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 Il Rifugio Vallot sul Monte Bianco
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Inserito il - 16 marzo 2006 : 16:24:44 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Nazione: Italia Regione: Val D'Aosta Provincia: AO Comune: Localitŕ:
Oggi vi racconto questa storia...
da quando ho ricevuto il materiale di mio nonno, sto scoprendo sempre nuove cose, grazie soprattutto a mia mamma ma anche a mia zia che vive a Parigi.
Mi ha mandato infatti un articolo di una rivista francese del 1926 dove si parla di mio nonno, Louis Prud'Homme, e dove compaiono alcune sue foto (nella didascalia infatti si può leggere il suo nome).
Mio nonno infatti, molto amico del Signor Dina, di cui si parla nell'articolo, e in quel momento proprietario del Rifugio Vallot, essendo un astronomo e un meteorologo, passò molto tempo in questo rifugio sperduto del Monte Bianco. Qui compiva i suoi studi sul clima.
L'articolo parla del primo approvigionamento aereo del rifugio Vallot ed è testimoniato dalle foto.
Molte delle foto che ho postato sul forum del Monte BIanco sono state fatte proprio da questo rifugio.
Allego l'articolo originale e la traduzione da me fatta.




"Sai che chi si ferma è perduto ma si perde tutto chi non si ferma mai"
La bellezza Niccolò Fabi

Modificato da - Alberto Gozzi in Data 24 febbraio 2008 14:03:01

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Inserito il - 16 marzo 2006 : 16:29:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
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Inserito il - 16 marzo 2006 : 16:30:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
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Inserito il - 16 marzo 2006 : 16:31:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
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Inserito il - 16 marzo 2006 : 16:32:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Il rifornimento aereo del Monte Bianco

Tutto il mondo conosce l’Osservatorio Vallot, questa stazione unica, situata sul Monte Bianco, a 4367 metri di altitudine. Tutti gli anni lo raggiungono, con difficoltà di ogni tipo, spedizioni scientifiche inviate dalla Società delle Osservazioni del Monte Bianco e dall’Accademia delle scienze per poter fare delle osservazioni e degli esperimenti.
Affinché questo lavoro scientifico possa essere svolto al meglio, è necessario che l’Osservatorio sia mantenuto, riparato, rifornito ed equipaggiato di strumenti nuovi già testati o che devono essere provati in queste condizioni speciali. Purtroppo i portatori, sempre più rari nella vallata di Chamonix, si rifiutano di trasportare questi fardelli che superano i 15kg o le cui dimensioni superano un metro; succede quindi che bisogna rinunciare ad utilizzare apparecchi troppo voluminosi. Inoltre il trasporto a mano fino a tali altitudini è rischioso, per il fatto che la spedizione ha una lunga durata ed esiste la possibilità di variazioni meteorologiche; inoltre è molto costoso.
Per tutti questi motivi la gestione di questo Osservatorio è possibile solo se si può fare il suo rifornimento a colpo sicuro, quasi istantaneamente, e senza nessuna limitazione imposta finora ai carichi dai limiti della forza umana.
Il Signor Dina, erudito ingegnere, grande amico della Francia, che attualmente è il proprietario dell’Osservatorio, ha pensato all’aereo. Ci ha pensato durante i voli di studi in alta montagna eseguiti dal luogotenente Thoret; per condurre una serie di esperimenti che gli hanno permesso di giudicare l’aereo di rifornimento in alta montagna, il signor Dina s’indirizza naturalmente al luogotenente Thoret, nell’agosto scorso.
Come stagione era già tardi. Infatti per ricevere sui pendii vicini al Vallot i pacchi lanciati dall’aereo, bisogna tenere li in alto per tutta la durata dei lanci, le guide e i portatori necessari; consideriamo che l’accesso al Monte Bianco diventa impossibile per l’uomo appena le nevi cadono sulla sua cima.
Bisognava quindi fare velocemente, e bisognava avere la fortuna dalla nostra parte. L’aereo scelto fu un biposto di scuola di perfezionamento piuttosto che un Barman a motore Salmson da 260 CV.
In fretta si è installato sulla fusoliera un bagagliaio diviso in 4 compartimenti e la cui faccia inferiore è formata da due porte scorrevoli, manovrabili dal pilota grazie ad un sistema molto semplice di volani e funi. Si può anche liberare il passaggio che permette la caduta sia dei pacchetti lanciati senza altre precauzioni e con un buon imballaggio, sia di un carico legato ad un paracadute che, spiegandosi presto, riduceva la velocità di discesa a 2 o 3 metri al secondo.
L’insieme dei meccanismi era cosi semplice che non lasciava nessun posto all’inceppamento e infatti è andato tutto perfettamente.
In mancanza di un terreno più vicino il luogotenente Thoret parte per questo “bombardamento aereo” del Monte Bianco dall’aerodromo di Ginevra-Cointrin, il cui direttore M. Weber ha fatto di tutto per aiutare l’esperienza. Dopo un piccolo viaggio di 75km nel corso del quale ha preso l’altitudine, si è trovato a 4500 metri in prossimità dell’osservatorio. È passato sul colle di Dome, che separa il lato 4807 del Dome di Gouter e in 2 passaggi ha gettato i due carichi.
L’operazione, spesso contrastata da turbini e vortici ai quali l’aviatore era fortunatamente avvezzo, ha richiedesto una grande precisione di pilotaggio, ed anche di mira per evitare ai portatori, che aspettavano a terra, delle corse troppo pesanti. Potete giudicare i risultati dalla cartina dove sono stati riportati i punti di caduta delle merci.
Dal 3 al 15 settembre, in 26 voli e in 9 giorni di lavoro, il luogotenente Thoret ha lanciato più di una tonnellata di materiale o di viveri; sui 1051kg trasportati per via aerea, 685 sono stati paracadutati in 19 lanci, che sono poi stati seguiti da uno sballaggio molto rapido. I paracaduti utilizzati sono stati dei Blanquier-Vinay, a sei cupole, di cui una centrale, con un piegamento molto semplice; per tenere conto della rarefazione dell’aria, si è ridotto il carico a 40kg diversamente rispetto a ciò che accade in servizio nell’aviazione militare; ma l’esperienza ha comunque provato che si poteva portare questo peso a 60 kg, in quanto la neve ammortizzava la caduta.
I 1051kg lanciati comprendevano anche 115kg di lamiere di rame, destinate alla riparazione delle pareti dell’Osservatorio; 16kg di accumulatori al ferro-nichel, in 15 casse di 38kg ciascuna; 240kg in 15 barilotti di 16kg contenenti la carica degli accumulatori; 113kg di viveri e di utensili.
Una menzione deve essere fatta al lancio finale. Nel momento in cui era stata lanciata l’ultimo carico utile col paracadute, il luogotenente Thoret ha lasciato cadere, da 100 metri di altitudine, una bottiglia di un buon vino che il suo passeggero M. Damaurex aveva avuto l’idea di portare per gli abitanti dell’Osservatorio, che la meritavano. Stazionare, in effetti, per 16 giorni a 4400 metri di altitudine, sotto la direzione di L. Prud’homme, astronomo, è stata una prova molto dura.
Il luogotenente Thoret, aiutato dal suo meccanico Barbier, ha fornito per questa esperienza uno sforzo fisico notevole; su 9 giorni di volo, un giorno ha fatto solo un viaggio, 4 giorni due viaggi, 3 giorni tre viaggi e 2 giorni quattro viaggi. Quest’ultimi sono stati di 6 ore di volo con 4 salite ai 5000m sopra cime poco ospitali, dove il freddo raggiunge 16° sotto lo zero.
L’esperienza tentata da Dina ha anche dato risultati concludenti. Il rifornimento aereo dell’Osservatorio Vallot, fatto in condizioni sfavorevoli, con un semplice aereo di scuola, frettolosamente disposto, al quale erano imposti lunghi percorsi senza che il pilota non fosse sicuro di trovare la via libera fino al col di Dome, è stato fatto comunque quest’anno più facilmente che mai. L’anno prossimo Dina si propone di destinare un aereo-limousine, nella cui cabina possono essere contenuti i carichi e i dispositivi di lancio; questo aereo non partirà più da Ginevra ma da Chamonix, dove Dina e Thoret, grazie all’aiuto del sindaco e dei sindacati locali interessati, ha potuto inaugurare dei terreni.
Fra poco ci sarà il tentativo di un dispositivo che permetta al pilota di ripescare sul posto i paracaduti da lui lanciati; sarà studiato anche l’atterraggio su sci sul colle di Dome per potervici portare rapidamente gli scienziati o i meteorologi.




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Inserito il - 16 marzo 2006 : 16:35:04 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Allego inoltre un vetrino dei rilievi meteorologici di mio nonno, relativo all'ottobre 1924.

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Inserito il - 16 marzo 2006 : 16:36:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
e una foto del panorama dal Rifugio Vallot

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lynkos
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Inserito il - 16 marzo 2006 : 16:47:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Mamma mia che storia appassionante, questa scoperta del tuo nonno tramite le sue foto. Che fortuna che questo archivio prezioso è sopravvissuto, e complimenti a te che stai riuscendo a ricavarne il meglio.



Sarah


Il Rifugio Vallot sul Monte Bianco Lynkos - attraverso altri occhi
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rwindi
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Inserito il - 16 marzo 2006 : 18:33:35 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Merci à Aldo pour la belle traduction del'Illustration qui m'a permis de me rémémorer mon Papa. Maman
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Inserito il - 18 marzo 2006 : 20:53:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
nessuno ci è mai stato su rifugio Vallot?



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a p
utente ritirato in data 22.02.2012



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Inserito il - 18 marzo 2006 : 20:58:58 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ci passano tutti gli alpinisti che salgono dal versante francese del Bianco

itinarario:

Link

io l'ho fatto dal versante italiano.

ecco l'itinerario

Link

Alessandro PD

Modificato da - a p in data 18 marzo 2006 21:07:04
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Alberto Gozzi
Moderatore


Città: Trento
Prov.: Trento

Regione: Trentino - Alto Adige


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Inserito il - 20 marzo 2006 : 19:19:51 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
complimenti,Aldo


...1926 !!!!...

...solo la data....fa pensare !!!....

...condizioni incredibili, l'abbigliamento dell'epoca etc. etc.....

...una missione estrema, con incognite dopo incognite...

...e tutto in favore della scienza...


...gran nonno il tuo !!!!....che onore...


...bellissima anche la descrizione e formidabili le foto...


grazie del capolavoro.........................alberto

albertotn 1



Modificato da - Alberto Gozzi in data 20 marzo 2006 19:21:13
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macromicro
Utente Super


Città: Piovene Rocchette
Prov.: Vicenza

Regione: Veneto


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Macrofotografia

Inserito il - 26 marzo 2006 : 22:43:06 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Che fascino le foto del ...tempo che fu
Impreziosite dal racconto super, molto bello il tutto

Gianfranco
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Pezzo da Gaeta
Utente Senior


Città: Lecco
Prov.: Lecco

Regione: Lombardia


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Inserito il - 12 febbraio 2009 : 17:09:45 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Allego inoltre un vetrino dei rilievi meteorologici di mio nonno, relativo all'ottobre 1924.


Per Istrice.
Riusceresti, per cotesia, ha rendere visibili anche trascrivendole le didascalie e le note scritte da tuo nonno sul foglio dell'ottobre 1924 che, nella foto postata sono difficilmente leggibili?
Grazie.

Pezzo da Gaeta
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