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 Byne's disease
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Heliacus
Utente Junior

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Biologia Marina

Inserito il - 07 dicembre 2006 : 00:46:02 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Ciao a tutti,

da circa tre mesi sono alle prese col cosiddetto Byne’s disease che ha colpito la mia piccola collezione e volevo raccontarvi la mia esperienza, anche per avere pareri e consigli e più in generale per aprire una discussione sulla “manutenzione” di una collezione di conchiglie.

E dunque ecco ciò che mi è successo:
proprio la scoperta del forum mi ha fatto riaprire i cassetti della collezione, rimasti chiusi per circa un paio d’anni. E ahimé ecco la scoperta di una Luria lurida diventata improvvisamente opaca. E, alla prova dell’assaggio in punta di lingua, rivelava l’inconfondibile sapore del Byne’s disease. Non sono un sommelier quindi mi riesce difficile spiegare il sapore: è un misto tra l’aceto e l’effervescente Brioschi (scusate l’involontaria pubblicità ma serve a rendere l’idea…). Apro altri cassetti, "assaggio" altre conchiglie e qua e là ecco ancora quel sapore sinistro… Poi scopro una Cypraea tigris giovane ricoperta di uno strato bianco e verde.. e poi ancora e ancora…


Prima di andare avanti, traduco la pagina sul Byne's disease del COA (Conchologists of America).
Il link è questo: Link

Cos’è il Byne’s disease.
Il Byne’s disease è il termine usato per indicare i danni provocati alle conchiglie dai vapori acidi. Deve il suo nome a Loftus St. George Byne, che nel 1899 pubblicò il primo scritto su questo argomento. La maggior parte delle sue conclusioni erano errate: pensava che il problema fosse causato da qualche batterio e i rimedi da lui suggeriti non servivano a nulla, se non peggioravano le cose. Ma il nome è rimasto.

Da dove vengono i vapori?
I vapori acidi in questione sono emessi naturalmente dal legno e da altri materiali a base di cellulosa, come il cotone, la carta, il cartone, la masonite, il compensato, il sughero ecc. ecc. Sono un prodotto del decadimento naturale della cellulosa.

Che succede?
I vapori attaccano il carbonato di calcio delle conchiglie, trasformandolo in un “calcium acetate/formate compound salt” (formate: a compound, such as a salt or an ester of formic acid, that contains the HCOO- radical).
La conchiglia inizia a rovinarsi, perde lucentezza fino eventualmente a distruggersi. Tanto più elevata è la temperatura e l’umidità, tanto più veloce è il processo.

Che ruolo gioca l’umidità?
I fumi acidi si sciolgono nell’acqua, trasformando il semplice vapore acqueo in vapore acido. Uno dei problemi è che i sali che si formano sulla superficie di una conchiglia danneggiata sono igroscopici, attraggono l’acqua. Così, attirando vapore acqueo dall’ambiente circostante, attirano ancor più vapori acidi di quelli che attirerebbero in un ambiente più secco.

Come capire se le conchiglie hanno il Byne’s disease?
Dopo un po’ di tempo, sulla superficie della conchiglia diventa visibile una polvere bianca o un agglomerato di cristalli bianchi. I punti più vulnerabili sono le suture dei gasteropodi o gli spazi fra le coste dei bivalvi. Potrebbe essere necessario l’uso di una lente per capire se ci sono o meno questi cristalli, ma nei casi peggiori l’intero esemplare può essere ricoperto da una patina bianca. Se si assaggiano i cristalli con la punta della lingua, un forte sapore di aceto (acido acetico) indica generalmente la presenza del Byne’s disease. Un altro indicatore può essere un forte odore di acido che si percepisce appena si apre un cassetto.

Come trattare un esemplare danneggiato?
L’immersione delle conchiglie in acqua corrente [usare l’acqua del rubinetto, o comunque acqua ricca di calcio o eventualmente acqua di mare, MAI ACQUA DEMINERALIZZATA] per 24-48 ore e il successivo accurato risciacquo in acqua corrente, usando uno spazzolino da denti, arresta la reazione chimica e rimuove i sali dalla superficie. Non si può naturalmente rimediare ai danni subiti ma la situazione non dovrebbe peggiorare, a patto di collocare l’esemplare in un ambiente “sicuro”.

Come prevenire il Byne’s disease?
La soluzione ideale è quella di non collocare le conchiglie in cassetti di legno o in scatole di cartone. Se proprio non c’è altra soluzione, allora gli esemplari vanno isolati dai vapori sistemandoli in provette di vetro chiuse con tappi di plastica [ATTENZIONE: anche le provette di vetro possono sprigionare acidi. Accertarsi che siano “acid free”].
Aprire i cassetti regolarmente per un’adeguata ventilazione che permetta l’evaporazione di eventuali fumi acidi.
Usare un deumidificatore nella stanza e quelle bustine “silica-gel” in ogni cassetto per ridurre l’umidità.
Tenere sotto controllo la temperatura e l’umidità della stanza e dei cassetti.

L’ambiente in cui generalmente è conservata una collezione ha una qualità che deriva da un insieme di fattori. Da un lato il legno rilascia i fumi acidi, dall’altro assorbe acqua. Il livello di umidità in una cassettiera di legno ben isolata è di solito più basso di quello della stanza che la contiene. Comunque è meglio sistemare la collezione in mobili o contenitori di metallo, vetro [vedi sopra, vetro non acido], plastica [idem per la plastica, evitare il PVC]. Se però si vive in una zona con clima molto umido, occorre tener presente che questi materiali non proteggono da altri problemi causati dall’umidità, come i vari tipi di muffe. Se la vostra collezione è abbastanza grande o importante potrebbe essere opportuno deumidificare l’intero ambiente che la contiene.

Ci sono legni peggiori di altri?
Il legno di quercia è a quanto pare quello che più facilmente causa il BD. Non è una sorpresa, è noto che il legno di quercia è in grado di corrodere viti di ferro e di acciaio. Tutti i tipi di legno, comunque, possono causare il BD. Tra i materiali a rischio sono da segnalare il compensato, il “fiberboard” (cartone di fibra?), la masonite.
L’età del legno sembra avere poca importanza: può continuare a rilasciare fumi acidi per decenni.
Anche la carta normale generalmente rilascia acidi (un po’ vengono dalla cellulosa, e un po’ dai “sulfides” [solfuri?] usati per sbiancare la carta). In alcuni negozi (di quelli che vendono materiale artistico?) si possono acquistare delle speciali penne in grado di testare l’acidità della carta. Se possibile, meglio includere le etichette di carta acida in bustine di mylar o in piccole buste richiudibili. Non è una buona idea plastificare le etichette perché c’è qualche dubbio sulla stabilità a lungo termine delle sostanze usate.


Torniamo a quello che mi è successo.
La mia collezione di conchiglie era ospitata da circa cinque anni in due cassettiere in legno di quelle usate dai tipografi ai cui cassetti avevo tolto gli scomparti e sostituito il fondo con compensato.
All'interno dei cassetti le conchiglie erano in scatoline di plastica e quelle più grandi in scatoline di cartoncino bristol 4x4, 4x6 ecc., molte con fondo in ovatta.
Il tutto si trovava in una mansarda esposta a nord. Durante l'estate la temperatura e l'umidità nella stanza raggiungevano livelli "tropicali".
Nell'ultimo anno si è aggiunto il vapore prodotto dal pentolone coi biberon che venivano sterilizzati quotidianamente, che dalla cucina, mancando la cappa aspirante, saliva su su fino in mansarda, innalzando il tasso di umidità anche durante l'inverno.
Inoltre negli ultimi due anni ho di fatto trascurato la collezione, quindi non ho aperto i cassetti né per ventilarli né per collocare o prendere conchiglie.
Insomma, ho fatto tutto, ma proprio tutto, quello che non andava fatto…
E i risultati non si sono fatti attendere.

Oltre alla Luria lurida, altre cipree mediterranee sono risultate positive al test dell' "assaggio".. Così ho iniziato da loro i risciacqui, mettendole a mollo in acqua. Ma ho usato acqua demineralizzata e soltanto dopo averne visti gli effetti deleteri ho scritto a Myzar per un consiglio e lui mi ha detto che l'acqua demineralizzata (o distillata, che dir si voglia) ha effetti simili a quelli di un acido sulla superficie della conchiglia. Meglio l'acqua del rubinetto, meglio ancora se ricca di calcio come quella di Roma, o addirittura acqua di mare per limitare i danni.

Naturalmente non tutte le conchiglie che stavano nelle cassettiere sono danneggiate. Ma non riesco a capire con che criterio le conchiglie vengono danneggiate. Le cipree mediterranee erano in scatole di plastica con coperchio e almeno il 20% di esse è danneggiato o ha traccia del BD. Quelle esotiche le tenevo in un cassetto in cui avevo lasciato gli scomparti in legno, e sul fondo di compensato era poggiato del cartoncino bristol. Situazione a prima vista peggiore, e invece lì i danni sono in proporzione molto minori.

Non so dire se anche la plastica sia nociva. Da qualche parte ho letto che è assolutamente da evitare il PVC. Bisognerebbe comunque essere sicuri che le scatoline di plastica siano acid free.

Anche le provette di vetro non sono tutte uguali. Quelle "normali" rilasciano anch'esse acidi, come mi hanno detto Myzar e Manrico Coppini a Prato. Servono quelle acid free che naturalmente costano molto di più.

Nella mia lista di "caduti o feriti" figurano tra gli altri Thracia corbuloides, Aphorrais pespelecani e serresianus, Aperiovula adriatica, Luria lurida, Erosaria spurca, Turris similis, Strobus persicus, Calliostoma zizyphinum, Gyroscala lamellosa, Epitonium commune, Turritella turbona, Fusinus rostratus (anche io non riesco proprio a chiamarlo sancteluciae), Nassarius incrassatus, Mesalia brevialis, Patella ferruginea, Cancellaria similis, Comarmondia gracilis, Phalium granulatum, Euspira grossularia, Charonia lampas ecc. ecc.

Non ho cuore di "assaggiare" anche le micro, ma temo che i danni siano parecchio estesi anche nelle scatoline…

La Charonia lampas poi non era nella cassettiera di legno, ma in una piccola cassettiera tutta in metallo. Si è rovinata solo la parte che era a contatto col cartoncino bristol della scatola che la conteneva. Dopo il trattamento in acqua (stavolta di rubinetto!) il saporaccio è sparito. E' rimasta una sensazione, al gusto, simile a quella che si prova quando si poggia la lingua su un tovagliolo di carta: una sensazione di porosità.


Contromisure:
Ho finalmente comprato un deumidificatore e presto metterò un climatizzatore nella mansarda (una cosa che avevo in mente di fare già da qualche anno e mai come in questo caso il "rimanda oggi, rimanda domani" è stato più dannoso)
Ho acquistato anche uno di quegli apparecchi che misurano temperatura e umidità, interna ed esterna. Il piccolo sensore per l'esterno lo uso per misurare l'umidità nei cassetti in metallo in cui ho stipato le conchiglie in attesa di sistemazione. Non so quale sia un tasso di umidità accettabile. Nel dubbio tengo il deumidificatore al 50-55% e in questo modo l'igrometro nella stanza segnala 60% circa.
Mi sono procurato una cassettiera metallica usata, uno di quei portadisegni usati dagli architetti. Ieri ho finito di trasportarla in garage dove le darò una ripulita.
Ho eliminato tutte le scatoline di cartoncino bristol, sostituendole con altre fatte per l'occasione con cartoncino acid free (e questo è davvero un lavoraccio…).
Sta sparendo anche l'ovatta degli opercoli nonché quella delle scatoline più piccole. Ora, su consiglio di Coppini, metto le micro dentro le capsule di gelatina, il tutto dentro la scatolina di plastica.
Via anche le vecchie etichette, ma anche questo è un lavoro lungo, sostituite da nuove in carta acid free.
Poi gradualmente, almeno per gli esemplari più grandi, bisognerà che lavi tutto. Anche questa non è un'operazione né facile né breve.

Insomma, il lavoro come vedete non manca.
La lezione che ho imparato da questa vicenda è che occorre sempre controllare la qualità dell'ambiente dove si tengono le conchiglie.
Probabilmente in un ambiente salubre le reazioni acide si manifestano in forma enormemente più blanda o non si manifestano affatto, anche in presenza di cassettiere di legno, di cartone, di ovatta eccetera.
Ma non vale la pena rischiare. Quindi mi sento di consigliare a tutti l'uso almeno della carta acid free per le etichette e per eventuali scatoline di cartone. Cinquanta fogli con grammatura 180 costano 6 euro, ma sono 6 euro spesi bene.
E poi sarebbe bene procurarsi uno strumento per misurare l'umidità (non costano molto, io l'ho preso da "Decathlon") e controllare di tanto in tanto il tasso di umidità dei cassetti. E di tanto in tanto sarebbe bene anche "assaggiare" qualche esemplare.

Prossimamente voglio provare a mettere delle conchiglie sul davanzale (dove di notte l'umidità raggiunge il 98%), protette dalla luce, alcune in scatoline di cartone acid free, altre nelle vecchie scatoline di cartone, altre in scatole di plastica e vedere che succede dopo qualche mese…

Per ora è tutto, ai prossimi giorni per le immagini.


Andrea

Heliacus
Utente Junior

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Biologia Marina

Inserito il - 07 dicembre 2006 : 00:47:23 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Per documentarsi:

COA
Link

Sally Y. Shelton, The shell game: mollusk's shell deterioration in collections and its preventions, Internet Hawaiian Shell News, August, 1999, p. 4-13
Link
[interessante per la ricostruzione storica del Byne's disease e per alcuni consigli]

Agnes Brokerhof, Application of sorbents to protect calcareous materials against acetic acid vapours, IAP [Indoor Air Pollution Meeting] 1998 (Detecion and Mitigation of Carbonyls)
Link

Cecily M.G. Druzik, Formaldehyde: Detection and Mitigation, WAAC Newsletter, 13 (1991), n. 2, p. 13-16
Link

Immagini degli effetti del Byne's disease sulle conchiglie:
Link

Una bibliografia corposa e aggiornata al 2005 sulle tecniche di conservazione del materiale biologico si trova qui:
Link


Non sono riuscito invece a consultare il testo di De Prins su Gloria Maris:
R. De Prins, Deterioration of shell collections: causes, consequence and treatment, Gloria Maris, 44 (2004), n. 5-6, p. 1-75.
Qualcuno sa se contiene notizie interessanti sulla questione?


Andrea
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Doram
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Biologia Marina

Inserito il - 07 dicembre 2006 : 02:15:53 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Cavoli Andrè...
dopo aver letto le tue parole sono corso a fare un giro di ispezione e aperto tutti i cassetti della mia collezione, facendo attenzione a qualche opacizzazione sospetta e... fiuuuuu, meno male... sembra che vada tutto bene.
Però ti ringrazio delle tue ricerche e di averle condivise con noi, in effetti conoscevo il fenomeno, l'ho anche visto su alcune conchiglie, ma non sapevo di tutte le sfaccettature che questo comportava. Cercherò di fare opera di prevenzione... ma dimmi le hai leccate tutte le conchiglie della tua collezione?

la Scienza e la Conoscenza non sono proprietà di un singolo o di un gruppo, ma sono patrimonio dell'intera umanità - Verde realtà, Roma
Mimmo
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PS
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Biologia Marina

Inserito il - 07 dicembre 2006 : 09:14:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Andrea, grazie per la tua testimonianza, che in effetti mi ha fatto venire un po' do paura.
Io tengo le conchiglie nei cassetti di legno, nella scatole di plastica e con l'ovatta, quindi in condizioni non buone.
A mio favore gioca l'umidità e la temperatura, nel senso che l'ambiente è ben ventilato e non riscaldato.

In più di 10 anni non ho riscontrato il problema del Byne’s disease, in ogni caso andrò a controllare. Credo che le specie delicate, tipo le Cipree, potrebbero essere il primo campanello di allarme.
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Delta
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Inserito il - 07 dicembre 2006 : 10:31:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Andrea,
un attentato sarebbe stato meglio rispetto al tuo scritto.
Penso che almeno 500 persone in prima battuta siano corse a vedere lo stato delle proprie conchiglie.
Ti faccio una domanda:
sto risistemando la collezione e per il momento tengo le conchiglie in fogli di polistirolo(spessi),che ho provveduto a scavare secondo le forme delle varie conchiglie.Sono a rischio o no????
Altra cosa- le conchiglie trattate con olio di paraffina,sono più protette o più a rischio???
Ti prego di rispondermi celermente.
Grazie e ciao

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argonauta
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Biologia Marina

Inserito il - 07 dicembre 2006 : 11:30:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Delta:

Ciao Andrea,
un attentato sarebbe stato meglio rispetto al tuo scritto.
Penso che almeno 500 persone in prima battuta siano corse a vedere lo stato delle proprie conchiglie.
Ti faccio una domanda:
sto risistemando la collezione e per il momento tengo le conchiglie in fogli di polistirolo(spessi),che ho provveduto a scavare secondo le forme delle varie conchiglie.Sono a rischio o no????
Altra cosa- le conchiglie trattate con olio di paraffina,sono più protette o più a rischio???
Ti prego di rispondermi celermente.
Grazie e ciao




Ciao Andrea
Hoibo!!!!!adoperi olio di paraffina. Niente di più pericoloso. L'olio di paraffina non solo non protegge ma diventa ricettacolo di polveri e agenti atmosferici vari che vi aderiscono in maniera permanente sovrapponendosi e rischiando di deteriore la superficie delle conchiglie.
Se sbaglio correggetemi

Mario

Volgi gli occhi allo sguardo del tuo cane: puoi affermare che non ha un'anima?
(Victor Hugo)
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Doram
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Biologia Marina

Inserito il - 07 dicembre 2006 : 12:40:03 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
beh ho letto su tantissimi libri che una protezione con uno strato di olio minerale (escluso quello di oliva e di semi perchè di origine vegetale) era l'ideale, viene a mancare il contatto diretto con l'aria e con le sue condizioni di umidità o d'altro, quindi proprio quelle di potenziale pericolo. Inoltre non viene influenzato dal calore. Per quanto riguarda le polveri poi ritengo sia sufficiente proteggere l'esemplare in una bustina sigillata o in una scatolina.
L'oliatura naturalmente deve essere fatta su esemplari completamente asciutti.
Nella mia collezione ad esempio credo che il pericolo maggiore venga dal contatto diretto degli esemplari con i cartellini quando sono nelle bustine. Cercherò di trovare una soluzione anche a questo.

Ciao

PS io uso l'olio dermatologico, quello per i bambini, che è anche profumato

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Mimmo

Modificato da - Doram in data 07 dicembre 2006 12:41:57
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Delta
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Inserito il - 07 dicembre 2006 : 13:25:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mario,
non ti ci mettere anche te a confondere le idee.
Proprio su questo Forum è stato scritto di proteggere le conchiglie con olio di paraffina,che ravviva anche i colori.
Se era una stupidata,il messaggio doveva essere cancellato o per lo meno avvertire che non si doveva adoperare quell'olio.
Mi sembra che nessuno abbia detto il contrario.
Mario-VUOI FARMI VENIRE UN INFARTO ????????
Ciao
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argonauta
Utente Super


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Biologia Marina

Inserito il - 07 dicembre 2006 : 14:12:58 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di Delta:

Mario,
non ti ci mettere anche te a confondere le idee.
Proprio su questo Forum è stato scritto di proteggere le conchiglie con olio di paraffina,che ravviva anche i colori.
Se era una stupidata,il messaggio doveva essere cancellato o per lo meno avvertire che non si doveva adoperare quell'olio.
Mi sembra che nessuno abbia detto il contrario.
Mario-VUOI FARMI VENIRE UN INFARTO ????????
Ciao



Chiedo scusa ma ero convinto del contrario. Se volete fucilatemi nella schiena. Comunque personalmente sono nettamente contrario a trattare le conchiglie con qualsiasi materiale. Spero solo che non mi capitino mai disavventure e accidenti vari. AMEN!!!!!


Mario

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Delta
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Inserito il - 07 dicembre 2006 : 14:18:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Per questa volta te la sei cavata!!!!!
Mario,non ti ho ancora inviato l'elenco delle mie conchiglie perchè ho un monte di lavoro e poi vorrei mandarti un elenco,possibilmente aggiornato.
Al più presto lo farò e ti ringrazio per la tua disponibilità.
Ciao
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PS
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Inserito il - 07 dicembre 2006 : 14:22:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Sono d'accordo con Mario, nessun lubrificante sulle conchiglie!!!
Su alcune famiglie tipo Cerithiopsidae e Triphoridae dopo aver messo l'olio di .... non riuscivo più a distinguere bene i dettagli della protoconca.

Modificato da - PS in data 07 dicembre 2006 14:23:23
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Delta
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Inserito il - 07 dicembre 2006 : 14:39:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Per forza Peter,
hai messo l'olio avanzato dal fritto di mezzogiorno!!!!!
Non te la prendere
Ciao
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PS
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Biologia Marina

Inserito il - 07 dicembre 2006 : 15:01:33 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Si, però era fritto di pesce!!!


Byne''s disease


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Delta
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Inserito il - 07 dicembre 2006 : 15:13:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bella risposta Peter,
senti, stavo pensando,perchè insieme a tutti non affrontiamo il problema di come pulire e mantenere i nostri gioielli?
Qualcosa è stato scritto sul Forum,ma è passato del tempo,sono entrati nuovi personaggi che potrebbero darci dei suggerimenti validi!
Che ne pensi?
Ciao
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PS
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Biologia Marina

Inserito il - 07 dicembre 2006 : 15:25:37 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non saprei. Cosa intendi con esattezza? Il metodo di conservazione e archiviazione dei dati?
Tutto il discorso è abbastanza soggettivo, non credo che un metodo sia migliore dell'altro. Tu cosa ne dici?
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Heliacus
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Biologia Marina

Inserito il - 07 dicembre 2006 : 15:31:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Non volevo seminare il panico!
Penso che la maggior parte di voi tengano le conchiglie in un ambiente sano.
Comunque ripeto che vale la pena di tanto in tanto monitorare la qualità dell'ambiente ed evitare quanto più possibile i materiali che contengono cellulosa.

A Doram: non le ho assaggiate tutte le conchiglie, ;-) vado un po' a campione, ormai ho un po' l'occhio clinico... Al prossimo incontro magari porto qualche esmplare, così organizziamo una "degustazione"...

A Delta: il polistirolo non contiene cellulosa e questo dovrebbe deporre a suo favore. Non sono un esperto né un chimico, per cui l'unica cosa che mi sento di dire è che mi sembra un materiale abbastanza stabile se conservato in una stanza e non all'aria aperta.

A Mario: da tempo non metto più nulla sulle conchiglie. Agli inizi usavo olio di vaselina, poi ho lasciato perdere. Non so quanto possa servire a proteggere in caso di ambiente acido, però i pochi esemplari di cassidae mediterranei a suo tempo (parlo di 20 anni fa almeno) erano stati tutti oliati e non hanno subito danni. Invece un Phalium granulatum che se ne stava in un altro cassetto, raccolto spiaggiato alla fine degli anni '90 e non oliato aveva il suo bravo saporaccio...

Più in generale sulla questione della salubrità degli ambienti: il primo segno di Byne's disease l'ho riscontrato qualche anno fa. Quando lasciai la casa dei genitori spostai naturalmente anche le conchiglie. Meno un cassetto con alcune specie esotiche. Il materiale del cassetto era laminato e truciolato. La stanza era esposta a sud e molto asciutta, mai avuto problemi.
Mia madre cominciò a usare la mia ex stanza per stirare. Dopo un paio d'anni mi chiese di liberarle quel cassetto, di cui mi ero dimenticato. Ebbene, dentro il cassetto l'occhio cadde su un Ficus che da beige era adesso chiazzato di verde, e con il suo inconfondibile sapore (ma non lo sapevo ancora...).
E' bastato quindi, visto che gli altri parametri non erano cambiati, il vapore del ferro da stiro a far innalzare il livello di umidità nella stanza a un livello tale da intaccare il Ficus. Solo quello però, le altre conchiglie (c'erano olive, natiche, un po' di tutto) non avevano avuto danni.

Andrea
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Delta
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Inserito il - 07 dicembre 2006 : 15:42:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie Heliacus,mi hai tolto un bel peso.
Per Peter,intendo la CONSERVAZIONE delle conchiglie non dei dati.
Come pulirle,come asciugarle (panni-aria aperta-phon etcc.),dove riporle,come preservarle da funghi e altre robaccie del genere,che protezioni dare sulla conchiglia(olio di vasellina-olio di paraffina- ..........).
Ciao
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Istrice
Amministratore


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Inserito il - 07 dicembre 2006 : 15:44:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ricordo per l'ennesima volta che il forum si occupa di riconoscimento ed ecologia dei molluschi, non di collezionare molluschi...quindi argomenti di questo tipo non sono molto graditi...

scusate la franchezza, ma vorrei ribadirlo!
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PS
Utente Senior



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4462 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 07 dicembre 2006 : 15:53:55 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Domanda per Heliacus:

Credi che il legno se protetto da vernici, traspiranti o non, possa aiutare e contenere la reazione chimica dovuta alla celulosa?
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Delta
Utente Senior


Città: Roma
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Inserito il - 07 dicembre 2006 : 16:06:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Scusa Istrice,
io intendo sempre conchiglie spiaggiate e già prive di mollusco.
Non intendevo ferire la suscettibilità di qualcuno.
Pardon
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Delta
Utente Senior


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Inserito il - 07 dicembre 2006 : 22:15:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Istrice,
sono abituato a ricevere risposte quando vengo ripreso per cose inesistenti.
Te ne sarei molto grato.
Grazie
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