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 Forum Geologia e Paleontologia - Natura Mediterraneo
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balocchi
Utente V.I.P.


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Inserito il - 08 giugno 2011 : 13:36:33 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

posto alcune immagini relative ad affioramenti della formazione di Ranzano (Appennino reggiano-Modenese) dove di vedono molto bene alcune strutture tettoniche.

la formazione di Ranzano (torbiditi) è rappresentata da alternanze di litofacies arenacea e pelitica con A/P >> 1. Tale alternanza rappresenta dei multilayer deformati tettonicamente da strutture fragili e duttili.

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Paolo

balocchi
Utente V.I.P.


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Inserito il - 08 giugno 2011 : 13:41:20 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

In questa foto si nota il multilayer a polarità rovescia. Tale assetto rappresenta il fianco sinistro di una sinclinale sinforme.
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In entrambe i casi si nota anche la intensa tettonizzazione delle peliti, a dare una struttura a "scaglie".

Chiedevo se qualcuno ha da aggiungere qualcosa... in merito...


Paolo
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mauriziocaprarigeologo
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Inserito il - 09 giugno 2011 : 20:50:03 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
belle quelle due spalmatine di "sabbia" più ossidata che mette in evidenza il dislocamento (ed ovviamente quello dello straterello marnoso); è un movimento diretto su una superficie però poco inclinata sull'orizzontale che non sembra avere subito grosse deformazioni successive; come la inquadri?

ciao

maurizio
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“Un géologue est essentiellement un lithoclaste, ou rompeur de pierre…” - D. Dolomieu

“Non crederai a tutte queste sciocchezze, vero Teddy?” - M. Ewing (geofisico e oceanografo) a E. Bullard (geofisico), a proposito della tettonica delle placche (NY, 1966)
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balocchi
Utente V.I.P.


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Inserito il - 10 giugno 2011 : 09:51:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
FOTO1
La inquadro come faglia diretta (da separazione stratigrafica).

Interessante è cercate di mettere in ordine gli eventi, visto che sono almeno quattro: la deposizione delle litologie che si tratta di torbiditi; l'espulsione di acqua testimoniato dalla struttura sedimentaria (livelli giallo ocra); il tiltaggio della successione; la fagliazione.

Partendo dalla fagliazione noto due movimenti da faglia diretta: il principale lungo la superficie di faglia, mentre quello secondario lungo lo strato pelitico (scivolamento). Entrambe mostrano un movimento estensivo.

La faglia taglia la struttura sedimentaria e quindi l'espulsione di acqua (consolidamento) deve essere avvenuta prima della faglia stessa.
Ma... l fatto che non sia una faglia ben evidente nelle arenarie-microconglomeratiche mi fa pensare che le strutture si siano formate quando la formazione era ancora satura d'acqua o comunque con ul alto contenuto. Questo non combacia tanto con le tempistiche dell'espulsione di acqua...

Il tiltaggio dovrebbe essere succivo alla faglia, questo perchè l'inclinazione della struttura tettonica è troppo piccola per essere una faglia normale in arenaria... Se lo mettiamo in orizontale l'inclinazione è prossima ai 30°... Da esperimenti in laboratorio si nota come questo angolo è ideale al fine della formazione di faglie in arenarie e microconglomerati...

Altra ipotesi è che si sia formata la faglia quando gli strati erano ancora orizzontali, sia avvenuta l'espulsione di acqua e il successivo tiltaggio e successivamente lo scivolamento lungo strato... Scivolamenti (creep) in pelite richiedono angoli molto minori...
Questa ultima ipotesi mi piace maggiormente. :-)

Paolo
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mauriziocaprarigeologo
Moderatore



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Inserito il - 11 giugno 2011 : 00:08:57 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
sì,
è probabile che la sequenza delle fasi sia la seconda tra quelle che hai indicato;
forse la prospettiva inganna, ma riportando il tutto all'orizzontale sembrerebbe che la prima piccola faglia abbia un'inclinazione tipica per le faglie dirette (circa 60° rispetto all'orizzontale; i tuoi 30° li riferisci alla verticale?);

nella seconda immagine non si riesce bene a capire quale sia la reale giacitura degli strati, forse puoi spiegarlo meglio tu;

ciao
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maurizio
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“Non crederai a tutte queste sciocchezze, vero Teddy?” - M. Ewing (geofisico e oceanografo) a E. Bullard (geofisico), a proposito della tettonica delle placche (NY, 1966)
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balocchi
Utente V.I.P.


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Inserito il - 11 giugno 2011 : 14:47:13 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
bisogna vedere da cosa è causato il tiltaggio... mmm... devo riflettere un secondino... comunque il modello strutturale mi sembra corretto...

per la seconda foto mando la mia interpretazione...

la stratigicazione in grigio è rovescia e quindi ipotizzo un piegamento... ossia il multilayer A/P rappresenta un fianco sinistro di sinclinale sinforme.

La faglia in rosso la interpreto come faglia inversa sin-piegamento. In altri termini una piega-faglia...
purtroppo la faglia si perde un po' all'interno dell'arenaria... la spiegazione più plausibile prtrebbe essere l'alto contenuto in acqua qll'interno della formazione di Ranzano che motiverebbe anche il comportamento dutile oltre alla scarsa qualità delle faglie

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Paolo

Modificato da - balocchi in data 11 giugno 2011 14:49:52
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mauriziocaprarigeologo
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Inserito il - 12 giugno 2011 : 07:33:47 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
il fatto che le superfici di taglio non continuino bene evidenti dentro le arenarie può voler dire molte cose, tra le quali il fatto che si tratti di rotture sinsedimentarie; può allora sembrare strano, te la propongo quasi come scherzo, ipotizzare che anche in questo caso si tratti di una struttura originata prima del piegamento e poi trasportata "passivamente" e ruotata...

quando si vedono queste litologie, poco "competenti" avere subito queste deformazioni, è difficile non attribuire un ruolo importante alla tettonica "gravitativa"

ciao
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maurizio
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balocchi
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Inserito il - 13 giugno 2011 : 20:25:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
anche questa ipotesi potrebbe essere interessante... ma credo però in una post sedimentaria... sono torbiditi e quindi le faglie potrebbero essere venute sucessivamente per effetto del peso dei sedimenti ma non contemporaneamente alla deposizione della torbiditi... sbaglio???

se così fosse si tratterebbe di faglie normali... post sedimentarie

Paolo
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mauriziocaprarigeologo
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Inserito il - 14 giugno 2011 : 07:39:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
sì, sì,
il termine sinsedimentario è in effetti troppo forte, al limite una forzatura;
intendevo in realtà una piccola faglia di assestamento del sedimento in fase più di diagenesi che di sedimentazione, e comunque a stratificazione ancora orizzontale;

fai una foto più allargata dellaffioramento (o è tutto coperto?)

ciao e buona giornata a tutti

P.S. riattivata la faglia sepolta di Christchurch

maurizio
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balocchi
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Inserito il - 14 giugno 2011 : 22:52:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
he he... forse se il clima passa a desertico potrò fare una foto panoramica... allora si che sapremo di che truttura si tratta...

Per il momento bisogna fare con quello che si ha a disposizione... il basso appennino è un po' misterioso.

Per la Nuova Zelanda ho sentito che ci sono state scosse
Link
il meccanismo focale è il medesimo del sisma del 21 febbraio...

si credo che in quella zona si sia riattivato qualcosina... E' interessante il meccanismo da faglia inversa obliqua a dare una struttura alla grande scala di tipo traspressiva... ma questa l'ho gia motivata sul mio blog ( Link)...



Paolo
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balocchi
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Inserito il - 15 giugno 2011 : 12:54:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Riguardando con attenzione alla storia tensionale e delle rotture della Nuova Zelanda, è interessante la disposizione dei meccanismi focali a partire da settembre 2010 fino all'ultimo evento.
I meccanismi focali mostrano una rottura da faglia trascorrente destra per l'evenoto del settembre 2010 mentre per febbraio 2011 la rottura è da faglia obliqua (componente da faglia inversa e trascorrente destra. Gli ultimi due eventi mostrano una rottura molto simile alla precedente, con una componente trascorrente associata a faglia inversa.

Diciamo che mentre l'evento di settembre ricalca molto la cinematica della faglia Alpina, gli altri eventi presentano una componente inversa. Tali faglie possono rappresentare delle rampe laterali.

Paolo
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mauriziocaprarigeologo
Moderatore



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Inserito il - 16 giugno 2011 : 21:39:25 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
interessante;

quello che mi sembra però strano è che non ci sia un riscontro morfologico evidente a queste rampe laterali, che di solito sono connesse a strutture in crescita che danno evidenze morfologiche ben più nette di quanto si osserva da quelle parti...a meno che, come dici, non si tratti di una struttura antica, già sigillata da depositi recenti (tutti quelli che sembrano adagiarsi ai piedi delle alpi neozelandesi, compresi quelli alluvionali) che hanno mascherato la struttura in crescita ricoprendola...ma questo si dovrebbe vedere dai dati geofisiici del sottosuolo dell'area...che dicono i neozelandesi?

ciao

maurizio
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