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In linea di principio sono da preferirsi immagini di pesci nel loro ambiente naturale o collocati temporaneamente in un acquario fotografico. Le foto di pesci morti sono in generale permesse solo in caso di individui deceduti per cause naturali (es: morie dovute a crisi anossiche o ad essiccazione di bacini, predazione, ecc.). Foto di individui morti dopo essere stati pescati sono ammesse solo in presenza di un reale interesse scientifico della cattura e comunque possono essere pubblicate solo dopo consultazione dei moderatori della sezione. Le foto di individui pescati (fotografati su nasse, retini o in mano) sono ammesse quando si tratti di individui in buona salute e ritratti nei pressi dell’ambiente di cattura, dunque non è possibile (in assenza di interesse scientifico, sempre previo consenso dei moderatori) pubblicare foto di pesci vistosamente feriti (eccettuate naturalmente le normali ferite dovute all’amo), colpiti con il raffio, tenuti tra le mani asciutte o fotografati in ambienti evidentemente lontani dal luogo di cattura (parcheggi, abitazioni, cucine, etc.). Non è inoltre consentito pubblicare nella sezione fotografie di pesci trattenuti in maniera scorretta (ad. es. per gli occhi).


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ugandensis
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1263 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 01 dicembre 2009 : 13:05:32 Mostra Profilo  Apri la Finestra di Tassonomia

Apro questo Topic con l’intenzione di portare il mio modesto contributo ad un migliore inquadramento del problema “alloctonia”, con riferimento ai nostri pesci d’acqua dolce.
L’argomento è tanto discusso e scottante quanto mal interpretato, ed è forse necessario riproporre qualche dato relativo all’originaria distribuzione della nostra ittiofauna dulcicola.

Non propongo qui le definizioni di “autoctono” e “alloctono” per timore di essere molesto, ma la definizione dei distretti ittiogeografici del nostro paese è necessaria, per quanto necessariamente un po’ lunghetta.

Per area zoogeografica si intende una porzione di territorio che ospita un determinato gruppo faunistico nativo, ivi confinato da barriere geografiche; in alcuni rami della zoologia si usa parlare di “distretto”. Se questo concetto è difficilmente applicabile ad alcuni gruppi animali, come ad esempio ai volatili per ovvie ragioni, è invece di estrema utilità se riferito ai pesci strettamente d’acqua dolce (i cosiddetti stenoalini dulcicoli): questi infatti sono necessariamente confinati in un determinato territorio da barriere fisiche molto ben definite, costituite dagli spartiacque a monte e dal mare a valle.
La suddivisione zoogeografica (ma sarebbe più corretto definirla “ittiogeografica”) del territorio italiano oggi unanimemente adottata in ambito accademico è stata proposta nel 1987 da P. G. Bianco: egli identificò due grandi distretti, definiti Distretto padano-veneto e Distretto tosco-laziale.

La prima area, il Distretto padano-veneto, è solitamente identificata con il bacino del Po, e definita come la porzione di territorio compresa fra la catena alpina a Nord, il mare Adriatico a Est e lo spartiacque appenninico a Sud-Ovest. In reltà, da un punto di vista ittiofaunistico, l’area comprende anche i tributari orientali dell’Adriatico settentrionale, quindi bacini situati ben al di fuori dei nostri confini nazionali; l’identità zoogeografica di questo distretto, infatti, deriva dall’abbassamento del livello del Mare Adriatico di oltre 100 m, rispetto a quello attuale, che si verificò durante la glaciazione Würmiana, fra i 110000 ed i 9000 anni fa; essa consentì l’emersione del tratto terminale del Po fino alla fossa meso-adriatica, collocandone la foce all’altezza dell’attuale città di Ancona, e mettendo così in comunicazione le acque di tutti i tributari dell’alto e medio Adriatico sia italiani che dalmato-istriani. Molte specie tipiche dell’area padana ebbero così modo di colonizzare le acque dell’ex Iugoslavia. Il successivo innalzamento del livello del mare, che ha definito l’attuale geografia della regione adriatica, determinò la segregazione geografica, rispetto al bacino padano, dei corpi idrici più orientali, con la relativa ittiofauna. Questo spiega il fatto che non poche specie, normalmente ritenute endemiche dell’area padana, sono naturalmente presenti, sia pure con popolazioni limitate o relitte, anche al di fuori dei confini nazionali, e precisamente in corpi idrici di Slovenia e Croazia, un tempo facenti parte del bacino del Po. Il fiume Zmarnje (spero si scriva così), ad esempio, sembra essere un vero e proprio deposito di popolazioni relitte di specie ritenute endemiche dell’area padana. Questo distretto, nel suo complesso, è caratterizzato da una propria ittiofauna nativa che ormai è stata definita con soddisfacente precisione, e non sono pochi gli endemismi che la caratterizzano.

Il Distretto tosco-laziale è situato fra la catena appenninica e il mar Tirreno, ed è normalmente identificato con i bacini di Arno, Ombrone e Tevere, quindi con il versante tirrenico dell’Italia centrale, ad esclusione della Liguria; anche questo distretto presenta un certo numero di endemismi, in alcuni casi rappresentati da specie vicarianti specie endemiche padane, ma da esse geneticamente ben distinte.

Le specie native, comuni ai due distretti, risultano essere sorprendentemente poche.

E’ stato osservato che l’Italia meridionale e le isole, in considerazione della povertà di taxa indigeni presenti (un solo endemismo, Alburnus albidus, relativo a parte dell’Italia meridionale) non possono invece essere classificate come distretti ittiogeografici. Allo stesso modo, il versante tirrenico della Liguria, geograficamente isolato dal resto del reticolo idrografico, non appartiene a nessuno dei due Distretti, e, data la quasi assenza di specie indigene, non può considerarsi un Distretto a sé.


Appaiono quindi evidenti, alla luce di questo, la superficialità e l’inesattezza della -ancora diffusa- abitudine di considerare “autoctone” le specie italiane, e alloctone quelle di origine straniera (così come presupponeva, fino all’inizio degli anni ‘80, l’interpretazione unitaria del distretto italico); infatti, non riconoscendo la Natura confini politici ma solo barriere fisiche, risulta poco sensato riferire una specie “autoctona” relativamente ad una nazione, piuttosto che ad un distretto faunistico. Il limite implicito di questo approccio risiede nel riconoscere, e definire con sicurezza, i casi di presenze frutto di introduzione per mano umana.

In molti casi si è fatta chiarezza in merito, in molti altri ancora no; in alcuni, purtroppo resteremo forse per sempre nel campo delle ipotesi.

Mi accorgo di aver partorito un post chilometrico e me ne scuso (la sintesi non è il mio forte)….

A breve una checklist dei nostri pesci (aggiornata a quel che ne sappiamo adesso).

Ciao.

Nicola





"...lì ci troverai i ladri gli assassini/ e il tipo strano/ quello che ha venduto per tremila euro/ sua figlia a un nano..."

ugandensis
Utente Senior

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Flora e Fauna

Inserito il - 02 dicembre 2009 : 11:23:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Dunque rieccoci qua.

Sperando di fare cosa utile, vi propongo questo elenco di specie (in semplice ordine alfabetico) che è possibile rinvenire nelle acque interne italiane.
Quanto segue è frutto di ricerca quasi maniacale presso le fonti più autorevoli e aggiornate (ancorché talvolta in conflitto fra loro), segnalazioni pervenute in seguito ad appelli su forums (anzi “fora”) tematici, e tanto altro ancora.
Lungi dall’essere l’esatta fotografia della realtà, è comunque un’approssimazione che ritengo (per il momento) soddisfacente, vista anche la carenza di bibliografia recente sull’argomento.
Le specie elencate (salvo –ovviamente- errori ed omissioni) sono 88, appartenenti a 56 generi, 23 famiglie e 13 ordini; secondo criteri zoogeografici, gli 88 taxa possono essere così ripartiti:
47 specie sono alloctone su tutto il territorio nazionale, e di seguito indicate con “A”; di queste, 23 sono di origine europea, e 24 di provenienza extraeuropea.
41 specie sono indigene in almeno uno dei distretti italici, e di seguito indicate con:
I” se native di entrambi i distretti;
P” se specie padano-venete (padane per semplicità);
E” se tosco-laziali (etrusche per semplicità).
Fra tutte le specie autoctone si contano 24 taxa endemici del nostro paese, a loro volta suddivisi in 13 specie padane, 7 etrusche e 4 comuni ai due distretti.



Abramide Abramis brama (Linnaeus, 1758) A, Europa
Acerina Gymnocephalus cernuus (Linnaeus, 1758) A, Europa
Alborella Alburnus arborella (Bonaparte, 1841) P, endemica
Alborella appenninica Alburnus albidus (Costa,1838) I (solo Sud), endemica
Alborella carenata Alburnus (Chalcarburnus) chalcoides (Guldenstadt, 1772) A, Europa
Amur Ctenopharyngodon idellus (Valenciennes, 1844) A, Asia
Anguilla Anguilla anguilla Linnaeus,1758 I
Aspio Aspius aspius (Linnaeus,1758) A, Europa
Barbo canino Barbus caninus (Bonaparte, 1839) P, endemica
Barbo di Graells Luciobarbus graellsi (Steindachner, 1866) A, Europa
Barbo etrusco Barbus tyberinus Bonaparte, 1839 E, endemica
Barbo europeo Barbus barbus (Linnaeus,1758) A, Europa
Barbo padano Barbus plebejus Bonaparte, 1839 P, endemica
Blicca Blicca bjoerkna (Linnaeus,1758) A, Europa
Bondella Coregonus lavaretus (Linnaeus, 1758) A, Europa
Bottatrice Lota lota (Linnaeus, 1758) A, Europa
Cagnetta Salaria fluviatilis (Asso, 1801) I
Carassio comune Carassius carassius (Linnaeus, 1758) A, Asia
Carpa di Prussia Carassius gibelio (Bloch, 1782) A, Asia
Carpa Cyprinus carpio Linnaeus, 1758 A, Asia
Carpione del Fibreno Salmo fibreni Zerunian & Gandolfi, 1990 E, endemica
Carpione del Garda Salmo carpio Linnaeus, 1758 P, endemica
Cavedano etrusco Squalius lucumonis (Bianco, 1983) E, endemica
Cavedano europeo Squalius cephalus (Linnaeus, 1758) A, Europa
Cavedano italico Squalius squalus (Bonaparte, 1837) I, endemica
Cheppia Alosa fallax (Lacepède, 1803) I
Cobite barbatello Barbatula barbatula (Linnaeus, 1758) P
Cobite di stagno Misgurnus fossilis (Linnaeus, 1758) A, Europa
Cobite orientale Misgurnus anguillicaudatus (Cantor, 1842) A, Europa
Cobite italico Cobitis bilineata Canestrini,1865 I, endemica
Cobite mascherato Sabanejewia larvata (De Filippi, 1859) P, endemica
Coregone Coregonus macrophthalmus Nusslin, 1882 A, Europa
Gambusia Gambusia affinis (Baird & Girard, 1853) A, Nordamerica
Gambusia orientale Gambusia holbrooki Girard, 1859 A, Nordamerica
Gardon Rutilus rutilus (Linnaeus, 1758) A, Europa
Ghiozzo etrusco Padogobius nigricans (Canestrini, 1867) E, endemica
Ghiozzo padano Padogobius bonelli (Bonaparte, 1846) P, endemica
Gobione Gobio benacensis (Pollini, 1816) P, endemica
Ido Leuciscus idus (Linnaeus, 1758) A, Europa
Lasca Protochondrostoma genei (Bonaparte, 1839) P, endemica
Latterino Atherina boyeri Risso, 1812 I
Leucisco d’Albania Pachychilon pictum (Heckel & Kner, 1858) A, Europa
Luccio Esox lucius Linnaeus, 1758 I
Nono Aphanius fasciatus (Valenciennes, 1821) I
Panzarolo Knipowitschia punctatissima (Canestrini, 1864) P, endemica
Persico sole Lepomis gibbosus (Linnaeus, 1758) A, Nordamerica
Persico striato Morone saxatilis x chrysops A, Nordamerica
Persico trota Micropterus salmoides (Lacèpede, 1802) A, Nordamerica
Pesce gatto blu Ictalurus furcatus (Valenciennes,1840) A, Nordamerica
Pesce gatto giallo Ameiurus natalis (Lesueur,1819) A, Nordamerica
Pesce gatto nebuloso Ameiurus nebulosus (Lesueur,1819) A, Nordamerica
Pesce gatto nero Ameiurus melas (Rafinesque, 1820) A, Nordamerica
Pesce gatto punteggiato Ictalurus punctatus (Rafinesque, 1818) A, Nordamerica
Pesce persico Perca fluviatilis Linnaeus, 1758 A, Europa
Pesce Re Odonthestes bonariensis Everman & Kendall, 1906 A, Sudamerica
Pesce rosso Carassius auratus (Linnaeus,1758) A, Asia
Pigo Rutilus pigus (Lacèpede, 1803) A, Europa
Pseudorasbora Pseudorasbora parva (Temminck & Schlegel,1842) A, Asia
Rodeo amaro Rhodeus amarus (Bloch, 1782) A, Europa
Rodeo sericeo Rhodeus sericeus (Pallas,1776) A, Europa
Rovella Rutilus rubilio (Bonaparte, 1837) E, endemica
Salmerino alpino Salvelinus alpinus (Linnaeus,1758) A, Europa
Salmerino di fonte Salvelinus fontinalis (Mitchill, 1914) A, Nordamerica
Sampierolo “Leuciscus lapacinus” Stefani et al., 1987 I
Sanguinerola Phoxinus phoxinus (Linnaeus, 1758) P
Sandra Sander lucioperca (Linnaeus, 1758) A, Europa
Savetta Chondrostoma soetta Bonaparte, 1840 P, endemica
Scardola Scardinius hesperidicus Bonaparte, 1845 I, endemica
Scardola europea Scardinius erythrophtalmus (Linnaeus, 1758) A, Europa
Scardola tirrenica Scardinius scardafa (Bonaparte, 1837) E, endemica
Scaz(z)one Cottus gobio Linnaeus, 1758 P
Siluro Silurus glanis Linnaeus, 1758 A, Europa
Spinarello Gasterosteus aculeatus Linnaeus, 1758 I
Storione beluga Huso huso (Linnaeus, 1758) P, estinta
Storione bianco Acipenser transmontanus Richardson, 1836 A, Nordamerica
Storione cobice Acipenser naccarii Bonaparte, 1836 P, endemica
Storione comune Acipenser sturio Linnaeus, 1758 I, estinta
Temolo Thymallus thymallus (Linnaeus, 1758) P
“Temolo russo” Hypophtalmichthys molitrix (Valenciennes, 1844) A, Asia
“Temolo russo” Hypophtalmichthys nobilis (Bleeker, 1860) A, Asia
Tilapia Oreochromis sp. A, Africa
Tinca Tinca tinca (Linnaeus, 1758) I
Triotto Rutilus aula (Bonaparte, 1841) P, endemica
Trota fario Salmo trutta Linnaeus, 1758 P
Trota iridea Oncorhynchus mikiss (Walbaum, 1792) A, Nordamerica
Trota marmorata Salmo marmoratus Cuvier, 1829 P, endemica
Trota sarda Salmo cettii Rafinesque, 1810 E, endemica
Vairone italico Telestes muticellus (Bonaparte, 1837) I, endemica







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etrusko
Moderatore

Città: Arcille
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Inserito il - 02 dicembre 2009 : 11:32:10 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Molto interessante!


NO all'autostrada in Maremma!
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Lepidurus
Utente V.I.P.


Città: Palermo
Prov.: Palermo

Regione: Sicilia


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Flora e Fauna

Inserito il - 02 dicembre 2009 : 12:49:30 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Molto interessante davvero!
Splendida sintesi...
Una domanda, certo un pò ingenua: fin dove si spinge a sud l'areale naturale della tinca?
Federico
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ugandensis
Utente Senior

Città: Firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


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Flora e Fauna

Inserito il - 02 dicembre 2009 : 12:58:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Ovviamente non lo sapremo mai.... è ritenuta specie autoctona in tutta l'Italia continentale, con tutta l'approssimazione che ne consegue...
Di sicuro è autoctona del padano veneto e probabilmente lo è anche nel tosco laziale, e di sicuro è alloctona in Sardegna dove è stata introdotta nel 1930.
Circa il limite meridionale ognuno dice la sua... l'assoluta mancanza di testimoni rende del resto improbabile una smentita

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Lepidurus
Utente V.I.P.


Città: Palermo
Prov.: Palermo

Regione: Sicilia


147 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 02 dicembre 2009 : 13:04:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
... quindi la autoctonia della tinca in Sicilia non è da escludere tout-court?
Mi sa che soltanto la biologia molecolare potrà un giorno darci delle indicazioni in tal senso..
Federico
ps. sbrigati a pubblicare il tuo libro sull'ittiofauna italiana! ;-)
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ugandensis
Utente Senior

Città: Firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


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Flora e Fauna

Inserito il - 02 dicembre 2009 : 13:14:49 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
nemmeno....

La genetica potrà dirci solo che una tinca è una tinca.... è una specie monotipica e monomorfica. Pensa che è l'unico, fra gli innumerevoli Ciprinidi che conosciamo, che costituisce una sottofamiglia (Tincinae) monotipica con un genere a sua volta monotipico... un caso unico. Queste indagini sono utili e necessarie solo per quei taxa che hanno sottospecie, varietà geografiche, morphae, ecotipi eccetera.
In un caso come questo ci possono essere di aiuto solo la paleontologia, la documentazione storica e i racconti degli anziani (da non sottovalutare mai).

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hutia
Utente Senior

Città: piazze
Prov.: Siena

Regione: Toscana


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Inserito il - 02 dicembre 2009 : 19:56:02 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
bella questa checklist ugandensis però ora avrei qualche centinaia, migliaia di domande da farti (io ci provo):
-Leuciscus lapacinus( che comunque hai messo tra virgolette) viene considerato ibrido con l'alborella tu che ne pensi? stessa cosa per l'albo Squalius squalus albus o buona specie?
- ci sono sottospecie che potrebbero essere valide? per es. Squalius squalus brutius, ruffoi etc e puoi mettere geonemia e grado di minaccia anche approssimativo?
-Protochondrostoma genei a volte viene data valida come sottospecie la albicans del Tronto e Vomano è sicuramente un sinonimo oppure c'è altro?
stessa cosa per Cobitis bilineata zanandreai
- esistono molte "varietà", ecotipi nei pesci della checklist per es.nell'alborella?
Per ora mi fermo
Grazie
fabrizio
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limbarae
Moderatore


Città: Berchidda
Prov.: Olbia - Tempio

Regione: Sardegna


12842 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 02 dicembre 2009 : 20:28:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
L'elenco è bellissimo, ma mi manca la lampreda (Lampetra planeri).


"E ora siedo sul letto del bosco che ormai ha il tuo nome
Ora il tempo è un signore distratto, è un bambino che dorme
Ma se ti svegli e hai ancora paura, ridammi la mano
cosa importa, se sono caduto, se sono lontano..."
Faber, Hotel Supramonte
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ugandensis
Utente Senior

Città: Firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


1263 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 02 dicembre 2009 : 21:06:48 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Hutia:

Hai ragione. Il Sampierolo è l'ibrido cavedano x alborella (sia padana che appenninica), sembra a padre cavedano. Ce l'ho messo perchè è un'entità che fa ormai parte della nostra memoria storica ittiologica, e infatti come osservi è messo fra virgolette. Di fatto, non è più riconosciuto come buona specie ormai da tempo. Se vuoi, due risate te le fai qui
Link
Per le sottospecie, stai buono , che già c'è un c@sino infernale a livello di specie e in certi casi addirittura di genere. Prima chiariamo alcune cose importanti che ancora, ahimè, chiarite non sono. Poi ci diletteremo a parlare di sottospecie ma solo dopo, altrimenti si finisce inevitabilmente per attorcigliarsi senza venire a capo di nulla.

Limbarae:

Mi sono limitato ai Pesci.... malloppo già di per sè voluminoso. Gli Agnati a breve, tanto si fa in fretta... se non erro sono solo quattro

Grazie a tutti per la lettura della pappardella...


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batta
Utente nuovo

Città: firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


10 Messaggi
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Inserito il - 02 dicembre 2009 : 23:35:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
bel lavoro nicola!

mi permetto di segnalare tra le alborelle anche la carenata che era presente anche sotto casa di Fox prima della moria
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ugandensis
Utente Senior

Città: Firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


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Flora e Fauna

Inserito il - 03 dicembre 2009 : 11:30:14 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Grazie Andrea, infatti mi era finita nel dimenticatoio
Provvedo subito ad aggiornare la lista.... era segnalata (mi ricordo un articolo su una rivista di pesca) pure nel Garda ma non ne ho sentito più parlare. Per il nostro territorio non mi risulta ne esista accenno sulle fonti "istituzionali", e nemmeno sulle carte ittiche.

Meno male che c'è ancora chi va per torrenti e osserva....

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ugandensis
Utente Senior

Città: Firenze
Prov.: Firenze

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Flora e Fauna

Inserito il - 03 dicembre 2009 : 20:56:18 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di hutia:

.... stessa cosa per l'albo Squalius squalus albus o buona specie?



E anche questo è un argomento pruriginoso... in effetti fosse una buona specie avremmo un endemismo in più nel tosco laziale. Non l'ho messo perchè, nonostante sia proposto come specie valida anche su siti di un certo prestigio, non c'è verso di cavare un carattere meristico che sia uno che lo distingua dal cavedano italico. Le differenze proposte risiedono (se non ricordo male) solo in caratteri morfometrici e cromatici, e su queste cose preferisco essere mooooolto prudente (=lumper), tanto più che ICZN non ha ratificato la nomenclatura relativa all'albus. Vedremo.

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hutia
Utente Senior

Città: piazze
Prov.: Siena

Regione: Toscana


1083 Messaggi

Inserito il - 04 dicembre 2009 : 10:59:42 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
ottimo ugandensis grazie
ma non ti scordare le sottospecie
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StagBeetle
Moderatore


Città: Ancona
Prov.: Ancona

Regione: Marche


6321 Messaggi
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Inserito il - 04 dicembre 2009 : 21:12:50 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di limbarae:

L'elenco è bellissimo, ma mi manca la lampreda (Lampetra planeri).


"E ora siedo sul letto del bosco che ormai ha il tuo nome
Ora il tempo è un signore distratto, è un bambino che dorme
Ma se ti svegli e hai ancora paura, ridammi la mano
cosa importa, se sono caduto, se sono lontano..."
Faber, Hotel Supramonte



Di lamprede ce ne sono diverse...

Interessantissimo elenco.
Io lo metterei in rilievo... Ben fatto e di veloce lettura!

Ciao

Giacomo
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craniolucido
Utente Senior

Città: Rapallo
Prov.: Genova

Regione: Liguria


678 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 04 dicembre 2009 : 23:18:56 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Lavoro interessantissimo Uga, non posso che ringraziarti.
Come altri, anche io non immaginavo così tante specie, in Italia.
E chissà che casino, identificare tanti ciprinidi !
Davide.
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bernardo borri
Utente Senior


Città: Firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


3002 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 06 dicembre 2009 : 14:04:46 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Faccio subito copia e incolla Nicola!

"Perchè vede, i granòcchi e son pesci terragnoli..."

"Icchè tu cerchi? Le sàramàndole?! E che tu ci fai, la pastasciutta??"
Bernardo

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etrusko
Moderatore

Città: Arcille
Prov.: Grosseto

Regione: Toscana


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Inserito il - 09 dicembre 2009 : 12:51:19 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bella, utile e stimolante, dato che una lista simile è, ahimè, perennemente in divenire ci si può divertire a fare scommesse su quando arriverà la prossima specie aliena...

NO all'autostrada in Maremma!
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ugandensis
Utente Senior

Città: Firenze
Prov.: Firenze

Regione: Toscana


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Inserito il - 10 dicembre 2009 : 16:45:12 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Messaggio originario di etrusko:

Bella, utile e stimolante, dato che una lista simile è, ahimè, perennemente in divenire ci si può divertire a fare scommesse su quando arriverà la prossima specie aliena...

NO all'autostrada in Maremma!


Un sentito "grazie" a tutti per l'apprezzamento.... e tu, Massimiliano, hai proprio ragione... mi sono scordato di dire (lo dico ora) che ogni segnalazione (o correzione) in merito è più che gradita.
Nell'elenco ci sono specie comunissime e note a tutti, e anche specie rare e pressochè sconosciute ai pescatori (e anche ai redattori di carte ittiche); è (nelle intenzioni) compreso ogni taxon che si possa trovare nelle nostre acque pubbliche, con popolazioni acclimatate oppure sostenute da interventi di ripopolamento.

Per esempio ho tralasciato il Clarias, i Colossoma (spacciati dalla stampa per Piranas), gli Hypostomus e la moltitudine di ciclidi e poecilidi che può capitare di incontrare ma che considero eventi "puntiformi", frutto cioè di introduzione "da acquario dismesso" o "da laghetto sportivo".... pesci che fino a prova contraria non sono in grado di costituire popolazioni stabili.

Sotto con le segnalazioni!!!



"...lì ci troverai i ladri gli assassini/ e il tipo strano/ quello che ha venduto per tremila euro/ sua figlia a un nano..."
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Rendener
Utente V.I.P.

Città: S.A. di Mavignola
Prov.: Trento

Regione: Trentino - Alto Adige


145 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 15 dicembre 2009 : 16:33:38 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Bello davvero e d'interesse!
complimenti
ciao
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Hippolais
Utente Senior


Città: Carità di Villorba
Prov.: Treviso

Regione: Veneto


2087 Messaggi
Flora e Fauna

Inserito il - 27 dicembre 2009 : 10:37:29 Mostra Profilo Apri la Finestra di Tassonomia
Che lavoro splendido!!!
Ascolta Nicola, una domanda: ma di tutte queste specie endemiche c'è qualche allevatore o zoo che si sta preoccupando di preservarne individui puri in carttività?!? Perchè col far west delle immissioni, chissà quanto è rimasto di questo ben di Dio... sarebbe un peccato perdere questa vera e propria biodiversità!!

Luca Boscain
Villorba (TV)
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