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Galleria Tassonomica di
Natura Mediterraneo
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Autore |
Discussione |
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Phobos
Utente Super
Città: Cellatica
Prov.: Brescia
Regione: Lombardia
7290 Messaggi Flora e Fauna |
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Phobos
Utente Super
Città: Cellatica
Prov.: Brescia
Regione: Lombardia
7290 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 11 dicembre 2006 : 09:33:40
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Adiantum capillus veneris - Villa Carcina (BS) - 25/09/05 87,92 KB
Un ciao da phobos. |
Modificato da - Phobos in data 11 dicembre 2006 10:13:10 |
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Phobos
Utente Super
Città: Cellatica
Prov.: Brescia
Regione: Lombardia
7290 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 11 dicembre 2006 : 09:35:09
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Adiantum capillus veneris - Gussago (BS) - 30/04/06 95,95 KB
Un ciao da phobos. |
Modificato da - Phobos in data 11 dicembre 2006 10:13:34 |
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theco
Utente Super
6117 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 11 dicembre 2006 : 12:16:37
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Fino ad una settantina di anni fa era una specie presente anche nei boschi litoranei ravennati, in particolare era segnalata all'interno dei pozzi delle case sparse nel bosco.
Il progressivo aumento della salinità del primo acquifero freatico ha portato alla scomparsa di parecchie specie e Adiantum tra queste.
Ciao, Andrea |
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Phobos
Utente Super
Città: Cellatica
Prov.: Brescia
Regione: Lombardia
7290 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 11 dicembre 2006 : 16:05:14
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Queste tue parole sembrano confermare come la Padania sia, insieme ai rilievi prealpini, la zona dove questa piccola Pteridofita risulta meno presente rispetto la resto del nostro territorio ...
P.S. Le sue pinnule mi ricordano da sempre le foglie di Ginko biloba, ovviamente in miniatura ... non sembra così anche a voi?
Un ciao da phobos. |
Modificato da - Phobos in data 11 dicembre 2006 16:06:40 |
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eduegino
Utente Junior
Città: Marone
Prov.: Brescia
Regione: Italy
64 Messaggi Micologia |
Inserito il - 12 dicembre 2006 : 01:29:46
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E' vero, una somiglianza stupefacente che sa tanto di preistoria; mi par di vedere Dinosauri erbivori che brucano, alternandoli, l'uno e l'altro. Nella mia preistoria culturale, invece, il Capelvenere è mentalmente associato alla Felce femmina (Athyrium filix-foemina) e alla Felce maschio (Dryopteris Filix-mas), perchè era il classico trio di felci citate in botanica farmaceutica: la prima per sciroppi contro la tosse, le altre due per distinguere quella terapeuticamente attiva (30 anni fa si utilizzava l’estratto etereo di rizoma della Felce maschio come tenifugo, quasi esclusivamente per uso veterinario) dall’altra. Poichè in quel tempo lontano sui testi universitari erano riportati solo disegni incolori, se dalla tua fornitissima raccolta fotografica spuntassero un paio di immagini per formare il trio...Grazie. Ciao. Eugenio.
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Modificato da - eduegino in data 12 dicembre 2006 01:37:33 |
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Phobos
Utente Super
Città: Cellatica
Prov.: Brescia
Regione: Lombardia
7290 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 12 dicembre 2006 : 06:07:59
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Per ora sono sprovvisto di immagini riguardanti le specie che hai citato ... ma rimedierò appena possibile.
Un ciao da phobos. |
Modificato da - Phobos in data 12 dicembre 2006 06:08:27 |
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Barbadoro
Utente Senior
Città: Casalecchio di Reno
Prov.: Bologna
Regione: Emilia Romagna
2494 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 14 dicembre 2006 : 03:19:29
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Il Capelvenere mi offre lo spunto per contribuire con qualche dato biogeografico e una riflessione. Nei circa 10.000 ettari di montagne e valli con al centro il M. Catria, nel tratto di Appennino tra Gubbio e Urbino, trovare questa felce non è facile. Anche se le quote sono elevate (da 300 a 1700 m) e le precipitazioni medie annuali arrivano a 1800 mm, la gran parte del territorio è sostanzialmente povera di ambienti stillicidiosi. Per la loro natura calcare, questi monti, molto simili alle prealpi di Renato, sono una specie di spugna che assorbe l’acqua nelle viscere della terra. Le sorgenti in effetti ci sarebbero, ma quelle permanenti, potenzialmente stillicidiose, sono ingabbiate nel cemento delle captazioni. Insomma Adiantum capillus-veneris L. è qui una specie sporadica, che cresce spesso in pochi metri quadrati, con piante che temono una stagione troppo secca o un “idraulico” assetato… Non è più rara di altre specie, anzi, ma la sua sorte è emblematica: la congiuntura di un clima con andamento sfavorevole e di uno sfruttamento incontrollato del territorio la stanno conducendo sull’orlo dell’estinzione. Certo se fosse un Panda o un Batrace dell’Amazzonia, ma è solo una falcetta e della sua storia non se ne accorge nessuno.
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Vilmer77
Utente Senior
Città: Matera
Prov.: Matera
Regione: Basilicata
1412 Messaggi Flora e Fauna |
Inserito il - 14 dicembre 2006 : 16:09:54
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Anche a me piace molto questa specie, dalle mie parti non credo che si possa ancora definire rara, ma forse un tempo era molto più comune. Riguardo alla somiglianza con Gingko biloba ricordo che il mio professore di botanica all'università ad una delle prime lezioni ci portò un campione di questa pianta chiedendoci di riconoscerla: molti di noi risposero proprio Gingko (forse anche perchè era una delle poche che avevamo già visto/studiato) Vilmer
_____________________ Camminando si conosce |
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lynkos
Con altri occhi
Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara
Regione: Abruzzo
17647 Messaggi Tutti i Forum |
Inserito il - 14 dicembre 2006 : 16:24:27
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| Messaggio originario di Barbadoro:
Le sorgenti in effetti ci sarebbero, ma quelle permanenti, potenzialmente stillicidiose, sono ingabbiate nel cemento delle captazioni. |
Leggo solo adesso, causa periodo pesante di lavoro. Meglio non farmi cominciare . Sono sempre più ossessionata da questo problema e vorrei tanto fare qualche cosa per sensibilizzare la gente su una situazione purtroppo sempre più comune. Almeno parlandone qui è un piccolo passo nella direzione giusta.
Sarah
"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould) |
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