Si tratta solo di un filmato a carattere divulgativo
Rosso porpora. Il pigmento si estrae dal murice comune (Haustellum brandaris Linneo, 1758), un mollusco gasteropode appartenente alla famiglia dei Muricidae. La sostanza viene secreta da una ghiandola, come liquido vischioso di colore violaceo e già nell'antichità veniva utilizzata per la colorazione delle stoffe. In età imperiale rappresentava il colore per eccellenza. In realtà, soprattutto all'epoca, la porpora poteva avere diverse sfumature di colore, in base alla preparazione. Il più ricercato era sempre il colore rosso porpora come conosciuto oggi, simile al colore del sangue e del fuoco. Per riuscire a tingere anche una sola veste occorrevano migliaia di esemplari. Inoltre era un colore molto resistente ai lavaggi: era quindi preziosissima e solo in pochi potevano esibire in pubblico questo colore. Per lungo tempo fu riservata all'uso sacerdotale e regale, ma in seguito venne utilizzata anche dagli aristocratici romani per abbellirne le vesti. Sembra che i primi a produrre la porpora fossero i Fenici. La lavorazione della porpora costituì la fortuna delle città di Tiro e Sidone, quindi di numerose città greche, italiane, spagnole e nordafricane. Questa tecnica andò perduta, almeno in Europa, dal periodo che va dal pieno Medioevo al XVII secolo. Nel filmato effetto cartoon si può osservare la pulizia di un murice fossile ritrovato nella campagna toscana.
Colgo l'occasione per augurare un felice Natale a TUTTI gli amici di NATURA MEDITERRANEO.