Paesaggio ed impianti eolici
20,88 KB

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theco
Utente Super




6117 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 19 gennaio 2007 : 22:10:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Io proprio non vedo la differenza tra il palo di un elica e quello di un elettrodotto, anzi quest'ultimo forse si mimetizza meglio.

I vantaggi ambientali dell'energia eolica sono fuori discussione, ma Alessandro chiedeva un parere dal punto di vista paesaggistico.

Una questione di estetica sarebbe non essere d'accordo se è meglio il palo verde o il palo grigio, ma sul fatto che un palo di quella dimensione alteri il paesaggio credo che difficilmente si possa non essere d'accordo.

In una realtà paesaggistica di scarso valore il super-palo può essere ininfluente o addirittura migiorare un paesaggio già deturpato (vedi per esempio le foto di FOX con tutti i pali belli allineati in un paesaggio morto), ma in un paesaggio naturale e vivo, come quello postato da Stekal sono la rovina.

Ciao, Andrea
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Barbadoro
Utente Senior

Città: Casalecchio di Reno
Prov.: Bologna

Regione: Emilia Romagna


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Flora e Fauna

Inserito il - 20 gennaio 2007 : 09:31:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
L’alternativa Pilone Eolico/Traliccio Elettrodotto mi suona strana: è banale ma evidente che una centrale eolica in cima ad una montagna, o in una località remota, implichi necessariamente un elettrodotto, il primo impianto richiede per forza il secondo (se si genera energia elettrica non si può non trasportarla), mentre non è vero il contrario.
Mi sembra poi stonato che nella valutazione d’impatto ambientale si tema per la grande fauna e non per la flora o per la microfauna (con scarse capacità di movimento), considerando come scarsamente rilevante l’impatto sul suolo:
per altri versi, occorre pensare che un impianto eolico, una volta finito il ciclo produttivo, è totalmente asportabile se si fa eccezione delle strutture di sostegno interrate che, però, vengono ricoperte
(ecolab)

direi che sbancamenti, strade di accesso, cantieri e fondazioni lasciano eccome il segno, e se lì sotto c’era una pianta rara pazienza.
Se poi queste centrali non devono occupare le aree naturali (aree umide, foreste e pascoli, montagne), che per molti proprietari non sono altro che incolti improduttivi (l’equivalente economico di un “paesaggio morto” naturalistico), e quelle “monumentali”:
che non si mettano torri in aree naturali.

appare quantomeno inopportuno il collocamento degli impianti nelle immediate vicinanze di aree archeologiche, monumentali o di paesaggi di pregio (ecolab)

mi sembra, in fin dei conti, che il territorio italiano offra ben pochi siti idonei alle foreste di pale.
Franco
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lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

Regione: Abruzzo


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Inserito il - 20 gennaio 2007 : 09:35:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sono perfettamente d'accordo con Franco.
Messaggio originario di Barbadoro:

direi che sbancamenti, strade di accesso, cantieri e fondazioni lasciano eccome il segno

Esattamente il punto del mio intervento. Di parlare solo del paesaggio e solo degli aerogeneratori stessi mi sembra molto riduttivo.


Sarah


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould)
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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



9799 Messaggi

Inserito il - 20 gennaio 2007 : 10:02:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Alessandro:

Apro qui questa discussione che potrebbe sembrare fuori luogo, sugli impianti eolici per la produzione di energia elettrica. Mi piacerebbe capire con i Vs. interventi cosa ne pensate sull'effetto paesaggistico degli impianti e conoscere la Vs. idea sull'impatto ambientale (positivo/negativo) di questa tecnologia

Alessandro PD


Mi trovo d'accordo sul fatto che si debba guardare il problema non solo dal punto di vista del paesaggio (troppo riduttivo). Il paesaggio è stato il presupposto per inserire la discussione in questa sezione, altrimenti non sarebbe stata giustificata.
E' necessario valutare tutti gli impatti ambientali (positivi/negativi) della tecnologia.
Il paesaggio non è solo determinato dalle pale ma anche da tutte le opere accessorie come avete ben sottolineato.
E' altrettanto riduttivo considerare solo la fauna (animali migratori). Bisogna tener conto anche della flora.
In altre parole la valutazione della fattibilità dell'impianto deve avere una visione olistica ed integrale di tutti gli aspetti ambientali, costi e benefici.
Anch'io come Sarah ho più domande che certezze su questo tema!

Alessandro PD

Modificato da - a p in data 20 gennaio 2007 10:02:53
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lynkos
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Inserito il - 20 gennaio 2007 : 10:46:16 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Alessandro:

Anch'io come Sarah ho più domande che certezze su questo tema!

Più che leggo, più che penso, più domande mi vengono, non soltanto sull'energia eolica, ma anche altre forme di "energia verde". Non c'entra nulla qui, ma stavo leggendo stamattina questo articolo sull'energia dal biomass che conferma un'altra delle mie tante paure.
Chiaro che non sarebbe logico di essere contro tutte le forme di energie rinnovabili a priori, ma mi è altrettanto chiaro che non si può essere nemmeno ciecamente a favore, considerandole automaticamente un'alternativa "ecocompatibile" alla situazione attuale.
Qualche mese fa ho seguito una serie di dibattiti al più alto livello sull'argomento sul BBC World Service e l'unica conclusione fra gli esperti di ogni "fede" e colore era che la situazione energetica è spaventosamente complessa e che tutte le soluzioni attualmente disponibili rappresentano solo un "cerotto" su una ferita che diventa sempre più profonda.
Personalmente sono totalmente convinta che l'unica strada percorribile nel medio/lungo termine è quello di un cambiamento radicale di stile di vita che permetterebbero di abbassare i consumi a livelli, forse, finalmente sostenibili per davvero. Ma so anche di sognare.

Sarah


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould)
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Lepurisposu
Utente Senior


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Inserito il - 20 gennaio 2007 : 10:54:07 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sento di aderire con i pareri di Sarah e Barbadoro, nonostante anche io abbia più domande che risposte: anche solo l'apertura di una strada che consente l'accesso a tre pale eoliche poste in un luogo prima incontaminato rappresenta una violazione più o meno grave e un piccolo dissesto del sistema natura. Nonostante il forte vento di maestrale che soffia praticamente sempre in Sardegna, l'eolico non si è solo svelato un fallimento da un punto di vista organizzativo e di gestione, ma ha rovinato tra i più begli ambienti collinosi e montagnosi (le pale di Scal''e Pranu o di Monti Arci per es.).


àiri a pinta de caddaxu. pinnicadì linna crabaxu
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ecolab
Moderatore

Città: lucera
Prov.: Foggia

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Inserito il - 20 gennaio 2007 : 13:07:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il problema è quello di consentire la costruzione di questi impianti esclusivamente su aree degradate, ad esempio aree agricole ove sia tutelata sia la flora che la fauna.
A proposito della flora (rispondendo a Barbadoro), già la prescrizione che io metto negli studi di impatto di non posizionare gli impianti nelle aree naturali, presuppone che non si trascuri affatto questo elemento.
Inoltre, almeno nei miei studi di impatto, per ogni impianto vengono fatti accurati rilevamenti e poiché si obbliga a progettare solo su aree agricole, una cura particolare viene messa nella valutazione del percorso del cavidotto interrato (in Puglia è praticamente vietato creare questi collegamenti con reti aeree) che conferisce la corrente al punto di consegna della rete nazionale. Comunque devo ammettere di aver visto studi di impatto ove si faceva cenno solo alla grande fauna, come diceva giustamente Barbadoro, e addirittura studi ove nemmeno si accennava alle componenti del territorio riducendosi solamente a fare un elenco di normative.

In ogni caso io credo che una grande responsabilità ricada su chi redige lo studio di impatto: ho visto studi che altro non erano che una difesa d'ufficio del progetto e questo non può essere considerato corretto.
Da parte mia, ma posso essere responsabile solo delle mie azioni, spesso ho fatto cambiare i layout di progetto in quanto troppo impattanti, facendo spostare o addirittura eliminare alcune torri.
In altri casi sono giunto a rinunciare all'incarico di redigere lo studio quando la società pretendeva di collocare l'impianto in aree sensibili o non era disposta ad apportare modifiche, rinunciando di conseguenza alla parcella.
e questo vale non solo per l'eolico, ma per tutti gli interventi che l'uomo progetta sul territorio.
Ma quanti hanno il coraggio (o la possibilità) di far buttare a mare ad una società un progetto sbagliato facendoglielo rifare in modo da minimizzare gli impatti? Spesso significa non avere l'incarico e di conseguenza rinunciare alla parcella e molti non sono disposti a questo tipo di sacrificio.
Ed allora si arriva a vedere giustificati negli stessi studi una serie di scempi assolutamente immorali.
L'approvazione o meno di un impianto dovrebbe basarsi sui risultati degli studi di impatto. Occorrerebbe essere sicuri della correttezza di questi studi.

Per completare l'informazione, alcune regioni hanno approvato delle linee guida per l'eolico e spesso in queste linee guida sono state elencate le aree ove non è assolutamente possibile realizzare tali impianti. Questo mi sembra un metodo abbastanza buono e percorribile. In questo modo si pongono dei seri paletti alle società e si predispongono gli strumenti per tutelare il territorio.

L'eolico è sicuramente una accettabile fonte di energia pulita, ma se non si sta attenti si rischia di rendere l'aria più pulita ma avere un territorio degradato per altri versi. Mi sembra il famoso concetto "per star meglio ... qui giaccio!!"

Giampaolo
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lynkos
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Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

Regione: Abruzzo


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Inserito il - 20 gennaio 2007 : 13:16:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ma quanti hanno il coraggio (o la possibilità) di far buttare a mare ad una società un progetto sbagliato facendoglielo rifare in modo da minimizzare gli impatti? Spesso significa non avere l'incarico e di conseguenza rinunciare alla parcella e molti non sono disposti a questo tipo di sacrificio.

Non avrei mai dubitato della tua integrità Giampaolo, ma le tue parole mi turbano alquanto. Se non le sto interpretando male, vuol dire che lo studio di impatto ambientale non è neutrale, ma a carico di chi ha da guadagnare dall'implementazione di un progetto. E se non gli piacciono i contenuti, può semplicemente licenziare il responsibile e nominare uno più malleabile, finché non arriva inevitabilmente ad uno studio favorevole. Spero di sbagliarmi.

Sarah


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould)
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