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 La fascia costiera a nord della foce dell'Ombrone
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vespa90ss
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Inserito il - 28 agosto 2008 : 21:44:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

All'interno di questi laghetti si sono sviluppati degli ammassi di alghe e piante acquatiche intorno a cui nuotano branchi di pesci che ritengo siano dei muggini per il fatto di essere adattabili alle forti differenze di salinità.
Sono presenti anche dei granchi di dimensioni notevoli, probabilmente gli stessi che ho notato alla Diaccia Botrona, il grande padule di Castiglion della Pescaia.




La fascia costiera a nord della  foce dell''Ombrone




Le sponde di questi laghetti sono densamente popolate dalle Cicindele delle due specie Cylindera trisignata e Lophyiridia littoralis: grazie a Dio sono abbastanza distanti dalla riva del mare tanto da costituire una buona garanzia per la loro sopravvivenza messa in pericolo dalla costante presenza umana.


Via via che ci si avvicina alla foce dell'Ombrone la costa diventa estremamente compatta, quasi ad apparire scogliosa ad un esame superficiale.




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In realtà sono formazioni di limo compresso che talvolta ospitano al loro interno colonie di minuscoli invertebrati marini.




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vespa90ss
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Inserito il - 28 agosto 2008 : 21:45:17 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Innumerevoli in quel luogo i tronchi spiaggiati sulla costa chissà da quanti anni, sbiancati dal sole e dal salso: ti guardano impotenti come dei grandi pachidermi rimasti impaludati nelle sabbie mobili.
Qui un rinoceronte, là un orso ferito poi la carogna di un grosso maiale.



La fascia costiera a nord della  foce dell''Ombrone





La fascia costiera a nord della  foce dell''Ombrone






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vespa90ss
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Inserito il - 28 agosto 2008 : 21:45:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia










Sulla battigia una balenottera che con greve cadenza ondeggia stancamente urtando la costa di limo compatto con un suono concavo che fa vibrare il terreno accapponando la pelle. Prima d'essere spiaggiata dall’ultima onda viene morsa da uno squalo anch'esso morente.




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E’ l’immagine di un’immane tragedia compiuta dalle cicliche alluvioni che hanno sconvolto la natura.
Il sole va e viene. Ha quasi vergogna ad illuminare quello scenario apocalittico.




La fascia costiera a nord della  foce dell''Ombrone




In certi momenti hai l'impressione di trovarti di fronte allo scenario di morte che può essere apparso al contadino della Val di Chiana, ventidue secoli fa sulle sponde del Lago Trasimeno, la mattina dopo il massacro dei quindicimila legionari Romani da parte dei Cartaginesi. Cadaveri di elefanti, uomini e cavalli galleggianti sulla riva del lago appena sospinti da una pigra corrente.




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vespa90ss
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Inserito il - 28 agosto 2008 : 21:46:38 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Un luogo che può apparire agonizzante, talvolta spettrale ma che al contrario genera e nasconde potenzialità di vita insospettate.
E' in questi spazi di sopravvivenza che ho trovato un superstite, questo unico, piccolo Scarites, mentre insieme ad alcune cicindela frequentava le rive di una minuscola pozza semiprosciugata.




La fascia costiera a nord della  foce dell''Ombrone





La fascia costiera a nord della  foce dell''Ombrone




E non lontano da lì un Arctosa, il ragnetto mimetico di battigia.




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Una foresta divelta dal fiume in piena, affogata fra i flutti. Da quei cadaveri nascerà nuova vita.
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vespa90ss
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Inserito il - 28 agosto 2008 : 21:47:05 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Giungo alla foce.
Una sensazione di profondo appagamento osservare le acque di un grande fiume che intreccia le proprie dita con quelle del mare.
Finalmente l’incontro. L’abbraccio.

Resto alcuni minuti ad osservare in silenzio per accogliere in profondità quel bacio prolungato che unisce due rive lontane. Due sapori diversi. Due colori distanti che possono adesso unirsi.




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vespa90ss
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Inserito il - 28 agosto 2008 : 21:47:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


Poi scatterò una sequenza di foto a 360 gradi per memorizzare il ricordo di quell’emozione per sempre.

Proprio pochi metri prima di giungere alla foce una buca scavata nel suolo larga non più di otto metri, colma d'acqua e completamente circondata da piante di Juncus: quasi il cratere scavato da un meteorite. E chissà che non lo sia davvero.



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vespa90ss
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Inserito il - 28 agosto 2008 : 21:48:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia





Il ritorno è mesto e silenzioso per la consapevolezza di abbandonare un luogo magico d’incontro: lungo il percorso comincio ad incontrare i primi bagnanti mattinieri, quelli più anziani. Una donna che corre col suo cane che la precede. I pescatori assonnati che trafficano dentro le loro mostruose cassette stracolme di galleggianti, ami e piombi. Uno siede su un tronco col capo reclinato in basso: forse dorme. Forse pensa. Forse soffre per essere solo sulla riva del mare. Forse è felice d’essere solo sulla riva del mare. Tutto è possibile in quella mattina di cielo coperto sulla foce dell’Ombrone.

Sono giunto nella zona dei laghetti retrodunali nei pressi di una casetta abbandonata, nascosta fra la vegetazione oltre la recinzione di filo spinato: vedo giungere in lontananza un gigante dai capelli bianchissimi seguito da una piccola donna. Ha fra le mani un grande gabbiano che lascia penzolare verso il suolo un’ala. Si dirige stancamente verso di me che lo stavo osservando incuriosito, avanzando sulla spiaggia ricoperta di detriti e mi domando che intenzioni possa avere. Mi avrà forse scambiato per uno della forestale in divisa?




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E’ davvero un gigante questo uomo dalla folta capigliatura bianca e gli occhi azzurri. Un uomo già avviato nella terza età. Un volto aperto, sereno. lo sguardo leale. Di primo acchito farebbe pensare ad un turista tedesco ma comincia a parlare con un leggero accento veneto.
Ha trovato insieme a sua moglie il gabbiano che sorregge fra le sue grandi mani. Era rimasto agganciato da alcuni ami di una lenza abbandonata sulla riva. Il grosso filo di nylon gli si era intrecciato tutto intorno ad un’ala procurandogli delle ferite da taglio sanguinanti. L’animale soffriva e poteva muoversi a malapena in quanto intrappolato dalla lenza.




La fascia costiera a nord della  foce dell''Ombrone



Mi chiede con pacatezza di aiutarlo a liberare il gabbiano quasi avesse fatto da sempre il veterinario. Regge quel grande animale con sicurezza ed allo stesso tempo con dolcezza: negli occhi traspare la generosità di un cuore che ha sempre orientato positivamente le sue azioni.



La fascia costiera a nord della  foce dell''Ombrone


Mentre lui lo regge riesco con non poca difficoltà a liberare l’animale. Poi lo fa involare. L’animale si allontana buffamente ondeggiando e zoppicando. Ma dopo qualche secondo riesce a sgranchirsi ed a distendere le sue ali.
Ciao Jonathan.

Prima di congedarmi chiedo a quel gigante il suo nome e se desidera che questa storia e le sue foto fossero pubblicate qui su NM. Acconsente con un largo sorriso senza minimamente esitare. Si chiama Gino. E’ friulano ma se non ricordo male da trent’anni vive a San Casciano Val di Pesa (FI) dove fino a qualche anno fa gestiva una Pasticceria. Sicuramente un personaggio conosciutissimo in paese. Un uomo che ha girato il mondo. In America latina, in Africa. Impegnato negli anni 50 anche nella costruzione di gigantesche dighe in Rhodesia (Zambia) ancora in piedi ma mandate in malora dall'incuria di quella gente. Da buon friulano ne era dispiaciutissimo.
Un personaggio che ha sicuramente affrontato qualsiasi tipo di difficoltà e di sofferenza nella sua vita. Che ha lavorato con gli inglesi e con gli uomini di colore considerati da costoro in quegli anni poco più che degli schiavi. Che conosce il senso del rispetto e dell’onore. Dell’equilibrio.
Abbiamo parlato a lungo anche di NM e dedico il mio post a questo personaggio generoso, che da trent’anni percorre quella spiaggia, ogni estate di primo mattino.

Grazie Gino.




La Natura è vibrazione e ci pervade: ingrato compito coglierne la Luce e condividerla.

Beppe Miceli
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Fotografia Naturalistica

Inserito il - 01 settembre 2008 : 10:52:31 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ciao Beppe,

ho raccolto con piacere il tuo invito a leggerti in questa area del forum e come sempre i tuoi racconti non deludono..
Ma perchè non raccogli i tuoi reportage in un libro? Sono certo che avrebbe un buon successo. Le tue narrazzioni sono allo stesso tempo semplici, profonde e documentative...

Complimenti davvero!

Enrico
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vespa90ss
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Inserito il - 01 settembre 2008 : 14:35:24 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie Enrico,
ma per fare ciò che tu dici dovrei disporre di molto tempo e adesso non credo che ci sia la possibilità. Inoltre svolgere da solo un lavoro così diventa problematico.
Stavo invece pensando di raccogliere ancora "a rate" o se preferisci "a puntate" altro materiale, visto che la quantità aumenta di mese in mese in maniera esponenziale. Successivamente valutare la possibilità di rivedere ex novo i lavori (eliminando i vecchi), località per località, ristrutturandoli in capitoli omogenei per contenuto. Farei ciò inserendo anche i link a tutti quei post creati a latere in maniera indipendente collegati alle singole specie che hanno richiesto spazi dedicati per una maggior evidenziazione. In tal modo, oltre a fare un lavoro di sintesi, potrei anche fare un buon lavoro di sfoltitura potando talune ripetizioni.
Purtroppo la geometria del forum non consente di costruire di primo acchito qualcosa del genere, inserendo sotto un unico titolo aggregante argomenti che arricchissero e si accodassero nei vari capitoli che lo potrebbero comporre ( ad esempio: La Diaccia Botrona: rettili e anfibi - insetti - aracnidi - uccelli - ecc.) per cui devo adottare il sistema che vedi, cioè quello di appiccicare in coda, cosa che probabilmente non soddisfa l'utenza.
Non so quanto questa mia idea possa essere percorribile anche perchè dovrei sentire prima il parere degli amministratori del forum se fossero d'accordo nel farmi rielaborare il tutto, magari con la supervisione di un moderatore che verificasse la revisione ed accordasse l'imprimatur.
E comunque, anche se ottenessi il consenso, fra un anno sarei punto e daccapo con le nuove specie che salterebbero fuori.

Poter creare dei lavori dedicati esclusivamente a certe aree circoscritte, tali da contemplare al loro interno tutti gli aggiornamenti che si andassero verificando nel corso dei mesi, potrebbe costituire un buon lavoro di consultazione e di riferimento effettuato in maniera organica e di facile lettura.
Attualmente la cosa non è possibile per via della già citata geometria costruttiva del forum che non lo consente. Ma chissà che col tempo.....


Credo però che un lavoro di riordino dei miei appunti sarà inevitabile in quanto il materiale si sta accumulando in maniera inarrestabile e poco organica al punto da rendere la consultazione un po'problematica. E se comunque la cosa non fosse possibile qui su NM per comprensibili motivi pratici, potrà essere più semplice crearmi un nuovo blog dove inserire solamente queste mie avventure naturalistiche collegate ad aree estremamente circoscritte da poter aggiornare a mio piacimento. Sarebbe il primo passo per comporre l'ossatura di un opuscolo.
Ti ringrazio ancora per l'attenzione che mi dedichi,
Beppe




La Natura è vibrazione e ci pervade: ingrato compito coglierne la Luce e condividerla.

Beppe Miceli
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vespa90ss
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Inserito il - 16 novembre 2008 : 11:41:40 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Novembre sulle dune


Domenica scorsa sono tornato a Principina: era il 9 novembre e già in diverse occasioni era piovuto, almeno nell'entroterra. Ma di certo abbondanti piogge si erano riversate anche sul litorale considerato che la spiaggia e tutta la fascia retrodunale erano facilmente percorribili per via della sabbia molto compatta in quanto bagnata appena sotto la superficie. Umidità che in molte zone d’ombra trasudava addirittura all'esterno.
In alcuni punti lo scroscio d'acqua deve essere stato talmente violento da creare delle piccole pozze fra gli avvallamenti delle dune dove a centinaia erano andati a raccogliersi in grandi macchie nere i leggeri semi del Pancratium maritimum.

La vegetazione mi è sembrata ancora abbastanza vitale: il grande freddo, evidentemente non si è ancora fatto sentire. Anzi, direi che è proprio lontano.
Fra i cespi di Ammophila ancora qualche rarissimo esemplare di Pimelia, soldati allo sbando superstiti di un’ impari battaglia contro l’incudine del sole d’agosto, si trascinavano molto pigramente in cerca di qualcosa da mangiare. Al contrario numerose libellule ed ortotteri del gen. Oedipoda frequentavano la vegetazione nelle zone umide interdunali.



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Inserito il - 16 novembre 2008 : 11:42:15 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Di tanto in tanto si staccavano dal suolo delle locuste (della fam. delle Acrididae) di dimensioni impressionanti con un poderoso battito d'ala che ricordava molto da vicino quello dei passeriformi.



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Ho anche visto scappare proprio davanti ai miei occhi una lepre che si era fatta il nido fra i folti steli d’erba che crescevano alla base delle piante palustre più imponenti.



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Inserito il - 16 novembre 2008 : 11:42:41 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

Curiosando ai piedi dei cespugli di ginepro coccolone dove l'umidità tende ad affiorare dal sottosuolo, noto che nei punti più avvallati talvolta cresce anche il muschio.




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e poco più in là noto gli stessi funghi che avevo già individuato lo scorso anno più o meno nel solito periodo: sono delle Hygrocybe (conicoides?) dalle forme e dai colori molto cangianti.




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vespa90ss
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Inserito il - 16 novembre 2008 : 11:43:08 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Si passa dal giallo limone al rosso mattone lungo tutta una sequenza cromatica di sfumature. Forse è possibile che le specie siano più di una ma considerando la peculiarità dell'ambiente sono più portato a ritenere valida un'unica specie caratterizzata da un’estrema variabilità della colorazione.





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Inserito il - 16 novembre 2008 : 11:43:34 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


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Inserito il - 16 novembre 2008 : 11:44:01 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

I cinghiali nel corso della notte fino alle prime luci dell'alba avevano grufolato fra le dune devastando un po' tutto....
Cosa cercavano mai? Guardando così con attenzione fra la sabbia scopro delle palline da golf semisepolte: beh...non propriamente ma la forma e le dimensioni abbastanza simili. Sono certamente dei funghi vista la loro consistenza molliccia e non soda come invece presentano i bulbi delle piante.

Ne pulisco con delicatezza uno scavandolo tutto intorno fino a sradicarlo dalla sabbia: in verità sradicarlo è un eufemismo in quanto le radichette sono talmente delicate e piccole che ben poco riesce ad uscire dal suolo.



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Inserito il - 16 novembre 2008 : 11:44:22 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

La fascia costiera a nord della  foce dell''Ombrone




La fascia costiera a nord della  foce dell''Ombrone



Scoprirò a casa che si tratta con ogni probabilità di uno Scleroderma (forse il citrinum vista la sua colorazione).

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Inserito il - 16 novembre 2008 : 11:45:59 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Lepri, volpi e cinghiali di cui le tracce sono davvero numerosissime hanno ripreso a frequentare con insistenza la fascia costiera non più occupata dai giramondo che amano addormentarsi nelle capanne di tronchi, lasciandosi andare al suadente sciabordio della risacca notturna.
Uno scenario che sta tornando lentamente a al suo stato primigenio per concedersi solo al godimento degli animali, senza più la pressione dell'uomo, se non per via di qualche sporadico pescatore lungo la costa e qualche solitaria coppia fissa ad osservare l’orizzonte in cerca di ristoro spirituale.
Sullo sfondo il Giglio e l’Elba si guardano lontane ai lati dello scenario, uno di fronte all’altra, senza potersi mai abbracciare, separate dal destino. Eppure appaiono così vicine da farti sentire quasi là, seduto sugli scogli sotto la Torre del Campese o fra i pescatori sul molo di Portoazzurro.


Il Giglio
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Il tiepido pomeriggio chiede permesso per stendersi a riposare le sue poche ore di malia sulla sabbia.
A scoprire i fugaci pensieri dei passanti.



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Beppe Miceli


Credo che moralità significhi trovare il coraggio di fare una scelta
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Inserito il - 10 dicembre 2008 : 19:06:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia


Dicembre



Il 7 dicembre sono tornato sulla spiaggia di Principina per controllare cosa nel frattempo fosse cambiato.
In verità ho trovato una situazione piuttosto modificata: le forti piogge degli ultimi giorni avevano determinato il deflusso dell'Ombrone in golena e causato un paio di esondazioni nel grossetano. Una grandissima quantità di legnami e di foglie di pioppo sulla riva testimoniava gli allagamenti recenti.



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Inoltre la forza delle onde era penetrata in profondità andandosi a mescolare con gli affioramenti di acqua dolce retrodunali e le acque piovane.
L'ambiente quindi aveva ripreso l'aspetto che lo caratterizza nelle annate particolarmente piovose. Il retroduna che tende ad impantanarsi perchè si è nel frattempo riempito di limo nei punti in maggior depressione, è percorso da lunghi e stretti specchi d'acqua a forma di canale dove giunchi e cannucciole tendono a prevalere sul resto della vegetazione retrodunale. Sicuramente le lepri avranno dovuto abbandonare i loro rifugi creati alla base dei grossi cespi di cannucciola.





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Inserito il - 10 dicembre 2008 : 19:07:26 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia

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Inserito il - 10 dicembre 2008 : 19:07:52 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Anche le campagne che precedevano la fascia costiera, mentre le stavo percorrendo in auto, denunciavano che nei giorni passati un mezzo cataclisma doveva essere successo. Non sto a produrre ulteriore documentazione fotografica di quanto accaduto nell'entroterra poichè duplicherei ciò che altri hanno già documentato ampiamente riguardo al versante sud della foce dell'Ombrone, sempre nel Parco dell'Uccellina.

Estesissime porzioni di golena ricche del prezioso limo che l'Ombrone periodicamente deposita (nel frattempo coltivate in considerazione del fatto che il fiume nel corso degli ultimi anni non era mai esondato) erano state letteralmente sommerse e devastate dalle acque in piena. Purtroppo l'Ombrone quando entra in golena se da una parte arricchisce il terreno, dall'altra danneggia pesantemente le coltivazioni in atto. E' un tributo che in qualche modo va pagato alla presenza del fiume ed i maremmani lo sanno molto bene: hanno imparato ad accettare questo scotto che la natura chiede loro di pagare e lo accolgono con rassegnazione secondo una mentalità ancora pura e non inquinata dalla smania del profitto a tutti i costi.
L'aria, pur essendo ancora carica di umidità è pulita e sottile. La temperatura è elevata: sono in camicia. Trovo in spiaggia ancora qualche artropode che circola di sua iniziativa senza essere stato da me disturbato dal riposo invernale.



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