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 RETTILI
 Trachemys spp. della pianura modenese
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carlo zauner
Utente V.I.P.

Città: San Cesario sul Panaro
Prov.: Modena


139 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 24 aprile 2013 : 21:28:58 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di EDG:

Messaggio originario di AnDrO:

grazie dello spiegone! visto che sei informato, il successo riproduttivo di Trachemys in Italia, qual'è? Le covate sono sterili, oppure, le covate schiudono, ma i piccoli non superano l'inverno? o c'è un'altra possibilità ancora?

Il successo riproduttivo di Trachemys scripta in Italia è minore di quello che si possa pensare. In alcune zone è stato accertato che si riproducono in natura, ma non è la regola (fortunatamente), a conferma che il nostro non è proprio il loro clima. Con il numero di esemplari che vengono abbandonati, dovremmo essere invasi da Trachemys di ogni dimensione, invece si vedono quasi solamente esemplari adulti e sub-adulti, quindi vuol dire che non hanno facilità di riproduzione in Italia.





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EDG
Utente V.I.P.


Città: Sicilia


191 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 24 aprile 2013 : 21:38:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di sirtalis:

grazie, tutto chiaro, in effetti delle due immagini dal web che ho postato, la prima è proprio una di quelle presunte T. decussata romane.

Infatti, quella è una falsa T.decussata fotografata per la precisione a villa pamphili. E' ovviamente una T.s.elegans e in questo caso si può facilmente capire dal fatto che sono ancora evidenti sugli scuti laterali i disegni a linee verticali tipiche di questa specie, e non in T.decussata.


Messaggio originario di sirtalis:
Ho notato che sia il maschio di questa discussione, sia il maschio della discussione vecchia postata da rockHoward e poi da me, sia l'esemplare del quale si vede il piastrone nella foto presa dal web, hanno quegli strani ghirigori e linee articolate sui bordi del carapace e sul piastrone inferiormente.
Disegni che mi sembra siano presenti negli esemplari giovanissimi e verdi, come mai in questi tre sono ancora presenti?

Non ho ben capito cosa intendi per "ghirigori", ma se intendi le macchie del piastrone, in alcuni casi rimangono evidenti anche in esemplari adulti e melanici.
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carlo zauner
Utente V.I.P.

Città: San Cesario sul Panaro
Prov.: Modena


139 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 24 aprile 2013 : 21:50:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Credo che per ghirigori intendesse questi....... almeno penso

Ciao

Carlo

Immagine:
Trachemys spp.  della pianura modenese
78,51 KB


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EDG
Utente V.I.P.


Città: Sicilia


191 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 24 aprile 2013 : 21:52:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Inoltre noto anche come nei 2 esemplari delle discusioni del forum, e nell'esemplare maschio ripreso nell'acqua del laghetto romano vicino una femmina di T. scripta elegans, siano presenti gli strani scuti sul carapace; sopratutto il primo scuto centrale, diciamo quello dietro la testa, ha in tutti e tre gli individui la stessa forma inusuale.

Sono coincidenze?
Magari gli esemplari che sono incubati a paramatri simili ed estremi sviluppano le stesse forme degli scuti e magari anche lo stesso aspetto generale anomalo(colorazione inusuale)?

Nell'esemplare di questa discussione, non è il primo scuto vertebrale ad avere una forma strana, ma sono il quarto e il quinto vertebrale, che inevitabilmente si presentano in quel modo perchè mancano i quarti scuti laterali.
Questa colorazione detta melanica, non è una anomalia, non dipende (al contrario degli scuti anomali) dai parametri di incubazione, quindi in questo caso sono coincidenze se quegli esemplari hanno degli scuti anomali. Questa forma di melanismo avviene con l'età, quindi un tale esemplare alla nascita si presentava come tutti gli altri, e da lui nasceranno T.s.elegans "classiche".

Per quanto riguarda il primo scuto vertebrale, aggiungo che la forma di quest'ultimo può cambiare all'interno della stessa specie e potrebbe dipendere dalla normale variabilità di una popolazione oppure essere diverso a seconda del diverso areale in natura. Anche in E.orbicularis si distinguono alcuni esemplari con il primo scuto vertebrale a forma trapezioidale da altri che invece lo hanno maggiormente rettangolare, e questa distinzione è stata notata tra popolazioni del nord e del sud Italia all'interno della stessa sottospecie.

Modificato da - EDG in data 24 aprile 2013 21:55:09
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EDG
Utente V.I.P.


Città: Sicilia


191 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 24 aprile 2013 : 22:04:51 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Da notare la forma del primo scuto vertebrale in questo maschio di T.s.elegans che ha mantenuto la colorazione classica anche da adulto:
Immagine:
Trachemys spp.  della pianura modenese
74,74 KB

E in queste due femmine di G.p.pseudogrographica è totalmente differente, ma non per questo non appartengono ugualmente alla stessa sottospecie:
Immagine:
Trachemys spp.  della pianura modenese
62,68 KB


EDG , ma senza offesa, la precedente risposta/chiarimento, non aveva certo uno spirito costruttivo.

Prima sondo il terreno, poi valuto se si può costruire qualcosa.

Modificato da - EDG in data 24 aprile 2013 22:09:41
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sirtalis
Utente Senior


Città: Napoli
Prov.: Napoli

Regione: Campania


1867 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 24 aprile 2013 : 22:16:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
grazie ora tutto chiaro.
anche io avevo notato nel mio primo intervento il penultimo scuto vertebrale stranissimo nell'esemplare di questa discussione, non riuscivo a spiegarmi come fosse possibile, e non avevo mai fatto caso al fatto che gli scuti possano variare forma tra gli individui conspecifici.
menomale che nei serpenti non sia cosi per le squame aggiungo(o perlomeno non così variabile)

------------------------

"Man in his arrogance thinks himself a great work, worthy the interposition of a deity, more humble & I believe true to consider him created from animals."

Darwin

Modificato da - sirtalis in data 24 aprile 2013 22:18:00
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papuina
Utente Senior


Città: SAN PIETRO IN CASALE
Prov.: Bologna

Regione: Emilia Romagna


4515 Messaggi
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Inserito il - 25 aprile 2013 : 22:38:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Che bel post, interessantissimo.
Ho un'amico che alleva pesci rossi e utilizza l'acqua del canale navile (abito nella provincia di Bologna) per riempire i suoi laghetti.
Dal Navile arriva di tutto, tramite reti intercetta Misgurnus angullicaudatus e anche giovani Trachemys.
Da questo ho dedotto che riescano a riprodursi, sempre che non si tratti di giovani liberati dalla cattività.
Però ricordo lo scorso anno una T. scripta elegans (orecchie rosse) non è ormai da molto tempo che ne è stata vietata l'importazione?
Beppe

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iperione
Utente Senior

Città: Cremona


2262 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 26 aprile 2013 : 00:35:32 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Testimonio anch'io da Cremona la riproduzione di T. s. elegans, affermando ciò sulla base dell'osservazione pressochè regolare, dal 2000 ad oggi, di fino a 3 "neonati" l'anno in una zona che seguo presso la città (l'anno scorso due osservati di cui uno veramente piccolo e, secondo me, sottomisura rispetto allo standard; quest'anno ancora niente). Lì ci sono diversi adulti, ed io ho pensato si trattasse di nascite in loco perchè, in effetti, nei negozi locali non si vedono più tartarughine di questa sottospecie da un bel po'. In 12 anni, però, una sola volta ho osservato un corteggiamento, mentre in un altro caso ho trovato una femmina in deposizione.

ciao

Iperione

Modificato da - iperione in data 26 aprile 2013 00:38:35
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AnDrO
Utente Senior

Città: Vercelli


3091 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 26 aprile 2013 : 08:26:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ok, quindi ce la fanno a riprodursi, grazie per le testimonianze! eppure, mi pare che il numero di individui adulti, sia sempre maggiore rispetto ai giovani, può essere allora, che ci sia effettivamente un'alta mortalità invernale, fra i neonati?

Andrea
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iperione
Utente Senior

Città: Cremona


2262 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 26 aprile 2013 : 09:16:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di AnDrO:

ok, quindi ce la fanno a riprodursi, grazie per le testimonianze! eppure, mi pare che il numero di individui adulti, sia sempre maggiore rispetto ai giovani, può essere allora, che ci sia effettivamente un'alta mortalità invernale, fra i neonati?


Io mi sono fatto l'idea che comunque qui, almeno per ora, le riproduzioni non siano segno di effettiva acclimatazione, e non riguardino la maggioranza degli individui presenti (altrimenti il numero di neonati dovrebbe essere certamente superiore); nel periodo di massima densità del gambero della louisiana mi è anche capitato di trovare un neonato (che pochi giorni prima avevo visto vivo e vegeto) predato dai gamberi, che gli avevano mangiato le estremità; sicuramente i neonati sono predabili anche dagli ardeidi, che, nel caso di basse densità di tartarughine, potrebbero anche fare "piazza pulita". In un caso, in un laghetto urbano facilmente monitorabile, mi è capitato di vedere un piccolo (uno solo, nonostante le decine di adulti presenti!) di T. s. e. per tre anni di fila (quindi ha superato 2 inverni).
Devo anche dire che, nel posto che seguo dal 2000, dove vi dicevo che vedo neonati quasi tutti gli anni, non vedo mai individui di dimensioni intermedie (giovani di pochi anni d'età) e questo mi fa pensare che i neonati non sopravvivano (posso però dire quasi la stessa cosa anche per le Emys che lì convivono con le Trachemys, e che si riproducono regolarmente ma mostrano una popolazione con scarso numero di giovani).

ciao

Iperione
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AnDrO
Utente Senior

Città: Vercelli


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Flora e Fauna

Inserito il - 26 aprile 2013 : 10:45:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
quindi, è come ricordavo, i giovani hanno vita dura... se non ricordo male, avevo letto anche di molte covate sterili, anche se, sinceramente non ricordo il perchè...

Andrea
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iperione
Utente Senior

Città: Cremona


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Inserito il - 01 maggio 2013 : 15:31:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
... vedo neonati quasi tutti gli anni, non vedo mai individui di dimensioni intermedie (giovani di pochi anni d'età) e questo mi fa pensare che i neonati non sopravvivano ...


mai dire mai... questo l'ho trovato ieri, penso possa avere un paio d'anni, il carapace misura 63 mm; nella zona di osservazione ci sono un buon numero di Trachemys adulte di entrambe le sottospecie più comuni; ho visto anche un individuo un po' più grande (circa 10 cm) che però non si è fatto fotografare.



Immagine:
Trachemys spp.  della pianura modenese
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Trachemys spp.  della pianura modenese
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AnDrO
Utente Senior

Città: Vercelli


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Flora e Fauna

Inserito il - 01 maggio 2013 : 19:21:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
beh, qualche neonato ce la farà a sopravvivere, comunque, il clima sembra essere proprio l'elemento che tiene a freno la specie, dal punto di vista del successo riproduttivo, è l'unica unica nota positiva forse .

Andrea
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iperione
Utente Senior

Città: Cremona


2262 Messaggi
Tutti i Forum

Inserito il - 01 maggio 2013 : 22:07:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di AnDrO:

beh, qualche neonato ce la farà a sopravvivere, comunque, il clima sembra essere proprio l'elemento che tiene a freno la specie, dal punto di vista del successo riproduttivo, è l'unica unica nota positiva forse .


Certamente le popolazioni di Trachemys presenti in natura non vengono mantenute tanto dalle nuove nascite, quanto dalle continue immissioni abusive. In Lombardia attualmente, che io sappia, non esiste un solo centro disponibile alla raccolta delle testuggini di cui si vogliono disfare i proprietari, i quali, un po' ipocritamente, non vogliono più curarsi dei loro animali ma desiderano comunque piazzarli sul gobbo a qualcun'altro; non riuscendo quasi mai a farlo, finiscono per liberarli in giro consegnandoli al loro incerto destino; i più fortunati arrivano in habitat idonei e lì sopravvivono per anni. Dalle mie parti altre specie, come le Graptemys, mi sembrano meno adattabili perchè, dopo le immissioni, gli esemplari spariscono abbastanza rapidamente.
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AnDrO
Utente Senior

Città: Vercelli


3091 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 01 maggio 2013 : 22:52:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
è vero, purtroppo è così , e loro magari, pensano pure di fargli un favore, tanto dicono "è libera in natura, meglio di così non può stare!" tutte c.....e!
E non gli passa minimamente per la testa, che liberare una specie in un ecosistema che non è il suo, non può portare niente di buono...
Sotto questo punto di vista, non so all'estero, ma qui in Italia siamo messi male , bisognerebbe fare un pò di sensibilizzazione/educazione.

Andrea

Modificato da - AnDrO in data 01 maggio 2013 22:53:40
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Albisn
Utente Senior


Città: Seregno
Prov.: Milano

Regione: Lombardia


4284 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 11 settembre 2013 : 14:28:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Riporto a galla questa discussione molto interessante.

Sono preoccupato per i continui abbandoni di tartarughe esotiche in ogni tipo di zone umide e perticolarmente per il laghetto di cui parlo qui: Link

Deduco da questa discussione che questi animali non sono poi così adattabili al nostro ambiente come sembra guardando le quantità di individui adulti che si vedono in giro. Si riproducono poco e i piccoli non sopravvivono facilmente: non si vedono giovani.
Inoltre la maggior parte delle specie poi non si adatta per niente ai climi freddi, almeno nel Nord Italia, e quindi è destinata, in caso di rilascio, a una brutta fine.

Ne consegue che l'abbandono di questi animali, oltre che un danno per l'ecosistema, è chiaramente un reato che contravviene l'art 727 del CP.

Saluti
Alberto

Modificato da - Albisn in data 11 settembre 2013 14:36:04
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