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 LA NATURA NELLE PAROLE
 ASTUTA COME UNA LUCCIOLA
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argonauta
Utente Super


Città: Guidonia
Prov.: Roma

Regione: Lazio


6664 Messaggi
Biologia Marina

Inserito il - 27 settembre 2006 : 21:45:49 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

ASTUTA COME UNA LUCCIOLA

Talvolta i più grandi mutamenti hanno inizio grazie alle intuizioni del più piccolo degli esseri. Non conta che ruolo tu abbia nel vivere, sempre e dico sempre, potrai modificare il futuro del mondo. La vita è l’unico bene irrinunciabile che vedrà il suo realizzo solo se condiviso col mondo intero. Muta il mondo di domani, inizia oggi diffondendo la tua voglia di vivere.



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Un grosso ragno intesseva la sua complessa e scintillante ragnatela, fiero della propria opera restò immobile ad ammirarla, e poi si disse:

E’ meravigliosa questa ragnatela la più bella che abbia mai fatto, e visibile solo ai raggi del sole, ma quando scenderà la notte molti sventurati cadranno nella mia trappola.

Giunse la notte, e il ragno si nascose dietro una foglia, e con grande tranquillità attese che qualche sprovveduto insetto finisse contro la sua vischiosa ragnatela. La sua attesa non fu lunga, erano passati appena pochi minuti, quando una piccola lucciola nel volare finì nella rete del ragno.

Aiuto, aiuto!!!

Prese a urlare la piccola, un altro gruppetto di lucciole che stavano volando con lei, a quelle grida si avvicinarono alla piccola, e nel vedere che era finita in una ragnatela, seppur addolorate l’abbandonarono al suo destino.

Era cosa risaputa, che quando un ragno catturava la sua preda, non ci fosse scampo per la vittima del suo inganno. Il ragno uscì dalla sua tana, e con le sue zampe pelose incominciò ad avvicinarsi alla preda dicendo:

Piccola lucciola che tu sia la benvenuta, sappi che oggi la tua esistenza mi appartiene, ma il tuo sacrificio non sarà vano, servirà a nutrire me e i miei piccoli. Pertanto non esser triste, accetta la tua sorte con gioia, darai continuità al vivere.

Ti prego, abbi pietà, io sono solo una piccola lucciola, ma voglio fortemente vivere.

La lucciola aveva notato che il ragno era una femmina, e quando aveva fatto riferimento ai suoi figli aveva sentito una sorta d’inflessione vocale tendente alla dolcezza. E la lucciola che in quel momento era disperata di aggrappò a quella sensazione come alla sua unica speranza di vita.

Ti prego liberami, ho un compito importante devo depositare le mie uova, così facendo tu mangerai anche i miei piccoli, fallo per loro ti prego. Abbi pietà, anche tu hai dei figli.

Il ragno che sino a quel momento era stato imperturbabile, sembrò reagire in modo strano alla parola figli, e allora la lucciola che ne aveva colto la lieve mutazione, senti confermare la sua sensazione di poco prima e aggiunse:

Sai i figli sono il nostro domani, ti prego fa che possano aprire i loro piccoli occhietti alla luce della vita.

Alla luce della luna era difficile vedere il volto del ragno ma alla piccola lucciola parve di scorgere delle scintille lucenti cadere dai suoi occhi.

“Lacrime?”

Pensò con sorpresa mista a felicità, aveva toccato il tasto giusto, forse c’era ancora una speranza.

Vabbene disse il ragno, i tuoi piccoli avranno una possibilità, ti rendo la libertà, giusto il tempo che ti occorre per depositare le uova. Giura però solennemente che tornerai per accettare il tuo destino, altrimenti ucciderò tutti i piccoli delle tua specie, sino a quando avrò vita.

Stavolta le scintille lucenti incominciarono a scendere dagli occhi della lucciola, la quale seppur disperata trovò la forza di accettare l’amaro compromesso.

Il ragno le si avvicinò liberandola con i suoi affilatissimi denti.

Va piccola lucciola e ricorda il tuo giuramento, e se non dovessi tornare entro l’alba, sterminerò tutti i piccoli della tua specie, fintanto avrò vita.

La lucciola si alzò in volo, allontanandosi da quel luogo nefasto, e giunse nel posto in cui erano solite radunarsi le lucciole, con la morte nel cuore.
Le amiche che l’avevano vista intrappolata nella tela del ragno, le andarono incontro sorprese, per sapere come avesse fatto a sfuggire a quella trappola mortale.
La piccola lucciola raccontò loro della promessa fatta al ragno e della sua nefasta minaccia, in verità lei non aveva uova da depositare, era troppo piccola ma aveva approfittato della debolezza del ragno, per salvarsi la vita. Le compagne avendo udita la minaccia fatta dal ragno, la guardarono con odio e disprezzo, cacciandola dal loro gruppo.
La piccola ed intelligente Lucciola in quel caso era stata alquanto maldestra, non aveva pensato che nessuna lucciola avrebbe mai rischiato la vita dei suoi piccoli, per salvare la sua.
La lucciola sentì un pugnale trafiggerle il cuore, e nell’allontanarsi amareggiata, pensò che la sua vita senza una famiglia non aveva più senso, e pertanto decise di ritornare dal ragno ed immolarsi per salvare la sua comunità.
Giunse alla ragnatela, e con grande nostalgia ripensò ai momenti felici trascorsi nella sua piccola famiglia, e piangendo lacrime lucenti disse:

Sono qui, come avevo promesso.

Il ragno giunse altero, sovrastando la sua ragnatela:

Non credevo facessi ritorno nel luogo della tua morte. Siete degli esserini insignificanti ma devo ammettere che avete onore. Non perdiamo ulteriore tempo, vieni qui e fatti mangiare, me lo devi o avuto pietà dei tuoi figli.

Ti ringrazio, e sono pronta a morire, ora che so che i miei piccoli potranno vedere la luce del sole, ma senza la loro mamma che speranza avranno di sopravvivere?

Ora basta urlò il ragno adirato!

Ma quell’urlo accorato indicò alla lucciola, che il ragno era sempre sensibile all’argomento, altrimenti la sua voce non avrebbe avuto alcuna inflessione. La piccola ed intelligente lucciola decise di approfittarne per la seconda volta.

Vabbene eccomi divorami pure, tu potrai crescere i tuoi piccoli, e non puoi capire il dolore che sto provando ora. Stronca pure questa insignificante vita, ma con la mia morte avrai sulla coscienza anche quella dei miei piccoli.

Tu lucciola, sei o molto furba o molto sensibile, non dimenticare però che io sono un ragno e di sentimenti non ne ho, sono nato per uccidere ed è quello che sto per fare.

Aspetta fammi solo fare un ultima preghiera.

Che sia.

Signore che sovrasti i cieli ti prego proteggi tutti i piccoli del mondo, che siano essi lucciole o ragni, e fa che non abbiano mai a vedere la crudeltà degli adulti.

Ciò dicendo chiuse gli occhi, nell’attesa che il ragno la divorasse. Dopo qualche istante li riaprì e vide il ragno immobile lì di fronte a lei.

Non posso ucciderti! Va scappa via prima che la fame mi faccia cambiare idea, troverò un altro sprovveduto da divorare stamattina.

La lucciola corse via felice, e nell’andare disse:

Ti prego non divorare i piccoli della mia specie, per il solo fatto di non avermi ucciso.

Non l’avrei fatto comunque, volevo solo vedere quanto valore date alla vita, voi della vostra specie, e posso dirti che oggi avete guadagnato la mia stima. Va e non temere più per la tua specie, personalmente non mangerò più lucciole, il mondo degli insetti è tanto vasto da poter sopperire alla fame mia e dei miei figli, meritate il mio rispetto.

La lucciola corse lontana, felice della promessa che il ragno le aveva fatto. La sua piccola astuzia le aveva non solo salvato la vita, ma aveva anche convinto il ragno della nobiltà dei sentimenti delle lucciole, spingendolo a prendere una decisione che di certo avrebbe impartito anche ai suoi figli.
E chissà che quel pensiero che oggi apparteneva a un solo ragno, un giorno sarebbe divenuto comune a tutti i ragni, forse il mondo degli insetti avrebbe contato in futuro molte più lucciole a illuminare le notti e tutti questo grazie ad una piccola lucciola.

Talvolta i più grandi mutamenti hanno inizio grazie alle intuizioni del più piccolo degli esseri. Non conta che ruolo tu abbia nel vivere, sempre e dico sempre, potrai modificare il futuro del mondo. La vita è l’unico bene irrinunciabile che vedrà il suo realizzo solo se condiviso col mondo intero. Muta il mondo di domani, inizia oggi diffondendo la tua voglia di vivere.

FIABA DI CLEOPA MERTDI' 11 LUGLIO 2006





Mario

Volgi gli occhi allo sguardo del tuo cane: puoi affermare che non ha un'anima?
(Victor Hugo)

lynkos
Con altri occhi


Città: Sant'Eufemia a Maiella
Prov.: Pescara

Regione: Abruzzo


17647 Messaggi
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Inserito il - 28 settembre 2006 : 06:59:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Un pensiero importante per cominciare oggi (come ogni giorno) nel migliore dei modi. Grazie dal cuore, Sarah.


"... mi rendo conto anche che non possiamo vincere questa battaglia per salvare specie e ambienti senza creare un legame emozionale tra noi e la natura, poiché non lotteremo per salvare ciò che non amiamo (ma che apprezziamo solo in qualche senso astratto) ... dobbiamo fare spazio alla natura nel nostro cuore." (S. J. Gould)
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Lepurisposu
Utente Senior


Città: Su Masu

Regione: Sardegna


1912 Messaggi
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Inserito il - 28 settembre 2006 : 09:41:51 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Carinissima davvero!!!! :)

àiri a pinta de caddaxu. pinnicadì linna crabaxu
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